Antonio Montesanti - Academia.edu (original) (raw)
Papers by Antonio Montesanti
FINES. Bordering practices and natural features in Livy Antonio Montesanti, University of Exeter ... more FINES. Bordering practices and natural features in Livy Antonio Montesanti, University of Exeter PhD in Classics and Ancient History May 2014 The fullest and most comprehensive unpacking of the term finis has yet to be achieved. Studies have narrowly focussed on the idea of border, boundary or frontier, without even entertaining the prospect of interpreting the study from the ancient point of view. This investigation considers the use of the word finis in Livy and attempts to recreate a conception of finis which mirrors as closely as possible that of a Roman of the Republic up to the very Early Empire. Besides the remarkably high usage of the term by Livy, the author’s work is also useful due to its chronological nature, which allows for broad investigation throughout the Republican Period, as well as shedding light on the Early Imperial concept of finis. The main aim of this dissertation is to provide a collective analysis of diverse cases, which together can help build a complete ...
This paper aims to analyse Livy’s – and by extension the Roman – view of the Ebro Treaty, proposi... more This paper aims to analyse Livy’s – and by extension the Roman – view of the Ebro Treaty, proposing a different perspective on the geopolitical problem of Saguntum through a general reconsideration of the concept of finis. The connection between the Ebro and Saguntum represents the main difficulty and at the same time the key to comprehending the diplomatic question. Livy’s account may provide new elements useful for understanding the terms of the treaty: Livy defines the river Ebro as ‘fines’, yet Saguntum is in the middle of the Roman and Carthaginian imperia. After analysing ancient (Polybius and Hannibal) and modern views, I will scrutinise Livy’s account. His textual evidence seems to suggest a very different perception of the term finis, which seems to have ‘zonal’ features rather than ‘linear’. In this way, the concept of finis would be clearer if understood to be a political extension of Rome – an extension of her imperium.
In a late document (Laterculus II), Polemius Silvius listed all the Roman provinces, including th... more In a late document (Laterculus II), Polemius Silvius listed all the Roman provinces, including the Diocese of Britannia: (Britannia) Prima, (Britannia) Secunda, Maxima, Flavia, Valentiniana, and the name of the 6th hypothetical province called Orcades (Orkneys). Although the name of latter in Polemius' list has been considered by Mommsen as an interpolation added subsequently (Eutropius, 7.13), new Roman archaeological finds from Mine Howe, Mainland, Orkney, might represent the evident clue for a different interpretation of the late Roman source.
P rima che l'Area Palatina fosse interamente occupata dai palazzi imperiali, su di essa sorgevano... more P rima che l'Area Palatina fosse interamente occupata dai palazzi imperiali, su di essa sorgevano numerose case private di illustri cittadini. Tra queste spicca la Casa dei Grifi, un'antica abitazione romana sita sul colle Palatino rinvenuta sotto il Larario, nell'ala settentrionale del palazzo di Domiziano. L'edificio induce a datare la costruzione della domus alla prima metà del II secolo a.C., mentre il ciclo pittorico ivi presente è riferibile all'inizio del I secolo a.C., con apporti che giungono fino all'età neroniana.
N el Canale di Sicilia, a poco più di quaranta miglia dalle coste tunisine, emerge la sommità di ... more N el Canale di Sicilia, a poco più di quaranta miglia dalle coste tunisine, emerge la sommità di un edificio vulcanico sottomarino, oggi conosciuto come isola di Pantelleria. Costituita soprattutto da rocce magmatiche, scolpita nel corso del tempo dai venti di maestrale e toccata periodicamente da altissime temperature, l'isola di Pantelleria, al-Quasayra (la piccola, come venne definita dalle popolazioni berbere), è un esempio di armonico incontro tra la terra e l'uomo. La materia della superficie terrestre, tal quale, passa a far parte della cultura antropica locale, ed è proprio l'osservazione di questa, della materia, a dover guidare un'analisi Turismo Storico 42 i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA Geologia La vita di un'isola Tra Sicilia e Tunisia... Turismo Storico 44 i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA La struttura di Pantelleria i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA Vulcanismo i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA Dalla pietra all'uomo La presenza romana i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA Dominio arabo I dammusi i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA abitazioni nella natura
L a sfuggevolezza della storia lombarda prima della conquista romana è dovuta principalmente a tr... more L a sfuggevolezza della storia lombarda prima della conquista romana è dovuta principalmente a tre fattori: la mancanza di caratterizzazioni geografiche definite e/o definibili, l'accertata e riconosciuta preminenza dell'area come polo commerciale di prim'ordine per l'intera penisola e la mancanza di tracce storiche di una certa consistenza, prima del V secolo a.C. Suddivisibile, geograficamente, in due grandi aree fisiche, la pedemontana e la 'bassa pianura', la regione trova il suo confine naturale meridionale nel fiume Poil Padus dei Greci e dei Romani.
Grande ripercussione su tutto il mondo mediterraneo, ebbe la caduta della potentissima città di S... more Grande ripercussione su tutto il mondo mediterraneo, ebbe la caduta della potentissima città di Sibari, guidata sul finire del VI secolo a.C. da un tiranno, in un periodo che vede coincidere la caduta di altre due forme di governo assolutiste: la tirannide ad Atene e la monarchia a Roma. Oggi la data del crollo della polis magnogreca è fissata al 510 a.C., e coincide, come per altre potenze, con la caduta della propria tirannide, fatto che avvenne attraverso rivolte intestine, in minor misura ma principalmente per mano della città di Crotone. Statere di Sibari, 540-510 a.C. (Cerchiai e Jannelli 2004, 33). Narra Erodoto che Clistene tiranno di Sicione (605-575 a.C. ca.) indisse un vero e proprio concorso affinché la figlia Agariste potesse avere un marito degno di una delle città più potenti dell'epoca. Tra gli altri si presentarono, anche Smindyrides Sibarita, figlio di Hippokrates, "...l'uomo che aveva raggiunto il massimo dell'opulenza (Sibari era a quei tempi al suo apogeo) e Damasos di Siri, figlio di Amyris detto il saggio" (Hdt. VI 127). Un episodio che effettivamente non sfuggì a tutti gli scrittori che trattarono di Sibari e dei suoi logoi, racconti in
N N ell'area dell'Abruzzo meridionale i Samnites carricini occupavano i territori a nord del Sang... more N N ell'area dell'Abruzzo meridionale i Samnites carricini occupavano i territori a nord del Sangro e a sud della Majella. Circondati tutt'intorno da popolazioni sannite (a nord i Frentani, a sud i Pentri, a est i Lucani e a ovest i Peligni), i Carecini si dividevano in due gruppi: gli Infernates, con il centro di Cluviae (Piano Laroma, Casoli) e i Supernates il cui centro era fondato sulla città di Juvanum.
A nticamente, non vi era modo d'identificare il territorio lombardo come entità onomastica differ... more A nticamente, non vi era modo d'identificare il territorio lombardo come entità onomastica differente da quella attuale, né come entità subregionale o come relitto topografico. Anche se all'interno del territorio lombardo vi sono testimonianze che attestano la presenza umana, sin dal Paleolitico Superiore, un ruolo fondamentale viene detenuto da quest'area -compresa tra i fiumi Ticino e Po e il Lago di Garda -nel momento in cui viene individuata l'area a nord del Po come area di passaggio e di scambio, con un'infittirsi, nell' Età del Bronzo, di polazioni che, spesso, prendono posizione lungo i grandi fiumi o le rive dei laghi di cui la regione è ricchissima, con l'insediamento di comunità stabili palafitticole.
D alla metà dell'VIII, e fino al V secolo a.C., Calcidesi, Corinzi, Megaresi e Cretesi fondarono ... more D alla metà dell'VIII, e fino al V secolo a.C., Calcidesi, Corinzi, Megaresi e Cretesi fondarono lungo le coste siciliane alcune splendide colonie, tra cui Zancle, Naxos, Leontinoi, Syrakousai, Katane, Megara Hyblaia, Ghelas... Nella parte occidentale si stanziavano, invece, i Fenici di Cartagine, che fondarono importanti scali commerciali che presto sarebbero divenuti vere e proprie città; ne sono esempio Motya, Panhormos (Zyz in fenicio) e Lylibeion.
C ulla di una civiltà pressapoco sconosciuta e misterica, quella nuragica, la Sardinia inizia la ... more C ulla di una civiltà pressapoco sconosciuta e misterica, quella nuragica, la Sardinia inizia la sua formazione storica con l'intreccio tra un forte sostrato aborigeno e una componente orientale fenicia che al contrario della Sicilia venne preferita a quella greca.
L 'attuale regione della Liguria non è nient'altro che un 'relitto' di un più vasto territorio fi... more L 'attuale regione della Liguria non è nient'altro che un 'relitto' di un più vasto territorio fisico-politico antico, che ancor prima dei romani si doveva estendere dalla corona alpina al Rodano fino alle alpi Apuane e a nord fin lungo la Trebbia. Attualmente è la terza regione più piccola, per estensione, dopo Valle d'Aosta e Molise. Qui, in epoca pre-protostorica si stanziò il popolo dei Liguri, suddiviso in numerosissime etnie che nell'area dell'attuale regione erano principalmente tre: gli Intimilii e gli Ingaunii stanziati nel settore occidentale, corrispondente alle attuali province d'Imperia e Savona, e i Tigulli che occupavano l'intera fascia orientale.
N ata come prima e unica regione riconosciuta sin dall'antico con confini netti e definiti, come ... more N ata come prima e unica regione riconosciuta sin dall'antico con confini netti e definiti, come unica entità geografico-politica, in cui la sola popolazione presente al suo interno è quella etrusca -esclusa quella del piccolo settore sud-orientale che è falisca -, l'Etruria venne riconosciuta con le sue caratteristiche e riconfermata tale anche in epoca romana, come Regio VII. Oggi la "terra primordiale" è spaccata letteralmente in due parti: la meridionale -compresa nel Lazio settentrionaleoggi chiamata Tuscia, e la parte a nord rappresentata dall'intera Toscana, con lembi che si protraggono nell'attuale Umbria. L'indipendenza culturale è sfociata, nei secoli, con rare eccezioni, attraverso una ricchezza magari non eccessiva, ma costante. Il sostrato della civiltà etrusca è testimoniato dalla cultura Villanoviana, che rappresenta le fondamenta di quella Etrusca. Differente da ogni altra civiltà Europea, da un punto di vista sociale, linguistico e -come dimostrato ultimamente -genetico, pregna di caratteristiche capaci di sintetizzare le caratteristiche di molti popoli ma, al tempo stesso, di definirsi come totalmente originale, quella Etrusca (o Tirrenica) riporta questa sua peculiarità all'origine quasi misterica del popolo che era stanziato all'interno di un triangolo terraqueo definito, costituito dalla costa del Mar Tirreno e racchiuso dai confini naturali dell'Arno e del Tevere.
G rande ripercussione su tutto il Mediterraneo ebbe la caduta della potentissima città di Sibari,... more G rande ripercussione su tutto il Mediterraneo ebbe la caduta della potentissima città di Sibari, guidata sul finire del VI secolo a.C. da un tiranno, in un periodo che vede coincidere la caduta di altre due forme di governo assolutiste: la tirannide ad Atene e la monarchia a Roma. Oggi la data del crollo della polis magnogreca è fissata al 510 a.C., e coincide proprio con la caduta della tirannide, che avvenne per mano della città di Crotone.
InStoria quaderni di percorsi storici N° 9 ITALIA ANTIQUA / ABRUZZO In Abruzzo 93 Marsica storia ... more InStoria quaderni di percorsi storici N° 9 ITALIA ANTIQUA / ABRUZZO In Abruzzo 93 Marsica storia antica InStoria quaderni di percorsi storici N° 9
FINES. Bordering practices and natural features in Livy Antonio Montesanti, University of Exeter ... more FINES. Bordering practices and natural features in Livy Antonio Montesanti, University of Exeter PhD in Classics and Ancient History May 2014 The fullest and most comprehensive unpacking of the term finis has yet to be achieved. Studies have narrowly focussed on the idea of border, boundary or frontier, without even entertaining the prospect of interpreting the study from the ancient point of view. This investigation considers the use of the word finis in Livy and attempts to recreate a conception of finis which mirrors as closely as possible that of a Roman of the Republic up to the very Early Empire. Besides the remarkably high usage of the term by Livy, the author’s work is also useful due to its chronological nature, which allows for broad investigation throughout the Republican Period, as well as shedding light on the Early Imperial concept of finis. The main aim of this dissertation is to provide a collective analysis of diverse cases, which together can help build a complete ...
This paper aims to analyse Livy’s – and by extension the Roman – view of the Ebro Treaty, proposi... more This paper aims to analyse Livy’s – and by extension the Roman – view of the Ebro Treaty, proposing a different perspective on the geopolitical problem of Saguntum through a general reconsideration of the concept of finis. The connection between the Ebro and Saguntum represents the main difficulty and at the same time the key to comprehending the diplomatic question. Livy’s account may provide new elements useful for understanding the terms of the treaty: Livy defines the river Ebro as ‘fines’, yet Saguntum is in the middle of the Roman and Carthaginian imperia. After analysing ancient (Polybius and Hannibal) and modern views, I will scrutinise Livy’s account. His textual evidence seems to suggest a very different perception of the term finis, which seems to have ‘zonal’ features rather than ‘linear’. In this way, the concept of finis would be clearer if understood to be a political extension of Rome – an extension of her imperium.
In a late document (Laterculus II), Polemius Silvius listed all the Roman provinces, including th... more In a late document (Laterculus II), Polemius Silvius listed all the Roman provinces, including the Diocese of Britannia: (Britannia) Prima, (Britannia) Secunda, Maxima, Flavia, Valentiniana, and the name of the 6th hypothetical province called Orcades (Orkneys). Although the name of latter in Polemius' list has been considered by Mommsen as an interpolation added subsequently (Eutropius, 7.13), new Roman archaeological finds from Mine Howe, Mainland, Orkney, might represent the evident clue for a different interpretation of the late Roman source.
P rima che l'Area Palatina fosse interamente occupata dai palazzi imperiali, su di essa sorgevano... more P rima che l'Area Palatina fosse interamente occupata dai palazzi imperiali, su di essa sorgevano numerose case private di illustri cittadini. Tra queste spicca la Casa dei Grifi, un'antica abitazione romana sita sul colle Palatino rinvenuta sotto il Larario, nell'ala settentrionale del palazzo di Domiziano. L'edificio induce a datare la costruzione della domus alla prima metà del II secolo a.C., mentre il ciclo pittorico ivi presente è riferibile all'inizio del I secolo a.C., con apporti che giungono fino all'età neroniana.
N el Canale di Sicilia, a poco più di quaranta miglia dalle coste tunisine, emerge la sommità di ... more N el Canale di Sicilia, a poco più di quaranta miglia dalle coste tunisine, emerge la sommità di un edificio vulcanico sottomarino, oggi conosciuto come isola di Pantelleria. Costituita soprattutto da rocce magmatiche, scolpita nel corso del tempo dai venti di maestrale e toccata periodicamente da altissime temperature, l'isola di Pantelleria, al-Quasayra (la piccola, come venne definita dalle popolazioni berbere), è un esempio di armonico incontro tra la terra e l'uomo. La materia della superficie terrestre, tal quale, passa a far parte della cultura antropica locale, ed è proprio l'osservazione di questa, della materia, a dover guidare un'analisi Turismo Storico 42 i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA Geologia La vita di un'isola Tra Sicilia e Tunisia... Turismo Storico 44 i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA La struttura di Pantelleria i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA Vulcanismo i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA Dalla pietra all'uomo La presenza romana i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA Dominio arabo I dammusi i quaderni di InStoria N°2 PANTELLERIA abitazioni nella natura
L a sfuggevolezza della storia lombarda prima della conquista romana è dovuta principalmente a tr... more L a sfuggevolezza della storia lombarda prima della conquista romana è dovuta principalmente a tre fattori: la mancanza di caratterizzazioni geografiche definite e/o definibili, l'accertata e riconosciuta preminenza dell'area come polo commerciale di prim'ordine per l'intera penisola e la mancanza di tracce storiche di una certa consistenza, prima del V secolo a.C. Suddivisibile, geograficamente, in due grandi aree fisiche, la pedemontana e la 'bassa pianura', la regione trova il suo confine naturale meridionale nel fiume Poil Padus dei Greci e dei Romani.
Grande ripercussione su tutto il mondo mediterraneo, ebbe la caduta della potentissima città di S... more Grande ripercussione su tutto il mondo mediterraneo, ebbe la caduta della potentissima città di Sibari, guidata sul finire del VI secolo a.C. da un tiranno, in un periodo che vede coincidere la caduta di altre due forme di governo assolutiste: la tirannide ad Atene e la monarchia a Roma. Oggi la data del crollo della polis magnogreca è fissata al 510 a.C., e coincide, come per altre potenze, con la caduta della propria tirannide, fatto che avvenne attraverso rivolte intestine, in minor misura ma principalmente per mano della città di Crotone. Statere di Sibari, 540-510 a.C. (Cerchiai e Jannelli 2004, 33). Narra Erodoto che Clistene tiranno di Sicione (605-575 a.C. ca.) indisse un vero e proprio concorso affinché la figlia Agariste potesse avere un marito degno di una delle città più potenti dell'epoca. Tra gli altri si presentarono, anche Smindyrides Sibarita, figlio di Hippokrates, "...l'uomo che aveva raggiunto il massimo dell'opulenza (Sibari era a quei tempi al suo apogeo) e Damasos di Siri, figlio di Amyris detto il saggio" (Hdt. VI 127). Un episodio che effettivamente non sfuggì a tutti gli scrittori che trattarono di Sibari e dei suoi logoi, racconti in
N N ell'area dell'Abruzzo meridionale i Samnites carricini occupavano i territori a nord del Sang... more N N ell'area dell'Abruzzo meridionale i Samnites carricini occupavano i territori a nord del Sangro e a sud della Majella. Circondati tutt'intorno da popolazioni sannite (a nord i Frentani, a sud i Pentri, a est i Lucani e a ovest i Peligni), i Carecini si dividevano in due gruppi: gli Infernates, con il centro di Cluviae (Piano Laroma, Casoli) e i Supernates il cui centro era fondato sulla città di Juvanum.
A nticamente, non vi era modo d'identificare il territorio lombardo come entità onomastica differ... more A nticamente, non vi era modo d'identificare il territorio lombardo come entità onomastica differente da quella attuale, né come entità subregionale o come relitto topografico. Anche se all'interno del territorio lombardo vi sono testimonianze che attestano la presenza umana, sin dal Paleolitico Superiore, un ruolo fondamentale viene detenuto da quest'area -compresa tra i fiumi Ticino e Po e il Lago di Garda -nel momento in cui viene individuata l'area a nord del Po come area di passaggio e di scambio, con un'infittirsi, nell' Età del Bronzo, di polazioni che, spesso, prendono posizione lungo i grandi fiumi o le rive dei laghi di cui la regione è ricchissima, con l'insediamento di comunità stabili palafitticole.
D alla metà dell'VIII, e fino al V secolo a.C., Calcidesi, Corinzi, Megaresi e Cretesi fondarono ... more D alla metà dell'VIII, e fino al V secolo a.C., Calcidesi, Corinzi, Megaresi e Cretesi fondarono lungo le coste siciliane alcune splendide colonie, tra cui Zancle, Naxos, Leontinoi, Syrakousai, Katane, Megara Hyblaia, Ghelas... Nella parte occidentale si stanziavano, invece, i Fenici di Cartagine, che fondarono importanti scali commerciali che presto sarebbero divenuti vere e proprie città; ne sono esempio Motya, Panhormos (Zyz in fenicio) e Lylibeion.
C ulla di una civiltà pressapoco sconosciuta e misterica, quella nuragica, la Sardinia inizia la ... more C ulla di una civiltà pressapoco sconosciuta e misterica, quella nuragica, la Sardinia inizia la sua formazione storica con l'intreccio tra un forte sostrato aborigeno e una componente orientale fenicia che al contrario della Sicilia venne preferita a quella greca.
L 'attuale regione della Liguria non è nient'altro che un 'relitto' di un più vasto territorio fi... more L 'attuale regione della Liguria non è nient'altro che un 'relitto' di un più vasto territorio fisico-politico antico, che ancor prima dei romani si doveva estendere dalla corona alpina al Rodano fino alle alpi Apuane e a nord fin lungo la Trebbia. Attualmente è la terza regione più piccola, per estensione, dopo Valle d'Aosta e Molise. Qui, in epoca pre-protostorica si stanziò il popolo dei Liguri, suddiviso in numerosissime etnie che nell'area dell'attuale regione erano principalmente tre: gli Intimilii e gli Ingaunii stanziati nel settore occidentale, corrispondente alle attuali province d'Imperia e Savona, e i Tigulli che occupavano l'intera fascia orientale.
N ata come prima e unica regione riconosciuta sin dall'antico con confini netti e definiti, come ... more N ata come prima e unica regione riconosciuta sin dall'antico con confini netti e definiti, come unica entità geografico-politica, in cui la sola popolazione presente al suo interno è quella etrusca -esclusa quella del piccolo settore sud-orientale che è falisca -, l'Etruria venne riconosciuta con le sue caratteristiche e riconfermata tale anche in epoca romana, come Regio VII. Oggi la "terra primordiale" è spaccata letteralmente in due parti: la meridionale -compresa nel Lazio settentrionaleoggi chiamata Tuscia, e la parte a nord rappresentata dall'intera Toscana, con lembi che si protraggono nell'attuale Umbria. L'indipendenza culturale è sfociata, nei secoli, con rare eccezioni, attraverso una ricchezza magari non eccessiva, ma costante. Il sostrato della civiltà etrusca è testimoniato dalla cultura Villanoviana, che rappresenta le fondamenta di quella Etrusca. Differente da ogni altra civiltà Europea, da un punto di vista sociale, linguistico e -come dimostrato ultimamente -genetico, pregna di caratteristiche capaci di sintetizzare le caratteristiche di molti popoli ma, al tempo stesso, di definirsi come totalmente originale, quella Etrusca (o Tirrenica) riporta questa sua peculiarità all'origine quasi misterica del popolo che era stanziato all'interno di un triangolo terraqueo definito, costituito dalla costa del Mar Tirreno e racchiuso dai confini naturali dell'Arno e del Tevere.
G rande ripercussione su tutto il Mediterraneo ebbe la caduta della potentissima città di Sibari,... more G rande ripercussione su tutto il Mediterraneo ebbe la caduta della potentissima città di Sibari, guidata sul finire del VI secolo a.C. da un tiranno, in un periodo che vede coincidere la caduta di altre due forme di governo assolutiste: la tirannide ad Atene e la monarchia a Roma. Oggi la data del crollo della polis magnogreca è fissata al 510 a.C., e coincide proprio con la caduta della tirannide, che avvenne per mano della città di Crotone.
InStoria quaderni di percorsi storici N° 9 ITALIA ANTIQUA / ABRUZZO In Abruzzo 93 Marsica storia ... more InStoria quaderni di percorsi storici N° 9 ITALIA ANTIQUA / ABRUZZO In Abruzzo 93 Marsica storia antica InStoria quaderni di percorsi storici N° 9
In 2 BC Augustus inaugurated his Forum in Rome. This place housed the statues of the most famous ... more In 2 BC Augustus inaugurated his Forum in Rome. This place housed the statues of the most famous Roman men, whom the ancient Romans considered their heroes: the so-called Summi Viri. Like the Augustan portico, this book describes all those Roman characters capable of changing the fate of the history of Rome. Following in the Augustan footsteps, the heroes shine for their actions and above all for their virtues, which make them unique in the world scene.
Nel 2 aC Augusto inaugurò il suo Foro a Roma. Questo luogo ospitava le statue dei romani più famosi, che gli antichi romani consideravano i loro eroi: i cosiddetti Summi Viri. Come il portico augusteo, questo libro descrive tutti quei personaggi romani capaci di cambiare le sorti della storia di Roma. Seguendo le orme augustee, gli eroi brillano per le loro azioni e soprattutto per le loro virtù, che li rendono unici nel panorama mondiale.
Book, 2007
“... intanto i Greci occuparono l’altra sponda fino allo Stretto... infatti già dai tempi della G... more “... intanto i Greci occuparono l’altra sponda fino allo Stretto... infatti già dai tempi della Guerra di Troia, occupavano gran parte dell’entroterra; e quando si accrebbero al massimo chiamarono quella terra Magna Grecia”.
La lamina decorativa di uno scudo (émblema) rinveuta ad Olimpia e sottovalutata, chiarisce un’infinità di problematiche (e molte altre ne apre) e spiega, dopo un’attenta lettura, l’esempio paradigmatico di una città magnogreca.
A differenza delle città principali, prime colonie su suolo italico, il bronzo di Olimpia ci narra una storia di una realtà figlia di se stessa, in grado di mantenere indipendenti le proprie origini, dapprima come centro siculo, mantenendone il nome Veiponio, e poi come centro magnogreco in grado di detenere una forma, anche orgogliosa di propria indipendenza, lasciandosi guidare dalla sua madrepatria, Locri, nelle manifestazioni più elevate della vita.
Attraverso uno studio dettagliato, si è tentato di re-stituire tramite labili tracce, l’intera storia di Ipponio, dalla presenza come entità italica (sicula) fino all’intervento dei Romani nella regione.
Il quadro che ne è risultato è quello di una entità ci-vica, formalmente indipendente, moderatamente ricca, non ostentante e profondamente legata alla guerra come strumento di libertà e alla spiritualità religiosa.
Questa indipendenza, combattuta almeno per quattrocento anni, dall’ingerenza locrese al riconoscimento romano, non avrebbe potuto produrre altro che una città tanto degna della propria storia e della propria coscienza da aver ottenuto da Roma l’appellativo che, ancora oggi forse troppo incoscentemente, porta: Valentia.
I ncentrato sulle coniazioni monetali e sulle vicende storiche della polis greca di Terina (collo... more I ncentrato sulle coniazioni monetali e sulle vicende storiche della polis greca di Terina (collocata nel territorio dell'odierna Lamezia Terme), il presente volume muove i propri passi dall'archeologia numismatica e dai maggiori studi accademici del XX secolo arricchendosi poi di nuovi spunti di ricerca e avvalendosi di un vastissimo corredo iconografico che racchiude monete di straordinaria bellezza. Peraltro, la storia di Terina, fondata nel VI secolo a.C. da coloni greci provenienti da Crotone, lascia molte domande aperte. Una su tutte: come è possibile che una città con una limitata estensione urbana abbia saputo dominare i traffici economici dei mercati del Bruzio, della Lucania e dell'Apulia al pari di grandi centri come Eraclea, Metaponto e Taranto? Ebbene, una risposta è probabilmente da ricercarsi proprio nelle sue splendide coniazioni monetali, tra le più belle di tutto l'occidente greco e in grado di competere con quelle della potente Siracusa. In sostanza, Terina riuscì a conquistare e mantenere il proprio potere basandosi non sulla pura forza delle armi, ma anche sulla bellezza dell'arte. Fu forse questa la principale vittoria di una polis la cui misteriosa e gloriosa grandezza sta nella piccola perfezione delle sue monete.
Il presente volume, partendo dal racconto delle origini storiche dei Normanni e degli Anglosasson... more Il presente volume, partendo dal racconto delle origini storiche dei Normanni e degli Anglosassoni, ripercorre le varie tappe che portarono alla battaglia di Hastings del 14 ottobre 1066 e alla storica vittoria di Guglielmo, potente Duca di Normandia che passò dal ruolo di “bastardo” a quello di “Conquistatore”. Il racconto di quegli eventi si accompagna a una dettagliata analisi tecnica (e storicoartistica) del celebre Arazzo di Bayeux, soffermandosi in ultimo sugli importanti elementi di novità portati da Guglielmo una volta asceso al trono d’Inghilterra.
Abile stratega, condottiero e potente sovrano, Alessandro Magno di Macedonia, eroe che percepiva ... more Abile stratega, condottiero e potente sovrano, Alessandro Magno di Macedonia, eroe che percepiva se stesso alla stregua di un nuovo Eracle o di un nuovo Achille, fu, prima di tutto, un “viaggiatore”. E chi si approcci alle pagine del presente lavoro, nel quale viene ripercorsa l’intera vicenda del grande macedone ,si prepari, di fatto, a compiere un lungo e affascinante viaggio...Un’esplorazione attraverso quei luoghi in cui l’uomo Alessandro compì il luminoso percorso che lo avrebbe portato a divenire mito; aspirando costantemente, come racconta la storica Lynette Mitchell nella prefazione al libro,“...a divenire il più grande tra tutti gli eroi...”.Con pieno rigore storico, e senza concessioni alla fabula, a farla da padrone, in un racconto sostenuto da una poderosa mole bibliografica, sono i fatti “così come si svolsero”. Fatti la cui rievocazione, spogliata di facili orpelli, saprà coinvolgere e trascinare ogni lettore dentro l’antica e immortale storia (o viaggio) dell’ultimo eroe.