Alessandro NGata Te Rauparaha - Academia.edu (original) (raw)

Papers by Alessandro NGata Te Rauparaha

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raPPresenTazioni e PraTiChe del saCro 261 medIatorI deL Sacro e deL poLItIco tra memorIa e poStmo... more raPPresenTazioni e PraTiChe del saCro 261 medIatorI deL Sacro e deL poLItIco tra memorIa e poStmodernItà Premessa la categoria di operatori del sacro evoca immediatamente la rappresentazione di sacerdoti, guaritori, veggenti e persino stregoni, comunque manipolatori di oggetti e/o parole sacre, impegnati in rituali pubblici o privati, all'interno di contesti in cui sono implicate entità spirituali sovraordinate rispetto agli umani. Tuttavia, la sfera politica, e non solo quella religiosa, ci offre figure di rilievo pubblico che in vari modi incarnano, interpretano e manipolano il sacro, producendo a volte manifestazioni di carattere prodigioso, figure di cui sia l'antropologia che la storia si sono molto occupate, dai re medievali che guarivano dalle scrofole imponendo le mani 1 , ai cosiddetti re divini o capri espiatori dell'africa 2 , alla regalità sacra dell'oceania 3 . l'accostamento di sacro e politico non è, dunque, insolito, ma il tema che vogliamo presentare qui presume che queste due categorie possano definirsi sulla base di una implicazione reciproca. intendiamo, cioè, porre il problema di come sacro e politico possano insieme dotarsi di senso e legittimarsi. Questo presuppone una prospettiva che non è tanto (o soltanto) quella della perpetuazione politicamente saliente di una funzione sacra della cosiddetta tradizione, ovvero quella della riscoperta della tradizione e della sua sacralità in una chiave politica, quanto piuttosto quella di una nuova dimensione sacra del politico e, insieme, di una inedita dimensione politica del sacro. Questa operazione di duplice valore, su cui vogliamo riflettere, è compiuta da personaggi di rilevante caratura sociale e simbolica che si propongono come interpreti di un nuovo modo di declinare la sacralità tradizionale del politico e, al tempo stesso, l'ineludibile valenza politica del sacro. Costoro si dimostrano capaci di operare una costante mediazione tra queste due sfere e incarnare, reinterpretandoli, processi storici di profonda trasformazione delle rispettive società. in questo contributo, ci limiteremo a introdurre il tema su cui stiamo lavorando e che riguarda alcuni particolari agenti sociali appartenenti a contesti molto diversi tra loro: il ghana postcoloniale, con riferimento all'area akan studiata da Mariano Pavanello, e i Pays d'Outre-Mer francesi in oceania, con riferimento alle isole della società (Polinesia francese), terreno di ricerca di Matteo aria. Questi agenti sociali sono, in ghana, i rappresentanti del potere tradizionale, la chieftaincy, investiti di funzioni ri-1 vedi BloCh 1973, per non parlare dei sovrani di natura divina dell'antichità, o le figure simbolicamente regali protagoniste di rituali cruenti come il "re del bosco di nemi" (Frazer 1965(Frazer [1922). valeri 1985. Merita inoltre segnalare la recente analisi di kirch (kirCh 2010) sulla affermazione della regalità divina alle hawaii come elemento centrale che segnò il passaggio dal chiefdom allo stato arcaico. un insieme di condizioni demografiche, economiche, sociali e ideologiche permisero prima dell'arrivo degli europei la trasformazione di un sistema fondato sui capi, che all'apice di un clan conico rivendicavano di essere discendenti degli dei, a una regalità divina come classe endogamica separata.

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raPPresenTazioni e PraTiChe del saCro 261 medIatorI deL Sacro e deL poLItIco tra memorIa e poStmo... more raPPresenTazioni e PraTiChe del saCro 261 medIatorI deL Sacro e deL poLItIco tra memorIa e poStmodernItà Premessa la categoria di operatori del sacro evoca immediatamente la rappresentazione di sacerdoti, guaritori, veggenti e persino stregoni, comunque manipolatori di oggetti e/o parole sacre, impegnati in rituali pubblici o privati, all'interno di contesti in cui sono implicate entità spirituali sovraordinate rispetto agli umani. Tuttavia, la sfera politica, e non solo quella religiosa, ci offre figure di rilievo pubblico che in vari modi incarnano, interpretano e manipolano il sacro, producendo a volte manifestazioni di carattere prodigioso, figure di cui sia l'antropologia che la storia si sono molto occupate, dai re medievali che guarivano dalle scrofole imponendo le mani 1 , ai cosiddetti re divini o capri espiatori dell'africa 2 , alla regalità sacra dell'oceania 3 . l'accostamento di sacro e politico non è, dunque, insolito, ma il tema che vogliamo presentare qui presume che queste due categorie possano definirsi sulla base di una implicazione reciproca. intendiamo, cioè, porre il problema di come sacro e politico possano insieme dotarsi di senso e legittimarsi. Questo presuppone una prospettiva che non è tanto (o soltanto) quella della perpetuazione politicamente saliente di una funzione sacra della cosiddetta tradizione, ovvero quella della riscoperta della tradizione e della sua sacralità in una chiave politica, quanto piuttosto quella di una nuova dimensione sacra del politico e, insieme, di una inedita dimensione politica del sacro. Questa operazione di duplice valore, su cui vogliamo riflettere, è compiuta da personaggi di rilevante caratura sociale e simbolica che si propongono come interpreti di un nuovo modo di declinare la sacralità tradizionale del politico e, al tempo stesso, l'ineludibile valenza politica del sacro. Costoro si dimostrano capaci di operare una costante mediazione tra queste due sfere e incarnare, reinterpretandoli, processi storici di profonda trasformazione delle rispettive società. in questo contributo, ci limiteremo a introdurre il tema su cui stiamo lavorando e che riguarda alcuni particolari agenti sociali appartenenti a contesti molto diversi tra loro: il ghana postcoloniale, con riferimento all'area akan studiata da Mariano Pavanello, e i Pays d'Outre-Mer francesi in oceania, con riferimento alle isole della società (Polinesia francese), terreno di ricerca di Matteo aria. Questi agenti sociali sono, in ghana, i rappresentanti del potere tradizionale, la chieftaincy, investiti di funzioni ri-1 vedi BloCh 1973, per non parlare dei sovrani di natura divina dell'antichità, o le figure simbolicamente regali protagoniste di rituali cruenti come il "re del bosco di nemi" (Frazer 1965(Frazer [1922). valeri 1985. Merita inoltre segnalare la recente analisi di kirch (kirCh 2010) sulla affermazione della regalità divina alle hawaii come elemento centrale che segnò il passaggio dal chiefdom allo stato arcaico. un insieme di condizioni demografiche, economiche, sociali e ideologiche permisero prima dell'arrivo degli europei la trasformazione di un sistema fondato sui capi, che all'apice di un clan conico rivendicavano di essere discendenti degli dei, a una regalità divina come classe endogamica separata.