Emilia De Simoni | Ministero della cultura (original) (raw)
Uploads
Papers by Emilia De Simoni
L’edizione 2012 di MAV Materiali di antropologia visiva si apre con una giornata interamente dedi... more L’edizione 2012 di MAV Materiali di antropologia visiva si apre con una giornata interamente dedicata al regista olandese Joris Ivens, uno dei maggiori documentaristi del Novecento. Viene proiettato il suo film L’Italia non è un paese povero realizzato nel 1959 su commissione di Enrico Mattei per promuovere l’attività dell’Eni in quanto motore di una rinascita economica dell’Italia del secondo dopoguerra. Il film, destinato a essere trasmesso in tre puntate in tele-visione, ha una vicenda travagliata e in seguito alla censura della Rai sparisce letteralmente dalla circolazione. Nel 1996, grazie alle ricerche di un giovane cineasta, Stefano Missio, con-fluite nel documentario Quando l’Italia non era un paese povero, il film ritorna alla luce. Succes-sivamente, dal film di Ivens trae ispirazione un allora promettente autore, Daniele Vicari, che ne ripercorre l’itinerario nel documentario Il mio paese. Un episodio del film di Joris Ivens è girato in Basilicata, dove l’Eni sta compiendo sondaggi alla ricerca del metano negli stessi paesi delle ricerche etnografiche di Ernesto de Martino. Le musiche che accompagnano le immagini sono tratte dalle registrazioni effettuate qualche an-no prima da Diego Carpitella e dallo stesso de Martino e confluite in una delle raccolte di musica popolare conservate presso gli Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma: una scelta che lega in maniera diretta L’Italia non è un paese povero alle vicende più importanti degli studi antropologici ed etnomusicologici italiani. Attraverso la proiezione dei tre film già ricordati e tramite le testimonianze di alcuni dei pro-tagonisti, MAV 2012 rende omaggio a Joris Ivens e, allo stesso tempo, attesta e mette in luce un altro piccolo tassello dell’elaborato mosaico della vicenda demartiniana quale precorritri-ce di un’antropologia visiva italiana. Nel secondo e nel terzo giorno della rassegna sono proiettati i filmati pervenuti, giunti nu-merosi a testimonianza che MAV continua a essere un punto di riferimento per coloro che si occupano di antropologia visiva in Italia. Le sessioni sono organizzate secondo il consueto e collaudato schema dell’alternanza di proiezioni e discussioni. MAV, Materiali di Antropologia Visiva, is a biennial festival-meeting wich was founded by Diego Carpitella in the 80s. In 2010 it was restarted by a group of Carpitella’s students. In the 2012 edition Antonello Ricci supervised the opening day that was dedicated to filmmaker Joris Ivens
Con falce e libro in mano: Scotellaro e altri giovani …la nostra giovinezza è il più crudo dei to... more Con falce e libro in mano: Scotellaro e altri giovani …la nostra giovinezza è il più crudo dei tormenti… Rocco Scotellaro (Giovani come te) Nel 1954 Michele Gandin documenta a Tricarico il primo anniversario della morte di Rocco Scotellaro 1 . Siamo nei luoghi dove già Gandin aveva realizzato nel 1953 Lamento funebre, per l'incompiuta Enciclopedia Cinematografica Conoscere, nella Lucania che Pasolini sceglierà per rappresentare la Palestina del Vangelo secondo Matteo (1964), con il suo Golgota contadino e le sue donne di lutto impietrito.
Nel mare profondo della Trinità: ritorno a Vallepietra O anima mia, esci, che Dio entri! Affonda ... more Nel mare profondo della Trinità: ritorno a Vallepietra O anima mia, esci, che Dio entri! Affonda tutto il mio qualcosa nel nulla divino, affonda nel flutto senza fondo! Meister Eckhart, Il cantico della Trinità o Granum sinapis Di sguardo in sguardo, dagli occhi affrescati delle Tre Persone ai volti dei pellegrini, che dalle foto di Luciano Morpurgo ci osservano e ci rimandano il senso di questo bisogno di assoluto, nell"indecifrabile rappresentazione del mistero trinitario. Poi risalendo nel tempo, verso le immagini degli anni "60-"70 del secolo ormai trascorso, tra persistenze e mutamenti, le letture della festa di fotografi e antropologi negli archivi del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari[1], fino ad arrivare al presente, che confonde per l"eccesso di documentazione. Torna la nostalgia del bianco e nero, come nostalgia di epoche passate, di più intense esperienze di ricerca su strade non del tutto consumate, percorse da uno sguardo selettivo e non avido di prede da fissare. Il terzo sguardo, dell"osservatore, che si fonde con quello del devoto e con lo sguardo del triplice Cristo. Dagli inizi del 1900 sembra essersi fatto più intrusivo, con l"esponenziale indebolirsi dei contesti tradizionali, nella necessità di fissare il particolare che indichi la differenza, sempre più difficile da isolare.
Come ogni luogo denso di significato, il presepe ha sollecitato in poeti e scrittori sentimenti d... more Come ogni luogo denso di significato, il presepe ha sollecitato in poeti e scrittori sentimenti discordanti, spazio di speranza ma anche spazio di illusione, nell"amara consapevolezza dell"inconciliabilità tra il proprio sogno interno e la realtà.
Emilia De Simoni DALL'AXIS MUNDI ALL'ANIMA MUNDI We shall not cease from exploration And the end ... more Emilia De Simoni DALL'AXIS MUNDI ALL'ANIMA MUNDI We shall not cease from exploration And the end of all our exploring Will be to arrive where we started And know the place for the first time. Through the unknown, remembered gate When the last of earth left to discover Is that which was the beginning T. S. Eliot, Four Quartets, Little Gidding, V Nella tonalità mistica dei Four Quartets di Eliot si può trovare un incipit per gli argomenti che verranno affrontati. Il poeta scioglie le sue vele liriche nel cosmo: oggetti, memorie, natura sembrano scontornarsi, in un convergere dinamico degli opposti. Soltanto i poeti hanno il dono di
In verità, sono pochi coloro che sanno dell'esistenza di un piccolo cervello in ciascuna delle di... more In verità, sono pochi coloro che sanno dell'esistenza di un piccolo cervello in ciascuna delle dita della mano, in qualche punto tra falange, falangina e falangetta. Quell'altro organo che chiamiamo cervello, quello con cui veniamo al mondo, quello che trasportiamo nel cranio e che trasporta noi affinché noi trasportiamo lui, non è mai riuscito a produrre altro che intenzioni vaghe, generiche, diffuse, e soprattutto poco variate, riguardo a ciò che le mani e le dita dovranno fare.
Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che ... more Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere una facoltà umana fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall'allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini. Italo Calvino, 1988: 92
L’edizione 2012 di MAV Materiali di antropologia visiva si apre con una giornata interamente dedi... more L’edizione 2012 di MAV Materiali di antropologia visiva si apre con una giornata interamente dedicata al regista olandese Joris Ivens, uno dei maggiori documentaristi del Novecento. Viene proiettato il suo film L’Italia non è un paese povero realizzato nel 1959 su commissione di Enrico Mattei per promuovere l’attività dell’Eni in quanto motore di una rinascita economica dell’Italia del secondo dopoguerra. Il film, destinato a essere trasmesso in tre puntate in tele-visione, ha una vicenda travagliata e in seguito alla censura della Rai sparisce letteralmente dalla circolazione. Nel 1996, grazie alle ricerche di un giovane cineasta, Stefano Missio, con-fluite nel documentario Quando l’Italia non era un paese povero, il film ritorna alla luce. Succes-sivamente, dal film di Ivens trae ispirazione un allora promettente autore, Daniele Vicari, che ne ripercorre l’itinerario nel documentario Il mio paese. Un episodio del film di Joris Ivens è girato in Basilicata, dove l’Eni sta compiendo sondaggi alla ricerca del metano negli stessi paesi delle ricerche etnografiche di Ernesto de Martino. Le musiche che accompagnano le immagini sono tratte dalle registrazioni effettuate qualche an-no prima da Diego Carpitella e dallo stesso de Martino e confluite in una delle raccolte di musica popolare conservate presso gli Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma: una scelta che lega in maniera diretta L’Italia non è un paese povero alle vicende più importanti degli studi antropologici ed etnomusicologici italiani. Attraverso la proiezione dei tre film già ricordati e tramite le testimonianze di alcuni dei pro-tagonisti, MAV 2012 rende omaggio a Joris Ivens e, allo stesso tempo, attesta e mette in luce un altro piccolo tassello dell’elaborato mosaico della vicenda demartiniana quale precorritri-ce di un’antropologia visiva italiana. Nel secondo e nel terzo giorno della rassegna sono proiettati i filmati pervenuti, giunti nu-merosi a testimonianza che MAV continua a essere un punto di riferimento per coloro che si occupano di antropologia visiva in Italia. Le sessioni sono organizzate secondo il consueto e collaudato schema dell’alternanza di proiezioni e discussioni. MAV, Materiali di Antropologia Visiva, is a biennial festival-meeting wich was founded by Diego Carpitella in the 80s. In 2010 it was restarted by a group of Carpitella’s students. In the 2012 edition Antonello Ricci supervised the opening day that was dedicated to filmmaker Joris Ivens
Con falce e libro in mano: Scotellaro e altri giovani …la nostra giovinezza è il più crudo dei to... more Con falce e libro in mano: Scotellaro e altri giovani …la nostra giovinezza è il più crudo dei tormenti… Rocco Scotellaro (Giovani come te) Nel 1954 Michele Gandin documenta a Tricarico il primo anniversario della morte di Rocco Scotellaro 1 . Siamo nei luoghi dove già Gandin aveva realizzato nel 1953 Lamento funebre, per l'incompiuta Enciclopedia Cinematografica Conoscere, nella Lucania che Pasolini sceglierà per rappresentare la Palestina del Vangelo secondo Matteo (1964), con il suo Golgota contadino e le sue donne di lutto impietrito.
Nel mare profondo della Trinità: ritorno a Vallepietra O anima mia, esci, che Dio entri! Affonda ... more Nel mare profondo della Trinità: ritorno a Vallepietra O anima mia, esci, che Dio entri! Affonda tutto il mio qualcosa nel nulla divino, affonda nel flutto senza fondo! Meister Eckhart, Il cantico della Trinità o Granum sinapis Di sguardo in sguardo, dagli occhi affrescati delle Tre Persone ai volti dei pellegrini, che dalle foto di Luciano Morpurgo ci osservano e ci rimandano il senso di questo bisogno di assoluto, nell"indecifrabile rappresentazione del mistero trinitario. Poi risalendo nel tempo, verso le immagini degli anni "60-"70 del secolo ormai trascorso, tra persistenze e mutamenti, le letture della festa di fotografi e antropologi negli archivi del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari[1], fino ad arrivare al presente, che confonde per l"eccesso di documentazione. Torna la nostalgia del bianco e nero, come nostalgia di epoche passate, di più intense esperienze di ricerca su strade non del tutto consumate, percorse da uno sguardo selettivo e non avido di prede da fissare. Il terzo sguardo, dell"osservatore, che si fonde con quello del devoto e con lo sguardo del triplice Cristo. Dagli inizi del 1900 sembra essersi fatto più intrusivo, con l"esponenziale indebolirsi dei contesti tradizionali, nella necessità di fissare il particolare che indichi la differenza, sempre più difficile da isolare.
Come ogni luogo denso di significato, il presepe ha sollecitato in poeti e scrittori sentimenti d... more Come ogni luogo denso di significato, il presepe ha sollecitato in poeti e scrittori sentimenti discordanti, spazio di speranza ma anche spazio di illusione, nell"amara consapevolezza dell"inconciliabilità tra il proprio sogno interno e la realtà.
Emilia De Simoni DALL'AXIS MUNDI ALL'ANIMA MUNDI We shall not cease from exploration And the end ... more Emilia De Simoni DALL'AXIS MUNDI ALL'ANIMA MUNDI We shall not cease from exploration And the end of all our exploring Will be to arrive where we started And know the place for the first time. Through the unknown, remembered gate When the last of earth left to discover Is that which was the beginning T. S. Eliot, Four Quartets, Little Gidding, V Nella tonalità mistica dei Four Quartets di Eliot si può trovare un incipit per gli argomenti che verranno affrontati. Il poeta scioglie le sue vele liriche nel cosmo: oggetti, memorie, natura sembrano scontornarsi, in un convergere dinamico degli opposti. Soltanto i poeti hanno il dono di
In verità, sono pochi coloro che sanno dell'esistenza di un piccolo cervello in ciascuna delle di... more In verità, sono pochi coloro che sanno dell'esistenza di un piccolo cervello in ciascuna delle dita della mano, in qualche punto tra falange, falangina e falangetta. Quell'altro organo che chiamiamo cervello, quello con cui veniamo al mondo, quello che trasportiamo nel cranio e che trasporta noi affinché noi trasportiamo lui, non è mai riuscito a produrre altro che intenzioni vaghe, generiche, diffuse, e soprattutto poco variate, riguardo a ciò che le mani e le dita dovranno fare.
Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che ... more Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere una facoltà umana fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall'allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini. Italo Calvino, 1988: 92