Bernart de Rovenac (fl....1242-1261...) fou un trobador occità. Se'n conserven quatre sirventesos. (ca)
Bernart de Rovenac, Rovenhac, or Roenach (fl. 1242–1261) was a Languedocian troubadour. Four of his sirventes have been preserved. The attitude ubiquitous in his poetry is perhaps best expressed by these lines: Aital guerra m'agrada mas que platz, / non tals treguas ont om si'enganatz ("Thus war would please me more than peace, / nor such truces wherein men lie"). Bernart hailed from in the modern Aude. He is first attested in early 1242, when he composed a poem, Ja no vuelh do mi esnenda, concerning a local uprising against King Louis IX in Languedoc. In it he attacks both James I of Aragon and Henry III of England for not coming to the aid of their vassals and makes a play on James' Occitan name, Jacme: Jacme (i.e. jac-me) quar trop vol jazer, meaning that it is appropriate his name is "James (i.e. "Going-to-bed"), because he wants to lie down too much." This piece was written in near Rovenac, as a line of the tornada indicates. In a slightly later poem, D'un sirventes m'es gran voluntatz preza, Bernart attacks amdos los reis ("both the kings") for neglecting lor fieus ("their fiefs") that the rei que conquer Suria ("king who conquered Syria") has possessed. The two kings are James and Henry and "the king who conquered Syria" is a mocking reference to Louis, whose Seventh Crusade ended in defeat and capture at the Battle of Mansurah (1250). Louis was still captive in Syria (1254) when Bernart wrote in hopes that the two kings would take advantage of the French monarch's absence. Because of his political poetry, Bernart was very unpopular with the Aragonese court, though he may have travelled into Castile and certainly had a high opinion of Alfonso X of Castile. In 1259–60 he joined the revolt led by against James of Aragon, which occasion a meg-sirventes (half-sirventes) no longer extant but mentioned in the poem Can aug en cort critz e mazans e brutz by Cerverí de Girona (towards the end of 1259). Bernart's response to Cerverí's criticism that he was nought but a jongleur, if he made one, has not survived. Cerverí, like Bernart, was patronised by Ramon Folc, but unlike Bernart he became a court poet to the Aragonese kings. Professional jealousy may have been involved in his spat with En Roenach, for he certainly remained on good terms with Ramon Folc. The only piece of Bernart's work that cannot be dated with precision is Una sirventesca, written sometimes between 1241 and 1253. It is a sirventes joglaresc, that is, a sirventes making fun of a jongleur, in this case named Rainier. The metre is highly artificial and the last two lines of each cobla are a refranh (refrain). Cerverí copied it in his Ta mal ne fay sala, the second for Ramon Folc V (died 1276). Bernart was both an influence on and a competitor with Cerverí, whose career began at the time Bernart's ended. Bernart's last sirventes was occasioned by the execution of in 1261. Guillem's testament, in which he confesses his guilt and crimes, is dated to 14 January and his execution must have taken place shortly after that date. He was convicted of breaking the truce signed between the Crown and the barons and drowned at sea between Sitges and Cubelles by the infante Peter. Bernart wrote an attack on Peter, whom he compares to executioner who masks his face, in Belh m'es quan vei pels vergiers e pels pratz. It was composed in the same metre as Cerverí's Can aug. Scholars have dated it to 1224 and 1274–5, but its context leaves it beyond doubt that it was composed in 1261. (en)
Bernart de Rovenac, o Rovenhac o Roenach o Rouvenac o Rozenac, anche scritto Raimon Bernart de Rovinhan (... – ...; fl. 1242-1261), è stato un trovatore linguadociano.Del suo intero corpus poetico ci restano solo quattro sirventes. L'atteggiamento onnipresente nella sua poesia è forse meglio espresso in questi versi: Bernart proviene da nell'attuale Aude. Viene attestato per la prima volta all'inizio del 1242, quando compone una poesia, Ja no vuelh do mi esnenda, in merito a una rivolta locale in Linguadoca contro re Luigi IX, dove attacca verbalmente sia Giacomo I d'Aragona che Enrico III d'Inghilterra per non essere andati a prestare aiuto ai loro vassalli. Bernart gioca sul nome occitano di Giacomo, Jacme: Jacme (vale a dire jac-me, "mandami a letto") quar trop vol jazer ("dato che vuole adagiarsi troppo"); in altri termini, invece di darsi da fare [per soccorrere i suoi in difficoltà] trascura di farlo. Questo componimento viene scritto a Limós, nei pressi di Rovenac, come specifica un verso della tornada. In una poesia di poco poesteriore, D'un sirventes m'es gran voluntatz preza, Bernart attacca amdos los reis ("entrambi i re") per avere trascurato i lor fieus ("i loro feudi") che il rei que conquer Suria ("re che conquistò la Siria") possedeva. I due re sono Giacomo ed Enrico e "il re che conquistò la Siria" è un riferimento sarcastico a Luigi, che nella settima crociata finì sconfitto e prigioniero nella (1250). Luigi era ancora prigioniero in Siria (1254) quando Bernart scrive nella speranza che i due re traggano vantaggio in assenza del monarca francese. A causa della sua poesia politica, Bernart era molto impopolare alla corte aragonese, benché abbia viaggiato nella Castiglia e certamente aveva un'alta considerazione di Alfonso X di Castiglia. Nel 1259–1260 si unisce alla rivolta capeggiata da Raimondo Folch V de Cardona contro Giacomo d'Aragona, cagione di un meg-sirventes (mezzo-sirventes) ormai non più esistente, ma menzionato nella poesia Can aug en cort critz e mazans e brutz di Cerverí de Girona (verso la fine del 1259). La risposta di Bernart, ammesso che vi sia stata, alle critiche mosse da Cerverí sul fatto che egli non fosse nient'altro che un giullare, non ci è pervenuta. Cerverí, similmente a Bernart, era favorito da Ramon Folc, ma diversamente da Bernart divenne un poeta di corte dei re aragonesi. La gelosia professionale potrebbe avere avuto il suo peso nel battibecco con En Roenach, dato che rimase certamente in buoni rapporti con Ramon Folc. La sola composizione di Bernart che non può essere datata con precisione è Una sirventesca, scritta tra il 1241 e il 1253. È un sirventes joglaresc, vale a dire un sirventes, fatto con l'intento di divertire, di un giullare o menestrello, in questo caso di nome Rainier. Il metro è ampiamente artificioso e gli ultimi due versi di ogni cobla fungono da refranh (ritornello). Cerverí lo copia nel suo Ta mal ne fay sala, il secondo per Ramon Folc V (morto nel 1276). Bernart era, oltre che influente su Cerverí, anche suo competitore, la cui carriera inizia quando quella di Bernart finisce. L'ultimo sirventes di Bernart viene ispirato dall'esecuzione di nel 1261, il cui testamento, nel quale confessa le sue colpe e i suoi crimini, è datato al 14 gennaio e la sua esecuzione deve aver avuto luogo poco dopo questa data. Viene dichiarato colpevole per aver voluto rompere la tregua firmata tra la Corona e i baroni e condannato a morte dall'infante Pietro tramite annegamento nel tratto di mare tra Sitges e Cubelles. In Belh m'es quan vei pels vergiers e pels pratz, poesia composta nello stesso metro del Can aug di Cerverí, Bernart si scaglia contro Pietro, paragonandolo a un carnefice dal volto mascherato. Gli studiosi l'hanno datata al 1224 e al 1274–1275, ma il suo contesto non lascia dubbi sul fatto che sia stata composta nel 1261. (it)