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Papers by Federico Guglielmo

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Dal punto di vista ecdotico-filologico, i problemi principali che la critica ha dovuto affrontare... more Dal punto di vista ecdotico-filologico, i problemi principali che la critica ha dovuto affrontare durante i secoli sono stati essenzialmente due: l'attribuzione della novella e la sua datazione. Per quanto riguarda l'attribuzione dopo una prima fase, cinquecentesca, di discussione e confronto, si è arrivati ad una soluzione che mette d'accordo tutti gli addetti ai lavori. Ancora aperto è invece il dibattito sulla datazione della novella, che vede gli studiosi divisi. Oggi noi possediamo l'autografo, il BR (Banco Rari) 240, conservato alla Biblioteca Laurenziana di Firenze, un codice su cui il Machiavelli ha trascritto di sua mano oltre alla novella di Belfagor, la seconda redazione del volgarizzamento dell'Andria di Terenzio e il poemetto in ottava rima intitolato Serenata. L'autografo, che attesta la paternità machiavelliana della novella, è rimasto però sconosciuto fino al XVII secolo, quando fu recuperato da Simone Berti, autore, tra l'altro, di alcune modifiche ed emendazioni sul manoscritto. Dalla morte di Machiavelli fino ad allora la novella di Belfagor ha vissuto un travagliata storia editoriale: apparve per la prima volta all' interno delle Rime et prose volgari di monsignor Giovanni Brevio 1 . Il Brevio, prete e letterato veneziano, compie una vera e propria operazione di plagio ed inserisce il rifacimento machiavelliano all'interno di un opera miscellanea che comprendeva, tra le tante cose, anche traduzioni di orazioni di Isocrate, canzonette amorose ed altre novelle. Benché Brevio stesso parli, riguardo alla sua opera, di "giovanili fatiche" il plagio non passò inosservato ai contemporanei. L'editore fiorentino Francesco Doni infatti, in una lettera a Francesco Revesla, rivela una lunga lista di opere che è in procinto di stampare, tra le quali "Novelle et altre prose di messer

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Dal punto di vista ecdotico-filologico, i problemi principali che la critica ha dovuto affrontare... more Dal punto di vista ecdotico-filologico, i problemi principali che la critica ha dovuto affrontare durante i secoli sono stati essenzialmente due: l'attribuzione della novella e la sua datazione. Per quanto riguarda l'attribuzione dopo una prima fase, cinquecentesca, di discussione e confronto, si è arrivati ad una soluzione che mette d'accordo tutti gli addetti ai lavori. Ancora aperto è invece il dibattito sulla datazione della novella, che vede gli studiosi divisi. Oggi noi possediamo l'autografo, il BR (Banco Rari) 240, conservato alla Biblioteca Laurenziana di Firenze, un codice su cui il Machiavelli ha trascritto di sua mano oltre alla novella di Belfagor, la seconda redazione del volgarizzamento dell'Andria di Terenzio e il poemetto in ottava rima intitolato Serenata. L'autografo, che attesta la paternità machiavelliana della novella, è rimasto però sconosciuto fino al XVII secolo, quando fu recuperato da Simone Berti, autore, tra l'altro, di alcune modifiche ed emendazioni sul manoscritto. Dalla morte di Machiavelli fino ad allora la novella di Belfagor ha vissuto un travagliata storia editoriale: apparve per la prima volta all' interno delle Rime et prose volgari di monsignor Giovanni Brevio 1 . Il Brevio, prete e letterato veneziano, compie una vera e propria operazione di plagio ed inserisce il rifacimento machiavelliano all'interno di un opera miscellanea che comprendeva, tra le tante cose, anche traduzioni di orazioni di Isocrate, canzonette amorose ed altre novelle. Benché Brevio stesso parli, riguardo alla sua opera, di "giovanili fatiche" il plagio non passò inosservato ai contemporanei. L'editore fiorentino Francesco Doni infatti, in una lettera a Francesco Revesla, rivela una lunga lista di opere che è in procinto di stampare, tra le quali "Novelle et altre prose di messer