Kosovo, Ue: "Decidono gli Stati" D'Alema: "L'Italia lo riconoscer�" - esteri (original) (raw)

I ministri degli Esteri dei 27 riuniti a Bruxelles evitano la spaccatura

Immediato il riconoscimento da parte della Francia e della Gran Bretagna

di ALBERTO D'ARGENIO

<B>Kosovo, Ue: "Decidono gli Stati" D'Alema: "L'Italia lo riconoscer�"</B>

Il ministro degli Esteri sloveno Rupel

BRUXELLES - L'Europa "prende atto che gli Stati membri possono decidere - in accordo con le pratiche nazionali e le norme legali - di stabilire loro relazioni con il Kosovo in quanto Stato indipendente sotto supervisione internazionale". Con questa formula la presidenza di turno dell'Ue, detenuta dalla Slovenia, ha risolto l'enigma sul riconoscimento del Kosovo. Dunque al termine della complessa riunione dei ministri degli Esteri dei 27, l'Unione, pur con posizioni interne differenti, non si � spaccata in modo clamoroso, anche accogliendo la richiesta della Spagna di considerare quello di Pristina "un caso sui generis".

Sul Kosovo abbiamo "superato il test dell'unit�", ha assicurato a Bruxelles il ministro degli Esteri sloveno e presidente di turno del Consiglio Ue, Dimitrij Rupel. Una tesi confermata dal ministro Massimo D'Alema, secondo cui la misura dell'unit� ritrovata arriva dalla conferma alla missione civile Ue in Kosovo, chiamata ad amministrare il Paese, e dalla presenza di migliaia di militari europei nell'ambito della missione Nato che da anni presidia la zona per evitare nuove violenze. Le diverse posizioni sul riconoscimento di Pristina, ha quindi assicurato D'Alema, "non sono dovute ad una differente analisi su quanto sta avvenendo sul terreno, ma a questioni di principio basate su comprensibili situazioni interne", come le difficolt� della Spagna e di Cipro con baschi e turchi.

Alla fine, quindi, per i ministri il bicchiere � mezzo pieno e il rifiuto di riconoscere il Kosovo da parte di Spagna, Cipro, Buglaria, Romania, Slovacchia e Grecia non dovrebbe far perdere la faccia all'Europa (o almeno non del tutto). L'Italia - ha invece confermato D'Alema - entro la settimana attiver� i canali diplomatici con Pristina, giusto il tempo di portare a termine il passaggio parlamentare di mercoled�, una tappa non obbligatoria ma che il governo vuole rispettare. Ad avere gi� riconosciuto il nuovo status di Pristina, oltre agli Usa, sono stati Francia e Gran Bretagna, mentre la disponibilit� a farlo in tempi brevi � arrivata dalla maggioranza dei governi. Tra gli altri Germania, Austria, Finlandia, Danimarca e Polonia. Insomma entro la fine del mese "una larga maggioranza" di paesi Ue normalizzer� le relazioni con Pristina. Cos� come i due candidati all'Ue: Croazia e Turchia.

L'Unione ha anche provato a mettere un coperchio giuridico al temuto vaso di pandora dei vari indipendentismi: "Non si rischia effetto domino al di l� di qualche dichiarazione propagandistica - ha spiegato D'Alema - perch� il Kosovo � un caso sui generis (come scritto nelle conclusioni del Consglio, ndr): � un protettorato internazionale sostanzialmente al di fuori della Serbia e due anni fa lo stesso consiglio di sicurezza dell'Onu ha detto che lo status quo non era sostenibile avviando un processo che purtroppo � stato bloccato dal veto russo". A questo punto, ha aggiunto, la Serbia - a cui ci lega "una profonda e radicata amicizia - dovrebbe saper guardare con coraggio al futuro e al ruolo chiave che pu� svolgere nei Balcani".

E proprio guardando al futuro i ministri hanno confermato la prospettiva europea dei Balcani occidentali. Insomma, la solita carota integrazionista che Bruxelles usa con i serbi per cercare di rendere meno amara la pillola kosovara. E anche per Pristina ci si pu� aspettare un processo di integrazione Ue "nel medio periodo" (parole di D'Alema), mentre nell'immediato Bruxelles ha annunciato la preparazione di una conferenza internazionale dei donatori in soccorso di un'economia completamente disastrata.

(18 febbraio 2008)