Federica Montevecchi - Academia.edu (original) (raw)
Papers by Federica Montevecchi
Between the fifties and seventies of the last century, the field of Preso- cratic studies saw the... more Between the fifties and seventies of the last century, the field of Preso- cratic studies saw the emergence, in Italy and France alike, of singular figures of scholars who distanced themselves, more or less explicitly, from the research meth- ods dominant in the universities of the time. The aim of our contribution, centered in a limited number of selected examples, including Giorgio Colli for Italy and Jean Bollack (with his school) for France, will be to test the hypothesis that the choice of the Presocratic field may have favoured such questioning. We will focus in partic- ular on the articulation, in the methods of these scholars, between philology and philosophy, the sciences of text and the sciences of interpretation. To conclude we will examine the relationship between their methods and a possible Nietzschean fil- iation of their work (obvious for Colli, less so for the others). Our contribution will take the form of a dialogue between the two authors.
Le vie dell’essere. Studi sulla ricezione antica di Parmenide, 2022
Saggio pubblicato in AA.VV., Le vie dell’essere. Studi sulla ricezione antica di Parmenide, ed. E... more Saggio pubblicato in AA.VV., Le vie dell’essere. Studi sulla ricezione antica di Parmenide, ed. Enrico Volpe, Supplementa Eleatica, Academia Verlag, Baden-Baden, 2022, pp. 45-62 (ISBN 9783985720408).
On analyse ici la manière dont Apollon et Dionysos – dieux associés à l’expérience du « tout » un... more On analyse ici la manière dont Apollon et Dionysos – dieux associés à l’expérience du « tout » un et multiple donc aussi à la réflexion philosophique – se manifestent chez les premiers sages de la Grèce antique, en recouvrant un caractère pratique à côté de celui esthétique mis en lumière par Nietzsche et de celui gnoséologique démontré en particulier par Giorgio Colli. L’étude se concentre sur Héraclite, Parménide et Zénon : chez les premiers, l’expérience du divin, donc de la vérité incontestable et de la parole illocutoire, légitime la figure du philosophe en tant que référence intellectuelle et politique, alors que chez Zénon la vérité dépend des hommes et elle est renouvelée constamment, théoriquement et pratiquement, par la capacité argumentative et par l’action de celui qui la soutient.
Relazione pronunciata alla giornata di studio dedicata a Vittorio Foa presso la Biblioteca del Se... more Relazione pronunciata alla giornata di studio dedicata a Vittorio Foa presso la Biblioteca del Senato italiano nell'ottobre 2018.
Quali sono le ragioni che ti hanno spinto a scrivere questo libro? Mi pare emerga l'esigenza di a... more Quali sono le ragioni che ti hanno spinto a scrivere questo libro? Mi pare emerga l'esigenza di approfondire ed avvalorare quella coerenza di fondo, spesso richiamata a proposito di Colli, tra prassi e teoria. Tra la sua intima attività di pensatore e quella pubblica di editore e pedagogo. È così? Ci sono altri aspetti importanti che hai voluto chiarire in questo libro? La coerenza fra prassi e teoria è certamente un aspetto decisivo nella vita di Giorgio Colli, che ho già trattato ampiamente e più volte: in questo piccolo libro mi pareva il caso di ricordarla -semplicemente a mo' di introduzione -pensando a chi non conosce Colli e sopratutto al tempo misero che stiamo vivendo, in cui la rinuncia alla gratuità e alla libertà della conoscenza è preoccupante. Però la ragione prima che mi ha spinto a scrivere riguarda il saggio che dà il titolo al libro che rappresenta la conclusione, almeno per ora, di una parte di un percorso di ricerca e speculativo sulla forma di pensiero polare durante il quale ho trovato necessario lavorare prima su Colli e poi su Empedocle, che in queste pagine ho voluto trattare insieme, a partire dagli scritti di Colli, mostrando la loro vicinanza e anche il mio debito nei confronti di Colli.
The present piece, first presented on 19 November 2016 at the Centre Léon Robin (CNRS-Univ. Pari... more The present piece, first presented on 19 November 2016 at the Centre Léon Robin (CNRS-Univ. Paris-Sorbonne-ENS Ulm) as part of the “Présocratiques” Seminar, is an investigation of the relationship between Empedocles and Freud. The analysis is divided into three parts: the first section examines the nature of Freud’s engagement with Empedocles; next, consideration is given to the similarities between their doctrines, based on the extant fragments of the Empedoclean corpus; finally, I offer a series of observations about Empedocles’ poetic style, which shares strong affinities with the spoken word in a manner typical of the oral tradition and is freighted with corporeal and emotional significance. It is here that we see the emergence of one of the key concepts of psychoanalysis: the relationship between logos and alogon, between that which can be rationally analysed and that which can be intuited but which eludes the domain of logos.
Una densa e approfondita conversazione, ricca di spunti riflessivi e di stimoli analitici, che si... more Una densa e approfondita conversazione, ricca di spunti riflessivi e di stimoli analitici, che si sviluppa tra un direttore d'orchestra e una studiosa di filosofia sul rapporto fra il logos filosofico e la musica. Un confronto che solleva una grande quantità di problemi a proposito della natura e delle forme d'ascolto e di significazione del linguaggio parlato, così come la ricezione dell'esperienza musicale va oltre la dimensione rappresentativa e mina il principio di 'individuazione', riuscendo come espressione artistica ad evocare l'unità originaria perduta dell'essere. ________________________________________________________________________________ Bruno Dal Bon: Quando con Federica abbiamo deciso il titolo di questo incontro ho subito pensato, banalmente, di approfondire il legame tra suono e parola. E l'ho fatto, quasi in termini agostiniani, assumendo la mia esperienza personale e quotidiana come base sperimentale. Non ho voluto rivolgermi ai molti testi, riguardanti la musica o la riflessione filosofica, che esistono su questo argomento, ma ho cercato anzitutto di riflettere su me stesso. Il primo pensiero, forse legato ai miei studi universitari di semiotica, è stato quello di considerare il suono come uno strumento, un significante, che utilizziamo per trovare una prima risposta ad alcune necessità di comunicazione con l'altro. Da questo punto di vista la questione mi sembrava abbastanza semplice: ho passato molti anni a leggere studiosi di semiotica come Peirce, De Saussure, e altri, tanto che mi sembrava coerente pensare il suono come mezzo per dare corpo e forma a un significato. Nonostante ciò, non ho potuto evitare di considerare che dove c'è suono c'è vita. Questo pensiero, vissuto e partecipato fino in fondo, mi è apparso subito rilevante perché contraddiceva la considerazione di tipo semiologico e non mi permetteva più di far tornare le considerazioni logiche che mi portavano a definire il suono come mezzo. Nel momento in cui pensavo il suono connesso alla vita, cambiava lo scenario della riflessione. Il primo riferimento che mi è tornato alla memoria, anche se apparentemente lontano dal tema di oggi, è stato l'Infinito di Leopardi, precisamente il verso che dice «delle morte stagioni e della presente e viva e il suon di lei». Non uno dei versi più celebrati di questa poesia, ma che mi interessa proprio perché il 'vivo presente' è raccontato solo nella sua percezione sonora: il poeta si sofferma sulla vita in contrapposizione con le passate stagioni, ormai mute. Un secondo riferimento l'ho incontrato in un libro che Federica ha dedicato a Giorgio Colli 1 , filologo, filosofo, curatore dell'edizione critica delle opere di Nietzsche, dove è citata questa frase: «la parola viva richiama direttamente l'universale» 2 . Universale: questo termine centrale della riflessione filosofica, che indica la comune natura, spesso difficile da cogliere nella nostra esperienza sensibile, mi ha allontanato dalle riflessioni relative a un suono sterilmente visto come mezzo e mi ha ricollegato alla considerazione del suono come parte e testimonianza della vita. Vita che io intendo come sinonimo di realtà, o più precisamente, di ciò che è. Allora se il suono è vita, se la vita è la realtà e se la realtà è ciò che è, non potevo limitare la mia riflessione a un suono inteso come mezzo di un significato, ma dovevo
Vittorio Foa ha studiato, scritto e insegnato la storia italiana, ma soprattutto ne è stato prota... more Vittorio Foa ha studiato, scritto e insegnato la storia italiana, ma soprattutto ne è stato protagonista, prima come antifascista, poi come padre costituente, quindi come deputato e sindacalista. Lo studio, l'azione, la scrittura e l'insegnamento scandiscono, peraltro intrecciandosi fra loro, le età principali della sua vita -giovinezza, maturità e vecchiaia: se lo studio e la scrittura della storia possono costituire un diverso modo di agire e mai culto antiquario, l'azione vera e propria, che comprende l'insegnamento,
La società degli individui, n. 28, anno X, 2007/1
Un mito orfico narra che Dioniso fanciullo è attirato dai Titani con vari giocattoli, fra cui uno... more Un mito orfico narra che Dioniso fanciullo è attirato dai Titani con vari giocattoli, fra cui uno specchio e, proprio mentre guarda l'immagine che lo specchio gli rimanda -non la sua immagine ma quella diversa del mondo -i Titani lo sbranano.
Between the fifties and seventies of the last century, the field of Preso- cratic studies saw the... more Between the fifties and seventies of the last century, the field of Preso- cratic studies saw the emergence, in Italy and France alike, of singular figures of scholars who distanced themselves, more or less explicitly, from the research meth- ods dominant in the universities of the time. The aim of our contribution, centered in a limited number of selected examples, including Giorgio Colli for Italy and Jean Bollack (with his school) for France, will be to test the hypothesis that the choice of the Presocratic field may have favoured such questioning. We will focus in partic- ular on the articulation, in the methods of these scholars, between philology and philosophy, the sciences of text and the sciences of interpretation. To conclude we will examine the relationship between their methods and a possible Nietzschean fil- iation of their work (obvious for Colli, less so for the others). Our contribution will take the form of a dialogue between the two authors.
Le vie dell’essere. Studi sulla ricezione antica di Parmenide, 2022
Saggio pubblicato in AA.VV., Le vie dell’essere. Studi sulla ricezione antica di Parmenide, ed. E... more Saggio pubblicato in AA.VV., Le vie dell’essere. Studi sulla ricezione antica di Parmenide, ed. Enrico Volpe, Supplementa Eleatica, Academia Verlag, Baden-Baden, 2022, pp. 45-62 (ISBN 9783985720408).
On analyse ici la manière dont Apollon et Dionysos – dieux associés à l’expérience du « tout » un... more On analyse ici la manière dont Apollon et Dionysos – dieux associés à l’expérience du « tout » un et multiple donc aussi à la réflexion philosophique – se manifestent chez les premiers sages de la Grèce antique, en recouvrant un caractère pratique à côté de celui esthétique mis en lumière par Nietzsche et de celui gnoséologique démontré en particulier par Giorgio Colli. L’étude se concentre sur Héraclite, Parménide et Zénon : chez les premiers, l’expérience du divin, donc de la vérité incontestable et de la parole illocutoire, légitime la figure du philosophe en tant que référence intellectuelle et politique, alors que chez Zénon la vérité dépend des hommes et elle est renouvelée constamment, théoriquement et pratiquement, par la capacité argumentative et par l’action de celui qui la soutient.
Relazione pronunciata alla giornata di studio dedicata a Vittorio Foa presso la Biblioteca del Se... more Relazione pronunciata alla giornata di studio dedicata a Vittorio Foa presso la Biblioteca del Senato italiano nell'ottobre 2018.
Quali sono le ragioni che ti hanno spinto a scrivere questo libro? Mi pare emerga l'esigenza di a... more Quali sono le ragioni che ti hanno spinto a scrivere questo libro? Mi pare emerga l'esigenza di approfondire ed avvalorare quella coerenza di fondo, spesso richiamata a proposito di Colli, tra prassi e teoria. Tra la sua intima attività di pensatore e quella pubblica di editore e pedagogo. È così? Ci sono altri aspetti importanti che hai voluto chiarire in questo libro? La coerenza fra prassi e teoria è certamente un aspetto decisivo nella vita di Giorgio Colli, che ho già trattato ampiamente e più volte: in questo piccolo libro mi pareva il caso di ricordarla -semplicemente a mo' di introduzione -pensando a chi non conosce Colli e sopratutto al tempo misero che stiamo vivendo, in cui la rinuncia alla gratuità e alla libertà della conoscenza è preoccupante. Però la ragione prima che mi ha spinto a scrivere riguarda il saggio che dà il titolo al libro che rappresenta la conclusione, almeno per ora, di una parte di un percorso di ricerca e speculativo sulla forma di pensiero polare durante il quale ho trovato necessario lavorare prima su Colli e poi su Empedocle, che in queste pagine ho voluto trattare insieme, a partire dagli scritti di Colli, mostrando la loro vicinanza e anche il mio debito nei confronti di Colli.
The present piece, first presented on 19 November 2016 at the Centre Léon Robin (CNRS-Univ. Pari... more The present piece, first presented on 19 November 2016 at the Centre Léon Robin (CNRS-Univ. Paris-Sorbonne-ENS Ulm) as part of the “Présocratiques” Seminar, is an investigation of the relationship between Empedocles and Freud. The analysis is divided into three parts: the first section examines the nature of Freud’s engagement with Empedocles; next, consideration is given to the similarities between their doctrines, based on the extant fragments of the Empedoclean corpus; finally, I offer a series of observations about Empedocles’ poetic style, which shares strong affinities with the spoken word in a manner typical of the oral tradition and is freighted with corporeal and emotional significance. It is here that we see the emergence of one of the key concepts of psychoanalysis: the relationship between logos and alogon, between that which can be rationally analysed and that which can be intuited but which eludes the domain of logos.
Una densa e approfondita conversazione, ricca di spunti riflessivi e di stimoli analitici, che si... more Una densa e approfondita conversazione, ricca di spunti riflessivi e di stimoli analitici, che si sviluppa tra un direttore d'orchestra e una studiosa di filosofia sul rapporto fra il logos filosofico e la musica. Un confronto che solleva una grande quantità di problemi a proposito della natura e delle forme d'ascolto e di significazione del linguaggio parlato, così come la ricezione dell'esperienza musicale va oltre la dimensione rappresentativa e mina il principio di 'individuazione', riuscendo come espressione artistica ad evocare l'unità originaria perduta dell'essere. ________________________________________________________________________________ Bruno Dal Bon: Quando con Federica abbiamo deciso il titolo di questo incontro ho subito pensato, banalmente, di approfondire il legame tra suono e parola. E l'ho fatto, quasi in termini agostiniani, assumendo la mia esperienza personale e quotidiana come base sperimentale. Non ho voluto rivolgermi ai molti testi, riguardanti la musica o la riflessione filosofica, che esistono su questo argomento, ma ho cercato anzitutto di riflettere su me stesso. Il primo pensiero, forse legato ai miei studi universitari di semiotica, è stato quello di considerare il suono come uno strumento, un significante, che utilizziamo per trovare una prima risposta ad alcune necessità di comunicazione con l'altro. Da questo punto di vista la questione mi sembrava abbastanza semplice: ho passato molti anni a leggere studiosi di semiotica come Peirce, De Saussure, e altri, tanto che mi sembrava coerente pensare il suono come mezzo per dare corpo e forma a un significato. Nonostante ciò, non ho potuto evitare di considerare che dove c'è suono c'è vita. Questo pensiero, vissuto e partecipato fino in fondo, mi è apparso subito rilevante perché contraddiceva la considerazione di tipo semiologico e non mi permetteva più di far tornare le considerazioni logiche che mi portavano a definire il suono come mezzo. Nel momento in cui pensavo il suono connesso alla vita, cambiava lo scenario della riflessione. Il primo riferimento che mi è tornato alla memoria, anche se apparentemente lontano dal tema di oggi, è stato l'Infinito di Leopardi, precisamente il verso che dice «delle morte stagioni e della presente e viva e il suon di lei». Non uno dei versi più celebrati di questa poesia, ma che mi interessa proprio perché il 'vivo presente' è raccontato solo nella sua percezione sonora: il poeta si sofferma sulla vita in contrapposizione con le passate stagioni, ormai mute. Un secondo riferimento l'ho incontrato in un libro che Federica ha dedicato a Giorgio Colli 1 , filologo, filosofo, curatore dell'edizione critica delle opere di Nietzsche, dove è citata questa frase: «la parola viva richiama direttamente l'universale» 2 . Universale: questo termine centrale della riflessione filosofica, che indica la comune natura, spesso difficile da cogliere nella nostra esperienza sensibile, mi ha allontanato dalle riflessioni relative a un suono sterilmente visto come mezzo e mi ha ricollegato alla considerazione del suono come parte e testimonianza della vita. Vita che io intendo come sinonimo di realtà, o più precisamente, di ciò che è. Allora se il suono è vita, se la vita è la realtà e se la realtà è ciò che è, non potevo limitare la mia riflessione a un suono inteso come mezzo di un significato, ma dovevo
Vittorio Foa ha studiato, scritto e insegnato la storia italiana, ma soprattutto ne è stato prota... more Vittorio Foa ha studiato, scritto e insegnato la storia italiana, ma soprattutto ne è stato protagonista, prima come antifascista, poi come padre costituente, quindi come deputato e sindacalista. Lo studio, l'azione, la scrittura e l'insegnamento scandiscono, peraltro intrecciandosi fra loro, le età principali della sua vita -giovinezza, maturità e vecchiaia: se lo studio e la scrittura della storia possono costituire un diverso modo di agire e mai culto antiquario, l'azione vera e propria, che comprende l'insegnamento,
La società degli individui, n. 28, anno X, 2007/1
Un mito orfico narra che Dioniso fanciullo è attirato dai Titani con vari giocattoli, fra cui uno... more Un mito orfico narra che Dioniso fanciullo è attirato dai Titani con vari giocattoli, fra cui uno specchio e, proprio mentre guarda l'immagine che lo specchio gli rimanda -non la sua immagine ma quella diversa del mondo -i Titani lo sbranano.
recensione al volume di L. Saudelli, Penser les contraires, Vrin, 2024 pubblicata su Alias-ilmani... more recensione al volume di L. Saudelli, Penser les contraires, Vrin, 2024 pubblicata su Alias-ilmanifesto del 15/12/2024.
Filosofia del Novecento Da Marburgo agli Usa tra scienza, arte, linguaggio e mito. Federico Avoga... more Filosofia del Novecento Da Marburgo agli Usa tra scienza, arte, linguaggio e mito. Federico Avogadro ricostruisce la biografia intellettuale di Ernst Cassirer per Carocci, prendendo a modello le memorie di Goethe Che in Italia ci sia un rinnovato interesse per Cassirer lo confermano in particolare alcune pubblicazioni, curate da Giacomo Borbone, che hanno reso disponibili scritti sia inediti, come le lezioni sulla filosofia antica tenute da Cassirer a
recensione del volume di E. Fink Moda. Un gioco deduttivo
Saggi divulgativi Da Pirrone a Sesto Empirico, da Cartesio a Hume, questa corrente filosofica è s... more Saggi divulgativi Da Pirrone a Sesto Empirico, da Cartesio a Hume, questa corrente filosofica è stata sempre attraversata da dibattiti e trasformazioni: Maria Lorenza Chiesara, , «Sette brevi lezioni sullo scetticismo», Einaudi Negli ultimi tempi una scelta adottata dalle maggiori case editrici italiane pare essere la divulgazione: essa si è estesa dall'ambito scientifico ad altri saperi, in particolare alla filosofia. Qui la pubblicazione di esposizioni storiche, ma anche relative ai diversi settori filosofici, va di pari passo con brevi testi, non di rado e non a caso di impostazione analitica, vòlti a indicare in particolare concrete applicazioni etiche di dottrine filosofiche. In questo panorama va letto Sette brevi lezioni sullo scetticismo di Maria Lorenza Chiesara (Einaudi «Vele», pp.128, euro 12,00), il cui titolo riecheggia un fortunato volumetto adelphiano sulla fisica di qualche anno fa e segue, sempre nella stessa collana einaudiana, Sette brevi lezioni sullo stoicismo e Sette brevi lezioni sull'epicureismo di John Sellars. Di questo autore, che insegna Filosofia al Royal Holloway di Londra, Einaudi ha oltretutto da poco pubblicato, nella medesima collana, Sette brevi lezioni su Aristotele, in cui lo Stagirita, presentato come colui che ha posto le fondamenta soprattutto della scienza empirica e della logica formale, assume la veste di contemporaneo magister vitae che invita a praticare la curiosità.
nazista, il filosofo tedesco tenne a Oxford e Yale una serie di lezioni sulla filosofia greca, da... more nazista, il filosofo tedesco tenne a Oxford e Yale una serie di lezioni sulla filosofia greca, dagli Ionici ai Neoplatonici. Rimaste inedite, le ha tradotte la Bompiani
- , 2023
recensione in Alias-ilmanifesto
Centre de recherches sur la pensée antique -Umr 8061 CNRS -Univ. Paris-Sorbonne -ENS Ulm 1, rue V... more Centre de recherches sur la pensée antique -Umr 8061 CNRS -Univ. Paris-Sorbonne -ENS Ulm 1, rue Victor Cousin -75005 Paris -Secrétariat : 01 40 46 26 32 -Fax : 01 40 46 26 62 www.centreleonrobin.fr « The invention of Chaos » 14 Décembre Gérard Journée (CNRS, Centre Léon Robin)
978-88-3364-499-8, 2023
Questo libro è un mosaico di ricordi, scritto sul modello stilistico del Je me souviens di George... more Questo libro è un mosaico di ricordi, scritto sul modello stilistico del Je me souviens di Georges Perec, che vuole invitare a guardare all’esperienza quotidiana con coscienza, quindi a riflettere sull’importanza della memoria, precisamente sulla possibilità di stabilire un legame vitale fra passato, presente, futuro, a partire dal proprio agire quotidiano. A formarlo sono alcune memorie di donne e uomini che hanno dato un contributo fondamentale al Novecento, non solo italiano, in diversi ambiti, che vanno dalla politica alla scienza e alla letteratura, dall’editoria al giornalismo, dal cinema alla televisione. Le loro parole, raccolte negli anni Novanta del secolo scorso, in un periodo cioè segnato da sconquassi nazionali e internazionali, sono espressive di esistenze capaci di appropriarsi del tempo e della storia, nel pensiero e nell’azione. Proprio per questo a distanza di quasi trent’anni in un tempo difficile come quello odierno, scandito da pandemia e guerre, esse costituiscono un’eredità morale quanto mai necessaria, che esorta a vivere con la consapevolezza di chi sa che il presente e il futuro hanno rapporti privilegiati con il passato e che quest’ultimo riguarda da vicino ognuno di noi. Testi di: Carlo Bo, Giorgio Bocca, Antonino Caponnetto, Renato Dulbecco, Giulio Einaudi, Inge Feltrinelli, Vittorio Foa, Margherita Hack, Nilde Iotti, Mario Luzi, Mario Soldati, Elio Toaff, Leo Valiani, Tullia Zevi.
Come testimoniano i due studi qui riuniti, per Giorgio Colli la ricerca filologica sui testi del... more Come testimoniano i due studi qui riuniti, per Giorgio Colli la ricerca filologica sui testi del pensiero greco è fin dall’inizio – in sintonia con la lezione di Nietzsche – inseparabile dalla riflessione teoretica. E centrale, nel suo percorso speculativo, si rivela subito Empedocle, sul quale Colli si concentra già nella tesi di laurea, e di frequente negli scritti successivi. All’interno di una cornice costituita dal complesso rapporto fra sostanza e divenire, fra unità e molteplicità – nodo metafisico essenziale per comprendere la grecità e il pensiero stesso –, Colli mostra come per Empedocle non vi siano due realtà, una trascendente rispetto all’altra, ma noumeno e fenomeno avvinti, e come la radice metafisica, l’interiorità di ogni realtà individuale, sia costituita dal suo impulso vitale a congiungersi con il tutto e a ritrovarsi in esso. Empedocle è dunque un mistico che vive e considera come inseparabili la dimensione mortale e quella immortale, aspetti polari di una medesima natura la cui trascendenza è irriducibile a una spiegazione razionale.
Lo scritto illustra la lettura che Giorgio Colli propone di Empedocle sostenendo che essa possa e... more Lo scritto illustra la lettura che Giorgio Colli propone di Empedocle sostenendo che essa possa essere intesa come la summa della dottrina teoretica colliana. Nella premessa è ricordata l'attività editoriale di Colli ritenuta inscindibile dalla sua speculazione teoretica.
«Nei primi anni del secolo con Federica Montevecchi abbiamo pensato di scrivere questo libro con ... more «Nei primi anni del secolo con Federica Montevecchi abbiamo pensato di scrivere questo libro con un obiettivo che si presentava ambizioso. Eravamo profondamente colpiti dal degrado del linguaggio politico. [...] Ci proponevamo di analizzare i motivi di questo degrado e, se possibile, di indicare una via di uscita». Cosí scrive Vittorio Foa introducendo questo volume in cui ciascuno dei due autori s'interroga sulle parole della politica. Federica Montevecchi presenta due argomenti importanti: nel primo si distingue una politica dell'esempio da una politica di mestiere, nel secondo si sostiene che la politica di mestiere, del tutto svalutata, va ripensata. Sulla parte che lo riguarda Foa scrive: «Per qualche tempo ho pensato che la politica fosse vuota perché vuote erano le sue parole. [...] In altri momenti avevo invece l'impressione che le mie parole trasmettessero qualcosa, mi sembrava di guardare negli occhi i miei interlocutori: io cercavo di capire e di farmi capire. In questo caso la politica era ricerca, era sentirsi insieme con gli altri».
Il volume presenta una nuova traduzione con testo a fronte dei frammenti empedoclei superstiti, c... more Il volume presenta una nuova traduzione con testo a fronte dei frammenti empedoclei superstiti, compresi quelli ritrovati a Strasburgo nel 1990, e una loro lettura critico-analitica articolata in tre capitoli. Empedocle è considerato un simbolo, ossia una figura nella cui unità differenziata sono compresi opposti polari, non riducibile alle categorie interpretative basate sulla contrapposizione e sulla dicotomia. L’esito di questo libro – che è sia uno studio concluso su Empedocle sia la tappa di un percorso teorico-speculativo – è il tentativo di misurarsi con una logica altra, che si esprime in maniera esemplare nel pensiero empedocleo e nel suo dipanarsi circolarmente su livelli molteplici e attraverso plurimi registri linguistici.
A venticinque anni dalla morte, Giorgio Colli resta un esempio raro di indipendenza e originalità... more A venticinque anni dalla morte, Giorgio Colli resta un esempio raro di indipendenza e originalità intellettuale. Filosofo, filologo, organizzatore editoriale, ha attraversato anni importanti della storia culturale italiana e sempre in maniera autonoma. Sua la prima traduzione dell'Organon di Aristotele, sua la proposta, negli anni Cinquanta, di una edizione critica dell'opera di Friedrich Nietzsche, realizzata nel decennio successivo assieme con Mazzino Montinari. Nietzsche attraversa la vita di Colli e agire nella direzione da lui indicata significa rivolgersi verso la Grecia, per poi tentare di rispondere ai problemi insiti nel concetto di "volontà di potenza", a partire dal quale Colli affronta e sviluppa la questione metafisica.
Nichilismo e crisi della razionalità: le parole e i temi che hanno segnato una svolta nella filos... more Nichilismo e crisi della razionalità: le parole e i temi che hanno segnato una svolta nella filosofia moderna.
strisciarossa.it
Intervento all’Agorà del Partito democratico sulla scuola, Teatro Giotto, Vicchio 4/12/2021, pubb... more Intervento all’Agorà del Partito democratico sulla scuola, Teatro Giotto, Vicchio 4/12/2021, pubblicato in strisciarossa.it
Contributo a Philosophers for Ukraine, progetto di un gruppo di studiosi di filosofia ucraini, di... more Contributo a Philosophers for Ukraine, progetto di un gruppo di studiosi di filosofia ucraini, di cui fanno parte giovani come Anton Tarasiuk. Esso raccoglie brevi dichiarazioni di filosofi contro l’attacco della Russia all’Ucraina e a sostegno del popolo colpito, pubblicati sulla piattaforma https://philosophersforukraine.com.ua/
Nel loro appello essi ricordano come la filosofia sia un’azione pubblica di pensiero e sottolineano che il popolo ucraino ha bisogno di questa voce, di una comunità intellettuale di ambasciatori di pace e di giustizia
www.lavoroculturale.org/retorica-politica/ Una riflessione attorno agli effetti dell'abuso della ... more www.lavoroculturale.org/retorica-politica/ Una riflessione attorno agli effetti dell'abuso della parola e alla possibilità di restituire al discorso politico le proprie radici e il proprio legame con la prassi.
Conflitti: innovazione vs conservazione www.che-fare.com/conflitti-innovazione-vs-conservazione/ ... more Conflitti: innovazione vs conservazione www.che-fare.com/conflitti-innovazione-vs-conservazione/ La memoria del termine innovazione conduce al latino innovatio che indica l'azione del rinnovare, dell'ammodernare, vale a dire un cambiamento cui si giunge attraverso la trasformazione del già esistente al fine di renderlo adeguato alle necessità del presente e del futuro. A seguire questa traccia etimologica la possibilità di cambiare è affidata all'azione in grado di tenere insieme gli opposti: il passato con il futuro, la tradizione con la modernità, la conservazione con l'innovazione.
Vivere la rivoluzione della tenerezza: è l'esortazione che Papa Bergoglio ha pronunciato pochi me... more Vivere la rivoluzione della tenerezza: è l'esortazione che Papa Bergoglio ha pronunciato pochi mesi fa durante la sua visita a Cuba. Nonostante il termine tenerezza sia una parola specifica del vocabolario dell'attuale pontificato, se esso viene usato a Cuba, in associazione oltretutto alla parola rivoluzione, ricorda immediatamente una delle frasi più famose legate al nome di Che Guevara: bisogna essere duri senza perdere la tenerezza.
strisciarossa.it, 2020
È rapidissimo e uccide le sue vittime soffocandole. Questi segni distintitivi del morbo che ci st... more È rapidissimo e uccide le sue vittime soffocandole. Questi segni distintitivi del morbo che ci sta 4agellando appaiono allusivi in modo beffardo e sinistro al vorticoso e inquinato stile di vita che conducevamo :no a poco tempo fa, quasi lo rappresentano in una forma potenziata e mostruosamente e=cace. Potenziata perché l'as:ssia di chi è colpito dal virus ha purtroppo limitati margini di soluzione, e=cace per la velocità, senza avvitamenti su se stessa, con cui il contagio persegue il suo scopo distruttivo.
strisciarossa.it, 2020
Covid-19, com'è difficile essere responsabili per gli italiani poco avvezzi alla libertà 10 MARZO... more Covid-19, com'è difficile essere responsabili per gli italiani poco avvezzi alla libertà 10 MARZO 2020 | IN PRIMO PIANO | DI FEDERICA MONTEVECCHI In questi giorni, che trascorrono fra la paura quotidiana e tutte le di6coltà di intravedere il futuro che ci attende, ciascuno è chiamato, come raramente accade nella storia, a rispondere a se stesso e agli altri del proprio comportamento, in altre parole ad essere responsabile. Ma la necessaria e condivisa coscienza dell'importanza della responsabilità non è purtroppo così diffusa in Italia e proprio per questo gli appelli ad adottare stili di vita consoni alla situazione contingente sono accolti con pericolosa disattenzione. Basti pensare all'assalto di pochi giorni fa alla stazione ferroviaria di Milano Centrale o alle quotidiane e inutili fughe verso le regioni meridionali, considerate illusoriamente lontane dal contagio; oppure a chi è andato al mare e a tutti quelli che hanno fatto leva sulla giovanile vitalità degli studenti, lontani dalla scuola, per proporre loro allettanti e vantaggiose settimane bianche, mettendosi però magari in prima linea, senza alcuna vergogna, nella critica violenta rispetto alla ribellione disperata dei carcerati.
strisciarossa.it, 2018
analisi politica italiana
strisciarossa.it, 2019
Il primo ventennio del XXI secolo italiano sta vedendo il compimento di un'importante crisi dell'... more Il primo ventennio del XXI secolo italiano sta vedendo il compimento di un'importante crisi dell'esercizio politico, le cui radici sono riconducibili almeno agli anni '80 del Novecento.
strisciarossa.it , 2020
elezioni Emilia-Romagna 2020
strisciarossa.it, 2018
Nel corso della storia la ri.essione sul rapporto fra sapere e politica, che è tutt'una con quell... more Nel corso della storia la ri.essione sul rapporto fra sapere e politica, che è tutt'una con quella sulla qualità della politica, è stato un modo di reagire alle varie forme di decadenza. Tornare a pensare la praticabilità di quel rapporto può essere utile in tempi esangui come il nostro, dove la politica è in modo sempre maggiore esclusiva espressione di forza, gli intellettuali sembrano scomparsi e chi si occupa di sapere e di formazione nei diversi gradi del sistema statale, se agisce pubblicamente, lo fa troppo spesso in maniera simbiotica con un potere sempre più oligarchico e al tempo stesso pervasivo. Azione politica in senso stretto, azione culturale e la cosiddetta opinione pubblica sono di fatto indistinguibili e contribuiscono, in maniera più o meno consapevole, a rafforzare un dominio che ha come esclusiva Cnalità la conservazione di se stesso, tanto che quanto accade di positivo assume spesso il carattere dell'accidentalità. Si tratta di una situazione in cui le voci dissonanti, per natura minoritarie, sono talmente marginali da risultare di fatto silenziose: quanto più numerosi sono i mezzi di comunicazione, che moltiplicano e rinvigoriscono modi di pensare e comportamenti Like ARISTOTELE BENDA CHIERICO CONOSCENZA DECADENZA DECLINO
strisciarossa.it, 2018
Bologna e restituito nella sua completezza, cioè comprensivo dei 700 tagli voluti all'epoca della... more Bologna e restituito nella sua completezza, cioè comprensivo dei 700 tagli voluti all'epoca della sua uscita dal distributore statunitense del <lm, è tornato nelle sale cinematogra<che a ridosso della ricorrenza del 25 aprile. Questa contingenza spinge a tornare a considerare il signi<cato storico-politico di Novecento: un signi<cato che sembra irradiarsi -mutando in negativo e riproponendo al tempo stesso l'interrogativo sulla ricerca politica -dall'epoca narrata nel <lm, vale a dire i primi 50 anni del secolo scorso, a quella in cui il <lm è uscito, cioè gli anni '70 del Novecento, per giungere ad oggi. Non a caso Bertolucci aveva progettato un terzo atto del <lm, dal 1945 al 2000, al quale rinunciò perché era venuto meno, ha detto in un'intervista a Repubblica il 4 giugno 2016, lo slancio ideale necessario, forse proprio a causa del tempo presente e del suo passato più prossimo.
strisciarossa.it, 2018
Per ricordare a dieci anni dalla morte Vittorio Foa -antifascista, padre costituente, dirigente d... more Per ricordare a dieci anni dalla morte Vittorio Foa -antifascista, padre costituente, dirigente della Cgil e di più formazioni partitiche della sinistra italiana, oltreché ra=nato intellettuale e scrittoredomani pomeriggio 30 ottobre si terrà al Polo del '900 di Torino un ricordo collettivo, a conclusione del quale Diego Coscia reciterà la lezione Pensare il mondo con curiosità di Leonardo Casalino. È il secondo appuntamento del decennale: il 22 ottobre scorso, infatti, si è svolta una giornata di studio al Senato, organizzata da quest'ultimo e dall'Archivio centrale di Stato sulla base del programma stilato dallo storico Andrea Ricciardi e da me. A guidare la giornata è stata la volontà di capire se l'azione politico-sindacale e gli scritti di Foa siano, oltreché un importante materiale di studio, punti di riferimento cui guardare per affrontare il preoccupante e violento spaesamento che stiamo attraversando. Nel rispetto di questo intento gli interventi della giornata, tenuti da Like studiosi come Marco Bresciani, Chiara Colombini, Fabrizio Loreto, Giovanni Sci-rocco, oltreché dallo stesso Ricciardi e da me, così ACCOGLIENZA ANDREA SATTA BOMBA BRANCACCIO BRASILE CALCIO CARCERE CLIMA CONFINI D'ALEMA DEMAGOGIA DIRITTO D'ASILO ELISEO EUROPA FAVOLE FEMMINISMO FRANCIA FUTURO GIUSTIZIALISMO GRUSHECKY GUERRA INTERNI ISTRUZIONE LIBRI MACRON MEDIA MONTANARI PARIGI PD PISAPIA PITTSBURGH PRODI RENZI RIFUGIATI SINISTRA SIRIA SOCIALISMO SOCIALISTI SPRINGSTEEN STRANIERI TRUMP TÊTES DE BOIS UGUAGLIANZA VOUCHER VOUCHER CGIL ARCHIVI Seleziona il mese
Centre de recherches sur la pensée antique -Umr 8061 CNRS -Univ. Paris-Sorbonne -ENS Ulm 1, rue V... more Centre de recherches sur la pensée antique -Umr 8061 CNRS -Univ. Paris-Sorbonne -ENS Ulm 1, rue Victor Cousin -75005 Paris -Secrétariat : 01 40 46 26 32 -Fax : 01 40 46 26 62 www.centreleonrobin.fr