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Papers by Achille Flora

Research paper thumbnail of The Buffalo Mozzarella Fili�re: A Laboratory for Local Development

Research paper thumbnail of M. Castells, "Reti d'indignazione e di speranza", Università Bocconi Editore, Milano 2012

Research paper thumbnail of Divari territoriali e politiche di sviluppo: lo squilibrio territoriale nella regione Campania

SCIENZE REGIONALI, 2000

Sommario La regione Campania verifica un rilevante squilibrio territoriale con una concen-trazion... more Sommario La regione Campania verifica un rilevante squilibrio territoriale con una concen-trazione di popolazione e attività sulla fascia costiera, tramutando le economie di agglomerazione in diseconomie da congestione. Lo squilibrio tra aree urbane ed aree interne viene affrontato in sede comunitaria, nazionale e regionale puntando su un sistema urbano policentrico e sostenibile. Con riferimento al Piano territoriale sovra comunale, si propone un approccio alla SWOT che, attraverso un'ampia batteria d'in-dicatori e metodologie di analisi multivariata, individui gruppi omogenei di comuni e ne descriva punti di forza e di debolezza, al fine di predisporre una guida per le politi-che territoriali regionali. Parole chiave: squilibri regionali, questione urbana, analisi SWOT. Abstract Campania Region presents a relevant territorial imbalance, characterized by a huge concentration of population and activities on the coastal side, that turns the agglomeration economies into congestion diseconomies. The imbalance between urban and inland areas is discussed at European, national and regional level, in order to reach a sustainable and polycentric urban system. With reference to the "Supra-municipal Territorial Plan", a SWOT analysis approach is proposed. Using a wide dataset of indicators and multivariate analysis methods, it is aimed to identify homogeneous groups of municipalities and describe strengths and weaknesses, so that to prepare a guide for regional policies.

Research paper thumbnail of Le città meridionali tra crisi, riconversione produttiva e rigenerazione urbana

Sommario: 1. Introduzione. -2. Città compatta vs. città diffusa: quale modello urbano? -3. Le cit... more Sommario: 1. Introduzione. -2. Città compatta vs. città diffusa: quale modello urbano? -3. Le città europee e le politiche urbane. -4. Le città meridionali. -5. Le città meridionali nella crisi. -6. Mobilità, accessibilità, intermodalità, il ruolo delle infrastrutture. -7. Conclusioni.

Research paper thumbnail of Flora REM 1-2.

Il pendolo delle politiche di sviluppo. Istituzioni e infrastrutture strategiche nel Mezzogiorno, 2017

In uno scenario globale denso d'incertezza, segnali d'inversione di tendenza sembrano manifestars... more In uno scenario globale denso d'incertezza, segnali d'inversione di tendenza sembrano manifestarsi nella nostra economia, sia nazionale sia meridionale, che, dal 2015, ha avviato un contenuto trend di crescita, trainato da una ripresa di consumi e investi-menti, con effetti positivi sul settore industriale. Timidi segnali di ripresa, quindi, confermati nel 2016, ma che, se non irrobustiti da politiche di sviluppo che agiscano sulle doppie lame della forbice-calo della domanda e problemi strutturali dell'industria meridionale-rischiano di restare episodici, non determinando un sentiero di sviluppo duraturo. Se sul piano degli interventi di sostegno alla domanda interna, le politiche hanno fatto passi positivi, anche grazie alla flessibilità concessa nell'ultimo biennio in sede comunitaria, il compito del decollo dell'economia meridionale si presenta più arduo, particolarmente nella sua attività manifatturiera, poiché gli effetti asimmetrici prodotti dalla crisi l'hanno maggiormente penalizza-ta. Il suo basso livello d'internazionalizzazione, di fronte alla ca-duta della domanda interna ed europea, l'ha messa di fronte ad un'alternativa in cui gli unici spazi di mercato percorribili erano quelli extra-europei nei quali le nostre produzioni, non attrezza-te per raggiungerli, avrebbero inoltre affrontato la concorrenza di prodotti similari provenienti da economie emergenti, basati sullo stesso modello di specializzazione in prodotti tradizionali ma caratterizzati da minore qualità e costo. Di fronte a questo scenario restrittivo degli spazi di mercato, le imprese hanno reagito seguendo due diverse strategie.

Research paper thumbnail of The Buffalo Mozzarella Filière: A Laboratory for Local Development

This paper presents a contribution to the economic literature dealing with local agricultural sys... more This paper presents a contribution to the economic literature dealing with local agricultural systems, providing analysis of a study case, namely the agroindustrial sector concerned with the production of mozzarella cheese. The sector offers an example of filière production ...

Book Reviews by Achille Flora

Research paper thumbnail of LA CITTÀ VERTICALE

CRIOS Critica degli ordinamenti spaziali n.7, 2014

Flora legge E. Glaeser, Il trionfo della città, Bompiani, Milano 2013 Edward Glaeser, economista ... more Flora legge E. Glaeser, Il trionfo della città, Bompiani, Milano 2013 Edward Glaeser, economista territo-riale di Harvard, ripropone in un volume di agevole lettura e dal carat-tere divulgativo le sue idee sul ruolo della città, già espresse in numerosi articoli su riviste specialistiche e ac-cademiche. La sua idea deriva dalle trasformazioni che hanno investito il modo di produrre nei paesi avan-zati, dalla manifattura alla produ-zione d'idee, e conseguentemente il ruolo delle aree urbane. Nell'epoca fordista della grande manifattura, le città crescevano grazie ad una posizione geografica favorevole (cli-ma mite, vicinanza ai porti e alle vie d'acqua) che agevolava i flussi di materie prime in entrata e l'uscita dei prodotti finiti verso i mercati di sbocco. Le imprese sceglievano le aree urbane dove collocare i pro-pri impianti produttivi, in base alla posizione geografica, alla dotazione di infrastrutture e ad un livello di popolazione che assicurasse un ri-levante mercato locale. Le città offrivano le cosiddette "economie di urbanizzazione", deri-vanti dalla concentrazione di diverse tipologie di attività produttive e residenziali, di un buon livello di ca-pitale fisso sociale (infrastrutture di trasporto urbano ed extraurbano, si-stemi di comunicazione avanzata) e che consentivano di attivare le eco-nomie di agglomerazione derivanti dalla concentrazione territoriale delle imprese: presenza di forza-la-voro mediamente qualificata, di manager e tecnici specializzati, oltre ad un ampio mercato di beni intermedi. L'ago di equilibrio del bilanciamen-to, tra concentrazione urbana e dif-fusione territoriale, era costituito dai costi di trasporto, che avrebbero potuto controbilanciare i vantaggi della localizzazione concentrata e, in presenza di una domanda diffusa sul territorio, avrebbero indotto una disseminazione territoriale delle im-prese, suddividendo le aree di mer-cato tra i produttori. Per Glaeser questa lettura è com-pletamente tramontata. L'annul-lamento della distanza, grazie al miglioramento delle tecniche di trasporto, ha distrutto i vantaggi derivanti dalla concentrazione delle imprese in un'area urbana avanza-ta, perché, in un'epoca di mercati globalizzati e interrelati, il lavoro della manifattura si è progressiva-mente trasferito verso le economie emergenti, particolarmente quelle del Sud-Est asiatico. Quello che è cambiato è il vantaggio competiti-vo. L'irruzione nello scenario produt-tivo internazionale delle economie emergenti come produttori di beni manufatti, lo scambio tra prodotti similari, ma differenziati qualitati-vamente, indicano che i vantaggi comparati non sono immutabili nel tempo. Conseguentemente, le aree urbane che hanno goduto nei cicli storico-produttivi precedenti dei vantaggi derivanti da una partico-lare posizione geografica possono declinare, passando lo scettro della competitività ad altre aree urbane emergenti. La globalizzazione ha distrutto i vantaggi urbani dei centri manifatturieri, ma ha accresciuto quelli legati alla produzione d'idee. RECENSIONI

Books by Achille Flora

Research paper thumbnail of Quale politica industriale

Sviluppo, ambiente e territorio. Per una nuova politica industriale nel Mezzogiorno, 2014

Research paper thumbnail of The Buffalo Mozzarella Fili�re: A Laboratory for Local Development

Research paper thumbnail of M. Castells, "Reti d'indignazione e di speranza", Università Bocconi Editore, Milano 2012

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SCIENZE REGIONALI, 2000

Sommario La regione Campania verifica un rilevante squilibrio territoriale con una concen-trazion... more Sommario La regione Campania verifica un rilevante squilibrio territoriale con una concen-trazione di popolazione e attività sulla fascia costiera, tramutando le economie di agglomerazione in diseconomie da congestione. Lo squilibrio tra aree urbane ed aree interne viene affrontato in sede comunitaria, nazionale e regionale puntando su un sistema urbano policentrico e sostenibile. Con riferimento al Piano territoriale sovra comunale, si propone un approccio alla SWOT che, attraverso un'ampia batteria d'in-dicatori e metodologie di analisi multivariata, individui gruppi omogenei di comuni e ne descriva punti di forza e di debolezza, al fine di predisporre una guida per le politi-che territoriali regionali. Parole chiave: squilibri regionali, questione urbana, analisi SWOT. Abstract Campania Region presents a relevant territorial imbalance, characterized by a huge concentration of population and activities on the coastal side, that turns the agglomeration economies into congestion diseconomies. The imbalance between urban and inland areas is discussed at European, national and regional level, in order to reach a sustainable and polycentric urban system. With reference to the "Supra-municipal Territorial Plan", a SWOT analysis approach is proposed. Using a wide dataset of indicators and multivariate analysis methods, it is aimed to identify homogeneous groups of municipalities and describe strengths and weaknesses, so that to prepare a guide for regional policies.

Research paper thumbnail of Le città meridionali tra crisi, riconversione produttiva e rigenerazione urbana

Sommario: 1. Introduzione. -2. Città compatta vs. città diffusa: quale modello urbano? -3. Le cit... more Sommario: 1. Introduzione. -2. Città compatta vs. città diffusa: quale modello urbano? -3. Le città europee e le politiche urbane. -4. Le città meridionali. -5. Le città meridionali nella crisi. -6. Mobilità, accessibilità, intermodalità, il ruolo delle infrastrutture. -7. Conclusioni.

Research paper thumbnail of Flora REM 1-2.

Il pendolo delle politiche di sviluppo. Istituzioni e infrastrutture strategiche nel Mezzogiorno, 2017

In uno scenario globale denso d'incertezza, segnali d'inversione di tendenza sembrano manifestars... more In uno scenario globale denso d'incertezza, segnali d'inversione di tendenza sembrano manifestarsi nella nostra economia, sia nazionale sia meridionale, che, dal 2015, ha avviato un contenuto trend di crescita, trainato da una ripresa di consumi e investi-menti, con effetti positivi sul settore industriale. Timidi segnali di ripresa, quindi, confermati nel 2016, ma che, se non irrobustiti da politiche di sviluppo che agiscano sulle doppie lame della forbice-calo della domanda e problemi strutturali dell'industria meridionale-rischiano di restare episodici, non determinando un sentiero di sviluppo duraturo. Se sul piano degli interventi di sostegno alla domanda interna, le politiche hanno fatto passi positivi, anche grazie alla flessibilità concessa nell'ultimo biennio in sede comunitaria, il compito del decollo dell'economia meridionale si presenta più arduo, particolarmente nella sua attività manifatturiera, poiché gli effetti asimmetrici prodotti dalla crisi l'hanno maggiormente penalizza-ta. Il suo basso livello d'internazionalizzazione, di fronte alla ca-duta della domanda interna ed europea, l'ha messa di fronte ad un'alternativa in cui gli unici spazi di mercato percorribili erano quelli extra-europei nei quali le nostre produzioni, non attrezza-te per raggiungerli, avrebbero inoltre affrontato la concorrenza di prodotti similari provenienti da economie emergenti, basati sullo stesso modello di specializzazione in prodotti tradizionali ma caratterizzati da minore qualità e costo. Di fronte a questo scenario restrittivo degli spazi di mercato, le imprese hanno reagito seguendo due diverse strategie.

Research paper thumbnail of The Buffalo Mozzarella Filière: A Laboratory for Local Development

This paper presents a contribution to the economic literature dealing with local agricultural sys... more This paper presents a contribution to the economic literature dealing with local agricultural systems, providing analysis of a study case, namely the agroindustrial sector concerned with the production of mozzarella cheese. The sector offers an example of filière production ...

Research paper thumbnail of LA CITTÀ VERTICALE

CRIOS Critica degli ordinamenti spaziali n.7, 2014

Flora legge E. Glaeser, Il trionfo della città, Bompiani, Milano 2013 Edward Glaeser, economista ... more Flora legge E. Glaeser, Il trionfo della città, Bompiani, Milano 2013 Edward Glaeser, economista territo-riale di Harvard, ripropone in un volume di agevole lettura e dal carat-tere divulgativo le sue idee sul ruolo della città, già espresse in numerosi articoli su riviste specialistiche e ac-cademiche. La sua idea deriva dalle trasformazioni che hanno investito il modo di produrre nei paesi avan-zati, dalla manifattura alla produ-zione d'idee, e conseguentemente il ruolo delle aree urbane. Nell'epoca fordista della grande manifattura, le città crescevano grazie ad una posizione geografica favorevole (cli-ma mite, vicinanza ai porti e alle vie d'acqua) che agevolava i flussi di materie prime in entrata e l'uscita dei prodotti finiti verso i mercati di sbocco. Le imprese sceglievano le aree urbane dove collocare i pro-pri impianti produttivi, in base alla posizione geografica, alla dotazione di infrastrutture e ad un livello di popolazione che assicurasse un ri-levante mercato locale. Le città offrivano le cosiddette "economie di urbanizzazione", deri-vanti dalla concentrazione di diverse tipologie di attività produttive e residenziali, di un buon livello di ca-pitale fisso sociale (infrastrutture di trasporto urbano ed extraurbano, si-stemi di comunicazione avanzata) e che consentivano di attivare le eco-nomie di agglomerazione derivanti dalla concentrazione territoriale delle imprese: presenza di forza-la-voro mediamente qualificata, di manager e tecnici specializzati, oltre ad un ampio mercato di beni intermedi. L'ago di equilibrio del bilanciamen-to, tra concentrazione urbana e dif-fusione territoriale, era costituito dai costi di trasporto, che avrebbero potuto controbilanciare i vantaggi della localizzazione concentrata e, in presenza di una domanda diffusa sul territorio, avrebbero indotto una disseminazione territoriale delle im-prese, suddividendo le aree di mer-cato tra i produttori. Per Glaeser questa lettura è com-pletamente tramontata. L'annul-lamento della distanza, grazie al miglioramento delle tecniche di trasporto, ha distrutto i vantaggi derivanti dalla concentrazione delle imprese in un'area urbana avanza-ta, perché, in un'epoca di mercati globalizzati e interrelati, il lavoro della manifattura si è progressiva-mente trasferito verso le economie emergenti, particolarmente quelle del Sud-Est asiatico. Quello che è cambiato è il vantaggio competiti-vo. L'irruzione nello scenario produt-tivo internazionale delle economie emergenti come produttori di beni manufatti, lo scambio tra prodotti similari, ma differenziati qualitati-vamente, indicano che i vantaggi comparati non sono immutabili nel tempo. Conseguentemente, le aree urbane che hanno goduto nei cicli storico-produttivi precedenti dei vantaggi derivanti da una partico-lare posizione geografica possono declinare, passando lo scettro della competitività ad altre aree urbane emergenti. La globalizzazione ha distrutto i vantaggi urbani dei centri manifatturieri, ma ha accresciuto quelli legati alla produzione d'idee. RECENSIONI

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Sviluppo, ambiente e territorio. Per una nuova politica industriale nel Mezzogiorno, 2014