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Il Club di Roma, organizzazione non-profit, di scienziati e umanisti, economisti e industriali, f... more Il Club di Roma, organizzazione non-profit, di scienziati e umanisti, economisti e industriali, fu fondato a Roma nel 1968 dall’imprenditore ed economista italiano Aurelio Peccei e dallo scienziato scozzese Alexander King, con l’obiettivo di affrontare le problematiche dello sviluppo su scala globale. Il primo studio, commissionato al System Dynamics Group del MIT (Massachusetts Institute of Technology), fu pubblicato nel 1972 con il titolo The Limits to Growth (I limiti dello sviluppo), ad opera degli scienziati Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows e Jørgen Randers.
Lo studio focalizzava l’attenzione sui limiti di uno sviluppo basato esclusivamente su un crescente sfruttamento delle risorse. Divenne un best seller e fu tradotto in più di 30 lingue.
Nel 1992 fu pubblicato un primo aggiornamento del Rapporto, col titolo Beyond the Limits (Oltre i limiti) in cui gli autori sostenevano l’avvenuto superamento dei limiti della ‘capacità di carico’ della Terra.

Il Caporale Mattia s'era momentaneamente appostato all'angolo di Via di Panico accanto ad un vend... more Il Caporale Mattia s'era momentaneamente appostato all'angolo di Via di Panico accanto ad un venditore di ciambelle. Il suo richiamo stridulo sembrava volersi sovrapporre al gradevole concerto di rondini che svolazzavano sopra la piazza per poi annidarsi sotto la loggia superiore del palazzo Altoviti che dominava Piazza di Ponte. Era una fragrante giornata primaverile. I fumi dei camini ancora accesi della residenza della nobile famiglia di banchieri fiorentini si dissolvevano nel cielo azzurro e il sole nascente già indorava la grande mole del Castello sull'altra sponda del fiume.
Dal primo mattino era iniziata la celebrazione delle messe dei fratelli della Confraternita nelle loro chiese. Anime pietose forse avrebbero preferito per quel giorno una natura uggiosa e piovosa, anziché così gioiosa, a far da quinta allo spettacolo cruento che di lì a poco si sarebbe consumato.

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Concepts for understanding environmental and socio-economic phenomena

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Perchè un'equazione è così importante? Why is an equation so important?

A second interpretation taken from the study of the Club of Rome 'Limits To Growth - The 30-Year ... more A second interpretation taken from the study of the Club of Rome 'Limits To Growth - The 30-Year Update ' (2004) by Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows and Jørgen Randers.

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Papers by Claudio Renato Fantone

Research paper thumbnail of OLTRE LA MOBILITÁ

OLTRE LA MOBILITÁ, 2018

CONNESSIONI SISTEMICHE

Research paper thumbnail of CIL 107 editoriale. La natura dei materiali, le radici dell'architettura

Costruire in Laterizio, 2005

Nel poetico documentario My Architect, in cui Nathaniel Khan, figlio di Louis Kahn, intraprende u... more Nel poetico documentario My Architect, in cui Nathaniel Khan, figlio di Louis Kahn, intraprende un viaggio epico per ricostruire la vita e l'opera di suo padre, viene riportata una conversazione con gli studenti nel corso della quale il maestro americano interpreta teatralmente il dialogo fra architetto e mattone:"Chiedete ad un mattone cosa vuole diventare e lui risponderà un arco.Voi direte che è troppo costoso, al massimo è possibile una piattabanda e lui risponderà: voglio diventare un arco". (1) Sono parole che suscitano commozione-soprattutto quando accostate alle immagini delle massive costruzioni che Khan realizza in India-e che inducono a riconsiderare il rapporto fra architettura e materia. Un rapporto che, negli anni recenti, è stato spesso annullato dalla ricerca di una architettura immateriale o della trasparenza, peraltro energeticamente costosa, nella convinzione che grazie alla tecnologia-sia nella fase progettuale, mediante sofisticati software, sia nella fase esecutiva-si possano indistintamente racchiudere gli spazi, lasciando alle soluzioni d'involucro il compito di assecondare principalmente la scelta estetica. Architetture decontestualizzate, concepite dal pensiero dominante fondato sulla priorità dell'apparenza, si rivelano frequentemente come scenografie a scala urbana, perdendo il potere evocativo dell'edificio ideato per la collettività. L'unità progetto-materia-spazio-costruzione, che ha determinato la dimensione atemporale della grande architettura, sembra essere stata abbandonata a vantaggio dell'oggetto architettonico che resta svincolato dalla sua consistenza materiale. Un atteggiamento che alla lunga porta a svilire il ruolo del progettista, accentuando sempre più la distanza fra idea e costruzione, quest'ultima demandata 'necessariamente' ad altri attori del processo edilizio. Pensare al mattone che vuole essere arco è per l'architetto l'occasione per calarsi nella concretezza statica spaziale e costruttiva, nella definizione materica del confine tra interno ed esterno, del ritmo del percorso dell'uomo e della luce. Nella transizione poi dal piano allo spazio, l'architetto scopre il rapporto fra equilibrio delle masse e relazioni funzionali, la magia del coprire, il frutto del gesto arcaico laddove l'arco diviene volta o cupola, e il mattone rivela la sua ulteriore volontà, quella di essere una spirale ascendente, come è stata acutamente espressa dall'architetto messicano Ramirez Ponce. (2) Questa aspirazione rappresenta la ricchezza, il valore aggiunto del laterizio cui può attingere la capacità creativa dell'architetto-costruttore, in grado di concepire contenente e contenuto in una visione unitaria, governata dalla statica e dalla natura del materiale utilizzato. Un'attitudine progressivamente messa in crisi nelle accademie e nel mondo professionale dalla diffusione della logica compositiva della struttura intelaiata in cemento armato e solai piani che, svincolando la progettazione funzionale dall'aspetto strutturale, ha permesso sì la pianta libera ma ha mortificato molto spesso la qualità acustica e visiva dello spazio interno. La volta e la cupola, per la loro peculiarità costruttiva, come noto, hanno avuto sin dalle origini anche una valenza simbolica, giacché, come ha osservato lo storico delle religioni Mircea Eliade, l'uomo arcaico riconosceva se stesso nella misura in cui identificava le proprie funzioni nel Cosmo."Ciò che differenzia la vita dell'uomo arcaico dalla vita dell'uomo moderno-spiega Eliade-è la coscienza antropocosmica e la partecipazione ai ritmi cosmici, che scompaiono nell'Europa urbana al momento delle rivoluzioni industriali. L'uomo moderno è il risultato di una lunga guerra di indipendenza di fronte al Cosmo. Egli è riuscito, in verità, a liberarsi in buona parte dalla dipendenza in cui si trova entro la Natura, ma ha conquistato questa vittoria al prezzo del suo isolamento nel Cosmo.Alle azioni dell'uomo moderno non corrisponde più nulla di cosmico; e meno ancora agli oggetti da lui fabbricati" (3). Nella casa arcaica, lungi dall'essere una "macchina da abitare", l'uomo "non si

Research paper thumbnail of miguel angel bautista reyes Impiego di murature e coperture sottili di laterizio armato

Costruire in Laterizio, 2006

In Messico esiste una lunga tradizione costruttiva basata sull'impiego del laterizio in murature ... more In Messico esiste una lunga tradizione costruttiva basata sull'impiego del laterizio in murature e coperture di spessore contenuto. Si ricorda la grande diffusione delle costruzioni voltate 'tabicade' o catalane negli Stati Uniti prima e, successivamente, in quelli del sud, grazie alle numerose opere (circa duemila interventi) realizzate dall'architetto-costruttore Rafael Guastavino Moreno (1842-1908), trasferitosi da Barcellona negli Stati Uniti, e poi da suo figlio e suo nipote. Queste volte, come noto, sono costruite senza centine o con l'ausilio di centine scorrevoli formate da due o tre strati di pianelle di laterizio (1,5÷3x15x30 cm) murate di piatto a giunti sfalsati con malta di gesso, il primo strato, e malta di calce e cemento i successivi. Un'altra tecnica costruttiva tradizionale messicana riguarda l'impiego di muri sottili, conosciuti come muri "ca

Research paper thumbnail of Herbert Baresh architetto, Casa Atuesta

Research paper thumbnail of Hernando Baraya architetto, casa nella savana di Bogotà

Research paper thumbnail of L’architettura religiosa di Gaudì

Costruire in laterizio, 1996

Una visione gioiosa della fede e una spazialità fondata sulla liturgia, esplicitate attraverso il... more Una visione gioiosa della fede e una spazialità fondata sulla liturgia, esplicitate attraverso il sapiente controllo del fenomeno luminoso, caratterizzano gli edifici religiosi di Gaudí. Grazie a un nuovo processo ideativo e al ricorso spregiudicato a forme di geometria non euclidea, egli afferma una concezione dello spazio basata sulla sintesi fra statica e plastica, impiegando abilmente gli stessi materiali dei costruttori medievali, la pietra e il laterizio

Research paper thumbnail of ARTE DEL COSTRUIRE

Una visione gioiosa della fede e una spazialità fondata sulla liturgia, esplicitate attraverso il... more Una visione gioiosa della fede e una spazialità fondata sulla liturgia, esplicitate attraverso il sapiente controllo del fenomeno luminoso, caratterizzano gli edifici religiosi di Gaudí. Grazie a un nuovo processo ideativo e al ricorso spregiudicato a forme di geometria non euclidea, egli afferma una concezione dello spazio basata sulla sintesi fra statica e plastica, impiegando abilmente gli stessi materiali dei costruttori medievali, la pietra e il laterizio «L'uomo senza religione è un uomo menomato sotto l'aspetto spirituale, un uomo mutilato».( 1 ) Con queste parole Gaudíricorda il suo biografo Bergós -commenta, attorno ai quarant'anni, quando è sempre più coinvolto nella progettazione e nell'esecuzione del Tempio della Sagrada Familia, quel periodo della propria vita, circa una decina d'anni, caratterizzato dal dandismo e dall'indifferenza verso la Chiesa e la religione.

Research paper thumbnail of Giovanni Bulian architetto. Interventi di restauro e di progettazione museale nel complesso delle Terme di Diocleziano

Il complesso delle Terme di Diocleziano, il più grande dell'antica Roma, venne edificato, tra il ... more Il complesso delle Terme di Diocleziano, il più grande dell'antica Roma, venne edificato, tra il 298 ed il 306 d.C., da Massimiano, in onore di Diocleziano, per servire una zona densamente popolata all'estremità dei colli Quirinale,Viminale ed Esquilino.Si sviluppava su una superficie di circa 14 ettari secondo uno schema canonico per i complessi termali, derivato da quelli di Traiano e di Caracalla, che prevedeva una disposizione simmetrica dei vari ambienti rispetto all'asse principale, quello minore, dell'edificio. (1) Le Terme di Diocleziano costituiscono uno degli esempi più significativi dell'espressione della spazialità Progetti Pianta e, nella pagina a fianco, vista dell'interno dell'Aula Ottagona. Si ringrazia l'arch. Giovanni Bulian per la documentazione e le informazioni gentilmente fornite. * Professore a contratto della Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Roma Tre.

Research paper thumbnail of Van Huut. L' architettura organica. Intervista.pdf

L'architettura organica nel pensiero di Max Van Huut (studio Alberts&Van Huut) - Intervista

Research paper thumbnail of Burt Price, Seymour Residence, Los Altos, California

Research paper thumbnail of MacCormacJamieson Prichard. Community Mental Health Centre a Londra

Research paper thumbnail of Vincze Palestra refettorio Csenfer CIL69

Research paper thumbnail of Borromini_CIL72.pdf

Francesco Borromini nel quarto centenario della nascita

Research paper thumbnail of FransVanDerWerf_Pelgromhof.pdf

ecological complex in Neiderland

Research paper thumbnail of strutture voltate

Nel poetico documentario My Architect, in cui Nathaniel Khan, figlio di Louis Kahn, intraprende u... more Nel poetico documentario My Architect, in cui Nathaniel Khan, figlio di Louis Kahn, intraprende un viaggio epico per ricostruire la vita e l'opera di suo padre, viene riportata una conversazione con gli studenti nel corso della quale il maestro americano interpreta teatralmente il dialogo fra architetto e mattone:"Chiedete ad un mattone cosa vuole diventare e lui risponderà un arco.Voi direte che è troppo costoso, al massimo è possibile una piattabanda e lui risponderà: voglio diventare un arco". (1) Sono parole che suscitano commozione -soprattutto quando accostate alle immagini delle massive costruzioni che Khan realizza in India -e che inducono a riconsiderare il rapporto fra architettura e materia. Un rapporto che, negli anni recenti, è stato spesso annullato dalla ricerca di una architettura immateriale o della trasparenza, peraltro energeticamente costosa, nella convinzione che grazie alla tecnologia -sia nella fase progettuale, mediante sofisticati software, sia nella fase esecutiva -si possano indistintamente racchiudere gli spazi, lasciando alle soluzioni d'involucro il compito di assecondare principalmente la scelta estetica. Architetture decontestualizzate, concepite dal pensiero dominante fondato sulla priorità dell'apparenza, si rivelano frequentemente come scenografie a scala urbana, perdendo il potere evocativo dell'edificio ideato per la collettività. L'unità progetto-materia-spazio-costruzione, che ha determinato la dimensione atemporale della grande architettura, sembra essere stata abbandonata a vantaggio dell'oggetto architettonico che resta svincolato dalla sua consistenza materiale.

Il Club di Roma, organizzazione non-profit, di scienziati e umanisti, economisti e industriali, f... more Il Club di Roma, organizzazione non-profit, di scienziati e umanisti, economisti e industriali, fu fondato a Roma nel 1968 dall’imprenditore ed economista italiano Aurelio Peccei e dallo scienziato scozzese Alexander King, con l’obiettivo di affrontare le problematiche dello sviluppo su scala globale. Il primo studio, commissionato al System Dynamics Group del MIT (Massachusetts Institute of Technology), fu pubblicato nel 1972 con il titolo The Limits to Growth (I limiti dello sviluppo), ad opera degli scienziati Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows e Jørgen Randers.
Lo studio focalizzava l’attenzione sui limiti di uno sviluppo basato esclusivamente su un crescente sfruttamento delle risorse. Divenne un best seller e fu tradotto in più di 30 lingue.
Nel 1992 fu pubblicato un primo aggiornamento del Rapporto, col titolo Beyond the Limits (Oltre i limiti) in cui gli autori sostenevano l’avvenuto superamento dei limiti della ‘capacità di carico’ della Terra.

Il Caporale Mattia s'era momentaneamente appostato all'angolo di Via di Panico accanto ad un vend... more Il Caporale Mattia s'era momentaneamente appostato all'angolo di Via di Panico accanto ad un venditore di ciambelle. Il suo richiamo stridulo sembrava volersi sovrapporre al gradevole concerto di rondini che svolazzavano sopra la piazza per poi annidarsi sotto la loggia superiore del palazzo Altoviti che dominava Piazza di Ponte. Era una fragrante giornata primaverile. I fumi dei camini ancora accesi della residenza della nobile famiglia di banchieri fiorentini si dissolvevano nel cielo azzurro e il sole nascente già indorava la grande mole del Castello sull'altra sponda del fiume.
Dal primo mattino era iniziata la celebrazione delle messe dei fratelli della Confraternita nelle loro chiese. Anime pietose forse avrebbero preferito per quel giorno una natura uggiosa e piovosa, anziché così gioiosa, a far da quinta allo spettacolo cruento che di lì a poco si sarebbe consumato.

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Concepts for understanding environmental and socio-economic phenomena

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Perchè un'equazione è così importante? Why is an equation so important?

A second interpretation taken from the study of the Club of Rome 'Limits To Growth - The 30-Year ... more A second interpretation taken from the study of the Club of Rome 'Limits To Growth - The 30-Year Update ' (2004) by Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows and Jørgen Randers.

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Research paper thumbnail of OLTRE LA MOBILITÁ

OLTRE LA MOBILITÁ, 2018

CONNESSIONI SISTEMICHE

Research paper thumbnail of CIL 107 editoriale. La natura dei materiali, le radici dell'architettura

Costruire in Laterizio, 2005

Nel poetico documentario My Architect, in cui Nathaniel Khan, figlio di Louis Kahn, intraprende u... more Nel poetico documentario My Architect, in cui Nathaniel Khan, figlio di Louis Kahn, intraprende un viaggio epico per ricostruire la vita e l'opera di suo padre, viene riportata una conversazione con gli studenti nel corso della quale il maestro americano interpreta teatralmente il dialogo fra architetto e mattone:"Chiedete ad un mattone cosa vuole diventare e lui risponderà un arco.Voi direte che è troppo costoso, al massimo è possibile una piattabanda e lui risponderà: voglio diventare un arco". (1) Sono parole che suscitano commozione-soprattutto quando accostate alle immagini delle massive costruzioni che Khan realizza in India-e che inducono a riconsiderare il rapporto fra architettura e materia. Un rapporto che, negli anni recenti, è stato spesso annullato dalla ricerca di una architettura immateriale o della trasparenza, peraltro energeticamente costosa, nella convinzione che grazie alla tecnologia-sia nella fase progettuale, mediante sofisticati software, sia nella fase esecutiva-si possano indistintamente racchiudere gli spazi, lasciando alle soluzioni d'involucro il compito di assecondare principalmente la scelta estetica. Architetture decontestualizzate, concepite dal pensiero dominante fondato sulla priorità dell'apparenza, si rivelano frequentemente come scenografie a scala urbana, perdendo il potere evocativo dell'edificio ideato per la collettività. L'unità progetto-materia-spazio-costruzione, che ha determinato la dimensione atemporale della grande architettura, sembra essere stata abbandonata a vantaggio dell'oggetto architettonico che resta svincolato dalla sua consistenza materiale. Un atteggiamento che alla lunga porta a svilire il ruolo del progettista, accentuando sempre più la distanza fra idea e costruzione, quest'ultima demandata 'necessariamente' ad altri attori del processo edilizio. Pensare al mattone che vuole essere arco è per l'architetto l'occasione per calarsi nella concretezza statica spaziale e costruttiva, nella definizione materica del confine tra interno ed esterno, del ritmo del percorso dell'uomo e della luce. Nella transizione poi dal piano allo spazio, l'architetto scopre il rapporto fra equilibrio delle masse e relazioni funzionali, la magia del coprire, il frutto del gesto arcaico laddove l'arco diviene volta o cupola, e il mattone rivela la sua ulteriore volontà, quella di essere una spirale ascendente, come è stata acutamente espressa dall'architetto messicano Ramirez Ponce. (2) Questa aspirazione rappresenta la ricchezza, il valore aggiunto del laterizio cui può attingere la capacità creativa dell'architetto-costruttore, in grado di concepire contenente e contenuto in una visione unitaria, governata dalla statica e dalla natura del materiale utilizzato. Un'attitudine progressivamente messa in crisi nelle accademie e nel mondo professionale dalla diffusione della logica compositiva della struttura intelaiata in cemento armato e solai piani che, svincolando la progettazione funzionale dall'aspetto strutturale, ha permesso sì la pianta libera ma ha mortificato molto spesso la qualità acustica e visiva dello spazio interno. La volta e la cupola, per la loro peculiarità costruttiva, come noto, hanno avuto sin dalle origini anche una valenza simbolica, giacché, come ha osservato lo storico delle religioni Mircea Eliade, l'uomo arcaico riconosceva se stesso nella misura in cui identificava le proprie funzioni nel Cosmo."Ciò che differenzia la vita dell'uomo arcaico dalla vita dell'uomo moderno-spiega Eliade-è la coscienza antropocosmica e la partecipazione ai ritmi cosmici, che scompaiono nell'Europa urbana al momento delle rivoluzioni industriali. L'uomo moderno è il risultato di una lunga guerra di indipendenza di fronte al Cosmo. Egli è riuscito, in verità, a liberarsi in buona parte dalla dipendenza in cui si trova entro la Natura, ma ha conquistato questa vittoria al prezzo del suo isolamento nel Cosmo.Alle azioni dell'uomo moderno non corrisponde più nulla di cosmico; e meno ancora agli oggetti da lui fabbricati" (3). Nella casa arcaica, lungi dall'essere una "macchina da abitare", l'uomo "non si

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Costruire in Laterizio, 2006

In Messico esiste una lunga tradizione costruttiva basata sull'impiego del laterizio in murature ... more In Messico esiste una lunga tradizione costruttiva basata sull'impiego del laterizio in murature e coperture di spessore contenuto. Si ricorda la grande diffusione delle costruzioni voltate 'tabicade' o catalane negli Stati Uniti prima e, successivamente, in quelli del sud, grazie alle numerose opere (circa duemila interventi) realizzate dall'architetto-costruttore Rafael Guastavino Moreno (1842-1908), trasferitosi da Barcellona negli Stati Uniti, e poi da suo figlio e suo nipote. Queste volte, come noto, sono costruite senza centine o con l'ausilio di centine scorrevoli formate da due o tre strati di pianelle di laterizio (1,5÷3x15x30 cm) murate di piatto a giunti sfalsati con malta di gesso, il primo strato, e malta di calce e cemento i successivi. Un'altra tecnica costruttiva tradizionale messicana riguarda l'impiego di muri sottili, conosciuti come muri "ca

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Costruire in laterizio, 1996

Una visione gioiosa della fede e una spazialità fondata sulla liturgia, esplicitate attraverso il... more Una visione gioiosa della fede e una spazialità fondata sulla liturgia, esplicitate attraverso il sapiente controllo del fenomeno luminoso, caratterizzano gli edifici religiosi di Gaudí. Grazie a un nuovo processo ideativo e al ricorso spregiudicato a forme di geometria non euclidea, egli afferma una concezione dello spazio basata sulla sintesi fra statica e plastica, impiegando abilmente gli stessi materiali dei costruttori medievali, la pietra e il laterizio

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Una visione gioiosa della fede e una spazialità fondata sulla liturgia, esplicitate attraverso il... more Una visione gioiosa della fede e una spazialità fondata sulla liturgia, esplicitate attraverso il sapiente controllo del fenomeno luminoso, caratterizzano gli edifici religiosi di Gaudí. Grazie a un nuovo processo ideativo e al ricorso spregiudicato a forme di geometria non euclidea, egli afferma una concezione dello spazio basata sulla sintesi fra statica e plastica, impiegando abilmente gli stessi materiali dei costruttori medievali, la pietra e il laterizio «L'uomo senza religione è un uomo menomato sotto l'aspetto spirituale, un uomo mutilato».( 1 ) Con queste parole Gaudíricorda il suo biografo Bergós -commenta, attorno ai quarant'anni, quando è sempre più coinvolto nella progettazione e nell'esecuzione del Tempio della Sagrada Familia, quel periodo della propria vita, circa una decina d'anni, caratterizzato dal dandismo e dall'indifferenza verso la Chiesa e la religione.

Research paper thumbnail of Giovanni Bulian architetto. Interventi di restauro e di progettazione museale nel complesso delle Terme di Diocleziano

Il complesso delle Terme di Diocleziano, il più grande dell'antica Roma, venne edificato, tra il ... more Il complesso delle Terme di Diocleziano, il più grande dell'antica Roma, venne edificato, tra il 298 ed il 306 d.C., da Massimiano, in onore di Diocleziano, per servire una zona densamente popolata all'estremità dei colli Quirinale,Viminale ed Esquilino.Si sviluppava su una superficie di circa 14 ettari secondo uno schema canonico per i complessi termali, derivato da quelli di Traiano e di Caracalla, che prevedeva una disposizione simmetrica dei vari ambienti rispetto all'asse principale, quello minore, dell'edificio. (1) Le Terme di Diocleziano costituiscono uno degli esempi più significativi dell'espressione della spazialità Progetti Pianta e, nella pagina a fianco, vista dell'interno dell'Aula Ottagona. Si ringrazia l'arch. Giovanni Bulian per la documentazione e le informazioni gentilmente fornite. * Professore a contratto della Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Roma Tre.

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L'architettura organica nel pensiero di Max Van Huut (studio Alberts&Van Huut) - Intervista

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Francesco Borromini nel quarto centenario della nascita

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Nel poetico documentario My Architect, in cui Nathaniel Khan, figlio di Louis Kahn, intraprende u... more Nel poetico documentario My Architect, in cui Nathaniel Khan, figlio di Louis Kahn, intraprende un viaggio epico per ricostruire la vita e l'opera di suo padre, viene riportata una conversazione con gli studenti nel corso della quale il maestro americano interpreta teatralmente il dialogo fra architetto e mattone:"Chiedete ad un mattone cosa vuole diventare e lui risponderà un arco.Voi direte che è troppo costoso, al massimo è possibile una piattabanda e lui risponderà: voglio diventare un arco". (1) Sono parole che suscitano commozione -soprattutto quando accostate alle immagini delle massive costruzioni che Khan realizza in India -e che inducono a riconsiderare il rapporto fra architettura e materia. Un rapporto che, negli anni recenti, è stato spesso annullato dalla ricerca di una architettura immateriale o della trasparenza, peraltro energeticamente costosa, nella convinzione che grazie alla tecnologia -sia nella fase progettuale, mediante sofisticati software, sia nella fase esecutiva -si possano indistintamente racchiudere gli spazi, lasciando alle soluzioni d'involucro il compito di assecondare principalmente la scelta estetica. Architetture decontestualizzate, concepite dal pensiero dominante fondato sulla priorità dell'apparenza, si rivelano frequentemente come scenografie a scala urbana, perdendo il potere evocativo dell'edificio ideato per la collettività. L'unità progetto-materia-spazio-costruzione, che ha determinato la dimensione atemporale della grande architettura, sembra essere stata abbandonata a vantaggio dell'oggetto architettonico che resta svincolato dalla sua consistenza materiale.

Research paper thumbnail of architetture di Herbert Baresh

Research paper thumbnail of Gregory Burgess. Melbour Community Center

Research paper thumbnail of Josep Maria Jujol, una visione gioiosa dell'architettura

L'originale architettura di un artista completo e poliedrico, fra I maggiori collaboratori di Gau... more L'originale architettura di un artista completo e poliedrico,
fra I maggiori collaboratori di Gaudi, che associa al sapiente
Impiego delle tecniche costruttive In laterizio, proprie
della tradizione catalana, un personale modo di definire le
forme attraverso il colore.

Research paper thumbnail of Laureano Forero, Casa del Viento a Medellin, Colombia

Research paper thumbnail of Short & Associates. Scuola di Studi Slavi e dell’Est Europeo (SSEES), University College di Londra Londra

Research paper thumbnail of GialloBarocco. Un intrigo nella Roma del '600

Roma, anno 1642. Il lungo regno di papa Urbano VIII Barberini si sta consumando con la sconsidera... more Roma, anno 1642. Il lungo regno di papa Urbano VIII Barberini si sta consumando con la sconsiderata e dispendiosa guerra contro il Duca Odoardo Farnese.
È carnevale e il popolo romano, aggravato dalle tasse e timoroso per la ripresa del conflitto, attraverso le bocche parlanti delle statue di Pasquino e Marforio pronuncia invettive contro il papa e i suoi nipoti per i loro illeciti profitti.
Nella città in festa popolata da Pulcinella e Zanni, due omicidi turbano diversamente monsignor Spada, Governatore di Roma, e il Capitano Passeri, comandante della polizia papalina.
Benché le investigazioni, condotte separatamente dai funzionari di polizia e dai magistrati, procedono in ambiti sociali diversi, ben presto si manifestano intrecci e connessioni. Emergono fatti sorprendenti ma anche dubbi. Vittime per errore? Vittime di tensioni fra bande di borsaioli o di opposte fazioni di Francia e Spagna? Quale impulso ha mosso la mano dell’omicida? Onore, gelosia, orgoglio di parte? Quale la reale natura dei rapporti fra personaggi di rango sociale così diverso?
I due delitti restano come poli magnetici che si attraggono e si separano. Mentre le indagini iniziano a gettare luci e ombre sui vari protagonisti, il rinvenimento di un altro cadavere indica altri inaspettati legami. Per i ministri di giustizia sarà come risalire rischiosamente la corrente del Tevere, ripercorrendo le tracce di avvenimenti scandalosi, fino ad arrivare a rivelazioni conclusive che lasciano tuttavia incertezze sul coinvolgimento diretto o indiretto di alcuni protagonisti.
Con un salto temporale nella Roma contemporanea, la professoressa Ridolfi, nel corso di alcune sue ricerche presso l’Archivio di Stato, concederà al lettore la possibilità di congetturare le connessioni fra episodi e personaggi della narrazione prima di trovarle definitivamente svelate nella ricostruzione del finale storico di uno dei protagonisti degli avvenimenti.
Gli eventi descritti si svolgono, infatti, in un quadro temporale fra verità storica e invenzione romanzesca. Se gli intrecci del thriller sono mera finzione, diversi personaggi sono realmente esistiti e la loro successiva sorte è riferita nell’epilogo del libro. Infine le vicende storiche e sociali trovano una seppure flebile eco negli avvenimenti e costumi attuali, sempre più magneticamente sedotti dal virus dell’apparire, emblema del Barocco.