Anna Pelliccia | Pontifical University of the Holy Cross - Rome (original) (raw)

Papers by Anna Pelliccia

Research paper thumbnail of Paper. "Darwin e la “simpatia” fra l’uomo e gli animali nel 150° anniversario de L’origine dell’uomo", in Disf.org

Darwin e la "simpatia" fra l'uomo e gli animali nel 150° anniversario de l'Origine dell'uomo Anna... more Darwin e la "simpatia" fra l'uomo e gli animali nel 150° anniversario de l'Origine dell'uomo Anna Pelliccia Charles Darwin è notoriamente uno degli scienziati che maggiormente ha influenzato la storia della biologia e delle scienze naturali. Appartenente ad un'agiata famiglia borghese di Shrewsbury, di ampie vedute ed intellettualmente vivace, Darwin si interessa fin da giovane alle scienze naturali. Per volontà del padre, il medico Robert Waring Darwin, studia medicina a Edimburgo e successivamente si trasferisce a Cambridge per dedicarsi agli studi teologici. Gli anni universitari sono per lui ricchi di esperienze; scarsamente interessato alla medicina o alla teologia, si dedica alla botanica, alla zoologia e alla geologia, seguendo le lezioni dei più illustri scienziati dell'epoca (Henslow, Lyell, Sedgwick) di cui poi diventerà assiduo frequentatore e amico. Il 27 dicembre 1831, dopo aver convinto suo padre della bontà dell'impresa, Darwin decide di seguire le sue passioni e si imbarca nel brigantino Beagle in veste di naturalista-o meglio, di Philosopher, come ironicamente veniva appellato dall'equipaggio-per un viaggio di circumnavigazione del globo che rappresenta per lui l'avvenimento di gran lunga più importante della sua esistenza, "il primo vero addestramento e la prima vera istruzione". Durante il viaggio Darwin osserva, colleziona, cataloga, riempie taccuini di pensieri, ipotesi, intuizioni, forgia la sua mente e costruisce l'impalcatura concettuale che poi culminerà nella formulazione della teoria della selezione naturale. Nel 1859, ormai scienziato maturo, apprezzato e consapevole delle sue ricerche, pubblica la sua opera più famosa dal titolo Origine delle specie. Attraverso una puntuale analisi di una mole sterminata di fatti e casi singoli, Darwin fonda e giustifica la teoria dell'evoluzione secondo la quale ogni specie, adattandosi all'ambiente e lottando per la propria sopravvivenza, attraverso un meccanismo di selezione naturale, si evolve ed è legata biologicamente al resto del mondo vivente secondo una catena di esseri dalle varietà immense e meravigliose che origina da una o poche forme di vita. La teoria darwiniana esposta nell'Origine delle specie porterà al tramonto della teoria fissista (concezione per la quale le specie biologiche erano quella sin dall'inizio e non cambiavano nel tempo, e che si accompagnava ad una visione essenzialmente statica dell'universo in quanto tale) che aveva avuto tra i suoi seguaci Linneo, Cuvier, Owen e mise in crisi la credenza che ciascuna specie fosse stata creata indipendentemente attraverso singole azioni divine. La negazione della teoria fissista e delle creazioni indipendenti è particolarmente sentita da Darwin tanto che in più momenti della sua opera richiama l'attenzione del lettore su questa tematica. Nei dodici anni che intercorrono tra la pubblicazione dell'Origine delle specie e quella dell'Origine dell'uomo (1871) il dibattito

Research paper thumbnail of Paper. "La comparsa dell'uomo sulla Terra: evoluzione biologica e culturale", in Disf Educational

In ogni programma didattico e formativo la domanda sulla comparsa dell'uomo occupa un valore cent... more In ogni programma didattico e formativo la domanda sulla comparsa dell'uomo occupa un valore centrale. L'essere umano è il soggetto della cultura e possiede una storia culturale. Le grandi domande filosofiche, esistenziali e religiose, sull'uomo devono tener conto delle sue origini e della sua storia biologica, sapendola valutare all'interno della "storia naturale". Le conoscenze odierne suggeriscono di considerare questa storia naturale non limitandola più al nostro pianeta Terra, ma inserendola nella più ampia storia del cosmo, di cui il pianeta Terra è parte. Gli studenti vanno certamente abituati a questo allargamento di orizzonti. Un elemento fenomenico di partenza, condiviso da tutti, è registrare la singolarità e la specificità dell'essere umano sul panorama della storia del pianeta e della vita. Anche se stabilire la causa e l'origine di questa singolarità è cosa ben più difficile, nella quale si intrecciano considerazioni scientifiche, filosofiche e religiose, il dato di partenza, non questionabile, è l'unicità dell'uomo e della sua fenomenologia. Se da un lato l'essere umano condivide con il resto degli animali la maggior parte delle strutture e funzioni biologiche, dall'altro percepisce se stesso come depositario di significati, dotato di un'identità, capace di conferire senso e finalità al suo agire. Nell'ottica di una formazione

Research paper thumbnail of Paper. "L’origine e l’evoluzione della vita: scienze, filosofia e teologia", in Disf Educational

La domanda sull'origine della vita rappresenta una delle questioni fondamentali che ha motivato g... more La domanda sull'origine della vita rappresenta una delle questioni fondamentali che ha motivato gli uomini fin dagli albori del pensiero scientifico e in generale del pensiero stesso, alla ricerca di una possibile soluzione. Una prima questione di interesse per gli studenti e la loro formazione interdisciplinare è chiedere a quale materia scolastica andrebbe assegnato lo studio dell'origine della vita. Inizialmente si potrebbe pensare che essa riguardi essenzialmente la biologia, ma occorrerebbe subito notare che questa disciplina riceve e studia il suo oggetto, il vivente, ma non lo pone essa stessa. Le altre scienze naturali, come la fisica e la chimica, hanno certamente attinenza con il fenomeno della vita e i suoi processi, ma riscontrano subito un'eccedenza del vivente rispetto ai loro oggetti propri, come lo sono gli atomi, le molecole, gli agglomerati… La filosofia certamente si interroga sull'origine e sul senso della vita e così la letteratura. La domanda sull'origine della vita potrebbe essere indirizzata anche all'insegnamento della Religione cattolica, che indicherebbe ragionevolmente Dio come il Vivente per eccellenza, causa e fonte della vita. In un contesto scolastico è bene non restringere le domande che la vita suscita, per quanto ampie e profonde esse siano. Ci si potrebbe interrogare ad esempio sul rapporto fra vita e bellezza, se quest'ultima dipenda solo dalle strategie di riproduzione o se vi sia invece qualcosa di più. E ancora, il rapporto fra vita e finalismo, se sia valido e come metterlo in luce. Infine, è ormai un fatto appartenente alla nostra cultura scientifica chiedersi se la vita sia un evento limitato al nostro pianeta oppure sia diffusa in altre regioni del cosmo. Cosa dicono le scienze naturali sull'origine e l'evoluzione della vita? Gli scienziati concordano nel dire che il pianeta Terra si è formato circa 4,5 miliardi di anni fa, le più antiche tracce di vita risalgono a 3,5 miliardi di anni fa. Questi primi esseri viventi avevano dimensioni microscopiche e, in quanto organismi unicellulari capaci di vita nell'ambiente, avevano già una complessità organizzativa e biochimica in grado di svolgere almeno le principali funzioni vitali. Pur avendo scoperto le tracce di queste primordiali forme di vita, non sappiamo però quando realmente sia iniziata la vita stessa. Nel corso del Novecento molti scienziati, a partire ognuno da una determinata e diversa definizione di vita, hanno cercato di costruire possibili modelli e ipotesi circa la sua origine, ma ad oggi nessuno di questi modelli e nessuna delle definizioni di vita formulate sono state accettate universalmente dalla comunità scientifica. Grazie agli esperimenti e alle teorie sviluppate dai biochimici Oparin e Miller e dal genetista Haldane, si è arrivati alla conclusione che la comparsa della vita sulla Terra fu preceduta da una serie di eventi che prendono il nome di evoluzione chimica. Attraverso particolari condizioni e interazioni chimiche tra i vari elementi che costituivano l'atmosfera terrestre di almeno 3,5 miliardi di anni fa, si sarebbero formate le molecole organiche, che rappresentano la base dei sistemi viventi. Con il passare del tempo tali molecole si sono combinate formando sistemi in grado di scambiare materia ed energia con l'ambiente e innescando un processo di "complessificazione" che ha portato allo sviluppo della attuale biodiversità. All'evoluzione chimica è quindi succeduta una evoluzione biologica a seguito

Research paper thumbnail of Review. Antonio R. Damasio, L’errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, in disf.org

Research paper thumbnail of Review. Theodosius Dobzhansky, Mankind Evolving. The Evolution of the Human Species, in disf.org

Theodosius Dobzhansky è una delle personalità scientifiche che ha contribuito alla nascita della ... more Theodosius Dobzhansky è una delle personalità scientifiche che ha contribuito alla nascita della Sintesi moderna in biologia evoluzionistica. Nato in Ucraina nel 1900, si laurea in biologia all'Università di Kiev. Nel 1927 si trasferisce, come membro della Rockefeller Foundation, alla Columbia University proseguendo i suoi studi con il gruppo di ricerca del genetista Thomas Hunt Morgan. Nel 1936 viene nominato professore di genetica e nel 1940 docente di zoologia alla Columbia University. Dal 1962 al 1971 lavora al Rockefeller

Research paper thumbnail of Review. Jonathan Smith, "Charles Darwin and Victorian Visual Culture", in «Gentes. Rivista di Scienze Umane e Sociali», “Recensioni e Comunicazioni”, anno I, numero 1, dicembre 2014, pag. 149

Research paper thumbnail of Cronaca del 39° Convegno Internazionale di Studi "I Francescani e le scienze", in "Franciscana", XIII, 2011, pp. 323-327.

Research paper thumbnail of LA CHIRURGIA DI PRECI E LA VIA FRANCESCANA

Interrogarsi sulla genesi storica del concetto di scienza, porta lo studioso ad analizzare testi ... more Interrogarsi sulla genesi storica del concetto di scienza, porta lo studioso ad analizzare testi e realtà culturali ben precedenti a quello che si definisce per convenzione il «secolo della rivoluzione scientifica»; il XVII. Nel corso di questo saggio si ripercorreranno i primi passi, i presupposti, le condizioni di possibilità della scienza moderna; in particolare di una scuola chirurgica sorta in un piccolo borgo umbro e poi diffusasi in tutta Europa. In un piccolo paesino della Valnerina, in Umbria, fin dal XIV secolo è documentata la presenza cospicua di chirurghi specializzati in litotomia, operazioni di calcoli vescicali e alla cataratta. Un'arte e una tecnica consolidata, efficace e precisa caratterizza i chirurghi preciani che, tramandandosi il sapere di padre in figlio, arrivano ad operare personalità insigni tra cui la Regina Elisabetta I d'Inghilterra. Tale fu la fama da parlare di una vera e propria Scuola. Nei prossimi capitoli si tratterà ampiamente l'argomento, cercando di indagare i presupposti teorici della nascita di questa scuola, attraverso l'analisi della relazione tra la scienza chirurgica di Preci e gli innovativi e rivoluzionari apporti ontologici e gnoseologici dei movimenti francescano e benedettino. UNA FAMOSA TRADIZIONE CHIRURGICA IN UN BORGO UMBRO Un interrogativo apparentemente di poca rilevanza per la storia della chirurgia e della medicina è quello che lo studioso Giovanni Maria Giuliani esprime nella conferenza tenuta all'Accademia Medica di Genova il 19 gennaio 1949 ed alla Società Medica di Parma il 3 giugno 1949: "Come mai i chirurghi preciani e norcini hanno potuto costituire una Scuola che per ben quattro secoli-dal 1200 al 1600-ha irradiato i suoi allievi per le città d'Italia e per quasi tutte le contrade d'Europa?" 1. Tale questione, in realtà, ha attraversato le menti di tutti gli studiosi di tale scuola chirurgica e della chirurgia in generale ed ancora oggi non possiede una risposta certa, documentata, completa e conclusa 2. In realtà ritengo che tale domanda non ha una risposta univoca ma alcuni momenti di cambiamento concorrono, come tessere di un mosaico, alla genesi di una scuola che occupa un posto di primo piano nella storia della chirurgia. Facendo riferimento al quesito appena posto, Giuliani continua dicendo: "la risposta mi è sempre apparsa tanto più ardua riflettendo quali centri abitati dovevano essere Norcia e Preci intorno al mille, epoca in cui la scuola era certo già organizzata e nota se Lanfranco, vissuto nel XII secolo la nomina. Queste due località che per tanto tempo sono state le depositarie della cultura chirurgica italiana, sorgono presso il limite orientale dell'Umbria nel tratto di confine con le Marche: sono quasi appartate, isolate dal resto della regione umbra perché lontane da grandi strade e situate alle falde di alti monti […]. Oggi il centro abitato di Norcia conta poco più di 2000 anime e quello di Preci 900, e non si sarà lontani dal vero supponendo che sette secoli or sono, esso fosse inferiore alla metà dell'attuale. Tuttavia questi due modestissimi centri hanno prodotto tanti illustri chirurghi, anzi i chirurghi preciani sono stati più numerosi e più famosi di quelli norcini. L'interrogativo, a meditarlo, si fa più assillante e complesso: come mai in vallate così impervie, così lontane dalle città che favoriscono la formazione e la cultura del chirurgo anche col maggior apporto di malati, si è avuta una così prodigiosa fioritura di chirurghi? E come mai Preci ha avuto una scuola chirurgica più importante di quella di Norcia? Oggi che la chirurgia è divenuta vigoroso albero dal quale molti rami si sono prodotti e slanciati vuole, con ragione, conoscere il suo atto di nascita" 3. Gian Franco Cruciani ci offre un quadro abbastanza competo delle riflessioni e considerazioni di vari studiosi del XX secolo riguardo la genesi della scuola chirurgica preciana 4. Tra le varie ipotesi, una delle prime risale a Ernesto Benedetti 5 che collega l'arte operatoria ai monaci benedettini del Lebbrosario umbro di S. Lazzaro del Valloncello 6. Un aspetto interessante da notare è che in realtà il Lebbrosario è noto fin dal 1200, anno della sua fondazione ad opera dei benedettini eutiziani 7 , e "si narra che lo stesso S. Francesco, che vi si recò in pellegrinaggio nel 1222, affidò il Lebbrosario alla

Research paper thumbnail of La Scuola Chirurgica Preciana

Capparoni, scoprirà nel 1910 nella Biblioteca Casanatense di Roma: un manoscritto della seconda m... more Capparoni, scoprirà nel 1910 nella Biblioteca Casanatense di Roma: un manoscritto della seconda metà del 1200 contenente testi di medicina e chirurgia dei più celebri autori del Medioevo quali Ruggero di Frugardo, Albucasis, Bingezla, Rhazes, Gentile da Foligno. Questo codice ha, negli spazi bianchi, annotazioni di colui che ne era il proprietario, la sua firma e la data del 1384. Chi lo possedeva era un certo Maestro Berardo di Maestro Cambio di Poggio di Croce, il primo chirurgo preciano documentalmente conosciuto" [G. F. CRUCIANI, La chirurgia preciana, pp. 93-96, in A. PIERETTI, (a cura di) Presenze filosofiche in Umbria II. Dal Medioevo all'età contemporanea, Milano, Mimesis, 2012].

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Darwin e la "simpatia" fra l'uomo e gli animali nel 150° anniversario de l'Origine dell'uomo Anna... more Darwin e la "simpatia" fra l'uomo e gli animali nel 150° anniversario de l'Origine dell'uomo Anna Pelliccia Charles Darwin è notoriamente uno degli scienziati che maggiormente ha influenzato la storia della biologia e delle scienze naturali. Appartenente ad un'agiata famiglia borghese di Shrewsbury, di ampie vedute ed intellettualmente vivace, Darwin si interessa fin da giovane alle scienze naturali. Per volontà del padre, il medico Robert Waring Darwin, studia medicina a Edimburgo e successivamente si trasferisce a Cambridge per dedicarsi agli studi teologici. Gli anni universitari sono per lui ricchi di esperienze; scarsamente interessato alla medicina o alla teologia, si dedica alla botanica, alla zoologia e alla geologia, seguendo le lezioni dei più illustri scienziati dell'epoca (Henslow, Lyell, Sedgwick) di cui poi diventerà assiduo frequentatore e amico. Il 27 dicembre 1831, dopo aver convinto suo padre della bontà dell'impresa, Darwin decide di seguire le sue passioni e si imbarca nel brigantino Beagle in veste di naturalista-o meglio, di Philosopher, come ironicamente veniva appellato dall'equipaggio-per un viaggio di circumnavigazione del globo che rappresenta per lui l'avvenimento di gran lunga più importante della sua esistenza, "il primo vero addestramento e la prima vera istruzione". Durante il viaggio Darwin osserva, colleziona, cataloga, riempie taccuini di pensieri, ipotesi, intuizioni, forgia la sua mente e costruisce l'impalcatura concettuale che poi culminerà nella formulazione della teoria della selezione naturale. Nel 1859, ormai scienziato maturo, apprezzato e consapevole delle sue ricerche, pubblica la sua opera più famosa dal titolo Origine delle specie. Attraverso una puntuale analisi di una mole sterminata di fatti e casi singoli, Darwin fonda e giustifica la teoria dell'evoluzione secondo la quale ogni specie, adattandosi all'ambiente e lottando per la propria sopravvivenza, attraverso un meccanismo di selezione naturale, si evolve ed è legata biologicamente al resto del mondo vivente secondo una catena di esseri dalle varietà immense e meravigliose che origina da una o poche forme di vita. La teoria darwiniana esposta nell'Origine delle specie porterà al tramonto della teoria fissista (concezione per la quale le specie biologiche erano quella sin dall'inizio e non cambiavano nel tempo, e che si accompagnava ad una visione essenzialmente statica dell'universo in quanto tale) che aveva avuto tra i suoi seguaci Linneo, Cuvier, Owen e mise in crisi la credenza che ciascuna specie fosse stata creata indipendentemente attraverso singole azioni divine. La negazione della teoria fissista e delle creazioni indipendenti è particolarmente sentita da Darwin tanto che in più momenti della sua opera richiama l'attenzione del lettore su questa tematica. Nei dodici anni che intercorrono tra la pubblicazione dell'Origine delle specie e quella dell'Origine dell'uomo (1871) il dibattito

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In ogni programma didattico e formativo la domanda sulla comparsa dell'uomo occupa un valore cent... more In ogni programma didattico e formativo la domanda sulla comparsa dell'uomo occupa un valore centrale. L'essere umano è il soggetto della cultura e possiede una storia culturale. Le grandi domande filosofiche, esistenziali e religiose, sull'uomo devono tener conto delle sue origini e della sua storia biologica, sapendola valutare all'interno della "storia naturale". Le conoscenze odierne suggeriscono di considerare questa storia naturale non limitandola più al nostro pianeta Terra, ma inserendola nella più ampia storia del cosmo, di cui il pianeta Terra è parte. Gli studenti vanno certamente abituati a questo allargamento di orizzonti. Un elemento fenomenico di partenza, condiviso da tutti, è registrare la singolarità e la specificità dell'essere umano sul panorama della storia del pianeta e della vita. Anche se stabilire la causa e l'origine di questa singolarità è cosa ben più difficile, nella quale si intrecciano considerazioni scientifiche, filosofiche e religiose, il dato di partenza, non questionabile, è l'unicità dell'uomo e della sua fenomenologia. Se da un lato l'essere umano condivide con il resto degli animali la maggior parte delle strutture e funzioni biologiche, dall'altro percepisce se stesso come depositario di significati, dotato di un'identità, capace di conferire senso e finalità al suo agire. Nell'ottica di una formazione

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La domanda sull'origine della vita rappresenta una delle questioni fondamentali che ha motivato g... more La domanda sull'origine della vita rappresenta una delle questioni fondamentali che ha motivato gli uomini fin dagli albori del pensiero scientifico e in generale del pensiero stesso, alla ricerca di una possibile soluzione. Una prima questione di interesse per gli studenti e la loro formazione interdisciplinare è chiedere a quale materia scolastica andrebbe assegnato lo studio dell'origine della vita. Inizialmente si potrebbe pensare che essa riguardi essenzialmente la biologia, ma occorrerebbe subito notare che questa disciplina riceve e studia il suo oggetto, il vivente, ma non lo pone essa stessa. Le altre scienze naturali, come la fisica e la chimica, hanno certamente attinenza con il fenomeno della vita e i suoi processi, ma riscontrano subito un'eccedenza del vivente rispetto ai loro oggetti propri, come lo sono gli atomi, le molecole, gli agglomerati… La filosofia certamente si interroga sull'origine e sul senso della vita e così la letteratura. La domanda sull'origine della vita potrebbe essere indirizzata anche all'insegnamento della Religione cattolica, che indicherebbe ragionevolmente Dio come il Vivente per eccellenza, causa e fonte della vita. In un contesto scolastico è bene non restringere le domande che la vita suscita, per quanto ampie e profonde esse siano. Ci si potrebbe interrogare ad esempio sul rapporto fra vita e bellezza, se quest'ultima dipenda solo dalle strategie di riproduzione o se vi sia invece qualcosa di più. E ancora, il rapporto fra vita e finalismo, se sia valido e come metterlo in luce. Infine, è ormai un fatto appartenente alla nostra cultura scientifica chiedersi se la vita sia un evento limitato al nostro pianeta oppure sia diffusa in altre regioni del cosmo. Cosa dicono le scienze naturali sull'origine e l'evoluzione della vita? Gli scienziati concordano nel dire che il pianeta Terra si è formato circa 4,5 miliardi di anni fa, le più antiche tracce di vita risalgono a 3,5 miliardi di anni fa. Questi primi esseri viventi avevano dimensioni microscopiche e, in quanto organismi unicellulari capaci di vita nell'ambiente, avevano già una complessità organizzativa e biochimica in grado di svolgere almeno le principali funzioni vitali. Pur avendo scoperto le tracce di queste primordiali forme di vita, non sappiamo però quando realmente sia iniziata la vita stessa. Nel corso del Novecento molti scienziati, a partire ognuno da una determinata e diversa definizione di vita, hanno cercato di costruire possibili modelli e ipotesi circa la sua origine, ma ad oggi nessuno di questi modelli e nessuna delle definizioni di vita formulate sono state accettate universalmente dalla comunità scientifica. Grazie agli esperimenti e alle teorie sviluppate dai biochimici Oparin e Miller e dal genetista Haldane, si è arrivati alla conclusione che la comparsa della vita sulla Terra fu preceduta da una serie di eventi che prendono il nome di evoluzione chimica. Attraverso particolari condizioni e interazioni chimiche tra i vari elementi che costituivano l'atmosfera terrestre di almeno 3,5 miliardi di anni fa, si sarebbero formate le molecole organiche, che rappresentano la base dei sistemi viventi. Con il passare del tempo tali molecole si sono combinate formando sistemi in grado di scambiare materia ed energia con l'ambiente e innescando un processo di "complessificazione" che ha portato allo sviluppo della attuale biodiversità. All'evoluzione chimica è quindi succeduta una evoluzione biologica a seguito

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Theodosius Dobzhansky è una delle personalità scientifiche che ha contribuito alla nascita della ... more Theodosius Dobzhansky è una delle personalità scientifiche che ha contribuito alla nascita della Sintesi moderna in biologia evoluzionistica. Nato in Ucraina nel 1900, si laurea in biologia all'Università di Kiev. Nel 1927 si trasferisce, come membro della Rockefeller Foundation, alla Columbia University proseguendo i suoi studi con il gruppo di ricerca del genetista Thomas Hunt Morgan. Nel 1936 viene nominato professore di genetica e nel 1940 docente di zoologia alla Columbia University. Dal 1962 al 1971 lavora al Rockefeller

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Interrogarsi sulla genesi storica del concetto di scienza, porta lo studioso ad analizzare testi ... more Interrogarsi sulla genesi storica del concetto di scienza, porta lo studioso ad analizzare testi e realtà culturali ben precedenti a quello che si definisce per convenzione il «secolo della rivoluzione scientifica»; il XVII. Nel corso di questo saggio si ripercorreranno i primi passi, i presupposti, le condizioni di possibilità della scienza moderna; in particolare di una scuola chirurgica sorta in un piccolo borgo umbro e poi diffusasi in tutta Europa. In un piccolo paesino della Valnerina, in Umbria, fin dal XIV secolo è documentata la presenza cospicua di chirurghi specializzati in litotomia, operazioni di calcoli vescicali e alla cataratta. Un'arte e una tecnica consolidata, efficace e precisa caratterizza i chirurghi preciani che, tramandandosi il sapere di padre in figlio, arrivano ad operare personalità insigni tra cui la Regina Elisabetta I d'Inghilterra. Tale fu la fama da parlare di una vera e propria Scuola. Nei prossimi capitoli si tratterà ampiamente l'argomento, cercando di indagare i presupposti teorici della nascita di questa scuola, attraverso l'analisi della relazione tra la scienza chirurgica di Preci e gli innovativi e rivoluzionari apporti ontologici e gnoseologici dei movimenti francescano e benedettino. UNA FAMOSA TRADIZIONE CHIRURGICA IN UN BORGO UMBRO Un interrogativo apparentemente di poca rilevanza per la storia della chirurgia e della medicina è quello che lo studioso Giovanni Maria Giuliani esprime nella conferenza tenuta all'Accademia Medica di Genova il 19 gennaio 1949 ed alla Società Medica di Parma il 3 giugno 1949: "Come mai i chirurghi preciani e norcini hanno potuto costituire una Scuola che per ben quattro secoli-dal 1200 al 1600-ha irradiato i suoi allievi per le città d'Italia e per quasi tutte le contrade d'Europa?" 1. Tale questione, in realtà, ha attraversato le menti di tutti gli studiosi di tale scuola chirurgica e della chirurgia in generale ed ancora oggi non possiede una risposta certa, documentata, completa e conclusa 2. In realtà ritengo che tale domanda non ha una risposta univoca ma alcuni momenti di cambiamento concorrono, come tessere di un mosaico, alla genesi di una scuola che occupa un posto di primo piano nella storia della chirurgia. Facendo riferimento al quesito appena posto, Giuliani continua dicendo: "la risposta mi è sempre apparsa tanto più ardua riflettendo quali centri abitati dovevano essere Norcia e Preci intorno al mille, epoca in cui la scuola era certo già organizzata e nota se Lanfranco, vissuto nel XII secolo la nomina. Queste due località che per tanto tempo sono state le depositarie della cultura chirurgica italiana, sorgono presso il limite orientale dell'Umbria nel tratto di confine con le Marche: sono quasi appartate, isolate dal resto della regione umbra perché lontane da grandi strade e situate alle falde di alti monti […]. Oggi il centro abitato di Norcia conta poco più di 2000 anime e quello di Preci 900, e non si sarà lontani dal vero supponendo che sette secoli or sono, esso fosse inferiore alla metà dell'attuale. Tuttavia questi due modestissimi centri hanno prodotto tanti illustri chirurghi, anzi i chirurghi preciani sono stati più numerosi e più famosi di quelli norcini. L'interrogativo, a meditarlo, si fa più assillante e complesso: come mai in vallate così impervie, così lontane dalle città che favoriscono la formazione e la cultura del chirurgo anche col maggior apporto di malati, si è avuta una così prodigiosa fioritura di chirurghi? E come mai Preci ha avuto una scuola chirurgica più importante di quella di Norcia? Oggi che la chirurgia è divenuta vigoroso albero dal quale molti rami si sono prodotti e slanciati vuole, con ragione, conoscere il suo atto di nascita" 3. Gian Franco Cruciani ci offre un quadro abbastanza competo delle riflessioni e considerazioni di vari studiosi del XX secolo riguardo la genesi della scuola chirurgica preciana 4. Tra le varie ipotesi, una delle prime risale a Ernesto Benedetti 5 che collega l'arte operatoria ai monaci benedettini del Lebbrosario umbro di S. Lazzaro del Valloncello 6. Un aspetto interessante da notare è che in realtà il Lebbrosario è noto fin dal 1200, anno della sua fondazione ad opera dei benedettini eutiziani 7 , e "si narra che lo stesso S. Francesco, che vi si recò in pellegrinaggio nel 1222, affidò il Lebbrosario alla

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Capparoni, scoprirà nel 1910 nella Biblioteca Casanatense di Roma: un manoscritto della seconda m... more Capparoni, scoprirà nel 1910 nella Biblioteca Casanatense di Roma: un manoscritto della seconda metà del 1200 contenente testi di medicina e chirurgia dei più celebri autori del Medioevo quali Ruggero di Frugardo, Albucasis, Bingezla, Rhazes, Gentile da Foligno. Questo codice ha, negli spazi bianchi, annotazioni di colui che ne era il proprietario, la sua firma e la data del 1384. Chi lo possedeva era un certo Maestro Berardo di Maestro Cambio di Poggio di Croce, il primo chirurgo preciano documentalmente conosciuto" [G. F. CRUCIANI, La chirurgia preciana, pp. 93-96, in A. PIERETTI, (a cura di) Presenze filosofiche in Umbria II. Dal Medioevo all'età contemporanea, Milano, Mimesis, 2012].