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Drafts by Gaetano Messina

Research paper thumbnail of LETTERA APERTA A NICOLA GALGANO

vorrei premettere che il mio dialogo con Rossetti, che si protrae da anni, non nasce da una contr... more vorrei premettere che il mio dialogo con Rossetti, che si protrae da anni, non nasce da una contrapposizione polemica che coinvolge l'intero panorama degli studi su Parmenide. Come ho già chiarito altrove, il dissenso tra lui e me si annida nel punto di partenza delle nostre ricerche: Rossetti ritiene -ed è una tesi che in sé e per sé si regge in perfetta autonomia teoretica -che il progresso intellettuale dell'uomo sia un graduale passaggio da una fase meno evoluta a una fase più evoluta, io parto dall'ipotesi che l'uomo, in quanto tale, abbia da sempre posseduto -allo stato potenziale -le caratteristiche mentali e spirituali che lo contraddistinguono. Per Rossetti, il filosofo matura nel tempo e col tempo si rivela e riconosce come tale, per me (e qui ho alle spalle Aristotele) la meraviglia e la ricerca di un dia; tiv è già una forma di filosofia, una modalità di pensiero di carattere filosofico. Parmenide è un pensatore sostanzialmente religioso (vorrei qui ricordare l'influsso che su di lui ha esercitato la «teologia» di Senofane, una teologia «razionale»), ma nello stesso tempo legato alla tradizione, alla «ritualità» del peri; fuv sew~; il suo atteggiamento nei confronti del mondo fenomenico non è di rigetto o di disdegnoso distacco. L'«immersione» nella fenomenologia degli oggetti e degli eventi condiziona ogni nostro giudizio. La naturale apertura del linguaggio a strutture di ordine superiore porta l'uomo ad interrogarsi sulla verità dei «nomi» e sulla realtà delle «cose». Sono esse come le vedo, come le tocco, come le sento o c'è qualcosa al disotto che urge portare alla luce? L'idea che il «viaggio» del Proemio parmenideo sia da leggere come una katav basi~, autorevolmente proposta da Vegetti, dà consistenza all'ipotesi di questa esigenza di scendere al fondo delle cose, esigenza che risale ai primi pensatori greci, scienziati o filosofi che siano. Anche se i Greci avevano perduto in età storica il senso etimologico di aj lhv qeia (rinverdito poi nella Unverborgenheit heideggeriana) con questo termine si designava la perfetta aderenza del nome alla cosa, e della cosa al suo proprio essere. La verità, nell'ordine degli oggetti materiali, è per i Greci il risultato di uno «scavo», di una verifica, si direbbe, strutturale; non risulta lucida ed evidente nell'universo degli enti sensibili: i Greci sanno bene che il remo immerso nell'acqua non subisce «veramente» la deformazione avvertita dagli occhi. Il pensiero «astratto», vorrei permettermi di osservare, non è una conquista legata allo sviluppo dell'intelletto, così come lo intende Rossetti, ma un carattere «funzionale» del pensiero:

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L'articolo intende mostrare che il concetto di «scienza» emerge nella storia della filosofia grec... more L'articolo intende mostrare che il concetto di «scienza» emerge nella storia della filosofia greca antica soltanto con Platone e Aristotele. I Presocratici, pertanto, non furono «scienziati». In senso stretto anche la concezione platonica e aristotelica è si rivela problematica, talchè per molti studiosi si pouò parlare di «scienza» soltanto con riferimento sl periodo ellenistico.

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L'articolo intende mostrare che il concetto di «scienza» emerge nella storia della filosofia grec... more L'articolo intende mostrare che il concetto di «scienza» emerge nella storia della filosofia greca antica soltanto con Platone e Aristotele. I Presocratici, pertanto, non furono «scienziati». In senso stretto anche la concezione platonica e aristotelica è si rivela problematica, talchè per molti studiosi si pouò parlare di «scienza» soltanto con riferimento sl periodo ellenistico.

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L'articolo intende mostrare che il pensiero doxastico dei Presocratici non si può correttamente i... more L'articolo intende mostrare che il pensiero doxastico dei Presocratici non si può correttamente inquadrare nei canoni della ricerca scientifica: si tratta di osservazioni e riflessioni di carattere tecnologico, che non si aprono ancora alla visione delle cause e dei principi. Soltanto nei sistemi di Platone e di Aristotele si perverrà ad una prima sistemazione e teoretizzazione del concetto di episteme. Talete, Anassimandro, Anassimene e gli altri sapienti vissuti prima di Platone (Eraclito, Parmenide, Empedocle, Anassagora, Democrito) e molti contemporanei di Platone e di Aristotele, trattano di argomenti scintifici ma ignorano sostanzialmente cosa sia la scienza.

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L'articolo intende mostrare che la «scienza» dei Presocratici è da intendere piuttosto come una «... more L'articolo intende mostrare che la «scienza» dei Presocratici è da intendere piuttosto come una «tecnologia». Nel caso di Parmenide il tratto veramente scientifico e innovatore della sua dottrina non è la doxa ma la teoria dell'essere.

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L'articolo intende mostrare come il carattere scientifico della doxa di Parmendie (e di altri Pre... more L'articolo intende mostrare come il carattere scientifico della doxa di Parmendie (e di altri Presocratici) sia un'illusoria proiezione di concetti che matureranno soltanto nei sistemi di Platone e di Aristotele.

Papers by Gaetano Messina

Research paper thumbnail of Index Parmenideus (Genova 1987)

Nell'ipotesi di mettere a disposizione degli amici studiosi di Parmenide uno strumento (certament... more Nell'ipotesi di mettere a disposizione degli amici studiosi di Parmenide uno strumento (certamente datato e non privo di difetti) di controllo e di raffronto ripubblico questo Index, al quale spero di poter aggiungere quello che ho curato oer i frammenti di Empoedocle nel 1991.

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vorrei premettere che il mio dialogo con Rossetti, che si protrae da anni, non nasce da una contr... more vorrei premettere che il mio dialogo con Rossetti, che si protrae da anni, non nasce da una contrapposizione polemica che coinvolge l'intero panorama degli studi su Parmenide. Come ho già chiarito altrove, il dissenso tra lui e me si annida nel punto di partenza delle nostre ricerche: Rossetti ritiene -ed è una tesi che in sé e per sé si regge in perfetta autonomia teoretica -che il progresso intellettuale dell'uomo sia un graduale passaggio da una fase meno evoluta a una fase più evoluta, io parto dall'ipotesi che l'uomo, in quanto tale, abbia da sempre posseduto -allo stato potenziale -le caratteristiche mentali e spirituali che lo contraddistinguono. Per Rossetti, il filosofo matura nel tempo e col tempo si rivela e riconosce come tale, per me (e qui ho alle spalle Aristotele) la meraviglia e la ricerca di un dia; tiv è già una forma di filosofia, una modalità di pensiero di carattere filosofico. Parmenide è un pensatore sostanzialmente religioso (vorrei qui ricordare l'influsso che su di lui ha esercitato la «teologia» di Senofane, una teologia «razionale»), ma nello stesso tempo legato alla tradizione, alla «ritualità» del peri; fuv sew~; il suo atteggiamento nei confronti del mondo fenomenico non è di rigetto o di disdegnoso distacco. L'«immersione» nella fenomenologia degli oggetti e degli eventi condiziona ogni nostro giudizio. La naturale apertura del linguaggio a strutture di ordine superiore porta l'uomo ad interrogarsi sulla verità dei «nomi» e sulla realtà delle «cose». Sono esse come le vedo, come le tocco, come le sento o c'è qualcosa al disotto che urge portare alla luce? L'idea che il «viaggio» del Proemio parmenideo sia da leggere come una katav basi~, autorevolmente proposta da Vegetti, dà consistenza all'ipotesi di questa esigenza di scendere al fondo delle cose, esigenza che risale ai primi pensatori greci, scienziati o filosofi che siano. Anche se i Greci avevano perduto in età storica il senso etimologico di aj lhv qeia (rinverdito poi nella Unverborgenheit heideggeriana) con questo termine si designava la perfetta aderenza del nome alla cosa, e della cosa al suo proprio essere. La verità, nell'ordine degli oggetti materiali, è per i Greci il risultato di uno «scavo», di una verifica, si direbbe, strutturale; non risulta lucida ed evidente nell'universo degli enti sensibili: i Greci sanno bene che il remo immerso nell'acqua non subisce «veramente» la deformazione avvertita dagli occhi. Il pensiero «astratto», vorrei permettermi di osservare, non è una conquista legata allo sviluppo dell'intelletto, così come lo intende Rossetti, ma un carattere «funzionale» del pensiero:

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L'articolo intende mostrare che il concetto di «scienza» emerge nella storia della filosofia grec... more L'articolo intende mostrare che il concetto di «scienza» emerge nella storia della filosofia greca antica soltanto con Platone e Aristotele. I Presocratici, pertanto, non furono «scienziati». In senso stretto anche la concezione platonica e aristotelica è si rivela problematica, talchè per molti studiosi si pouò parlare di «scienza» soltanto con riferimento sl periodo ellenistico.

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L'articolo intende mostrare che il concetto di «scienza» emerge nella storia della filosofia grec... more L'articolo intende mostrare che il concetto di «scienza» emerge nella storia della filosofia greca antica soltanto con Platone e Aristotele. I Presocratici, pertanto, non furono «scienziati». In senso stretto anche la concezione platonica e aristotelica è si rivela problematica, talchè per molti studiosi si pouò parlare di «scienza» soltanto con riferimento sl periodo ellenistico.

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L'articolo intende mostrare che il pensiero doxastico dei Presocratici non si può correttamente i... more L'articolo intende mostrare che il pensiero doxastico dei Presocratici non si può correttamente inquadrare nei canoni della ricerca scientifica: si tratta di osservazioni e riflessioni di carattere tecnologico, che non si aprono ancora alla visione delle cause e dei principi. Soltanto nei sistemi di Platone e di Aristotele si perverrà ad una prima sistemazione e teoretizzazione del concetto di episteme. Talete, Anassimandro, Anassimene e gli altri sapienti vissuti prima di Platone (Eraclito, Parmenide, Empedocle, Anassagora, Democrito) e molti contemporanei di Platone e di Aristotele, trattano di argomenti scintifici ma ignorano sostanzialmente cosa sia la scienza.

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L'articolo intende mostrare che la «scienza» dei Presocratici è da intendere piuttosto come una «... more L'articolo intende mostrare che la «scienza» dei Presocratici è da intendere piuttosto come una «tecnologia». Nel caso di Parmenide il tratto veramente scientifico e innovatore della sua dottrina non è la doxa ma la teoria dell'essere.

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L'articolo intende mostrare come il carattere scientifico della doxa di Parmendie (e di altri Pre... more L'articolo intende mostrare come il carattere scientifico della doxa di Parmendie (e di altri Presocratici) sia un'illusoria proiezione di concetti che matureranno soltanto nei sistemi di Platone e di Aristotele.

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Nell'ipotesi di mettere a disposizione degli amici studiosi di Parmenide uno strumento (certament... more Nell'ipotesi di mettere a disposizione degli amici studiosi di Parmenide uno strumento (certamente datato e non privo di difetti) di controllo e di raffronto ripubblico questo Index, al quale spero di poter aggiungere quello che ho curato oer i frammenti di Empoedocle nel 1991.