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Papers by Sara Sarà

Research paper thumbnail of INTRODUZIONE ALL'ARCHEOLOGIA CLASSICA

L'archeologia era intesa essenzialmente come studio dell'arte greca basata su fonti letterarie an... more L'archeologia era intesa essenzialmente come studio dell'arte greca basata su fonti letterarie antiche, quindi strettamente legata alla filologia che, su quelle stesse fonti, esprimeva la sua critica (servì un lungo lavoro di revisione per liberare la storia dell'arte antica dall'ottica delle fonti). Gli scavi venivano intesi come recupero di pezzi da collezione (da alcuni documenti venne alla luce che Bismarck tagliò i fondi allo scavi di Olimpia perché non erano state ritrovate sculture abbastanza appariscenti). Con il crescere dell'importanza degli scavi e dell'indagine preistorica e con l'affermazione dello storicismo nella cultura europea alla fine del 1800, tale archeologia di derivazione winckelmanniana venne superata. STORICISMO (P. XVII) Lo storicismo fece la sua apparizione negli scritti di ALOIS RIEGL (1858-1905), massimo esponente della scuola viennese. Nel 1901, nel suo volume sulla "Industria tardo romana", Riegl si oppose all'opinione di molti studiosi di considerare l'arte successiva all'età degli imperatori Antonini (dopo il 280 d.C.) come un fenomeno di decadenza. Dimostrò, invece, come andasse considerata espressione di un diverso gusto artistico e come andasse valutata per sé e non a confronto (pregiudizio winckellmanniano) con l'arte greca di 7-8 secoli prima. Ci vollero molti anni prima che l'impostazione della scuola viennese venisse accolta e tanti altri anni prima che si capisse che la rotture nella tradizione artistica ellenistica non fu una questione di gusto ma fu, piuttosto, l'insieme dei cambiamenti di un'intera epoca. Si fecero strada nuove correnti dello storicismo. Nel 1919 MAX WEBER (1864-1920) ricondusse la storia ai suoi termini umani: la storia è opera degli uomini e quindi, Weber, ricondusse la ricerca storica verso un concreto concatenamento di fatti "umani", spostandola dalle astrazioni dei princìpi universali. La crisi dell'arte antica fu, quindi, inserita in una crisi generale sociale, economica e politica che portò il mondo antico verso il Medio Evo e che spostò il centro dal mediterraneo all'Europa. Su queste basi, la ricerca storico-artistica del mondo antico si allargò enormemente. Liberatasi dalle influenze neoclassiche, l'arte greca non apparve più un modello fisso e immutabile e ne fu avviata una comprensione più coerente e razionale. La storicizzazione della ricerca artistica aveva aperto la via alla comprensione delle civiltà estranee al mondo classico:  arte mesopotamica  arte egizia  arte iranica  arte dei popoli delle steppe che oltre ad avere dei loro valori intrinseci, erano diventati anche elementi costitutivi della civiltà artistica europea. Erano, sicuramente espressioni culturali più rozze di quella ellenistica, ma avevano una carica umana più universale. Ciò dimostra che: la ricerca storica artistica, se condotta come interpretazione di un fatto sociale, può avere un alto valore di indagine storica. Inoltre, l'arte figurativa, seppur in costante mutamento, non fa mai salti improvvisi, c'è sempre un tessuto connettivo che prepara i cambiamenti. L'opera d'arte non godeva più di assoluta autonomia, ma veniva ricompresa in un contesto storico: tale contesto storico poteva essere compreso e interpretato proprio grazie all'analisi del mondo dell'arte. La storia dell'arte diventava così una scienza storica e l'archeologia non era più soltanto storia dell'arte, come nella scia Winckelmanniana. GLI SCAVI COME MEZZO DI RICERCA ARCHEOLOGICA (P.XXI) L'archeologia deve agli studiosi di preistoria e di protostoria di aver rinnovato il metodo e le finalità. Dovendo ricostruire tutto su un dato oggettivo, gli studiosi di preistoria hanno sviluppato metodi di scavi

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L'archeologia era intesa essenzialmente come studio dell'arte greca basata su fonti letterarie an... more L'archeologia era intesa essenzialmente come studio dell'arte greca basata su fonti letterarie antiche, quindi strettamente legata alla filologia che, su quelle stesse fonti, esprimeva la sua critica (servì un lungo lavoro di revisione per liberare la storia dell'arte antica dall'ottica delle fonti). Gli scavi venivano intesi come recupero di pezzi da collezione (da alcuni documenti venne alla luce che Bismarck tagliò i fondi allo scavi di Olimpia perché non erano state ritrovate sculture abbastanza appariscenti). Con il crescere dell'importanza degli scavi e dell'indagine preistorica e con l'affermazione dello storicismo nella cultura europea alla fine del 1800, tale archeologia di derivazione winckelmanniana venne superata. STORICISMO (P. XVII) Lo storicismo fece la sua apparizione negli scritti di ALOIS RIEGL (1858-1905), massimo esponente della scuola viennese. Nel 1901, nel suo volume sulla "Industria tardo romana", Riegl si oppose all'opinione di molti studiosi di considerare l'arte successiva all'età degli imperatori Antonini (dopo il 280 d.C.) come un fenomeno di decadenza. Dimostrò, invece, come andasse considerata espressione di un diverso gusto artistico e come andasse valutata per sé e non a confronto (pregiudizio winckellmanniano) con l'arte greca di 7-8 secoli prima. Ci vollero molti anni prima che l'impostazione della scuola viennese venisse accolta e tanti altri anni prima che si capisse che la rotture nella tradizione artistica ellenistica non fu una questione di gusto ma fu, piuttosto, l'insieme dei cambiamenti di un'intera epoca. Si fecero strada nuove correnti dello storicismo. Nel 1919 MAX WEBER (1864-1920) ricondusse la storia ai suoi termini umani: la storia è opera degli uomini e quindi, Weber, ricondusse la ricerca storica verso un concreto concatenamento di fatti "umani", spostandola dalle astrazioni dei princìpi universali. La crisi dell'arte antica fu, quindi, inserita in una crisi generale sociale, economica e politica che portò il mondo antico verso il Medio Evo e che spostò il centro dal mediterraneo all'Europa. Su queste basi, la ricerca storico-artistica del mondo antico si allargò enormemente. Liberatasi dalle influenze neoclassiche, l'arte greca non apparve più un modello fisso e immutabile e ne fu avviata una comprensione più coerente e razionale. La storicizzazione della ricerca artistica aveva aperto la via alla comprensione delle civiltà estranee al mondo classico:  arte mesopotamica  arte egizia  arte iranica  arte dei popoli delle steppe che oltre ad avere dei loro valori intrinseci, erano diventati anche elementi costitutivi della civiltà artistica europea. Erano, sicuramente espressioni culturali più rozze di quella ellenistica, ma avevano una carica umana più universale. Ciò dimostra che: la ricerca storica artistica, se condotta come interpretazione di un fatto sociale, può avere un alto valore di indagine storica. Inoltre, l'arte figurativa, seppur in costante mutamento, non fa mai salti improvvisi, c'è sempre un tessuto connettivo che prepara i cambiamenti. L'opera d'arte non godeva più di assoluta autonomia, ma veniva ricompresa in un contesto storico: tale contesto storico poteva essere compreso e interpretato proprio grazie all'analisi del mondo dell'arte. La storia dell'arte diventava così una scienza storica e l'archeologia non era più soltanto storia dell'arte, come nella scia Winckelmanniana. GLI SCAVI COME MEZZO DI RICERCA ARCHEOLOGICA (P.XXI) L'archeologia deve agli studiosi di preistoria e di protostoria di aver rinnovato il metodo e le finalità. Dovendo ricostruire tutto su un dato oggettivo, gli studiosi di preistoria hanno sviluppato metodi di scavi