Thomas Piolata | The Catholic University of America (original) (raw)
Articles by Thomas Piolata
Logos: A Journal of Catholic Thought and Culture, 2023
Reading Antoine de Saint Exupéry' s precious masterpiece, The Little Prince, is a marvelous journ... more Reading Antoine de Saint Exupéry' s precious masterpiece, The Little Prince, is a marvelous journey. Each time, I am amused at its depth. The Little Prince helps me to see the beauty of living life beautifully. 1 Even though he (and we) live in-if I can borrow for a moment from the philosophy of Gabriel Marcel-a "broken world," 2 he also offers a glimpse of what it means to live in it differently. "Do not conform yourselves to this age. . ." (Rom 12:2). In fact, Marcel' s description of a "broken world," in addition to providing quite the prophetic-and equally alarming-diagnosis of the world, accentuates quite well what is so remarkable about the Little Prince' s way of life. For Marcel, the world is broken in part because a certain "automatization" has taken over human life. 3 There is no real inner, urgent need for transcendence. 4 We have landed firmly on the earth, and become mechanistic in a mechanistic world. Functionalism has robbed us of life and mystery: "Life in a world centered on function leads to despair because such a world is empty, it rings hollow.. .. [T]his sort of world.. .. is determined to leave no place for mystery." 5 Yet to deny the transcendent and evade mystery mutilates
Unitas caritatis: Explicating an Implicit Reference to the Spirit in Bonaventure's Quaestiones di... more Unitas caritatis: Explicating an Implicit Reference to the Spirit in Bonaventure's Quaestiones disputatae de mysterio Trinitatis According to Peter Fehlner, Bonaventure's "genial treatise [...] on the Blessed Trinity [the Quaestiones disputatae de mysterio Trinitatis] [...] is one of the greatest studies about this central mystery of our faith [...] on the same level as St. Augustine's De Trinitate" (2015, 311). 125 Indeed, not only does it constitute a critical source of Bonaventure's theology of the intrinsic life of the Holy Trinity, but its structure alone accentuates a key insight-and innovation-of the Seraphic Doctor. That is to say, Bonaventure does not separate God as one from God as three. Mediated by the text's unique two-article structure, 126 he effectively artic-This article is a revised version of an excerpt of my licentiate thesis written at the Pontifical Gregorian University in Rome under the guidance of Amaury Begasse de Dhaem, SJ in 2021. I extend my utmost gratitude to Fr. Begasse for encouraging me to write on the De mysterio Trinitatis, as well as for all of his guidance and feedback throughout the process. Special thanks also to Jared Goff who, over the course of multiple conversations, helped me to enter more profoundly into the De mysterio Trinitatis.
Collectanea Franciscana, 2021
This article treats the way in which Peter Abelard and Bonaventure deal with the logic of the phr... more This article treats the way in which Peter Abelard and Bonaventure deal with the logic of the phrase Deus genuit Deum, that is, how to understand logically the idea – rooted in the Creed – that God generates God (“God from God”). As Augustine had affirmed, essence cannot generate itself. Consequently, this aspect of the faith poses a potential problem. To handle it, the logical theory of supposition is key. This theory concerns the reference of a given term in a phrase, and not its signification. Abelard did not have the privilege of supposition. By the time of Bonaventure, however, it had become a standard tool of logical analysis. The goal of this study is thus to articulate the logical treatment of this phrase in Abelard and Bonaventure, and thereby to highlight the importance of the theory of supposition.
Maria alle origini del Movimento francescano vii ix 3 13 35 43 49 83 95 Sommario Vincenzo Battagl... more Maria alle origini del Movimento francescano vii ix 3 13 35 43 49 83 95 Sommario Vincenzo Battaglia Il consenso di Maria alla sua vocazione/missione e la sua unione con il Figlio Gesù nell'insegnamento di san Bonaventura. Temi nodali e prospettive di ricerca Paul Clerval «Cum dilecta quaerente dilectum». Una lettura mariana del Lignum vitae Thomas Piolata Implicazioni eucaristiche di una ecclesiologia mariana. Un'indagine a partire dal primo sermone di san Bonaventura sull'Assunzione della Beata Vergine Maria Giovanni Motta Maurizio pensatore di pace Pubblicazioni a cura del Centro Studi Bonaventuriani Sommario vi 101 113 123 141 145 Premessa Il sessantasettesimo convegno del Centro Studi Bonaventuriani di Bagnoregio, svoltosi nei giorni 24-25 maggio 2019 in collaborazione con l'Università della Tuscia (presso la cui Aula Magna a Viterbo si è tenuta la sessione di apertura) e dedicato ad illustrare la presenza di Maria negli scritti di Bonaventura, è stato l'ultimo organizzato, con la cura e la passione che gli erano abituali, da Maurizio Malaguti, che del Centro è stato presidente dal 2010 al 2018. Nel presentare con molto piacere il volume degli Atti, in qualità di nuovo presidente del Centro Studi Bonaventuriani, accanto al ricordo, affettuoso e commosso, dell'amico e collega, desidero proporre due brevi considerazioni, che mi sono suggerite dal contenuto dei contributi presentati nelle giornate del convegno e qui raccolti. La prima è legata all'ampiezza di questa "presenza", che conferma il ruolo assolutamente non marginale di Maria lungo l'intero arco della riflessione di Bonaventura. Essa è, infatti, testimoniata sia dagli scritti appartenenti agli anni del suo magistero parigino, sia da quelli risalenti al periodo del suo generalato, come mostrano i diversi contributi qui dedicati alla figura di Maria con riferimento in particolare alla Lectura super Sententias, al Commentarius in Evangelium S. Lucae, al Breviloquium, al Lignum vitae, ai Sermones. La seconda considerazione si riallaccia ai due importanti volumi presentati in occasione del convegno: gli Atti del Congresso internazionale bonaventuriano svoltosi a Roma nel 2017 («Deus summe cognoscibilis». The Current Theological Relevance of Saint Bonaventure), e la traduzione italiana degli scritti bonaventuriani di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI ( L'idea di rivelazione e la teologia della storia di Bonaventura. Lavoro di abilitazione e studi su Bonaventura) apparsa anch'essa nel 2017 come secondo volume degli Opera omnia dell'Autore. In entrambi i casi si tratta di una messe di contributi davvero imponente, che se, nel primo caso, attesta la rilevante attenzione riservata al pensiero bonaventuriano nel panorama internazionale, nel secondo, si configura sempre di nuovo come un imprescindibile punto di riferimento per il futuro della ricerca sul Doctor Seraphicus. Letterio Mauro Presidente del Centro Studi Bonaventuriani Nonostante un incremento degli studi inerenti al pensiero di Bonaventura, rimane una lacuna fondamentale nella ricerca, ossia il significato di Maria nel complesso del suo sistema teologico1. L'argomento di questo convegno, pertanto, è pertinente. Per capire più integralmente la teologia del Serafico, ci vuole un approfondimento della sua mariologia poiché Maria, per Bonaventura, gioca un ruolo fondamentale. Dopotutto, nel suo Commento al Vangelo di san Luca, sottolineando la grande importanza della Madre di Dio tramite le immagini di domus, porta, e scala, il Serafico arriva alla seguente sintesi: «Sicut Deus ad nos venit per ipsam [Mariam], ita per ipsam nos oportet redire in Deum. Et ideo dicitur domus, porta et scala»2. In aggiunta alla ovvia importanza attribuita a Maria in tale descrizione, implicito in queste parole è anche il rapporto tradizionale tra Maria e la Chiesa3. Ecco, dunque, il commento acuto di Peter Fehlner: 1 Tale lacuna è menzionata esplicitamente nell'Introduzione al volume A Companion to Bonaventure, ed. by J.M. Hammond, J.A.W. Hellmann and J. Goff, Brill, Leiden 2014, p. 4. Inoltre, un'indagine sulla mariologia bonaventuriana è mancante anche nel volume che pubblica gli atti del congresso internazionale di Roma del 2017; cfr. Deus summe cognoscibilis. The Current Theological Relevance of Saint Bonaventure, ed. by A. Begasse de Dhaem et al., Peeters, Leuven 2018. La lacuna mariologica in questi due importanti libri sottolinea l'esigenza di una trattazione e di una riconoscenza rinnovata della persona di Maria nel pensiero di Bonaventura. Tuttavia non intendo dire che non ci sono studi mariologici. Cfr. ad esempio G. Tavard, The Forthbringer of God: St. Bonaventure on the Virgin Mary, Franciscan Herald Press, Chicago 1989; B.S. Matula, La dottrina mariana nei commentari ai Vangeli e nei sermoni di san Bonaventura da Bagnoregio, più recentemente, S. Cecchin, s.v. «Maria», DB, pp. 532-545: 544-545. Ciò nonostante, pare che sia mancante -specialmente nell'accademia anglosassone -un apprezzamento e un'accoglienza della mariologia di Bonaventura e il suo ruolo nel suo sistema teologico nel suo insieme. 2 In Luc., cap. I, n. 70 (VII, p. 27a). Cfr. ivi, cap. II, n. 37 (p. 52b): «In hoc etiam instruimur, ut, si Christum volumus invenire, prius ad Mariam debeamus accedere». 3 Rispetto a questo tema fondamentale tra Maria e la Chiesa nella tradizione, cfr. H. Rahner, Maria e la Chiesa. Indicazioni per contemplare il mistero di Maria nella Chiesa e il mistero della Chiesa in Maria [1951], trad. it. di I. Bonali, Jaca Book, Milano 19913.
The second international Franciscan studies conference organized by Durham University will focus ... more The second international Franciscan studies conference organized by Durham University will focus on the theme of retrieval and innovation in the Franciscan tradition.
Conference Presentations by Thomas Piolata
Paper delivered at: L’eletta dello Spirito: Maria in Bonaventura, Centro Studi Bonaventuriani; Vi... more Paper delivered at: L’eletta dello Spirito: Maria in Bonaventura, Centro Studi Bonaventuriani; Viterbo e Bagnoregio
Paper delivered at The Franciscan Legacy from the 13th Century to the 21st, Durham University, No... more Paper delivered at The Franciscan Legacy from the 13th Century to the 21st, Durham University, Nov. 5-7, 2019
This paper considers the ways in which Peter Abelard and Bonaventure handle the logic of the ques... more This paper considers the ways in which Peter Abelard and Bonaventure handle the logic of the question of God begetting God, a debate which Abelard alludes to in his Historia calamitatum that ultimately makes its way into the scholastic debates of the university. While Augustine had solidified the metaphysical principle that essence cannot beget essence, the Christian must nonetheless defend the Creedal formulation Deum de Deo. Peter Abelard’s attempt to defend the formulation relies on the logic of signification and metaphor, which I suggest are insufficient. One hundred years later, however, the logic of supposition is fair game, and it is precisely this logical development that Bonaventure employs to defend the logic of the Creedal formula without having to deny an important metaphysical principle. This paper is thus divided into two parts: in the first part, I present Abelard’s position, and then in the second part, I present Bonaventure’s position. While this paper focuses on the way in which two medieval intellectuals try and logically explain the Creedal formulation—and thus deals with a topic pertaining to medieval logic and its development—it also intimates that Christian faith and theology forced logical theory deeper. Consequently, the paper effectively witnesses to the profoundly interdisciplinary character of the medieval mind: for this question—Utrum Deus genuit Deum—ultimately touches upon logic, metaphysics, and the very substance of the Christian faith.
In this paper, I show that Plotinus’ philosophy of contemplation and of the mystical life bears s... more In this paper, I show that Plotinus’ philosophy of contemplation and of the mystical life bears similarities to the mystical insight of the Seraphic Doctor; the basic architecture, so to speak, of the mystical ascent is remarkably similar in each thinker. In particular, I focus on three elements of the mystical life present in Plotinus and Bonaventure: that it is supra-intellective, affective, and that it calls for a certain poverty of self. I thus show that, for both thinkers, total immersion into or union with the divine transcends intellectual activity. Accordingly, union with God is a supra-intellective activity: the mystical ascent culminates in an affective experience of God. That is to say, there are mystical heights that reason or intellect cannot access; love reaches farther than reason. In order to reach the heights of this ascent, moreover, the self must rid itself of everything. Consequently, for both thinkers, the self must embrace a kind of poverty prior to penetrating the heights of the mystical ascent. While I focus on these three elements, I also discuss, or at least hint at, other similarities, as well. While I conclude that Plotinus’ philosophy of the mystical life bears similarities to Bonaventure’s own take on the journey, I bring to light some critical differences between the thinkers. Most especially, I highlight the significance of the Crucified One and the relational or communal dimensions of the mystical life in Bonaventure’s thought. Regardless, I conclude emphasizing the significance of each thinker’s take on love and affectivity. Such an insistence might prove relevant—to say the least—in a contemporary world where empirical rationalism tends to reign supreme.
From the Introduction: "An important ongoing debate in Thomistic studies revolves around the poss... more From the Introduction: "An important ongoing debate in Thomistic studies revolves around the possibility of pagan virtue in the Angelic Doctor. Unfortunately, while this topic has animated significant literature among Thomistic scholars, it constitutes a major lacuna in Bonaventurean studies. In this paper, then, I hope to offer an incipient contribution toward filling that lacuna. Accordingly, the question this paper aims to answer is: “Can a pagan, i.e., a non-Christian, for St. Bonaventure, exercise virtue?” I respond: Yes, a pagan can exercise virtue. More specifically, I identify the kind of virtue exercised by a pagan as “seminal virtue”—virtue that possesses an inherent disposition toward its completion, namely, its being wholly informed by Charity."
In this paper, I explore the kind of anthropology inferred by Augustine’s Confessions. I argue th... more In this paper, I explore the kind of anthropology inferred by Augustine’s Confessions. I argue that Augustine articulates a view of the human person as fundamentally heterotelic: fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te. This anthropology, moreover, utilizes a notion of “poverty,” which I identify as the necessary condition for the human person to be toward (ad) God. Consequently, in order to be true to the self’s nature, I argue that the self must meet this condition of poverty. Evading this condition of poverty effectively entails evading the nature of the self.
Books by Thomas Piolata
Articuli: * Martín Carbajo Núñez, La fraternità nell’enciclica “Fratelli tutti”: Radici francesc... more Articuli:
* Martín Carbajo Núñez, La fraternità nell’enciclica “Fratelli tutti”: Radici francescane: 5-25
* Thomas Piolata, The Significance of Supposition: Abelard and Bonaventure on the Question of God Begetting God: 27-49
* Giampiero Gambaro, Il diritto comune tridentino e la voce attiva e passiva dei frati laici nell’Ordine dei Cappuccini tra il 1566 e il 1909: 51-118
* Tomasz Karol Mantyk, Franciscan Elements in “Prologus Apologeticus” of Franciscus Titelmans: 119-139
* Daniele Giglio, Monsignor Carlo dei marchesi Benigni e la riforma di p. Federico da Novi alla Romita di Terni (1804-1815): 141-279
* Giuseppe Santarelli, Inedite testimonianze dei cappuccini sull’incendio scoppiato nella Santa Casa di Loreto nel 1921: 281-296
* Boris Ulianich, Joseph Lortz e il Nazismo: 297-327
* Valentí Serra de Manresa, Aportaciones artísticas del capuchino Efrén María de Kcynia en Barcelona: 329-348
Notae:
* Alberto Forni, Dante e la “selva oscura”: 349-359
* Felice Accrocca, Bernardino Ochino e l’evangelismo. A proposito di un libro recente: 361-382
* Willi Eisele, „Sprachbegabt, gefordert als Ordensmann, begrenzt als Diplomat.“ Laurentius von Brindisi OFMCap (1559-1619) im Fokus eines Fachkongresses in Wien im „Laurentius-Jahr“ (7.−9. November 2019): 383-390
* Onofrio Farinola, Santità di un novizio cappuccino: 391-398
* Leonhard Lehmann, Kleiner Bericht über eine große Geschichte einer jungen Diözese: 399-417
* Benedict Vadakkekara, Select News of Franciscan Scientific Activities in 2019: 419-444
* Recensiones: 445-539
Logos: A Journal of Catholic Thought and Culture, 2023
Reading Antoine de Saint Exupéry' s precious masterpiece, The Little Prince, is a marvelous journ... more Reading Antoine de Saint Exupéry' s precious masterpiece, The Little Prince, is a marvelous journey. Each time, I am amused at its depth. The Little Prince helps me to see the beauty of living life beautifully. 1 Even though he (and we) live in-if I can borrow for a moment from the philosophy of Gabriel Marcel-a "broken world," 2 he also offers a glimpse of what it means to live in it differently. "Do not conform yourselves to this age. . ." (Rom 12:2). In fact, Marcel' s description of a "broken world," in addition to providing quite the prophetic-and equally alarming-diagnosis of the world, accentuates quite well what is so remarkable about the Little Prince' s way of life. For Marcel, the world is broken in part because a certain "automatization" has taken over human life. 3 There is no real inner, urgent need for transcendence. 4 We have landed firmly on the earth, and become mechanistic in a mechanistic world. Functionalism has robbed us of life and mystery: "Life in a world centered on function leads to despair because such a world is empty, it rings hollow.. .. [T]his sort of world.. .. is determined to leave no place for mystery." 5 Yet to deny the transcendent and evade mystery mutilates
Unitas caritatis: Explicating an Implicit Reference to the Spirit in Bonaventure's Quaestiones di... more Unitas caritatis: Explicating an Implicit Reference to the Spirit in Bonaventure's Quaestiones disputatae de mysterio Trinitatis According to Peter Fehlner, Bonaventure's "genial treatise [...] on the Blessed Trinity [the Quaestiones disputatae de mysterio Trinitatis] [...] is one of the greatest studies about this central mystery of our faith [...] on the same level as St. Augustine's De Trinitate" (2015, 311). 125 Indeed, not only does it constitute a critical source of Bonaventure's theology of the intrinsic life of the Holy Trinity, but its structure alone accentuates a key insight-and innovation-of the Seraphic Doctor. That is to say, Bonaventure does not separate God as one from God as three. Mediated by the text's unique two-article structure, 126 he effectively artic-This article is a revised version of an excerpt of my licentiate thesis written at the Pontifical Gregorian University in Rome under the guidance of Amaury Begasse de Dhaem, SJ in 2021. I extend my utmost gratitude to Fr. Begasse for encouraging me to write on the De mysterio Trinitatis, as well as for all of his guidance and feedback throughout the process. Special thanks also to Jared Goff who, over the course of multiple conversations, helped me to enter more profoundly into the De mysterio Trinitatis.
Collectanea Franciscana, 2021
This article treats the way in which Peter Abelard and Bonaventure deal with the logic of the phr... more This article treats the way in which Peter Abelard and Bonaventure deal with the logic of the phrase Deus genuit Deum, that is, how to understand logically the idea – rooted in the Creed – that God generates God (“God from God”). As Augustine had affirmed, essence cannot generate itself. Consequently, this aspect of the faith poses a potential problem. To handle it, the logical theory of supposition is key. This theory concerns the reference of a given term in a phrase, and not its signification. Abelard did not have the privilege of supposition. By the time of Bonaventure, however, it had become a standard tool of logical analysis. The goal of this study is thus to articulate the logical treatment of this phrase in Abelard and Bonaventure, and thereby to highlight the importance of the theory of supposition.
Maria alle origini del Movimento francescano vii ix 3 13 35 43 49 83 95 Sommario Vincenzo Battagl... more Maria alle origini del Movimento francescano vii ix 3 13 35 43 49 83 95 Sommario Vincenzo Battaglia Il consenso di Maria alla sua vocazione/missione e la sua unione con il Figlio Gesù nell'insegnamento di san Bonaventura. Temi nodali e prospettive di ricerca Paul Clerval «Cum dilecta quaerente dilectum». Una lettura mariana del Lignum vitae Thomas Piolata Implicazioni eucaristiche di una ecclesiologia mariana. Un'indagine a partire dal primo sermone di san Bonaventura sull'Assunzione della Beata Vergine Maria Giovanni Motta Maurizio pensatore di pace Pubblicazioni a cura del Centro Studi Bonaventuriani Sommario vi 101 113 123 141 145 Premessa Il sessantasettesimo convegno del Centro Studi Bonaventuriani di Bagnoregio, svoltosi nei giorni 24-25 maggio 2019 in collaborazione con l'Università della Tuscia (presso la cui Aula Magna a Viterbo si è tenuta la sessione di apertura) e dedicato ad illustrare la presenza di Maria negli scritti di Bonaventura, è stato l'ultimo organizzato, con la cura e la passione che gli erano abituali, da Maurizio Malaguti, che del Centro è stato presidente dal 2010 al 2018. Nel presentare con molto piacere il volume degli Atti, in qualità di nuovo presidente del Centro Studi Bonaventuriani, accanto al ricordo, affettuoso e commosso, dell'amico e collega, desidero proporre due brevi considerazioni, che mi sono suggerite dal contenuto dei contributi presentati nelle giornate del convegno e qui raccolti. La prima è legata all'ampiezza di questa "presenza", che conferma il ruolo assolutamente non marginale di Maria lungo l'intero arco della riflessione di Bonaventura. Essa è, infatti, testimoniata sia dagli scritti appartenenti agli anni del suo magistero parigino, sia da quelli risalenti al periodo del suo generalato, come mostrano i diversi contributi qui dedicati alla figura di Maria con riferimento in particolare alla Lectura super Sententias, al Commentarius in Evangelium S. Lucae, al Breviloquium, al Lignum vitae, ai Sermones. La seconda considerazione si riallaccia ai due importanti volumi presentati in occasione del convegno: gli Atti del Congresso internazionale bonaventuriano svoltosi a Roma nel 2017 («Deus summe cognoscibilis». The Current Theological Relevance of Saint Bonaventure), e la traduzione italiana degli scritti bonaventuriani di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI ( L'idea di rivelazione e la teologia della storia di Bonaventura. Lavoro di abilitazione e studi su Bonaventura) apparsa anch'essa nel 2017 come secondo volume degli Opera omnia dell'Autore. In entrambi i casi si tratta di una messe di contributi davvero imponente, che se, nel primo caso, attesta la rilevante attenzione riservata al pensiero bonaventuriano nel panorama internazionale, nel secondo, si configura sempre di nuovo come un imprescindibile punto di riferimento per il futuro della ricerca sul Doctor Seraphicus. Letterio Mauro Presidente del Centro Studi Bonaventuriani Nonostante un incremento degli studi inerenti al pensiero di Bonaventura, rimane una lacuna fondamentale nella ricerca, ossia il significato di Maria nel complesso del suo sistema teologico1. L'argomento di questo convegno, pertanto, è pertinente. Per capire più integralmente la teologia del Serafico, ci vuole un approfondimento della sua mariologia poiché Maria, per Bonaventura, gioca un ruolo fondamentale. Dopotutto, nel suo Commento al Vangelo di san Luca, sottolineando la grande importanza della Madre di Dio tramite le immagini di domus, porta, e scala, il Serafico arriva alla seguente sintesi: «Sicut Deus ad nos venit per ipsam [Mariam], ita per ipsam nos oportet redire in Deum. Et ideo dicitur domus, porta et scala»2. In aggiunta alla ovvia importanza attribuita a Maria in tale descrizione, implicito in queste parole è anche il rapporto tradizionale tra Maria e la Chiesa3. Ecco, dunque, il commento acuto di Peter Fehlner: 1 Tale lacuna è menzionata esplicitamente nell'Introduzione al volume A Companion to Bonaventure, ed. by J.M. Hammond, J.A.W. Hellmann and J. Goff, Brill, Leiden 2014, p. 4. Inoltre, un'indagine sulla mariologia bonaventuriana è mancante anche nel volume che pubblica gli atti del congresso internazionale di Roma del 2017; cfr. Deus summe cognoscibilis. The Current Theological Relevance of Saint Bonaventure, ed. by A. Begasse de Dhaem et al., Peeters, Leuven 2018. La lacuna mariologica in questi due importanti libri sottolinea l'esigenza di una trattazione e di una riconoscenza rinnovata della persona di Maria nel pensiero di Bonaventura. Tuttavia non intendo dire che non ci sono studi mariologici. Cfr. ad esempio G. Tavard, The Forthbringer of God: St. Bonaventure on the Virgin Mary, Franciscan Herald Press, Chicago 1989; B.S. Matula, La dottrina mariana nei commentari ai Vangeli e nei sermoni di san Bonaventura da Bagnoregio, più recentemente, S. Cecchin, s.v. «Maria», DB, pp. 532-545: 544-545. Ciò nonostante, pare che sia mancante -specialmente nell'accademia anglosassone -un apprezzamento e un'accoglienza della mariologia di Bonaventura e il suo ruolo nel suo sistema teologico nel suo insieme. 2 In Luc., cap. I, n. 70 (VII, p. 27a). Cfr. ivi, cap. II, n. 37 (p. 52b): «In hoc etiam instruimur, ut, si Christum volumus invenire, prius ad Mariam debeamus accedere». 3 Rispetto a questo tema fondamentale tra Maria e la Chiesa nella tradizione, cfr. H. Rahner, Maria e la Chiesa. Indicazioni per contemplare il mistero di Maria nella Chiesa e il mistero della Chiesa in Maria [1951], trad. it. di I. Bonali, Jaca Book, Milano 19913.
The second international Franciscan studies conference organized by Durham University will focus ... more The second international Franciscan studies conference organized by Durham University will focus on the theme of retrieval and innovation in the Franciscan tradition.
Paper delivered at: L’eletta dello Spirito: Maria in Bonaventura, Centro Studi Bonaventuriani; Vi... more Paper delivered at: L’eletta dello Spirito: Maria in Bonaventura, Centro Studi Bonaventuriani; Viterbo e Bagnoregio
Paper delivered at The Franciscan Legacy from the 13th Century to the 21st, Durham University, No... more Paper delivered at The Franciscan Legacy from the 13th Century to the 21st, Durham University, Nov. 5-7, 2019
This paper considers the ways in which Peter Abelard and Bonaventure handle the logic of the ques... more This paper considers the ways in which Peter Abelard and Bonaventure handle the logic of the question of God begetting God, a debate which Abelard alludes to in his Historia calamitatum that ultimately makes its way into the scholastic debates of the university. While Augustine had solidified the metaphysical principle that essence cannot beget essence, the Christian must nonetheless defend the Creedal formulation Deum de Deo. Peter Abelard’s attempt to defend the formulation relies on the logic of signification and metaphor, which I suggest are insufficient. One hundred years later, however, the logic of supposition is fair game, and it is precisely this logical development that Bonaventure employs to defend the logic of the Creedal formula without having to deny an important metaphysical principle. This paper is thus divided into two parts: in the first part, I present Abelard’s position, and then in the second part, I present Bonaventure’s position. While this paper focuses on the way in which two medieval intellectuals try and logically explain the Creedal formulation—and thus deals with a topic pertaining to medieval logic and its development—it also intimates that Christian faith and theology forced logical theory deeper. Consequently, the paper effectively witnesses to the profoundly interdisciplinary character of the medieval mind: for this question—Utrum Deus genuit Deum—ultimately touches upon logic, metaphysics, and the very substance of the Christian faith.
In this paper, I show that Plotinus’ philosophy of contemplation and of the mystical life bears s... more In this paper, I show that Plotinus’ philosophy of contemplation and of the mystical life bears similarities to the mystical insight of the Seraphic Doctor; the basic architecture, so to speak, of the mystical ascent is remarkably similar in each thinker. In particular, I focus on three elements of the mystical life present in Plotinus and Bonaventure: that it is supra-intellective, affective, and that it calls for a certain poverty of self. I thus show that, for both thinkers, total immersion into or union with the divine transcends intellectual activity. Accordingly, union with God is a supra-intellective activity: the mystical ascent culminates in an affective experience of God. That is to say, there are mystical heights that reason or intellect cannot access; love reaches farther than reason. In order to reach the heights of this ascent, moreover, the self must rid itself of everything. Consequently, for both thinkers, the self must embrace a kind of poverty prior to penetrating the heights of the mystical ascent. While I focus on these three elements, I also discuss, or at least hint at, other similarities, as well. While I conclude that Plotinus’ philosophy of the mystical life bears similarities to Bonaventure’s own take on the journey, I bring to light some critical differences between the thinkers. Most especially, I highlight the significance of the Crucified One and the relational or communal dimensions of the mystical life in Bonaventure’s thought. Regardless, I conclude emphasizing the significance of each thinker’s take on love and affectivity. Such an insistence might prove relevant—to say the least—in a contemporary world where empirical rationalism tends to reign supreme.
From the Introduction: "An important ongoing debate in Thomistic studies revolves around the poss... more From the Introduction: "An important ongoing debate in Thomistic studies revolves around the possibility of pagan virtue in the Angelic Doctor. Unfortunately, while this topic has animated significant literature among Thomistic scholars, it constitutes a major lacuna in Bonaventurean studies. In this paper, then, I hope to offer an incipient contribution toward filling that lacuna. Accordingly, the question this paper aims to answer is: “Can a pagan, i.e., a non-Christian, for St. Bonaventure, exercise virtue?” I respond: Yes, a pagan can exercise virtue. More specifically, I identify the kind of virtue exercised by a pagan as “seminal virtue”—virtue that possesses an inherent disposition toward its completion, namely, its being wholly informed by Charity."
In this paper, I explore the kind of anthropology inferred by Augustine’s Confessions. I argue th... more In this paper, I explore the kind of anthropology inferred by Augustine’s Confessions. I argue that Augustine articulates a view of the human person as fundamentally heterotelic: fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te. This anthropology, moreover, utilizes a notion of “poverty,” which I identify as the necessary condition for the human person to be toward (ad) God. Consequently, in order to be true to the self’s nature, I argue that the self must meet this condition of poverty. Evading this condition of poverty effectively entails evading the nature of the self.
Articuli: * Martín Carbajo Núñez, La fraternità nell’enciclica “Fratelli tutti”: Radici francesc... more Articuli:
* Martín Carbajo Núñez, La fraternità nell’enciclica “Fratelli tutti”: Radici francescane: 5-25
* Thomas Piolata, The Significance of Supposition: Abelard and Bonaventure on the Question of God Begetting God: 27-49
* Giampiero Gambaro, Il diritto comune tridentino e la voce attiva e passiva dei frati laici nell’Ordine dei Cappuccini tra il 1566 e il 1909: 51-118
* Tomasz Karol Mantyk, Franciscan Elements in “Prologus Apologeticus” of Franciscus Titelmans: 119-139
* Daniele Giglio, Monsignor Carlo dei marchesi Benigni e la riforma di p. Federico da Novi alla Romita di Terni (1804-1815): 141-279
* Giuseppe Santarelli, Inedite testimonianze dei cappuccini sull’incendio scoppiato nella Santa Casa di Loreto nel 1921: 281-296
* Boris Ulianich, Joseph Lortz e il Nazismo: 297-327
* Valentí Serra de Manresa, Aportaciones artísticas del capuchino Efrén María de Kcynia en Barcelona: 329-348
Notae:
* Alberto Forni, Dante e la “selva oscura”: 349-359
* Felice Accrocca, Bernardino Ochino e l’evangelismo. A proposito di un libro recente: 361-382
* Willi Eisele, „Sprachbegabt, gefordert als Ordensmann, begrenzt als Diplomat.“ Laurentius von Brindisi OFMCap (1559-1619) im Fokus eines Fachkongresses in Wien im „Laurentius-Jahr“ (7.−9. November 2019): 383-390
* Onofrio Farinola, Santità di un novizio cappuccino: 391-398
* Leonhard Lehmann, Kleiner Bericht über eine große Geschichte einer jungen Diözese: 399-417
* Benedict Vadakkekara, Select News of Franciscan Scientific Activities in 2019: 419-444
* Recensiones: 445-539