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Путеводитель by Bookstones Edizioni
Римини: самый знаменитый город на побережье Адриатического моря, как для развлечения таже для ист... more Римини: самый знаменитый город на побережье Адриатического моря, как для развлечения таже для исторического и художественного богатства.
Сан-Марино: древний Республика Свободы, маленькая страна богата атмосферой и традициями
Сан - Лео: одина из самых красивых деревень в Италии, с крепостию, где был заключен в тюрьму граф... more Сан - Лео: одина из самых красивых деревень в Италии, с крепостию, где был заключен в тюрьму граф Калиостро.
Books by Bookstones Edizioni
Da qualche anno la ricerca storiografica ha compiuto passi da gigante per quanto riguarda la nasc... more Da qualche anno la ricerca storiografica ha compiuto passi da gigante per quanto riguarda la nascita dei castelli in Romagna, che si può far risalire ormai senza più dubbi al X secolo. Strutture e centri che non avevano solo finalità militari, come si era ipotizzato fino a tempi recenti, ma realtà vive e popolate, talvolta anche complesse, sicuramente non statiche. Come erano 'fatti' questi castelli? Quali edifici comprendevano e quali difese? Chi abitava al loro interno? In breve: qual era la loro forma? Partendo da studi precedenti, l'autore indaga su questo aspetto, utilizzando nuove fonti documentarie e recenti indagini archeologiche.
INDICE
Avvertenza
Introduzione
Il fossato
Il girone
La torre
Abitazioni e spazi aperti
La chiesa
Il borgo
Il popolamento dei castelli
Castelli ed economia agricola
Abbreviazioni e bibliografia
Donne e psicoanalisi. Tossicomania. Supervisione e formazione. Salute mentale: nuovi sintomi-nuov... more Donne e psicoanalisi. Tossicomania. Supervisione e formazione. Salute mentale: nuovi sintomi-nuove domande. Clinica e teoria della perversione. Età evolutiva.
Intorno a questi sei capitoli si snoda e annoda una lunga e precisa riflessione psicoanalitica che abbraccia con casi clinici e aggiornamenti teorici - soprattutto nel solco del pensiero freudiano e lacaniano - numerosi aspetti dell'attualità umana e dei suoi sintomi più contemporanei. Dall'anoressia e bulimia alle dipendenze patologiche, dall'insuccesso scolastico alla famiglia, dalla sessualità e omosessualità all'essere donna e madre, dal desiderio alla mancanza che trova posto nel cuore dell'inconscio, il discorso dell'analista viene posto con una visione che non vuole mai perdere il contatto con le tre strutture psichiche del soggetto di psicosi, nevrosi e perversione. Questo libro, pur riagganciandosi alla psicoterapia e alla psichiatria, rappresenta quell'esperienza della psicoanalisi nella quale, secondo l'insegnamento di Lacan, il sintomo è visto sotto un’altra angolatura, quella del sinthomo, che da metafora del soggetto diventa quel qualcosa che gli permette un raccordo inedito e singolare tale da tenere insieme la triade dell’essere parlante: Immaginario, Simbolico e Reale.
L'autore
Loredana Zani, psicoanalista, vive e lavora a Rimini. È direttore scientifico dello Studio di Psicoanalisi Formazione e Clinica nell'orientamento lacaniano della SLP, dell'EFP e dell'AMP del Campo Freudiano. Iscritta all'Albo degli Psicoterapeuti della Regione Emilia-Romagna e membro titolare psicodramma analitico S.I.Ps.A.
Una biografia inusuale e molto personale di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Non il racconto di fat... more Una biografia inusuale e molto personale di Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Non il racconto di fatti politici e militari ma piuttosto un'indagine brillante sul Sigismondo uomo, sui suoi affetti, i suoi rapporti umani, le sue passioni e le sue delusioni. Inseguendo anche le più recondite notizie custodite negli archivi, l’autore si propone così di descrivere la personalità affascinante e complessa di Sigismondo, cercando di scrutarne l’animo e coglierne i sentimenti.
«Forte, bello, raffinato, elegantissimo; desiderato dalle donne, invidiato dagli uomini, odiato da molti, ammirato da tutti. Condottiero geniale, reputato il migliore; coraggioso e temerario, sempre in testa ai suoi uomini; ferito innumerevoli volte, eppure mai domo. Signore della guerra, ma disastroso in diplomazia; assolutamente incapace di districarsi nella ingarbugliata situazione italica di metà Quattrocento. Passionale e impulsivo, mutevole nelle opinioni e nelle alleanze, tanto da venire spesso considerato inaffidabile e pericoloso. Presente su tutti i campi di battaglia per garantirsi la sopravvivenza della Signoria e le risorse necessarie a soddisfare le proprie smisurate ambizioni. Protagonista di infinite contese col nemico Federico da Montefeltro, nel tentativo (reciproco) di ampliare i rispettivi confini, troppo angusti per i loro grandi sogni. Reso feroce e crudele dalla durezza delle mille battaglie; e tuttavia dolce con la madre, tenero coi figlioletti, poetico con l’amata Isotta. Così attaccato alla sua Rimini, dove riposano le ossa degli antenati, da esser disposto a morire mille volte pur di non scambiarla con qualunque altra città. Qui e nei castelli del territorio permangono i segni forti e importanti della sua strategia militare. Estremamente colto e sensibile, ha avuto la capacità di cogliere prima d’altri i fermenti artistici che stavano sbocciando in Italia. Infatti il Tempio Malatestiano costituisce in assoluto la prima espressione di quella temperie fantastica e irripetibile che fu il Rinascimento; una testimonianza imperitura che il genio di Sigismondo ha lasciato alla città. Pur avendo concluso la propria vita in un triste declino materiale, la cultura, l’intelligenza e l’acume del precorritore gli hanno ottenuto quel che la diplomazia o le armi non gli avrebbero comunque saputo mai dare: l’immortalità».
L'autore
Oreste Delucca, riminese, da cinquant'anni è impegnato nello studio delle fonti d'archivio per documentare l'ambiente, l'economia, l'urbanistica, le strutture sociali della sua città e del territorio circostante, con particolare riferimento ai secoli finali del Medioevo. Su tali argomenti ha pubblicato 31 volumi monografici e circa 150 saggi in riviste specializzate ed opere collettive. È membro della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna, della Società di Studi Romagnoli e della Società di Studi Storici per il Montefeltro. Nel 2013 ha ricevuto il 'Sigismondo d'Oro' dal Comune di Rimini. Con Bookstones ha pubblicato Animali domestici e selvatici in una città medievale (2011) e Il drago di Belverde a Rimini e altri draghi d'Italia (2014).
La copertina d'arte
Per l'occasione, l'artista Franco Pozzi ha realizzato un'opera dal titolo Ars Magna Lucis et Umbrae dedicata alla memoria di Maurizio Balena, che verrà utilizzata come immagine esclusiva di copertina.
Franco Pozzi, nato nel 1966 a Rimini dove vive, diplomato in pittura all'Accademia di Belle Arti di Ravenna espone nell'ambito di mostre collettive e personali. Nel 2007 è stato invitato in un progetto collaterale alla 52° edizione della Biennale di Venezia nell'ambito delle “100 Giornate in difesa della natura” dedicate alla figura di Joseph Beuys. Nel 2008 è ospite della XV Quadriennale di Roma. Nel 2005 partecipa al Premio Giovani artisti Lissone. Tra le mostre personali, 2005 Vegeto, Galleria dell'Immagine, Rimini, 2004 Luminitza, Chiesa di S. Marina, Novafeltria (PU), 2003 Solve et coagula, Palazzo del Ridotto, Cesena, 2000 In anticipo, Galleria dell'Immagine, Rimini. Nel 2014 partecipa alla prima edizione della Biennale del Disegno di Rimini. Convinto che la pittura, fin dalla sua leggendaria nascita narrata da Plinio il Vecchio nella Storia Naturale, si confronti col bisogno di trattenere il ricordo, negli ultimi anni (forse da sempre) costruisce memorabilia, omaggi dichiarati alle figure della sua storia dell'arte.
Spesso considerati “i più barbari fra i barbari”, i Longobardi vantano in realtà una delle civilt... more Spesso considerati “i più barbari fra i barbari”, i Longobardi vantano in realtà una delle civiltà più ricche e complesse dell'Età delle Migrazioni, capace di tramandare raffinati tesori culturali ed artistici, così come straordinarie tecniche artigianali.
Questo saggio vuole porre l'attenzione su di un aspetto cardine della cultura longobarda, l'abbigliamento maschile, fondamentale espressione di status nelle società germaniche. L'obiettivo principale è presentare una sintesi organica e fruibile dei dati storici, offrendo al lettore uno strumento bibliografico aggiornato ed una serie di interpretazioni ricostruttive utili ad un approccio critico alla tematica, agevolando così il “lavoro” del re-enactor più scrupoloso.
Materiali tessili, colori ed indumenti vengono descritti utilizzando fonti documentarie, archeologiche ed iconografiche provenienti dall'Italia longobarda, confrontandole con le evidenze dell'Europa germanica e con il vicino mondo mediterraneo.
Come corollario, vengono rivisitate le teorie finora note sulla cintura di sospensione della spatha, fondamentale elemento del corredo dell'armato.
Often considered to be “the most barbaric among barbarian populations”, the Lombards actually boast one of the most prosperous and complex civilizations of the Migration Period, able to bequeath refined cultural and artistic treasures, as well as enchanting crafts.
This paper aims at focusing on menswear, a cornerstone of the Lombard culture which used to be an essential expression of status for the German societies. The main goal is to offer a consistent and useful summary of the historical data, providing the reader with an up-to-date bibliographic support and a series of reconstructive interpretations, both encouraging a critical approach to the subject and helping the work of mostly any meticulous re-enactor.
Textile materials, colors and clothing are described using documentary, archaeological and iconographic sources from the Lombard kingdom in Italy, comparing them with the evidence pertaining to Germanic Europe and the neighboring Mediterranean world.
In addition, the author revisits the currently known theories on the spatha suspension belt, a basic element of the armed man equipment.
L'autore
Laureato in Archeologia Medievale presso l'Università di Siena, si è specializzato in Archeologia del Paesaggio e in Archeologia dell'Alto Medioevo Italiano. Ha preso parte a numerosi progetti di ricerca universitari, e ha collaborato con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana per indagini di scavo e ricognizione territoriale. Da sempre interessato alla cultura materiale di età longobarda, si occupa di archeologia sperimentale e di ricostruzione storica.
È membro fondatore di ARES-Archeologia, Reenactment e Storia, responsabile del progetto Presenze Longobarde e referente dell'Area di Archeologia Sperimentale di Massello (TO).
“Chi vede nella moda soltanto la moda è uno sciocco”, sentenziava Honoré de Balzac nel 'Trattato ... more “Chi vede nella moda soltanto la moda è uno sciocco”, sentenziava Honoré de Balzac nel 'Trattato della vita elegante'. Moda significa modo di atteggiarsi, di agghindarsi. Con questo termine, soprattutto se guardiamo al passato, solitamente ci si riferisce alla classe blasonata ma le tendenze del costume, seppure in ritardo e modificate, di fatto coinvolgono anche i ceti più bassi.
Il Quattrocento fu un'epoca di grandi cambiamenti e innovazioni, tanto da decretare per alcuni il passaggio dal Medioevo all'Età Moderna. Nei primi decenni di tale temperie socio-culturale la moda risente ancora del linearismo verticale trecentesco tipicamente gotico mentre, progredendo verso le soglie del Cinquecento, l'abbigliamento, così come il tipo fisico, assume una connotazione spiccatamente rinnovata. Questa ricerca intende prendere in esame il costume italiano nel XV secolo, analizzando gli abiti femminili, maschili e infantili, insieme agli accessori, ai tessuti e ai colori, attraverso lo studio correlato di reperti originali, documenti, leggi suntuarie e fonti iconografiche. L'autrice tenta così di evidenziare la complessa struttura sartoriale dei principali capi in uso nelle varie classi sociali, proponendo anche ricostruzioni di propria creazione, svelando il valore e il significato che al tempo veniva attribuito all'apparire.
“He who sees only fashion in fashion is a fool”, proclaimed Honoré de Balzac in his Treatise on Elegant Living. Fashion means way of taking an attitude, way of primping. This term, especially if we consider the past, is usually referred to the aristocracy, yet the costume trends, even though delayed and modified, actually affect the lower class too.
The 15th century was an age of sweeping changes and innovations, to such an extent that, according to some, it caused the transition from the Middle Ages to the Modern Era. During the first decades of the aforementioned socio-cultural context, fashion was still conveying the 14th c. vertical linearity, typical of the Gothic style; on the other hand, by approaching the threshold of the 16th c., the attire, as well as the physical type, assumed clearly renewed overtones. This rasearch aims to investigate the 15th c. Italian costume, exploring the male, female and infant clothing, together with their accessories, textiles and colors, by means of an interrelated study of original relics, documents, sumptuary laws and iconographic sources. Thus the author attempts to highlight the complex sartorial structure of the main garments used by the different social classes, also presenting a few replicas, entirely handmade by herself, unveiling the value and the meaning ascribed to appearance at that time.
L'autore
Paola Fabbri è diplomata in “Disegno del figurino e storia del costume” presso l’Istituto Marangoni Fashion e Design di Milano. Nel mondo del living-history è stimata sia in Italia che all'estero per l'elevato livello di accuratezza delle proprie creazioni sartoriali, raggiunto dopo oltre 20 anni di ricerche ed esperimenti ricostruttivi. Fin dal 2003 è impegnata come relatrice in conferenze sul tema dell’abbigliamento storico maschile e femminile, in particolare per i secoli compresi tra XIII e XVI; nel 2005 ha avviato una stretta collaborazione con la Dott.ssa Lucia Portoghesi, nell'ambito del restauro del corredo funebre di Gregorio VII (X secolo) e di Diego Cavaniglia (XV secolo). Del farsetto appartenuto a quest'ultimo ha prodotto una replica fedele in ogni dettaglio, oggi conservata unitamente all'originale presso il Convento di San Francesco a Folloni di Montella (AV).
“Chi vede nella moda soltanto la moda è uno sciocco”, sentenziava Honoré de Balzac nel Trattato d... more “Chi vede nella moda soltanto la moda è uno sciocco”, sentenziava Honoré de Balzac nel Trattato della vita elegante. Moda significa modo di atteggiarsi, di agghindarsi. Con questo termine, soprattutto se guardiamo al passato, solitamente ci si riferisce alla classe blasonata ma le tendenze del costume, seppure in ritardo e modificate, di fatto coinvolgono anche i ceti più bassi.
Il Quattrocento fu un'epoca di grandi cambiamenti e innovazioni, tanto da decretare per alcuni il passaggio dal Medioevo all'Età Moderna. Nei primi decenni di tale temperie socio-culturale la moda risente ancora del linearismo verticale trecentesco tipicamente gotico mentre, progredendo verso le soglie del Cinquecento, l'abbigliamento, così come il tipo fisico, assume una connotazione spiccatamente rinnovata. Questa ricerca intende prendere in esame il costume italiano nel XV secolo, analizzando gli abiti femminili, maschili e infantili, insieme agli accessori, ai tessuti e ai colori, attraverso lo studio correlato di reperti originali, documenti, leggi suntuarie e fonti iconografiche. L'autrice tenta così di evidenziare la complessa struttura sartoriale dei principali capi in uso nelle varie classi sociali, proponendo anche ricostruzioni di propria creazione, svelando il valore e il significato che al tempo veniva attribuito all'apparire.
“He who sees only fashion in fashion is a fool”, proclaimed Honoré de Balzac in his Treatise on Elegant Living. Fashion means way of taking an attitude, way of primping. This term, especially if we consider the past, is usually referred to the aristocracy, yet the costume trends, even though delayed and modified, actually affect the lower class too. The 15th century was an age of sweeping changes and innovations, to such an extent that, according to some, it caused the transition from the Middle Ages to the Modern Era. During the first decades of the aforementioned socio-cultural context, fashion was still conveying the 14th c. vertical linearity, typical of the Gothic style; on the other hand, by approaching the threshold of the 16th c., the attire, as well as the physical type, assumed clearly renewed overtones. This rasearch aims to investigate the 15th c. Italian costume, exploring the male, female and infant clothing, together with their accessories, textiles and colors, by means of an interrelated study of original relics, documents, sumptuary laws and iconographic sources. Thus the author attempts to highlight the complex sartorial structure of the main garments used by the different social classes, also presenting a few replicas, entirely handmade by herself, unveiling the value and the meaning ascribed to appearance at that time.
BOOKSTONES EDIZIONI, 2016
Collana "Living History", diretta da Andrea Carloni
Versione ebook € 4,99
ISBN 978-88-98275-28-1
ACQUISTA ONLINE:
http://store.streetlib.com/la-moda-italiana-nel-xv-secolo-abbigliamento-e-accessori
L'Oriente nasconde molti tesori capaci d'indirizzare verso una dimensione spirituale insita in no... more L'Oriente nasconde molti tesori capaci d'indirizzare verso una dimensione spirituale insita in noi; una dimensione che, una volta conosciuta e realizzata, può condurci alla pace, all'armonia, non soltanto in noi stessi ma anche nel mondo in cui viviamo, un mondo ancora pesantemente dilaniato da futili e inumani conflitti. Un grande libro in grado di introdurci e guidarci in una visione 'altra', utile sia al viaggiatore che affronterà una realtà diversa dalla propria e che avrà pertanto bisogno di adeguati strumenti interpretativi, sia allo studioso, semplicemente desideroso di ampliare il proprio bagaglio culturale, senza per questo dover affrontare le fatiche di un viaggio impegnativo.
In questo libro si ripercorre la vallata del Marecchia, indagando dapprima il ritrovamento ottoce... more In questo libro si ripercorre la vallata del Marecchia, indagando dapprima il ritrovamento ottocentesco di armi ed oggetti bronzei occultati nei "ripostigli" di Casalecchio di Verucchio, poi di idoletti, ovvero piccole sculture di bronzo raffiguranti divinità, scoperte a partire dalle pendici della collina riminese di Covignano, come il Marte oggi al Museo di Cleveland, fino alle località, apparentemente più impervie per gli antichi, del Montefeltro: Sant'Igne, Pennabilli, Scavolino, Carpegna e Sestino.
In questo itinerario, scandito cronologicamente fra l'età villanoviana e la preromana, si mostrano relazioni politiche, cultuali e commerciali che, attraverso le vie marittime dell'Adriatico, aprono il Montefeltro non solo all'area padana, ma anche alla frequentazione di Etruschi, di Piceni e addirittura di Greci del Peloponneso.
La seta, una vocazione del territorio riminese fino ad ora assolutamente inedita. Eppure c'è un a... more La seta, una vocazione del territorio riminese fino ad ora assolutamente inedita. Eppure c'è un antico indizio dell'allevamento del baco, della produzione, lavorazione e commercializzazione del filo: il trattato dal titolo Il vermicello dalla seta, pubblicato a Rimini nel 1581 da Corsucci di Sassocorvaro, il primo trattato in lingua italiana su questi argomenti e per di più rivolto alle donne.
Lo studio, che s'inserisce nell'ambito del progetto “Patrimonio Culturale a Rimini e in Romagna: Archivi per il Fashion e la Moda tra Ottocento e Novecento”, promosso dal Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita Campus di Rimini, Università di Bologna, prende in esame fonti archivistiche del tutto inedite per ricostruire le fasi di sviluppo di un'attività economica di primaria importanza per la città e il territorio riminese fra XVII e inizio del XX secolo, individuandone i luoghi, ovvero filatoi e filande, in alcuni casi ancora oggi esistenti, e gli artefici, famiglie come quella Manganoni, meglio nota per la collezione di quadri del Guercino, o Aducci, tramandatesi per generazioni l'arte della seta.
Tra XIII e XV secolo in Italia si verificò l’ascesa delle corporazioni di mestiere, le quali si d... more Tra XIII e XV secolo in Italia si verificò l’ascesa delle corporazioni di mestiere, le quali si dotarono di precisi statuti scritti. Quella dei falegnami non fece eccezione.
Influenzati dalla committenza, essi abbandonarono progressivamente la creazione di arredi polifunzionali, progettandoli per mansioni sempre più specialistiche: nacquero così i mobili moderni, specchio dell’emergente società borghese e legati, pertanto, al susseguirsi di stili e mode.
L’evoluzione di tali scenari affianca la storia della tecnologia del legno, che vide mutare i processi di lavorazione sviluppati in quegli anni, per adeguarsi alle nuove esigenze del mercato; alcune innovazioni, ben documentabili nei dettagli, furono al contempo rivoluzionarie e risolutive.
Interpretando reperti, iconografie e manufatti lignei dell’epoca, nel testo vengono ripercorsi, a supporto del ricostruttore storico, i vari schemi concettuali e le tecniche artigianali che hanno consentito ai maestri delle botteghe, tra Medioevo e Rinascimento, di realizzare vere e proprie opere d’arte.
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Between the 13th and the 15th centuries, the Italian towns witnessed the rise of craft-guilds, which soon provided themselves with specific written statutes. The Woodworkers’ Guild was no exception.
Directly influenced by their customers, they gradually quit creating multi-purpose furnishings and started to design them for more and more specialized tasks; thus the modern furniture came to light, sort of a mirror of the new bourgeois society, strictly affected by the style and trend of the moment.
The evolution of such a scenario went at the same pace of the wood technology, as also the heritage of work processes was soon forced to change, in order to adapt to the refined needs of the market. Some innovations, well traceable in details, proved to be revolutionary and decisive at the same time.
By interpreting artefacts, iconography and genuine wooden relics, the author aims at supporting re-enactors, going over a number of conceptual patterns and handcraft techniques, the very same employed by Medieval and Renaissance joinery masters who gave birth to true masterpieces.
Bestiame da lavoro e da macello. Cani da caccia e falconi. Orsi tenuti in catene fuori dalle becc... more Bestiame da lavoro e da macello. Cani da caccia e falconi. Orsi tenuti in catene fuori dalle beccherie, cavalli da corsa e da giostra, uccelli da richiamo e da compagnia. Fino all'esotismo portato dai leoni, dalle scimmie e dagli elefanti, ricercati ospiti delle corti signorili. Gli animali nella città medievale. Una presenza costante che può assumere connotati diversi e che ha conseguenze di grande rilievo sulla vita delle persone e sull'ambiente urbano. Con ricadute notevoli sull'organizzazione produttiva, l'economia, il tessuto edilizio, l'impianto urbanistico, la salubrità, l'igiene, le relazioni sociali e l'alimentazione. Un fenomeno che coinvolge lo stesso immaginario collettivo al punto da utilizzare la rappresentazione zoomorfa come segno distintivo per i banchi giudiziari e le camere di locanda. Questo libro offre una panoramica che, partendo dalla Rimini malatestiana, può benissimo riferirsi ad una generica città dell'Italia centro-settentrionale nel tardo Medioevo.
http://www.ultimabooks.it/animali-domestici-e-selvatici-in-una-citta-medievale
L'Occidente, e non solo, deve molto alla civiltà romana. I mezzi e i modi con cui Roma affermò la... more L'Occidente, e non solo, deve molto alla civiltà romana. I mezzi e i modi con cui Roma affermò la sua supremazia nel corso dei primi secoli rivestono ancora oggi un valore esemplare. Rappresentano infatti una miniera inesauribile a cui attingere gli strumenti utili per comprendere la politica degli Stati attuali. Il libro, rivolto anche a un pubblico di non specialisti, ripercorre in modo chiaro e piacevole la nascita, lo sviluppo, l'espansione di Roma nel Mediterraneo prima dell'avvento dell'impero. Accanto ai principali episodi di politica estera è dato ampio spazio agli sviluppi istituzionali, ricostruendo il quadro di una società che per complessità non ha nulla da invidiare alle società contemporanee.
La grande eredità che Roma ci ha lasciato si è strutturata, considerando anche il periodo bizanti... more La grande eredità che Roma ci ha lasciato si è strutturata, considerando anche il periodo bizantino, in un lasso di tempo di oltre duemila anni. Il suo enorme patrimonio culturale è ancora oggi un faro di civiltà posto in essere da un popolo eclettico che seppe assorbire e mettere a frutto tutte le qualità dei popoli con cui ebbe modo di confrontarsi. Analizzando gran parte degli aspetti che la caratterizzarono abbiamo colto un anelito di grandezza e forse un desiderio di trasmettere a noi posteri dei messaggi capaci di farci riflettere sulle molteplici possibilità dell’animo umano.
La stele di Novilara è di certo la più famosa stele picena con raffigurazione navale ritrovata ne... more La stele di Novilara è di certo la più famosa stele picena con raffigurazione navale ritrovata nel pesarese e, fin dal momento della sua scoperta nel XIX secolo, ha sollevato tanti interrogativi e molti studiosi si sono cimentati nell'interpretazione della sua rappresentazione figurata. Questo libro ripercorre come una cronaca i momenti della scoperta, la storia degli studi, i dibattiti sulla datazione e i tentativi d'interpretazione fatti fino ad oggi, non solo riguardo a questa stele, ma anche alle altre otto meno note, però ugualmente importanti, provenienti dal medesimo territorio.
Quella dei draghi è una presenza costante in Italia e in Europa. Memorie che si perdono nei secol... more Quella dei draghi è una presenza costante in Italia e in Europa. Memorie che si perdono nei secoli, leggende dai contorni non ben definiti, resti e ossa ad essi attribuiti conservati in diversi luoghi.
Partendo da una rassegna di queste presenze in tutta la penisola, e approfondendo casi celebri come quello del 'draghetto di Bologna' illustrato da Ulisse Aldrovandi, l'autore approfondisce con occhio da storico la leggenda del drago di Belverde, del quale alcune ossa erano visibili fino a qualche decennio fa in una piccola chiesa di campagna del Riminese. Edificio ora scomparso e, con esso, anche i resti attribuiti al mostro.
Non un'opera di fantasia, ma la ricerca scrupolosa delle fonti storiche a supporto di una vicenda leggendaria, per comprendere le motivazioni che l'hanno creata, i documenti e i reperti che l'hanno comprovata, la memoria che tutt'ora la conserva.
Il testo prende in esame, con dovizia di immagini, disegni esplicativi e fonti antiche, vari aspe... more Il testo prende in esame, con dovizia di immagini, disegni esplicativi e fonti antiche, vari aspetti della pesca nel mondo antico a partire dall'epoca egizia e greco arcaica fino alla tarda romanità, iniziando dall'aspetto del pescatore nelle raffigurazioni artistiche e letterarie, dalle divinità preposte alla loro protezione, proseguendo con l'associazionismo, le leggi e analizzando tutti i tipi di attrezzature e tecniche di pesca, anche tipi particolari come quelli messi in pratica per la pesca della porpora, del corallo, delle perle e delle spugne, per finire con i luoghi deputati alla vendita del pescato e con un'ampia appendice documentaria di fonti letterarie antiche sull'argomento.
Il saggio descrive le tecniche e i materiali legati alle attività economiche svolte nei boschi me... more Il saggio descrive le tecniche e i materiali legati alle attività economiche svolte nei boschi medievali, con particolare attenzione a quelle conoscenze che per secoli sono state fondamentali nel reperimento del legno da costruzione. Un argomento spesso sottovalutato ma tutt'altro che marginale o economicamente di ripiego. Lo testimoniano i numerosi traffici commerciali che già a partire dal XIII secolo, coinvolsero le vie fluviali che dai territori alpini scendevano verso la Pianura Padana, mettendo in luce una realtà ben organizzata e capace di soddisfare un vasto territorio. Con il progressivo aumento della domanda, l'uomo seppe via via rispondere con caparbietà ed ingegno ai problemi di lavorazione, di stoccaggio e di trasporto di enormi quantità di tronchi, diventando protagonista di un'avventura che, coniugando antiche tradizioni con nuove tecnologie, ha il sapore di un'autentica conquista di frontiera.
Римини: самый знаменитый город на побережье Адриатического моря, как для развлечения таже для ист... more Римини: самый знаменитый город на побережье Адриатического моря, как для развлечения таже для исторического и художественного богатства.
Сан-Марино: древний Республика Свободы, маленькая страна богата атмосферой и традициями
Сан - Лео: одина из самых красивых деревень в Италии, с крепостию, где был заключен в тюрьму граф... more Сан - Лео: одина из самых красивых деревень в Италии, с крепостию, где был заключен в тюрьму граф Калиостро.
Da qualche anno la ricerca storiografica ha compiuto passi da gigante per quanto riguarda la nasc... more Da qualche anno la ricerca storiografica ha compiuto passi da gigante per quanto riguarda la nascita dei castelli in Romagna, che si può far risalire ormai senza più dubbi al X secolo. Strutture e centri che non avevano solo finalità militari, come si era ipotizzato fino a tempi recenti, ma realtà vive e popolate, talvolta anche complesse, sicuramente non statiche. Come erano 'fatti' questi castelli? Quali edifici comprendevano e quali difese? Chi abitava al loro interno? In breve: qual era la loro forma? Partendo da studi precedenti, l'autore indaga su questo aspetto, utilizzando nuove fonti documentarie e recenti indagini archeologiche.
INDICE
Avvertenza
Introduzione
Il fossato
Il girone
La torre
Abitazioni e spazi aperti
La chiesa
Il borgo
Il popolamento dei castelli
Castelli ed economia agricola
Abbreviazioni e bibliografia
Donne e psicoanalisi. Tossicomania. Supervisione e formazione. Salute mentale: nuovi sintomi-nuov... more Donne e psicoanalisi. Tossicomania. Supervisione e formazione. Salute mentale: nuovi sintomi-nuove domande. Clinica e teoria della perversione. Età evolutiva.
Intorno a questi sei capitoli si snoda e annoda una lunga e precisa riflessione psicoanalitica che abbraccia con casi clinici e aggiornamenti teorici - soprattutto nel solco del pensiero freudiano e lacaniano - numerosi aspetti dell'attualità umana e dei suoi sintomi più contemporanei. Dall'anoressia e bulimia alle dipendenze patologiche, dall'insuccesso scolastico alla famiglia, dalla sessualità e omosessualità all'essere donna e madre, dal desiderio alla mancanza che trova posto nel cuore dell'inconscio, il discorso dell'analista viene posto con una visione che non vuole mai perdere il contatto con le tre strutture psichiche del soggetto di psicosi, nevrosi e perversione. Questo libro, pur riagganciandosi alla psicoterapia e alla psichiatria, rappresenta quell'esperienza della psicoanalisi nella quale, secondo l'insegnamento di Lacan, il sintomo è visto sotto un’altra angolatura, quella del sinthomo, che da metafora del soggetto diventa quel qualcosa che gli permette un raccordo inedito e singolare tale da tenere insieme la triade dell’essere parlante: Immaginario, Simbolico e Reale.
L'autore
Loredana Zani, psicoanalista, vive e lavora a Rimini. È direttore scientifico dello Studio di Psicoanalisi Formazione e Clinica nell'orientamento lacaniano della SLP, dell'EFP e dell'AMP del Campo Freudiano. Iscritta all'Albo degli Psicoterapeuti della Regione Emilia-Romagna e membro titolare psicodramma analitico S.I.Ps.A.
Una biografia inusuale e molto personale di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Non il racconto di fat... more Una biografia inusuale e molto personale di Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Non il racconto di fatti politici e militari ma piuttosto un'indagine brillante sul Sigismondo uomo, sui suoi affetti, i suoi rapporti umani, le sue passioni e le sue delusioni. Inseguendo anche le più recondite notizie custodite negli archivi, l’autore si propone così di descrivere la personalità affascinante e complessa di Sigismondo, cercando di scrutarne l’animo e coglierne i sentimenti.
«Forte, bello, raffinato, elegantissimo; desiderato dalle donne, invidiato dagli uomini, odiato da molti, ammirato da tutti. Condottiero geniale, reputato il migliore; coraggioso e temerario, sempre in testa ai suoi uomini; ferito innumerevoli volte, eppure mai domo. Signore della guerra, ma disastroso in diplomazia; assolutamente incapace di districarsi nella ingarbugliata situazione italica di metà Quattrocento. Passionale e impulsivo, mutevole nelle opinioni e nelle alleanze, tanto da venire spesso considerato inaffidabile e pericoloso. Presente su tutti i campi di battaglia per garantirsi la sopravvivenza della Signoria e le risorse necessarie a soddisfare le proprie smisurate ambizioni. Protagonista di infinite contese col nemico Federico da Montefeltro, nel tentativo (reciproco) di ampliare i rispettivi confini, troppo angusti per i loro grandi sogni. Reso feroce e crudele dalla durezza delle mille battaglie; e tuttavia dolce con la madre, tenero coi figlioletti, poetico con l’amata Isotta. Così attaccato alla sua Rimini, dove riposano le ossa degli antenati, da esser disposto a morire mille volte pur di non scambiarla con qualunque altra città. Qui e nei castelli del territorio permangono i segni forti e importanti della sua strategia militare. Estremamente colto e sensibile, ha avuto la capacità di cogliere prima d’altri i fermenti artistici che stavano sbocciando in Italia. Infatti il Tempio Malatestiano costituisce in assoluto la prima espressione di quella temperie fantastica e irripetibile che fu il Rinascimento; una testimonianza imperitura che il genio di Sigismondo ha lasciato alla città. Pur avendo concluso la propria vita in un triste declino materiale, la cultura, l’intelligenza e l’acume del precorritore gli hanno ottenuto quel che la diplomazia o le armi non gli avrebbero comunque saputo mai dare: l’immortalità».
L'autore
Oreste Delucca, riminese, da cinquant'anni è impegnato nello studio delle fonti d'archivio per documentare l'ambiente, l'economia, l'urbanistica, le strutture sociali della sua città e del territorio circostante, con particolare riferimento ai secoli finali del Medioevo. Su tali argomenti ha pubblicato 31 volumi monografici e circa 150 saggi in riviste specializzate ed opere collettive. È membro della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna, della Società di Studi Romagnoli e della Società di Studi Storici per il Montefeltro. Nel 2013 ha ricevuto il 'Sigismondo d'Oro' dal Comune di Rimini. Con Bookstones ha pubblicato Animali domestici e selvatici in una città medievale (2011) e Il drago di Belverde a Rimini e altri draghi d'Italia (2014).
La copertina d'arte
Per l'occasione, l'artista Franco Pozzi ha realizzato un'opera dal titolo Ars Magna Lucis et Umbrae dedicata alla memoria di Maurizio Balena, che verrà utilizzata come immagine esclusiva di copertina.
Franco Pozzi, nato nel 1966 a Rimini dove vive, diplomato in pittura all'Accademia di Belle Arti di Ravenna espone nell'ambito di mostre collettive e personali. Nel 2007 è stato invitato in un progetto collaterale alla 52° edizione della Biennale di Venezia nell'ambito delle “100 Giornate in difesa della natura” dedicate alla figura di Joseph Beuys. Nel 2008 è ospite della XV Quadriennale di Roma. Nel 2005 partecipa al Premio Giovani artisti Lissone. Tra le mostre personali, 2005 Vegeto, Galleria dell'Immagine, Rimini, 2004 Luminitza, Chiesa di S. Marina, Novafeltria (PU), 2003 Solve et coagula, Palazzo del Ridotto, Cesena, 2000 In anticipo, Galleria dell'Immagine, Rimini. Nel 2014 partecipa alla prima edizione della Biennale del Disegno di Rimini. Convinto che la pittura, fin dalla sua leggendaria nascita narrata da Plinio il Vecchio nella Storia Naturale, si confronti col bisogno di trattenere il ricordo, negli ultimi anni (forse da sempre) costruisce memorabilia, omaggi dichiarati alle figure della sua storia dell'arte.
Spesso considerati “i più barbari fra i barbari”, i Longobardi vantano in realtà una delle civilt... more Spesso considerati “i più barbari fra i barbari”, i Longobardi vantano in realtà una delle civiltà più ricche e complesse dell'Età delle Migrazioni, capace di tramandare raffinati tesori culturali ed artistici, così come straordinarie tecniche artigianali.
Questo saggio vuole porre l'attenzione su di un aspetto cardine della cultura longobarda, l'abbigliamento maschile, fondamentale espressione di status nelle società germaniche. L'obiettivo principale è presentare una sintesi organica e fruibile dei dati storici, offrendo al lettore uno strumento bibliografico aggiornato ed una serie di interpretazioni ricostruttive utili ad un approccio critico alla tematica, agevolando così il “lavoro” del re-enactor più scrupoloso.
Materiali tessili, colori ed indumenti vengono descritti utilizzando fonti documentarie, archeologiche ed iconografiche provenienti dall'Italia longobarda, confrontandole con le evidenze dell'Europa germanica e con il vicino mondo mediterraneo.
Come corollario, vengono rivisitate le teorie finora note sulla cintura di sospensione della spatha, fondamentale elemento del corredo dell'armato.
Often considered to be “the most barbaric among barbarian populations”, the Lombards actually boast one of the most prosperous and complex civilizations of the Migration Period, able to bequeath refined cultural and artistic treasures, as well as enchanting crafts.
This paper aims at focusing on menswear, a cornerstone of the Lombard culture which used to be an essential expression of status for the German societies. The main goal is to offer a consistent and useful summary of the historical data, providing the reader with an up-to-date bibliographic support and a series of reconstructive interpretations, both encouraging a critical approach to the subject and helping the work of mostly any meticulous re-enactor.
Textile materials, colors and clothing are described using documentary, archaeological and iconographic sources from the Lombard kingdom in Italy, comparing them with the evidence pertaining to Germanic Europe and the neighboring Mediterranean world.
In addition, the author revisits the currently known theories on the spatha suspension belt, a basic element of the armed man equipment.
L'autore
Laureato in Archeologia Medievale presso l'Università di Siena, si è specializzato in Archeologia del Paesaggio e in Archeologia dell'Alto Medioevo Italiano. Ha preso parte a numerosi progetti di ricerca universitari, e ha collaborato con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana per indagini di scavo e ricognizione territoriale. Da sempre interessato alla cultura materiale di età longobarda, si occupa di archeologia sperimentale e di ricostruzione storica.
È membro fondatore di ARES-Archeologia, Reenactment e Storia, responsabile del progetto Presenze Longobarde e referente dell'Area di Archeologia Sperimentale di Massello (TO).
“Chi vede nella moda soltanto la moda è uno sciocco”, sentenziava Honoré de Balzac nel 'Trattato ... more “Chi vede nella moda soltanto la moda è uno sciocco”, sentenziava Honoré de Balzac nel 'Trattato della vita elegante'. Moda significa modo di atteggiarsi, di agghindarsi. Con questo termine, soprattutto se guardiamo al passato, solitamente ci si riferisce alla classe blasonata ma le tendenze del costume, seppure in ritardo e modificate, di fatto coinvolgono anche i ceti più bassi.
Il Quattrocento fu un'epoca di grandi cambiamenti e innovazioni, tanto da decretare per alcuni il passaggio dal Medioevo all'Età Moderna. Nei primi decenni di tale temperie socio-culturale la moda risente ancora del linearismo verticale trecentesco tipicamente gotico mentre, progredendo verso le soglie del Cinquecento, l'abbigliamento, così come il tipo fisico, assume una connotazione spiccatamente rinnovata. Questa ricerca intende prendere in esame il costume italiano nel XV secolo, analizzando gli abiti femminili, maschili e infantili, insieme agli accessori, ai tessuti e ai colori, attraverso lo studio correlato di reperti originali, documenti, leggi suntuarie e fonti iconografiche. L'autrice tenta così di evidenziare la complessa struttura sartoriale dei principali capi in uso nelle varie classi sociali, proponendo anche ricostruzioni di propria creazione, svelando il valore e il significato che al tempo veniva attribuito all'apparire.
“He who sees only fashion in fashion is a fool”, proclaimed Honoré de Balzac in his Treatise on Elegant Living. Fashion means way of taking an attitude, way of primping. This term, especially if we consider the past, is usually referred to the aristocracy, yet the costume trends, even though delayed and modified, actually affect the lower class too.
The 15th century was an age of sweeping changes and innovations, to such an extent that, according to some, it caused the transition from the Middle Ages to the Modern Era. During the first decades of the aforementioned socio-cultural context, fashion was still conveying the 14th c. vertical linearity, typical of the Gothic style; on the other hand, by approaching the threshold of the 16th c., the attire, as well as the physical type, assumed clearly renewed overtones. This rasearch aims to investigate the 15th c. Italian costume, exploring the male, female and infant clothing, together with their accessories, textiles and colors, by means of an interrelated study of original relics, documents, sumptuary laws and iconographic sources. Thus the author attempts to highlight the complex sartorial structure of the main garments used by the different social classes, also presenting a few replicas, entirely handmade by herself, unveiling the value and the meaning ascribed to appearance at that time.
L'autore
Paola Fabbri è diplomata in “Disegno del figurino e storia del costume” presso l’Istituto Marangoni Fashion e Design di Milano. Nel mondo del living-history è stimata sia in Italia che all'estero per l'elevato livello di accuratezza delle proprie creazioni sartoriali, raggiunto dopo oltre 20 anni di ricerche ed esperimenti ricostruttivi. Fin dal 2003 è impegnata come relatrice in conferenze sul tema dell’abbigliamento storico maschile e femminile, in particolare per i secoli compresi tra XIII e XVI; nel 2005 ha avviato una stretta collaborazione con la Dott.ssa Lucia Portoghesi, nell'ambito del restauro del corredo funebre di Gregorio VII (X secolo) e di Diego Cavaniglia (XV secolo). Del farsetto appartenuto a quest'ultimo ha prodotto una replica fedele in ogni dettaglio, oggi conservata unitamente all'originale presso il Convento di San Francesco a Folloni di Montella (AV).
“Chi vede nella moda soltanto la moda è uno sciocco”, sentenziava Honoré de Balzac nel Trattato d... more “Chi vede nella moda soltanto la moda è uno sciocco”, sentenziava Honoré de Balzac nel Trattato della vita elegante. Moda significa modo di atteggiarsi, di agghindarsi. Con questo termine, soprattutto se guardiamo al passato, solitamente ci si riferisce alla classe blasonata ma le tendenze del costume, seppure in ritardo e modificate, di fatto coinvolgono anche i ceti più bassi.
Il Quattrocento fu un'epoca di grandi cambiamenti e innovazioni, tanto da decretare per alcuni il passaggio dal Medioevo all'Età Moderna. Nei primi decenni di tale temperie socio-culturale la moda risente ancora del linearismo verticale trecentesco tipicamente gotico mentre, progredendo verso le soglie del Cinquecento, l'abbigliamento, così come il tipo fisico, assume una connotazione spiccatamente rinnovata. Questa ricerca intende prendere in esame il costume italiano nel XV secolo, analizzando gli abiti femminili, maschili e infantili, insieme agli accessori, ai tessuti e ai colori, attraverso lo studio correlato di reperti originali, documenti, leggi suntuarie e fonti iconografiche. L'autrice tenta così di evidenziare la complessa struttura sartoriale dei principali capi in uso nelle varie classi sociali, proponendo anche ricostruzioni di propria creazione, svelando il valore e il significato che al tempo veniva attribuito all'apparire.
“He who sees only fashion in fashion is a fool”, proclaimed Honoré de Balzac in his Treatise on Elegant Living. Fashion means way of taking an attitude, way of primping. This term, especially if we consider the past, is usually referred to the aristocracy, yet the costume trends, even though delayed and modified, actually affect the lower class too. The 15th century was an age of sweeping changes and innovations, to such an extent that, according to some, it caused the transition from the Middle Ages to the Modern Era. During the first decades of the aforementioned socio-cultural context, fashion was still conveying the 14th c. vertical linearity, typical of the Gothic style; on the other hand, by approaching the threshold of the 16th c., the attire, as well as the physical type, assumed clearly renewed overtones. This rasearch aims to investigate the 15th c. Italian costume, exploring the male, female and infant clothing, together with their accessories, textiles and colors, by means of an interrelated study of original relics, documents, sumptuary laws and iconographic sources. Thus the author attempts to highlight the complex sartorial structure of the main garments used by the different social classes, also presenting a few replicas, entirely handmade by herself, unveiling the value and the meaning ascribed to appearance at that time.
BOOKSTONES EDIZIONI, 2016
Collana "Living History", diretta da Andrea Carloni
Versione ebook € 4,99
ISBN 978-88-98275-28-1
ACQUISTA ONLINE:
http://store.streetlib.com/la-moda-italiana-nel-xv-secolo-abbigliamento-e-accessori
L'Oriente nasconde molti tesori capaci d'indirizzare verso una dimensione spirituale insita in no... more L'Oriente nasconde molti tesori capaci d'indirizzare verso una dimensione spirituale insita in noi; una dimensione che, una volta conosciuta e realizzata, può condurci alla pace, all'armonia, non soltanto in noi stessi ma anche nel mondo in cui viviamo, un mondo ancora pesantemente dilaniato da futili e inumani conflitti. Un grande libro in grado di introdurci e guidarci in una visione 'altra', utile sia al viaggiatore che affronterà una realtà diversa dalla propria e che avrà pertanto bisogno di adeguati strumenti interpretativi, sia allo studioso, semplicemente desideroso di ampliare il proprio bagaglio culturale, senza per questo dover affrontare le fatiche di un viaggio impegnativo.
In questo libro si ripercorre la vallata del Marecchia, indagando dapprima il ritrovamento ottoce... more In questo libro si ripercorre la vallata del Marecchia, indagando dapprima il ritrovamento ottocentesco di armi ed oggetti bronzei occultati nei "ripostigli" di Casalecchio di Verucchio, poi di idoletti, ovvero piccole sculture di bronzo raffiguranti divinità, scoperte a partire dalle pendici della collina riminese di Covignano, come il Marte oggi al Museo di Cleveland, fino alle località, apparentemente più impervie per gli antichi, del Montefeltro: Sant'Igne, Pennabilli, Scavolino, Carpegna e Sestino.
In questo itinerario, scandito cronologicamente fra l'età villanoviana e la preromana, si mostrano relazioni politiche, cultuali e commerciali che, attraverso le vie marittime dell'Adriatico, aprono il Montefeltro non solo all'area padana, ma anche alla frequentazione di Etruschi, di Piceni e addirittura di Greci del Peloponneso.
La seta, una vocazione del territorio riminese fino ad ora assolutamente inedita. Eppure c'è un a... more La seta, una vocazione del territorio riminese fino ad ora assolutamente inedita. Eppure c'è un antico indizio dell'allevamento del baco, della produzione, lavorazione e commercializzazione del filo: il trattato dal titolo Il vermicello dalla seta, pubblicato a Rimini nel 1581 da Corsucci di Sassocorvaro, il primo trattato in lingua italiana su questi argomenti e per di più rivolto alle donne.
Lo studio, che s'inserisce nell'ambito del progetto “Patrimonio Culturale a Rimini e in Romagna: Archivi per il Fashion e la Moda tra Ottocento e Novecento”, promosso dal Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita Campus di Rimini, Università di Bologna, prende in esame fonti archivistiche del tutto inedite per ricostruire le fasi di sviluppo di un'attività economica di primaria importanza per la città e il territorio riminese fra XVII e inizio del XX secolo, individuandone i luoghi, ovvero filatoi e filande, in alcuni casi ancora oggi esistenti, e gli artefici, famiglie come quella Manganoni, meglio nota per la collezione di quadri del Guercino, o Aducci, tramandatesi per generazioni l'arte della seta.
Tra XIII e XV secolo in Italia si verificò l’ascesa delle corporazioni di mestiere, le quali si d... more Tra XIII e XV secolo in Italia si verificò l’ascesa delle corporazioni di mestiere, le quali si dotarono di precisi statuti scritti. Quella dei falegnami non fece eccezione.
Influenzati dalla committenza, essi abbandonarono progressivamente la creazione di arredi polifunzionali, progettandoli per mansioni sempre più specialistiche: nacquero così i mobili moderni, specchio dell’emergente società borghese e legati, pertanto, al susseguirsi di stili e mode.
L’evoluzione di tali scenari affianca la storia della tecnologia del legno, che vide mutare i processi di lavorazione sviluppati in quegli anni, per adeguarsi alle nuove esigenze del mercato; alcune innovazioni, ben documentabili nei dettagli, furono al contempo rivoluzionarie e risolutive.
Interpretando reperti, iconografie e manufatti lignei dell’epoca, nel testo vengono ripercorsi, a supporto del ricostruttore storico, i vari schemi concettuali e le tecniche artigianali che hanno consentito ai maestri delle botteghe, tra Medioevo e Rinascimento, di realizzare vere e proprie opere d’arte.
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Between the 13th and the 15th centuries, the Italian towns witnessed the rise of craft-guilds, which soon provided themselves with specific written statutes. The Woodworkers’ Guild was no exception.
Directly influenced by their customers, they gradually quit creating multi-purpose furnishings and started to design them for more and more specialized tasks; thus the modern furniture came to light, sort of a mirror of the new bourgeois society, strictly affected by the style and trend of the moment.
The evolution of such a scenario went at the same pace of the wood technology, as also the heritage of work processes was soon forced to change, in order to adapt to the refined needs of the market. Some innovations, well traceable in details, proved to be revolutionary and decisive at the same time.
By interpreting artefacts, iconography and genuine wooden relics, the author aims at supporting re-enactors, going over a number of conceptual patterns and handcraft techniques, the very same employed by Medieval and Renaissance joinery masters who gave birth to true masterpieces.
Bestiame da lavoro e da macello. Cani da caccia e falconi. Orsi tenuti in catene fuori dalle becc... more Bestiame da lavoro e da macello. Cani da caccia e falconi. Orsi tenuti in catene fuori dalle beccherie, cavalli da corsa e da giostra, uccelli da richiamo e da compagnia. Fino all'esotismo portato dai leoni, dalle scimmie e dagli elefanti, ricercati ospiti delle corti signorili. Gli animali nella città medievale. Una presenza costante che può assumere connotati diversi e che ha conseguenze di grande rilievo sulla vita delle persone e sull'ambiente urbano. Con ricadute notevoli sull'organizzazione produttiva, l'economia, il tessuto edilizio, l'impianto urbanistico, la salubrità, l'igiene, le relazioni sociali e l'alimentazione. Un fenomeno che coinvolge lo stesso immaginario collettivo al punto da utilizzare la rappresentazione zoomorfa come segno distintivo per i banchi giudiziari e le camere di locanda. Questo libro offre una panoramica che, partendo dalla Rimini malatestiana, può benissimo riferirsi ad una generica città dell'Italia centro-settentrionale nel tardo Medioevo.
http://www.ultimabooks.it/animali-domestici-e-selvatici-in-una-citta-medievale
L'Occidente, e non solo, deve molto alla civiltà romana. I mezzi e i modi con cui Roma affermò la... more L'Occidente, e non solo, deve molto alla civiltà romana. I mezzi e i modi con cui Roma affermò la sua supremazia nel corso dei primi secoli rivestono ancora oggi un valore esemplare. Rappresentano infatti una miniera inesauribile a cui attingere gli strumenti utili per comprendere la politica degli Stati attuali. Il libro, rivolto anche a un pubblico di non specialisti, ripercorre in modo chiaro e piacevole la nascita, lo sviluppo, l'espansione di Roma nel Mediterraneo prima dell'avvento dell'impero. Accanto ai principali episodi di politica estera è dato ampio spazio agli sviluppi istituzionali, ricostruendo il quadro di una società che per complessità non ha nulla da invidiare alle società contemporanee.
La grande eredità che Roma ci ha lasciato si è strutturata, considerando anche il periodo bizanti... more La grande eredità che Roma ci ha lasciato si è strutturata, considerando anche il periodo bizantino, in un lasso di tempo di oltre duemila anni. Il suo enorme patrimonio culturale è ancora oggi un faro di civiltà posto in essere da un popolo eclettico che seppe assorbire e mettere a frutto tutte le qualità dei popoli con cui ebbe modo di confrontarsi. Analizzando gran parte degli aspetti che la caratterizzarono abbiamo colto un anelito di grandezza e forse un desiderio di trasmettere a noi posteri dei messaggi capaci di farci riflettere sulle molteplici possibilità dell’animo umano.
La stele di Novilara è di certo la più famosa stele picena con raffigurazione navale ritrovata ne... more La stele di Novilara è di certo la più famosa stele picena con raffigurazione navale ritrovata nel pesarese e, fin dal momento della sua scoperta nel XIX secolo, ha sollevato tanti interrogativi e molti studiosi si sono cimentati nell'interpretazione della sua rappresentazione figurata. Questo libro ripercorre come una cronaca i momenti della scoperta, la storia degli studi, i dibattiti sulla datazione e i tentativi d'interpretazione fatti fino ad oggi, non solo riguardo a questa stele, ma anche alle altre otto meno note, però ugualmente importanti, provenienti dal medesimo territorio.
Quella dei draghi è una presenza costante in Italia e in Europa. Memorie che si perdono nei secol... more Quella dei draghi è una presenza costante in Italia e in Europa. Memorie che si perdono nei secoli, leggende dai contorni non ben definiti, resti e ossa ad essi attribuiti conservati in diversi luoghi.
Partendo da una rassegna di queste presenze in tutta la penisola, e approfondendo casi celebri come quello del 'draghetto di Bologna' illustrato da Ulisse Aldrovandi, l'autore approfondisce con occhio da storico la leggenda del drago di Belverde, del quale alcune ossa erano visibili fino a qualche decennio fa in una piccola chiesa di campagna del Riminese. Edificio ora scomparso e, con esso, anche i resti attribuiti al mostro.
Non un'opera di fantasia, ma la ricerca scrupolosa delle fonti storiche a supporto di una vicenda leggendaria, per comprendere le motivazioni che l'hanno creata, i documenti e i reperti che l'hanno comprovata, la memoria che tutt'ora la conserva.
Il testo prende in esame, con dovizia di immagini, disegni esplicativi e fonti antiche, vari aspe... more Il testo prende in esame, con dovizia di immagini, disegni esplicativi e fonti antiche, vari aspetti della pesca nel mondo antico a partire dall'epoca egizia e greco arcaica fino alla tarda romanità, iniziando dall'aspetto del pescatore nelle raffigurazioni artistiche e letterarie, dalle divinità preposte alla loro protezione, proseguendo con l'associazionismo, le leggi e analizzando tutti i tipi di attrezzature e tecniche di pesca, anche tipi particolari come quelli messi in pratica per la pesca della porpora, del corallo, delle perle e delle spugne, per finire con i luoghi deputati alla vendita del pescato e con un'ampia appendice documentaria di fonti letterarie antiche sull'argomento.
Il saggio descrive le tecniche e i materiali legati alle attività economiche svolte nei boschi me... more Il saggio descrive le tecniche e i materiali legati alle attività economiche svolte nei boschi medievali, con particolare attenzione a quelle conoscenze che per secoli sono state fondamentali nel reperimento del legno da costruzione. Un argomento spesso sottovalutato ma tutt'altro che marginale o economicamente di ripiego. Lo testimoniano i numerosi traffici commerciali che già a partire dal XIII secolo, coinvolsero le vie fluviali che dai territori alpini scendevano verso la Pianura Padana, mettendo in luce una realtà ben organizzata e capace di soddisfare un vasto territorio. Con il progressivo aumento della domanda, l'uomo seppe via via rispondere con caparbietà ed ingegno ai problemi di lavorazione, di stoccaggio e di trasporto di enormi quantità di tronchi, diventando protagonista di un'avventura che, coniugando antiche tradizioni con nuove tecnologie, ha il sapore di un'autentica conquista di frontiera.
La prima guida completamente dedicata alla domus del 'chirurgo' e al complesso archeologico di pi... more La prima guida completamente dedicata alla domus del 'chirurgo' e al complesso archeologico di piazza Ferrari, nel centro storico di Rimini. E' stata pensata come un agile strumento che vuole orientare il visitatore all'interno dello scavo di piazza Ferrari. Con testi agevoli e ricchi di approfondimenti e attraverso una precisa documentazione fotografica e cartografica, la guida affronta analiticamente le diverse aree dello scavo e la complessa cronologia dell'intero complesso residenziale, che parte dal I sec. a.C. e arriva all'alto medioevo
Una nuova e aggiornata guida della città di Rimini, pratica e veloce da consultare. Contiene sche... more Una nuova e aggiornata guida della città di Rimini, pratica e veloce da consultare. Contiene schede sui monumenti, alcuni approfondimenti tematici, una mappa della città ed immagini fotografiche.
La montagna è un simbolo molto potente, comune a molte tradizioni mistiche ed esoteriche; essa ev... more La montagna è un simbolo molto potente, comune a molte tradizioni mistiche ed esoteriche; essa evoca lo sforzo che l'anima deve intraprendere per salire di livello, per respirare un'aria diversa e giungere laddove dimora l'aquila della libertà e biancheggiano i ghiacciaia eterni, origine dell'acqua di vita. Giovanni della Croce ha lasciato un segno indelebile nella teologia mistica per il connubio indissolubile ed equilibrato che si riscontra tra l'elemento sperimentale e i principi di teologia e di filosofia.
Between the 13th and the 15th centuries, the Italian towns witnessed the rise of craft-guilds, wh... more Between the 13th and the 15th centuries, the Italian towns witnessed the rise of craft-guilds, which soon provided themselves with specific written statutes. The Woodworkers' Guild was no exception.
Directly influenced by their customers, they gradually quit creating multi-purpose furnishings and started to design them for more and more specialized tasks; thus the modern furniture came to light, sort of a mirror of the new bourgeois society, strictly affected by the style and trend of the moment.
The evolution of such a scenario went at the same pace of the wood technology, as also the heritage of work processes was soon forced to change, in order to adapt to the refined needs of the market. Some innovations, well traceable in details, proved to be revolutionary and decisive at the same time.
By interpreting artefacts, iconography and genuine wooden relics, the author aims at supporting re-enactors, going over a number of conceptual patterns and handcraft techniques, the very same employed by Medieval and Renaissance joinery masters who gave birth to true masterpieces.
«Sembra che nell'Italia del Trecento sia stata la sola tipologia in uso: difficilmente un dipinto... more «Sembra che nell'Italia del Trecento sia stata la sola tipologia in uso: difficilmente un dipinto eseguito tra 1300 circa e 1420 non ne mostra una, da qualche parte». Con questa affermazione forse fin troppo radicale (si attestano sporadicamente, infatti, anche altre forme), il grande e compianto Ewart Oakeshott voleva sottolineare la presenza quasi ubiquitaria nella Penisola di una tipologia d'arma nota con il nome di " basilarda ". Queste daghe e spade, dal tipico fornimento a forma di H, compaiono infatti in molta iconografia militare e civile trecentesca, da Nord a Sud dell'Italia, lasciando intendere oltre ogni ragionevole dubbio il loro ruolo di protagoniste sul proscenio oplologico della loro epoca. Ne consegue che qualunque Re-enactor voglia approssimarsi allo studio della vita quotidiana nel Trecento, quasi inevitabilmente si trovi a fare i conti con la corretta ricostruzione della basilarda. Il presente contributo, oltre a suggerire la prima classificazione tipologica per questa famiglia e a delinearne la genesi, intende soprattutto offrire un corredo di disegni e di foto tratte da alcuni originali provenienti da collezioni private, evidenziando preziosi dettagli, al fine di guidare la mano del fabbro nella realizzazione di una replica corretta. «In fourteenth-century Italy it seems to have been almost the only kind in use; hardly a picture painted between about 1300 and 1420 is without one visible somewhere». With this statement, maybe way too radical (considering that also other typologies are sporadically attested), the great and dear departed Ewart Oakeshott pointed out the almost ubiquitous presence in the Peninsula of a specific kind of side weapon which goes under the name of " baselard ". These daggers and swords show a very typical H-shaped hilt in a large number of 14th c. iconography, both in military and civilian contexts, from North to South of Italy; this suggests, beyond all reasonable doubt, their leading role in the warfare scenario of that era. It follows that almost every Re-enactor wishing to portray everyday life in this time span would face the issue ofhow correctly reproducing a baselard. This essay not only provides a first attempt to classify baselards in four different types and to outline the birth of this weapon, but also includes some drawings and closeups of a few genuine relics belonging to private collections, highlighting precious details, in order to guide the blacksmith's hand all the way through to a correct replica.