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12 ASV, Sanità, Capitolari, b. 3, Capitolare II, cc. 50v-51r, 19 luglio 1586. Egualmente, con fer... more 12 ASV, Sanità, Capitolari, b. 3, Capitolare II, cc. 50v-51r, 19 luglio 1586. Egualmente, con ferrea risolutezza, i provveditori alla Sanità avevano costretto il Collegio medico di Padova a revocare una licenza rilasciata senza la loro ratifica, come si legge nei Capitolari in data 3 dicembre 1659 (Ivi, c. 166v): "Gl'illustrissimi [...] rettori di Padova, inherendo alli voleri e commandamenti espressi da gl'illustrissimi sopraproveditori et proveditori alla Sanità di Venetia in lettera 28 novembre prossimo decorso, hanno tagliata et annullata la licenza, facoltà, privileggio delli signori dottori filosofi et medici di banca del Collegio di questa città concesso a domino Giminiano Drapiero da Reggio sotto il giorno 11 aprile 1659 di poter dispensare le pilole da lui composte et fabricate, commandando sii esso privileggio e facoltà abolito dal libro ove è annotato, sì che non habbia alcuna efficacia e valore come se fatto non fosse." 13 Una rassegna comparativa di alcuni protomedicati italiani, escluso quello veneziano, è in David Gentilcore, "All that pertains to medicine": protomedici and protomedicati in Early modern Italy, "Medical History", 38 (1994), pp. 121-142. Gentilcore ne individua tre tipologie principali: "monarchica" se il protomedico è eletto a vita da una forte autorità centrale (nelle città italiane dei domini spagnoli), "collegiale" quando il protomedico è espressione della volontà del locale collegio medico (es. Bologna e Siena) e "municipale" se eletto da minori autorità civiche locali. La tripartizione è riproposta in Id., Medical charlatanism in Early Modern Italy, cit., pp. 102-103. 14 Se i collegi medici sorti in varie città italiane funzionarono in età moderna da filtro e strumento di controllo (di professionalità, ortodossia etc.) sempre crescenti, pare che a Venezia esso si caratterizzi per una singolare apertura e inclusività. Un'agile rassegna degli statuti di collegi di diverse città italiane è in Alessandro Pastore, La disciplina della corporazione medica, in Id., Le regole dei corpi. Medicina e disciplina nell 'Italia moderna, Bologna, Il Mulino, 2006, pp. 125-153; cenno all'apertura di quello veneziano è in Richard Palmer, The Studio of Venice and its graduates in the Sixteenth century, Trieste, Lint, 1983, p. 13. Quanto ai protomedicati, storia e funzioni di quello bolognese sono chiaramente illustrate da Gianna Pomata, La promessa di guarigione. Malati e curatori in Antico Regime. Bologna XVI-XVIII secolo, Roma-Bari, Laterza, 1994, cap. I, Un tribunale di dottori; per il caso senese si veda David Gentilcore, Regole per i medici, regole per i ciarlatani: il protomedicato di Siena tra sei e Settecento, in Le regole dei mestieri e delle professioni: secoli XV-XIX, Milano, FrancoAngeli, 2000, pp. 239-255. 1 ASV, Sanità, Terminazioni per materia, reg. 78, c. 122r. Il 9 aprile 1524: "De mandato: che non sia alcuna persona ch'ardisca montar in bancho, sì sopra le piaze come per le contrade, sotto pena de pagar £ 50 de pizoli per ogni volta contrafaranno. Item che tutti li burbanti, furfanti forestieri et piamontesi debbino partirse fora de Venetia per tutto hozi, sotto pena d'esser frustadi da San Marco a Rialto; et se barcharoli leveranno dicti furfanti per condurli a Venetia, cazino a la sopradicta pena, et pagar £ 25 de pizoli", Ivi, c. 125v. In data 5 luglio 1526 il provvedimento è ribadito, stavolta sunteggiato nel latino originale: "De mandato publicatum fuit quod nullus zaratanus audeat vel praesumat ascendere in banchum in aliqua parte vel loco huius civitatis sub poena standi per unum mensem in carceribus clausus / et solvendi l. XXV parvorum, quarum medietas sit accusatoris et altera medietas expedatur ad benefitium et utile Nazarethorum", Ivi, c. 126r-v. 2 ASV, Sanità, Notatori, reg. 728, Per questi ultimi provvedimenti -citati da diversi studiosi -basti scorrere le carte di ASV, Sanità, Notatori, reg. 729.