GUIDO SCARAMELLINI - Academia.edu (original) (raw)

Papers by GUIDO SCARAMELLINI

Research paper thumbnail of Giovan Pietro Pedroni, un benefattore di Campedello a Praga nel Seicento da PATRIBUS NOSTRIS 2009 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Ingegneri e maestranze alle difese sforzesche in Valtellina e Valchiavenna ARCHITETTURA ARCHIVI 1982 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Giovanni Bertacchi Note bio-bibliografiche 2019 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of John Silvani, il benefattore inglese di Chiavenna da VITAE E MAGISTRI 2014 di Guido Scaramellini

Q uando, nel 1981, fui incaricato dalla Soprintendenza ai beni artistici e storici di Milano di c... more Q uando, nel 1981, fui incaricato dalla Soprintendenza ai beni artistici e storici di Milano di curare la schedatura di tutti gli oggetti mobili conservati al museo del Paradiso di Chiavenna, trovandomi davanti a un busto in marmo bianco, posto di fronte all'entrata della cosiddetta Casa Rossa, mi fu qualificato come ritratto di un ignoto esponente della storia del Risorgimento. E così registrai 1. John Silvani, orefice e benefattore Solo a distanza di anni, dopo varie ricerche, scoprii che la persona ritratta è John Silvani, benefattore delle istituzioni di assistenza e cura di Chiavenna. In questo sono stato aiutato dai ricordi di alcune persone anziane e successivamente dalla documentazione conservata presso la Casa di riposo "Città di Chiavenna", ora depositata nella sede del Centro di studi storici valchiavennaschi 2 .

Research paper thumbnail of Romanico in  Valchiavenna 2021 di Guido Scaramellini

Le chiese documentate nel XII secolo La scarsità di chiese romaniche, giunte fino a noi, è motiva... more Le chiese documentate nel XII secolo La scarsità di chiese romaniche, giunte fino a noi, è motivata da una esigenza comune. Ogni epoca segue le sue mode, i suoi stili, suggeriti dai mutamenti della mentalità e del gusto, da nuove esigenze e possibilità, da nuove soluzioni e in generale dalla voglia di cambiare e di innovare. Fu così che soprattutto nel Sei e Settecento, con il fiorire dello stile barocco, ricco, talora sovrabbondante, dove nulla viene lasciato senza figure e senza decorazioni, siano esse dipinti, sculture o stucchi, gli edifici e gli oggetti romanici fino ad allora sopravvissuti dovettero apparire segno di povertà e di arretratezza. Di qui la tendenza alla ricchezza e allo splendore di ori e colori, propugnati dal barocco. Anche se, a questo proposito, mi è sempre piaciuto parlare da noi di un barocco alpino, per il quale, certo per la scarsa disponibilità economica, ma anche per un innato senso della misura, nelle nostre valli non si è mai arrivati all'esagerazione. In Valchiavenna, come nella vicina Valtellina, si ebbe poi un motivo in più per innovare nell'architettura ecclesiastica, legato al diffondersi della Riforma protestante. Dal 1512 le due valli furono assoggettate alla repubblica delle Tre Leghe o dei Grigioni, la quale accolse in maggioranza la Riforma, proposta da Lutero cinque anni dopo. Il che favorì nei decenni successivi il diffondersi del protestantesimo anche nei baliaggi, come le due valli lombarde subito a sud delle Alpi, e si arrivò nel gennaio del 1557 al decreto grigione emesso a Ilanz, secondo il quale, nei paesi sudditi dove ci fossero famiglie di riformati, una chiesa doveva essere ceduta al loro culto. Fu così a Chiavenna per ben tre chiese: Santa Maria del Patarino, San Pietro e Santa Maria di Borgonovo, come fu detta fino all'800 quella più a sud, consacrata nel 1328. Altre passarono ai protestanti in val Bregaglia: nell'antica Piuro, poi sepolta nel 1618 dalla frana, quella di Santa Maria di Salegio e a Villa di Piuro, come fu chiamata fino al 1863, la cappella di San Rocco nella chiesa principale di San Sebastiano. Altre due chiese toccarono ai riformati nei due comuni subito a sud di Chiavenna, dove erano sorte comunità protestanti: a Mese San Mamete, che sarà travolta dal torrente Liro nel 1927, e a Prata Santi Cristoforo e Pancrazio, di cui si parlerà più avanti, essendo sopravvissuto il campanile romanico. Nel terzo decennio del '600, con il ritorno ai cattolici delle chiese passate alla Riforma, si pose mano raramente alla loro distruzione, quasi sempre a radicali ristrutturazioni in stile barocco, il che si può interpretare anche come risposta polemica alla iconoclastia riformata. Tali e tanti cambiamenti portarono in Valchiavenna alla cancellazione di molte testimonianze romaniche. Si pensi che nel 1178 le chiese, oltre alla plebana di San Lorenzo, erano già 18, stando a quelle che il papa Alessandro III prese sotto la sua protezione nella pieve di San Lorenzo, comprendente la val Bregaglia oggi italiana, la val San Giacomo e nella Piana Mese e Prata fino a San Cassiano 2. Non sono comprese nell'elenco pontificio quelle più a sud, appartenenti alla pieve di Samòlaco. Dal documento papale risulta che una sola chiesa era in Valle, divenuta val san Giacomo e oggi più

Research paper thumbnail of Candida Lena Perpenti ALTORIANA N. 13 2023 di Guido Scaramellini

Quando si accosta la figura di Candida Lena-Perpenti, riscopritrice della filatura dell'amianto, ... more Quando si accosta la figura di Candida Lena-Perpenti, riscopritrice della filatura dell'amianto, meraviglia constatare che, pur a contatto per una vita con il minerale, bandito in Italia dal 1992 perché cancerogeno, ebbe ben quattordici figli in 21 anni e morì a 84 anni compiuti, nel 1846, in tempi in cui la durata media della vita era ben minore di quella di oggi. Si riprende qui a parlarne per offrire nuova documentazione riguardante la famiglia del marito e precisazioni circa i suoi genitori e il cognome, la sua nascita, il matrimonio, la morte, i fratelli e i figli. Candida Lena-Perpenti è citata in varie opere e dizionari riguardanti Valtellina, Valchiavenna e Comasco 1 e in altri studi regionali, nazionali 2 e internazionali, il che testimonia l'importanza della scienziata. In

Research paper thumbnail of Bertacchi in musica CLAVENNA N. 55 2016 di Guido Scaramellini

Con loro si ringraziano anche i responsabili delle seguenti istituzioni che hanno fornito utili n... more Con loro si ringraziano anche i responsabili delle seguenti istituzioni che hanno fornito utili notizie.

Research paper thumbnail of Giuseppe Lazzari, un organaro chiavennasco  del ’700 tra Sardegna e Corsica CLAVENNA N. 53 2014 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Il culto di san Giovanni Nepomuceno  in Valchiavenna e in Valtellina CLAVENNA N. 50 2011 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Il santuario di Loreto a Chiavenna CLAVENNA N. 54 2015 di Guido Scaramellini

chiave cattolica rientra anche la citazione biblica sul grande ovale in pietra ollare che sovrast... more chiave cattolica rientra anche la citazione biblica sul grande ovale in pietra ollare che sovrasta il portale maggiore (si veda la nota 57). 4 Il 4 settembre dell'anno precedente l'arciprete Paravicini aveva posto la prima pietra della chiesa nella località subito a monte, Crotti e Maina, poi detta San Carlo dal titolare della stessa. Quanto alle visite pastorali, il canonico G. G. MAColino (Istoria della miracolosa apparizione di Maria Vergine in Gallivacccio Valle San Giacomo Contado di Chiavena Dominio delle Eccelse trè Leghe de SS. Griggioni, con la sovversione deplorabile del nobile Borgo di Piuro, Milano 1708, p. 220) racconta l'aneddoto, di cui fu testimone oculare, occorso a Carlo Ciceri, nella storia l'unico ad essere consacrato cardinale mentre era vescovo di Como (1686). Egli nel 1690, in visita alla cappella di Loreto, a causa della scarsa illuminazione, urtò la lampada imbrattandosi di olio il copricapo, il collare e la veste, accettando di buon grado l'inconveniente a lode della nostra avvocata

Research paper thumbnail of Ploncher, una famiglia tra il Tirolo,  Mazzo e Chiavenna CLAVENNA N. 52 2013 di Guido Scaramellini

Ho scelto di parlare dei Ploncher, famiglia oggi estinta a Chiavenna, perché in questo centro sto... more Ho scelto di parlare dei Ploncher, famiglia oggi estinta a Chiavenna, perché in questo centro storico una piazzetta è intitolata a Ernesto Ploncher patriota e filantropo, come dice la targa 1. Su di lui ho voluto sapere qualcosa di più, incuriosito anche da quella terminazione in-er, che rimanda a un'area tedescofona, come succede-limitandomi ai cognomi ancora presenti a Chiavenna o da poco estinti-per i Walzer, i Ritter e i Perlungher 2. Poi, come spesso succede, ho trovato qualche altra figura degna di essere tolta dall'ingiusto oblio in cui il tempo l'ha relegata 3 .

Research paper thumbnail of Una pergamena del 1353 su Prata CLAVENNA N. 51 2012 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Integrazioni su Losio e Pedroni in Boemia CLAVENNA N. 49 2010 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of La chiesa doppia di San Pietro a Chiavenna CLAVENNA N. 48 2009 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Appunti d'archivio sugli Stoppa-Stoppani da Nobiallo a Chiavenna (secoli XIII-XV) CLAVENNA N. 59 2020 di Guido Scaramellini

Ogni volta che ho trovato qualche Stoppa o Stoppani a Chiavenna mi sono perso perché mancava una ... more Ogni volta che ho trovato qualche Stoppa o Stoppani a Chiavenna mi sono perso perché mancava una ricostruzione storicamente attendibile e a largo raggio di questa famiglia. Ai fratelli militari Giovan Pietro e Giovan Battista, i più noti della famiglia, o a uno di essi, hanno dedicato medaglioni biografici, limitandoci alla provincia di Sondrio, Francesco Saverio Quadrio, Giovan Battista Crollalanza e Luigi Gandola; nel '900 Pietro Buzzetti e altri a titolo divulgativo 1. Qualche trattazione, più o meno approfondita, è disponibile per religiosi di questa famiglia: Fedele, nel 1340 monaco cistercense, ma soprattutto Buono, predicatore eremitano di Sant'Agostino vissuto nel '400, autore di «Sermoni dominicali» e di un commentario sul libro degli animali di Aristotele, oltre al cugino Egidio, abate camaldolese 2. Due anni or sono è uscito a Parigi un corposo studio sulla famiglia, opera di Dominique Georges Colliot 3. Un libro ricco di notizie documentate sugli Stoppani soprattutto nei Grigioni, in Svizzera e in Francia. Per il Comasco e per Chiavenna l'autore, mettendosi in contatto con il Centro di studi storici valchiavennaschi, ebbe le poche notizie

Research paper thumbnail of Appunti d'archivio sugli Stoppa-Stoppani, mercanti, medici e soldati da Chiavenna a Parigi (secoli XV-XVII) CLAVENNA N. 60 2021 do Guido Scaramellini

Come mi assicura Hans-Peter Schreich, tutte le varianti del nome romancio Cla + suffissi rimandan... more Come mi assicura Hans-Peter Schreich, tutte le varianti del nome romancio Cla + suffissi rimandano a Nicolaus.

Research paper thumbnail of Artigiani chiavennaschi del ferro battuto dal XIII secolo a oggi CLAVENNA N. 57 2018 di Guido Scaramellini

Pur dando luogo anche a creazioni artistiche e comunque di notevole rilievo, la lavorazione del f... more Pur dando luogo anche a creazioni artistiche e comunque di notevole rilievo, la lavorazione del ferro battuto, come altri artigianati, viene frequentemente trascurata o solo fuggevolmente citata da noi negli studi storici, per cui ho scelto di parlarne, senza pretesa di completezza, ma come primo contributo specifico per Chiavenna, base di partenza per future integrazioni, aggiornamenti e rettifiche 1. Tanto più che a Chiavenna fu un'attività primaria. Gli stessi committenti del fonte battesimale in pietra ollare nella collegiata di San Lorenzo, più di otto secoli e mezzo fa, nel 1156, scelsero un fabbro che batte il ferro sull'incudine per rappresentare nelle sculture la categoria degli artigiani tra Chiavenna e Piuro che allora costituivano un unico Comune. Il 30 dicembre 1240 faceva testamento a Chiavenna un "Gubertus ferrarius de Molo filius quondam Ruggeri calderarii" 2. Nel 1256 compaiono altri "ferrarii": Rangerio eseguiva una lancia per il gonfalone del borgo, mentre Lafranco lavorava a una serratura e al battacchio della campana di San Pietro, che chiamava al consiglio comunale, essendo quel campanile torre civica nell'omonima contrada. Inoltre nel 1265 per il Comune egli sistemò un'altra serratura alla porta di Ardale (Reguscio), e fu pagato per la fattura "pilotorum" (forse di frecce). Nei conti comunali di quell'anno è Amigeto a lavorare al battacchio della campana di San Pietro e ad adattare imprecisate catene. Quattro anni dopo, Oliverio lavorava alla stessa campana comunale, che fu trasportata, per riparazione o sostituzione, nella sua officina e forniva le catene per un prigioniero 3 .

Research paper thumbnail of Costantino Magni, uno scenografo milanese CLAVENNA N. 58 2019 di Guido Scaramellini

Pietro affiancò il padre come scenografo nei due saloni posti su due piani con annessa abitazione... more Pietro affiancò il padre come scenografo nei due saloni posti su due piani con annessa abitazione all'Acquabella, zona piazzale Susa, alla periferia est di Milano. Costantino lavorò per il Comunale di Bologna, la Scala, il Costanzi o Teatro dell'Opera di Roma, La Fenice di Venezia e il Regio di Parma 4 e viaggiò per l'Europa e in altri con-3 Di Renzo Ricci, che da un precedente matrimonio con Margherita Bagni aveva avuto Nora, futura moglie di Vittorio Gassman, Eva fu la compagna e dal 1961 la moglie. Tra i suoi ricordi più piacevoli è la gita con la famiglia Gassman a Madesimo nell'estate del 1944, di cui ricordava la polenta e latte gustata sugli Andossi. L'attrice morì a Milano l'11 febbraio 2005. Si veda su di lei E. Mon-torFano, Eva Magni, una vita per il teatro, la bella monografia uscita nel 2002, nella quale, tra l'altro, si ricordano l'aneddoto legato ai crotti di Chiavenna citato dall'attrice nell'intervista del 1953 e dipinti del nonno per la parrocchia locale (p. 17), probabilmente quelli in teatro, come si dirà. 4 Per il teatro Comunale di Bologna:

Research paper thumbnail of Due tele di Giovan Battista Macolino a Nesso CLAVENNA N. 46 2007 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Gli Scandolera originari di Piuro VENT 03 2023 di Guido Scaramellini

Scandolera, la frazione più a nord di Mese, sulla sponda destra del torrente Liro, fu in passato ... more Scandolera, la frazione più a nord di Mese, sulla sponda destra del torrente Liro, fu in passato un vivace quartiere, che ancora nella prima mappa del 1811 aveva più del doppio delle case attuali, e frequentato innesto della via Francisca, che percorreva il piano sul versante destro, verso la val San Giacomo o valle Spluga, come si preferisce dire oggi, valicando poco dopo il ponte di Postaiolo (fig. 1). Continuò fino al '900 ad essere il passaggio di greggi all'inizio e al termine della monticazione in alta valle 1. Data la sua vicinanza al Liro fu anche devastata da alluvioni 2. Poco favorita dal sole, che la illumina solo al mattino, vanta, sul pendio sovrastante delle Alpi Lepontine, una località di crotti, dove ogni anno dal 1987 si tiene la nota sagra del rustimént, il piatto tipico del paese con un impasto di polenta, patate lesse, fagiolini, formaggio e burro. Il toponimo Scandolera è presente anche in altre parti d'Italia: nei Comuni di Verrua Savoia in provincia di Torino, di Farra di Soligo e di Vidor in quella di Treviso. In quest'ultimo caso ne ha preso il nome anche una Società agricola attiva sulla via omonima. Analogamente in Comune di Esine (Brescia) troviamo il monte e il torrente Scandolaro e in quello di Zero Branco, ancora in provincia di Treviso, la frazione Scandolara. Lo stesso nome hanno due Comuni in provincia di Cremona:

Research paper thumbnail of Giovan Pietro Pedroni, un benefattore di Campedello a Praga nel Seicento da PATRIBUS NOSTRIS 2009 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Ingegneri e maestranze alle difese sforzesche in Valtellina e Valchiavenna ARCHITETTURA ARCHIVI 1982 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Giovanni Bertacchi Note bio-bibliografiche 2019 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of John Silvani, il benefattore inglese di Chiavenna da VITAE E MAGISTRI 2014 di Guido Scaramellini

Q uando, nel 1981, fui incaricato dalla Soprintendenza ai beni artistici e storici di Milano di c... more Q uando, nel 1981, fui incaricato dalla Soprintendenza ai beni artistici e storici di Milano di curare la schedatura di tutti gli oggetti mobili conservati al museo del Paradiso di Chiavenna, trovandomi davanti a un busto in marmo bianco, posto di fronte all'entrata della cosiddetta Casa Rossa, mi fu qualificato come ritratto di un ignoto esponente della storia del Risorgimento. E così registrai 1. John Silvani, orefice e benefattore Solo a distanza di anni, dopo varie ricerche, scoprii che la persona ritratta è John Silvani, benefattore delle istituzioni di assistenza e cura di Chiavenna. In questo sono stato aiutato dai ricordi di alcune persone anziane e successivamente dalla documentazione conservata presso la Casa di riposo "Città di Chiavenna", ora depositata nella sede del Centro di studi storici valchiavennaschi 2 .

Research paper thumbnail of Romanico in  Valchiavenna 2021 di Guido Scaramellini

Le chiese documentate nel XII secolo La scarsità di chiese romaniche, giunte fino a noi, è motiva... more Le chiese documentate nel XII secolo La scarsità di chiese romaniche, giunte fino a noi, è motivata da una esigenza comune. Ogni epoca segue le sue mode, i suoi stili, suggeriti dai mutamenti della mentalità e del gusto, da nuove esigenze e possibilità, da nuove soluzioni e in generale dalla voglia di cambiare e di innovare. Fu così che soprattutto nel Sei e Settecento, con il fiorire dello stile barocco, ricco, talora sovrabbondante, dove nulla viene lasciato senza figure e senza decorazioni, siano esse dipinti, sculture o stucchi, gli edifici e gli oggetti romanici fino ad allora sopravvissuti dovettero apparire segno di povertà e di arretratezza. Di qui la tendenza alla ricchezza e allo splendore di ori e colori, propugnati dal barocco. Anche se, a questo proposito, mi è sempre piaciuto parlare da noi di un barocco alpino, per il quale, certo per la scarsa disponibilità economica, ma anche per un innato senso della misura, nelle nostre valli non si è mai arrivati all'esagerazione. In Valchiavenna, come nella vicina Valtellina, si ebbe poi un motivo in più per innovare nell'architettura ecclesiastica, legato al diffondersi della Riforma protestante. Dal 1512 le due valli furono assoggettate alla repubblica delle Tre Leghe o dei Grigioni, la quale accolse in maggioranza la Riforma, proposta da Lutero cinque anni dopo. Il che favorì nei decenni successivi il diffondersi del protestantesimo anche nei baliaggi, come le due valli lombarde subito a sud delle Alpi, e si arrivò nel gennaio del 1557 al decreto grigione emesso a Ilanz, secondo il quale, nei paesi sudditi dove ci fossero famiglie di riformati, una chiesa doveva essere ceduta al loro culto. Fu così a Chiavenna per ben tre chiese: Santa Maria del Patarino, San Pietro e Santa Maria di Borgonovo, come fu detta fino all'800 quella più a sud, consacrata nel 1328. Altre passarono ai protestanti in val Bregaglia: nell'antica Piuro, poi sepolta nel 1618 dalla frana, quella di Santa Maria di Salegio e a Villa di Piuro, come fu chiamata fino al 1863, la cappella di San Rocco nella chiesa principale di San Sebastiano. Altre due chiese toccarono ai riformati nei due comuni subito a sud di Chiavenna, dove erano sorte comunità protestanti: a Mese San Mamete, che sarà travolta dal torrente Liro nel 1927, e a Prata Santi Cristoforo e Pancrazio, di cui si parlerà più avanti, essendo sopravvissuto il campanile romanico. Nel terzo decennio del '600, con il ritorno ai cattolici delle chiese passate alla Riforma, si pose mano raramente alla loro distruzione, quasi sempre a radicali ristrutturazioni in stile barocco, il che si può interpretare anche come risposta polemica alla iconoclastia riformata. Tali e tanti cambiamenti portarono in Valchiavenna alla cancellazione di molte testimonianze romaniche. Si pensi che nel 1178 le chiese, oltre alla plebana di San Lorenzo, erano già 18, stando a quelle che il papa Alessandro III prese sotto la sua protezione nella pieve di San Lorenzo, comprendente la val Bregaglia oggi italiana, la val San Giacomo e nella Piana Mese e Prata fino a San Cassiano 2. Non sono comprese nell'elenco pontificio quelle più a sud, appartenenti alla pieve di Samòlaco. Dal documento papale risulta che una sola chiesa era in Valle, divenuta val san Giacomo e oggi più

Research paper thumbnail of Candida Lena Perpenti ALTORIANA N. 13 2023 di Guido Scaramellini

Quando si accosta la figura di Candida Lena-Perpenti, riscopritrice della filatura dell'amianto, ... more Quando si accosta la figura di Candida Lena-Perpenti, riscopritrice della filatura dell'amianto, meraviglia constatare che, pur a contatto per una vita con il minerale, bandito in Italia dal 1992 perché cancerogeno, ebbe ben quattordici figli in 21 anni e morì a 84 anni compiuti, nel 1846, in tempi in cui la durata media della vita era ben minore di quella di oggi. Si riprende qui a parlarne per offrire nuova documentazione riguardante la famiglia del marito e precisazioni circa i suoi genitori e il cognome, la sua nascita, il matrimonio, la morte, i fratelli e i figli. Candida Lena-Perpenti è citata in varie opere e dizionari riguardanti Valtellina, Valchiavenna e Comasco 1 e in altri studi regionali, nazionali 2 e internazionali, il che testimonia l'importanza della scienziata. In

Research paper thumbnail of Bertacchi in musica CLAVENNA N. 55 2016 di Guido Scaramellini

Con loro si ringraziano anche i responsabili delle seguenti istituzioni che hanno fornito utili n... more Con loro si ringraziano anche i responsabili delle seguenti istituzioni che hanno fornito utili notizie.

Research paper thumbnail of Giuseppe Lazzari, un organaro chiavennasco  del ’700 tra Sardegna e Corsica CLAVENNA N. 53 2014 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Il culto di san Giovanni Nepomuceno  in Valchiavenna e in Valtellina CLAVENNA N. 50 2011 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Il santuario di Loreto a Chiavenna CLAVENNA N. 54 2015 di Guido Scaramellini

chiave cattolica rientra anche la citazione biblica sul grande ovale in pietra ollare che sovrast... more chiave cattolica rientra anche la citazione biblica sul grande ovale in pietra ollare che sovrasta il portale maggiore (si veda la nota 57). 4 Il 4 settembre dell'anno precedente l'arciprete Paravicini aveva posto la prima pietra della chiesa nella località subito a monte, Crotti e Maina, poi detta San Carlo dal titolare della stessa. Quanto alle visite pastorali, il canonico G. G. MAColino (Istoria della miracolosa apparizione di Maria Vergine in Gallivacccio Valle San Giacomo Contado di Chiavena Dominio delle Eccelse trè Leghe de SS. Griggioni, con la sovversione deplorabile del nobile Borgo di Piuro, Milano 1708, p. 220) racconta l'aneddoto, di cui fu testimone oculare, occorso a Carlo Ciceri, nella storia l'unico ad essere consacrato cardinale mentre era vescovo di Como (1686). Egli nel 1690, in visita alla cappella di Loreto, a causa della scarsa illuminazione, urtò la lampada imbrattandosi di olio il copricapo, il collare e la veste, accettando di buon grado l'inconveniente a lode della nostra avvocata

Research paper thumbnail of Ploncher, una famiglia tra il Tirolo,  Mazzo e Chiavenna CLAVENNA N. 52 2013 di Guido Scaramellini

Ho scelto di parlare dei Ploncher, famiglia oggi estinta a Chiavenna, perché in questo centro sto... more Ho scelto di parlare dei Ploncher, famiglia oggi estinta a Chiavenna, perché in questo centro storico una piazzetta è intitolata a Ernesto Ploncher patriota e filantropo, come dice la targa 1. Su di lui ho voluto sapere qualcosa di più, incuriosito anche da quella terminazione in-er, che rimanda a un'area tedescofona, come succede-limitandomi ai cognomi ancora presenti a Chiavenna o da poco estinti-per i Walzer, i Ritter e i Perlungher 2. Poi, come spesso succede, ho trovato qualche altra figura degna di essere tolta dall'ingiusto oblio in cui il tempo l'ha relegata 3 .

Research paper thumbnail of Una pergamena del 1353 su Prata CLAVENNA N. 51 2012 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Integrazioni su Losio e Pedroni in Boemia CLAVENNA N. 49 2010 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of La chiesa doppia di San Pietro a Chiavenna CLAVENNA N. 48 2009 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Appunti d'archivio sugli Stoppa-Stoppani da Nobiallo a Chiavenna (secoli XIII-XV) CLAVENNA N. 59 2020 di Guido Scaramellini

Ogni volta che ho trovato qualche Stoppa o Stoppani a Chiavenna mi sono perso perché mancava una ... more Ogni volta che ho trovato qualche Stoppa o Stoppani a Chiavenna mi sono perso perché mancava una ricostruzione storicamente attendibile e a largo raggio di questa famiglia. Ai fratelli militari Giovan Pietro e Giovan Battista, i più noti della famiglia, o a uno di essi, hanno dedicato medaglioni biografici, limitandoci alla provincia di Sondrio, Francesco Saverio Quadrio, Giovan Battista Crollalanza e Luigi Gandola; nel '900 Pietro Buzzetti e altri a titolo divulgativo 1. Qualche trattazione, più o meno approfondita, è disponibile per religiosi di questa famiglia: Fedele, nel 1340 monaco cistercense, ma soprattutto Buono, predicatore eremitano di Sant'Agostino vissuto nel '400, autore di «Sermoni dominicali» e di un commentario sul libro degli animali di Aristotele, oltre al cugino Egidio, abate camaldolese 2. Due anni or sono è uscito a Parigi un corposo studio sulla famiglia, opera di Dominique Georges Colliot 3. Un libro ricco di notizie documentate sugli Stoppani soprattutto nei Grigioni, in Svizzera e in Francia. Per il Comasco e per Chiavenna l'autore, mettendosi in contatto con il Centro di studi storici valchiavennaschi, ebbe le poche notizie

Research paper thumbnail of Appunti d'archivio sugli Stoppa-Stoppani, mercanti, medici e soldati da Chiavenna a Parigi (secoli XV-XVII) CLAVENNA N. 60 2021 do Guido Scaramellini

Come mi assicura Hans-Peter Schreich, tutte le varianti del nome romancio Cla + suffissi rimandan... more Come mi assicura Hans-Peter Schreich, tutte le varianti del nome romancio Cla + suffissi rimandano a Nicolaus.

Research paper thumbnail of Artigiani chiavennaschi del ferro battuto dal XIII secolo a oggi CLAVENNA N. 57 2018 di Guido Scaramellini

Pur dando luogo anche a creazioni artistiche e comunque di notevole rilievo, la lavorazione del f... more Pur dando luogo anche a creazioni artistiche e comunque di notevole rilievo, la lavorazione del ferro battuto, come altri artigianati, viene frequentemente trascurata o solo fuggevolmente citata da noi negli studi storici, per cui ho scelto di parlarne, senza pretesa di completezza, ma come primo contributo specifico per Chiavenna, base di partenza per future integrazioni, aggiornamenti e rettifiche 1. Tanto più che a Chiavenna fu un'attività primaria. Gli stessi committenti del fonte battesimale in pietra ollare nella collegiata di San Lorenzo, più di otto secoli e mezzo fa, nel 1156, scelsero un fabbro che batte il ferro sull'incudine per rappresentare nelle sculture la categoria degli artigiani tra Chiavenna e Piuro che allora costituivano un unico Comune. Il 30 dicembre 1240 faceva testamento a Chiavenna un "Gubertus ferrarius de Molo filius quondam Ruggeri calderarii" 2. Nel 1256 compaiono altri "ferrarii": Rangerio eseguiva una lancia per il gonfalone del borgo, mentre Lafranco lavorava a una serratura e al battacchio della campana di San Pietro, che chiamava al consiglio comunale, essendo quel campanile torre civica nell'omonima contrada. Inoltre nel 1265 per il Comune egli sistemò un'altra serratura alla porta di Ardale (Reguscio), e fu pagato per la fattura "pilotorum" (forse di frecce). Nei conti comunali di quell'anno è Amigeto a lavorare al battacchio della campana di San Pietro e ad adattare imprecisate catene. Quattro anni dopo, Oliverio lavorava alla stessa campana comunale, che fu trasportata, per riparazione o sostituzione, nella sua officina e forniva le catene per un prigioniero 3 .

Research paper thumbnail of Costantino Magni, uno scenografo milanese CLAVENNA N. 58 2019 di Guido Scaramellini

Pietro affiancò il padre come scenografo nei due saloni posti su due piani con annessa abitazione... more Pietro affiancò il padre come scenografo nei due saloni posti su due piani con annessa abitazione all'Acquabella, zona piazzale Susa, alla periferia est di Milano. Costantino lavorò per il Comunale di Bologna, la Scala, il Costanzi o Teatro dell'Opera di Roma, La Fenice di Venezia e il Regio di Parma 4 e viaggiò per l'Europa e in altri con-3 Di Renzo Ricci, che da un precedente matrimonio con Margherita Bagni aveva avuto Nora, futura moglie di Vittorio Gassman, Eva fu la compagna e dal 1961 la moglie. Tra i suoi ricordi più piacevoli è la gita con la famiglia Gassman a Madesimo nell'estate del 1944, di cui ricordava la polenta e latte gustata sugli Andossi. L'attrice morì a Milano l'11 febbraio 2005. Si veda su di lei E. Mon-torFano, Eva Magni, una vita per il teatro, la bella monografia uscita nel 2002, nella quale, tra l'altro, si ricordano l'aneddoto legato ai crotti di Chiavenna citato dall'attrice nell'intervista del 1953 e dipinti del nonno per la parrocchia locale (p. 17), probabilmente quelli in teatro, come si dirà. 4 Per il teatro Comunale di Bologna:

Research paper thumbnail of Due tele di Giovan Battista Macolino a Nesso CLAVENNA N. 46 2007 di Guido Scaramellini

Research paper thumbnail of Gli Scandolera originari di Piuro VENT 03 2023 di Guido Scaramellini

Scandolera, la frazione più a nord di Mese, sulla sponda destra del torrente Liro, fu in passato ... more Scandolera, la frazione più a nord di Mese, sulla sponda destra del torrente Liro, fu in passato un vivace quartiere, che ancora nella prima mappa del 1811 aveva più del doppio delle case attuali, e frequentato innesto della via Francisca, che percorreva il piano sul versante destro, verso la val San Giacomo o valle Spluga, come si preferisce dire oggi, valicando poco dopo il ponte di Postaiolo (fig. 1). Continuò fino al '900 ad essere il passaggio di greggi all'inizio e al termine della monticazione in alta valle 1. Data la sua vicinanza al Liro fu anche devastata da alluvioni 2. Poco favorita dal sole, che la illumina solo al mattino, vanta, sul pendio sovrastante delle Alpi Lepontine, una località di crotti, dove ogni anno dal 1987 si tiene la nota sagra del rustimént, il piatto tipico del paese con un impasto di polenta, patate lesse, fagiolini, formaggio e burro. Il toponimo Scandolera è presente anche in altre parti d'Italia: nei Comuni di Verrua Savoia in provincia di Torino, di Farra di Soligo e di Vidor in quella di Treviso. In quest'ultimo caso ne ha preso il nome anche una Società agricola attiva sulla via omonima. Analogamente in Comune di Esine (Brescia) troviamo il monte e il torrente Scandolaro e in quello di Zero Branco, ancora in provincia di Treviso, la frazione Scandolara. Lo stesso nome hanno due Comuni in provincia di Cremona: