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Papers by Giampiero Marano

Research paper thumbnail of Giampiero Marano TEORIA DELLA CRITICA IMMOBILE (estratto da Lo splendore delle apparenze, Oèdipus 2016

Lo splendore delle apparenze, 2016

estratto da Lo splendore delle apparenze, Oèdipus 2016) 1. MANIFESTO DELLA CRITICA IMMOBILE 0. Ne... more estratto da Lo splendore delle apparenze, Oèdipus 2016) 1. MANIFESTO DELLA CRITICA IMMOBILE 0. Negli ultimi anni, in non casuale concomitanza con il riconoscimento della «maestà» e «verità» del testo, come ha scritto Segre, e con il crescente interesse tributato alla riconsiderazione della pratica della lettura, alcuni critici hanno posto l'esperienza del sacro al centro della loro riflessione sulla letteratura e sulla critica stessa: fra questi Steiner, che ha enunciato la nuova prospettiva in termini perentori, e, in Italia, Emanuele Trevi. Ciò che più preme sottolineare riguardo a questa tendenza della critica contemporanea è proprio l'eventualità di considerare il sacro l'esperienza che, senza condividere nulla dell'immutabilità teologica, si offre piuttosto, riprendendo la definizione del sacro pasoliniano proposta da Carla Benedetti, come «una zona franca da conquistare fuori dello sclerotizzarsi delle ideologie e delle istituzioni». In quali termini si configuri questa "zona franca" non ideologica e non istituzionale, cioè non strettamente religiosa, lo chiarisce una recensione che lo stesso Pasolini dedicò a Induismo e buddismo di Coomaraswamy. Pasolini comprende bene come nella concezione "tradizionale" presentata da Coomaraswamy il sacro risulti essenzialmente svincolato dall'etica, dalle gerarchie sociali, dal rituale e dalla dogmatica: il percorso realizzativo del Sé è finalizzato al superamento dell'individualismo, al Risveglio, e "si serve" della religione in chiave propedeutica al raggiungimento di questo unico scopo. L'interiore (l'esoterico) si conforma all'esteriore (l'exoterico) soltanto fino a un certo grado del proprio cammino poiché la meta finale, osserva correttamente Pasolini, «è la santità, cioè la liberazione dalla coscienza del bene e del male, e l'abbandono non solo dei beni della vita, ma anche del rituale religioso e della stessa teologia!». La comparazione in prospettiva esoterica di religioni diverse e addirittura contrastanti per principi dottrinari, riti e liturgie, vicissitudini storiche, permette di portare alla luce una fitta rete di analogie e corrispondenze: in effetti, sorprende constatare come le Upanisad vediche e Platone, Chuang-tzu e Meister Eckhart, Rumi e la Bhagavadgita possano convivere nell'alveo di un pensiero che rimane identico a sé stesso soltanto mutando continuamente per adattarsi alle circostanze e ai contesti più disparati. Mentre le singole tradizioni sono di numero potenzialmente infinito ma tutte soggette nella stessa misura alla legge del divenire, lo sguardo metamorfico che le origina e le attraversa è fisso, immobile. Ammettendo, con Sankara, che l'argomento di ogni creazione artistica è Dio, si possono ritrovare nell'arte tracce o frammenti di questa conoscenza? È credibile sostenere che, per una naturale affinità o coincidenza di attitudine e linguaggio, gli artisti ne siano rimasti gli ultimi, laici e precari eredi (almeno in Occidente)? Se così fosse, nel suo sforzo esegetico, nel tentativo di illustrare i significati del testo, la critica letteraria sarebbe chiamata a incontrare, registrare, esplorare tutte le manifestazioni di tale retaggio: è esattamente questa l'ipotesi di lavoro verso la quale si orienterà lo sguardo della critica immobile. 1. A: Attraverso il dominio della comunicazione il paradigma hobbesiano si perpetua con efficienza fanatica, distruggendo gli ultimi spazi condivisi di esperienze e utopie, ponti terra-aria-terra sopravvissuti all'azzeramento moderno.

Books by Giampiero Marano

Research paper thumbnail of MORESCO E LA LOTTA PER NASCERE

Research paper thumbnail of DANTE E IL POEMA DELL'ACQUA

Dante e il poema dell'acqua, 2021

Con Dante e il poema dell'acqua Giampiero Marano aggiunge un nuovo e decisivo tassello a un lungo... more Con Dante e il poema dell'acqua Giampiero Marano aggiunge un nuovo e decisivo tassello a un lungo lavoro di rilettura critica - condotta secondo la fertile quanto inedita prospettiva schiusa dalla philosophia perennis - della storia della letteratura italiana. Questo breve ma denso saggio muove dal presupposto che Dante, in quanto erede dell'antica sapienza mediterranea, sia da annoverare fra i "maestri di verità" di ogni tempo. Del resto, tutta la grande poesia, come quella della Commedia, non essendo riducibile a mera espressione estetica e sentimentale di una soggettività, contiene anche una rivelazione, il dono e la visione di una conoscenza profonda dell'uomo e dell'universo. Le molteplici, metamorfiche configurazioni che il simbolismo dell'acqua viene ad assumere nel poema dantesco vengono qui esplorate con estremo rigore filologico, nulla concedendo a discutibili interpretazioni modernizzanti (di tipo psicanalitico, per esempio). Esse, infatti, tendono a eludere il problema di ricostruire adeguatamente un clima e una temperie spirituale molto lontani dalla nostra mentalità, che sono quelli propri di una civiltà "tradizionale" nel senso guénoniano del termine.

Research paper thumbnail of SETTE VOCI MEDITERRANEE

Lo splendore delle apparenze, 2016

Saggi critici su Amelia Rosselli, Ghiannis Ritsos, Alaa Al-Aswani, Roberto Calasso, Mohammed Cho... more Saggi critici su Amelia Rosselli, Ghiannis Ritsos, Alaa Al-Aswani, Roberto Calasso, Mohammed Choukri, Hoda Barakat, Domenico Rea

Research paper thumbnail of Giampiero Marano TEORIA DELLA CRITICA IMMOBILE (estratto da Lo splendore delle apparenze, Oèdipus 2016

Lo splendore delle apparenze, 2016

estratto da Lo splendore delle apparenze, Oèdipus 2016) 1. MANIFESTO DELLA CRITICA IMMOBILE 0. Ne... more estratto da Lo splendore delle apparenze, Oèdipus 2016) 1. MANIFESTO DELLA CRITICA IMMOBILE 0. Negli ultimi anni, in non casuale concomitanza con il riconoscimento della «maestà» e «verità» del testo, come ha scritto Segre, e con il crescente interesse tributato alla riconsiderazione della pratica della lettura, alcuni critici hanno posto l'esperienza del sacro al centro della loro riflessione sulla letteratura e sulla critica stessa: fra questi Steiner, che ha enunciato la nuova prospettiva in termini perentori, e, in Italia, Emanuele Trevi. Ciò che più preme sottolineare riguardo a questa tendenza della critica contemporanea è proprio l'eventualità di considerare il sacro l'esperienza che, senza condividere nulla dell'immutabilità teologica, si offre piuttosto, riprendendo la definizione del sacro pasoliniano proposta da Carla Benedetti, come «una zona franca da conquistare fuori dello sclerotizzarsi delle ideologie e delle istituzioni». In quali termini si configuri questa "zona franca" non ideologica e non istituzionale, cioè non strettamente religiosa, lo chiarisce una recensione che lo stesso Pasolini dedicò a Induismo e buddismo di Coomaraswamy. Pasolini comprende bene come nella concezione "tradizionale" presentata da Coomaraswamy il sacro risulti essenzialmente svincolato dall'etica, dalle gerarchie sociali, dal rituale e dalla dogmatica: il percorso realizzativo del Sé è finalizzato al superamento dell'individualismo, al Risveglio, e "si serve" della religione in chiave propedeutica al raggiungimento di questo unico scopo. L'interiore (l'esoterico) si conforma all'esteriore (l'exoterico) soltanto fino a un certo grado del proprio cammino poiché la meta finale, osserva correttamente Pasolini, «è la santità, cioè la liberazione dalla coscienza del bene e del male, e l'abbandono non solo dei beni della vita, ma anche del rituale religioso e della stessa teologia!». La comparazione in prospettiva esoterica di religioni diverse e addirittura contrastanti per principi dottrinari, riti e liturgie, vicissitudini storiche, permette di portare alla luce una fitta rete di analogie e corrispondenze: in effetti, sorprende constatare come le Upanisad vediche e Platone, Chuang-tzu e Meister Eckhart, Rumi e la Bhagavadgita possano convivere nell'alveo di un pensiero che rimane identico a sé stesso soltanto mutando continuamente per adattarsi alle circostanze e ai contesti più disparati. Mentre le singole tradizioni sono di numero potenzialmente infinito ma tutte soggette nella stessa misura alla legge del divenire, lo sguardo metamorfico che le origina e le attraversa è fisso, immobile. Ammettendo, con Sankara, che l'argomento di ogni creazione artistica è Dio, si possono ritrovare nell'arte tracce o frammenti di questa conoscenza? È credibile sostenere che, per una naturale affinità o coincidenza di attitudine e linguaggio, gli artisti ne siano rimasti gli ultimi, laici e precari eredi (almeno in Occidente)? Se così fosse, nel suo sforzo esegetico, nel tentativo di illustrare i significati del testo, la critica letteraria sarebbe chiamata a incontrare, registrare, esplorare tutte le manifestazioni di tale retaggio: è esattamente questa l'ipotesi di lavoro verso la quale si orienterà lo sguardo della critica immobile. 1. A: Attraverso il dominio della comunicazione il paradigma hobbesiano si perpetua con efficienza fanatica, distruggendo gli ultimi spazi condivisi di esperienze e utopie, ponti terra-aria-terra sopravvissuti all'azzeramento moderno.

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Dante e il poema dell'acqua, 2021

Con Dante e il poema dell'acqua Giampiero Marano aggiunge un nuovo e decisivo tassello a un lungo... more Con Dante e il poema dell'acqua Giampiero Marano aggiunge un nuovo e decisivo tassello a un lungo lavoro di rilettura critica - condotta secondo la fertile quanto inedita prospettiva schiusa dalla philosophia perennis - della storia della letteratura italiana. Questo breve ma denso saggio muove dal presupposto che Dante, in quanto erede dell'antica sapienza mediterranea, sia da annoverare fra i "maestri di verità" di ogni tempo. Del resto, tutta la grande poesia, come quella della Commedia, non essendo riducibile a mera espressione estetica e sentimentale di una soggettività, contiene anche una rivelazione, il dono e la visione di una conoscenza profonda dell'uomo e dell'universo. Le molteplici, metamorfiche configurazioni che il simbolismo dell'acqua viene ad assumere nel poema dantesco vengono qui esplorate con estremo rigore filologico, nulla concedendo a discutibili interpretazioni modernizzanti (di tipo psicanalitico, per esempio). Esse, infatti, tendono a eludere il problema di ricostruire adeguatamente un clima e una temperie spirituale molto lontani dalla nostra mentalità, che sono quelli propri di una civiltà "tradizionale" nel senso guénoniano del termine.

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Lo splendore delle apparenze, 2016

Saggi critici su Amelia Rosselli, Ghiannis Ritsos, Alaa Al-Aswani, Roberto Calasso, Mohammed Cho... more Saggi critici su Amelia Rosselli, Ghiannis Ritsos, Alaa Al-Aswani, Roberto Calasso, Mohammed Choukri, Hoda Barakat, Domenico Rea