giorgio pangaro | I am not in one (original) (raw)
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Papers by giorgio pangaro
Quelle: Amazon Venedig zählt zu jenen Orten, deren Faszinations-bzw. Anziehungskraft u. a. in ihr... more Quelle: Amazon Venedig zählt zu jenen Orten, deren Faszinations-bzw. Anziehungskraft u. a. in ihrer Zweideutigkeit liegt: Die Stadt liegt buchstäblich auf dem Meer und sorgt für malerische Blicke, ihre Architektur ist prachtvoll und erinnert an die goldenen Zeiten der Serenissima, dennoch ist das die eine Seite der Medaille. Die Kehrseite zeigt hingegen Unrat, Verfall und Fäulnis, das gehört auch schon längst zur Rezeption dieser Stadt. Diese Zweideutigkeit taucht auch in Thomas Manns Novelle Der Tod in Venedig, sowie in deren rund sechzig Jahre später erschienenen Verfilmung Morte a Venezia von Luchino Visconti auf. Aus diesem Grund scheint es hier angebracht, den Plural zu verwenden, um das Buch von Francesco Bono, Luigi Cimmino und Giorgio Pangaro zu besprechen. Es handelt sich nämlich um einen Sammelband über die Beziehung von Novelle und Film zueinander. Wie der Titel suggeriert, wagt man einen Vergleich (un confronto) zwischen beiden Werken und schon merkt der Leser die Vielseitigkeit des Sammelbandes: Was das Buch prägt, ist nämlich sein interdisziplinärer Ansatz, denn die Herausgeber sind ein Film-ein Theaterwissenschaftler und ein Philosoph, die den Gegenstand aus ihrer fachlichen Perspektive betrachten und somit für verschiedene Anregungen sorgen. Die vierzehn Beiträge dieses Sammelbandes sind von Musik-und Medienwissenschaftlern, Filmkritikern und Germanisten geschrieben worden, so ist das Spektrum der darin vertretenen Fächer derart breit, dass entsprechende Einsichten gewonnen werden können. Beides, Novelle und Film sind zwar mehrfach besprochen und interpretiert worden, auch im Rahmen des medienimpulse-online, bmbf, Valerio Furneri Rezension: Die Tode in Venedig/Morte a Venezia.
Quaderni d'italianistica
Recensioni / Book Reviews / Revues des Livres-313-(Abitare il vento) e Rugarli (La troga), su cui... more Recensioni / Book Reviews / Revues des Livres-313-(Abitare il vento) e Rugarli (La troga), su cui il critico non esprime giudizi, e un accenno a Il nome della Rosa, su cui Conti si dice d'accordo con Pischedda e la sua lettura in chiave contemporanea del famoso romanzo di Eco. Il quarto capitolo analizza alcuni testi degli anni Novanta, tempi in cui Conti colloca "l'inizio della riflessione" (127). Fra gli altri, l'autore studia il romanzo Aceto, Arcobaleno, di Erri De Luca, e ne mette in risalto il carattere quasi autobiografico del protagonista ex terrorista, assieme a una prosa solenne, lontana dal verosimile. Secondo Conti alcune delle pagine di De Luca "sono descrizioni tra le più riuscite all'interno della letteratura sugli 'anni di piombo'" (149). Fra le opere degli anni Zero, Conti sottolinea soprattutto Corpo di Stato, di Marco Baliani di cui ricorda l'ottica corale e l'impostazione binaria del racconto dell'uccisione di Moro e di Peppino Impastato, che condivisero la stessa data di esecuzione. Nelle brevissime conclusioni, Conti chiosa: "abbiamo voluto dimostrare come la letteratura italiana degli ultimi quaranta anni abbia saputo seguire, raccontare e spiegare gli 'anni di piombo'. […] Si tratta di un 'corpus' letterario che presenta molteplici punti di vista e che offre un'ampia varietà negli argomenti trattati" (200). Spesso, nota Conti, "si tratta di una letteratura militante (Fo e Volponi) e che si pone obiettivi di controinformazione, altre volte si è in presenza di un'alta testimonianza morale e civile (Sciascia)" (200).
Quelle: Amazon Venedig zählt zu jenen Orten, deren Faszinations-bzw. Anziehungskraft u. a. in ihr... more Quelle: Amazon Venedig zählt zu jenen Orten, deren Faszinations-bzw. Anziehungskraft u. a. in ihrer Zweideutigkeit liegt: Die Stadt liegt buchstäblich auf dem Meer und sorgt für malerische Blicke, ihre Architektur ist prachtvoll und erinnert an die goldenen Zeiten der Serenissima, dennoch ist das die eine Seite der Medaille. Die Kehrseite zeigt hingegen Unrat, Verfall und Fäulnis, das gehört auch schon längst zur Rezeption dieser Stadt. Diese Zweideutigkeit taucht auch in Thomas Manns Novelle Der Tod in Venedig, sowie in deren rund sechzig Jahre später erschienenen Verfilmung Morte a Venezia von Luchino Visconti auf. Aus diesem Grund scheint es hier angebracht, den Plural zu verwenden, um das Buch von Francesco Bono, Luigi Cimmino und Giorgio Pangaro zu besprechen. Es handelt sich nämlich um einen Sammelband über die Beziehung von Novelle und Film zueinander. Wie der Titel suggeriert, wagt man einen Vergleich (un confronto) zwischen beiden Werken und schon merkt der Leser die Vielseitigkeit des Sammelbandes: Was das Buch prägt, ist nämlich sein interdisziplinärer Ansatz, denn die Herausgeber sind ein Film-ein Theaterwissenschaftler und ein Philosoph, die den Gegenstand aus ihrer fachlichen Perspektive betrachten und somit für verschiedene Anregungen sorgen. Die vierzehn Beiträge dieses Sammelbandes sind von Musik-und Medienwissenschaftlern, Filmkritikern und Germanisten geschrieben worden, so ist das Spektrum der darin vertretenen Fächer derart breit, dass entsprechende Einsichten gewonnen werden können. Beides, Novelle und Film sind zwar mehrfach besprochen und interpretiert worden, auch im Rahmen des medienimpulse-online, bmbf, Valerio Furneri Rezension: Die Tode in Venedig/Morte a Venezia.
Quaderni d'italianistica
Recensioni / Book Reviews / Revues des Livres-313-(Abitare il vento) e Rugarli (La troga), su cui... more Recensioni / Book Reviews / Revues des Livres-313-(Abitare il vento) e Rugarli (La troga), su cui il critico non esprime giudizi, e un accenno a Il nome della Rosa, su cui Conti si dice d'accordo con Pischedda e la sua lettura in chiave contemporanea del famoso romanzo di Eco. Il quarto capitolo analizza alcuni testi degli anni Novanta, tempi in cui Conti colloca "l'inizio della riflessione" (127). Fra gli altri, l'autore studia il romanzo Aceto, Arcobaleno, di Erri De Luca, e ne mette in risalto il carattere quasi autobiografico del protagonista ex terrorista, assieme a una prosa solenne, lontana dal verosimile. Secondo Conti alcune delle pagine di De Luca "sono descrizioni tra le più riuscite all'interno della letteratura sugli 'anni di piombo'" (149). Fra le opere degli anni Zero, Conti sottolinea soprattutto Corpo di Stato, di Marco Baliani di cui ricorda l'ottica corale e l'impostazione binaria del racconto dell'uccisione di Moro e di Peppino Impastato, che condivisero la stessa data di esecuzione. Nelle brevissime conclusioni, Conti chiosa: "abbiamo voluto dimostrare come la letteratura italiana degli ultimi quaranta anni abbia saputo seguire, raccontare e spiegare gli 'anni di piombo'. […] Si tratta di un 'corpus' letterario che presenta molteplici punti di vista e che offre un'ampia varietà negli argomenti trattati" (200). Spesso, nota Conti, "si tratta di una letteratura militante (Fo e Volponi) e che si pone obiettivi di controinformazione, altre volte si è in presenza di un'alta testimonianza morale e civile (Sciascia)" (200).