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Papers by Giorgio Gualdrini
Carlo Ossola recensione Trittico Giorgio Gualdrini - Avvenire 9 9 2024, 2024
Carlo Ossola recensione Trittico Giorgio Gualdrini - Avvenire 9 9 2024
Il resto del Carlino Bologna Intervista G. Gualdrini, 2024
Il resto del Carlino Bologna Intervista a GIORGIO GUALDRINI -Trittico delle cose ultime - Present... more Il resto del Carlino Bologna Intervista a GIORGIO GUALDRINI -Trittico delle cose ultime - Presentazione a BOLOGNA
Corriere di Romagna- Intervista a Giorgio Gualdrini sul Trittico, 2023
Corriere di Romagna- Intervista a Giorgio Gualdrini sul Trittico delle cose ultime
Recensione di Eraldo Affinati , 2023
Recensione di Eraldo Affinati a "Trittico delle cose ultime. Grunewald, Holbein, Raffaello" di Gi... more Recensione di Eraldo Affinati a "Trittico delle cose ultime. Grunewald, Holbein, Raffaello" di Giorgio Gualdrini
Guida Architettura contemporanea Emilia Romagna
Guida Architettura Contemporanea Emilia Romagna - Progetto di alloggi di edilizia residenziale pu... more Guida Architettura Contemporanea Emilia Romagna - Progetto di alloggi di edilizia residenziale pubblica
Intervista a Giorgio Gualdrini su TRITTICO DELLE COSE ULTIME - Nuovo Diario
Il Piccolo, 2019
Questo breve articolo presenta la seconda versione dell'adeguamento liturgico della Cattedrale di... more Questo breve articolo presenta la seconda versione dell'adeguamento liturgico della Cattedrale di Faenza realizzato dall’arch. Giorgio Gualdrini. Dopo una prima sperimentazione, lo stesso architetto ha proposto al vescovo di Faenza mons. Mario Toso di apportare una modifica nel posizionamento della cattedra episcopale. Tale proposta è stata favorevolmente accolta ed eseguita nel dicembre 2018
Adeguamento liturgico della Cattedrale di Faenza - 2014-
Il saggio, pubblicato sulla rivista Arte Cristiana, presenta la prima versione dell'adeguamento l... more Il saggio, pubblicato sulla rivista Arte Cristiana, presenta la prima versione dell'adeguamento liturgico della Cattedrale di Faenza eseguito dall'arch. Giorgio Gualdrini nel 2014. Dopo quattro anni di sperimentazione, lo stesso architetto ha proposto al vescovo di Faenza mons. Mario Toso di apportare una modifica nel posizionamento della cattedra episcopale. Tale proposta, resa possibile dalla reversibilità dei poli liturgici, è stata favorevolmente accolta ed eseguita nel dicembre 2018.
Nobile semplicità. Adeguamento liturgico , 2016
Si presenta qui l'adeguamento liturgico della Chiesa di Santa Lucia delle Spianate in diocesi di ... more Si presenta qui l'adeguamento liturgico della Chiesa di Santa Lucia delle Spianate in diocesi di Faenza (provincia di Ravenna).
Ricordando don Achille. Brisighella al Cardinale Achille Silvestrini, 2021
Un ricordo di don Achille Silvestrini
27 alloggi di Edilizia Residenziale pubblica - Almanacco di Casabella
Realizzazione di 27 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica in fregio alle antiche mura del cen... more Realizzazione di 27 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica in fregio alle antiche mura del centro storico di Faenza
Recupero di un sottotetto nel centro storico di Bagnacavallo
Percorso di ristrutturazione di una casa nel centro storico di Bagnacavallo, Ravenna
Una mandorla tra chiesa e quartiere
L'architettura di un edificio polifunzionale tra chiesa e quartiere
Sulle Antiche Mura di Faenza
progetto di recupero di una casa unifamiliare anni '60 nel centro storico di Faenza.
Mi piace cominciare soffermandomi un attimo sulle parole-chiave contenute nel titolo della comuni... more Mi piace cominciare soffermandomi un attimo sulle parole-chiave contenute nel titolo della comunicazione che mi avete assegnato.
Luigi Timoncini: dipingere l'assente, 2019
Appunti per un'urbanistica raccontata ai ragazzi , 1990
Uno studio del 1990
Museo Arte sacra Città, 2012
Le persone che devo ringraziare sono molte e, per problemi di spazio, non posso nominarle tutte. ... more Le persone che devo ringraziare sono molte e, per problemi di spazio, non posso nominarle tutte. Le ho incontrate, beneficiando della loro professionalità e della loro attenzione, sia nel corso della mia conduzione del cantiere del Museo Diocesano di Faenza che durante la scrittura di questo libro. il cantiere e il libro si sono infatti intrecciati nei luoghi e nei tempi. non sono un ricercatore di antiche carte. Di questa figura so di non possedere il puntiglio filologico che deriva da una specifica competenza professionale. So peraltro che soltanto quel puntiglio porta a scrutare per il verso giusto le fonti scritte e le opere. anche se non frequento mai gli archivi in questa occasione ho voluto farlo per consultare non pochi documenti sulla storia di Faenza e della sua chiesa locale a partire dal secondo millennio. Dopo gli anni lontani del liceo non avevo più letto quasi nulla nella lingua di roma e del medioevo cristiano e devo confessare che ho trovato abbastanza singolare calarmi, per una volta, nei panni di un architetto che per adolf Loos non era altro che «un muratore che sa il latino». ogni cantiere deve molto a chi sa lavorare con le mani; tanto più un cantiere di restauro. anche il lavoro che qui si presenta non sarebbe giunto a buon fine se molte abilità manuali non si fossero incrociate negli spazi del Museo Diocesano di Faenza. Per questo motivo, prima di ogni altro, ringrazio tutte le maestranze che hanno portato il loro indispensabile contributo al compimento dell'opera consegnata alla Diocesi nel novembre del 2011. Fra queste un particolare ringraziamento vada al capo-cantiere Gino Scarfò. non posso poi non ringraziare l'architetto Emilio roberto agostinelli, funzionario della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di ravenna, e la dottoressa anna Colombi Ferretti, funzionaria della Soprintendenza per i beni storici e artistici di Bologna, con i quali il dialogo -sia in fase di progetto che di esecuzione -è sempre risultato ricco di suggerimenti tecnicamente e culturalmente proficui. Se è vero, come scrisse Gian Lorenzo Bernini, che l'architettura è, prima di tutto, «fondata sul disegno» devo dire grazie a chi ha collaborato con me nella redazione di una gran quantità di elaborati grafici: Marco Fanelli, Giorgio Laghi, Daniele Mongardi, Sara Savorani e infine mio figlio andrea, instancabile redattore di disegni al computer nonché mio collaboratore in cantiere. Questo libro, sostenuto fin dalla prima ideazione dal vescovo mons. Claudio Stagni, non avrebbe avuto il respiro cui aspirava senza il contributo critico e scientifico della storica dell'arte anna Tambini che ringrazio di cuore per aver accettato di redigere il catalogo delle opere esposte nella Sala Superior del Palazzo Episcopale e di rileggere le sopravvissute porzioni degli affreschi trecenteschi il cui restauro è stato sapientemente condotto da Maria Letizia antoniacci e Simona Versiglia. L'elenco delle altre persone cui, a partire da tutto il personale della Curia diocesana, devo porgere un sentito ringraziamento è particolarmente lungo: Claudio Casadio e Mimma Manfredi della Pinacoteca Comunale, Giorgio Bassi, Giorgio Cicognani e Marco Mazzotti della Biblioteca Manfrediana, Claudia Casali, direttrice del Museo internazionale delle Ceramiche, don ruggero Benericetti, mons. Elvio Chiari, mons. Mariano Faccani Pignatelli, don ugo Facchini, mons. romano ricci e Marco Cavina che ha realizzato gran parte degli scatti fotografici contenuti in questo libro. Essi si affiancano a un buon numero di fotografie che ho personalmente scattato, in questi ultimi due anni, peregrinando fra roma, il Piemonte, il Veneto, l'Emilia e la Toscana alla ricerca di eventuali affinità fra la storia della cultura artistica faentina e la più grande storia del nostro paese.
Il Regno- Bologna, 2014
Lo spazio e l'opera d'arte. L'Eremo di Camaldoli. Porta speciosa, porta filosofica L'arte sacra e... more Lo spazio e l'opera d'arte. L'Eremo di Camaldoli. Porta speciosa, porta filosofica L'arte sacra esposta: tra chiese e musei ESTRATTO i l r e G n oa t t u a l i t à 1 0 / 2 0 1 4 349 S Le opere e i luoghi studio del mese I m u s e i e l ' a r t e s a c r a «Lo spazio lega l'opera al mondo; senza questo spazio l'opera è orfana» (C. Parmiggiani). Tanto più le opere d'arte sacra, concepite in stretto legame con la liturgia e i suoi luoghi, ma spesso spostatea volte, ma non sempre, per necessità legate alla loro conservazione -per essere ricollocate in musei o altri spazi espositivi. Pur non potendo ricomporre queste antiche relazioni, come permettere alle opere d'arte sacra di «prendere dimora» nei nuovi contesti museali, consentendo ai fruitori di coglierne la bellezza, che nel frammento svela un'epifania del divino? Diversi approcci sono stati tentati, dalla museografia razionale di Albini a quella lirica di Scarpa, a quelle più didattiche oppure più poetiche, come nel caso recente di Olmi a Brera. Perché mantenere viva la relazione tra passato, presente e futuro non è altro che declinare in senso dinamico la tradizione cristiana. Come fa la nuova Porta speciosa dell'Eremo di Camaldoli, realizzata da Claudio Parmiggiani e inaugurata nel 2013 per i mille anni di fondazione della comunità camaldolese. H a suscitato curiosità e stupore la frase di papa Francesco: «San Pietro non aveva una banca». Il senso di queste parole riferite all'Istituto per le opere di religione (IOR) è apparso chiarissimo nel suo evangelico intento di riforma. Parafrasando l'inciso papale si potrebbe però aggiungere che san Pietro non aveva nemmeno uno stato, un Pontificio consiglio per la cultura e un Ufficio per i beni culturali ecclesiastici. Tanto meno il primo papa, fedele alla regola aniconica della tradizione ebraica, mostrò -come tanti altri dopo di lui -qualche interesse per l'arte. Anche quando il linguaggio delle immagini entrò a pieno titolo nelle comunità dei credenti in Gesù (il Figlio di Dio rappresentabile in figura proprio perché incarnato), l'arte cristiana non godette di uno statuto autonomo rispetto alla liturgia e alla catechesi.
Religion and Museums, 2013
Carlo Ossola recensione Trittico Giorgio Gualdrini - Avvenire 9 9 2024, 2024
Carlo Ossola recensione Trittico Giorgio Gualdrini - Avvenire 9 9 2024
Il resto del Carlino Bologna Intervista G. Gualdrini, 2024
Il resto del Carlino Bologna Intervista a GIORGIO GUALDRINI -Trittico delle cose ultime - Present... more Il resto del Carlino Bologna Intervista a GIORGIO GUALDRINI -Trittico delle cose ultime - Presentazione a BOLOGNA
Corriere di Romagna- Intervista a Giorgio Gualdrini sul Trittico, 2023
Corriere di Romagna- Intervista a Giorgio Gualdrini sul Trittico delle cose ultime
Recensione di Eraldo Affinati , 2023
Recensione di Eraldo Affinati a "Trittico delle cose ultime. Grunewald, Holbein, Raffaello" di Gi... more Recensione di Eraldo Affinati a "Trittico delle cose ultime. Grunewald, Holbein, Raffaello" di Giorgio Gualdrini
Guida Architettura contemporanea Emilia Romagna
Guida Architettura Contemporanea Emilia Romagna - Progetto di alloggi di edilizia residenziale pu... more Guida Architettura Contemporanea Emilia Romagna - Progetto di alloggi di edilizia residenziale pubblica
Intervista a Giorgio Gualdrini su TRITTICO DELLE COSE ULTIME - Nuovo Diario
Il Piccolo, 2019
Questo breve articolo presenta la seconda versione dell'adeguamento liturgico della Cattedrale di... more Questo breve articolo presenta la seconda versione dell'adeguamento liturgico della Cattedrale di Faenza realizzato dall’arch. Giorgio Gualdrini. Dopo una prima sperimentazione, lo stesso architetto ha proposto al vescovo di Faenza mons. Mario Toso di apportare una modifica nel posizionamento della cattedra episcopale. Tale proposta è stata favorevolmente accolta ed eseguita nel dicembre 2018
Adeguamento liturgico della Cattedrale di Faenza - 2014-
Il saggio, pubblicato sulla rivista Arte Cristiana, presenta la prima versione dell'adeguamento l... more Il saggio, pubblicato sulla rivista Arte Cristiana, presenta la prima versione dell'adeguamento liturgico della Cattedrale di Faenza eseguito dall'arch. Giorgio Gualdrini nel 2014. Dopo quattro anni di sperimentazione, lo stesso architetto ha proposto al vescovo di Faenza mons. Mario Toso di apportare una modifica nel posizionamento della cattedra episcopale. Tale proposta, resa possibile dalla reversibilità dei poli liturgici, è stata favorevolmente accolta ed eseguita nel dicembre 2018.
Nobile semplicità. Adeguamento liturgico , 2016
Si presenta qui l'adeguamento liturgico della Chiesa di Santa Lucia delle Spianate in diocesi di ... more Si presenta qui l'adeguamento liturgico della Chiesa di Santa Lucia delle Spianate in diocesi di Faenza (provincia di Ravenna).
Ricordando don Achille. Brisighella al Cardinale Achille Silvestrini, 2021
Un ricordo di don Achille Silvestrini
27 alloggi di Edilizia Residenziale pubblica - Almanacco di Casabella
Realizzazione di 27 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica in fregio alle antiche mura del cen... more Realizzazione di 27 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica in fregio alle antiche mura del centro storico di Faenza
Recupero di un sottotetto nel centro storico di Bagnacavallo
Percorso di ristrutturazione di una casa nel centro storico di Bagnacavallo, Ravenna
Una mandorla tra chiesa e quartiere
L'architettura di un edificio polifunzionale tra chiesa e quartiere
Sulle Antiche Mura di Faenza
progetto di recupero di una casa unifamiliare anni '60 nel centro storico di Faenza.
Mi piace cominciare soffermandomi un attimo sulle parole-chiave contenute nel titolo della comuni... more Mi piace cominciare soffermandomi un attimo sulle parole-chiave contenute nel titolo della comunicazione che mi avete assegnato.
Luigi Timoncini: dipingere l'assente, 2019
Appunti per un'urbanistica raccontata ai ragazzi , 1990
Uno studio del 1990
Museo Arte sacra Città, 2012
Le persone che devo ringraziare sono molte e, per problemi di spazio, non posso nominarle tutte. ... more Le persone che devo ringraziare sono molte e, per problemi di spazio, non posso nominarle tutte. Le ho incontrate, beneficiando della loro professionalità e della loro attenzione, sia nel corso della mia conduzione del cantiere del Museo Diocesano di Faenza che durante la scrittura di questo libro. il cantiere e il libro si sono infatti intrecciati nei luoghi e nei tempi. non sono un ricercatore di antiche carte. Di questa figura so di non possedere il puntiglio filologico che deriva da una specifica competenza professionale. So peraltro che soltanto quel puntiglio porta a scrutare per il verso giusto le fonti scritte e le opere. anche se non frequento mai gli archivi in questa occasione ho voluto farlo per consultare non pochi documenti sulla storia di Faenza e della sua chiesa locale a partire dal secondo millennio. Dopo gli anni lontani del liceo non avevo più letto quasi nulla nella lingua di roma e del medioevo cristiano e devo confessare che ho trovato abbastanza singolare calarmi, per una volta, nei panni di un architetto che per adolf Loos non era altro che «un muratore che sa il latino». ogni cantiere deve molto a chi sa lavorare con le mani; tanto più un cantiere di restauro. anche il lavoro che qui si presenta non sarebbe giunto a buon fine se molte abilità manuali non si fossero incrociate negli spazi del Museo Diocesano di Faenza. Per questo motivo, prima di ogni altro, ringrazio tutte le maestranze che hanno portato il loro indispensabile contributo al compimento dell'opera consegnata alla Diocesi nel novembre del 2011. Fra queste un particolare ringraziamento vada al capo-cantiere Gino Scarfò. non posso poi non ringraziare l'architetto Emilio roberto agostinelli, funzionario della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di ravenna, e la dottoressa anna Colombi Ferretti, funzionaria della Soprintendenza per i beni storici e artistici di Bologna, con i quali il dialogo -sia in fase di progetto che di esecuzione -è sempre risultato ricco di suggerimenti tecnicamente e culturalmente proficui. Se è vero, come scrisse Gian Lorenzo Bernini, che l'architettura è, prima di tutto, «fondata sul disegno» devo dire grazie a chi ha collaborato con me nella redazione di una gran quantità di elaborati grafici: Marco Fanelli, Giorgio Laghi, Daniele Mongardi, Sara Savorani e infine mio figlio andrea, instancabile redattore di disegni al computer nonché mio collaboratore in cantiere. Questo libro, sostenuto fin dalla prima ideazione dal vescovo mons. Claudio Stagni, non avrebbe avuto il respiro cui aspirava senza il contributo critico e scientifico della storica dell'arte anna Tambini che ringrazio di cuore per aver accettato di redigere il catalogo delle opere esposte nella Sala Superior del Palazzo Episcopale e di rileggere le sopravvissute porzioni degli affreschi trecenteschi il cui restauro è stato sapientemente condotto da Maria Letizia antoniacci e Simona Versiglia. L'elenco delle altre persone cui, a partire da tutto il personale della Curia diocesana, devo porgere un sentito ringraziamento è particolarmente lungo: Claudio Casadio e Mimma Manfredi della Pinacoteca Comunale, Giorgio Bassi, Giorgio Cicognani e Marco Mazzotti della Biblioteca Manfrediana, Claudia Casali, direttrice del Museo internazionale delle Ceramiche, don ruggero Benericetti, mons. Elvio Chiari, mons. Mariano Faccani Pignatelli, don ugo Facchini, mons. romano ricci e Marco Cavina che ha realizzato gran parte degli scatti fotografici contenuti in questo libro. Essi si affiancano a un buon numero di fotografie che ho personalmente scattato, in questi ultimi due anni, peregrinando fra roma, il Piemonte, il Veneto, l'Emilia e la Toscana alla ricerca di eventuali affinità fra la storia della cultura artistica faentina e la più grande storia del nostro paese.
Il Regno- Bologna, 2014
Lo spazio e l'opera d'arte. L'Eremo di Camaldoli. Porta speciosa, porta filosofica L'arte sacra e... more Lo spazio e l'opera d'arte. L'Eremo di Camaldoli. Porta speciosa, porta filosofica L'arte sacra esposta: tra chiese e musei ESTRATTO i l r e G n oa t t u a l i t à 1 0 / 2 0 1 4 349 S Le opere e i luoghi studio del mese I m u s e i e l ' a r t e s a c r a «Lo spazio lega l'opera al mondo; senza questo spazio l'opera è orfana» (C. Parmiggiani). Tanto più le opere d'arte sacra, concepite in stretto legame con la liturgia e i suoi luoghi, ma spesso spostatea volte, ma non sempre, per necessità legate alla loro conservazione -per essere ricollocate in musei o altri spazi espositivi. Pur non potendo ricomporre queste antiche relazioni, come permettere alle opere d'arte sacra di «prendere dimora» nei nuovi contesti museali, consentendo ai fruitori di coglierne la bellezza, che nel frammento svela un'epifania del divino? Diversi approcci sono stati tentati, dalla museografia razionale di Albini a quella lirica di Scarpa, a quelle più didattiche oppure più poetiche, come nel caso recente di Olmi a Brera. Perché mantenere viva la relazione tra passato, presente e futuro non è altro che declinare in senso dinamico la tradizione cristiana. Come fa la nuova Porta speciosa dell'Eremo di Camaldoli, realizzata da Claudio Parmiggiani e inaugurata nel 2013 per i mille anni di fondazione della comunità camaldolese. H a suscitato curiosità e stupore la frase di papa Francesco: «San Pietro non aveva una banca». Il senso di queste parole riferite all'Istituto per le opere di religione (IOR) è apparso chiarissimo nel suo evangelico intento di riforma. Parafrasando l'inciso papale si potrebbe però aggiungere che san Pietro non aveva nemmeno uno stato, un Pontificio consiglio per la cultura e un Ufficio per i beni culturali ecclesiastici. Tanto meno il primo papa, fedele alla regola aniconica della tradizione ebraica, mostrò -come tanti altri dopo di lui -qualche interesse per l'arte. Anche quando il linguaggio delle immagini entrò a pieno titolo nelle comunità dei credenti in Gesù (il Figlio di Dio rappresentabile in figura proprio perché incarnato), l'arte cristiana non godette di uno statuto autonomo rispetto alla liturgia e alla catechesi.
Religion and Museums, 2013
NAUTILUS, 2023
Partendo da uno sguardo sulle città di Faenza, Dresda e Berlino, il saggio affronta il tema della... more Partendo da uno sguardo sulle città di Faenza, Dresda e Berlino, il saggio affronta il tema della ricostruzione di architetture distrutte da eventi naturali o da conflitti armati. Il motto di una "ricostruzione com'era e dov'era" fu elaborato in seguito al crollo del campanile di San Marco a Venezia, avvenuto il 14 luglio del 1902
Fra restauro e museografia religiosa, 2015
Adeguare o distruggere? Note in margine all'adeguamento liturgico , 2014
Nel Proemio della seconda parte delle vite, dopo una fugace evocazione delle figure di Mirone, Ze... more Nel Proemio della seconda parte delle vite, dopo una fugace evocazione delle figure di Mirone, Zeusi, Polignoto, Timante, Ethione, Nicomano, Protogene e apelle, dei quali «è ogni cosa perfetta e bellissima», Giorgio Vasari invita il lettore a venire «a' tempi nostri, dove abbiamo l'occhio assai migliore guida e giudice che non è l'orecchio» 1 . La parola scritta, seppur letta con gli occhi, è come se fosse ascoltata con gli orecchi. studiare è, in qualche modo, un ascoltare. Leggere ciò che è stato scritto sulla storia e sulla forma di un oggetto (un'architettura, un dipinto, una scultura) non di rado aiuta a scrutare quell'oggetto più in profondità affinando i giudizi altrimenti esposti all'appagata superficialità dei sensi.
TRITTICO DELLE COSE ULTIME. Grünewald, Holbein, Raffaello, 2023
Capita raramente che nello stesso libro si intreccino le vicende e i ricordi personali con la cri... more Capita raramente che nello stesso libro si intreccino le vicende e i ricordi personali con la critica letteraria e artistica, la teologia con la filosofia, la Bibbia con la storia civile: e il tutto con un'accuratezza, una documentazione e una scorrevolezza eccezionali. Leggendo questo volume dell'architetto Giorgio Gualdrini, ho pensato più volte al genere letterario dello "Zibaldone"; genere che, a dispetto del senso peggiorativo assunto dal termine, indica leopardianamente una raccolta densa di pensieri fondati, suggestivi e stimolanti; oggi si direbbe un brainstorming. Questo volume attiva il cervello e il cuore, emoziona e commuove, fa riflettere e ragionare. Lo si può leggere anche come una raccolta di "trattatelli", di nuovo in senso totalmente positivo: ciascun capitolo infatti tratta in maniera monografica un argomento, per cui il lettore interessato ad un tema specifico lo può leggere anche come se fosse un volumetto a sé stante. ⦋…⦌ Ciascun lettore, come sappiamo bene dall'ermeneutica filosofica antica e moderna, mette anche sé stesso nel testo che legge. L'autore, certamente, ne è il padre; ma poi il testo è un figlio che incontra tanti amici, i quali ne attivano significati e intenzioni che sfuggono allo stesso padre. ⦋…⦌ Il fascino drammatico della Crocifissione di Grünewald a Colmar, insieme alla Madonna Sistina di Raffaello a Dresda e al Cristo nella tomba di Hans Holbein a Basilea, magistralmente scandagliati dall'autore di questo libro, in compagnia di centinaia di altre opere menzionate e inquadrate, spesso con poche incisive parole, rende l'opera dell'architetto Gualdrini un poema della bellezza sofferente.
(dalla prefazione di Erio Castellucci, arcivescovo di Modena, e vicepresidente della C.E.I.)
Ritornare ad Itaca? Un progetto di recupero nel centro storico di Faenza
Libro sui lavori di restauro di un isolato di origine medievale nel centro storico di Faenza
I linguaggi del rito, 1995
Mi piace cominciare soffermandomi un attimo sulle parole-chiave contenute nel titolo della comuni... more Mi piace cominciare soffermandomi un attimo sulle parole-chiave contenute nel titolo della comunicazione che mi avete assegnato. Spazio Spazio deriva dal latino spatium, collegabile con patere che significa "essere manifesto". Le cose manifeste non esistono al di fuori dello spazio concreto; dovremmo dire: fuori dallo "spazio finito", dalla terra.