Andreina Milan - Academia.edu (original) (raw)
Papers by Andreina Milan
Testo importante che riguarda la storia di Venezia ma con importanti rapporti e analogie con Rave... more Testo importante che riguarda la storia di Venezia ma con importanti rapporti e analogie con Ravenna. Utile per la conoscenza della viabilita antica e delle relazioni territoriali delle strade romane tra Veneto e Esarcato.
CLEUP eBooks, 2016
Agostino Magnaghi (Livorno, 1937), architetto ligure-piemontese, testimonia una declinazione inat... more Agostino Magnaghi (Livorno, 1937), architetto ligure-piemontese, testimonia una declinazione inattesa e del tutto autonoma, nel panorama, talora umbratile, della raffinata Scuola Torinese. L\u2019opera di progettista e docente universitario, perdurata oltre cinquant\u2019anni, conferma il profilo di studioso dei fenomeni urbani impegnato nelle principali trasformazioni che, dal secondo Dopoguerra, hanno interessato la citt\ue0 di Torino. Sia nei progetti di carattere innovativo, sia nel recupero, Magnaghi dimostra \uab[\u2026] una coerenza non ostentata, ma duttile e sommessa\ubb e con essa \uabla capacit\ue0 di recepire le circostanze e le occasioni per farne materia poetica e messaggio\ubb. Questa monografia, oltre a costituire un\u2019indagine approfondita delle sue opere, \ue8 anche pretesto per una riflessione sull\u2019architettura italiana dalla fine degli anni Sessanta del secolo XX ad oggi: la narrazione, attraverso opere, progetti e scritti, d\u2019un percorso inquieto che approda, nella sua fase pi\uf9 matura, all\u2019accettazione del principio de l\u2019Art autre, la \uabcasualit\ue0 geniale\ubb, nella misura d\u2019una rasserenata, panteistica, visione del mondo.Agostino Magnaghi (Livorno, 1937) Ligurian-Piedmontese architect, has carvedhis own unexpected and entirely autonomous path through the sometimes shady panorama of the sophisticated Turin school. His work as an architect and university teacher, which has lasted over fifty years, confirms his profile of studier of urban phenomena involved in the main transformations that the city of Turin has undergone since the second world war. Both in the innovative character of his designs and in his restoration activity, Magnaghi shows \uaba coherence that, far from being ostentatious, is malleable and subtle\ubb and with it \uabthe capacity to absorb circumstances and situations to make of them poetic material and message\ubb. This monograph, besides describing his works in depth, also presents the pretext for reflection on Italian architecture from the end of the nineteen sixties to the present day: the narrative is told by means of his works, projects and writing, in a changeable journey that achieves, in its mature phase, the acceptance of the principle of art autre and \uabbrilliant randomness\ubb, seen through a cheerful, pantheistic vision of the world
Revista cubana de ciencia avícola, 2007
This paper outlines new horizons in research on the topic of \u2018rural vs. urban\u2019 in the h... more This paper outlines new horizons in research on the topic of \u2018rural vs. urban\u2019 in the history of reform movements in the first half of the 20th century. The German version of the \u2018Garden City\u2019 originated in a context characterised by anti-urban and anti-modern perspectives opposed to scientist and positivist legacies at the endof the 19th century. In the diversified cultural milieu of Munich and Berlin,feminism, eugenics and vanguard alternative movements provided a new image ofthe \u2018return to the soil\u2019 as a sacralisation of nature
Nel dibattito attuale sul futuro della Zona di Comando, il volume ricostruisce la genesi di un pr... more Nel dibattito attuale sul futuro della Zona di Comando, il volume ricostruisce la genesi di un processo di \uabrestituzione urbana\ubb da sette decenni atteso e sollecitato dalla Citt\ue0 di Torino: una tormentata vicenda \u2013 storica, culturale, tipologica \u2013 che accompagnala costruzione della nuova Aula Magna dell\u2019Universit\ue0 degli Studi di Torino, nel cuore della Cavallerizza Reale. L\u2019opera si colloca a pieno titolo nella solida tradizione italiana del recupero e del restauro architettonico del patrimonio, secondo una prospettiva innovativa, che vede l\u2019istituzione accademica capofila di una coraggiosa e incisiva azione di rigenerazione urbana a forte valenza sociale/ The volume retroces the genesis of a process of 'urban restitution' undertaken at the urging of the City of Turin but unfulfilled for seven decades: a tormenteded tale - historical, cultural and typological - of the construction of the new auditorium of the University of Turin, in the heart of the city's Command Area. The work that resulted places itself fully within the solid Italian tradition of architectural renovation and restoration of heritage, according to an innovative perspective that sees the academic institution as the leader of a brave and incisive urban renovation action with a strong social value
Franco Angeli eBooks, 2020
CLUEB eBooks, 2007
"Nella seconda sezione del volume, dedicata all'edilizia popolare in Europa, con i contr... more "Nella seconda sezione del volume, dedicata all'edilizia popolare in Europa, con i contributi relativi alle differenti politiche per la casa adottate in Germania, Francia, Spagna e Olanda, Andreina Maahsen-Milan propone un originale studio sul quartiere-citt\ue0 Margarethenhoehe, la prima Gartenstadt tedesca - realizzato nei primi del Novecento a Essen. L'episodio, poco noto alla critica italiana, descrive le paradigmatiche trasfomazoni della citt\ue0 dei Krupp nella Ruhr: il racconto della costruzione di un borgo operaio - in Italia vien da pensare a Crespi d'Adda, ma nel caso tedesco l'insediamento \ue8 lontano dagli stabilimenti industriali - nella temperie culturale del socialismo utopico e delle citt\ue0 giardino inglesi, insieme all'applicazione di chiari principi razionali." (dalla presentazione di G. Braghieri). Abstract: Margarethenh\uf6he, Essen (1906-1934) - Gartenstadt e utopia sociale Per molti versi paradigmatica dell\u2019evoluzione urbana di molte citt\ue0 tedesche - in particolare di quelle che costituiscono il tessuto territoriale della Ruhr - la citt\ue0 di Essen ha pi\uf9 volte mutato nel corso della sua storia la propria struttura fisica e sociale. Da piccola e modesta borgata medievale a capitale dell\u2019acciaio e del carbone, si propone all\u2019avvio del nuovo millennio, come centro di eccellenza nella ricerca scientifica e dell\u2019industriale-design. Sorta nei pressi dell\u2019importante monastero femminile della dinastia degli Ottoni (IX-X sec. d.C.), grazie all\u2019intensivo sfruttamento dei giacimenti minerari e la disponibilit\ue0 di risorse energetiche di pregio, nel fortunato binomio carbone-acciao, conobbe, a partire dai primi decenni del XIX\ub0 secolo uno straordinario accrescimento industriale e abitativo. In quegli anni sempe pi\uf9 numerose imprese industriali avviarono la produzione nel distretto minerario della Ruhr. Tra questi, Friedrich Krupp (1787-1826), il capostipite della dinastia industriale, leg\uf2 indissolubilmente all\u2019ascesa delle proprie fortune economiche, le sorti della citt\ue0 di Essen. Il richiamo un\u2019imponente flusso di manodopera locale e straniera, incrementava vertiginosamente il numero dei residenti - dalle 3500 anime del 1800 alle 100.000 unit\ue0 nel 1896 - fece esplodere la questione abitativa, resa drammatica da insostenibili condizioni igienico-sanitarie degli alloggi e da nuove tensioni sociali. Nel 1889, un\u2019ondata di scioperi ai limiti della sommossa popolare, pose la questione operaia sotto la diretta osservazione del cancelliere Otto von Bismarck. Gli industriali accettando di farsi carico del problema abitativo, misero a disposizioni terreni e finanziamenti per la costruzione di alloggi ma come controparte imposero la cessazione di ogni rivendicazione sindacale. Cos\uec, tra paternalismo-autoritario e la crescente politicizzazione dei lavoratori si avviava la stagione delle \u201ckolonie\u201d ossia dei quartieri operai di propriet\ue0 privata (Arbeiterwohnsiedlungen). La svolta nella progettazione e costruzione dei quartieri operai fu segnata dall\u2019istituzione, nel 1904 del Margarethe-Krupp-Stiftung f\ufcr Wohnungsf\ufcrsorge [Fondazione per l\u2019assistenza residenziale]. Per iniziativa e donazione personale di Margarethe Krupp (1854-1931), vedova dell\u2019industriale Friedrich Alfred Krupp (1852-1902), veniva destinata una superficie collinare di 50 ettari per la costruzione di alloggi a basso costo. Per la prima volta non si trattava di una Siedlung operaia Krupp ma una vera e propria piccola citt\ue0, aperta all\u2019integrazione sociale e con la presenza di artigiani, impiegati, commercianti ed artisti. La sperimentazione urbana - condotta su progetto dell\u2019architetto Georg Metzendorf (1874-1934) - si proiettava nella dimensione del socialismo utopico, su modello della Garden City ma declinato secondo le esigenze e la tradizione architettonica e costruttiva tedesca. Metzendorf, gi\ue0 esponente di spicco del Werkbund, aveva partecipato attivamente nell\u2019ambito della Kunstkolonie di Darmstadt, alla realizzazione delle Kleinwohnungen, residenze econo..
DOAJ (DOAJ: Directory of Open Access Journals), Dec 1, 2021
HAL (Le Centre pour la Communication Scientifique Directe), 2012
Improving the quality of suburban building stock is the real task in Europe. In the first few dec... more Improving the quality of suburban building stock is the real task in Europe. In the first few decades after World War II most European countries experienced a large housing shortage due to the consequences of the war, economic migration, and the fast growth of the population. These shortages were tackled with a high level of building activity, the emphasis being on quantity at the expense of quality. In most European countries, these residential areas are very extensive and represent large estates which are very difficult to replace in a short period of time. Urban districts built during that period are normally unable to offer forms of social relations and community life due to the degradation of the communal spaces. One of the main problems of these developments was the minimum attention paid to people\u2019s social and cultural backgrounds and to their traditions. A lack of infrastructure, social services and good urban standards encourages petty crime and alienation, a characteristic already provided by the repetitiveness and anonymity of the buildings. Furthermore, there are many other factors involved in the low quality of buildings. Accessibility is one of the main problems of post-war multi-family housing, because of the lack of elevators or ramps. Moreover, the technical quality is very poor resulting in thermal, acoustic insulation and moist problems: as a result building stock does not usually comply with nowadays energy efficiency standards. Upgrading and refurbishing these estates allows the value of large resources to be reused and increased, and people\u2019s quality of life to be improved. Improvement of the quality of large suburban building estates usually leads to local projects based on specific problems and solutions, which are mostly ineffective. To obtain the best results and achieve maximum value for money, a multi-disciplinary approach must be developed including social, technical and financial tools and integrating all of the factors that influence the quality of urban building heritage, thus looking at them in a broader scope. The main factors involved are measurable and comparative issues like: 1. quantitative technical demands in order to keep up with ongoing changes, for instance the decrease in the average number of persons per dwelling; 2. architectural aspects which include measures for improving the appearance of building blocks; 3. social and safety aspects, taking into consideration intervention schemes focused on scaling down the size of these vast areas, working against anonymity by giving identity to individual building blocks and improving communal life in general; 4. environmental and energy efficiency aspects by promoting the use of renewable sources, sustainable technologies and materials; 5. structural aspects, complying with current requirements for seismic performance; 6. modifications to the use of buildings and multi-functionality to improve the social life of inhabitants; 7. accessibility, mainly considering measures for inserting elevators or enlarging stairways and halls; 8. building process management which involves, for instance, new forms of cooperation between public and private sector on the investments in maintenance and refurbishment programmes
La ricezione teorica di John Ruskin - in ambito tedesco e nell\u2019opera critica e progettuale d... more La ricezione teorica di John Ruskin - in ambito tedesco e nell\u2019opera critica e progettuale di Hermann Muthesius - sono state recentemente messe da luce in numerosi e pregevoli studi, che ne hanno indagato riflessi e conseguenze nella fenomenologia dell\u2019Architektureform e del Werkbund. Meno indagate risultano, invece, le vicende che accompagnano la diffusione del pensiero ruskiniano negli ambienti artistici anseatici, tradizionalmente aperti all\u2019influenza culturale anglosassone e francese. In tale prospettiva si collocano la realt\ue0 di Brema e gli eventi artistici ascritti alla colonia artistica di Worpswede (K\ufcnstlerkolonie Worpswede), su iniziativa di Otto Modersohn e Paula Becker, che dal 1899 avevano dato vita ad una comunit\ue0 seguendo l\u2019esempio della scuola francese di Barbizon (1830-1870). In questa particolare temperie culturale \u2013 espressa dalla Bremer Reformarchitektur - si pone la figura e l\u2019opera di J. Heinrich Voegeler (1872-1942), che con numerosi architetti ed intellettuali \u2013 in primis il poeta R. M. Rilke - incarnava pienamente lo spirito riformista dei membri fondatori. Testimone della fase matura - e del declino - della cultura storicistico-eclettica, Vogeler \ue8 testimone originale del pensiero ruskiniano e morrisiano, elaborato ed aggiornate sulle pi\uf9 avanzate esperienze del panorama internazionale. Come pittore e abilissimo artigiano, illustratore e architetto, Vogeler mira all'estetizzazione della vita modellata sull\u2019esperienza creativa: in tal senso anche l\u2019utopia riformista sociale e l\u2019impegno pacifista negli anni successivi alla prima Guerra Mondiale, assumeranno crescente rilievo nella vita e attivit\ue0 di V., sino alla decisione di emigrare in Unione Sovietica (1926-1940). In architettura, la ricerca plastica e formale di V. supera la dimensione stilistica dello Jugendstil per approdare alla sintesi tra Neo-Biedermeier e recupero delle tradizioni costruttive locali. Oltre alla casa studio Barkenhoff, (oggi: J. H.-Vogeler-Museum) l\u2019artista realizzava in Worpswede due edifici residenziali, un ristorante, due case per lavoratori e la stazione ferroviaria. La sua parabola esistenziale ne testimonia lo strenuo impegno come sostenitore del modernismo antieclettico e teorico dello Jugendstil.J. Ruskin\u2019s and H. Muthesius\u2019s theoretical acknowledgement has recently been investigated within the phenomenology of Architektureform and Werkbund. The dynamics of the diffusion of Ruskin\u2019s thought in the Hanseatic artistic environments were less examined. The artistic colony of K\ufcnstlerkolonie Worpswede near Bremen, founded by O. Modersohn and P. Becker, was based on the model of the \u116cole de Barbizon (1830-1870). In this particular cultural climate, J. H. Voegeler\u2019s developed his work (1872-1942) together with many architects and intellectuals - primarily the poet R. M. Rilke. He fully embodied the reformist spirit of the founding members witnessing the mature phase and decline of the historicist-eclectic culture. He contributed to the international scene by working as a painter, skilled artisan, illustrator and architect. In architecture, his plastic-formal research reached the synthesis between Neo-Biedermeier and the recovery of local building traditions
Testo importante che riguarda la storia di Venezia ma con importanti rapporti e analogie con Rave... more Testo importante che riguarda la storia di Venezia ma con importanti rapporti e analogie con Ravenna. Utile per la conoscenza della viabilita antica e delle relazioni territoriali delle strade romane tra Veneto e Esarcato.
CLEUP eBooks, 2016
Agostino Magnaghi (Livorno, 1937), architetto ligure-piemontese, testimonia una declinazione inat... more Agostino Magnaghi (Livorno, 1937), architetto ligure-piemontese, testimonia una declinazione inattesa e del tutto autonoma, nel panorama, talora umbratile, della raffinata Scuola Torinese. L\u2019opera di progettista e docente universitario, perdurata oltre cinquant\u2019anni, conferma il profilo di studioso dei fenomeni urbani impegnato nelle principali trasformazioni che, dal secondo Dopoguerra, hanno interessato la citt\ue0 di Torino. Sia nei progetti di carattere innovativo, sia nel recupero, Magnaghi dimostra \uab[\u2026] una coerenza non ostentata, ma duttile e sommessa\ubb e con essa \uabla capacit\ue0 di recepire le circostanze e le occasioni per farne materia poetica e messaggio\ubb. Questa monografia, oltre a costituire un\u2019indagine approfondita delle sue opere, \ue8 anche pretesto per una riflessione sull\u2019architettura italiana dalla fine degli anni Sessanta del secolo XX ad oggi: la narrazione, attraverso opere, progetti e scritti, d\u2019un percorso inquieto che approda, nella sua fase pi\uf9 matura, all\u2019accettazione del principio de l\u2019Art autre, la \uabcasualit\ue0 geniale\ubb, nella misura d\u2019una rasserenata, panteistica, visione del mondo.Agostino Magnaghi (Livorno, 1937) Ligurian-Piedmontese architect, has carvedhis own unexpected and entirely autonomous path through the sometimes shady panorama of the sophisticated Turin school. His work as an architect and university teacher, which has lasted over fifty years, confirms his profile of studier of urban phenomena involved in the main transformations that the city of Turin has undergone since the second world war. Both in the innovative character of his designs and in his restoration activity, Magnaghi shows \uaba coherence that, far from being ostentatious, is malleable and subtle\ubb and with it \uabthe capacity to absorb circumstances and situations to make of them poetic material and message\ubb. This monograph, besides describing his works in depth, also presents the pretext for reflection on Italian architecture from the end of the nineteen sixties to the present day: the narrative is told by means of his works, projects and writing, in a changeable journey that achieves, in its mature phase, the acceptance of the principle of art autre and \uabbrilliant randomness\ubb, seen through a cheerful, pantheistic vision of the world
Revista cubana de ciencia avícola, 2007
This paper outlines new horizons in research on the topic of \u2018rural vs. urban\u2019 in the h... more This paper outlines new horizons in research on the topic of \u2018rural vs. urban\u2019 in the history of reform movements in the first half of the 20th century. The German version of the \u2018Garden City\u2019 originated in a context characterised by anti-urban and anti-modern perspectives opposed to scientist and positivist legacies at the endof the 19th century. In the diversified cultural milieu of Munich and Berlin,feminism, eugenics and vanguard alternative movements provided a new image ofthe \u2018return to the soil\u2019 as a sacralisation of nature
Nel dibattito attuale sul futuro della Zona di Comando, il volume ricostruisce la genesi di un pr... more Nel dibattito attuale sul futuro della Zona di Comando, il volume ricostruisce la genesi di un processo di \uabrestituzione urbana\ubb da sette decenni atteso e sollecitato dalla Citt\ue0 di Torino: una tormentata vicenda \u2013 storica, culturale, tipologica \u2013 che accompagnala costruzione della nuova Aula Magna dell\u2019Universit\ue0 degli Studi di Torino, nel cuore della Cavallerizza Reale. L\u2019opera si colloca a pieno titolo nella solida tradizione italiana del recupero e del restauro architettonico del patrimonio, secondo una prospettiva innovativa, che vede l\u2019istituzione accademica capofila di una coraggiosa e incisiva azione di rigenerazione urbana a forte valenza sociale/ The volume retroces the genesis of a process of 'urban restitution' undertaken at the urging of the City of Turin but unfulfilled for seven decades: a tormenteded tale - historical, cultural and typological - of the construction of the new auditorium of the University of Turin, in the heart of the city's Command Area. The work that resulted places itself fully within the solid Italian tradition of architectural renovation and restoration of heritage, according to an innovative perspective that sees the academic institution as the leader of a brave and incisive urban renovation action with a strong social value
Franco Angeli eBooks, 2020
CLUEB eBooks, 2007
"Nella seconda sezione del volume, dedicata all'edilizia popolare in Europa, con i contr... more "Nella seconda sezione del volume, dedicata all'edilizia popolare in Europa, con i contributi relativi alle differenti politiche per la casa adottate in Germania, Francia, Spagna e Olanda, Andreina Maahsen-Milan propone un originale studio sul quartiere-citt\ue0 Margarethenhoehe, la prima Gartenstadt tedesca - realizzato nei primi del Novecento a Essen. L'episodio, poco noto alla critica italiana, descrive le paradigmatiche trasfomazoni della citt\ue0 dei Krupp nella Ruhr: il racconto della costruzione di un borgo operaio - in Italia vien da pensare a Crespi d'Adda, ma nel caso tedesco l'insediamento \ue8 lontano dagli stabilimenti industriali - nella temperie culturale del socialismo utopico e delle citt\ue0 giardino inglesi, insieme all'applicazione di chiari principi razionali." (dalla presentazione di G. Braghieri). Abstract: Margarethenh\uf6he, Essen (1906-1934) - Gartenstadt e utopia sociale Per molti versi paradigmatica dell\u2019evoluzione urbana di molte citt\ue0 tedesche - in particolare di quelle che costituiscono il tessuto territoriale della Ruhr - la citt\ue0 di Essen ha pi\uf9 volte mutato nel corso della sua storia la propria struttura fisica e sociale. Da piccola e modesta borgata medievale a capitale dell\u2019acciaio e del carbone, si propone all\u2019avvio del nuovo millennio, come centro di eccellenza nella ricerca scientifica e dell\u2019industriale-design. Sorta nei pressi dell\u2019importante monastero femminile della dinastia degli Ottoni (IX-X sec. d.C.), grazie all\u2019intensivo sfruttamento dei giacimenti minerari e la disponibilit\ue0 di risorse energetiche di pregio, nel fortunato binomio carbone-acciao, conobbe, a partire dai primi decenni del XIX\ub0 secolo uno straordinario accrescimento industriale e abitativo. In quegli anni sempe pi\uf9 numerose imprese industriali avviarono la produzione nel distretto minerario della Ruhr. Tra questi, Friedrich Krupp (1787-1826), il capostipite della dinastia industriale, leg\uf2 indissolubilmente all\u2019ascesa delle proprie fortune economiche, le sorti della citt\ue0 di Essen. Il richiamo un\u2019imponente flusso di manodopera locale e straniera, incrementava vertiginosamente il numero dei residenti - dalle 3500 anime del 1800 alle 100.000 unit\ue0 nel 1896 - fece esplodere la questione abitativa, resa drammatica da insostenibili condizioni igienico-sanitarie degli alloggi e da nuove tensioni sociali. Nel 1889, un\u2019ondata di scioperi ai limiti della sommossa popolare, pose la questione operaia sotto la diretta osservazione del cancelliere Otto von Bismarck. Gli industriali accettando di farsi carico del problema abitativo, misero a disposizioni terreni e finanziamenti per la costruzione di alloggi ma come controparte imposero la cessazione di ogni rivendicazione sindacale. Cos\uec, tra paternalismo-autoritario e la crescente politicizzazione dei lavoratori si avviava la stagione delle \u201ckolonie\u201d ossia dei quartieri operai di propriet\ue0 privata (Arbeiterwohnsiedlungen). La svolta nella progettazione e costruzione dei quartieri operai fu segnata dall\u2019istituzione, nel 1904 del Margarethe-Krupp-Stiftung f\ufcr Wohnungsf\ufcrsorge [Fondazione per l\u2019assistenza residenziale]. Per iniziativa e donazione personale di Margarethe Krupp (1854-1931), vedova dell\u2019industriale Friedrich Alfred Krupp (1852-1902), veniva destinata una superficie collinare di 50 ettari per la costruzione di alloggi a basso costo. Per la prima volta non si trattava di una Siedlung operaia Krupp ma una vera e propria piccola citt\ue0, aperta all\u2019integrazione sociale e con la presenza di artigiani, impiegati, commercianti ed artisti. La sperimentazione urbana - condotta su progetto dell\u2019architetto Georg Metzendorf (1874-1934) - si proiettava nella dimensione del socialismo utopico, su modello della Garden City ma declinato secondo le esigenze e la tradizione architettonica e costruttiva tedesca. Metzendorf, gi\ue0 esponente di spicco del Werkbund, aveva partecipato attivamente nell\u2019ambito della Kunstkolonie di Darmstadt, alla realizzazione delle Kleinwohnungen, residenze econo..
DOAJ (DOAJ: Directory of Open Access Journals), Dec 1, 2021
HAL (Le Centre pour la Communication Scientifique Directe), 2012
Improving the quality of suburban building stock is the real task in Europe. In the first few dec... more Improving the quality of suburban building stock is the real task in Europe. In the first few decades after World War II most European countries experienced a large housing shortage due to the consequences of the war, economic migration, and the fast growth of the population. These shortages were tackled with a high level of building activity, the emphasis being on quantity at the expense of quality. In most European countries, these residential areas are very extensive and represent large estates which are very difficult to replace in a short period of time. Urban districts built during that period are normally unable to offer forms of social relations and community life due to the degradation of the communal spaces. One of the main problems of these developments was the minimum attention paid to people\u2019s social and cultural backgrounds and to their traditions. A lack of infrastructure, social services and good urban standards encourages petty crime and alienation, a characteristic already provided by the repetitiveness and anonymity of the buildings. Furthermore, there are many other factors involved in the low quality of buildings. Accessibility is one of the main problems of post-war multi-family housing, because of the lack of elevators or ramps. Moreover, the technical quality is very poor resulting in thermal, acoustic insulation and moist problems: as a result building stock does not usually comply with nowadays energy efficiency standards. Upgrading and refurbishing these estates allows the value of large resources to be reused and increased, and people\u2019s quality of life to be improved. Improvement of the quality of large suburban building estates usually leads to local projects based on specific problems and solutions, which are mostly ineffective. To obtain the best results and achieve maximum value for money, a multi-disciplinary approach must be developed including social, technical and financial tools and integrating all of the factors that influence the quality of urban building heritage, thus looking at them in a broader scope. The main factors involved are measurable and comparative issues like: 1. quantitative technical demands in order to keep up with ongoing changes, for instance the decrease in the average number of persons per dwelling; 2. architectural aspects which include measures for improving the appearance of building blocks; 3. social and safety aspects, taking into consideration intervention schemes focused on scaling down the size of these vast areas, working against anonymity by giving identity to individual building blocks and improving communal life in general; 4. environmental and energy efficiency aspects by promoting the use of renewable sources, sustainable technologies and materials; 5. structural aspects, complying with current requirements for seismic performance; 6. modifications to the use of buildings and multi-functionality to improve the social life of inhabitants; 7. accessibility, mainly considering measures for inserting elevators or enlarging stairways and halls; 8. building process management which involves, for instance, new forms of cooperation between public and private sector on the investments in maintenance and refurbishment programmes
La ricezione teorica di John Ruskin - in ambito tedesco e nell\u2019opera critica e progettuale d... more La ricezione teorica di John Ruskin - in ambito tedesco e nell\u2019opera critica e progettuale di Hermann Muthesius - sono state recentemente messe da luce in numerosi e pregevoli studi, che ne hanno indagato riflessi e conseguenze nella fenomenologia dell\u2019Architektureform e del Werkbund. Meno indagate risultano, invece, le vicende che accompagnano la diffusione del pensiero ruskiniano negli ambienti artistici anseatici, tradizionalmente aperti all\u2019influenza culturale anglosassone e francese. In tale prospettiva si collocano la realt\ue0 di Brema e gli eventi artistici ascritti alla colonia artistica di Worpswede (K\ufcnstlerkolonie Worpswede), su iniziativa di Otto Modersohn e Paula Becker, che dal 1899 avevano dato vita ad una comunit\ue0 seguendo l\u2019esempio della scuola francese di Barbizon (1830-1870). In questa particolare temperie culturale \u2013 espressa dalla Bremer Reformarchitektur - si pone la figura e l\u2019opera di J. Heinrich Voegeler (1872-1942), che con numerosi architetti ed intellettuali \u2013 in primis il poeta R. M. Rilke - incarnava pienamente lo spirito riformista dei membri fondatori. Testimone della fase matura - e del declino - della cultura storicistico-eclettica, Vogeler \ue8 testimone originale del pensiero ruskiniano e morrisiano, elaborato ed aggiornate sulle pi\uf9 avanzate esperienze del panorama internazionale. Come pittore e abilissimo artigiano, illustratore e architetto, Vogeler mira all'estetizzazione della vita modellata sull\u2019esperienza creativa: in tal senso anche l\u2019utopia riformista sociale e l\u2019impegno pacifista negli anni successivi alla prima Guerra Mondiale, assumeranno crescente rilievo nella vita e attivit\ue0 di V., sino alla decisione di emigrare in Unione Sovietica (1926-1940). In architettura, la ricerca plastica e formale di V. supera la dimensione stilistica dello Jugendstil per approdare alla sintesi tra Neo-Biedermeier e recupero delle tradizioni costruttive locali. Oltre alla casa studio Barkenhoff, (oggi: J. H.-Vogeler-Museum) l\u2019artista realizzava in Worpswede due edifici residenziali, un ristorante, due case per lavoratori e la stazione ferroviaria. La sua parabola esistenziale ne testimonia lo strenuo impegno come sostenitore del modernismo antieclettico e teorico dello Jugendstil.J. Ruskin\u2019s and H. Muthesius\u2019s theoretical acknowledgement has recently been investigated within the phenomenology of Architektureform and Werkbund. The dynamics of the diffusion of Ruskin\u2019s thought in the Hanseatic artistic environments were less examined. The artistic colony of K\ufcnstlerkolonie Worpswede near Bremen, founded by O. Modersohn and P. Becker, was based on the model of the \u116cole de Barbizon (1830-1870). In this particular cultural climate, J. H. Voegeler\u2019s developed his work (1872-1942) together with many architects and intellectuals - primarily the poet R. M. Rilke. He fully embodied the reformist spirit of the founding members witnessing the mature phase and decline of the historicist-eclectic culture. He contributed to the international scene by working as a painter, skilled artisan, illustrator and architect. In architecture, his plastic-formal research reached the synthesis between Neo-Biedermeier and the recovery of local building traditions