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Books by Davide Zordan

Research paper thumbnail of In una stanza buia. Filosofia e teologia in dialogo, FBK Press, Trento 2014

Davvero, come sostiene una storiella attribuita a Bertrand Russell, filosofi e teologi sono conda... more Davvero, come sostiene una storiella attribuita a Bertrand Russell, filosofi e teologi sono condannati dalle loro stesse smodate ambizioni a brancolare come ciechi in una stanza buia? Possibile che non esista uno spazio per una conversazione sensata e istruttiva sulle cose ultime, che sappia fare tesoro della tradizione senza rinunciare a gettare uno sguardo sul futuro?
In questo libro, scritto a quattro mani da un filosofo e un teologo, ci si interroga sullo stato di salute delle religioni in un’epoca segnata in profondità dalla secolarizzazione. Di fronte alle difficoltà dell’impresa, gli autori scelgono la via feconda della collaborazione interdisciplinare, contando sulla condivisione di uno stato d’animo e di un’intuizione teorica di fondo. Il primo è lo stupore di fronte alla ricchezza, confusione e stranezza del mondo che ci circonda. La seconda è la convinzione che la risposta più adeguata a questo stupore possa scaturire solo da un’estensione dello sguardo e da un rinnovamento degli strumenti d’indagine.

Is it true, as claimed by a funny story attributed to Bertrand Russell, that philosophers and theologians are condemned by their own inordinate ambitions to grope like blind men in a dark room? Cannot there be space for a sensible and instructive conversation about the last things, which capitalizes on the tradition without giving up a glimpse of the future?
In this book, co-written by a philosopher and a theologian, hard questions are posed about religion’s predicament in an age marked by radical secularization. Faced with the difficulty of the task, the authors choose the fruitful path of interdisciplinary cooperation, relying on a common mood and a background theoretical intuition. The former is the wonder at the richness, confusion and strangeness of the world around us. The latter is the belief that the most suitable response to this wonder can only result from broadening the scope and renewing the tools of investigation.

Research paper thumbnail of La Bibbia a Hollywood. Retorica religiosa e cinema di consumo

Research paper thumbnail of Connaissance et mystère. L'itinéraire théologique de Louis Bouyer

Papers by Davide Zordan

Research paper thumbnail of Screening Piety, Invoking Fervour: The Strange Case of Italy's Televised Mass

This paper discusses the television broadcasting of Catholic Masses in Italy today from an interd... more This paper discusses the television broadcasting of Catholic Masses in Italy today from an interdisciplinary perspective that integrates theology with religion and media studies as well as television studies. After a brief overview of the history of television broadcasting of the Mass and a discussion of its rapid theological acceptance, the paper analyzes the unique success and "proliferation" of televised Masses in Italy. Looking at some of the common characteristics of televised Masses across Italian broadcasting channels, the paper concludes with a reflection on the specificity of (televised) Mass as a ritual action.

Research paper thumbnail of Fede, credenza e identità in questione: per una rilettura dialettica di tre categorie del linguaggio religioso

per una rilettura dialettica di tre categorie del linguaggio religioso Con il mio intervento mi p... more per una rilettura dialettica di tre categorie del linguaggio religioso Con il mio intervento mi propongo di analizzare, in una prospettiva di teologia fondamentale, il rapporto tra le categorie di "fede", "credenza" e "identità", a ciascuna delle quali, separatamente considerate, ho avuto modo di accostarmi nel corso delle mie ricerche. Indagando le differenze e i punti di tensione tra tali categorie, la riflessione critica della teologia, muovendo dallo specifico cristiano, può contribuire a una miglior comprensione delle tradizioni religiose e dei diversi modi di appartenervi, comprensione imprescindibile per chi abbia a cuore la loro convivenza pacifica e fruttuosa nella società europea contemporanea.

Research paper thumbnail of Il cinema, la fede e il visibile

Quando si parla delle potenzialità religiose del cinema, dei modi in cui il mezzo cinematografico... more Quando si parla delle potenzialità religiose del cinema, dei modi in cui il mezzo cinematografico riesce a onorare la dimensione spirituale offrendone una rappresentazione, una delle formule più ricorrenti è quella del "vedere" o "filmare l'invisibile". L'espressione, che risuona spesso in occasione dei convegni e si ritrova in varie pubblicazioni sul tema, sottolinea la capacità di rivelare che il cinema possiede, dando visibilità a qualcosa che in condizioni normali si sottrae alla nostra vista. È interessante notare che questo potere di rivelazione del cinema fu notato e celebrato fin dagli esordi della settima arte, ma non tanto in relazione al dato religioso. Molto semplicemente si notava come il cinema permettesse di "vedere l'invisibile" in maniera analoga ad altri dispositivi ottici capaci di estendere le capacità dell'occhio umano, come il cannocchiale o il microscopio. È chiaro che se l'invisibile si fa visibile, in questo contesto, non è per una accresciuta capacità di indagare le zone più misteriose e profonde dell'esperienza, ad esempio la dimensione spirituale, ma per un mero fatto tecnicoanche se questo poté apparire come un prodigio agli spettatori dei primi film proiettati.

Research paper thumbnail of Be Kind, Rewind: The Role of Reception in Christoph Theobald’s Reading of the Second Vatican Council

Research paper thumbnail of «Seipsum revelare»: fare esperienza di rivelazione in un mondo plurale

Laboratorio di lavoro sul Concilio Vaticano II Costituzione dogmatica Dei verbum Trento, 7 febbra... more Laboratorio di lavoro sul Concilio Vaticano II Costituzione dogmatica Dei verbum Trento, 7 febbraio 2013 «Seipsum revelare»: fare esperienza di rivelazione in un mondo plurale relazione di Davide Zordan (Fondazione Bruno Kessler)

Film Reviews by Davide Zordan

Research paper thumbnail of Quello iato tra non morire e vivere (I Croods)

Quello iato tra non morire e vivere lla base della scarsa considerazione che molte persone, una v... more Quello iato tra non morire e vivere lla base della scarsa considerazione che molte persone, una volta uscite dall'infanzia, nutrono nei confronti dei film d'animazione, c'è un dato tecnico ben preciso, anche se spesso non esplicitato come tale. Il fatto cioè che, nell'animazione, l'effetto del movimento è ottenuto non attraverso la macchina da presa, che "registra" tale movimento dal mondo reale, ma attraverso il proiettore. Non è tanto la natura "disegnata" dell'immagine a infastidire, quanto il fatto che ciò che è disegnato, realizzato con l'argilla, la plastilina o altro, non ha "vita" se non sullo schermo dove è proiettato, a differenza delle immagini fotografiche che certificano gesti e azioni esistenti prima che noi li vediamo riprodotti in sala. È per questo che siamo normalmente meno disposti a "credere" alle immagini di animazione, o, più esattamente, siamo più restii ad accordare loro quella sospensione di incredulità necessaria per accedere al piacere della fruizione cinematografica.

Research paper thumbnail of Prima del Verbo, l'immagine (Su Re)

Research paper thumbnail of Los Ultimos Cristeros

Articles by Davide Zordan

Research paper thumbnail of On Men, Roles and Rules: Nanni Moretti's Habemus Papam

This paper focuses on Nanni Moretti's Habemus Papam and in particular on its representation of th... more This paper focuses on Nanni Moretti's Habemus Papam and in particular on its representation of the interaction between religion and masculinity. In the light of gender studies, it asks which idea of masculinity, but also of fatherhood, Catholicism and its system of authority tend to encourage according to the film, and it assesses the opportunities for change that the film imaginatively explores. The analysis of the idea of masculinity investigates in particular the distinction between person and office, the necessity of which is dramatically illustrated in the film.

Research paper thumbnail of Seeing the Invisible, Feeling the Visible: Michel Henry on Aesthetics and Abstraction

Research paper thumbnail of Too Old for That Kind of Thing? Sexuality and Unshareable Desire in Dresen’s Cloud 9

Theology and Sexuality, 2010

Research paper thumbnail of Le stagioni di Kim Ki-duk: cinema e buddismo

co-edited books by Davide Zordan

Research paper thumbnail of L’imaginaire de l’apocalypse au cinéma

Paris, L’Harmattan, 2012 (Structures et pouvoirs des imaginaires) 196 p. ISBN 978-2-296-96971-1 , 2012

Apocalypse(s) ! Depuis ses débuts, le cinéma n’a cessé de projeter des images de fin du monde, de... more Apocalypse(s) ! Depuis ses débuts, le cinéma n’a cessé de projeter des images de fin du monde, de cristalliser sur grand écran les craintes suscitées aussi bien par le devenir collectif de l’humanité que par le sens de l’existence individuelle. Qu’il s’agisse d’une destruction planétaire filmée à grand renfort d’effets spéciaux ou d’un effondrement plus silencieux, les films apocalyptiques ne manquent pas de soulever les questions des fins dernières : Quel monde espérer après le chaos ? Qu’en est-il de la révélation ultime ?
Au cinéma, ces interrogations prennent les formes les plus diverses, alimentant une création foisonnante où les allusions au texte biblique côtoient les références à des périls réels ou fantasmés. Pour se pencher sur cet imaginaire apocalyptique, sont ici conviés des chercheurs de différentes provenances (spécialistes de l’expression artistique et théologiens), offrant une approche plurielle et critique, à la mesure de la richesse et des enjeux de ce type de cinéma. Tandis que la première partie aborde, en une série de plans d’ensemble, les traits dominants du genre, notamment à travers le prisme du film-catastrophe, la seconde partie se resserre sur une suite d’études consacrées à la dimension apocalyptique présente dans l’œuvre de réalisateurs marquants (Tarkovski, Herzog, Kieślowski, etc.) et de créateurs en art vidéo (Viola, Theys).

REVIEWS/ Odile RONDET, in : Communications [Canada] (2012) ; Morgane LERAY, in : Acta Fabula, Notes de lecture, http://www.fabula.org/revue/document7292.php (22/10/2012) ; Jean-Marie LANLO, in : Cinefilic (20/1/2013) www.cinefilic.com/2013/01/livre-limaginaire-de-lapocalypse-au (20/1/2013)"

Research paper thumbnail of In una stanza buia. Filosofia e teologia in dialogo, FBK Press, Trento 2014

Davvero, come sostiene una storiella attribuita a Bertrand Russell, filosofi e teologi sono conda... more Davvero, come sostiene una storiella attribuita a Bertrand Russell, filosofi e teologi sono condannati dalle loro stesse smodate ambizioni a brancolare come ciechi in una stanza buia? Possibile che non esista uno spazio per una conversazione sensata e istruttiva sulle cose ultime, che sappia fare tesoro della tradizione senza rinunciare a gettare uno sguardo sul futuro?
In questo libro, scritto a quattro mani da un filosofo e un teologo, ci si interroga sullo stato di salute delle religioni in un’epoca segnata in profondità dalla secolarizzazione. Di fronte alle difficoltà dell’impresa, gli autori scelgono la via feconda della collaborazione interdisciplinare, contando sulla condivisione di uno stato d’animo e di un’intuizione teorica di fondo. Il primo è lo stupore di fronte alla ricchezza, confusione e stranezza del mondo che ci circonda. La seconda è la convinzione che la risposta più adeguata a questo stupore possa scaturire solo da un’estensione dello sguardo e da un rinnovamento degli strumenti d’indagine.

Is it true, as claimed by a funny story attributed to Bertrand Russell, that philosophers and theologians are condemned by their own inordinate ambitions to grope like blind men in a dark room? Cannot there be space for a sensible and instructive conversation about the last things, which capitalizes on the tradition without giving up a glimpse of the future?
In this book, co-written by a philosopher and a theologian, hard questions are posed about religion’s predicament in an age marked by radical secularization. Faced with the difficulty of the task, the authors choose the fruitful path of interdisciplinary cooperation, relying on a common mood and a background theoretical intuition. The former is the wonder at the richness, confusion and strangeness of the world around us. The latter is the belief that the most suitable response to this wonder can only result from broadening the scope and renewing the tools of investigation.

Research paper thumbnail of La Bibbia a Hollywood. Retorica religiosa e cinema di consumo

Research paper thumbnail of Connaissance et mystère. L'itinéraire théologique de Louis Bouyer

Research paper thumbnail of Screening Piety, Invoking Fervour: The Strange Case of Italy's Televised Mass

This paper discusses the television broadcasting of Catholic Masses in Italy today from an interd... more This paper discusses the television broadcasting of Catholic Masses in Italy today from an interdisciplinary perspective that integrates theology with religion and media studies as well as television studies. After a brief overview of the history of television broadcasting of the Mass and a discussion of its rapid theological acceptance, the paper analyzes the unique success and "proliferation" of televised Masses in Italy. Looking at some of the common characteristics of televised Masses across Italian broadcasting channels, the paper concludes with a reflection on the specificity of (televised) Mass as a ritual action.

Research paper thumbnail of Fede, credenza e identità in questione: per una rilettura dialettica di tre categorie del linguaggio religioso

per una rilettura dialettica di tre categorie del linguaggio religioso Con il mio intervento mi p... more per una rilettura dialettica di tre categorie del linguaggio religioso Con il mio intervento mi propongo di analizzare, in una prospettiva di teologia fondamentale, il rapporto tra le categorie di "fede", "credenza" e "identità", a ciascuna delle quali, separatamente considerate, ho avuto modo di accostarmi nel corso delle mie ricerche. Indagando le differenze e i punti di tensione tra tali categorie, la riflessione critica della teologia, muovendo dallo specifico cristiano, può contribuire a una miglior comprensione delle tradizioni religiose e dei diversi modi di appartenervi, comprensione imprescindibile per chi abbia a cuore la loro convivenza pacifica e fruttuosa nella società europea contemporanea.

Research paper thumbnail of Il cinema, la fede e il visibile

Quando si parla delle potenzialità religiose del cinema, dei modi in cui il mezzo cinematografico... more Quando si parla delle potenzialità religiose del cinema, dei modi in cui il mezzo cinematografico riesce a onorare la dimensione spirituale offrendone una rappresentazione, una delle formule più ricorrenti è quella del "vedere" o "filmare l'invisibile". L'espressione, che risuona spesso in occasione dei convegni e si ritrova in varie pubblicazioni sul tema, sottolinea la capacità di rivelare che il cinema possiede, dando visibilità a qualcosa che in condizioni normali si sottrae alla nostra vista. È interessante notare che questo potere di rivelazione del cinema fu notato e celebrato fin dagli esordi della settima arte, ma non tanto in relazione al dato religioso. Molto semplicemente si notava come il cinema permettesse di "vedere l'invisibile" in maniera analoga ad altri dispositivi ottici capaci di estendere le capacità dell'occhio umano, come il cannocchiale o il microscopio. È chiaro che se l'invisibile si fa visibile, in questo contesto, non è per una accresciuta capacità di indagare le zone più misteriose e profonde dell'esperienza, ad esempio la dimensione spirituale, ma per un mero fatto tecnicoanche se questo poté apparire come un prodigio agli spettatori dei primi film proiettati.

Research paper thumbnail of Be Kind, Rewind: The Role of Reception in Christoph Theobald’s Reading of the Second Vatican Council

Research paper thumbnail of «Seipsum revelare»: fare esperienza di rivelazione in un mondo plurale

Laboratorio di lavoro sul Concilio Vaticano II Costituzione dogmatica Dei verbum Trento, 7 febbra... more Laboratorio di lavoro sul Concilio Vaticano II Costituzione dogmatica Dei verbum Trento, 7 febbraio 2013 «Seipsum revelare»: fare esperienza di rivelazione in un mondo plurale relazione di Davide Zordan (Fondazione Bruno Kessler)

Research paper thumbnail of Quello iato tra non morire e vivere (I Croods)

Quello iato tra non morire e vivere lla base della scarsa considerazione che molte persone, una v... more Quello iato tra non morire e vivere lla base della scarsa considerazione che molte persone, una volta uscite dall'infanzia, nutrono nei confronti dei film d'animazione, c'è un dato tecnico ben preciso, anche se spesso non esplicitato come tale. Il fatto cioè che, nell'animazione, l'effetto del movimento è ottenuto non attraverso la macchina da presa, che "registra" tale movimento dal mondo reale, ma attraverso il proiettore. Non è tanto la natura "disegnata" dell'immagine a infastidire, quanto il fatto che ciò che è disegnato, realizzato con l'argilla, la plastilina o altro, non ha "vita" se non sullo schermo dove è proiettato, a differenza delle immagini fotografiche che certificano gesti e azioni esistenti prima che noi li vediamo riprodotti in sala. È per questo che siamo normalmente meno disposti a "credere" alle immagini di animazione, o, più esattamente, siamo più restii ad accordare loro quella sospensione di incredulità necessaria per accedere al piacere della fruizione cinematografica.

Research paper thumbnail of Prima del Verbo, l'immagine (Su Re)

Research paper thumbnail of Los Ultimos Cristeros

Research paper thumbnail of On Men, Roles and Rules: Nanni Moretti's Habemus Papam

This paper focuses on Nanni Moretti's Habemus Papam and in particular on its representation of th... more This paper focuses on Nanni Moretti's Habemus Papam and in particular on its representation of the interaction between religion and masculinity. In the light of gender studies, it asks which idea of masculinity, but also of fatherhood, Catholicism and its system of authority tend to encourage according to the film, and it assesses the opportunities for change that the film imaginatively explores. The analysis of the idea of masculinity investigates in particular the distinction between person and office, the necessity of which is dramatically illustrated in the film.

Research paper thumbnail of Seeing the Invisible, Feeling the Visible: Michel Henry on Aesthetics and Abstraction

Research paper thumbnail of Too Old for That Kind of Thing? Sexuality and Unshareable Desire in Dresen’s Cloud 9

Theology and Sexuality, 2010

Research paper thumbnail of Le stagioni di Kim Ki-duk: cinema e buddismo

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Paris, L’Harmattan, 2012 (Structures et pouvoirs des imaginaires) 196 p. ISBN 978-2-296-96971-1 , 2012

Apocalypse(s) ! Depuis ses débuts, le cinéma n’a cessé de projeter des images de fin du monde, de... more Apocalypse(s) ! Depuis ses débuts, le cinéma n’a cessé de projeter des images de fin du monde, de cristalliser sur grand écran les craintes suscitées aussi bien par le devenir collectif de l’humanité que par le sens de l’existence individuelle. Qu’il s’agisse d’une destruction planétaire filmée à grand renfort d’effets spéciaux ou d’un effondrement plus silencieux, les films apocalyptiques ne manquent pas de soulever les questions des fins dernières : Quel monde espérer après le chaos ? Qu’en est-il de la révélation ultime ?
Au cinéma, ces interrogations prennent les formes les plus diverses, alimentant une création foisonnante où les allusions au texte biblique côtoient les références à des périls réels ou fantasmés. Pour se pencher sur cet imaginaire apocalyptique, sont ici conviés des chercheurs de différentes provenances (spécialistes de l’expression artistique et théologiens), offrant une approche plurielle et critique, à la mesure de la richesse et des enjeux de ce type de cinéma. Tandis que la première partie aborde, en une série de plans d’ensemble, les traits dominants du genre, notamment à travers le prisme du film-catastrophe, la seconde partie se resserre sur une suite d’études consacrées à la dimension apocalyptique présente dans l’œuvre de réalisateurs marquants (Tarkovski, Herzog, Kieślowski, etc.) et de créateurs en art vidéo (Viola, Theys).

REVIEWS/ Odile RONDET, in : Communications [Canada] (2012) ; Morgane LERAY, in : Acta Fabula, Notes de lecture, http://www.fabula.org/revue/document7292.php (22/10/2012) ; Jean-Marie LANLO, in : Cinefilic (20/1/2013) www.cinefilic.com/2013/01/livre-limaginaire-de-lapocalypse-au (20/1/2013)"