Margherita D'Andrea | Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) (original) (raw)

Papers by Margherita D'Andrea

Research paper thumbnail of Tracce di prefigurazione politica: nascita e sperimentazione del movimento dei beni comuni a Napoli

Quaderni della Decrescita, 2024

L’articolo ripercorre la nascita del movimento dei beni comuni di Napoli, ricostruendo il contest... more L’articolo ripercorre la nascita del movimento dei beni comuni di Napoli, ricostruendo il contesto delle mobilitazioni europee, italiane e cittadine da cui è emerso e descrivendo i caratteri originali del suo sviluppo.
In particolare, si concentra sulla elaborazione dell’uso civico e collettivo urbano, lo strumento giuridico che ha permesso alle diverse
esperienze di ottenere il riconoscimento delle proprie pratiche di autogoverno comunitario, restituendo oltre 40.000 mq di spazi abbandonati o sottoutilizzati alla città, innovando e hackerando il campo del diritto e della politica. Scopo dell’analisi è ragionare sul modo in cui
le esperienze dei beni comuni siano riuscite a consolidare ed espandere un processo concreto ed efficace di de-mercificazione di spazi urbani e come questo possa intersecarsi con il movimento della decrescita.

Research paper thumbnail of Le promesse incompiute della Convenzione di Aarhus: limiti attuativi e potenzialità della partecipazione nella tutela ambientale

Sociologia della Cultura, 2023

From a sociological-legal perspective, the article questions the implementation of the second pil... more From a sociological-legal perspective, the article questions the implementation of the second pillar of the Aarhus Convention, regarded as the paradigm of participation in the environmental field. In particular, from the point of view of the rights conferred, we examine Article 8, which introduces a form of participation in drafting acts of general application. We then propose a comparison with the various national reports, drawn up at the ministerial level, to give an overview of the implementation of the Aarhus Convention in Italy; the aim is to highlight how civic participation is concretely understood and represented by the public decision-maker. Significant elements of a 'conservative' and top-down approach emerge.

Research paper thumbnail of La valorizzazione del rifiuto come "risorsa comune": traiettorie evolutive e ruolo del CONAI

Economia circolare. La sfida del packaging , 2023

Dal punto di vista teorico, beni comuni, common pool resources e risorse collettive sono categori... more Dal punto di vista teorico, beni comuni, common pool resources e risorse collettive sono categorie che, all'interno di uno stesso framework concettuale, presentano caratteristiche specifiche scientificamente rilevanti. Ma la domanda che si pone è in ogni caso la medesima: come gestire una risorsa il cui sfruttamento, legato solo ai codici del mercato o della burocrazia dello Stato, produrrebbe, mutatis mutandis, la tragedia dei beni comuni (Hardin, 1968)? In quest'ottica, il lemma dei beni comuni e la polycentric governance sono possibili chiavi ermeneutiche per riflettere sulle soluzioni al problema comune della produzione dei rifiuti e, di qui, sul tema del riciclo.

Research paper thumbnail of Music, Art, the Power and the Capital. A theoretical proposal for an income of creativity and care

Commons between dreams and reality, 2020

In this essay, our main intention is to reflect on the condition of cognitive work. We will show ... more In this essay, our main intention is to reflect on the condition of cognitive work. We will show some examples of how workers organise themselves to try to overturn some power dynamics that negatively affect art and culture. We also propose a new tool, the income of creativity and care, with the aim of supporting both individual workers and what we will call ‘spaces of alternatives’ (or SOAs). Cognitive work is an excellent starting point because it has a particular status in the contemporary capitalist system: it is at the same time a source of exploitation but also of potential subversion of its power dynamics

Research paper thumbnail of Nachwort der italienischen Ausgabe Neue Paradigmen der Kontrolle von Dissens bei Protesten auf der Straße

Teilnahme verboten, 2020

Starting from the ongoing judicial case of a young Italian activist - arrested and detained for f... more Starting from the ongoing judicial case of a young Italian activist - arrested and detained for four months in Hamburg prison, accused of violation of social peace during the G20 protests in 2017 - the essay analyzes the most problematic legal profiles of public order crimes in relation to the constitutional principle of free expression of dissent, with particular reference to Germany.
From a sociological point of view, it also explores the context within which choices were made in terms of public security management during the G20 protests. The author personally witnessed the first trial of F. V. as an international observer for human rights.

Research paper thumbnail of Partecipare e punire Nuovi paradigmi di controllo del dissenso nelle proteste di piazza

Vietato partecipare - Amburgo G20. Storia di un processo., 2019

Starting from the ongoing judicial case of a young Italian activist - arrested and detained for f... more Starting from the ongoing judicial case of a young Italian activist - arrested and detained for four months in Hamburg prison, accused of violation of social peace during the G20 protests in 2017 - the essay analyzes the most problematic legal profiles of public order crimes in relation to the constitutional principle of free expression of dissent, with particular reference to Germany.
From a sociological point of view, it also explores the context within which choices were made in terms of public security management during the G20 protests. The author personally witnessed the first trial of F. V. as an international observer for human rights.

Research paper thumbnail of La governance europea al tempo della crisi delle politiche migratorie

Europa: che fare?, 2019

Nel quadro di una politica degli Stati europei di contenimento dei flussi migratori, assistiamo a... more Nel quadro di una politica degli Stati europei di contenimento dei flussi migratori, assistiamo a una doppia, divergente spinta: una crescita di domanda di lavoro a basso costo e il blocco, attraverso un sistema restrittivo dei visti e permessi di soggiorno, di nuovi residenti nei territori di destinazione. Tale apparente paradosso costituisce in realtà uno strumento particolarmente utile per aggirare le tutele sociali e del lavoro, in linea con la flessibilità capitalistica e con politiche economiche di diminuzione della spesa pubblica, veicolate dalle istituzioni UE in assenza di alcuna rappresentatività democratica. Il paper intende porre l’accento su tali procedure decisionali e sulle conseguenze in termini di governo del fenomeno migratorio dettate dallo svuotamento delle strutture e dei luoghi “formali” di composizione e risoluzione politica.
L’attuale processo di governance europea punta a una esternalizzazione dei controlli alle frontiere. A partire dalla cd. crisi dei rifugiati, nel 2015, e dalla conseguente adozione dell’Agenda europea sulla migrazione si è infatti assistito all’affermarsi della cooperazione con i Paesi terzi come strumento privilegiato di gestione delle migrazioni. In tale contesto, un ruolo di primo piano è svolto dalla Commissione e dal Consiglio, mentre nessun potere è attribuito al Parlamento. Ciò, peraltro, è dovuto alle caratteristiche strutturali del processo, prevalentemente basato non su accordi da concludersi secondo la ripartizione delle competenze e le procedure previste dai Trattati, ma su documenti di soft-law. Sono i cd. “patti”, previsti dall’Agenda europea e dalla Comunicazione sul quadro di partenariato con i Paesi terzi del 2016, ma anche i Programmi di sviluppo e protezione regionale, privi di portata giuridica obbligatoria. Il processo di trasferimento ai Paesi terzi della responsabilità nel controllo delle frontiere, con l’uso dei fondi per lo sviluppo, è dotato peraltro di scarsa trasparenza nelle modalità di conclusione delle intese e comporta il condizionamento degli equilibri interni degli Stati terzi, rafforzandone la dipendenza verso l’Europa.

Research paper thumbnail of La governance europea al tempo della crisi delle politiche migratorie

Nel quadro di una politica degli Stati europei di contenimento dei flussi migratori, assistiamo a... more Nel quadro di una politica degli Stati europei di contenimento dei flussi migratori, assistiamo a una doppia, divergente spinta: una crescita di domanda di lavoro a basso costo e il blocco, attraverso un sistema restrittivo dei visti e permessi di soggiorno, di nuovi residenti nei territori di destinazione. Tale apparente paradosso costituisce in realtà uno strumento particolarmente utile per aggirare le tutele sociali e del lavoro, in linea con la flessibilità capitalistica e con politiche economiche di diminuzione della spesa pubblica, veicolate dalle istituzioni UE in assenza di alcuna rappresentatività democratica. Il paper intende porre l’accento su tali procedure decisionali e sulle conseguenze in termini di governo del fenomeno migratorio dettate dallo svuotamento delle strutture e dei luoghi “formali” di composizione e risoluzione politica. L’attuale processo di governance europea punta a una esternalizzazione dei controlli alle frontiere. A partire dalla cd. crisi dei rifugiati, nel 2015, e dalla conseguente adozione dell’Agenda europea sulla migrazione si è infatti assistito all’affermarsi della cooperazione con i Paesi terzi come strumento privilegiato di gestione delle migrazioni. In tale contesto, un ruolo di primo piano è svolto dalla Commissione e dal Consiglio, mentre nessun potere è attribuito al Parlamento. Ciò, peraltro, è dovuto alle caratteristiche strutturali del processo, prevalentemente basato non su accordi da concludersi secondo la ripartizione delle competenze e le procedure previste dai Trattati, ma su documenti di soft-law. Sono i cd. “patti”, previsti dall’Agenda europea e dalla Comunicazione sul quadro di partenariato con i Paesi terzi del 2016, ma anche i Programmi di sviluppo e protezione regionale, privi di portata giuridica obbligatoria. Il processo di trasferimento ai Paesi terzi della responsabilità nel controllo delle frontiere, con l’uso dei fondi per lo sviluppo, è dotato peraltro di scarsa trasparenza nelle modalità di conclusione delle intese e comporta il condizionamento degli equilibri interni degli Stati terzi, rafforzandone la dipendenza verso l’Europa.

Research paper thumbnail of Rethinking Cultural Assets, De-Capitalising Intellectual Property

Transnational Dialogues_ International Journal, 2017

Research paper thumbnail of Il diritto di migrare: itinerari sociologico-giuridici e contraddizioni nella dicotomia tra migranti “economici” e richiedenti protezione internazionale

Rassegna di diritto pubblico europeo XVII 1/2018, 2018

The protection and effectiveness of rights in the field of migration have a dual obstacle: the "a... more The protection and effectiveness of rights in the field of migration have a dual obstacle: the "asymmetry" on the theoretical level between norms of international law and the dimension of sovereignty and the indeterminacy on the legal level of the distinction between “economic” migrants and applicants for international protection. The article explores the problem of the legal nature of the right to migrate and the relationship between vulnerability and will from a judicial point of view. In fact, the subjective condition produced for example by traumas and repeated violations of human rights, carried out in transit countries such as Libya, undermines a type of decision solely based on the axis of the choice to emigrate from the country of origin. This illogical simplification threatens to keep out of any form of protection situations that would be part of humanitarian protection, consequently precipitating people, completely deprived of rights, in a condition of exploitation and forced illegality.

Research paper thumbnail of Migranti e "hotspot": diritti o controllo?

Economia e Politica, 2017

This article analyses the hotspot model as an emblematic case for the gap between the ownership a... more This article analyses the hotspot model as an emblematic case for the gap between the ownership and the effectiveness of the rights of migrants. Pressure for a more and more pervasive border control is dangerously suppressing fundamental rights and principles.

Book Reviews by Margherita D'Andrea

Research paper thumbnail of ECCO IL "WASTEOCENE", L'ERA DEGLI SCARTI E DELLE DISUGUAGLIANZE

Corriere del Mezzogiorno, 2021

"Wasteocene" è il nome per l’era presente dominata dai rifiuti, intesi non solo come cose gettate... more "Wasteocene" è il nome per l’era presente dominata dai rifiuti, intesi non solo come cose gettate, ma come persone marginalizzate e “alterizzate”, sui cui corpi e territori si materializzano plasticamente le diseguaglianze a livello locale e globale con malattie e disastri ambientali, che sono poi anche all’origine di processi migratori di fatto forzati. D’altra parte, queste stesse ingiustizie hanno alimentato nel tempo il bisogno di costruire dal basso una contro – narrazione, fondata sulla resistenza all’addomesticamento politico dei ricordi, sulla riappropriazione di sé, sulla costruzione di conoscenze, emergendo dalla condizione di subalternità attraverso pratiche di gestione condivisa tra particelle di una comunità che impara a fare rete, che costruisce processi di commoning.

Books by Margherita D'Andrea

Research paper thumbnail of Healing culture, Reclaiming Commons, Fostering Care. A Proposal for Eu Cultural Policies

Italian Institute for the Future, 2021

This volume presents a set of cultural policy proposals – ranging from micro-policies to policies... more This volume presents a set of cultural policy proposals – ranging from micro-policies to policies at the EU level – capable of supporting cultural commons as a means of addressing issues of democracy, inclusion, social justice, territorial cohesion, and protection of culture workers

Research paper thumbnail of Tracce di prefigurazione politica: nascita e sperimentazione del movimento dei beni comuni a Napoli

Quaderni della Decrescita, 2024

L’articolo ripercorre la nascita del movimento dei beni comuni di Napoli, ricostruendo il contest... more L’articolo ripercorre la nascita del movimento dei beni comuni di Napoli, ricostruendo il contesto delle mobilitazioni europee, italiane e cittadine da cui è emerso e descrivendo i caratteri originali del suo sviluppo.
In particolare, si concentra sulla elaborazione dell’uso civico e collettivo urbano, lo strumento giuridico che ha permesso alle diverse
esperienze di ottenere il riconoscimento delle proprie pratiche di autogoverno comunitario, restituendo oltre 40.000 mq di spazi abbandonati o sottoutilizzati alla città, innovando e hackerando il campo del diritto e della politica. Scopo dell’analisi è ragionare sul modo in cui
le esperienze dei beni comuni siano riuscite a consolidare ed espandere un processo concreto ed efficace di de-mercificazione di spazi urbani e come questo possa intersecarsi con il movimento della decrescita.

Research paper thumbnail of Le promesse incompiute della Convenzione di Aarhus: limiti attuativi e potenzialità della partecipazione nella tutela ambientale

Sociologia della Cultura, 2023

From a sociological-legal perspective, the article questions the implementation of the second pil... more From a sociological-legal perspective, the article questions the implementation of the second pillar of the Aarhus Convention, regarded as the paradigm of participation in the environmental field. In particular, from the point of view of the rights conferred, we examine Article 8, which introduces a form of participation in drafting acts of general application. We then propose a comparison with the various national reports, drawn up at the ministerial level, to give an overview of the implementation of the Aarhus Convention in Italy; the aim is to highlight how civic participation is concretely understood and represented by the public decision-maker. Significant elements of a 'conservative' and top-down approach emerge.

Research paper thumbnail of La valorizzazione del rifiuto come "risorsa comune": traiettorie evolutive e ruolo del CONAI

Economia circolare. La sfida del packaging , 2023

Dal punto di vista teorico, beni comuni, common pool resources e risorse collettive sono categori... more Dal punto di vista teorico, beni comuni, common pool resources e risorse collettive sono categorie che, all'interno di uno stesso framework concettuale, presentano caratteristiche specifiche scientificamente rilevanti. Ma la domanda che si pone è in ogni caso la medesima: come gestire una risorsa il cui sfruttamento, legato solo ai codici del mercato o della burocrazia dello Stato, produrrebbe, mutatis mutandis, la tragedia dei beni comuni (Hardin, 1968)? In quest'ottica, il lemma dei beni comuni e la polycentric governance sono possibili chiavi ermeneutiche per riflettere sulle soluzioni al problema comune della produzione dei rifiuti e, di qui, sul tema del riciclo.

Research paper thumbnail of Music, Art, the Power and the Capital. A theoretical proposal for an income of creativity and care

Commons between dreams and reality, 2020

In this essay, our main intention is to reflect on the condition of cognitive work. We will show ... more In this essay, our main intention is to reflect on the condition of cognitive work. We will show some examples of how workers organise themselves to try to overturn some power dynamics that negatively affect art and culture. We also propose a new tool, the income of creativity and care, with the aim of supporting both individual workers and what we will call ‘spaces of alternatives’ (or SOAs). Cognitive work is an excellent starting point because it has a particular status in the contemporary capitalist system: it is at the same time a source of exploitation but also of potential subversion of its power dynamics

Research paper thumbnail of Nachwort der italienischen Ausgabe Neue Paradigmen der Kontrolle von Dissens bei Protesten auf der Straße

Teilnahme verboten, 2020

Starting from the ongoing judicial case of a young Italian activist - arrested and detained for f... more Starting from the ongoing judicial case of a young Italian activist - arrested and detained for four months in Hamburg prison, accused of violation of social peace during the G20 protests in 2017 - the essay analyzes the most problematic legal profiles of public order crimes in relation to the constitutional principle of free expression of dissent, with particular reference to Germany.
From a sociological point of view, it also explores the context within which choices were made in terms of public security management during the G20 protests. The author personally witnessed the first trial of F. V. as an international observer for human rights.

Research paper thumbnail of Partecipare e punire Nuovi paradigmi di controllo del dissenso nelle proteste di piazza

Vietato partecipare - Amburgo G20. Storia di un processo., 2019

Starting from the ongoing judicial case of a young Italian activist - arrested and detained for f... more Starting from the ongoing judicial case of a young Italian activist - arrested and detained for four months in Hamburg prison, accused of violation of social peace during the G20 protests in 2017 - the essay analyzes the most problematic legal profiles of public order crimes in relation to the constitutional principle of free expression of dissent, with particular reference to Germany.
From a sociological point of view, it also explores the context within which choices were made in terms of public security management during the G20 protests. The author personally witnessed the first trial of F. V. as an international observer for human rights.

Research paper thumbnail of La governance europea al tempo della crisi delle politiche migratorie

Europa: che fare?, 2019

Nel quadro di una politica degli Stati europei di contenimento dei flussi migratori, assistiamo a... more Nel quadro di una politica degli Stati europei di contenimento dei flussi migratori, assistiamo a una doppia, divergente spinta: una crescita di domanda di lavoro a basso costo e il blocco, attraverso un sistema restrittivo dei visti e permessi di soggiorno, di nuovi residenti nei territori di destinazione. Tale apparente paradosso costituisce in realtà uno strumento particolarmente utile per aggirare le tutele sociali e del lavoro, in linea con la flessibilità capitalistica e con politiche economiche di diminuzione della spesa pubblica, veicolate dalle istituzioni UE in assenza di alcuna rappresentatività democratica. Il paper intende porre l’accento su tali procedure decisionali e sulle conseguenze in termini di governo del fenomeno migratorio dettate dallo svuotamento delle strutture e dei luoghi “formali” di composizione e risoluzione politica.
L’attuale processo di governance europea punta a una esternalizzazione dei controlli alle frontiere. A partire dalla cd. crisi dei rifugiati, nel 2015, e dalla conseguente adozione dell’Agenda europea sulla migrazione si è infatti assistito all’affermarsi della cooperazione con i Paesi terzi come strumento privilegiato di gestione delle migrazioni. In tale contesto, un ruolo di primo piano è svolto dalla Commissione e dal Consiglio, mentre nessun potere è attribuito al Parlamento. Ciò, peraltro, è dovuto alle caratteristiche strutturali del processo, prevalentemente basato non su accordi da concludersi secondo la ripartizione delle competenze e le procedure previste dai Trattati, ma su documenti di soft-law. Sono i cd. “patti”, previsti dall’Agenda europea e dalla Comunicazione sul quadro di partenariato con i Paesi terzi del 2016, ma anche i Programmi di sviluppo e protezione regionale, privi di portata giuridica obbligatoria. Il processo di trasferimento ai Paesi terzi della responsabilità nel controllo delle frontiere, con l’uso dei fondi per lo sviluppo, è dotato peraltro di scarsa trasparenza nelle modalità di conclusione delle intese e comporta il condizionamento degli equilibri interni degli Stati terzi, rafforzandone la dipendenza verso l’Europa.

Research paper thumbnail of La governance europea al tempo della crisi delle politiche migratorie

Nel quadro di una politica degli Stati europei di contenimento dei flussi migratori, assistiamo a... more Nel quadro di una politica degli Stati europei di contenimento dei flussi migratori, assistiamo a una doppia, divergente spinta: una crescita di domanda di lavoro a basso costo e il blocco, attraverso un sistema restrittivo dei visti e permessi di soggiorno, di nuovi residenti nei territori di destinazione. Tale apparente paradosso costituisce in realtà uno strumento particolarmente utile per aggirare le tutele sociali e del lavoro, in linea con la flessibilità capitalistica e con politiche economiche di diminuzione della spesa pubblica, veicolate dalle istituzioni UE in assenza di alcuna rappresentatività democratica. Il paper intende porre l’accento su tali procedure decisionali e sulle conseguenze in termini di governo del fenomeno migratorio dettate dallo svuotamento delle strutture e dei luoghi “formali” di composizione e risoluzione politica. L’attuale processo di governance europea punta a una esternalizzazione dei controlli alle frontiere. A partire dalla cd. crisi dei rifugiati, nel 2015, e dalla conseguente adozione dell’Agenda europea sulla migrazione si è infatti assistito all’affermarsi della cooperazione con i Paesi terzi come strumento privilegiato di gestione delle migrazioni. In tale contesto, un ruolo di primo piano è svolto dalla Commissione e dal Consiglio, mentre nessun potere è attribuito al Parlamento. Ciò, peraltro, è dovuto alle caratteristiche strutturali del processo, prevalentemente basato non su accordi da concludersi secondo la ripartizione delle competenze e le procedure previste dai Trattati, ma su documenti di soft-law. Sono i cd. “patti”, previsti dall’Agenda europea e dalla Comunicazione sul quadro di partenariato con i Paesi terzi del 2016, ma anche i Programmi di sviluppo e protezione regionale, privi di portata giuridica obbligatoria. Il processo di trasferimento ai Paesi terzi della responsabilità nel controllo delle frontiere, con l’uso dei fondi per lo sviluppo, è dotato peraltro di scarsa trasparenza nelle modalità di conclusione delle intese e comporta il condizionamento degli equilibri interni degli Stati terzi, rafforzandone la dipendenza verso l’Europa.

Research paper thumbnail of Rethinking Cultural Assets, De-Capitalising Intellectual Property

Transnational Dialogues_ International Journal, 2017

Research paper thumbnail of Il diritto di migrare: itinerari sociologico-giuridici e contraddizioni nella dicotomia tra migranti “economici” e richiedenti protezione internazionale

Rassegna di diritto pubblico europeo XVII 1/2018, 2018

The protection and effectiveness of rights in the field of migration have a dual obstacle: the "a... more The protection and effectiveness of rights in the field of migration have a dual obstacle: the "asymmetry" on the theoretical level between norms of international law and the dimension of sovereignty and the indeterminacy on the legal level of the distinction between “economic” migrants and applicants for international protection. The article explores the problem of the legal nature of the right to migrate and the relationship between vulnerability and will from a judicial point of view. In fact, the subjective condition produced for example by traumas and repeated violations of human rights, carried out in transit countries such as Libya, undermines a type of decision solely based on the axis of the choice to emigrate from the country of origin. This illogical simplification threatens to keep out of any form of protection situations that would be part of humanitarian protection, consequently precipitating people, completely deprived of rights, in a condition of exploitation and forced illegality.

Research paper thumbnail of Migranti e "hotspot": diritti o controllo?

Economia e Politica, 2017

This article analyses the hotspot model as an emblematic case for the gap between the ownership a... more This article analyses the hotspot model as an emblematic case for the gap between the ownership and the effectiveness of the rights of migrants. Pressure for a more and more pervasive border control is dangerously suppressing fundamental rights and principles.

Research paper thumbnail of ECCO IL "WASTEOCENE", L'ERA DEGLI SCARTI E DELLE DISUGUAGLIANZE

Corriere del Mezzogiorno, 2021

"Wasteocene" è il nome per l’era presente dominata dai rifiuti, intesi non solo come cose gettate... more "Wasteocene" è il nome per l’era presente dominata dai rifiuti, intesi non solo come cose gettate, ma come persone marginalizzate e “alterizzate”, sui cui corpi e territori si materializzano plasticamente le diseguaglianze a livello locale e globale con malattie e disastri ambientali, che sono poi anche all’origine di processi migratori di fatto forzati. D’altra parte, queste stesse ingiustizie hanno alimentato nel tempo il bisogno di costruire dal basso una contro – narrazione, fondata sulla resistenza all’addomesticamento politico dei ricordi, sulla riappropriazione di sé, sulla costruzione di conoscenze, emergendo dalla condizione di subalternità attraverso pratiche di gestione condivisa tra particelle di una comunità che impara a fare rete, che costruisce processi di commoning.

Research paper thumbnail of Healing culture, Reclaiming Commons, Fostering Care. A Proposal for Eu Cultural Policies

Italian Institute for the Future, 2021

This volume presents a set of cultural policy proposals – ranging from micro-policies to policies... more This volume presents a set of cultural policy proposals – ranging from micro-policies to policies at the EU level – capable of supporting cultural commons as a means of addressing issues of democracy, inclusion, social justice, territorial cohesion, and protection of culture workers