Oggetti di Messier - M46 (original) (raw)

m46.gifM 46

Ammasso aperto M46 (NGC 2437), tipo 'f', nella Poppa

AscensioneRetta 07h 41.8m
Declinazione -14° 49´
Distanza 5.400 al
MagnitudineVisuale 6.0
DimensioniApparenti 27.0´

M46 fu il primo oggetto di Messier scoperto dopo la pubblicazione della prima edizione del sua lista (M1-M45), avvenuta il 19 febbraio 1771, tre giorni dopo averla presentata all'accademia.

L'ammasso è molto ricco, con 150 stelle di magnitudine 10-13 ed una probabile popolazione totale di oltre 500. le più luminose sono di tipo spettrale A0 e ciascuna è circa 100 volte più luminosa del Sole (la più luminosa è di magnitudine apparente 8,7). Ciò indica quindi un'età di circa 300 milioni di anni. Gli astri appartenenti a questo ammasso sono dispersi per un diametro angolare di circa 27', corrispondenti ad un'estensione linerare di 30 anni luce alla distanza calcolata di 5.400 anni luce. Secondo Baade, l'ammasso recede alla velocità di 41,4 km/sec. M46 è classificato II,2,r nella classificazione di Trumpler.

Una caratteristica speciale e famosa, chiaramente visibile nella nostra immagine sul margine apparente di M46, è una nebulosa planetaria (NGC 2438, anche FC 87). Questa nebulosa, peraltro, molto probabilmente apparterrebbe all'ammasso ma sarebbe sovrapposto o, forse, è un "visitatore di passaggio", e questo per tre motivi:

  1. la velocità radiale di NGC 2438 è di circa 77 km/sec in recessione, valore che differisce da quello dell'ammasso che non potrebbe quindi contenerla, neppure se fossero alla stessa distanza. Woldemar Götz, indica peraltro una distanz di 4.600 anniluce per l'ammasso e di soli 2.900 per la nebulosa che risulterebbe quindi un oggetto completamente estraneo.
  2. le nebulose planetarie sono visibili per un breve periodo e scemano rapidamente; la maggior parte restano visibili per poche decine di migliaia di anni prima che la materia si volatilizzi nello spazio interstellare circostante.
  3. le nebulose planetarie rappresentano uno degli ultimi stadi dell'evoluzione stellare, e riguardano solo stelle di massa relativamente piccola, inferiore alle 3 masse solari (stelle più massive diventano supernove). Queste stelle, necessitano però di oltre un milione di anni affinché la loro evoluzione raggiunga la fase di espulsione degli strati esterni per formare la nebulosa planetaria: un periodo molto più lungo di quello relativo all'età di M46. Quest'ultimo argomento è discutibile, perché alcuni giovani ammassi come le Pleiadi (M45) contengono un numero significativo di nane bianche che si sarebbero evolute da stelle più massive; queste stelle dovrebbero aver perduto buona parrte della massa nel corso dell'evoluzione, probabilmente sotto forma di intensi venti stellari nella fase di gigante rossa, e dovrebbero essere passati anche attraverso la fase di nebulosa planetaria.

Hartmut Frommert (spider@seds.org)
Edizione italiana a cura di Mario Farina (Mario.F@mclink.it)
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