sabrina flamini - Academia.edu (original) (raw)
Uploads
Papers by sabrina flamini
L'Uomo società tradizione sviluppo, 2019
Sabrina Flamini, 2020
Ethnographic data collected during counseling and "intercultural mediation" encounters with women... more Ethnographic data collected during counseling and "intercultural mediation" encounters with women included in the Protection System for Asylum Seekers and Refugees (SPRAR), are used by the Authors to propose some anthropological reflections about citizenship practices and the "remodeling" effects these practices produce on diasporic bodies. The so-called "FGM" (Female Genital Mutilations) nowadays are relevant to obtain international protection status and represent for women one of the few legal channels to access the "European fortress": an access conditioned to their capacity to "translate" and make compatible apparently incompatible body politics, taking advantage of the victimization and trauma code offered by the "humanitarian logic". This confirms once again FGM-even in migration contexts-as a dynamic and polyvalent device, able to produce new subjectivities but also further subjugations: what is at stake is also strongly affected by the active role played by the anthropologist, whose presence in the field is strategically important and should be constantly rethought and questioned.
Seminario di avvio del "Progetto per la ricostruzione e la pubblica riproposta dei processi di au... more Seminario di avvio del "Progetto per la ricostruzione e la pubblica riproposta dei processi di autoriforma e superamento dell’istituto manicomiale nella Provincia di Perugia (1960-1980)". Contiene una lezione magistrale di Ferruccio Giacanelli sul grande movimento rivoluzionario che portò la psichiatria a “cambiare”. Presenti al seminario tanti studiosi, antropologi, psichiatri, primo tra tutti Tullio Seppilli, allora presidente della Fondazione Angelo Celli. Attraverso una riflessione critica vengono delineati i principali caratteri di trasformazione della psichiatria italiana fino alle specificità del movimento psichiatrico umbro di autoriforma.
Il contributo presenta una breve disamina del dibattito antropologico contemporaneo rispetto al t... more Il contributo presenta una breve disamina del dibattito antropologico contemporaneo rispetto al tema del cosiddetto " Antropocene ". Attraverso una panoramica delle iniziative istituzionali in ambito scientifico, tanto a livello nazionale che internazionale, si propone una lettura critica dei contributi di alcuni autorevoli antropologi ed epistemologi della scienza, tra cui Bruno Latour, Donna Haraway. L'intento è quello di mettere in luce le prospettive e i nodi critici di un concetto che, se appropriatamente impostato, potrebbe modificare anche radicalmente sia i parametri del discorso scientifico che il suo impatto nell'ambito delle politiche ambientali e sanitarie. I temi trattati sollecitano il lettore ad interrogarsi, insieme agli autori, sul quadro delle responsabilità che hanno portato la specie umana ad assumere oggi il ruolo di potenza geo-storica
The article present a brief review of contemporary anthropological debate on the issue of the so-... more The article present a brief review of contemporary anthropological debate on the issue of the so-called “Anthropocene”. Through an overview of the institutional scientific initiatives – nationally and internationally as well –, the paper offer a critical reading of the contributions of some authoritative anthropologists and
epistemologist of science, Bruno Latour and Donna Haraway among them. The aim is to highlight the perspectives and the critical issues of a concept that, if properly set, could even radically change both the parameters of scientific discourse and its impact in environmental and health policies. The treated topics stimulate the reader to question, together with the Authors, the balance of responsibilities that took the
human species to actually assume the role of geo-historical power.
arpa.umbria.it
Una ricerca, condotta dalla Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute, ha indagato le ... more Una ricerca, condotta dalla Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute, ha indagato le rappresentazioni, gli atteggiamenti e le pratiche messe in campo dai cittadini umbri nella gestione dei rifiuti Quello di consumo, e quindi anche quello di rifiuto, sono concetti altamente "instabili", che mutano radicalmente al variare degli assetti storico-sociali, politici ed economici dei differenti contesti. A seconda del momento storico specifici beni, oggetti e modalità di consumo appaiono ora fondamentali e irrinunciabili, ora superflui e contraddittori, quando non addirittura potenzialmente nocivi. Non è un caso che la stessa definizione del concetto di rifiuto sia stata oggetto, negli anni, di numerosi ripensamenti e riadattamenti da parte di giuristi, legislatori e studiosi, costretti a tentare di definire ciò che in realtà si presenta estremamente mutevole perché vincolato all'arbitrarietà e imprevedibilità delle scelte politiche ed economiche dei quadri di potere, e alla variabilità dei loro rapporti di forza. Molto banalmente, ciò che è un rifiuto in una società rurale non lo è in una società consumistica, e ciò che è un rifiuto in una società consumistica cambia quando subentra ad esempio, la raccolta differenziata, quando cioè il rifiuto diventa oggetto di mercato, "bene" economico a sua volta. Nonostante il nesso tra rifiuti e consumo possa apparire in qualche misura scontato, è di fatto assai diffusa la tendenza a isolare la questione rifiuti dalle sue diverse e complesse implicazioni storiche, economiche e socio-culturali. Il tema dei rifiuti viene infatti spesso affrontato come se si trattasse dell'effetto perverso e indesiderato di un sistema produttivo e di consumo che non lo aveva previsto, e non come parte integrante dello stesso processo che l'ha generato. La questione rifiuti e le problematiche ad essa correlate non possono invece essere svincolate da una riflessione critica sulle modalità di produzione e consumo che sono diventate dominanti nella nostra attuale società. D'altronde, ogni consumo si conclude in una qualche forma di "rifiuto" e, a loro volta, tutti i rifiuti rappresentano il prodotto finale di una qualche forma di consumo. Se il consumo è dunque il nodo centrale della questione rifiuti, appaiono meno scontate le ragioni che portano alla omissione di questo nesso: in una società fondata sui consumi diventa quantomeno complesso riconoscere che l'unica soluzione possibile all'emergenza rifiuti sta proprio nel consumare meno o, più correttamente, nel ripensare gli assetti produttivi in maniera tale da rendere possibili forme differenti e più sostenibili di consumo. Si assiste così al paradosso per cui da una parte le spinte al consumo continuano a crescere in maniera esponenziale, coinvolgendo peraltro un numero sempre più ampio di persone, mentre dall'altra parte appare sempre più evidente che l'ambiente in cui viviamo non è più in grado di sostenere tali livelli di sfruttamento e di inquinamento delle risorse. Ciononostante, pensare di porre un freno alla inarrestabile corsa al consumo sembra ancora un obiettivo assai lontano, quando non addirittura un'utopia. In effetti, considerato che il consumo rappresenta la struttura portante su cui si fonda la nostra società, un intervento in tal senso si configurerebbe come una vera e propria "rivoluzione", con costi certamente elevati che il mercato non sembra ancora disposto ad accollarsi.
L'articolo ripercorre le fasi salienti del processo che portò alla chiusura dell'ospedale psichia... more L'articolo ripercorre le fasi salienti del processo che portò alla chiusura dell'ospedale psichiatrico in Umbria e alla costruzione dei servizi territoriali per la salute mentale
L'Uomo società tradizione sviluppo, 2019
Sabrina Flamini, 2020
Ethnographic data collected during counseling and "intercultural mediation" encounters with women... more Ethnographic data collected during counseling and "intercultural mediation" encounters with women included in the Protection System for Asylum Seekers and Refugees (SPRAR), are used by the Authors to propose some anthropological reflections about citizenship practices and the "remodeling" effects these practices produce on diasporic bodies. The so-called "FGM" (Female Genital Mutilations) nowadays are relevant to obtain international protection status and represent for women one of the few legal channels to access the "European fortress": an access conditioned to their capacity to "translate" and make compatible apparently incompatible body politics, taking advantage of the victimization and trauma code offered by the "humanitarian logic". This confirms once again FGM-even in migration contexts-as a dynamic and polyvalent device, able to produce new subjectivities but also further subjugations: what is at stake is also strongly affected by the active role played by the anthropologist, whose presence in the field is strategically important and should be constantly rethought and questioned.
Seminario di avvio del "Progetto per la ricostruzione e la pubblica riproposta dei processi di au... more Seminario di avvio del "Progetto per la ricostruzione e la pubblica riproposta dei processi di autoriforma e superamento dell’istituto manicomiale nella Provincia di Perugia (1960-1980)". Contiene una lezione magistrale di Ferruccio Giacanelli sul grande movimento rivoluzionario che portò la psichiatria a “cambiare”. Presenti al seminario tanti studiosi, antropologi, psichiatri, primo tra tutti Tullio Seppilli, allora presidente della Fondazione Angelo Celli. Attraverso una riflessione critica vengono delineati i principali caratteri di trasformazione della psichiatria italiana fino alle specificità del movimento psichiatrico umbro di autoriforma.
Il contributo presenta una breve disamina del dibattito antropologico contemporaneo rispetto al t... more Il contributo presenta una breve disamina del dibattito antropologico contemporaneo rispetto al tema del cosiddetto " Antropocene ". Attraverso una panoramica delle iniziative istituzionali in ambito scientifico, tanto a livello nazionale che internazionale, si propone una lettura critica dei contributi di alcuni autorevoli antropologi ed epistemologi della scienza, tra cui Bruno Latour, Donna Haraway. L'intento è quello di mettere in luce le prospettive e i nodi critici di un concetto che, se appropriatamente impostato, potrebbe modificare anche radicalmente sia i parametri del discorso scientifico che il suo impatto nell'ambito delle politiche ambientali e sanitarie. I temi trattati sollecitano il lettore ad interrogarsi, insieme agli autori, sul quadro delle responsabilità che hanno portato la specie umana ad assumere oggi il ruolo di potenza geo-storica
The article present a brief review of contemporary anthropological debate on the issue of the so-... more The article present a brief review of contemporary anthropological debate on the issue of the so-called “Anthropocene”. Through an overview of the institutional scientific initiatives – nationally and internationally as well –, the paper offer a critical reading of the contributions of some authoritative anthropologists and
epistemologist of science, Bruno Latour and Donna Haraway among them. The aim is to highlight the perspectives and the critical issues of a concept that, if properly set, could even radically change both the parameters of scientific discourse and its impact in environmental and health policies. The treated topics stimulate the reader to question, together with the Authors, the balance of responsibilities that took the
human species to actually assume the role of geo-historical power.
arpa.umbria.it
Una ricerca, condotta dalla Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute, ha indagato le ... more Una ricerca, condotta dalla Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute, ha indagato le rappresentazioni, gli atteggiamenti e le pratiche messe in campo dai cittadini umbri nella gestione dei rifiuti Quello di consumo, e quindi anche quello di rifiuto, sono concetti altamente "instabili", che mutano radicalmente al variare degli assetti storico-sociali, politici ed economici dei differenti contesti. A seconda del momento storico specifici beni, oggetti e modalità di consumo appaiono ora fondamentali e irrinunciabili, ora superflui e contraddittori, quando non addirittura potenzialmente nocivi. Non è un caso che la stessa definizione del concetto di rifiuto sia stata oggetto, negli anni, di numerosi ripensamenti e riadattamenti da parte di giuristi, legislatori e studiosi, costretti a tentare di definire ciò che in realtà si presenta estremamente mutevole perché vincolato all'arbitrarietà e imprevedibilità delle scelte politiche ed economiche dei quadri di potere, e alla variabilità dei loro rapporti di forza. Molto banalmente, ciò che è un rifiuto in una società rurale non lo è in una società consumistica, e ciò che è un rifiuto in una società consumistica cambia quando subentra ad esempio, la raccolta differenziata, quando cioè il rifiuto diventa oggetto di mercato, "bene" economico a sua volta. Nonostante il nesso tra rifiuti e consumo possa apparire in qualche misura scontato, è di fatto assai diffusa la tendenza a isolare la questione rifiuti dalle sue diverse e complesse implicazioni storiche, economiche e socio-culturali. Il tema dei rifiuti viene infatti spesso affrontato come se si trattasse dell'effetto perverso e indesiderato di un sistema produttivo e di consumo che non lo aveva previsto, e non come parte integrante dello stesso processo che l'ha generato. La questione rifiuti e le problematiche ad essa correlate non possono invece essere svincolate da una riflessione critica sulle modalità di produzione e consumo che sono diventate dominanti nella nostra attuale società. D'altronde, ogni consumo si conclude in una qualche forma di "rifiuto" e, a loro volta, tutti i rifiuti rappresentano il prodotto finale di una qualche forma di consumo. Se il consumo è dunque il nodo centrale della questione rifiuti, appaiono meno scontate le ragioni che portano alla omissione di questo nesso: in una società fondata sui consumi diventa quantomeno complesso riconoscere che l'unica soluzione possibile all'emergenza rifiuti sta proprio nel consumare meno o, più correttamente, nel ripensare gli assetti produttivi in maniera tale da rendere possibili forme differenti e più sostenibili di consumo. Si assiste così al paradosso per cui da una parte le spinte al consumo continuano a crescere in maniera esponenziale, coinvolgendo peraltro un numero sempre più ampio di persone, mentre dall'altra parte appare sempre più evidente che l'ambiente in cui viviamo non è più in grado di sostenere tali livelli di sfruttamento e di inquinamento delle risorse. Ciononostante, pensare di porre un freno alla inarrestabile corsa al consumo sembra ancora un obiettivo assai lontano, quando non addirittura un'utopia. In effetti, considerato che il consumo rappresenta la struttura portante su cui si fonda la nostra società, un intervento in tal senso si configurerebbe come una vera e propria "rivoluzione", con costi certamente elevati che il mercato non sembra ancora disposto ad accollarsi.
L'articolo ripercorre le fasi salienti del processo che portò alla chiusura dell'ospedale psichia... more L'articolo ripercorre le fasi salienti del processo che portò alla chiusura dell'ospedale psichiatrico in Umbria e alla costruzione dei servizi territoriali per la salute mentale
Pratiche di standardizzazione e medicalizzazione dell'apprendimento. Un'indagine antropologica su... more Pratiche di standardizzazione e medicalizzazione dell'apprendimento. Un'indagine antropologica sulla questione dei "Disturbi specifici di apprendimento" 30 novembre 2015 INTRODUZIONE I cosiddetti "disturbi specifici dell'apprendimento" (DSA), così come declinati nell'iter legislativo e nel corpus normativo che accompagna la legge 170 del 2010, costituiscono un terreno di grande interesse antropologico per una serie di numerosi e complessi fattori. Intanto, si delinea un campo nuovo, in cui lo sguardo clinico-medico si insinua all'interno dei processi di apprendimento, introducendo un confine oltre al quale diventa possibile -e legittimo -sottrarre tali processi al dominio delle scienze sociali.
Pratiche di standardizzazione e medicalizzazione dell'apprendimento. Un'indagine antropologica su... more Pratiche di standardizzazione e medicalizzazione dell'apprendimento. Un'indagine antropologica sulla questione dei "Disturbi specifici di apprendimento" 30 novembre 2015 INTRODUZIONE I cosiddetti "disturbi specifici dell'apprendimento" (DSA), così come declinati nell'iter legislativo e nel corpus normativo che accompagna la legge 170 del 2010, costituiscono un terreno di grande interesse antropologico per una serie di numerosi e complessi fattori. Intanto, si delinea un campo nuovo, in cui lo sguardo clinico-medico si insinua all'interno dei processi di apprendimento, introducendo un confine oltre al quale diventa possibile -e legittimo -sottrarre tali processi al dominio delle scienze sociali.
Pratiche di standardizzazione e medicalizzazione dell'apprendimento. Un'indagine antropologica su... more Pratiche di standardizzazione e medicalizzazione dell'apprendimento. Un'indagine antropologica sulla questione dei "Disturbi specifici di apprendimento" 30 novembre 2015 INTRODUZIONE I cosiddetti "disturbi specifici dell'apprendimento" (DSA), così come declinati nell'iter legislativo e nel corpus normativo che accompagna la legge 170 del 2010, costituiscono un terreno di grande interesse antropologico per una serie di numerosi e complessi fattori. Intanto, si delinea un campo nuovo, in cui lo sguardo clinico-medico si insinua all'interno dei processi di apprendimento, introducendo un confine oltre al quale diventa possibile -e legittimo -sottrarre tali processi al dominio delle scienze sociali.
Guía formativa multisectorial para la inserción del tema de la A/MGF en los programas universitar... more Guía formativa multisectorial para la inserción del tema de la A/MGF en los programas universitarios de medicina, enfermería, trabajo social, educación, derecho, criminología, comunicación, antropología y estudios feministas y de género.
Publicada en seis idiomas (inglés, italiano, portugués, castellanom, catalán y flamenco)
Ver: www.mapfgm.eu
The Multisectorial Academic Program to prevent and combat Female Genital Mutilation (MAP-FGM) is ... more The Multisectorial Academic Program to prevent and combat Female
Genital Mutilation (MAP-FGM) is aimed to contribute to the defence of women’s human rights, including their sexual and reproductive rights, by the preventive multidisciplinary intervention of the practice and the effective protection of the girls at risk. The MAP-FGM Project, co-financed by the European Commission, constitutes an innovative biannual rogram that aims to raise awareness and to prepare future professionals of different fields and specialities that may, in the future, be in contact with populations coming from countries that practice FGM/C.
(...)
The Academic Training Guide is destined to promote and facilitate the
incorporation of academic content about FMG/C in different university degrees such as medicine, nursing, education, psychology, social work, law, criminology, anthropology, international cooperation for development, gender and feminist studies, communication and journalism. The Guide has been drafted by teaching and research staff from different disciplines connected to the Rey Juan Carlos University, the Autonomous University of Barcelona, the Rome Tre University,
the University Institute of Lisbon and the Vrij Universiteit Brussel, and experts from two specialized foundations with an ample trajectory in the intervention field (Wassu-UAB Foundation and Angello Celli Foundation).
The aim of the Guide is to offer, in a structured and accessible way, teaching contents for the training of future professionals that can play a key role in the prevention and abandonment of the practice and the assistance to women and girls. In that sense, it can be useful to the university teaching staff, to the academic authorities or to the students interested in acquiring academic and professional knowledge specialized on the subject. Its multisector character derives from the participation of authors coming from different disciplines, with various conceptual and epistemological focuses. The plurality of perspectives gathered
in this guide reflect the intensity of academic debates and the complexity of the theoretical and practical dilemmas that the abandonment of the FGM/C poses, both in the countries of origin and in hosting countries.