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Teaching Documents by La Scuola delle Donne®

Research paper thumbnail of Matilde di Magdeburgo e l'erotismo mistico medievale

La Scuola delle Donne®, 2024

Mechthild von Magdeburg, in italiano Matilde di Magdeburgo, nacque nel 1207 in Sassonia, uno dei ... more Mechthild von Magdeburg, in italiano Matilde di Magdeburgo, nacque nel 1207 in Sassonia, uno dei principati che costituivano all'epoca la Germania, nove anni dopo Hildegard von Bingen la quale pure nacque in Germania e pure vedeva "la fiamma che non brucia" o, come la chiamò Mechthild, "luce fluente". Fu beghina e scrisse il suo libro principale in basso tedesco. Il titolo, “La luce fluente della divinità” dove lei semplicemente raccontava su fogli volanti le sue visioni e i suoi momenti di estasi e rapimento mistico paragonabili a veri e propri orgasmi. I suoi scritti sui fogli furono poi organizzati in un libro che fu tradotto dal basso all’ alto tedesco e poi in latino e probabilmente fu quest’ultima versione che portò l’opera di Mechthild a conoscenza di Dante Alighieri. Verso i sessant'anni, a causa delle visioni di fuoco che aveva e del suo modo di scrivere così diretto ed “erotico” fu allontanata dal beghinaggio di Magdeburgo dopo aver ricevuto minacce e pressioni dai monaci che erano imbarazzati da questo suo linguaggio sensuale. Si rifugiò nel monastero di Helfta

Research paper thumbnail of Sichelgaita Trotula e Matilde vite intrecciate di tre grandi donne italiche

La Scuola delle Donne®, 2024

Sichelgaita di Salerno e Matilde di Toscana il giglio e la melagrana vite parallele delle due gra... more Sichelgaita di Salerno e Matilde di Toscana il giglio e la melagrana vite parallele delle due grandi regine italiche medievali e di Trotula de' Ruggiero medica salernitana. Nel corso dell'anno 1000 si incrociarono i destini di grandissime donne che, con coraggio determinazione, lucidità, furono guide e regine della loro gente. Le loro vite scorsero parallele interfacciandosi di quando in quando tra le mura dei palazzi papali. Furono Matilde di Toscana e Sichelgaita di Salerno figlie di due altrettanto grandi principi: Bonifacio granduca di Toscana che dominava il centro e nord Italia fino alla Francia e Guaimario principe di Salerno che regnava sull'intero sud incluse Puglie e Calabrie. I due principi, entrambi di stirpe longobarda, morirono assassinati nello stesso anno, il 1052. Le loro straordinarie figlie portarono avanti il loro lignaggio. Sichelgaita fu allieva e pupilla della grande medica salernitana Trotula de Ruggieri che la accompagnò nei suoi momenti più importanti

Research paper thumbnail of Helena Roerich la somma filosofa e mistica russa

La Scuola delle Donne®, 2024

Helena dipinta da suo marito Nicolai Roerich Helena Ivanovna Roerich, nata Shaposhnikova (San Pie... more Helena dipinta da suo marito Nicolai Roerich Helena Ivanovna Roerich, nata Shaposhnikova (San Pietroburgo 1879-Kalimpong, India 1955) fu filosofa esoterica e scrittrice russa. Da parte di madre, Helena Ivanovna era una lontana parente del compositore russo M.P. Musorgskij Ha affermato di aver ricevuto messaggi dal Mahatma Moriah utilizzando la chiarudienza. Sulla base delle annotazioni del diario di Helena Roerich, è stata pubblicata una serie di libri sull'insegnamento religioso e filosofico dell'"Etica vivente" ("Agni Yoga"). Nel 1994, il Consiglio dei vescovi della Chiesa ortodossa russa ha scomunicato lei e i seguaci dell'insegnamento "Agni Yoga" di Helena Roerich. Autrice del libro "Fondamenti del Buddismo", ha tradotto in russo due volumi della "Dottrina Segreta" di Helena Blavatsky. Le idee delineate da Helena Roerich in Agni Yoga hanno avuto una forte influenza sulla formazione e sullo sviluppo della spiritualità non ortodossa in Russia.

Research paper thumbnail of Emily Carr pittrice viaggiatrice-antropologa e le custodi dei totem

La Scuola delle Donne®, 2024

Inizialmente il soggetto artistico che voleva rappresentare era la vita nei villaggi nativi, nell... more Inizialmente il soggetto artistico che voleva rappresentare era la vita nei villaggi nativi, nella natura incontaminata. Tuttavia, dovendo spingersi verso le riserve a causa dell'avanzamento industriale che urbanizzava rapidamente il paesaggio e l'animo umano, Emily iniziò a frequentare le comunità indigene e fu lì che incontrò i primi totem. La potenza creativa dell'arte nativa la folgorò e nelle figure rappresentate riconobbe finalmente il modo in cui voleva fare arte, risvegliandole il desiderio di studiare per immortalare la tradizione indigena.
Scrisse: <L'arte indiana allargò il mio sguardo, allentò la rigidità formale che avevo imparato nelle scuole inglesi. [...] L'indiano colse per primo l'intensità interiore del suo soggetto, si diresse verso l'esterno, verso le superfici. La sua concezione spirituale la seppellì in profondità nel legno che stava per scolpire. [...] Il popolo indiano e la sua arte mi hanno toccato profondamente>.
Dal 1907 iniziò così il suo progetto esplorativo dei villaggi delle Prime Nazioni tra le comunità indigene canadesi, per documentare i pali totemici nei suoi quadri, con l'intento di preservare l'arte di una cultura in rapido declino, soppiantata dal meccanismo perverso della colonizzazione e dalla devastazione perpetuata dall'uomo bianco – che come Scuola delle Donne® abbiamo più volte descritto ed evidenziato, in particolar modo proponendo la lettura delle opere di Rosa Luxemburg e Rose Wilder.

Research paper thumbnail of Le esploratrici (grandi viaggiatrici II parte) Daisy Bates, Mary Kingsley e Gertrude Bell

La Scuola delle Donne®, 2024

A metà dell’800, a pochi anni e pochi chilometri di distanza l’una dall’altra, vennero al mondo t... more A metà dell’800, a pochi anni e pochi chilometri di distanza l’una dall’altra, vennero al mondo tre donne che avrebbero dedicato la loro vita a comprendere e trasmettere la cultura di alcuni tra i popoli nativi più complessi e contestati. Queste donne decisero non di viaggiare ma di vivere tra la gente che studiavano, condividendo il loro stile di vita e comprendendoli tanto a fondo da poter diventare ambasciatrici dei loro diritti nel mondo. Stiamo parlando di Daisy Bates che dall’Irlanda si trasferì in Australia con gli aborigeni, di Mary Kingsley che dall’Inghilterra attraversò l’Africa nera e ne studiò le etnie più feroci e di Gertrude Bell che visse tra le popolazioni nomadi del nord Africa e del deserto arabico.

Research paper thumbnail of Le guaritrici del Sannio: le antiche radici delle donne medicina sannite

La Scuola delle Donne®, 2024

Il Sannio è il territorio dell'Italia cento-meridionale che, dalla Majella, la Montagna Madre, si... more Il Sannio è il territorio dell'Italia cento-meridionale che, dalla Majella, la Montagna Madre, si apre verso sud arrivando alla Puglia, alla Basilicata e alla Campania, passando per Abruzzo, Lazio e Molise. Sono soprattutto le donne che ancora praticano le arti di guarigione e, fino a qualche decennio fa, ogni paese aveva anche più figure di riferimento, generalmente ognuna con compiti e poteri diversi. La loro arte sta nel percepire ciò che porta l’energia negativa, che nei casi più comuni è l'effetto di un'azione più o meno volontaria nata da invidia e malanimo che si riversa sul destinatario, il quale può essere sia una persona che un oggetto. Uno sguardo, un gesto o una parola, molto spesso agiti senza consapevolezza, possono avere conseguenze nefaste sulla riuscita di un lavoro, sull'integrità di un oggetto o sulla salute di chi li riceve. Intuisco come le donne in passato prestassero molta attenzione ai rapporti umani nella comunità, mantenendo la connessione viva e attiva tra i mondi, non solo attraverso le pratiche di guarigione ma nelle azioni quotidiane: questa sensibilità, che oggi potremmo considerare “speciale”, all’ora era parte naturale della vita, il sesto senso che era il senso stesso della vita perché le dava significato. La modernità, perciò, non ha affatto cancellato queste dinamiche ma le ha celate e allontanate dalla consapevolezza collettiva, denigrandole e fingendo che non esistano.
Il compito della guaritrice era di fare da tramite tra il mondo visibile e invisibile per identificare la causa del problema - spesso una interferenza energetica creata ad hoc o la rottura di un patto con gli spiriti protettori del luogo - e ristabilire un nuovo equilibrio sia dell'individuo che della comunità attraverso il corpo del/la malato/a.

Research paper thumbnail of Dal monoteismo neolitico femminino alla sirenetta

La Scuola delle Donne®, 2024

Come Scuola delle Donne® ci sentiamo di affermare con una certa sicurezza che l’umanità abbia con... more Come Scuola delle Donne® ci sentiamo di affermare con una certa sicurezza che l’umanità abbia conosciuto l’unico vero monoteismo nella forma della Grande Madre neolitica, la Vita ermafrodita auto fecondante partenogenetica omnicomprensiva e ovunque presente. Le nostre antenate e antenati del paleolitico e del neolitico non riconoscevano divinità, santi o trinità: osservavano la natura e ciò che vi succedeva. Vedevano i frutti e i semi sbocciare d’estate e seccarsi d’inverno e vedevano le creature nascere da un’apertura tra le cosce delle femmine. Questo semplice fatto portava ad adorare, come immagine della Vita unica e infinita, una Grande Madre cosmica che partoriva dal suo ventre tutte le cose vive, identificando con Lei lo spirito divino che alimenta ogni essere vivente. Questa Grande Madre non aveva un compagno suo pari, perché ancora non era presente la coscienza del ruolo del seme maschile: si credeva che solo le donne fossero responsabili delle nascite. Col passare del tempo e la manipolazione semantica operata in ambito patriarcale, la figura monoteistica della Grande Madre è stata mostrificata e animalizzata in sirena prima alata poi bicaudata, fino a toglierle una delle due code e a cancellare completamente il sesso divenuto "moralmente inaccettabile". In questo articolo si analizza il cambiamento progressivo sia a livello iconografico che semantico da Grande Madre a sirenetta cartoon e ornamento per fontane e piazze.

Research paper thumbnail of Storia dei diritti delle Donne parte II

La Scuola delle Donne®, 2024

Questa è la seconda parte della nostra ricerca sulla storia della lotta femminina per l'emancipaz... more Questa è la seconda parte della nostra ricerca sulla storia della lotta femminina per l'emancipazione. Qui troverete: Millicent e Elizabeth Garrett, Emily e Christabel Pankhurst, Aleksandra Kollontaj, Rose Wilder e Virginia Woolf. La trattazione è ben lontana dall'essere esaustiva e via via che studiamo altre antenate vengono ad aggiungersi alla lista. Con la rivoluzione industriale l'economia cambiò radicalmente e così pure il ruolo delle donne, ma non cambiò la loro sottomissione al sistema patriarcale androcentrico finché un gruppo di coraggiose cominciò a lanciare oggetti incendiari contro le ville di coloro che per decenni ignorarono la loro richiesta di poter votare.

Research paper thumbnail of Storia dei diritti delle Donne parte I

La Scuola delle Donne®, 2024

In questo scritto c'è la trascrizione delle lezioni tenute da Devana sulle grandi attiviste per i... more In questo scritto c'è la trascrizione delle lezioni tenute da Devana sulle grandi attiviste per i diritti delle donne. Nella prima parte: Christine de Pizan, Arcangela Tarabotti, Olympe de Gouges, Mary Wollstonecraft, Anna Doyle Wheeler, Flora Tristan, Emilia Pardo-Bazán, Clara Zetkin, Anna Kuliscioff. Il lavoro ha tenuto conto non soltanto delle donne coinvolte politicamente ma anche di coloro che con la loro professione medica hanno aiutato altre donne. A calcolare quando cominciò la lotta delle donne per l’emancipazione potremmo partire da Ipazia di Alessandria, quindi potremmo tranquillamente parlare di duemila anni. Tuttavia siamo partite da Christine de Pizan, dunque dal Medioevo. Christine de Pizan è considerata una protofemminista, la parola femminismo non era ancora stata coniata ma in realtà le donne stavano già combattendo da secoli per i loro diritti. Il femminismo non è un partito politico, un movimento sociale o una questione di lotta di classe o di genere, femminismo significa “riconoscimento del pensiero femminile” cioè riconoscimento che le donne pensano e che il loro modo di pensare è diverso dagli uomini perché le donne hanno l’utero e questo fa tanta differenza, è quello che collega le donne alla terra, che collega le donne alla Grande Madre e che le rende capaci di pensare in maniera circolare, cooperativa e non competitiva. La competizione alle donne è stata insegnata. Siamo state addestrate alla competizione perché per vivere in questo mondo e sentirci legittimate dobbiamo comportarci secondo la modalità maschile.

Research paper thumbnail of La Scuola della Donne® - estratto dalla tesi di laurea di Carolina figlia di Claudia

La Scuola della Donne®, 2024

Nel luglio 2024 la nostra alunna e apprendista Carolina figlia di Claudia si è brillantemente lau... more Nel luglio 2024 la nostra alunna e apprendista Carolina figlia di Claudia si è brillantemente laureata in filosofia con una tesi sulle donne nella quale ha inserito una sezione dedicata alla nostra Scuola e lo ha fatto in maniera così chiara ed esaustiva che la pubblichiamo per tutte coloro che volessero saperne di più su di noi

Research paper thumbnail of Calabria Ionica, il cammino delle tre Dee

La Scuola delle Donne®, 2024

Ci sono luoghi che ci chiamano, che ci riconoscono e che ci accolgono come braccia aperte al nost... more Ci sono luoghi che ci chiamano, che ci riconoscono e che ci accolgono come braccia aperte al nostro arrivo. Uno di questi luoghi è la Calabria dove ogni volta io respiro la voce antica della Madre, Signora della vita, la cui essenza impregna la terra calabra in ogni suo angolo. Voglio qui condividere il cammino ionico sulle tracce della Dea, nei suoi tre aspetti di fanciulla madre e crona o anziana: Athena la Dea solare, Demetra la dea del grano e del nutrimento e Hera la regina madre.

Research paper thumbnail of Le grandi viaggiatrici I parte: Bertha Benz, Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart, Amalia Nizzoli, Alexandra David

La Scuola delle Donne®, 2024

Ogni paese in cui viaggi è la proiezione olografica del tuo livello di coscienza in quel momento:... more Ogni paese in cui viaggi è la proiezione olografica del tuo livello di coscienza in quel momento: se non c'è emozione non comprendi, non impari, non crescidisse la mia Voce interiore, in risposta alla mia domanda "perché ogni mio viaggio è sempre tanto faticoso?". Sono parole tratte dal "Il ponte tra i mondi" di Devana, che ben si prestano a introdurre il viaggio come percorso della coscienza. Ma per viaggiare non è sufficiente saper visualizzare, occorrono mezzi di trasporto reali, con ruote e volante. Sembrerà strano in un mondo dove a priori si ritiene che ogni impresa importante sia stata compiuta da uomini, eppure la prima persona a guidare un veicolo a motore fu Bertha Benz, moglie dell'ingegnere tedesco considerato l'inventore dell'automobile. Bertha nel 1888 compì in Germania un viaggio di centottanta chilometri-una lunga distanza per l'epoca-a bordo del prototipo creato da suo marito. Quel primo viaggio su un veicolo a motore segnò un momento cruciale della storia umana e del viaggio.
In questa prima parte leggerete: Bertha Benz, Annemarie Shwarzenbach, Ella Maillart, Amalia Nizzoli, Alexandra David Néel

Research paper thumbnail of Le danzatrici coi piedi per terra Isadora Duncan, Martha Graham, Rosalia Chladek, Pina Bausch

La Scuola delle Donne®, 2022

Nell’antichità, la danza era preghiera agita fisicamente, era cerimonia, rito e comunicazione con... more Nell’antichità, la danza era preghiera agita fisicamente, era cerimonia, rito e comunicazione con la Grande Madre. Col tempo, il ruolo sacerdotale delle etere e delle vestali che danzavano in forma sacra, si è trasformato in puro intrattenimento e dalla terra, considerata sporca e immonda dal patriarcato, le danzatrici sono state elevate verso l’alto fino a costringerle a usare tacchi alti o scarpette con la punta di gesso e movimenti sempre più in elevazione. Sappiamo che, con il venir meno di quella che è stata definita da Marija Gimbutas la civiltà della Dea, il corpo femminile ha subito un attacco culturale che lo ha trasformato in un oggetto. La Dea viene progressivamente subordinata a divinità maschili e con l’affermarsi delle grandi religioni monoteistiche un “padre cielo” diviene signore assoluto della creazione.
La terra trovandosi in basso nello spazio fisico, porta giù con sé la donna con cui si identifica e che diviene immonda e scura, mentre si afferma che è in alto, verso il cielo e la luce, dove devono tendere i pensieri e gli impulsi umani. Questo processo di demonizzazione del corpo femminile, descritto dai padri della chiesa come impuro e imperfetto, si rifletterà anche sulla danza. Per secoli le donne sono state bandite dalla danza perché ritenute colpevoli di corrompere l’animo maschile attraverso il desiderio che suscitano. La danza, da preghiera e cerimonia, si è trasformata in spettacolo, tenuto da pochi talentuosi, perlopiù maschi. Quando le donne hanno avuto nuovamente accesso alla danza sono state costrette a elevare il più possibile il loro corpo verso l’alto, verso la purezza, tramite appunto scarpe e supporti e una magrezza innaturale che cancella le rotondità delle forme femminili. A dare una svolta a questo quadro, attraverso la danza agita come manifesto politico di liberazione femminina, ci furono quattro straordinarie artiste: Isadora Duncan, Martha Graham, Rosalia Chladek e Pina Bausch, “donne con i piedi per terra”.

Research paper thumbnail of Vanessa Bell e Hélène de Beauvoir: dipingere all'ombra di una sorella famosa

La Scuola delle Donne®, 2024

Capita nella storia delle donne che si creino strani intrecci, inesplicabili liaisons tra artiste... more Capita nella storia delle donne che si creino strani intrecci, inesplicabili liaisons tra artiste e intellettuali le quali non hanno mai avuto contatti tra loro. Lo abbiamo osservato, noi de La Scuola delle Donne®, per esempio nel parallelismo tra sorelle scrittrici come le inglesi sorelle Brontë e le americane sorelle Alcott, tra sorelle stiliste come le francesi Coco e Adrienne Chanel e le austriache Emilie e Helene Flöge. O in alcuni commoventi parallelismi tra madri e figlie impegnate nella stessa battaglia, come Emmeline Pankhurst e sua figlia Christabel per il suffragio femminile, Marie Curie e sua figlia Irène entrambe nobel per la chimica e Laura Ingalls impegnata nel riportare in vita a quattro mani con sua figlia Rose la storia delle pioniere del West attraverso la saga de La casa nella prateria. Una di queste relazioni - per noi affascinanti - è la strana doppia coppia di sorelle di cui una fu un'intellettuale scrittrice militante famosa nel mondo intero, l'altra una pittrice quieta e poco nota. È il caso delle sorelle inglesi Stephen, meglio conosciute come Virginia Woolf e Vanessa Bell e delle sorelle francesi de Beauvoir Simone ed Hélène. Simone de Beauvoir e Virginia Woolf carismatiche, sempre coi riflettori puntati addosso, in prima linea nella battaglia per il risveglio della coscienza femminina mentre le loro sorelle pittrici, Hélène e Vanessa, senza chiasso si dedicavano alle arti figurative e applicate pur sostenendo, nella loro maniera quieta e discreta, le battaglie di quei mostri sacri delle sorelle. Vanessa nacque a Londra nel 1879 ed Hélène a Parigi nel 1910. Trent' anni di differenza tra le due pittrici e due vite parallele assieme alle ingombranti sorelle divenute icone assolute nella militanza per i diritti delle donne. Ora come Scuola delle Donne® a noi tocca - e lo facciamo con amore - ridare visibilità alle due artiste rimaste per tanto tempo "all'ombra" delle sorelle più note. Abbiamo scoperto che Vanessa ed Hélène avevano tratti caratteriali simili ed erano entrambe bellissime, sicuramente più belle delle loro agguerrite sorelle femministe: Vanessa viene raccontata come silenziosa, tranquilla, capace di ascoltare, materna e operosa; Hélène dolce, remissiva e un po' sognante tanto che la sorella la spedì al suo posto al primo appuntamento con Sartre che invece poi sarebbe stato il compagno e mentore di Simone per tutta la sua vita. Resta poi, in ogni tempo e ancora oggi, sempre molto marginale, rispetto a quella che scrive, la figura della donna che dipinge o scolpisce: colei che "sferra colpi" di pennello o scalpello usando tutto il corpo in maniera così "disdicevole"; come se le arti figurative, vista la loro immediatezza visiva, debbano essere controllate dalla mano maschile o che siano mestiere "più maschile" rispetto alla scrittura in quanto agite mediante una azione fisica, un muovere il corpo che per le donne "fragili e imbustate" era considerato disdicevole. Mentre la scrittura implica silenzio e testa bassa a guardare il foglio, come direbbe il linguaggio del corpo. A tale riguardo non possiamo non nominare due antenate pittrici illuminate dalla nostra Scuola: Elisabetta Sirani col suo "Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno" (1659 Museo nazionale di Capodimonte, Napoli) e Artemisia Gentileschi con la sua potente "Giuditta che decapita Oloferne" (1620 Galleria degli Uffizi, Firenze). Opere queste considerate una chiara rivendicazione del potere femminile e ribellione al giogo delle convenienze prima che l'800 rimettesse le donne al "loro posto".

Research paper thumbnail of Carmelina di Capri: la pittrice dell'isola

La Scuola delle Donne®, 2021

Mia nonna Carmelina Alberino, più conosciuta nel mondo, specialmente tra gli anni '60 e 2000, com... more Mia nonna Carmelina Alberino, più conosciuta nel mondo, specialmente tra gli anni '60 e 2000, come Carmelina di Capri, è stata una pittrice naïf. Nacque per l'appunto a Capri il 23 giugno del 1920, in una famiglia numerosa di Mariana Grande, ovvero il borgo marinaro dell'isola, l'approdo principale, dove tutte le imbarcazioni provenienti dalla terra ferma sbarcano migliaia di persone al giorno. La sua era una famiglia composta soprattutto di pescatori, gente che il mare lo viveva giorno e notte. Visse sempre a Capri...eppure viaggiare fu sempre il suo sogno. Viaggiare specialmente sul mare che amava tanto, che sentiva di avere nel sangue. Da bambina andava sempre a pescare col padre che per farla stare buona le preparava una piccola rete con i piombini e i sugheri; la piccola ci giocava per ore. La madre e la sua sorella maggiore, Paolina, a volte non volevano lasciarla andare per mare, avevano paura… ma lei scappava e correva dietro al padre.

Research paper thumbnail of Cassandra e Sibilla dal mito a Christa Wolf

La Scuola delle Donne®, 2024

Cassandra, figura forse storica, sicuramente mitologica tramandataci dai tragediografi greci a pa... more Cassandra, figura forse storica, sicuramente mitologica tramandataci dai tragediografi greci a partire da Eschilo, era di dinastia reale in quanto figlia di Ecuba e Priamo, coppia regnante su Troia nell'attuale Turchia. Il mito vuole che abbia chiesto ad Apollo il dono della profezia. Ma poiché ella rifiutò di concedersi al dio in cambio, lui la maledì condannandola a non essere creduta. Cassandra infatti profetizzò la distruzione di Troia e non fu ascoltata. Questa è la storia narrata dalla voce patriarcale, quella dei greci vincitori. Ma non è raro che la storia tramandata dai vincitori sia filtrata dalle loro credenze: non è improbabile che la storia di Troia e di Cassandra sia stata mediata. Allora cerchiamo di scoprire chi fu Cassandra, chi furono le Sibille, le donne oracolo che per secoli vaticinarono e come la storia di Cassandra ci viene riproposta in chiave moderna da una autrice i cui occhi sono sgombri dall’impostazione patriarcale: la scrittrice tedesca Christa Wolf.

Research paper thumbnail of Le mediche vittoriane Elizabeth Garrett Anderson e Elizabeth Blackwell

La Scuola delle Donne®, 2024

Elizabeth Garrett nacque nel 1836 a Londra in epoca vittoriana. Quale era la posizione della donn... more Elizabeth Garrett nacque nel 1836 a Londra in epoca vittoriana. Quale era la posizione della donna nell'Inghilterra di quel tempo? Circa 50 anni prima della sua nascita, Mary Wollstonecraft, antesignana del femminismo liberale, in nome della libertà e della indipendenza di tutte le donne e gli uomini, aveva pubblicato il suo libro "Sui diritti delle donne " in cui scriveva "E' tempo di operare una rivoluzione nelle maniere femminili: restituire loro la dignità perduta e farle lavorare e riformando se stesse riformare il mondo " ed ancora "Le donne devono avere un'esistenza civica, Lasciate che la donna condivida i diritti ed emulerà le virtù dell'uomo." Mary Wollstonecraft era molto in anticipo sui tempi. Cinque anni dopo nel 1797 lasciò il corpo e per mezzo secolo la condizione delle donne cambiò poco. Il ruolo infatti delle donne nella società....
....
Fu in uno di questi articoli che probabilmente Elizabeth lesse per la prima volta della sua omonima Elizabeth Blackwell, nata a Bristol ma emigrata da bambina con la famiglia negli Stati Uniti, la quale sola senza influenze né denaro divenne la prima donna laureata in medicina nel 1849 nella piccola università di Geneva nello stato di New York e che aveva aperto il suo dispensario per le donne ed i bambini dei bassifondi newyorkesi. Con questi pensieri in testa all’età di 23 anni partì da casa per una visita che decise il suo futuro. Il padre, un uomo davvero speciale se si pensa a come generalmente i padri dell’epoca ignorassero le figlie femmine, desiderava che le sue figlie vedessero il mondo e forniva volentieri denaro per questo scopo.

Research paper thumbnail of Dorothy Parker e Rosario Castellanos: le penne ribelli dell'America di inizio 900

La Scuola delle Donne®, 2023

Due sono le protagoniste della nostra storia, due paesi diversi, famiglie e formazioni diverse ep... more Due sono le protagoniste della nostra storia, due paesi diversi, famiglie e formazioni diverse eppure il confronto con la morte le accomunerà: il passaggio della soglia guiderà Dorothy Parker e Rosario Castellanos a scegliere la via dell'ironia, della leggerezza e della giustizia per sopravvivere alle difficoltà della vita e a sé stesse. Dorothy e Rosario toccano direttamente il tema della nostra indipendenza, insegnandoci che lo sguardo, essere presenti a sé stesse e una manciata di leggerezza, sono le molle per poter migliorare e rivoluzionare il nostro punto di vista, quindi la nostra esistenza. Entrambe vivono un'infanzia contaminata da eventi che le portano immediatamente alla perdita dei loro familiari e che dirigerà la loro rotta verso un dolore profondo, che come una crepa nel cuore, sentirà sempre il bisogno di essere guarita per dare alle loro vite un senso, un equilibrio seppur precario.

Research paper thumbnail of Trotula de' Ruggiero medica medievale

La Scuola delle Donne®, 2022

Siamo intorno all’anno Mille a Salerno dove è già fiorente la Scuola Medica più accreditata in qu... more Siamo intorno all’anno Mille a Salerno dove è già fiorente la Scuola Medica più accreditata in quei secoli le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Per quanto la leggenda narri del suo inizio dall’incontro di quattro uomini di diversa provenienza, un romano, un ebreo,un arabo e un greco per spiegare la fusione di elementi del mondo antico bizantino ed islamico presenti nella cultura sanitaria salernitana, come Scuola delle Donne® riteniamo che l’origine della Scuola sia legata alla creazione di un sodalizio tra le mulieres, donne di medicina dedicate principalmente all’assistenza della nascita ed esperte nell’utilizzo delle erbe e delle piante come cura. Tra queste donne, la medica Trotula de Ruggiero spiccò per genialità e capacità. Trotula nacque nel 1020 e lasciò il corpo nel 1097. Un anno dopo nasceva Hildegard von Bingen

Research paper thumbnail of Nu Shu La misteriosa scrittura segreta delle donne cinesi

La Scuola delle Donne®, 2022

Possono le donne percepire come rappresentativa della loro anima e del loro pensiero una scrittur... more Possono le donne percepire come rappresentativa della loro anima e del loro pensiero una scrittura lineare, squadrata? Probabilmente no. Da sempre la scrittura delle donne è rotonda circolare e spiraliforme come l'energia femminina. Pensiamo ai simboli sulle ceramiche neolitiche di epoca matrifocale, risalenti al tempo antico in cui le donne erano considerate sacre, libere di esprimersi come desideravano: spirali e serpentine che ricordano forme naturali e di acqua, rombi e labris che rappresentano la sacra vulva.

Research paper thumbnail of Matilde di Magdeburgo e l'erotismo mistico medievale

La Scuola delle Donne®, 2024

Mechthild von Magdeburg, in italiano Matilde di Magdeburgo, nacque nel 1207 in Sassonia, uno dei ... more Mechthild von Magdeburg, in italiano Matilde di Magdeburgo, nacque nel 1207 in Sassonia, uno dei principati che costituivano all'epoca la Germania, nove anni dopo Hildegard von Bingen la quale pure nacque in Germania e pure vedeva "la fiamma che non brucia" o, come la chiamò Mechthild, "luce fluente". Fu beghina e scrisse il suo libro principale in basso tedesco. Il titolo, “La luce fluente della divinità” dove lei semplicemente raccontava su fogli volanti le sue visioni e i suoi momenti di estasi e rapimento mistico paragonabili a veri e propri orgasmi. I suoi scritti sui fogli furono poi organizzati in un libro che fu tradotto dal basso all’ alto tedesco e poi in latino e probabilmente fu quest’ultima versione che portò l’opera di Mechthild a conoscenza di Dante Alighieri. Verso i sessant'anni, a causa delle visioni di fuoco che aveva e del suo modo di scrivere così diretto ed “erotico” fu allontanata dal beghinaggio di Magdeburgo dopo aver ricevuto minacce e pressioni dai monaci che erano imbarazzati da questo suo linguaggio sensuale. Si rifugiò nel monastero di Helfta

Research paper thumbnail of Sichelgaita Trotula e Matilde vite intrecciate di tre grandi donne italiche

La Scuola delle Donne®, 2024

Sichelgaita di Salerno e Matilde di Toscana il giglio e la melagrana vite parallele delle due gra... more Sichelgaita di Salerno e Matilde di Toscana il giglio e la melagrana vite parallele delle due grandi regine italiche medievali e di Trotula de' Ruggiero medica salernitana. Nel corso dell'anno 1000 si incrociarono i destini di grandissime donne che, con coraggio determinazione, lucidità, furono guide e regine della loro gente. Le loro vite scorsero parallele interfacciandosi di quando in quando tra le mura dei palazzi papali. Furono Matilde di Toscana e Sichelgaita di Salerno figlie di due altrettanto grandi principi: Bonifacio granduca di Toscana che dominava il centro e nord Italia fino alla Francia e Guaimario principe di Salerno che regnava sull'intero sud incluse Puglie e Calabrie. I due principi, entrambi di stirpe longobarda, morirono assassinati nello stesso anno, il 1052. Le loro straordinarie figlie portarono avanti il loro lignaggio. Sichelgaita fu allieva e pupilla della grande medica salernitana Trotula de Ruggieri che la accompagnò nei suoi momenti più importanti

Research paper thumbnail of Helena Roerich la somma filosofa e mistica russa

La Scuola delle Donne®, 2024

Helena dipinta da suo marito Nicolai Roerich Helena Ivanovna Roerich, nata Shaposhnikova (San Pie... more Helena dipinta da suo marito Nicolai Roerich Helena Ivanovna Roerich, nata Shaposhnikova (San Pietroburgo 1879-Kalimpong, India 1955) fu filosofa esoterica e scrittrice russa. Da parte di madre, Helena Ivanovna era una lontana parente del compositore russo M.P. Musorgskij Ha affermato di aver ricevuto messaggi dal Mahatma Moriah utilizzando la chiarudienza. Sulla base delle annotazioni del diario di Helena Roerich, è stata pubblicata una serie di libri sull'insegnamento religioso e filosofico dell'"Etica vivente" ("Agni Yoga"). Nel 1994, il Consiglio dei vescovi della Chiesa ortodossa russa ha scomunicato lei e i seguaci dell'insegnamento "Agni Yoga" di Helena Roerich. Autrice del libro "Fondamenti del Buddismo", ha tradotto in russo due volumi della "Dottrina Segreta" di Helena Blavatsky. Le idee delineate da Helena Roerich in Agni Yoga hanno avuto una forte influenza sulla formazione e sullo sviluppo della spiritualità non ortodossa in Russia.

Research paper thumbnail of Emily Carr pittrice viaggiatrice-antropologa e le custodi dei totem

La Scuola delle Donne®, 2024

Inizialmente il soggetto artistico che voleva rappresentare era la vita nei villaggi nativi, nell... more Inizialmente il soggetto artistico che voleva rappresentare era la vita nei villaggi nativi, nella natura incontaminata. Tuttavia, dovendo spingersi verso le riserve a causa dell'avanzamento industriale che urbanizzava rapidamente il paesaggio e l'animo umano, Emily iniziò a frequentare le comunità indigene e fu lì che incontrò i primi totem. La potenza creativa dell'arte nativa la folgorò e nelle figure rappresentate riconobbe finalmente il modo in cui voleva fare arte, risvegliandole il desiderio di studiare per immortalare la tradizione indigena.
Scrisse: <L'arte indiana allargò il mio sguardo, allentò la rigidità formale che avevo imparato nelle scuole inglesi. [...] L'indiano colse per primo l'intensità interiore del suo soggetto, si diresse verso l'esterno, verso le superfici. La sua concezione spirituale la seppellì in profondità nel legno che stava per scolpire. [...] Il popolo indiano e la sua arte mi hanno toccato profondamente>.
Dal 1907 iniziò così il suo progetto esplorativo dei villaggi delle Prime Nazioni tra le comunità indigene canadesi, per documentare i pali totemici nei suoi quadri, con l'intento di preservare l'arte di una cultura in rapido declino, soppiantata dal meccanismo perverso della colonizzazione e dalla devastazione perpetuata dall'uomo bianco – che come Scuola delle Donne® abbiamo più volte descritto ed evidenziato, in particolar modo proponendo la lettura delle opere di Rosa Luxemburg e Rose Wilder.

Research paper thumbnail of Le esploratrici (grandi viaggiatrici II parte) Daisy Bates, Mary Kingsley e Gertrude Bell

La Scuola delle Donne®, 2024

A metà dell’800, a pochi anni e pochi chilometri di distanza l’una dall’altra, vennero al mondo t... more A metà dell’800, a pochi anni e pochi chilometri di distanza l’una dall’altra, vennero al mondo tre donne che avrebbero dedicato la loro vita a comprendere e trasmettere la cultura di alcuni tra i popoli nativi più complessi e contestati. Queste donne decisero non di viaggiare ma di vivere tra la gente che studiavano, condividendo il loro stile di vita e comprendendoli tanto a fondo da poter diventare ambasciatrici dei loro diritti nel mondo. Stiamo parlando di Daisy Bates che dall’Irlanda si trasferì in Australia con gli aborigeni, di Mary Kingsley che dall’Inghilterra attraversò l’Africa nera e ne studiò le etnie più feroci e di Gertrude Bell che visse tra le popolazioni nomadi del nord Africa e del deserto arabico.

Research paper thumbnail of Le guaritrici del Sannio: le antiche radici delle donne medicina sannite

La Scuola delle Donne®, 2024

Il Sannio è il territorio dell'Italia cento-meridionale che, dalla Majella, la Montagna Madre, si... more Il Sannio è il territorio dell'Italia cento-meridionale che, dalla Majella, la Montagna Madre, si apre verso sud arrivando alla Puglia, alla Basilicata e alla Campania, passando per Abruzzo, Lazio e Molise. Sono soprattutto le donne che ancora praticano le arti di guarigione e, fino a qualche decennio fa, ogni paese aveva anche più figure di riferimento, generalmente ognuna con compiti e poteri diversi. La loro arte sta nel percepire ciò che porta l’energia negativa, che nei casi più comuni è l'effetto di un'azione più o meno volontaria nata da invidia e malanimo che si riversa sul destinatario, il quale può essere sia una persona che un oggetto. Uno sguardo, un gesto o una parola, molto spesso agiti senza consapevolezza, possono avere conseguenze nefaste sulla riuscita di un lavoro, sull'integrità di un oggetto o sulla salute di chi li riceve. Intuisco come le donne in passato prestassero molta attenzione ai rapporti umani nella comunità, mantenendo la connessione viva e attiva tra i mondi, non solo attraverso le pratiche di guarigione ma nelle azioni quotidiane: questa sensibilità, che oggi potremmo considerare “speciale”, all’ora era parte naturale della vita, il sesto senso che era il senso stesso della vita perché le dava significato. La modernità, perciò, non ha affatto cancellato queste dinamiche ma le ha celate e allontanate dalla consapevolezza collettiva, denigrandole e fingendo che non esistano.
Il compito della guaritrice era di fare da tramite tra il mondo visibile e invisibile per identificare la causa del problema - spesso una interferenza energetica creata ad hoc o la rottura di un patto con gli spiriti protettori del luogo - e ristabilire un nuovo equilibrio sia dell'individuo che della comunità attraverso il corpo del/la malato/a.

Research paper thumbnail of Dal monoteismo neolitico femminino alla sirenetta

La Scuola delle Donne®, 2024

Come Scuola delle Donne® ci sentiamo di affermare con una certa sicurezza che l’umanità abbia con... more Come Scuola delle Donne® ci sentiamo di affermare con una certa sicurezza che l’umanità abbia conosciuto l’unico vero monoteismo nella forma della Grande Madre neolitica, la Vita ermafrodita auto fecondante partenogenetica omnicomprensiva e ovunque presente. Le nostre antenate e antenati del paleolitico e del neolitico non riconoscevano divinità, santi o trinità: osservavano la natura e ciò che vi succedeva. Vedevano i frutti e i semi sbocciare d’estate e seccarsi d’inverno e vedevano le creature nascere da un’apertura tra le cosce delle femmine. Questo semplice fatto portava ad adorare, come immagine della Vita unica e infinita, una Grande Madre cosmica che partoriva dal suo ventre tutte le cose vive, identificando con Lei lo spirito divino che alimenta ogni essere vivente. Questa Grande Madre non aveva un compagno suo pari, perché ancora non era presente la coscienza del ruolo del seme maschile: si credeva che solo le donne fossero responsabili delle nascite. Col passare del tempo e la manipolazione semantica operata in ambito patriarcale, la figura monoteistica della Grande Madre è stata mostrificata e animalizzata in sirena prima alata poi bicaudata, fino a toglierle una delle due code e a cancellare completamente il sesso divenuto "moralmente inaccettabile". In questo articolo si analizza il cambiamento progressivo sia a livello iconografico che semantico da Grande Madre a sirenetta cartoon e ornamento per fontane e piazze.

Research paper thumbnail of Storia dei diritti delle Donne parte II

La Scuola delle Donne®, 2024

Questa è la seconda parte della nostra ricerca sulla storia della lotta femminina per l'emancipaz... more Questa è la seconda parte della nostra ricerca sulla storia della lotta femminina per l'emancipazione. Qui troverete: Millicent e Elizabeth Garrett, Emily e Christabel Pankhurst, Aleksandra Kollontaj, Rose Wilder e Virginia Woolf. La trattazione è ben lontana dall'essere esaustiva e via via che studiamo altre antenate vengono ad aggiungersi alla lista. Con la rivoluzione industriale l'economia cambiò radicalmente e così pure il ruolo delle donne, ma non cambiò la loro sottomissione al sistema patriarcale androcentrico finché un gruppo di coraggiose cominciò a lanciare oggetti incendiari contro le ville di coloro che per decenni ignorarono la loro richiesta di poter votare.

Research paper thumbnail of Storia dei diritti delle Donne parte I

La Scuola delle Donne®, 2024

In questo scritto c'è la trascrizione delle lezioni tenute da Devana sulle grandi attiviste per i... more In questo scritto c'è la trascrizione delle lezioni tenute da Devana sulle grandi attiviste per i diritti delle donne. Nella prima parte: Christine de Pizan, Arcangela Tarabotti, Olympe de Gouges, Mary Wollstonecraft, Anna Doyle Wheeler, Flora Tristan, Emilia Pardo-Bazán, Clara Zetkin, Anna Kuliscioff. Il lavoro ha tenuto conto non soltanto delle donne coinvolte politicamente ma anche di coloro che con la loro professione medica hanno aiutato altre donne. A calcolare quando cominciò la lotta delle donne per l’emancipazione potremmo partire da Ipazia di Alessandria, quindi potremmo tranquillamente parlare di duemila anni. Tuttavia siamo partite da Christine de Pizan, dunque dal Medioevo. Christine de Pizan è considerata una protofemminista, la parola femminismo non era ancora stata coniata ma in realtà le donne stavano già combattendo da secoli per i loro diritti. Il femminismo non è un partito politico, un movimento sociale o una questione di lotta di classe o di genere, femminismo significa “riconoscimento del pensiero femminile” cioè riconoscimento che le donne pensano e che il loro modo di pensare è diverso dagli uomini perché le donne hanno l’utero e questo fa tanta differenza, è quello che collega le donne alla terra, che collega le donne alla Grande Madre e che le rende capaci di pensare in maniera circolare, cooperativa e non competitiva. La competizione alle donne è stata insegnata. Siamo state addestrate alla competizione perché per vivere in questo mondo e sentirci legittimate dobbiamo comportarci secondo la modalità maschile.

Research paper thumbnail of La Scuola della Donne® - estratto dalla tesi di laurea di Carolina figlia di Claudia

La Scuola della Donne®, 2024

Nel luglio 2024 la nostra alunna e apprendista Carolina figlia di Claudia si è brillantemente lau... more Nel luglio 2024 la nostra alunna e apprendista Carolina figlia di Claudia si è brillantemente laureata in filosofia con una tesi sulle donne nella quale ha inserito una sezione dedicata alla nostra Scuola e lo ha fatto in maniera così chiara ed esaustiva che la pubblichiamo per tutte coloro che volessero saperne di più su di noi

Research paper thumbnail of Calabria Ionica, il cammino delle tre Dee

La Scuola delle Donne®, 2024

Ci sono luoghi che ci chiamano, che ci riconoscono e che ci accolgono come braccia aperte al nost... more Ci sono luoghi che ci chiamano, che ci riconoscono e che ci accolgono come braccia aperte al nostro arrivo. Uno di questi luoghi è la Calabria dove ogni volta io respiro la voce antica della Madre, Signora della vita, la cui essenza impregna la terra calabra in ogni suo angolo. Voglio qui condividere il cammino ionico sulle tracce della Dea, nei suoi tre aspetti di fanciulla madre e crona o anziana: Athena la Dea solare, Demetra la dea del grano e del nutrimento e Hera la regina madre.

Research paper thumbnail of Le grandi viaggiatrici I parte: Bertha Benz, Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart, Amalia Nizzoli, Alexandra David

La Scuola delle Donne®, 2024

Ogni paese in cui viaggi è la proiezione olografica del tuo livello di coscienza in quel momento:... more Ogni paese in cui viaggi è la proiezione olografica del tuo livello di coscienza in quel momento: se non c'è emozione non comprendi, non impari, non crescidisse la mia Voce interiore, in risposta alla mia domanda "perché ogni mio viaggio è sempre tanto faticoso?". Sono parole tratte dal "Il ponte tra i mondi" di Devana, che ben si prestano a introdurre il viaggio come percorso della coscienza. Ma per viaggiare non è sufficiente saper visualizzare, occorrono mezzi di trasporto reali, con ruote e volante. Sembrerà strano in un mondo dove a priori si ritiene che ogni impresa importante sia stata compiuta da uomini, eppure la prima persona a guidare un veicolo a motore fu Bertha Benz, moglie dell'ingegnere tedesco considerato l'inventore dell'automobile. Bertha nel 1888 compì in Germania un viaggio di centottanta chilometri-una lunga distanza per l'epoca-a bordo del prototipo creato da suo marito. Quel primo viaggio su un veicolo a motore segnò un momento cruciale della storia umana e del viaggio.
In questa prima parte leggerete: Bertha Benz, Annemarie Shwarzenbach, Ella Maillart, Amalia Nizzoli, Alexandra David Néel

Research paper thumbnail of Le danzatrici coi piedi per terra Isadora Duncan, Martha Graham, Rosalia Chladek, Pina Bausch

La Scuola delle Donne®, 2022

Nell’antichità, la danza era preghiera agita fisicamente, era cerimonia, rito e comunicazione con... more Nell’antichità, la danza era preghiera agita fisicamente, era cerimonia, rito e comunicazione con la Grande Madre. Col tempo, il ruolo sacerdotale delle etere e delle vestali che danzavano in forma sacra, si è trasformato in puro intrattenimento e dalla terra, considerata sporca e immonda dal patriarcato, le danzatrici sono state elevate verso l’alto fino a costringerle a usare tacchi alti o scarpette con la punta di gesso e movimenti sempre più in elevazione. Sappiamo che, con il venir meno di quella che è stata definita da Marija Gimbutas la civiltà della Dea, il corpo femminile ha subito un attacco culturale che lo ha trasformato in un oggetto. La Dea viene progressivamente subordinata a divinità maschili e con l’affermarsi delle grandi religioni monoteistiche un “padre cielo” diviene signore assoluto della creazione.
La terra trovandosi in basso nello spazio fisico, porta giù con sé la donna con cui si identifica e che diviene immonda e scura, mentre si afferma che è in alto, verso il cielo e la luce, dove devono tendere i pensieri e gli impulsi umani. Questo processo di demonizzazione del corpo femminile, descritto dai padri della chiesa come impuro e imperfetto, si rifletterà anche sulla danza. Per secoli le donne sono state bandite dalla danza perché ritenute colpevoli di corrompere l’animo maschile attraverso il desiderio che suscitano. La danza, da preghiera e cerimonia, si è trasformata in spettacolo, tenuto da pochi talentuosi, perlopiù maschi. Quando le donne hanno avuto nuovamente accesso alla danza sono state costrette a elevare il più possibile il loro corpo verso l’alto, verso la purezza, tramite appunto scarpe e supporti e una magrezza innaturale che cancella le rotondità delle forme femminili. A dare una svolta a questo quadro, attraverso la danza agita come manifesto politico di liberazione femminina, ci furono quattro straordinarie artiste: Isadora Duncan, Martha Graham, Rosalia Chladek e Pina Bausch, “donne con i piedi per terra”.

Research paper thumbnail of Vanessa Bell e Hélène de Beauvoir: dipingere all'ombra di una sorella famosa

La Scuola delle Donne®, 2024

Capita nella storia delle donne che si creino strani intrecci, inesplicabili liaisons tra artiste... more Capita nella storia delle donne che si creino strani intrecci, inesplicabili liaisons tra artiste e intellettuali le quali non hanno mai avuto contatti tra loro. Lo abbiamo osservato, noi de La Scuola delle Donne®, per esempio nel parallelismo tra sorelle scrittrici come le inglesi sorelle Brontë e le americane sorelle Alcott, tra sorelle stiliste come le francesi Coco e Adrienne Chanel e le austriache Emilie e Helene Flöge. O in alcuni commoventi parallelismi tra madri e figlie impegnate nella stessa battaglia, come Emmeline Pankhurst e sua figlia Christabel per il suffragio femminile, Marie Curie e sua figlia Irène entrambe nobel per la chimica e Laura Ingalls impegnata nel riportare in vita a quattro mani con sua figlia Rose la storia delle pioniere del West attraverso la saga de La casa nella prateria. Una di queste relazioni - per noi affascinanti - è la strana doppia coppia di sorelle di cui una fu un'intellettuale scrittrice militante famosa nel mondo intero, l'altra una pittrice quieta e poco nota. È il caso delle sorelle inglesi Stephen, meglio conosciute come Virginia Woolf e Vanessa Bell e delle sorelle francesi de Beauvoir Simone ed Hélène. Simone de Beauvoir e Virginia Woolf carismatiche, sempre coi riflettori puntati addosso, in prima linea nella battaglia per il risveglio della coscienza femminina mentre le loro sorelle pittrici, Hélène e Vanessa, senza chiasso si dedicavano alle arti figurative e applicate pur sostenendo, nella loro maniera quieta e discreta, le battaglie di quei mostri sacri delle sorelle. Vanessa nacque a Londra nel 1879 ed Hélène a Parigi nel 1910. Trent' anni di differenza tra le due pittrici e due vite parallele assieme alle ingombranti sorelle divenute icone assolute nella militanza per i diritti delle donne. Ora come Scuola delle Donne® a noi tocca - e lo facciamo con amore - ridare visibilità alle due artiste rimaste per tanto tempo "all'ombra" delle sorelle più note. Abbiamo scoperto che Vanessa ed Hélène avevano tratti caratteriali simili ed erano entrambe bellissime, sicuramente più belle delle loro agguerrite sorelle femministe: Vanessa viene raccontata come silenziosa, tranquilla, capace di ascoltare, materna e operosa; Hélène dolce, remissiva e un po' sognante tanto che la sorella la spedì al suo posto al primo appuntamento con Sartre che invece poi sarebbe stato il compagno e mentore di Simone per tutta la sua vita. Resta poi, in ogni tempo e ancora oggi, sempre molto marginale, rispetto a quella che scrive, la figura della donna che dipinge o scolpisce: colei che "sferra colpi" di pennello o scalpello usando tutto il corpo in maniera così "disdicevole"; come se le arti figurative, vista la loro immediatezza visiva, debbano essere controllate dalla mano maschile o che siano mestiere "più maschile" rispetto alla scrittura in quanto agite mediante una azione fisica, un muovere il corpo che per le donne "fragili e imbustate" era considerato disdicevole. Mentre la scrittura implica silenzio e testa bassa a guardare il foglio, come direbbe il linguaggio del corpo. A tale riguardo non possiamo non nominare due antenate pittrici illuminate dalla nostra Scuola: Elisabetta Sirani col suo "Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno" (1659 Museo nazionale di Capodimonte, Napoli) e Artemisia Gentileschi con la sua potente "Giuditta che decapita Oloferne" (1620 Galleria degli Uffizi, Firenze). Opere queste considerate una chiara rivendicazione del potere femminile e ribellione al giogo delle convenienze prima che l'800 rimettesse le donne al "loro posto".

Research paper thumbnail of Carmelina di Capri: la pittrice dell'isola

La Scuola delle Donne®, 2021

Mia nonna Carmelina Alberino, più conosciuta nel mondo, specialmente tra gli anni '60 e 2000, com... more Mia nonna Carmelina Alberino, più conosciuta nel mondo, specialmente tra gli anni '60 e 2000, come Carmelina di Capri, è stata una pittrice naïf. Nacque per l'appunto a Capri il 23 giugno del 1920, in una famiglia numerosa di Mariana Grande, ovvero il borgo marinaro dell'isola, l'approdo principale, dove tutte le imbarcazioni provenienti dalla terra ferma sbarcano migliaia di persone al giorno. La sua era una famiglia composta soprattutto di pescatori, gente che il mare lo viveva giorno e notte. Visse sempre a Capri...eppure viaggiare fu sempre il suo sogno. Viaggiare specialmente sul mare che amava tanto, che sentiva di avere nel sangue. Da bambina andava sempre a pescare col padre che per farla stare buona le preparava una piccola rete con i piombini e i sugheri; la piccola ci giocava per ore. La madre e la sua sorella maggiore, Paolina, a volte non volevano lasciarla andare per mare, avevano paura… ma lei scappava e correva dietro al padre.

Research paper thumbnail of Cassandra e Sibilla dal mito a Christa Wolf

La Scuola delle Donne®, 2024

Cassandra, figura forse storica, sicuramente mitologica tramandataci dai tragediografi greci a pa... more Cassandra, figura forse storica, sicuramente mitologica tramandataci dai tragediografi greci a partire da Eschilo, era di dinastia reale in quanto figlia di Ecuba e Priamo, coppia regnante su Troia nell'attuale Turchia. Il mito vuole che abbia chiesto ad Apollo il dono della profezia. Ma poiché ella rifiutò di concedersi al dio in cambio, lui la maledì condannandola a non essere creduta. Cassandra infatti profetizzò la distruzione di Troia e non fu ascoltata. Questa è la storia narrata dalla voce patriarcale, quella dei greci vincitori. Ma non è raro che la storia tramandata dai vincitori sia filtrata dalle loro credenze: non è improbabile che la storia di Troia e di Cassandra sia stata mediata. Allora cerchiamo di scoprire chi fu Cassandra, chi furono le Sibille, le donne oracolo che per secoli vaticinarono e come la storia di Cassandra ci viene riproposta in chiave moderna da una autrice i cui occhi sono sgombri dall’impostazione patriarcale: la scrittrice tedesca Christa Wolf.

Research paper thumbnail of Le mediche vittoriane Elizabeth Garrett Anderson e Elizabeth Blackwell

La Scuola delle Donne®, 2024

Elizabeth Garrett nacque nel 1836 a Londra in epoca vittoriana. Quale era la posizione della donn... more Elizabeth Garrett nacque nel 1836 a Londra in epoca vittoriana. Quale era la posizione della donna nell'Inghilterra di quel tempo? Circa 50 anni prima della sua nascita, Mary Wollstonecraft, antesignana del femminismo liberale, in nome della libertà e della indipendenza di tutte le donne e gli uomini, aveva pubblicato il suo libro "Sui diritti delle donne " in cui scriveva "E' tempo di operare una rivoluzione nelle maniere femminili: restituire loro la dignità perduta e farle lavorare e riformando se stesse riformare il mondo " ed ancora "Le donne devono avere un'esistenza civica, Lasciate che la donna condivida i diritti ed emulerà le virtù dell'uomo." Mary Wollstonecraft era molto in anticipo sui tempi. Cinque anni dopo nel 1797 lasciò il corpo e per mezzo secolo la condizione delle donne cambiò poco. Il ruolo infatti delle donne nella società....
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Fu in uno di questi articoli che probabilmente Elizabeth lesse per la prima volta della sua omonima Elizabeth Blackwell, nata a Bristol ma emigrata da bambina con la famiglia negli Stati Uniti, la quale sola senza influenze né denaro divenne la prima donna laureata in medicina nel 1849 nella piccola università di Geneva nello stato di New York e che aveva aperto il suo dispensario per le donne ed i bambini dei bassifondi newyorkesi. Con questi pensieri in testa all’età di 23 anni partì da casa per una visita che decise il suo futuro. Il padre, un uomo davvero speciale se si pensa a come generalmente i padri dell’epoca ignorassero le figlie femmine, desiderava che le sue figlie vedessero il mondo e forniva volentieri denaro per questo scopo.

Research paper thumbnail of Dorothy Parker e Rosario Castellanos: le penne ribelli dell'America di inizio 900

La Scuola delle Donne®, 2023

Due sono le protagoniste della nostra storia, due paesi diversi, famiglie e formazioni diverse ep... more Due sono le protagoniste della nostra storia, due paesi diversi, famiglie e formazioni diverse eppure il confronto con la morte le accomunerà: il passaggio della soglia guiderà Dorothy Parker e Rosario Castellanos a scegliere la via dell'ironia, della leggerezza e della giustizia per sopravvivere alle difficoltà della vita e a sé stesse. Dorothy e Rosario toccano direttamente il tema della nostra indipendenza, insegnandoci che lo sguardo, essere presenti a sé stesse e una manciata di leggerezza, sono le molle per poter migliorare e rivoluzionare il nostro punto di vista, quindi la nostra esistenza. Entrambe vivono un'infanzia contaminata da eventi che le portano immediatamente alla perdita dei loro familiari e che dirigerà la loro rotta verso un dolore profondo, che come una crepa nel cuore, sentirà sempre il bisogno di essere guarita per dare alle loro vite un senso, un equilibrio seppur precario.

Research paper thumbnail of Trotula de' Ruggiero medica medievale

La Scuola delle Donne®, 2022

Siamo intorno all’anno Mille a Salerno dove è già fiorente la Scuola Medica più accreditata in qu... more Siamo intorno all’anno Mille a Salerno dove è già fiorente la Scuola Medica più accreditata in quei secoli le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Per quanto la leggenda narri del suo inizio dall’incontro di quattro uomini di diversa provenienza, un romano, un ebreo,un arabo e un greco per spiegare la fusione di elementi del mondo antico bizantino ed islamico presenti nella cultura sanitaria salernitana, come Scuola delle Donne® riteniamo che l’origine della Scuola sia legata alla creazione di un sodalizio tra le mulieres, donne di medicina dedicate principalmente all’assistenza della nascita ed esperte nell’utilizzo delle erbe e delle piante come cura. Tra queste donne, la medica Trotula de Ruggiero spiccò per genialità e capacità. Trotula nacque nel 1020 e lasciò il corpo nel 1097. Un anno dopo nasceva Hildegard von Bingen

Research paper thumbnail of Nu Shu La misteriosa scrittura segreta delle donne cinesi

La Scuola delle Donne®, 2022

Possono le donne percepire come rappresentativa della loro anima e del loro pensiero una scrittur... more Possono le donne percepire come rappresentativa della loro anima e del loro pensiero una scrittura lineare, squadrata? Probabilmente no. Da sempre la scrittura delle donne è rotonda circolare e spiraliforme come l'energia femminina. Pensiamo ai simboli sulle ceramiche neolitiche di epoca matrifocale, risalenti al tempo antico in cui le donne erano considerate sacre, libere di esprimersi come desideravano: spirali e serpentine che ricordano forme naturali e di acqua, rombi e labris che rappresentano la sacra vulva.

Research paper thumbnail of Lélia di George Sand traduzione italiana

La Scuola delle Donne, 2025

Un romanzo difficile da leggere è questo Lélia, opera seconda di Aurore Amandine Dupin in arte Ge... more Un romanzo difficile da leggere è questo Lélia, opera seconda di Aurore Amandine Dupin in arte George Sand. Perché l’ intreccio non è fondamentale quanto l’indagine approfondita - e autobiografica - che la grande autrice francese ottocentesca traccia riguardo al malessere psicologico della protagonista, Lélia per l’appunto. La fama letteraria di George Sand è stata riscoperta dalla critica femminista che ha sentito finalmente portati alla luce i problemi psicologici e sessuali delle donne, attraverso il racconto di Lélia e anche un altro tema, di vitale importanza per le donne precedentemente trascurato: gli effetti devastanti dell'aggressione sessuale. Sappiamo che nella società androcentrica patriarcale quello che da sempre è permesso all’uomo è negato alla donna. Le donne hanno taciuto, finché G. Sand, per la prima volta nella storia, ha trovato il coraggio di contestare tutto a viso aperto e senza mezzi termini, raccontando finalmente il mondo dalla parte delle donne.
Le sue lettere aprono per la prima volta nella storia uno squarcio sul vero universo segreto dell’intimità femminile, non quello letterario. Universo che appare subito notevolmente diverso da quello che l’uomo pensa e da tutta la cultura androcratica basata esclusivamente sulla fisicità.
Due secoli prima di George Sand, Madame de La Fayette aveva raccontato un caso di stalking sessuale nel suo "La principessa di Clèves", considerato il primo romanzo psicologico. E vent’anni dopo George Sand, l’ inglese Elizabeth Gaskell nel suo eccezionale romanzo "Ruth" prenderà le parti di una donna ingannata sedotta e poi abbandonata coi conseguenti devastanti effetti sulla sua vita. Amandine-George Sand tuttavia lo ha fatto per prima e raccontando la sua storia personale senza artifici né ipocrisie.
Lélia esce in prima edizione nel 1833. Due anni dopo Amandine vuole la separazione del marito, la cui amministrazione dei beni di lei è rovinosa. Riesce a ottenere il divorzio dal marito, l’affidamento dei figli e l’amministrazione della sua proprietà. Grazie al contributo fondamentale del suo avvocato, Michel de Bourges, che l’aiuterà a vincere una causa difficilissima e la introdurrà alle idee socialiste. Dopo la lunga relazione poi diventata amicizia con Chopin, Amandine si allontana da Parigi per vivere ritirata nell’amata Nohant, circondata dalla famiglia e da molti amici, continuando a scrivere fino alla fine dei suoi giorni.
La sua biografa Francine Mallet scrive <Se si attribuiscono alle donne gli stessi diritti degli uomini, cosa che lei non ha mai smesso di rivendicare, il numero dei suoi amanti non è affatto superiore a quello delle amanti di molti scrittori suoi contemporanei>. Ma come sappiamo e abbiamo già detto molte volte, nonostante la critica l’abbia descritta come una donna dall’insaziabile appetito sessuale, nulla è più falso di questa narrazione patriarcale superficiale, banalizzante e costruita ad hoc per screditarla. Infatti Amandine soffriva di frigidità da trauma della prima notte delle nozze, in una lettera al fratello gli raccomanda: <Impedisci che tuo genero brutalizzi tua figlia la prima notte di nozze. Gli uomini non si rendono conto abbastanza di quanto questo divertimento sia un martirio per noi. Digli di mettere da parte per un po’ i suoi piaceri e di condurre poco a poco sua moglie a comprenderli e a corrispondervi. Nulla è tremendo come lo spavento, la sofferenza e il disgusto di una povera fanciulla violentata da un bruto....>.
La continua ricerca dell’amore unico e perfetto la spinse spesso a cambiare amante senza mai trovare negli uomini appagamento per la sua anima. Le sue contemporanee femministe la esortarono a entrare in politica, ma lei rifiutò adducendo le seguenti spiegazioni: <Le condizioni sociali sono tali che le donne non potrebbero esplicare onorevolmente e lealmente un mandato politico. Dato che la donna è per matrimonio sotto la tutela e la dipendenza dell’uomo, è assolutamente impossibile che offra garanzie di indipendenza politica... La liberazione della donna consiste semplicemente nel renderle i diritti civili che solo il matrimonio le toglie, mentre il rimanere nubile le conserva... solo il dispotismo attribuisce al marito il diritto di rifiutare di sottoscrivere le condizioni materiali della felicità della donna e dei figli, il diritto di adulterio, il diritto all’uccisione della donna infedele, il diritto di dirigere, con l’esclusione della moglie, l’educazione dei figli, quello di corromperli con esempi e principi cattivi, dando loro le proprie amanti come governanti,...il diritto a ridurre la moglie alle privazioni della miseria scialacquando con ragazze la rendita o il capitale che appartengono a lei, il
diritto di picchiarla, infine il diritto di disonorarla con sospetti ingiusti....>.
Amandine ebbe la forza di battersi tutta la vita per l’istruzione delle donne e difese con coraggio la parità di diritti. “Lélia” fu usato contro di lei nel processo di divorzio per dimostrare la sua dissolutezza morale.
Questa traduzione di Francesca Grandi per La Scuola delle Donne® , che condividiamo gratuitamente, è l'unica italiana al momento.

Research paper thumbnail of Rosa Lux e l'inganno (del) capitale opera in versi di Devana

Edizione dell'Autrice, 2023

Or so qual è il motivo della mia venuta in questo tempo, in questo corpo. In sogno la prova che a... more Or so qual è il motivo della mia venuta
in questo tempo, in questo corpo.
In sogno la prova che attendevo
ho ricevuto: qual è il male del mondo?
Il capitale… il denaro e i mezzi accumulati
senz’altro scopo che creare altro denaro
e altri mezzi e ancora e ancora.
Non da godere in comune letizia
e per tutti abbondanza, ma di pochi
per ingrassar le borse e i ventri.
Quando la terra fertile, in principio
liberamente coltivata da tribù,
rubata fu a chi sopra vi era nato
per obbligarlo a un debito con cui
la sua stessa terra natia ricomprarsi,
lì ebbe inizio la corruzione dell’economia.
Il meccanismo prestito-debito-confisca
aprì la via ad arricchire i pochi
ad opera di chi la buona terra
dissodava e coltivava e non per sé
traeva frutto ma per consegnarlo
a chi in altre macchine lo investe.
Ricchi sempre più ricchi creano il mostro,
il capitale divenuto vivente
e autonoma entità che altro denaro
chiede con cui saziar l’immenso ventre.
Allora invadon gli eserciti altre terre
e le consegnano al mostro per cibarsi.
Ecco del capitale l’accumulazione
che impoverisce la razza umana e
svuota l’anima di sogni e di virtù.

Research paper thumbnail of Christine e la Città delle Dame - opera allegorica musicale di Devana

Edizione dell'Autrice, La Scuola della Donne®, 2021

Christine de Pizan è una Venerabile Antenata veneziana vissuta nel ‘300 a Parigi, dove si trasfer... more Christine de Pizan è una Venerabile Antenata veneziana vissuta nel ‘300 a Parigi, dove si trasferì da bambina con la famiglia. Il padre, che insegnava all’università di Bologna, era stato chiamato alla corte di Francia come astronomo personale del re. Fu lui a insegnarle a scrivere e a leggere e la istruì, pur contro il volere della madre (purtroppo una pessima abitudine delle madri le quali pensavano che figlie troppo istruite e indipendenti non avrebbero trovato marito). Invece, “malgrado” la sua istruzione, Christine si sposò ed ebbe un buon matrimonio. Ma rimase sola giovanissima - poiché morirono il marito, il padre e il re che lo proteggeva - e si trovò con madre e prole a carico, senza denaro né mestiere e, per sovrapprezzo, irrisa dai debitori del marito che si rifiutavano di pagarle le somme a lui dovute (per secoli le vedove non ebbero diritto a ereditare né a ricevere una pensione e terminavano i loro giorni nelle case dei poveri se erano fortunate, cosa questa che ebbe fine grazie alle suffragiste).
Dopo un primo momento di disperazione, Christine rialzò la testa, intentò una causa – che durò parecchi anni - ai debitori del marito e grazie alla sua cultura, intraprendenza e con l’aiuto della fortuna divenne scrittrice a pagamento, oggi diremmo pubblicista, di qualsiasi argomento le venisse commissionato. Fu la prima donna editrice della storia: creò un atelier dove i libri venivano da lei progettati e redatti e, successivamente, miniati e copiati secondo l’ordinativo. Dalla disgrazia creò la sua fortuna e divenne anche scrittrice. Fu così che si accorse di come la letteratura dell’epoca fosse misogina e accanita nel denigrare le donne: Le Roman de la Rose, Il Decamerone e altre opere ancora oggi da noi studiate a scuola, erano molto offensive nei confronti del genere femminile. Christine combatté la querelle de femme, movimento letterario filosofico che con motivazioni pseudoscientifiche sosteneva l’inferiorità biologica della donna rispetto all’uomo. Decise di ribellarsi. Scrisse La Città delle Dame, un’opera in cui biasima e contesta gli autori misogini, sostenendo che se alle bambine fosse stato permesso studiare come ai maschi sarebbero altrettanto valide. Con l’aiuto di tre dame soprannaturali – Ragione Rettitudine e Giustizia – creò con la penna una città dove dare asilo, partendo dalle regine bibliche, a tutte le donne di qualunque età e ceto sociale purché virtuose, che avessero voluto sfuggire il matrimonio o il convento – all’epoca le uniche possibilità per loro – rifugiandosi in un luogo sicuro dove poter studiare e vivere in armonia tra loro.
Christine è la madrina e ispiratrice de La Scuola delle Donne®, da me fondata nel 2017. Quest’opera allegorica in versi sciolti è un mélange della sua vita e del suo libro La Città delle Dame. Le tre Dame che la ispirano, Ragione Rettitudine e Giustizia, le ho trasformate in tre icone dell’emancipazione femminile: Ipazia scienziata alessandrina del IV° secolo, trucidata per volere del vescovo Cirillo, oggi santo e padre della chiesa; Giovanna d’Arco liberatrice della Francia bruciata sul rogo per volere dell’inquisizione e infine Emmeline Pankhurst leader del movimento suffragista, che per decenni lottò con le sue figlie per i diritti delle donne, subendo durissime repressioni e persecuzioni, incluso carcere e torture. È alle suffragiste che le donne devono non solo il diritto di voto ma anche di eredità, di gestione della propria dote e soprattutto di giurisdizione sulla prole che prima era proprietà dei padri, i quali potevano scacciare le madri che ritenessero incapaci o indegne e dare i figli in affidamento ad altre famiglie senza che esse avessero minimamente voce in capitolo. Ho inserito Giovanna d’Arco anche perché Christine, che fu sua contemporanea, ne scrisse l’Ode al grande valore. Parallelamente ho trasformato i debitori della vedova che non volevano saldarle il denaro dovuto al marito, nei quattro padri della chiesa – Cirillo, Ambrogio, Agostino e Giovanni Crisostomo – tutti misogini (Cirillo fu un assassino) e tutti santi, per me icone del patriarcato più repressivo e crudele. Ho inserito anche la figura della madre che all’inizio contesta l’istruzione della figlia ma poi si pente rendendosi conto che è stata proprio la sua istruzione a salvare la famiglia dalla fame.
Originali della stessa Christine de Pizan sono la ballade “SEULETE SOI” nella Scena 3 del 1° Atto, scritta in francese medievale, ma qui proposta nella traduzione italiana come pure la citazione dall’Ode a Giovanna d’Arco nella Scena 1 del 2° Atto e la strofa finale tratta da “La cité des dames”. L’opera è stata anche musicata dalla compositrice italiana Carlotta Ferrari ed è disponibile in video su youtube e su archive a questo link
https://archive.org/details/cristine-e-la-citta-delle-dame
In questa opera allegorica, nella quale donne di diverse epoche convivono in uno spazio quantico-magico, alla fine la Città delle Dame viene realmente costruita, anzi il PIANETA delle dame, dove le donne possano vivere insieme, con le loro famiglie, in sorellanza e in pace.

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La Scuola delle Donne®, 2024

Le missionarie mi aspettavano. Avevano mandato un enorme irlandese su una minuscola canoa ad inco... more Le missionarie mi aspettavano. Avevano mandato un enorme irlandese su una minuscola canoa ad incontrare il piroscafo. Arrivammo al molo di Ucluelet poco dopo l'alba. Tutto era grande, freddo e strano per me, una studentessa di quindici anni. Ero l'unica anima sul molo. L'irlandese non ebbe problemi a capire chi fossi. C'era la bassa marea, quindi c'era una lunga scala con schifosi pioli viscidi da scendere per raggiungere la canoa. La risata forte dell'uomo e l'inclinazione della canoa erano ancora più spaventose della scala. La pagaia nelle sue grandi braccia spingeva la canoa tra le onde. Arrivammo a Toxis, che era il nome indiano della Casa della Missione. Si trovava appena sopra l'alta marea. Davanti c'era il mare e dietro la foresta. La casa era in legno, non verniciata. Non c'erano tende né persiane. Mentre ci avvicinavamo remando, sembrava che fosse imbottita di nero. Quando la canoa si bloccò nel fango, il grande irlandese mi prese in braccio e mi posò sulla soglia di casa.

Le missionarie erano alla porta. Gli odori di pesce in cottura li precedettero. A Ucluelet si viveva di pesce. Entrambe le missionarie erano dignitose, ma la più anziana aveva più dignità, mentre la più giovane era pignola. Avevano visi lunghi e pallidi. I loro capelli erano lisciati dalla fronte fino a formare delle crocchie sulla collottola. Avevano lunghi nasi che reggevano gli occhiali, labbra sottili, occhi miti e indossavano abiti che cadevano dritti e scuri abbottonati fino al mento. In cucina c'erano solo due pezzi di tutto, quindi dovevo sedermi su una scatola, bere da una ciotola e mangiare il cibo da una tortiera di latta. Dopo la colazione, una lunga preghiera presbiteriana. Fuori dalla finestra della cucina, a pochi metri di distanza, ai margini del bosco, si ergeva un grande pino balsamico. Era molto alto e dritto.

Il chiacchiericcio delle missionarie che alla fine della preghiera elencavano le proprie colpe, riportò la mia attenzione dal pino al Padre Nostro appena in tempo per un "Amen". Ci alzammo dalle ginocchia e trovammo la casa piena di indiani. Erano venuti a guardarmi. Mi sentivo così giovane e inesperta in piedi davanti agli indiani e alle due gravi missionarie! Il capo, il vecchio Hipi, era ritenuto un lettore di volti. Si era appollaiato in cima all'armadietto delle medicine delle missionarie; i suoi pugni marroni ne stringevano il bordo, i gomiti tesi e le spalle ingobbite. Le sue scarpe sgualcite pendevano libere come se penzolassero da corde e non avessero piedi. Lo sguardo fisso dei suoi occhi mi scrutava da parte a parte. All'improvviso, li sollevò verso la finestra, sopra di me, pronunciò alcune frasi in chinook, saltò giù dalla credenza e tornò a piedi verso il villaggio.
Avevo quasi paura di chiedere alla missionaria:
- Che cosa ha detto?
- Non molto – rispose - Solo che non hai paura, che non sei rigida e che sai ridere

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La Scuola delle Donne®, 2012

Come in alto così in basso... come dentro così fuori! A stelle e pianeti esterni alla crosta corr... more Come in alto così in basso... come dentro così fuori! A stelle e pianeti esterni alla crosta corrispondono stelle e pianeti interni, per la legge di Trismegisto come in alto così in basso come nel grande così nel piccolo.
I segnaposti di porzioni celesti sulla crosta terrestre, segnalati dalle torri come ho spiegato in “La via degli immortali”, sono il punto d’incontro sulla crosta della proiezione del pianeta/stella esterno verso l’interno e di quello interno verso l’esterno. Essi si incrociano in un territorio comune che è la crosta terrestre. Il luogo di incontro di queste due proiezioni è segnalato da templi megalitici, siti e pozzi sacri, menhir, torri, piramidi e mura ciclopiche con il tassello, come spiegherò più avanti. Riporta l’astrofisica Giuliana Conforto nel suo “Baby Sun” la teoria di Halley, astronomo scopritore della famosa cometa, che nel 1692 scomponeva la Terra in tre sfere cave concentriche che circondano un sole centrale. I raggi delle tre sfere cave corrispondono ai raggi dei pianeti esterni Marte, Venere e Terra mentre il raggio del sole centrale corrisponde a quello di Mercurio. La teoria della Terra Cava fu già proposta nel 1700 da Eulero, insigne matematico e fisico.
In questo quarto e ultimo volume sulla ricerca dei luoghi di connessione interdimensionale, Devana viaggia dall'Islanda ai Paesi Baschi, Dall'Amiata alla Sardegna esplorando i misteri del 42° parallelo con tutti i luoghi di potere che vi sorgono...

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Melchisedek, 2009

Eravamo immortali e lo abbiamo dimenticato… dalle acque gelide delle Ande sul cammino Inka del Qh... more Eravamo immortali e lo abbiamo dimenticato… dalle acque gelide delle Ande sul cammino Inka del Qhapaq Ñan, alle acque bollenti del Giappone coi suoi templi e giardini zen, dai misteriosi Moai dell’Isola di Pasqua alle piramidi messicane passando per le enormi teste Olmeche, Devana ritrova l’importanza dell’acqua come mezzo per transitare fuori dall’illusione verso l’immortalità. In questo volume, il terzo della “quadrilogia dell’immortalità”, Devana documenta prove inconfutabili della nostra naturale immortalità, ottenute come di consueto viaggiando nei siti sacri di tutto il mondo, incontrando sciamani e sapienti e sottoponendosi lei stessa a prove iniziatiche. La risposta non è “in alto” ma nel centro del pianeta, che i nativi americani chiamano Inframundo e dal quale si potrà prendere la spinta per salire verso il nostro prossimo livello evolutivo e viaggiare attraverso i portali. Gli antichi sapevano che “la via” parte dal centro della terra a cui si accede tra l’altro dai vulcani Rapa Nui e dai cenotes Maya. Oggi la scienza conferma che il cuore della terra è attivo e vivo. Il “mezzo” è l’acqua, attraverso la quale stiamo recuperando le antiche conoscenze.
Dopo "Gra(d)al il segreto della torre" e "La via degli immortali", il viaggio prosegue in questo volume, alla ricerca delle verità nascoste alle radici della nostra storia

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Melchisedek, 2008

Dopo aver percorso il pianeta alla ricerca delle torri dell’immortalità conosciute come ZED, e av... more Dopo aver percorso il pianeta alla ricerca delle torri dell’immortalità conosciute come ZED, e averne collegato la funzione a quella del GRAAL nel 1° volume intitolato “Gra(d)al il segreto della torre”, Devana ritorna a viaggiare sulla base di una nuova intuizione.
Le torri e i luoghi dove le cellule possono ritrovare la loro origine immortale sono molti e la loro dislocazione sulla terra è legata alla serie di Fibonacci e alla mappa stellare di cui i siti sacri sono lo specchio. Sul Corano la parola usata per “costellazione” significa in realtà “torre”. Il viaggio riparte dalle piramidi del deserto nord peruviano e prosegue ad Angkor, l’antica città cambogiana di pietra, e poi nei siti megalitici bretoni tra Carnac e Brocéliande, fino a giungere inaspettatamente in nord Italia, dove scritte pelasgiche emergono da un affresco in una chiesa longobarda.
Nuove intuizioni che, straordinariamente, portano risposte alla più urgente delle domande: POSSIAMO ESSERE IMMORTALI? Dai sedili del diavolo alla riattivazione della memoria cellulare, dalle visioni di Hildegard Von Bingen alla spada nella roccia di Montesiepi, dal dna spazzatura alle Madonne Nere, il viaggio prosegue per ritrovare la via degli immortali e, nel consueto stile di Devana, viene supportato da abbondante materiale fotografico e riscontri tratti dalle parole dei maggiori ricercatori di tutti i tempi. La chiave è “fermare l’oscillazione della dualità per tornare al centro”. Le affermazioni in questo libro sono ampiamente supportate da materiale fotografico.

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Nexus, 2006

La mitica torre di Bab’el. Una ghiandola contenuta nel nostro cranio che produce l’ormone dell’im... more La mitica torre di Bab’el. Una ghiandola contenuta nel nostro cranio che produce l’ormone dell’immortalità. La “Sacra Coppa” a vario titolo collegata alla figura di Gesù e a quella di Artù. Che legame esiste tra questi tre elementi e i siti sacri in Mesopotamia, Egitto, Pirenei, Inghilterra e Ande?
E com’è connesso tutto questo con le fratellanze massoniche e templari?
Il passaggio da indagare è quello che, partendo dal geroglifo egizio della torre “zed”, simbolo dell’immortalità, si congiunge al “Calice” passando attraverso il “GRA(d)AL”, che significa TORRE.
L’autrice suggerisce un’ipotesi completamente nuova che, suffragata da fotografie scattate durante numerosi viaggi nei luoghi dove sorgono siti megalitici ed esoterici, non ignora la tradizione di studio finora esistente ma anzi la armonizza i un teorema di assai più ampio respiro e di maggior interesse.
Il testo porta il lettore a comprendere come da un “errore di interpretazione”, forse voluto, sia nato il mito della Sacra Coppa e di quali siano le sue radici storiche da 400.000 anni ad oggi. La torre “zed” è nascosta nella Grande Piramide? E’ soltanto una? Cosa cercavano i templari sulle Ande dove fuggirono per scampare ai roghi dell’Inquisizione?
Il collegamento tra la Grande Piramide e Myriam di Magdala apre nuove prospettive di indagine.

Research paper thumbnail of Il METODO La Scuola delle Donne® in Cerchio di Devana

La Scuola delle Donne®, 2020

Nel creare il presente METODO ho voluto onorare queste donne, ristudiarle e riproporle alle alunn... more Nel creare il presente METODO ho voluto onorare queste donne, ristudiarle e riproporle alle alunne in maniera completa, riconoscendo quella componente spirituale che la cultura ufficiale omette con “imbarazzo” di inserire nelle biografie, quasi fosse cosa di cui vergognarsi, ma che è stata invece proprio la caratteristica che le ha rese così speciali.
E, credendo nella continuità e immortalità della Vita, ho voluto unire allo studio e commento della loro opera, ricerca e filosofia, un approccio mistico e meditativo che ci permetta di collegarci alle Antenate le quali, sebbene non presenti fisicamente in questa manifestazione spazio-temporale, sono vive in mondi paralleli. Poiché è la visione patriarcale-duale quella alla quale veniamo addestrate e addestrati sin dall’infanzia, noi non conosciamo o non siamo in grado di comprendere la visione matrifocale-unitaria. Le azioni e le parole delle nostre Antenate non sono state comprese né tantomeno correttamente riportate nei libri. Inoltre esiste una accanita scissione tra la cultura accademica razionalista e l’approccio mistico spirituale: questa scissione impoverisce la visione d’insieme. Le nostre Venerabili Antenate non sono solamente le sante o le donne di conoscenza bruciate sui roghi dell’inquisizione. Per noi le Antenate sono anche le scienziate o le artiste, perché nessuna donna fa arte con intento hobbistico decorativo. L’arte per le donne è sempre un modo per dare voce alla visione interiore silenziata dal sistema e alla richiesta di libertà. L’arte femminina è sempre ginetica (ovvero la politica delle donne). E le donne hanno tutte una attitudine sciamanica a guidarle.
Nell’affrontare la comprensione di filosofe scienziate attiviste e artiste con la dovuta attenzione spirituale, trattandole come Maestre, ricreiamo quella visione totale femminina che è stata negata occultata e disprezzata per millenni. Dalla fine dell’Era neolitica Matrifocale a oggi.
Di questo approccio rivendico la maternità come IL METODO LA SCUOLA DELLE DONNE® IN CERCHIO. Questo volume è intimamente legato ai miei due romanzi "Antenate la visione delle donne" e "Antenate 2 Worisiana Il paese delle donne che discendono dalle madri". Devana

Research paper thumbnail of I Racconti del Risveglio 2 Alicia e Pedro Pas in viaggio nel nido di tordo - di Devana

La Scuola delle Donne®, 2016

<Dovete cercare i Quattro Tesori della Prima Era e riunirli. Andrete a est e cercherete la Penna ... more <Dovete cercare i Quattro Tesori della Prima Era e riunirli. Andrete a est e cercherete la Penna di Airone della Beata Venusia, che contiene la gentilezza. Poi a sud cercherete l’Uovo di Gufo del Saggio Osimo, che porta con sé la purificazione. A ovest dovrete scovare la Ciotola di Cristallo della Santa Manestra, che contiene la compassione. Quindi dovete uscire da questi mondi ed entrare negli altri mondi, proseguendo fino al nord sotto la superficie delle cose. Al nord finalmente troverete la guarigione nella Polenta di Lino del Vecchio Benìa>....
Ho immaginato che Alice e Peter Pan si incontrassero nei giardini di Kensington a Londra e mi sono chiesta come si sarebbero comportati se fossero partiti per un’avventura insieme. I loro nomi sono stati usati dalla moderna psichiatria per identificare due disturbi della psiche, la SINDROME DI ALICE e la SINDROME DI PETER PAN. Quindi i due ragazzini, più o meno coetanei, hanno molte cose che li accomunano, incluso il fatto che non hanno o non viene menzionata la loro mamma nei romanzi originali. Ho letto attentamente i due romanzi di J.M.Barrie – “Peter Pan nei giardini di Kensington” e “Peter e Wendy” – nonché quello di Lewis Carroll “Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” e, percependoli come adolescenti archetipici con tutto il loro corredo di credenze limitanti e di cliché, ho avuto l’ispirazione di farli partire insieme per un viaggio cosicché possano spontaneamente imparare a collaborare.

Research paper thumbnail of I Racconti del Risveglio per le bambine e le loro mamme - di Devana

La Scuola delle Donne®, 2016

In una terra felice, nacque alla giovane Regina regnante una bella bambina, vivace e sana. In qu... more In una terra felice, nacque alla giovane Regina regnante una bella bambina, vivace e sana. In quella terra erano le regine a guidare il popolo e tutti erano contenti e avevano di che vivere agiatamente secondo le loro necessità. Quando nasceva una bimba l’evento era sempre salutato come una grande fortuna. Se, poi, quella bimba era la figlia della Regina regnante, il popolo era felicissimo poiché si assicurava la continuità nella guida da parte di una donna che fin dall’infanzia veniva addestrata e preparata al suo futuro compito. E tale fu anche il destino di Rosaura: questo il nome che le fu messo, poiché era nata proprio all’alba dell’equinozio di primavera.

Research paper thumbnail of ANTENATE 2  Il paese delle donne che discendono dalle madri - romanzo di Devana

La Scuola delle Donne®, 2022

Sedevo davanti a un focolare spento di antiche pietre e ascoltavo il suono del vento che impazien... more Sedevo davanti a un focolare spento di antiche pietre e ascoltavo il suono del vento che impaziente si svegliava. Avevo scelto di convocare le Antenate all’ingresso di un wadi perché sapevo che prima della fine del nostro incontro sarebbe servita l’acqua ghiacciata del deserto.
Una mano leggera mi toccò la spalla: Gertrude, completamente avvolta da un caftano blu e da un turbante che lasciava fuori solo gli occhi, portava una fascina di lunghi rami sottili. Sedette accanto a me sul piccolo tappeto di lana di capra e cominciò ad accendere il fuoco per preparare il caffè, denso e scuro, facendo bollire la polvere tostata col cardamomo alla maniera dei beduini, mentre io impastavo le piccole focacce di grano saraceno, sesamo e mandorle e le mettevo a cuocere sulle pietre calde attorno al fuoco.
Ecco… l’acqua cominciava a bollire!
L’aroma si espandeva e una fila di donne silenziose e intabarrate ci raggiunse serpeggiando sulla sabbia. Erano arrivate le sorelle. Una ad una sedettero in cerchio intorno al nostro piccolo focolare e tutte le mani si strinsero per ricreare l’antica sorellanza, convocando le Antenate di ogni tempo e spazio. Poi ognuna si servì di caffè e intinse la sua focaccina nel vaso di yogurt e miele. Per qualche minuto, mangiammo in silenzio ascoltando il vento.
Infine Gertrude si tamponò delicatamente la bocca con la manica del caftano, si alzò e giunse le mani sulla fronte a salutare le stelle, l’alba che avanzava, gli spiriti del deserto, del vento e del fuoco e cominciò il suo racconto...
Le ANTENATE che si raccontano in questo 2° volume sono: Gertrude Lowthian-Bell, Karen Dinesen Blixen, Elizabeth von Arnim e Katherine Mansfield, Nannerl Mozart, Elena Corner Piscopia, Elizabeth di Boemia e Anna Maria van Schurman, le beghina, Marguerite Porete e Metchild von Magdeburg, Millicent Fawcett, Emmeline e Christabel Pankhurst, Rosa Luxemburg, Amandine Aurore Dupin detta George Sand, Pamela Lyndon Travers, Murasaki Shikibu e Katsushika Ôei.

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La Scuola delle Donne®, 2020

Una notte, intorno al Sacro Fuoco al centro di una foresta, si riunisce un gruppo di donne fuori ... more Una notte, intorno al Sacro Fuoco al centro di una foresta, si riunisce un gruppo di donne fuori dallo spazio tempo. Siedono in cerchio, per condividere le loro storie alla pari e celebrare la Grande Madre fino al giorno seguente, alcune tra le più grandi donne vissute sulla terra, sciamane, alchimiste, scienziate, attiviste, intellettuali, tutte più o meno ignorate o occultate dalla storia “a misura d’uomo”, per decadi, secoli, millenni. Brigida di Kildare incarnazione della Dea Brigid, la grande mistica e scienziata Ildegarda di Bingen, Guglielma la Boema e la sua papessa Maifreda da Pirovano che incarnarono la Dea e crearono un loro ordine monastico indipendente dalla chiesa di Roma. Sabina Spielrein che ispirò Jung e Freud e da malata di mente divenne psichiatra dei bambini. Gabriela Mistral e Marie Curie che ricevettero il Nobel e subito dopo furono dimenticate. Marija Gimbutas che coi suoi scavi ha riportato nel mondo la memoria della civiltà della Dea. Mary Wollstonecraft e sua figlia Mary Shelley, che centinaia di anni fa scrissero sui diritti delle donne e vissero in modo libero, quando le donne potevano essere solo schiave, la figlia creando un romanzo capolavoro. Cristine de Pizan la prima giornalista e storica professionista alla corte di Francia del XV sec. e Myriam Magdal, la Madre di tutte….
La loro versione della storia, molto diversa da quella riportata dai libri del patriarcato, è una finestra sulla visione femminile, sulla creatività, sulla genialità, sul coraggio e sull’intraprendenza di donne che, sebbene la storia degli uomini le abbia ignorate a lungo e in alcuni casi continui a farlo, sono state e saranno modelli per ognuna di noi che desideri risvegliarsi davvero.
Le sorelle stanno insieme intorno al Sacro Fuoco tutta la notte, raccontano la loro storia e segreti mai svelati prima, condividono cibo e bevande e al termine ricevono una visita inaspettata dopo aver officiato i riti mattutini dell’acqua. Infine se ne vanno. Ciascuna torna alla sua attuale incarnazione, lasciando a noi che leggiamo un bagaglio di incommensurabile sapere magico. Devana ascolta e trascrive i loro racconti intorno al fuoco.
Questo romanzo ha un seguito pubblicato qualche anno dopo - Antenate 2 Worisiana - dove altre di loro si incontreranno nel deserto e proseguiranno i racconti delle loro vite.