Alberto Distefano - Academia.edu (original) (raw)
Books by Alberto Distefano
Agrigento possiede la più esauriente documentazione di altari rispetto agli altri santuari grec... more Agrigento possiede la più esauriente documentazione di altari rispetto agli altri santuari greci di Sicilia: altari monumentali con gradinata nei santuari delle divinità olimpiche, altari quadrati e rotondi nei santuari ctoni. Fra i primi rimane isolato, quasi testo a sé stante, l'altare monumentale del grande Tempio di Zeus; esso ha offerto da sempre difficoltà di lettura e di interpretazione struttiva, tali da rendere problematico ogni tentativo al riguardo. Bisogna rendere merito all'architetto Alberto Distefano, giovane studioso formatosi presso l'Università di Palermo, per avere affrontato il problema interpretativo delle rovine di questo grande altare afferente al maestoso Tempio di Zeus in Agrigento: rovine, come abbiamo detto, di fronte alla cui problematicità è sempre risultato prudente fermarsi sino ad accontentarsi di affermare l'assenza di una autenticità topografica struttiva.
L'analisi tipologica, costruttiva, dimensionale, condotta con perseveranza di tipo filologico, ha portato l'Autore a dare alla propria ricerca una soluzione interpretativa apprezzabile, riconoscendo nel sistema costruttivo dei piedritti, di cui si compone caratteristicamente la fondazione dell'altare, il reimpiego da un edificio della stessa epoca (verosimilmente non portato a termine) o addirittura elementi originariamente destinati all'elevato dello stesso Olympieion. (...)
La ricerca di Distefano toglie dall'isolamento di un semplice rilevamento questa importante costruzione di altare, ipotizzando le possibili restituzioni plano-volumetriche, e proietta la sua lettura in possibilità interpretative e soluzioni convincenti: il che vuol dire far progredire la conoscenza delle strutture e degli spazi santuariali in genere.
Ernesto De Miro
Sommario: Ernesto De Miro, Presentazione. Introduzione. 1. Le ricerche dal XVIII agli inizi del XXI secolo; 2. Il rilievo topografico e architettonico; 3. Analisi tipologica; 4. Analisi costruttiva; 5. Analisi morfologica degli elementi lapidei; 6. Analisi paleografica delle iscrizioni lapidee; 7. Analisi dimensionale dei blocchi squadrati; 8. Considerazioni metrologiche; 9. Ipotesi di restituzione. Conclusioni. Tavole. Abbreviazioni. Bibliografia.
Papers by Alberto Distefano
In the ancient world the altar was the main element in the sacred space outside the temple. In th... more In the ancient world the altar was the main element in the sacred space outside the temple. In this article, we analyze the many altars of ancient Agrigento, proposing a classification by type and form, and a interpretation in relation to cults and sacred rites.
L'idea portante del progetto, qui descritto, si basa sulla constatazione che l'area del Tempio di... more L'idea portante del progetto, qui descritto, si basa sulla constatazione che l'area del Tempio di Efesto è attraversata dalla ferrovia Agrigento-Porto Empedocle, utilizzata solo in occasione di manifestazioni nella Valle; attualmente i visitatori debbono attraversare i binari e superare una scarpata. Il progetto prevede una stazione di fermata ferroviaria, seminterrata e con annesso sottopassaggio pedonale, che immette nella Valle. Così, vengono resi più funzionali gli itinerari interni, mediante anche la previsione di un ponte pedonale sul Giardino della Kolymbetra, delimitato dai due terrazzamenti nell'area del Santuario delle Divinità Ctonie e del Tempio di Efesto.
Presentations in Conference by Alberto Distefano
Il presente contributo intende incrementare la documentazione grafica e fotografica del restauro,... more Il presente contributo intende incrementare la documentazione grafica e fotografica del restauro, eseguito nel 2003, di due pannelli di affresco di II stile pompeiano, appartenenti al ciclo pittorico della c.d. Casa delle Maschere di Solunto. Nel 1874, per ragioni conservative, alcune parti di affresco furono staccate dalle pareti dell’oecus soluntino e conservate, in cinque pannelli, presso il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas di Palermo. Due sono stati restaurati nel 2003 e i restanti tre nel 2017.
I due pannelli restaurati nel 2003 sono caratterizzati dalla presenza di maschere teatrali maschili, una riferibile a un sileno e l’altra a un vecchio barbato, forse Pan. Le maschere sono appese a ghirlande ricche di foglie, spighe, pigne e frutti di vario tipo, con bende finemente ricamate. Il colore di fondo dei riquadri, sui quali si distinguono le ghirlande e le maschere, è stato sinora oggetto di differenti ipotesi di restituzione. Giovanni Salemi Pace proponeva un’ipotesi con sfondo nero, Biagio Pace avanzava l’ipotesi di uno sfondo rosso cinabro, poi alteratosi in nero, e infine, dopo le operazioni di restauro del 2003 è stata presentata da una equipe di studiosi l’interpretazione di uno sfondo giallo ad imitazione del diaspro marmoreo. Il restauro del 2017 sui tre pannelli del Museo, di cui uno con maschera teatrale, forse menade o giovane pàroulos, in origine posto al centro del lato corto dell’oecus soluntino, conferma l’ipotesi di restituzione di uno sfondo rosso, proposta da Biagio Pace.
Sebbene alcuni studiosi abbiano interpretato gli affreschi di Solunto un esperimento precoce di una pittura illusionistica, d’influenza ellenistica, in anticipo rispetto agli esempi romani e campani di II stile, di recente prevale, invece, la tendenza a considerare il ciclo pittorico di carattere pienamente «pompeiano», databile al secondo quarto del I sec. a.C.
Il presente studio ha lo scopo di fornire un esempio di valorizzazione e comunicazione visiva del... more Il presente studio ha lo scopo di fornire un esempio di valorizzazione e comunicazione visiva del settore sud-occidentale della Valle dei Templi di Agrigento, dove molteplici aspetti archeologici, paesaggistici, geologici e antropologici coesistono e si intersecano tra di loro. La finalità del lavoro è dispiegare, attraverso il rilievo e la rappresentazione, tale complessità per comunicare ai visitatori, in modo semplice, chiaro e immediato, le informazioni utili per la comprensione del sito, promuovendo la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio culturale e ambientale.
La rappresentazione proposta costituisce un documento sullo stato attuale di una parte del paesaggio della Valle dei Templi, la più connotata sul piano culturale e naturalistico. Gli elaborati plano-altimetrici, effettuati con sistemi integrati di rilievo, comprendono l’area del Tempio di Efesto, l’area sacra del Santuario delle Divinità Ctonie, e il Giardino della Kolymbethra.
The present study aims to provide an example of visual communication and valorisation of the south-western sector of the Valley of the Temples in Agrigento, where many aspects of archaeological, landscape, geological and anthropological coexist and intersect with each other. The purpose of this work is to deploy through the relief and the representation, the complexity to communicate to visitors, in a simple, clear and straightforward, useful information for the understanding of the site, promoting knowledge and awareness of the cultural and environmental heritage.
The representation proposal is a document of the current state of a part of the landscape of the Valley of the Temples, the most characterized the cultural and natural heritage. The drawings plano-altimetric, made with integrated systems of relief, including the area of the Temple of Hephaestus, the sacred area of the Sanctuary of the Chthonic Deities, and the Garden of Kolymbethra.
Posters by Alberto Distefano
IL ciclo pittorico della Casa delle Maschere di Solunto è uno degli esempi più significativi, in ... more IL ciclo pittorico della Casa delle Maschere di Solunto è uno degli esempi più significativi, in Sicilia, di pittura parietale di II stile pompeiano 1 . Nel 1874, per ragioni conservative, alcune parti di affresco furono staccate dalle pareti dell'oecus soluntino e conservate in cinque pannelli presso il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas di Palermo (2, 26-30). Due sono stati restaurati nel 2003 e i restanti tre nel 2017. Il presente contributo intende incrementare la documentazione fotografica del restauro, eseguito nel 2003 2 , su due pannelli di affresco caratterizzati dalla presenza di maschere teatrali maschili, una riferibile a un sileno (26) e l'altra a un vecchio barbato, forse Pan (28). Le maschere sono appese a ghirlande ricche di foglie, spighe, pigne e frutti di vario tipo, con bende finemente ricamate (20, 25). Il colore di fondo dei riquadri, sui quali si distinguono le ghirlande e le maschere, è stato sinora oggetto di differenti ipotesi di restituzione. Giovanni Salemi Pace proponeva un'ipotesi con sfondo nero 3 (31), Biagio Pace avanzava l'ipotesi di uno sfondo rosso cinabro 4 (34), poi alteratosi in nero, e infine, dopo il restauro del 2003 è stata avanzata, dall'equipe di studiosi, l'ipotesi di uno sfondo giallo senape ad imitazione del diaspro marmoreo 5 (32). Il restauro del 2017 sui tre pannelli del Museo (27, 29-30), di cui uno con maschera teatrale, forse menade o giovane pàroulos , in origine posto al centro del lato corto dell'oecus (2-3), tra il sileno e il vecchio barbato, confermerebbe l'ipotesi di restituzione di uno sfondo rosso 6 , proposta da Biagio Pace (33-34). Le decorazioni parietali di Solunto erano parte integrante dell'architettura della sala per banchetti (triclinium), nella lussuosa domus con peristilio centrale (1-2). La superficie delle pareti è dipinta ad imitazione di specchiature marmoree policrome. Nella parte bassa, per quel che rimane ancora in situ, e riferendoci all'ipotesi restitutiva di Salemi Pace 7 (31), che vide le pitture prima del distacco dalle pareti, si notano ampi riquadri di colore nero, intervallati da ortostati rettangolari, incorniciati di rosso, imitanti marmi di colore beige, azzurro e giallo antico. La parte basamentale delle pareti è completata superiormente da una finta modanatura architettonica verde, profilata di nero, e con un solo listello bianco. Nella parte mediana sono presenti conci o bugne rettangolari ad imitazione di porfidi e marmi gialli, che si alternano di testa e di taglio, delimitati rispettivamente da cornici nere e rosse (3). Nella parte superiore, infine, si distinguono paratatticamente stretti riquadri, in finto marmo bruno screziato, perimetrati da un listello bianco, intervallati da ampie specchiature, a loro volta riquadrate da finte modanature architettoniche di colore verde e profilate di nero (15). Al centro di ogni specchiatura si staglia, con effetto illusionistico, una maschera teatrale appesa alle ricche ghirlande, in un lato più corto della sala (2, 26-28), e strumenti musicali (doppio flauto e timpano), appesi a rami con pigne e bende, nei lati lunghi (29-30). Sebbene alcuni studiosi 8 abbiano interpretato gli affreschi soluntini come un esperimento precoce di una pittura illusionistica, d'influenza ellenistica, in anticipo rispetto agli esempi romani e campani di II stile, di recente prevale, invece, la tendenza a considerare il ciclo pittorico di carattere pienamente «pompeiano», databile, per Caterina Greco ed Elisa Chiara Portale, al secondo quarto del I sec. a.C 9 . Un confronto stilistico, iconografico e iconologico del ciclo pittorico soluntino si può fare con i motivi decorativi, attinenti al culto dionisiaco, presenti nell'esedra della Villa di Publius Fannius Synistor a Boscoreale 10 , caratterizzati anche da ricche ghirlande di foglie e frutti da cui pendono una maschera teatrale (vecchio barbato), strumenti musicali (campanello e timpano) e oggetti di vario tipo (35). L'esempio delle decorazioni parietali di Solunto, per la finezza dei particolari decorativi e per la preziosità dei materiali utilizzati, testimonia la presenza in Sicilia, in età romana repubblicana, di esperte maestranze chiamate per soddisfare le esigenze di autorappresentazione di una ricca committenza.
Disegni e Rilievi by Alberto Distefano
Agrigento offers the surprise of a Mediterranean garden of other times contained within the park ... more Agrigento offers the surprise of a Mediterranean garden of other times contained within the park itself.
Agrigento possiede la più esauriente documentazione di altari rispetto agli altri santuari grec... more Agrigento possiede la più esauriente documentazione di altari rispetto agli altri santuari greci di Sicilia: altari monumentali con gradinata nei santuari delle divinità olimpiche, altari quadrati e rotondi nei santuari ctoni. Fra i primi rimane isolato, quasi testo a sé stante, l'altare monumentale del grande Tempio di Zeus; esso ha offerto da sempre difficoltà di lettura e di interpretazione struttiva, tali da rendere problematico ogni tentativo al riguardo. Bisogna rendere merito all'architetto Alberto Distefano, giovane studioso formatosi presso l'Università di Palermo, per avere affrontato il problema interpretativo delle rovine di questo grande altare afferente al maestoso Tempio di Zeus in Agrigento: rovine, come abbiamo detto, di fronte alla cui problematicità è sempre risultato prudente fermarsi sino ad accontentarsi di affermare l'assenza di una autenticità topografica struttiva.
L'analisi tipologica, costruttiva, dimensionale, condotta con perseveranza di tipo filologico, ha portato l'Autore a dare alla propria ricerca una soluzione interpretativa apprezzabile, riconoscendo nel sistema costruttivo dei piedritti, di cui si compone caratteristicamente la fondazione dell'altare, il reimpiego da un edificio della stessa epoca (verosimilmente non portato a termine) o addirittura elementi originariamente destinati all'elevato dello stesso Olympieion. (...)
La ricerca di Distefano toglie dall'isolamento di un semplice rilevamento questa importante costruzione di altare, ipotizzando le possibili restituzioni plano-volumetriche, e proietta la sua lettura in possibilità interpretative e soluzioni convincenti: il che vuol dire far progredire la conoscenza delle strutture e degli spazi santuariali in genere.
Ernesto De Miro
Sommario: Ernesto De Miro, Presentazione. Introduzione. 1. Le ricerche dal XVIII agli inizi del XXI secolo; 2. Il rilievo topografico e architettonico; 3. Analisi tipologica; 4. Analisi costruttiva; 5. Analisi morfologica degli elementi lapidei; 6. Analisi paleografica delle iscrizioni lapidee; 7. Analisi dimensionale dei blocchi squadrati; 8. Considerazioni metrologiche; 9. Ipotesi di restituzione. Conclusioni. Tavole. Abbreviazioni. Bibliografia.
In the ancient world the altar was the main element in the sacred space outside the temple. In th... more In the ancient world the altar was the main element in the sacred space outside the temple. In this article, we analyze the many altars of ancient Agrigento, proposing a classification by type and form, and a interpretation in relation to cults and sacred rites.
L'idea portante del progetto, qui descritto, si basa sulla constatazione che l'area del Tempio di... more L'idea portante del progetto, qui descritto, si basa sulla constatazione che l'area del Tempio di Efesto è attraversata dalla ferrovia Agrigento-Porto Empedocle, utilizzata solo in occasione di manifestazioni nella Valle; attualmente i visitatori debbono attraversare i binari e superare una scarpata. Il progetto prevede una stazione di fermata ferroviaria, seminterrata e con annesso sottopassaggio pedonale, che immette nella Valle. Così, vengono resi più funzionali gli itinerari interni, mediante anche la previsione di un ponte pedonale sul Giardino della Kolymbetra, delimitato dai due terrazzamenti nell'area del Santuario delle Divinità Ctonie e del Tempio di Efesto.
Il presente contributo intende incrementare la documentazione grafica e fotografica del restauro,... more Il presente contributo intende incrementare la documentazione grafica e fotografica del restauro, eseguito nel 2003, di due pannelli di affresco di II stile pompeiano, appartenenti al ciclo pittorico della c.d. Casa delle Maschere di Solunto. Nel 1874, per ragioni conservative, alcune parti di affresco furono staccate dalle pareti dell’oecus soluntino e conservate, in cinque pannelli, presso il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas di Palermo. Due sono stati restaurati nel 2003 e i restanti tre nel 2017.
I due pannelli restaurati nel 2003 sono caratterizzati dalla presenza di maschere teatrali maschili, una riferibile a un sileno e l’altra a un vecchio barbato, forse Pan. Le maschere sono appese a ghirlande ricche di foglie, spighe, pigne e frutti di vario tipo, con bende finemente ricamate. Il colore di fondo dei riquadri, sui quali si distinguono le ghirlande e le maschere, è stato sinora oggetto di differenti ipotesi di restituzione. Giovanni Salemi Pace proponeva un’ipotesi con sfondo nero, Biagio Pace avanzava l’ipotesi di uno sfondo rosso cinabro, poi alteratosi in nero, e infine, dopo le operazioni di restauro del 2003 è stata presentata da una equipe di studiosi l’interpretazione di uno sfondo giallo ad imitazione del diaspro marmoreo. Il restauro del 2017 sui tre pannelli del Museo, di cui uno con maschera teatrale, forse menade o giovane pàroulos, in origine posto al centro del lato corto dell’oecus soluntino, conferma l’ipotesi di restituzione di uno sfondo rosso, proposta da Biagio Pace.
Sebbene alcuni studiosi abbiano interpretato gli affreschi di Solunto un esperimento precoce di una pittura illusionistica, d’influenza ellenistica, in anticipo rispetto agli esempi romani e campani di II stile, di recente prevale, invece, la tendenza a considerare il ciclo pittorico di carattere pienamente «pompeiano», databile al secondo quarto del I sec. a.C.
Il presente studio ha lo scopo di fornire un esempio di valorizzazione e comunicazione visiva del... more Il presente studio ha lo scopo di fornire un esempio di valorizzazione e comunicazione visiva del settore sud-occidentale della Valle dei Templi di Agrigento, dove molteplici aspetti archeologici, paesaggistici, geologici e antropologici coesistono e si intersecano tra di loro. La finalità del lavoro è dispiegare, attraverso il rilievo e la rappresentazione, tale complessità per comunicare ai visitatori, in modo semplice, chiaro e immediato, le informazioni utili per la comprensione del sito, promuovendo la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio culturale e ambientale.
La rappresentazione proposta costituisce un documento sullo stato attuale di una parte del paesaggio della Valle dei Templi, la più connotata sul piano culturale e naturalistico. Gli elaborati plano-altimetrici, effettuati con sistemi integrati di rilievo, comprendono l’area del Tempio di Efesto, l’area sacra del Santuario delle Divinità Ctonie, e il Giardino della Kolymbethra.
The present study aims to provide an example of visual communication and valorisation of the south-western sector of the Valley of the Temples in Agrigento, where many aspects of archaeological, landscape, geological and anthropological coexist and intersect with each other. The purpose of this work is to deploy through the relief and the representation, the complexity to communicate to visitors, in a simple, clear and straightforward, useful information for the understanding of the site, promoting knowledge and awareness of the cultural and environmental heritage.
The representation proposal is a document of the current state of a part of the landscape of the Valley of the Temples, the most characterized the cultural and natural heritage. The drawings plano-altimetric, made with integrated systems of relief, including the area of the Temple of Hephaestus, the sacred area of the Sanctuary of the Chthonic Deities, and the Garden of Kolymbethra.
IL ciclo pittorico della Casa delle Maschere di Solunto è uno degli esempi più significativi, in ... more IL ciclo pittorico della Casa delle Maschere di Solunto è uno degli esempi più significativi, in Sicilia, di pittura parietale di II stile pompeiano 1 . Nel 1874, per ragioni conservative, alcune parti di affresco furono staccate dalle pareti dell'oecus soluntino e conservate in cinque pannelli presso il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas di Palermo (2, 26-30). Due sono stati restaurati nel 2003 e i restanti tre nel 2017. Il presente contributo intende incrementare la documentazione fotografica del restauro, eseguito nel 2003 2 , su due pannelli di affresco caratterizzati dalla presenza di maschere teatrali maschili, una riferibile a un sileno (26) e l'altra a un vecchio barbato, forse Pan (28). Le maschere sono appese a ghirlande ricche di foglie, spighe, pigne e frutti di vario tipo, con bende finemente ricamate (20, 25). Il colore di fondo dei riquadri, sui quali si distinguono le ghirlande e le maschere, è stato sinora oggetto di differenti ipotesi di restituzione. Giovanni Salemi Pace proponeva un'ipotesi con sfondo nero 3 (31), Biagio Pace avanzava l'ipotesi di uno sfondo rosso cinabro 4 (34), poi alteratosi in nero, e infine, dopo il restauro del 2003 è stata avanzata, dall'equipe di studiosi, l'ipotesi di uno sfondo giallo senape ad imitazione del diaspro marmoreo 5 (32). Il restauro del 2017 sui tre pannelli del Museo (27, 29-30), di cui uno con maschera teatrale, forse menade o giovane pàroulos , in origine posto al centro del lato corto dell'oecus (2-3), tra il sileno e il vecchio barbato, confermerebbe l'ipotesi di restituzione di uno sfondo rosso 6 , proposta da Biagio Pace (33-34). Le decorazioni parietali di Solunto erano parte integrante dell'architettura della sala per banchetti (triclinium), nella lussuosa domus con peristilio centrale (1-2). La superficie delle pareti è dipinta ad imitazione di specchiature marmoree policrome. Nella parte bassa, per quel che rimane ancora in situ, e riferendoci all'ipotesi restitutiva di Salemi Pace 7 (31), che vide le pitture prima del distacco dalle pareti, si notano ampi riquadri di colore nero, intervallati da ortostati rettangolari, incorniciati di rosso, imitanti marmi di colore beige, azzurro e giallo antico. La parte basamentale delle pareti è completata superiormente da una finta modanatura architettonica verde, profilata di nero, e con un solo listello bianco. Nella parte mediana sono presenti conci o bugne rettangolari ad imitazione di porfidi e marmi gialli, che si alternano di testa e di taglio, delimitati rispettivamente da cornici nere e rosse (3). Nella parte superiore, infine, si distinguono paratatticamente stretti riquadri, in finto marmo bruno screziato, perimetrati da un listello bianco, intervallati da ampie specchiature, a loro volta riquadrate da finte modanature architettoniche di colore verde e profilate di nero (15). Al centro di ogni specchiatura si staglia, con effetto illusionistico, una maschera teatrale appesa alle ricche ghirlande, in un lato più corto della sala (2, 26-28), e strumenti musicali (doppio flauto e timpano), appesi a rami con pigne e bende, nei lati lunghi (29-30). Sebbene alcuni studiosi 8 abbiano interpretato gli affreschi soluntini come un esperimento precoce di una pittura illusionistica, d'influenza ellenistica, in anticipo rispetto agli esempi romani e campani di II stile, di recente prevale, invece, la tendenza a considerare il ciclo pittorico di carattere pienamente «pompeiano», databile, per Caterina Greco ed Elisa Chiara Portale, al secondo quarto del I sec. a.C 9 . Un confronto stilistico, iconografico e iconologico del ciclo pittorico soluntino si può fare con i motivi decorativi, attinenti al culto dionisiaco, presenti nell'esedra della Villa di Publius Fannius Synistor a Boscoreale 10 , caratterizzati anche da ricche ghirlande di foglie e frutti da cui pendono una maschera teatrale (vecchio barbato), strumenti musicali (campanello e timpano) e oggetti di vario tipo (35). L'esempio delle decorazioni parietali di Solunto, per la finezza dei particolari decorativi e per la preziosità dei materiali utilizzati, testimonia la presenza in Sicilia, in età romana repubblicana, di esperte maestranze chiamate per soddisfare le esigenze di autorappresentazione di una ricca committenza.
Agrigento offers the surprise of a Mediterranean garden of other times contained within the park ... more Agrigento offers the surprise of a Mediterranean garden of other times contained within the park itself.