�Indipendenza, 700 mila voti�

Scontro sul referendum digitale (original) (raw)

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�Indipendenza, 700 mila voti�
Scontro sul referendum digitale

Pd, Forza Italia e Radicali: �Non � una cosa seria�. Finanziatori ignoti, a controllare misteriosi �osservatori internazionali�

VENEZIA—Il Veneto come la Catalogna, come la Scozia, come le Fiandre. Come la Crimea. Uno Stato indipendente e sovrano. Serenissima Repubblica nel Terzo Millenio. Una suggestione che mette radici nel protoleghismo degli anni Ottanta e, complici le dispute recenti tra Russia e Ucraina sulle rive del Mar Nero, arriva a far capolino sulle pagine del Los Angeles Time e del Guardian, del Daily Mail e del Sunday Express, perfino sugli schermi della Bbc. Non � un caso che i membri di Plebiscito.eu facciano sfoggio della benedizione di Franco Rocchetta, il padre della Liga �madre di tutte le leghe�: il cordone ombelicale da l� parte, per arrivare sino all’oggi. Sono loro ad aver allestito il primo referendum indipendentista della storia del Veneto, quello che si sta celebrando in queste ore (� iniziato domenica, terminer� venerd� sera) tra tastiere, cornette e seggi improvvisati. Dicono di aver superato i 700 mila voti. Un’enormit�, se � vero.

E d’altronde la congiunzione astrale � irripetibile per gli irriducibili del leone di San Marco: il dibattito sul diritto all’autodeterminazione (animato nientemeno che dallo �zar� Vladimir Putin), l’imminenza del voto catalano (sar� il 25 novembre), i rinnovati aneliti secessionisti della Lega Nord in affanno elettorale, le spinte autonomiste cavalcate da Beppe Grillo (ricordate la mappetta sul blog con i granducati?). E’ arrivato perfino l’appoggio (pro referendum, non pro indipendenza) di 185 Comuni... Il refrain sui �21 miliardi lasciati ogni anno dal Veneto a Roma�, ai tempi della crisi nera, rischia di rivelarsi una tentazione irresistibile di fronte alla scheda virtuale costruita da Plebiscito. eu: �Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica federale indipendente e sovrana?�. Vinceranno i s� oppure i no? E’ facile immaginarlo mentre � difficile crederci. Certo � che Gianluca Busato, leader di Plebiscito.eu dopo essere passato per una moltitudine di movimenti venetisti (la litigiosit� di questo pezzo di mondo � proverbiale e ne ha limitato ogni ambizione elettorale), ieri sembrava ad un passo dal colpaccio: �Stiamo andando benissimo. La volont� del popolo veneto � inequivocabile, non potr� essere snobbata o sottovalutata�.

Dal governatore Luca Zaia, innanzitutto: il principale rappresentante istituzionale del Veneto sta flirtando da settimane con gli indipendentisti (si dice stia allestendo una lista a tema in vista della sua ricandidatura nel 2015), forse convinto anche dalle spinte del segretario federale del Carroccio Matteo Salvini che sull’argomento sta costruendo tutta la campagna elettorale delle Europee (forse non � un caso che proprio nelle ex roccaforti padane di Vicenza e Treviso il referendum stia andando per la maggiore). �Appoggio qualunque iniziativa in tal senso - ha detto - ma non firmo nulla perch� per me conta solo ci� di cui si discute in consiglio regionale. Non illudo i veneti, parlo per atti formali�. Con ci� lasciando intendere di non aver votato online, mentre molti leghisti ieri facevano a gara ad esibire su Facebook l’immagine della schermata che conferma l’avvenuta partecipazione. Ma a che punto sta �l’atto formale� di cui parla Zaia? In realt� si tratta di due proposte di legge insabbiate da tempo in commissione Affari istituzionali. La prima � l’ormai celeberrima legge presentata da Stefano Valdegamberi di Futuro Popolare, che se approvata d� automaticamente avvio all’iter di convocazione del referendum secessionista. La seconda, dall’afflato meno rivoluzionario, � quella firmata da Costantino Toniolo, presidente della commissione in quota Ncd, che punta a chiedere ai veneti se vogliano o meno �pi� autonomia� da Roma. �Appena finita la sessione del bilancio - fa sapere Toniolo - si passer� alla discussione di queste proposte. Potremmo anche scegliere di celebrare un unico referendum con due distinti quesiti sulla scheda: indipendenza o autonomia? �.

Gli indipendentisti non ci credono pi� di tanto (i precedenti rimasti nei cassetti di Palazzo Ferro Fini si sprecano) per cui si sono organizzati per conto loro, facendo leva sulle risorse della Rete con un escamotage suggerito dagli stessi costituzionalisti interpellati dal consiglio, che hanno gi� messo in guardia sul rischio scioglimento per attentanto alla Costituzione nel caso di un voto formale in aula. Busato sa come fare: � titolare di un’impresa, Digitnut, che produce app per iPhone e iPad (anche il co-fondatore, Alessandro Giacomella, fa parte di Plebiscito.eu). Ha messo in piedi la centrale operativa a Treviso, quella logistica a Padova ed il call center a Vedelago. Quindi, grazie ad una capillare rete di 5 mila volontari, ha distribuito nella case di 3 milioni di veneti i codici necessari a votare online, via telefono o ai seggi allestiti grazie all’appoggio del Movimento 9 dicembre (i �forconi�). C’� un notaio? �No, ci sono degli osservatori internazionali �. E chi sono? �Li sveleremo insieme ai risultati, venerd� sera�.

Chi paga l’iniziativa, a cominciare dai 3 milioni di lettere? �Sono 80 imprenditori. Alcuni noti (quelli che aderiscono all’associazione Veneto Business, spin off di Plebiscito.eu, ndr.) altri, i pi� generosi, preferiscono restare anonimi.Temono "effetti collaterali" �. La bont� del referendum, assicura Busato, sta nei codici e nei documenti d’identit� richiesti, oltre che nelle batch notturne di verifica dati con il database delle anagrafiche elettorali. �Abbiamo gi� individuato 30 furbi � dice. Tant’�, i dubbi restano molti, da destra a sinistra. �Abbiamo capito in tempi non sospetti che le primarie online non funzionano - dice il segretario del Pd, Roger De Menech - i controlli sono complicati e viene meno lo "sforzo fisico" che � la prova principale della volont� politica. Mi pare una rappresentazione lontana dai fatti concreti chiesti dai nostri imprenditori e non vorrei che si volesse sostituire al centralismo romano un neo centralismo veneziano�.

Franco Fois dei Radicali, massimi esperti in materia, stigmatizza �la moda di organizzare un referendum un giorno s� ed un altro anche� e avverte: �L’iniziativa degli indipendentisti pu� essere indicativa di una tendenza ma non ha alcun valore g i u r i d i c o . Ha l a s t e s s a attendibilit� di un sondaggio online�. E mentre persino Flavio Tosi, segretario nathional della Lega, ammette trattarsi di �una provocazione nei confronti dello Stato centrale, un modo per smuovere il pantano a Roma ben sapendo che la Costituzione � chiara sull’indivisibilit� della Repubblica �, Elena Donazzan assessore regionale al Lavoro di Forza Italia, va gi� piatta: �Vicende come questa sono un’affermazione di incapacit� della politica, che invece di risolvere i problemi lancia proposte senza seguito. Piuttosto mi interrogherei sul perch� Trento e Bolzano, che sono quattro gatti rispetto a noi, riescono ad avere un peso politico a Roma inarrivabile per il Veneto. Mentre noi stiamo qui a discutere di improbabili referendum, loro si fanno approvare in Finanziaria margini di autonomia sempre maggiori... �.

Marco Bonet