Cristian Izzo - Academia.edu (original) (raw)
Papers by Cristian Izzo
Il suici-Dio aveva negli occhi 24 anni, una strana parlata da uomo del Mediterraneo e nella memor... more Il suici-Dio aveva negli occhi 24 anni, una strana parlata da uomo del Mediterraneo e nella memoria di tutti egli era stato il primo a formulare una incapacità di distinguere i fattori climatici a seconda delle percezioni sensoriali. Egli conosceva gli inverni, solo come inverni del pensiero e la primavera soltanto come fioritura intellettuale: aveva in sé la forza di trasferire le stagioni tutte nelle sue ore e così il giorno che muore egli lo chiamava estate e l'alba era un inverno, il meriggio era un autunno, il vespro primavera. Ed egli aveva non sempre quest'ordine, non sempre giorni o notti, disperazioni e malinconie: egli poneva sopra ogni cosa il sentimento del sentire -e ciò che sentiva inverno, mutava lui ad inverno ; e ciò che sentiva notte, egli mutava in notte.
Il creatore dei creatori.
Drafts by Cristian Izzo
aveva negli occhi 24 anni, una strana parlata da uomo del Mediterraneo e nella memoria di tutti e... more aveva negli occhi 24 anni, una strana parlata da uomo del Mediterraneo e nella memoria di tutti egli era stato il primo a formulare una incapacità di distinguere i fattori climatici a seconda delle percezioni sensoriali. Egli conosceva gli inverni, solo come inverni del pensiero e la primavera soltanto come fioritura intellettuale: aveva in sé la forza di trasferire le stagioni tutte nelle sue ore e così il giorno che muore egli lo chiamava estate e l'alba era un inverno, il meriggio era un autunno, il vespro primavera. Ed egli aveva non sempre quest'ordine, non sempre giorni o notti, disperazioni e malinconie: egli poneva sopra ogni cosa il sentimento del sentire-e ciò che sentiva inverno, mutava lui ad inverno ; e ciò che sentiva notte, egli mutava in notte. Non vi erano in quei tempi che alcuni dei; e tutti loro invocavano loro stessi ed a loro volta ed insieme ad altri dei superiori, moltiplicando e capovolgendo la preghiera come nella rotazione ellissoidale di uno specchio o di più lamiere di metallo tirate a lucido. In questa continua espansione del canto al superiore, egli tese invece a guardarsi in basso seguendo quel moto che poco prima lo aveva redarguito a conoscitore di mondi, laddove nulla di quello che è conosciuto può essere oggetto della conoscenza e della appartenenza a questa o quest'altra cultura, era pervenuto per questo ad un sentimento del sentire che non era più soltanto inquisitore dello spazio-tempo, ma anche della matrice di ogni spazio ed ogni tempo. E vi era in questa sua espressione quanto mai lontana un non so che di felice, come se fosse proprio lui quell'uomo che tradendo se stesso, scopre se stesso esser tradito e se ne sorprende, nel trovarsi capace di perdono.
Guardava e non disperava, giacché la disperazione che per tutta la vita lo aveva posseduto solo n... more Guardava e non disperava, giacché la disperazione che per tutta la vita lo aveva posseduto solo nei momenti di grande smarrimento sociale, adesso che stava cadendo fisicamente "come corpo morto cade", latitava. Non poteva che pensare alla "teoria delle stringhe" e ad Hawking e a quanto di Hawking ci fosse in quella frase di Dante-come corpo morto cade. Come corpo morto cade. Come morto corpo cade. Egli non riusciva a figurarsi la caduta fisica del poeta: poteva immaginarne la caduta ideologica e-se ci fosse stata-quella letteraria, ma in nessun modo aveva la capacità di visualizzare la caduta fisica del corpo del poeta. Non riusciva più a vedere nulla che fosse materiale, corporeo-nulla esiste tranne ciò che non è. Era finito in un altro poeta. Un poeta conduce sempre ad un altro poeta. Ma ora era troppo presto per la poesia e troppo tardi per il corpo, vi era una altra urgenza: stava piombando giù. Dovette soccorrersi, per potersi comprendere come corpo precipitato, pensando alle stelle-come corpo morto cade-le stelle. Loro le cadute per eccellenza; loro le cadenti per desiderio: quei corpi così fissi, caduti, o perduti, o spenti-luminosissimamente-ancora e ancora e ancora. Per comprendere un corpo che cade, bisogna guardare alle stelle immote. In-moto/immoto, l'orale suggerisce tutto quello che la scrittura frammenta: la letteratura é piombare giù. La vita è orale. Come corpo morto cade: per lui che piombava giù, si ripresentava la necessità di avere un corpo, dimenticato, castrato, espulso,esautorato, svissuto, curato ed amato-dunque totalmente ignorato. Il suo piombare ed il suo schianto sopra ogni cosa, non poteva e doveva essere ideologico; conveniva che fosse uno schianto fisico, quantistico, biologico, fisiologico.
Il suici-Dio aveva negli occhi 24 anni, una strana parlata da uomo del Mediterraneo e nella memor... more Il suici-Dio aveva negli occhi 24 anni, una strana parlata da uomo del Mediterraneo e nella memoria di tutti egli era stato il primo a formulare una incapacità di distinguere i fattori climatici a seconda delle percezioni sensoriali. Egli conosceva gli inverni, solo come inverni del pensiero e la primavera soltanto come fioritura intellettuale: aveva in sé la forza di trasferire le stagioni tutte nelle sue ore e così il giorno che muore egli lo chiamava estate e l'alba era un inverno, il meriggio era un autunno, il vespro primavera. Ed egli aveva non sempre quest'ordine, non sempre giorni o notti, disperazioni e malinconie: egli poneva sopra ogni cosa il sentimento del sentire -e ciò che sentiva inverno, mutava lui ad inverno ; e ciò che sentiva notte, egli mutava in notte.
Il creatore dei creatori.
aveva negli occhi 24 anni, una strana parlata da uomo del Mediterraneo e nella memoria di tutti e... more aveva negli occhi 24 anni, una strana parlata da uomo del Mediterraneo e nella memoria di tutti egli era stato il primo a formulare una incapacità di distinguere i fattori climatici a seconda delle percezioni sensoriali. Egli conosceva gli inverni, solo come inverni del pensiero e la primavera soltanto come fioritura intellettuale: aveva in sé la forza di trasferire le stagioni tutte nelle sue ore e così il giorno che muore egli lo chiamava estate e l'alba era un inverno, il meriggio era un autunno, il vespro primavera. Ed egli aveva non sempre quest'ordine, non sempre giorni o notti, disperazioni e malinconie: egli poneva sopra ogni cosa il sentimento del sentire-e ciò che sentiva inverno, mutava lui ad inverno ; e ciò che sentiva notte, egli mutava in notte. Non vi erano in quei tempi che alcuni dei; e tutti loro invocavano loro stessi ed a loro volta ed insieme ad altri dei superiori, moltiplicando e capovolgendo la preghiera come nella rotazione ellissoidale di uno specchio o di più lamiere di metallo tirate a lucido. In questa continua espansione del canto al superiore, egli tese invece a guardarsi in basso seguendo quel moto che poco prima lo aveva redarguito a conoscitore di mondi, laddove nulla di quello che è conosciuto può essere oggetto della conoscenza e della appartenenza a questa o quest'altra cultura, era pervenuto per questo ad un sentimento del sentire che non era più soltanto inquisitore dello spazio-tempo, ma anche della matrice di ogni spazio ed ogni tempo. E vi era in questa sua espressione quanto mai lontana un non so che di felice, come se fosse proprio lui quell'uomo che tradendo se stesso, scopre se stesso esser tradito e se ne sorprende, nel trovarsi capace di perdono.
Guardava e non disperava, giacché la disperazione che per tutta la vita lo aveva posseduto solo n... more Guardava e non disperava, giacché la disperazione che per tutta la vita lo aveva posseduto solo nei momenti di grande smarrimento sociale, adesso che stava cadendo fisicamente "come corpo morto cade", latitava. Non poteva che pensare alla "teoria delle stringhe" e ad Hawking e a quanto di Hawking ci fosse in quella frase di Dante-come corpo morto cade. Come corpo morto cade. Come morto corpo cade. Egli non riusciva a figurarsi la caduta fisica del poeta: poteva immaginarne la caduta ideologica e-se ci fosse stata-quella letteraria, ma in nessun modo aveva la capacità di visualizzare la caduta fisica del corpo del poeta. Non riusciva più a vedere nulla che fosse materiale, corporeo-nulla esiste tranne ciò che non è. Era finito in un altro poeta. Un poeta conduce sempre ad un altro poeta. Ma ora era troppo presto per la poesia e troppo tardi per il corpo, vi era una altra urgenza: stava piombando giù. Dovette soccorrersi, per potersi comprendere come corpo precipitato, pensando alle stelle-come corpo morto cade-le stelle. Loro le cadute per eccellenza; loro le cadenti per desiderio: quei corpi così fissi, caduti, o perduti, o spenti-luminosissimamente-ancora e ancora e ancora. Per comprendere un corpo che cade, bisogna guardare alle stelle immote. In-moto/immoto, l'orale suggerisce tutto quello che la scrittura frammenta: la letteratura é piombare giù. La vita è orale. Come corpo morto cade: per lui che piombava giù, si ripresentava la necessità di avere un corpo, dimenticato, castrato, espulso,esautorato, svissuto, curato ed amato-dunque totalmente ignorato. Il suo piombare ed il suo schianto sopra ogni cosa, non poteva e doveva essere ideologico; conveniva che fosse uno schianto fisico, quantistico, biologico, fisiologico.