silvia malcovati | Fachhochschule Potsdam (original) (raw)

Papers by silvia malcovati

Research paper thumbnail of Concorso per l'ampliamento della scuola professionale Savoy a merano (BZ)

Il volume raccoglie i lavori selzionati per il premio "Under 40. Rassegna nuove proposte di ... more Il volume raccoglie i lavori selzionati per il premio "Under 40. Rassegna nuove proposte di architettura", promosso dalla Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti. Il contributo presentato e il progetto di concorso per l'ampliamento della scuola professionale Savoy a Merano. Il bando prevedeva la realizzazione di due scuole distinte (ampliamento della scuola professionale alberghiera e nuova sistemazione della scuola professionale provinciale per le scienze sociali), dimensionalmente diverse tra loro e con una cubatura elevata in relazione alla superficie dell'area e alla altezza massima consentita. La proposta progettuale lavora sulla volumetria dell'impianto, rinunciando a una soluzione architettonica differente per le due scuole e scegliendo di realizzare un edificio unitario dalla forte identita architettonica

Research paper thumbnail of The notion of the Total Work of Art and Italian Building Culture after World War II

L'idea di Gesamtkunstwerk e la cultura architettonica italiana del secondo dopoguerra. Nel 19... more L'idea di Gesamtkunstwerk e la cultura architettonica italiana del secondo dopoguerra. Nel 1953 Ernesto Nathan Rogers assume la direzione della rivista «Casabella» e, con un gesto tutt'altro che simbolico, ne cambia il titolo in «Casabella-continuita», dando l'avvio in Italia a un processo di revisione del Moderno che, contro slogan e schematismi ideologici, fonda la ricerca architettonica sul «senso della storia» e sul «mondo della vita». Una vera e propria rivoluzione culturale e pedagogica, che vede il progetto di architettura come momento conoscitivo, aperto all'esperienza del presente ma saldamente ancorato alla memoria del passato, attento alla qualita estetica non meno che alla dimensione etica, al valore civile delle opere di architettura. Non e un caso che alla redazione collaborino, prima che storici e critici dell'architettura, quei giovani architetti (tra cui Vittorio Gregotti, Aldo Rossi e Giorgio Grassi) che di li a poco tradurranno il suo insegnamento in un pensiero originale e consapevole rivolto insieme alla teoria e alla pratica dell'architettura. Nell'arco di pochi mesi, tra il dicembre del 1959 e il giugno del 1960, escono tre numeri monografici, dedicati a Adolf Loos (233/novembre 1959), Henry van de Velde (237/marzo 1960) e Peter Behrens (240/dicembre 1960). Non si tratta di pubblicazioni celebrative ne del tentativo di riscattare figure scomode o dimenticate, ma dell'inizio di una riflessione tesa a scardinare i luoghi comuni della critica "ufficiale" a favore di una visione aperta e progressiva della modernita, che, nel segno della continuita, cerca non «maestri» - dice Rogers - ma «padri fondatori». A partire da queste pubblicazioni, il presente contributo si propone di analizzare il significato del lavoro di questi «padri» all'interno del dibattito italiano degli anni Sessanta e Settanta e di riportarlo, nella misura del possibile, all'attualita, come materia viva per il progetto contemporaneo. Come scrive Rogers nel suo editoriale del marzo 1960: «(…) nessuna commemorazione sarebbe stata piu gradita a Henry van de Velde quanto quella di farlo sentire come una presenza: non come qualcosa che si e chiuso, ma come qualcosa che continua e si perpetua, trasformandosi in noi. Come cio che inspiriamo ed espiriamo, accettiamo e rifiutiamo per favorire le mutazioni della nostra vita e produrre, con le energie acquisite, nuovo lavoro»

Research paper thumbnail of Der Meister. Ritratto di Giorgio Grassi in quattro atti

Il volume affronta l'esperienza di alcuni maestri dell'architettura italiana, in particol... more Il volume affronta l'esperienza di alcuni maestri dell'architettura italiana, in particolare della generazione a cavallo degli anni Trenta del secolo scorso, che hanno vissuto le grandi trasformazioni del secondo dopoguerra, raccontata dagli allievi della generazione piu giovane. Il saggio e dedicato alla figura dell'architetto milanese Giorgio Grassi (classe 1935) e affronta il suo lavoro da quattro punti di vista (i dati biografici, il mestiere dell'architetto, la scrittura di architettura e la scuola) con l'obiettivo di mettere in luce la stretta relazione che lega nella sua opera la ricerca teorico-analitica e la pratica del progetto, ed entrambe al dell'architettural'insegnamento

Research paper thumbnail of Per essere architetti ci vuole un maestro. Note sull’idea composizione negli scritti e nei progetti di Costantino Patestos

Se l'incontro tra un docente e uno studente presuppone sempre un oggetto da cui partire, il l... more Se l'incontro tra un docente e uno studente presuppone sempre un oggetto da cui partire, il lavoro e l'opera del docente stesso, il suo punto di vista sull'architettura e sulla realta, sono uno stimolo essenziale. Senza questo contatto diretto e difficile che gli studenti possano affrontare positivamente il complesso e spesso frustrante percorso del progetto e amare l'architettura come mestiere, senza confonderla con un semplice gesto creativo o artistico. E, nello stesso tempo, senza un terreno di confronto diretto e aperto, sara molto difficile che un professore possa esprimere al meglio le proprie specifiche attitudini, e insieme anche i propri dubbi, per stimolare curiosita e entusiasmo nei propri allievi. E questo il senso che attribuisco alla scelta di Costantino Patestos di pubblicare un libro con i propri progetti di architettura, elaborati e disegnati nel corso di circa vent'anni e non realizzati, e il senso, forse, dell'attesa del titolo: attesa di essere costruiti, certamente, ma anche di essere messi in discussione

Research paper thumbnail of La casa dell'architetto: Torino-Maggiora

Le due case di Antonelli, l'immobile di via Vanchiglia a Torino e la villa paterna a Maggiora... more Le due case di Antonelli, l'immobile di via Vanchiglia a Torino e la villa paterna a Maggiora, rappresentano il tema della casa dell'architetto in una accezione particolare: piu che di casa-studio si potrebbe parlare per entrambe, a diverso titolo, di "casa-laboratorio", nel senso che Antonelli continua a lavorarci ininterrottamente nel tempo, anche a costruzione ultimata, utilizzandole come cantiere aperto di sperimentazione di nuove soluzioni costruttive e architettoniche

Research paper thumbnail of Emilio Isgrò. Attitudine analitica e vocazione poetica

Recensione della mostra "Emilio Isgro. Fratelli d'Italia", Milano, Galleria Gruppo ... more Recensione della mostra "Emilio Isgro. Fratelli d'Italia", Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese, 20 marzo - 13 giugno 2009. Siciliano, classe 1937, Emilio Isgro e un personaggio che sfugge a qualsiasi tentativo di classificazione. Esordisce come poeta, lavora come giornalista, si interessa all'arte, al cinema e alla musica, partecipa attiva- mente alla vita culturale milanese della fine degli anni '50 e poi a quella veneziana negli anni '60, per divenire, di nuovo a Milano negli anni '70, artista visivo e romanziere, drammaturgo ma anche critico e teorico. Nel complesso e contraddittorio quadro della cultura del tempo, Isgro e un intellettuale colto e attento, osservatore sempre vigile, censore implacabile, protagonista reattivo ai piu diversi stimoli della cultura e della societa, testimone di una lunga stagione, oltre mezzo secolo, che lo vede al fianco di grandi personaggi, ma sempre solo in prima linea, impegnato nella lotta contro i luoghi comuni e l'assopirsi della coscienza, a "cancellare" i confini della poesia e dell'arte

Research paper thumbnail of Una vita per il design

Recensione della mostra "Scoprire il design. La collezione Alexander von Vegesack", Pin... more Recensione della mostra "Scoprire il design. La collezione Alexander von Vegesack", Pinacoteca Agnelli, Torino, 20 marzo - 6 luglio 2008. L'esposizione e prima ancora che una mostra sul design, una mostra sul collezionismo, sulle sue ragioni, sulle scelte e sul senso dell'esporre. La collezione von Vegesack e, infatti, una collezione particolare, che si potrebbe definire "biografica", o "esistenziale", nella misura in cui non e classificabile se non in stretta relazione con il suo proprietario. La sua vita e la sua storia

Research paper thumbnail of Architettura e realismo. Torino Napoli Milano 2012/2013. Programma

Research paper thumbnail of Agostino Renna e Milano. Una esperienza istruttiva/Agostino Renna and Milan. An instructing experience

Il saggio ripercorre l'esperienza professionale e didattica di Agostino Renna, con particolar... more Il saggio ripercorre l'esperienza professionale e didattica di Agostino Renna, con particolare riferimento agli anni trascorsi a Milano e al suo rapporto con l'architetto milanese Giorgio Grassi. A partire dalla comune esperienza alla Facolta di Architettura di Pescara, alla fine degli anni Sessanta, Reanna e Grassi, insieme a un gruppo di amici e collaboratori, pongono le basi per la discussione sull'insegnamento e la pratica della composizione architettonica in Italia, in stretta relazione con le ricerche sull'Architettura Razionale. I due architetti, inoltre, firmano insieme tre progetti: il concorso per Lutzowplatz a Berlino (1981), il piano di recupero del centro storico di Teora, Avellino (1981), il concorso per l'area del Prinz Albrecht Palais a Berlino (1984). Progettare con Agostino Renna, scrive Grassi, era «un'esperienza unica e gratificante, il piacere di fare insieme un progetto, di farlo nascere insieme discutendo senza fretta, quasi come senza intervenire e lasciando le cose andare da sole al loro posto […] il nostro progettare insieme e sempre stato un discutere senza fretta e un condividere». A partire dall'analisi di questi lavori lo scritto affronta i principali temi del dibattito teorico contemporaneo: la citta e i suoi elementi costitutivi (gli isolati urbani, la strada, la piazza), la costruzione e la ricostruzione dell'architettura e con essa il problema dell'indeterminatezza, del frammento e dell'impossibilita di costruire o ricostruire una totalita del linguaggio architettonico.

Research paper thumbnail of Nuove residenze nella città compatta. Progetti per il quartiere di San Salvario a Torino

New dwelling in the compact city. Projects for the district of San Salvario in Turin. This resear... more New dwelling in the compact city. Projects for the district of San Salvario in Turin. This research was born from a dual need. The first can be expressed as the contingent necessity and is linked to a specific case study, the redevelopment and transformation of the San Salvario district in Turin. This area consists in an orthogonal grid of late nineteenth and early twentieth century blocks , with a discontinuous structure due to the presence of plots which have never been developed or were destroyed during the Second World War, and continue to be unresolved, as a consequence of neglect or planning indecision. The second need can be expressed as a permanent idea and is the concept of the continuity of the historical city, offering a chance to reflect on the meaning of block and neighborhood in urban contemporary design. The overall objectives of the research are to confirm the role of the compact city as a fundamental settlement principle of great cultural and social value, and to demonstrate its feasibility, also in terms of environmental sustainability, through housing development projects that fit into the existing urban context thereby completing and transforming the existing structures. This research is based on the principle that analysis and design complement each other, and on the idea that knowledge is essential to carry out this transformation process. An analysis of the urban texture of the city was made using historical maps, retracing existing buildings, recognizing the permanent elements and typologies of the historical city followed by an analysis of the relationship between the solid and empty spaces and of the paths and the permeability of the spaces. Finally, are constructed study and project models of the areas of intervention as well as of the individual buildings. The products of the analytical phase are basically a series of historical and analytical maps (construction phases, groups of buildings and housing) and a typological survey of the ground floors, as a summary of the study of the city. The design choices are aimed at re-establishing a close relationship between housing and the street - or square - as an element of public space construction, in continuity with the ideas, experiences and examples of the ancient city. In particular, the proposed projects, impacting on the urban morphology through volumetric definition and typological choices, propose to investigate the relationship between the collective dimension of urban spaces and the private dimension of living, by relating the shape of the building to the shape of the open spaces. The theme of living is developed not only through the definition of functional and distributive aspects, but especially by the comparison with the urban block and the historical pattern of the city, taking the volumetric and compositional issue as a key element for the design of contemporary architecture but also as a yardstick to judge the city's past. The architectural design, thus, can reveal the potential of a "contemporary use" of the compact city, highlighting its meaning and claiming the eminently collective motivation behind every architecture

Research paper thumbnail of L'"urbanistica elementare" del razionalismo italiano

In una stagione di slogan e programmi come quella che caratterizza i primi decenni del Novecento,... more In una stagione di slogan e programmi come quella che caratterizza i primi decenni del Novecento, tra movimenti d'avanguardia e condizionamenti politici, il cosiddetto "Razionalismo Italiano" e ricordato all'interno dell'esperienza del moderno principalmente in relazione alle sue architetture: ad alcune architetture-manifesto che pongono in primo piano questioni legate alla figurativita e alla espressivita dell'oggetto costruito. « (…) I razionalisti - scrive Enrico Mantero - sono visti esclusivamente come "architetti", o perlomeno con questa etichetta limitativa, tralasciandone il ruolo di urbanisti e di precorritori di questioni ancora oggi attuali». In realta il progetto della citta rappresenta nell'esperienza del Razionalismo Italiano un tema altrettanto importante, ma forse piu complesso e di difficile definizione, per la diversita delle posizioni e la molteplicita delle realizzazioni, soprattutto se confrontato con la contemporanea situazione europea

Research paper thumbnail of I quartieri milanesi del dopoguerra

Recensione del volume AA.VV., "Quartieri Milano", un progetto di gruppo A12 + Stephen W... more Recensione del volume AA.VV., "Quartieri Milano", un progetto di gruppo A12 + Stephen Waddell, Comune di Milano, 2002. Il "progetto" (mostra+catalogo), si propone di analizzare le trasformazioni (fisiche e dei modi d'uso) della citta contemporanea, a partire dal caso concreto di alcuni quartieri milanesi del secondo dopoguerra. Quei quartieri nati per volonta pubblica, come manifesto della nuova democrazia e di una nuova idea di citta, che hanno rappresentato uno dei momenti piu alti della riflessione della cultura milanese e italiana sul tema dell'abitazione, e che rappresentano ancora, in quanto elementi fisici, costruiti, che si confrontano con la citta di oggi, dei modelli discussi ma insuperati

Research paper thumbnail of Ampliamento del Cimitero di Città a Lugo (Ravenna)

Pubblicazione del progetto terzo classificato al Concorso internazionale per l'Ampliamento de... more Pubblicazione del progetto terzo classificato al Concorso internazionale per l'Ampliamento del cimitero di citta a Lugo (RA). A partire dalle condizioni poste dal bando di concorso, il progetto ha cercato di rispondere adeguatamente a tutti i requisiti previsti per il nuovo ampliamento, funzionali e rappresentativi, e insieme di sviluppare e approfondire anche i temi legati alla definizione dei caratteri del luogo e agli elementi della sua costruzione: il rapporto con il paesaggio agrario circostante e con il verde urbano, la relazione del nuovo cimitero con l'impianto esistente, i tipi e i modi dell'architettura di questa regione e di questa citta. La soluzione proposta si inserisce cosi nel contesto complessivo del cimitero, mantenendo tuttavia anche una relativa autonomia funzionale, formale e figurativa: il nuovo impianto e chiaramente riconoscibile nell'insieme, cosi come anche nella definizione dei singoli stralci esecutivi

Research paper thumbnail of Il razionalismo italiano e l'architettura della città

La complessita del razionalismo italiano, la sua particolarita, addirittura la sua "stranezz... more La complessita del razionalismo italiano, la sua particolarita, addirittura la sua "stranezza" rispetto alle contemporanee esperienze europee sono da sempre al centro della critica e della storiografia architettonica dell'Italia tra le due guerre. In questa "particolarita" risiede, tra le altre cose, anche l'intensita e la specificita del rapporto che l'architettura italiana elabora con il progetto della citta. Se infatti il razionalismo e ricordato all'interno dell'esperienza del moderno in Italia innanzitutto in relazione alle sue architetture - ad alcune architetture-manifesto che esaltano la figurativita e l'espressivita iconica dell'oggetto costruito - e in realta il progetto della citta, o meglio, nella citta il tema rispetto al quale la cultura italiana esprime i risultati piu convincenti. Nonostante una dipendenza iniziale da Austria e Germania, la cultura italiana mostra una specifica connotazione "realista" e "nazionale", che fa si che l'architettura razionale accolga le istanze del moderno internazionale con entusiasmo ma al tempo stesso con un certo scetticismo e con una forte consapevolezza delle proprie specificita culturali e delle proprie radici, favorendo quella relazione tra architettura e citta che e il carattere fondamentale dell'architettura italiana del Novecento. Indipendentemente dalla scala del progetto - interventi sul centro delle citta, interventi alla scala del quartiere o citta di fondazione - e dalle contrapposizioni ideologiche - Terragni vs. Piacentini - il tema della citta assume, dunque, nella discussione sull'architettura razionale in Italia, nella teoria e nella pratica, un ruolo centrale. Die Komplexitat des italienischen Rationalismus, seine Eigenart, sogar seine Seltsamkeit in Bezug auf die europaische Baugeschichte jener Zeit, stehen seit je im Zentrum des architekturkritischen Diskurses Italiens zwischen den beiden Weltkriegen. Zu dieser Eigenart gehort unter anderem auch die besondere und sehr intensive Auseinandersetzung der italienischen Architektur mit dem Stadtentwurf. Der Rationalismus wird im Rahmen der Moderne in Italien durch einige uberaus bemerkenswerte Bauwerke, regelrechte Ikonen der gestalterischen objektorientierten Ausdruckskraft moderner Baukunst, erwahnt, doch die grosten Leistungen erbrachte er auf dem Gebiet der Stadtarchitektur, oder genauer: der Architektur in der Stadt. Trotz einer anfanglichen Orientierung an osterreichischen und deutschen Vorbildern zeigte die italienische Baukultur eine „nationale" und „realistische" Auspragung. Die rationale Architektur griff die internationalen Impulse zwar begeistert auf, bewahrte sich aber zugleich eine gewisse Skepsis und eine klare Ruckbesinnung auf die eigenen wurzeln, im Bewusstsein der eigenen kulturellen Tradition, die im mediterranen Raum, vor allem jedoch in Italien, seit der antike eine ausgepragt urbane Kultur ist. Daraus entwickelte sich jene Spannung zwischen dem einzelnen Bauwerk und dem gesamten Stadtbild, die zu den eigentumlichsten Zugen der italienischen Architektur des 20. Jahrhunderts gehort. Unabhangig vom jeweiligen Projektmasstab - ob eingriffe in die Altstadt, neue Wohnviertel oder Grundungsstadte - und jenseits auch der ideologischen Grabenkampfe - etwa Terragni versus Piacentini - stand, sowohl in der Theorie als auch in der Praxis, das Thema der Stadt im Zentrum des rationalistischen Architekturdiskurses in Italien. Die sicher pragende Kontroverse zwischen Giuseppe Terragni (1904-1943) und Marcello Piacentini (1881-1960) lasst sich aber nicht auf ein einfaches Schema geographischer Rivalitat reduzieren: es geht um mehr als um die Gegenuberstellung zwischen dem Mailander (und generell norditalienischen) Minimalismus und dem geschichtstrachtigen Romischen Modernismus. Beide Architekten hatten stets das komplexe Ganze des Stadtraums im auge, und beiden war stets klar, dass Stadtbaukunst etwas anderes ist als die eher technisch und administrativ ausgerichtete Stadtplanung. Terragnis groste Leistung war nicht die Realisierung gekonnter Denkmaler oder formschoner Funktionsbauten, sondern die raffinierte Einfugung seiner werke in das vorhandene Stadtbild und die harmonische Gestaltung offentlicher Raume. er arbeitete uber die historisch gewordene „Wohnlichkeit" und die kollektiven Raume mit einer reichen typologischen Artikulation, in enger Beziehung zum bestehenden Stadtgefuge und zu den historischen Platzen der Stadt. In diese Richtung ging der Bauleitplan von Como (1934), den Terragni auf der Iv. CIaM vorstellte, ubrigens eben derselben Konferenz, die auf Betreiben von Le Corbusier die Charta von Athen (1933) unterzeichnete. ebenso wenig darf die unzweifelhafte Nahe Piacentinis zu den vorgaben des Regimes, zu einer vor- schnellen Etikettierung seiner Stadtplanung als Beispiel faschistischer Architektur fuhren: Piacentini mas der Gestaltung des offentlichen Raumes groste Bedeutung bei, sicher auch als Trager reprasentativer aufgaben, vor allem jedoch als Raum urbaner Kultur und…

Research paper thumbnail of Una casa è una casa. Logica e tautologia nell'opera di Giorgio Grassi

Secondo la consuetudine cara a Giorgio Grassi, di scegliere per i propri scritti titoli presi a p... more Secondo la consuetudine cara a Giorgio Grassi, di scegliere per i propri scritti titoli presi a prestito, letteralmente, da altri autori, anche di discipline diverse dall'architettura , non ho resistito alla tentazione di compiere la stessa operazione anche per questa raccolta di saggi dedicata all'approfondimento critico del suo pensiero e della sua opera. Il libro a cui mi riferisco e di Alberto Moravia e si intitola "Una cosa e una cosa". E un libro del 1967, in cui mi sono imbattuta per caso, attratta proprio da questo titolo tautologico che richiamava alla mia mente alcune riflessioni sul problema della conoscenza e del linguaggio, caratteristici della filosofia e dell'estetica del secondo dopoguerra, che hanno attraversato e segnato il pensiero di Grassi sull'architettura, e hanno avuto un ruolo importante nella mia formazione. Ma al di la di questa semplice assonanza, «una cosa e una cosa», quindi «una casa e una casa», ho trovato nel libro di Moravia molte piu ragioni per una riflessione critica allargata sull'architettura di Grassi come visione e interpretazione della realta. Il libro, una raccolta di quarantaquattro racconti brevi, tutti in prima persona, si configura come una vera e propria indagine sui modi dell'esperienza e piu in generale sul rapporto dell'io con la realta che lo circonda Proprio all'interno di questa dialettica tra soggettivo e oggettivo, tra individuale e universale, come momenti entrambi necessari del processo della conoscenza, si sviluppa secondo me il pensiero di Giorgio Grassi sull'architettura, in una tensione verso una ricerca del «senso» delle cose guidata dalla massima razionalita possibile, dove l'io aderisce alle cose per coincidere con esse, e le cose diventano, appunto, cose e basta

Research paper thumbnail of Scultura e architettura

Recensione della mostra "Anselm Kiefer. I sette Palazzi Celesti", Milano, Hangar Bicocc... more Recensione della mostra "Anselm Kiefer. I sette Palazzi Celesti", Milano, Hangar Bicocca, 24 settembre - 7 dicembre 2004. I sette palazzi celesti e la mostra inaugurale di un nuovo spazio milanese dedicato all'arte contemporanea: un luogo misterioso, ai confini della citta, un enorme hangar metallico sospeso nel tempo. E un vero viaggio iniziatico quello che la scelta localizzativa dell'esposizione impone alla scoperta della periferia industriale di Milano: e gia per questo si stabilisce un rapporto, forse non programmato, ma inevitabile, tra il contenitore architettonico e il contenuto artistico. Ma la relazione e ancora piu profonda: dentro l'hangar ci sono sette "torri", architetture nell'architettura. Da lontano potrebbero sembrare gigantesche colonne doriche: massicce, scanalate, sommariamente finite. C'e qualcosa di arcaico, di mitico, in questa rozza tettonica, ma anche di immediatamente attuale: in questo equilibrio precario che Kiefer mette in scena possiamo riconoscere un cantiere aperto, una citta in rovina, il preludio di un grattacielo o una baraccopoli in verticale

Research paper thumbnail of Vom Modell zum Typus: Potsdams italienische Palazzi und die architektonische Nachahmung / Dal modello al tipo: i palazzi "italiani" di Potsdam e la questione dell'imitazione in architettura

"(...) Il modello, inteso secondo la esecuzione pratica dell'arte, e un oggetto che si d... more "(...) Il modello, inteso secondo la esecuzione pratica dell'arte, e un oggetto che si deve ripeter tal qual'e; il tipo e, per lo contrario, un oggetto, secondo il quale ognuno puo concepire delle opere, che non si rassomiglieranno punto fra loro.Tutto e preciso e dato nel modello; tutto e piu o men vago nel tipo". La definizione di Tipo fornita da Quatremere de Quincy nel 1832, rappresenta l'epilogo di quella che si potrebbe definire la questione dell'imitazione nell'architettura tra Settecento e Ottocento. Una questione che si consuma a Potsdam nell'arco di un secolo, quello che divide il regno di Federico II da quello di Federico Gugliemo IV, e si misura nella distanza che separa la copia filologica dei palazzi di Hildebrant, von Gontard, Knobelsdorff o Unger dal metodo logico-analitico delle architetture di Schinkel e Persius. Il Settecento e il secolo della internazionalizzazione dell'architettura e la questione dell'imitazione nasce proprio da una disponibilita senza precedenti di modelli a cui fare riferimento: mai prima di allora si assiste ad una cosi ampia diffusione in Europa di libri e immagini di architettura e i progettisti - ma ancora piu spesso i loro committenti - si confrontano per vie che esulano dalla frequentazione personale e dall'esperienza diretta delle opere: solo pochi conoscono perso- nalmente l'architettura italiana, quasi nessuno quella greca, ma molti ne hanno una conoscenza bibliografica, e, cosa ben piu importante, iconografica. A testimonianza di questo fenomeno, comincia dal 1740 un rap- porto di Potsdam con l'Italia attraverso Federico il Grande, che in Italia non e mai andato - lo fara quasi un secolo dopo Federico Guglielmo IV - e assume i contorni di una operazione culturale di respiro internazionale che parte da Venezia e arriva a Berlino passando per Londra. E infatti a partire da una raccolta di incisioni di palazzi romani e di disegni di Palladio, ricevuti dal conte Algarotti e tramite Lord Burlington, che Federico II si innamora dell'Italia, e decide di trasformare l'architettura del suo rifugio d'elezione, l'avamposto mili- tare di Potsdam, in quella di una citta rinascimentale italiana. I palazzi di Potsdam si collocano pienamente, in linea con l'estetica barocca, nell'ambito della copia di modelli, cioe della replica di architetture, o di parti di esse, gia costruite altrove o anche solo disegnate: facciate di rappresentanza di celebri dimore nobiliari romane e palladiane vengono applicate, con valore puramente scenografico, a un tessuto di modeste case borghesi, mutandone radicalmente il carattere e il ruolo nella citta. Il presente contributo ha come obiettivo un'analisi compositiva del rapporto tra copia e modello nel caso specifico di alcuni palazzi costruiti tra il 1752 e il 1776, ed esplicitamente riferiti a opere palladiane o del Rinascimento romano, cercando di mettere in discussione il rapporto tra costruzione e immagine dell'architettura della citta, a partire da problemi come autenticita e mistificazione, regola ed eccezione, continuita e discontinuita nel tessuto urbano. Temi che, in costante riferimento all'architettura italiana, pongono le basi per la ricezione e l'elaborazione della nozione di tipo che con Friedrich Gilly e poi con Schinkel consentira un uso dei riferimenti piu aperto e progressivo, che porta dritto all'architettura moderna

Research paper thumbnail of 1861-1961: realtà e sogno nella costruzione di Torino

Recensione del volume di Sergio Pace, Cristiana Chiorino, Michela Rosso, "Italia 61. Identit... more Recensione del volume di Sergio Pace, Cristiana Chiorino, Michela Rosso, "Italia 61. Identita e miti nelle celebrazioni per il centenario dell'Unita d'Italia", Torino, Allemandi, 2005. Il libro ripercorre attraverso tre saggi la vicenda storica e architettonica delle celebrazioni per il primo centenario dell'Unita d'Italia. S. Pace traccia un quadro preciso ed efficace del clima politico, economico, sociale e culturale all'interno del quale maturano la decisione di queste celebrazioni e la scelta di Torino -prima capitale d'Italia nel 1861- quale sede deputata. Un complesso intreccio di interessi che mescolano, con la sottile e non sempre occulta regia della FIAT, ideologia e cultura, simbologia e costume in una citta in trasformazione, spaccata tra volonta di modernizzazione e conflitti sociali, messa in scena del sogno progressista e reale trasformazione urbana

Research paper thumbnail of Politecnico Bovisa. I progetti per l'area dei gasometri

Research paper thumbnail of Il falò delle vanità

Recensione della mostra "Gli anni 80. Il trionfo della pittura", Monza, Serrone della V... more Recensione della mostra "Gli anni 80. Il trionfo della pittura", Monza, Serrone della Villa Reale e Arengario, 17 ottobre 2009 - 14 febbraio 2010. Gli Anni '80 sono stati anni di eccessi ed esagerazioni, di euforia e leggerezza, anni intensi bruciati in fretta, e che si ha avuto fretta di dimenticare. In architettura gli anni del Postmoderno, all'insegna del formalismo, della scenografia, di uno storicismo disimpegnato e spregiudicato. In questi anni si e consumata una vera e propria rivoluzione nel mondo del linguaggio e della comunicazione che ha investito la moda, la musica, il design, il cinema, la letteratura, e anche le arti e la pittura, in particolare. Una rivoluzione tutta estetica delle forme e delle immagini, in equilibrio tra euforia e inquietudine, leggerezza e spaesamento, senso di vuoto

Research paper thumbnail of Concorso per l'ampliamento della scuola professionale Savoy a merano (BZ)

Il volume raccoglie i lavori selzionati per il premio "Under 40. Rassegna nuove proposte di ... more Il volume raccoglie i lavori selzionati per il premio "Under 40. Rassegna nuove proposte di architettura", promosso dalla Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti. Il contributo presentato e il progetto di concorso per l'ampliamento della scuola professionale Savoy a Merano. Il bando prevedeva la realizzazione di due scuole distinte (ampliamento della scuola professionale alberghiera e nuova sistemazione della scuola professionale provinciale per le scienze sociali), dimensionalmente diverse tra loro e con una cubatura elevata in relazione alla superficie dell'area e alla altezza massima consentita. La proposta progettuale lavora sulla volumetria dell'impianto, rinunciando a una soluzione architettonica differente per le due scuole e scegliendo di realizzare un edificio unitario dalla forte identita architettonica

Research paper thumbnail of The notion of the Total Work of Art and Italian Building Culture after World War II

L'idea di Gesamtkunstwerk e la cultura architettonica italiana del secondo dopoguerra. Nel 19... more L'idea di Gesamtkunstwerk e la cultura architettonica italiana del secondo dopoguerra. Nel 1953 Ernesto Nathan Rogers assume la direzione della rivista «Casabella» e, con un gesto tutt'altro che simbolico, ne cambia il titolo in «Casabella-continuita», dando l'avvio in Italia a un processo di revisione del Moderno che, contro slogan e schematismi ideologici, fonda la ricerca architettonica sul «senso della storia» e sul «mondo della vita». Una vera e propria rivoluzione culturale e pedagogica, che vede il progetto di architettura come momento conoscitivo, aperto all'esperienza del presente ma saldamente ancorato alla memoria del passato, attento alla qualita estetica non meno che alla dimensione etica, al valore civile delle opere di architettura. Non e un caso che alla redazione collaborino, prima che storici e critici dell'architettura, quei giovani architetti (tra cui Vittorio Gregotti, Aldo Rossi e Giorgio Grassi) che di li a poco tradurranno il suo insegnamento in un pensiero originale e consapevole rivolto insieme alla teoria e alla pratica dell'architettura. Nell'arco di pochi mesi, tra il dicembre del 1959 e il giugno del 1960, escono tre numeri monografici, dedicati a Adolf Loos (233/novembre 1959), Henry van de Velde (237/marzo 1960) e Peter Behrens (240/dicembre 1960). Non si tratta di pubblicazioni celebrative ne del tentativo di riscattare figure scomode o dimenticate, ma dell'inizio di una riflessione tesa a scardinare i luoghi comuni della critica "ufficiale" a favore di una visione aperta e progressiva della modernita, che, nel segno della continuita, cerca non «maestri» - dice Rogers - ma «padri fondatori». A partire da queste pubblicazioni, il presente contributo si propone di analizzare il significato del lavoro di questi «padri» all'interno del dibattito italiano degli anni Sessanta e Settanta e di riportarlo, nella misura del possibile, all'attualita, come materia viva per il progetto contemporaneo. Come scrive Rogers nel suo editoriale del marzo 1960: «(…) nessuna commemorazione sarebbe stata piu gradita a Henry van de Velde quanto quella di farlo sentire come una presenza: non come qualcosa che si e chiuso, ma come qualcosa che continua e si perpetua, trasformandosi in noi. Come cio che inspiriamo ed espiriamo, accettiamo e rifiutiamo per favorire le mutazioni della nostra vita e produrre, con le energie acquisite, nuovo lavoro»

Research paper thumbnail of Der Meister. Ritratto di Giorgio Grassi in quattro atti

Il volume affronta l'esperienza di alcuni maestri dell'architettura italiana, in particol... more Il volume affronta l'esperienza di alcuni maestri dell'architettura italiana, in particolare della generazione a cavallo degli anni Trenta del secolo scorso, che hanno vissuto le grandi trasformazioni del secondo dopoguerra, raccontata dagli allievi della generazione piu giovane. Il saggio e dedicato alla figura dell'architetto milanese Giorgio Grassi (classe 1935) e affronta il suo lavoro da quattro punti di vista (i dati biografici, il mestiere dell'architetto, la scrittura di architettura e la scuola) con l'obiettivo di mettere in luce la stretta relazione che lega nella sua opera la ricerca teorico-analitica e la pratica del progetto, ed entrambe al dell'architettural'insegnamento

Research paper thumbnail of Per essere architetti ci vuole un maestro. Note sull’idea composizione negli scritti e nei progetti di Costantino Patestos

Se l'incontro tra un docente e uno studente presuppone sempre un oggetto da cui partire, il l... more Se l'incontro tra un docente e uno studente presuppone sempre un oggetto da cui partire, il lavoro e l'opera del docente stesso, il suo punto di vista sull'architettura e sulla realta, sono uno stimolo essenziale. Senza questo contatto diretto e difficile che gli studenti possano affrontare positivamente il complesso e spesso frustrante percorso del progetto e amare l'architettura come mestiere, senza confonderla con un semplice gesto creativo o artistico. E, nello stesso tempo, senza un terreno di confronto diretto e aperto, sara molto difficile che un professore possa esprimere al meglio le proprie specifiche attitudini, e insieme anche i propri dubbi, per stimolare curiosita e entusiasmo nei propri allievi. E questo il senso che attribuisco alla scelta di Costantino Patestos di pubblicare un libro con i propri progetti di architettura, elaborati e disegnati nel corso di circa vent'anni e non realizzati, e il senso, forse, dell'attesa del titolo: attesa di essere costruiti, certamente, ma anche di essere messi in discussione

Research paper thumbnail of La casa dell'architetto: Torino-Maggiora

Le due case di Antonelli, l'immobile di via Vanchiglia a Torino e la villa paterna a Maggiora... more Le due case di Antonelli, l'immobile di via Vanchiglia a Torino e la villa paterna a Maggiora, rappresentano il tema della casa dell'architetto in una accezione particolare: piu che di casa-studio si potrebbe parlare per entrambe, a diverso titolo, di "casa-laboratorio", nel senso che Antonelli continua a lavorarci ininterrottamente nel tempo, anche a costruzione ultimata, utilizzandole come cantiere aperto di sperimentazione di nuove soluzioni costruttive e architettoniche

Research paper thumbnail of Emilio Isgrò. Attitudine analitica e vocazione poetica

Recensione della mostra "Emilio Isgro. Fratelli d'Italia", Milano, Galleria Gruppo ... more Recensione della mostra "Emilio Isgro. Fratelli d'Italia", Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese, 20 marzo - 13 giugno 2009. Siciliano, classe 1937, Emilio Isgro e un personaggio che sfugge a qualsiasi tentativo di classificazione. Esordisce come poeta, lavora come giornalista, si interessa all'arte, al cinema e alla musica, partecipa attiva- mente alla vita culturale milanese della fine degli anni '50 e poi a quella veneziana negli anni '60, per divenire, di nuovo a Milano negli anni '70, artista visivo e romanziere, drammaturgo ma anche critico e teorico. Nel complesso e contraddittorio quadro della cultura del tempo, Isgro e un intellettuale colto e attento, osservatore sempre vigile, censore implacabile, protagonista reattivo ai piu diversi stimoli della cultura e della societa, testimone di una lunga stagione, oltre mezzo secolo, che lo vede al fianco di grandi personaggi, ma sempre solo in prima linea, impegnato nella lotta contro i luoghi comuni e l'assopirsi della coscienza, a "cancellare" i confini della poesia e dell'arte

Research paper thumbnail of Una vita per il design

Recensione della mostra "Scoprire il design. La collezione Alexander von Vegesack", Pin... more Recensione della mostra "Scoprire il design. La collezione Alexander von Vegesack", Pinacoteca Agnelli, Torino, 20 marzo - 6 luglio 2008. L'esposizione e prima ancora che una mostra sul design, una mostra sul collezionismo, sulle sue ragioni, sulle scelte e sul senso dell'esporre. La collezione von Vegesack e, infatti, una collezione particolare, che si potrebbe definire "biografica", o "esistenziale", nella misura in cui non e classificabile se non in stretta relazione con il suo proprietario. La sua vita e la sua storia

Research paper thumbnail of Architettura e realismo. Torino Napoli Milano 2012/2013. Programma

Research paper thumbnail of Agostino Renna e Milano. Una esperienza istruttiva/Agostino Renna and Milan. An instructing experience

Il saggio ripercorre l'esperienza professionale e didattica di Agostino Renna, con particolar... more Il saggio ripercorre l'esperienza professionale e didattica di Agostino Renna, con particolare riferimento agli anni trascorsi a Milano e al suo rapporto con l'architetto milanese Giorgio Grassi. A partire dalla comune esperienza alla Facolta di Architettura di Pescara, alla fine degli anni Sessanta, Reanna e Grassi, insieme a un gruppo di amici e collaboratori, pongono le basi per la discussione sull'insegnamento e la pratica della composizione architettonica in Italia, in stretta relazione con le ricerche sull'Architettura Razionale. I due architetti, inoltre, firmano insieme tre progetti: il concorso per Lutzowplatz a Berlino (1981), il piano di recupero del centro storico di Teora, Avellino (1981), il concorso per l'area del Prinz Albrecht Palais a Berlino (1984). Progettare con Agostino Renna, scrive Grassi, era «un'esperienza unica e gratificante, il piacere di fare insieme un progetto, di farlo nascere insieme discutendo senza fretta, quasi come senza intervenire e lasciando le cose andare da sole al loro posto […] il nostro progettare insieme e sempre stato un discutere senza fretta e un condividere». A partire dall'analisi di questi lavori lo scritto affronta i principali temi del dibattito teorico contemporaneo: la citta e i suoi elementi costitutivi (gli isolati urbani, la strada, la piazza), la costruzione e la ricostruzione dell'architettura e con essa il problema dell'indeterminatezza, del frammento e dell'impossibilita di costruire o ricostruire una totalita del linguaggio architettonico.

Research paper thumbnail of Nuove residenze nella città compatta. Progetti per il quartiere di San Salvario a Torino

New dwelling in the compact city. Projects for the district of San Salvario in Turin. This resear... more New dwelling in the compact city. Projects for the district of San Salvario in Turin. This research was born from a dual need. The first can be expressed as the contingent necessity and is linked to a specific case study, the redevelopment and transformation of the San Salvario district in Turin. This area consists in an orthogonal grid of late nineteenth and early twentieth century blocks , with a discontinuous structure due to the presence of plots which have never been developed or were destroyed during the Second World War, and continue to be unresolved, as a consequence of neglect or planning indecision. The second need can be expressed as a permanent idea and is the concept of the continuity of the historical city, offering a chance to reflect on the meaning of block and neighborhood in urban contemporary design. The overall objectives of the research are to confirm the role of the compact city as a fundamental settlement principle of great cultural and social value, and to demonstrate its feasibility, also in terms of environmental sustainability, through housing development projects that fit into the existing urban context thereby completing and transforming the existing structures. This research is based on the principle that analysis and design complement each other, and on the idea that knowledge is essential to carry out this transformation process. An analysis of the urban texture of the city was made using historical maps, retracing existing buildings, recognizing the permanent elements and typologies of the historical city followed by an analysis of the relationship between the solid and empty spaces and of the paths and the permeability of the spaces. Finally, are constructed study and project models of the areas of intervention as well as of the individual buildings. The products of the analytical phase are basically a series of historical and analytical maps (construction phases, groups of buildings and housing) and a typological survey of the ground floors, as a summary of the study of the city. The design choices are aimed at re-establishing a close relationship between housing and the street - or square - as an element of public space construction, in continuity with the ideas, experiences and examples of the ancient city. In particular, the proposed projects, impacting on the urban morphology through volumetric definition and typological choices, propose to investigate the relationship between the collective dimension of urban spaces and the private dimension of living, by relating the shape of the building to the shape of the open spaces. The theme of living is developed not only through the definition of functional and distributive aspects, but especially by the comparison with the urban block and the historical pattern of the city, taking the volumetric and compositional issue as a key element for the design of contemporary architecture but also as a yardstick to judge the city's past. The architectural design, thus, can reveal the potential of a "contemporary use" of the compact city, highlighting its meaning and claiming the eminently collective motivation behind every architecture

Research paper thumbnail of L'"urbanistica elementare" del razionalismo italiano

In una stagione di slogan e programmi come quella che caratterizza i primi decenni del Novecento,... more In una stagione di slogan e programmi come quella che caratterizza i primi decenni del Novecento, tra movimenti d'avanguardia e condizionamenti politici, il cosiddetto "Razionalismo Italiano" e ricordato all'interno dell'esperienza del moderno principalmente in relazione alle sue architetture: ad alcune architetture-manifesto che pongono in primo piano questioni legate alla figurativita e alla espressivita dell'oggetto costruito. « (…) I razionalisti - scrive Enrico Mantero - sono visti esclusivamente come "architetti", o perlomeno con questa etichetta limitativa, tralasciandone il ruolo di urbanisti e di precorritori di questioni ancora oggi attuali». In realta il progetto della citta rappresenta nell'esperienza del Razionalismo Italiano un tema altrettanto importante, ma forse piu complesso e di difficile definizione, per la diversita delle posizioni e la molteplicita delle realizzazioni, soprattutto se confrontato con la contemporanea situazione europea

Research paper thumbnail of I quartieri milanesi del dopoguerra

Recensione del volume AA.VV., "Quartieri Milano", un progetto di gruppo A12 + Stephen W... more Recensione del volume AA.VV., "Quartieri Milano", un progetto di gruppo A12 + Stephen Waddell, Comune di Milano, 2002. Il "progetto" (mostra+catalogo), si propone di analizzare le trasformazioni (fisiche e dei modi d'uso) della citta contemporanea, a partire dal caso concreto di alcuni quartieri milanesi del secondo dopoguerra. Quei quartieri nati per volonta pubblica, come manifesto della nuova democrazia e di una nuova idea di citta, che hanno rappresentato uno dei momenti piu alti della riflessione della cultura milanese e italiana sul tema dell'abitazione, e che rappresentano ancora, in quanto elementi fisici, costruiti, che si confrontano con la citta di oggi, dei modelli discussi ma insuperati

Research paper thumbnail of Ampliamento del Cimitero di Città a Lugo (Ravenna)

Pubblicazione del progetto terzo classificato al Concorso internazionale per l'Ampliamento de... more Pubblicazione del progetto terzo classificato al Concorso internazionale per l'Ampliamento del cimitero di citta a Lugo (RA). A partire dalle condizioni poste dal bando di concorso, il progetto ha cercato di rispondere adeguatamente a tutti i requisiti previsti per il nuovo ampliamento, funzionali e rappresentativi, e insieme di sviluppare e approfondire anche i temi legati alla definizione dei caratteri del luogo e agli elementi della sua costruzione: il rapporto con il paesaggio agrario circostante e con il verde urbano, la relazione del nuovo cimitero con l'impianto esistente, i tipi e i modi dell'architettura di questa regione e di questa citta. La soluzione proposta si inserisce cosi nel contesto complessivo del cimitero, mantenendo tuttavia anche una relativa autonomia funzionale, formale e figurativa: il nuovo impianto e chiaramente riconoscibile nell'insieme, cosi come anche nella definizione dei singoli stralci esecutivi

Research paper thumbnail of Il razionalismo italiano e l'architettura della città

La complessita del razionalismo italiano, la sua particolarita, addirittura la sua "stranezz... more La complessita del razionalismo italiano, la sua particolarita, addirittura la sua "stranezza" rispetto alle contemporanee esperienze europee sono da sempre al centro della critica e della storiografia architettonica dell'Italia tra le due guerre. In questa "particolarita" risiede, tra le altre cose, anche l'intensita e la specificita del rapporto che l'architettura italiana elabora con il progetto della citta. Se infatti il razionalismo e ricordato all'interno dell'esperienza del moderno in Italia innanzitutto in relazione alle sue architetture - ad alcune architetture-manifesto che esaltano la figurativita e l'espressivita iconica dell'oggetto costruito - e in realta il progetto della citta, o meglio, nella citta il tema rispetto al quale la cultura italiana esprime i risultati piu convincenti. Nonostante una dipendenza iniziale da Austria e Germania, la cultura italiana mostra una specifica connotazione "realista" e "nazionale", che fa si che l'architettura razionale accolga le istanze del moderno internazionale con entusiasmo ma al tempo stesso con un certo scetticismo e con una forte consapevolezza delle proprie specificita culturali e delle proprie radici, favorendo quella relazione tra architettura e citta che e il carattere fondamentale dell'architettura italiana del Novecento. Indipendentemente dalla scala del progetto - interventi sul centro delle citta, interventi alla scala del quartiere o citta di fondazione - e dalle contrapposizioni ideologiche - Terragni vs. Piacentini - il tema della citta assume, dunque, nella discussione sull'architettura razionale in Italia, nella teoria e nella pratica, un ruolo centrale. Die Komplexitat des italienischen Rationalismus, seine Eigenart, sogar seine Seltsamkeit in Bezug auf die europaische Baugeschichte jener Zeit, stehen seit je im Zentrum des architekturkritischen Diskurses Italiens zwischen den beiden Weltkriegen. Zu dieser Eigenart gehort unter anderem auch die besondere und sehr intensive Auseinandersetzung der italienischen Architektur mit dem Stadtentwurf. Der Rationalismus wird im Rahmen der Moderne in Italien durch einige uberaus bemerkenswerte Bauwerke, regelrechte Ikonen der gestalterischen objektorientierten Ausdruckskraft moderner Baukunst, erwahnt, doch die grosten Leistungen erbrachte er auf dem Gebiet der Stadtarchitektur, oder genauer: der Architektur in der Stadt. Trotz einer anfanglichen Orientierung an osterreichischen und deutschen Vorbildern zeigte die italienische Baukultur eine „nationale" und „realistische" Auspragung. Die rationale Architektur griff die internationalen Impulse zwar begeistert auf, bewahrte sich aber zugleich eine gewisse Skepsis und eine klare Ruckbesinnung auf die eigenen wurzeln, im Bewusstsein der eigenen kulturellen Tradition, die im mediterranen Raum, vor allem jedoch in Italien, seit der antike eine ausgepragt urbane Kultur ist. Daraus entwickelte sich jene Spannung zwischen dem einzelnen Bauwerk und dem gesamten Stadtbild, die zu den eigentumlichsten Zugen der italienischen Architektur des 20. Jahrhunderts gehort. Unabhangig vom jeweiligen Projektmasstab - ob eingriffe in die Altstadt, neue Wohnviertel oder Grundungsstadte - und jenseits auch der ideologischen Grabenkampfe - etwa Terragni versus Piacentini - stand, sowohl in der Theorie als auch in der Praxis, das Thema der Stadt im Zentrum des rationalistischen Architekturdiskurses in Italien. Die sicher pragende Kontroverse zwischen Giuseppe Terragni (1904-1943) und Marcello Piacentini (1881-1960) lasst sich aber nicht auf ein einfaches Schema geographischer Rivalitat reduzieren: es geht um mehr als um die Gegenuberstellung zwischen dem Mailander (und generell norditalienischen) Minimalismus und dem geschichtstrachtigen Romischen Modernismus. Beide Architekten hatten stets das komplexe Ganze des Stadtraums im auge, und beiden war stets klar, dass Stadtbaukunst etwas anderes ist als die eher technisch und administrativ ausgerichtete Stadtplanung. Terragnis groste Leistung war nicht die Realisierung gekonnter Denkmaler oder formschoner Funktionsbauten, sondern die raffinierte Einfugung seiner werke in das vorhandene Stadtbild und die harmonische Gestaltung offentlicher Raume. er arbeitete uber die historisch gewordene „Wohnlichkeit" und die kollektiven Raume mit einer reichen typologischen Artikulation, in enger Beziehung zum bestehenden Stadtgefuge und zu den historischen Platzen der Stadt. In diese Richtung ging der Bauleitplan von Como (1934), den Terragni auf der Iv. CIaM vorstellte, ubrigens eben derselben Konferenz, die auf Betreiben von Le Corbusier die Charta von Athen (1933) unterzeichnete. ebenso wenig darf die unzweifelhafte Nahe Piacentinis zu den vorgaben des Regimes, zu einer vor- schnellen Etikettierung seiner Stadtplanung als Beispiel faschistischer Architektur fuhren: Piacentini mas der Gestaltung des offentlichen Raumes groste Bedeutung bei, sicher auch als Trager reprasentativer aufgaben, vor allem jedoch als Raum urbaner Kultur und…

Research paper thumbnail of Una casa è una casa. Logica e tautologia nell'opera di Giorgio Grassi

Secondo la consuetudine cara a Giorgio Grassi, di scegliere per i propri scritti titoli presi a p... more Secondo la consuetudine cara a Giorgio Grassi, di scegliere per i propri scritti titoli presi a prestito, letteralmente, da altri autori, anche di discipline diverse dall'architettura , non ho resistito alla tentazione di compiere la stessa operazione anche per questa raccolta di saggi dedicata all'approfondimento critico del suo pensiero e della sua opera. Il libro a cui mi riferisco e di Alberto Moravia e si intitola "Una cosa e una cosa". E un libro del 1967, in cui mi sono imbattuta per caso, attratta proprio da questo titolo tautologico che richiamava alla mia mente alcune riflessioni sul problema della conoscenza e del linguaggio, caratteristici della filosofia e dell'estetica del secondo dopoguerra, che hanno attraversato e segnato il pensiero di Grassi sull'architettura, e hanno avuto un ruolo importante nella mia formazione. Ma al di la di questa semplice assonanza, «una cosa e una cosa», quindi «una casa e una casa», ho trovato nel libro di Moravia molte piu ragioni per una riflessione critica allargata sull'architettura di Grassi come visione e interpretazione della realta. Il libro, una raccolta di quarantaquattro racconti brevi, tutti in prima persona, si configura come una vera e propria indagine sui modi dell'esperienza e piu in generale sul rapporto dell'io con la realta che lo circonda Proprio all'interno di questa dialettica tra soggettivo e oggettivo, tra individuale e universale, come momenti entrambi necessari del processo della conoscenza, si sviluppa secondo me il pensiero di Giorgio Grassi sull'architettura, in una tensione verso una ricerca del «senso» delle cose guidata dalla massima razionalita possibile, dove l'io aderisce alle cose per coincidere con esse, e le cose diventano, appunto, cose e basta

Research paper thumbnail of Scultura e architettura

Recensione della mostra "Anselm Kiefer. I sette Palazzi Celesti", Milano, Hangar Bicocc... more Recensione della mostra "Anselm Kiefer. I sette Palazzi Celesti", Milano, Hangar Bicocca, 24 settembre - 7 dicembre 2004. I sette palazzi celesti e la mostra inaugurale di un nuovo spazio milanese dedicato all'arte contemporanea: un luogo misterioso, ai confini della citta, un enorme hangar metallico sospeso nel tempo. E un vero viaggio iniziatico quello che la scelta localizzativa dell'esposizione impone alla scoperta della periferia industriale di Milano: e gia per questo si stabilisce un rapporto, forse non programmato, ma inevitabile, tra il contenitore architettonico e il contenuto artistico. Ma la relazione e ancora piu profonda: dentro l'hangar ci sono sette "torri", architetture nell'architettura. Da lontano potrebbero sembrare gigantesche colonne doriche: massicce, scanalate, sommariamente finite. C'e qualcosa di arcaico, di mitico, in questa rozza tettonica, ma anche di immediatamente attuale: in questo equilibrio precario che Kiefer mette in scena possiamo riconoscere un cantiere aperto, una citta in rovina, il preludio di un grattacielo o una baraccopoli in verticale

Research paper thumbnail of Vom Modell zum Typus: Potsdams italienische Palazzi und die architektonische Nachahmung / Dal modello al tipo: i palazzi "italiani" di Potsdam e la questione dell'imitazione in architettura

"(...) Il modello, inteso secondo la esecuzione pratica dell'arte, e un oggetto che si d... more "(...) Il modello, inteso secondo la esecuzione pratica dell'arte, e un oggetto che si deve ripeter tal qual'e; il tipo e, per lo contrario, un oggetto, secondo il quale ognuno puo concepire delle opere, che non si rassomiglieranno punto fra loro.Tutto e preciso e dato nel modello; tutto e piu o men vago nel tipo". La definizione di Tipo fornita da Quatremere de Quincy nel 1832, rappresenta l'epilogo di quella che si potrebbe definire la questione dell'imitazione nell'architettura tra Settecento e Ottocento. Una questione che si consuma a Potsdam nell'arco di un secolo, quello che divide il regno di Federico II da quello di Federico Gugliemo IV, e si misura nella distanza che separa la copia filologica dei palazzi di Hildebrant, von Gontard, Knobelsdorff o Unger dal metodo logico-analitico delle architetture di Schinkel e Persius. Il Settecento e il secolo della internazionalizzazione dell'architettura e la questione dell'imitazione nasce proprio da una disponibilita senza precedenti di modelli a cui fare riferimento: mai prima di allora si assiste ad una cosi ampia diffusione in Europa di libri e immagini di architettura e i progettisti - ma ancora piu spesso i loro committenti - si confrontano per vie che esulano dalla frequentazione personale e dall'esperienza diretta delle opere: solo pochi conoscono perso- nalmente l'architettura italiana, quasi nessuno quella greca, ma molti ne hanno una conoscenza bibliografica, e, cosa ben piu importante, iconografica. A testimonianza di questo fenomeno, comincia dal 1740 un rap- porto di Potsdam con l'Italia attraverso Federico il Grande, che in Italia non e mai andato - lo fara quasi un secolo dopo Federico Guglielmo IV - e assume i contorni di una operazione culturale di respiro internazionale che parte da Venezia e arriva a Berlino passando per Londra. E infatti a partire da una raccolta di incisioni di palazzi romani e di disegni di Palladio, ricevuti dal conte Algarotti e tramite Lord Burlington, che Federico II si innamora dell'Italia, e decide di trasformare l'architettura del suo rifugio d'elezione, l'avamposto mili- tare di Potsdam, in quella di una citta rinascimentale italiana. I palazzi di Potsdam si collocano pienamente, in linea con l'estetica barocca, nell'ambito della copia di modelli, cioe della replica di architetture, o di parti di esse, gia costruite altrove o anche solo disegnate: facciate di rappresentanza di celebri dimore nobiliari romane e palladiane vengono applicate, con valore puramente scenografico, a un tessuto di modeste case borghesi, mutandone radicalmente il carattere e il ruolo nella citta. Il presente contributo ha come obiettivo un'analisi compositiva del rapporto tra copia e modello nel caso specifico di alcuni palazzi costruiti tra il 1752 e il 1776, ed esplicitamente riferiti a opere palladiane o del Rinascimento romano, cercando di mettere in discussione il rapporto tra costruzione e immagine dell'architettura della citta, a partire da problemi come autenticita e mistificazione, regola ed eccezione, continuita e discontinuita nel tessuto urbano. Temi che, in costante riferimento all'architettura italiana, pongono le basi per la ricezione e l'elaborazione della nozione di tipo che con Friedrich Gilly e poi con Schinkel consentira un uso dei riferimenti piu aperto e progressivo, che porta dritto all'architettura moderna

Research paper thumbnail of 1861-1961: realtà e sogno nella costruzione di Torino

Recensione del volume di Sergio Pace, Cristiana Chiorino, Michela Rosso, "Italia 61. Identit... more Recensione del volume di Sergio Pace, Cristiana Chiorino, Michela Rosso, "Italia 61. Identita e miti nelle celebrazioni per il centenario dell'Unita d'Italia", Torino, Allemandi, 2005. Il libro ripercorre attraverso tre saggi la vicenda storica e architettonica delle celebrazioni per il primo centenario dell'Unita d'Italia. S. Pace traccia un quadro preciso ed efficace del clima politico, economico, sociale e culturale all'interno del quale maturano la decisione di queste celebrazioni e la scelta di Torino -prima capitale d'Italia nel 1861- quale sede deputata. Un complesso intreccio di interessi che mescolano, con la sottile e non sempre occulta regia della FIAT, ideologia e cultura, simbologia e costume in una citta in trasformazione, spaccata tra volonta di modernizzazione e conflitti sociali, messa in scena del sogno progressista e reale trasformazione urbana

Research paper thumbnail of Politecnico Bovisa. I progetti per l'area dei gasometri

Research paper thumbnail of Il falò delle vanità

Recensione della mostra "Gli anni 80. Il trionfo della pittura", Monza, Serrone della V... more Recensione della mostra "Gli anni 80. Il trionfo della pittura", Monza, Serrone della Villa Reale e Arengario, 17 ottobre 2009 - 14 febbraio 2010. Gli Anni '80 sono stati anni di eccessi ed esagerazioni, di euforia e leggerezza, anni intensi bruciati in fretta, e che si ha avuto fretta di dimenticare. In architettura gli anni del Postmoderno, all'insegna del formalismo, della scenografia, di uno storicismo disimpegnato e spregiudicato. In questi anni si e consumata una vera e propria rivoluzione nel mondo del linguaggio e della comunicazione che ha investito la moda, la musica, il design, il cinema, la letteratura, e anche le arti e la pittura, in particolare. Una rivoluzione tutta estetica delle forme e delle immagini, in equilibrio tra euforia e inquietudine, leggerezza e spaesamento, senso di vuoto

Research paper thumbnail of 2003_Malcovati_Grassi_progetti_Low.pdf

Research paper thumbnail of Presentazione L'Architettura della Metropoli Torino 17 gennaio 2014

L’ARCHITETTURA DELLA METROPOLI E ALTRI SCRITTI SULLA CITTÀ venerdì 17 gennaio 2014 Circolo dei Le... more L’ARCHITETTURA DELLA METROPOLI E ALTRI SCRITTI SULLA CITTÀ venerdì 17 gennaio 2014 Circolo dei Lettori Torino
Con il curatore Raimondo Mercadante, storico dell’arte, Silvia Malcovati, ricercatrice di Composizione architettonica e urbana – Politecnico di Torino e Carlo Olmo, docente di Storia dell’architettura – Politecnico di Torino

Pubblicato a Berlino nel 1913, il volume del critico d’arte Karl Scheffler è una sintesi di riflessioni sui problemi della nuova architettura per la città tedesca, diventata nodo e simbolo del travaglio della modernità.