Sant' Ida (Ita) (original) (raw)
Il nome “Ida” compare già nella mitologia greca, ove designa un monte dell’isola di Creta nel quale secondo il mito, Gea, la dea terra, avrebbe nascosto il piccolo Giove, per sottrarlo al padre Saturno, il tempo, vorace divoratore di ogni cosa ed addirittura dei propri figli. In realtà alla santa venerata oggi fu conferito il nome germanico “Itta”, che solamente in un secondo momento fu assimilato ad “Ida”. Itta apparteneva al popolo dei Franchi, che a quel tempo era ancora un popolo di rudi guerrieri. Figlia del conte di Aquitania, ancora alquanto giovane sposò il beato Pipino di Landen, maestro di palazzo del re Dagoberto II d’Austrasia e dunque uno dei maggiori dignitari del regno. Dopo il primogenito Grimoldo, che successe al padre Pipino, nacquero due figlie Begga e Gertrude, che furono rispettivamente badesse di Andenne-sur-Meuse e di Nivelles e sono venerate anch’esse come sante.La cura della famiglia non distolsero però Itta dalle sue devozioni religiose e dai suoi impegni spirituali. Cresciuti i figli, Itta e Pipino, anziché investire le loro ricchezze in beni da trasmettere agli eredi, preferirono dedicarsi alla fondazione di un grande monastero benedettino investendo così le loro risorse. Vide così la luce il monastero femminile di Nivelles nel Brabante, cioè nell’attuale Belgio, tra Bruxelles e Charleroi. Tra le prime ad entrarvi per vivere secondo la Regola di San Benedetto vi fu Gertrude, loro giovanissima figlia, che dichiarò dinnanzi alla corte franca di scegliere la vita religiosa e di preferire l’obbedienza al Creatore piuttosto che l’autorità regia. Pare infatti che il re Dagoberto stesse ipotizzando un matrimonio con lei. Entrata nel monastero, ne venne eletta badessa all’età di appena vent’anni per le sue eccezionali qualità. Alla morte di Pipino, anche sua madre Itta si congedò dalla vita del mondo e si ritirò come semplice monaca nel monastero di Nivelles.Deposte le vesti di fondatrice, Itta divenne esempio vivente di come la santità si possa trasmettere non solo con il sangue, da genitori a figli, ma anche nel verso contrario a quello naturale, dai figli ai genitori. Così a Nivelles, in una clima di profonda spiritualità, si invertirono i normali rapporti tra genitori e figli. La madre, anziana e sapiente, si trovò a doversi sottomettere umilmente e silenziosamente alla figlia e la giovane fanciulla, investita di una autorità trascendente dalla sua giovane età, divenne guida saggia e discreta di colei che l’aveva generata nella carne. Questo incredibile cammino le portò a santificarsi entrambe vicendevolmente.Quando Ida morì, l’8 maggio 652, il monastero di Nivelles perse non solo la sua fondatrice, ma soprattutto la più modesta tra le sue religiose e la badessa Gertrude perse, oltre che la propria madre, la più obbediente delle sue figlie spirituali.
Autore: Fabio Arduino
Il nome Ida ha origini tedesche e significa “donna guerriera”. La storia della santa di oggi dimostra come, a volte, siano i figli a trasmettere ai genitori la fede e la via per arrivare alla santità e non viceversa, come spesso accade. Ida nasce intorno al 592 ed è figlia di un conte del regno dei Franchi. Si sposa con Pipino di Landen, uno dei dignitari di corte più influenti poiché è maestro del palazzo del re dei Franchi, Dagoberto II. Pipino e Ida mettono al mondo tre figli: Grimoldo, Begga e Gertrude. Il primogenito prenderà il posto del padre. Begga diventa badessa del Convento di Andenne-sur-Meuse (Belgio). In particolare è la scelta della giovane figlia Gertrude di dedicarsi a Dio a fare scalpore. A corte, infatti, si dice che lo stesso re Dagoberto pensasse a Gertrude come sua futura sposa. Gertrude è davvero molto giovane. Oggi si fa fatica a pensare a una ragazza che rinuncia alla vita in un castello e alla corte di un re. Si fa fatica a comprendere come una ragazza possa rifiutare comodità, lusso, divertimenti, vestiti eleganti, profumi e cibi prelibati per votarsi al Signore, alla preghiera, alla recita del Rosario, allo studio e alla messa in pratica del Vangelo al servizio dei bisognosi.
La figlia di Ida, Gertrude, abbraccia la Regola benedettina che offre l’essenziale per vivere: poco cibo, una cella e un letto, una tonaca come unico vestito. E si ritrova, a soli vent’anni, alla guida del Monastero di Nivelles (attuale Belgio), fatto costruire proprio dai suoi genitori. Pipino e Ida, infatti, invece di conservare tutto il patrimonio per lasciarlo in eredità ai figli, avevano deciso di fondare un Monastero benedettino a Nivelles per farne un centro di cultura, di restauro e conservazione di preziosi libri antichi, di lavoro dei campi, di ricovero e aiuto per poveri e malati.
Quando Ida rimane vedova, decide di entrare anche lei in convento. Qui la mamma anziana si ritrova come superiora la figlia, alla quale obbedisce umilmente. La figlia Gertrude, d’altronde, è giovane eppure capace di guidare mirabilmente il monastero, le monache e anche la propria madre. Non solo, è lei a mettere pace tra le varie fazioni, scongiurando guerre che causano morte, violenze inaudite (soprattutto sulle donne), saccheggi, incendi, epidemie e carestie. Ida muore nel suo monastero a Nivelles nel 652.
Autore: Mariella Lentini
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