Luca Fabbri - Academia.edu (original) (raw)

Papers by Luca Fabbri

Research paper thumbnail of Per il Maestro di San Floriano di Valpolicella (alias Leonardo da Verona): un nuovo protagonista della scultura lignea veronese tra XV e XVI secolo

BOLLETTINO D'ARTE, 2024

The paper sheds light on a few sculptures which were, for the most part, created in the Scaligero... more The paper sheds light on a few sculptures which were, for the most part, created in the Scaligero area during the 15th and 16th centuries. Still relatively side lined in any study of Renaissance wooden sculpture in the Veronese region, the period has so far seen a very limited number of master craftsmen of any
note emerge from the shadows. A chance find of some archival documents has led to the author of these
pieces being precisely identified. A small handwritten note, concealed within the throne on which the
statue of the Madonna is seated in the Church of the Disciplina of Tregnago (VR), names Leonardo degli
Attavanti as the creator of these sculptures. Leonardo was previously primarily known as a painter, who
had occasionally collaborated with the renowned carver Giovanni Zebellana. The discovery implies that
Verona was the scene of a dynamic artistic melting pot at the end of the 15th century, with a certain fluidity across the traditional barriers between the various artistic guilds. It also identifies a new and significant figure in Veronese wooden sculpture of the period.

Research paper thumbnail of Inediti per il Settecento veronese

VERONA ILLUSTRATA, 2023

«Verona Illustrata» accoglie contributi di storia dell'arte e della cultura, con particolare rife... more «Verona Illustrata» accoglie contributi di storia dell'arte e della cultura, con particolare riferimento alle collezioni del Museo di Castelvecchio e dei Musei Civici, a Verona e al suo territorio. I contributi, dopo essere stati preliminarmente valutati dalla Direzione e dal Comitato Editoriale, sono sottoposti a single blind peer-review a cura di due revisori, scelti di volta in volta tra esperti dei rispettivi settori disciplinari, di cui almeno uno esterno al Comitato Scientifico. La pubblicazione della rivista e il procedimento della peer-review si ispirano al Codice etico delle pubblicazioni elaborato da COPE, Best Practice Guidelines for Journal Editors.

Research paper thumbnail of Gli affreschi del vescovo: la decorazione della loggia del palazzo di Monteforte d’Alpone

ARTE MEDIEVALE, 2023

I testi proposti per la pubblicazione dovranno essere redatti secondo le norme adottate nella riv... more I testi proposti per la pubblicazione dovranno essere redatti secondo le norme adottate nella rivista e consultabili nel suo sito. Essi dovranno essere inviati, per essere sottoposti all'approvazione del Comitato Scientifico all'indirizzo artemedievale@uniroma1.it. Gli articoli dovranno essere provvisti di corredo illustrativo (immagini in .tif o .jpg ad alta risoluzione di minimo 300 dpi), didascalie, due riassunti (uno in inglese, uno nella lingua dell'articolo), quattro o cinque parole chiave (in inglese e nella lingua dell'articolo). La rivista, impegnandosi a garantire in ogni fase il principio di terzietà della valutazione, adotta le vigenti procedure internazionali di peer review, con l'invio di ciascun contributo pervenuto, in forma anonima, a due revisori anch'essi anonimi.

Research paper thumbnail of Considerazioni sull’attività e nuove proposte per Bartolomeo Giolfino

ARTE VENETA, 2022

Un nuovo foglio miniato da una perduta mariegola per la Scuola di San Giovanni Evangelista a Vene... more Un nuovo foglio miniato da una perduta mariegola per la Scuola di San Giovanni Evangelista a Venezia / Chiara Ponchia / I grandi progetti di digitalizzazione del patrimonio librario che ormai da decenni vengono sviluppati e tenacemente portati avanti dal lavoro congiunto di esperti di diversi settori-dal bibliotecario, all'ingegnere informatico, allo storico della miniatura e a tutte le altre figure che a vario titolo sono coinvolte nello studio del libro manoscritto e a stampa-costituiscono una risorsa di valore incommensurabile per la comunità scientifica, che vede incrementare di giorno in giorno la mole dei dati accessibili online. Considerazioni sull'attività e nuove proposte per Bartolomeo Giolfino / Luca Fabbri / La fisionomia di una delle più note dinastie di scultori veronesi tra Quattro e Cinquecento, ovvero quella dei Giolfino, è stata sinora indagata con più soddisfazioni dal punto di vista documentario, nel tentativo di ricostruirne la complessa genealogia familiare, che da quello artistico. "Un detto con Astrologo di mano del Palma il Vecchio". Nei depositi della Gemäldegalerie di Dresda l'Oroscopo giorgionesco creduto distrutto / Sergio Alcamo / In diverse monografie, cataloghi ragionati, saggi e articoli pubblicati tra la seconda metà del XX secolo fino al primo decennio del successivo e dedicati a Giorgio (Zorzi) da Castelfranco, detto "Giorgione" capita spesso di leggere a proposito di un dipinto della Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda (un'opera dal soggetto alquanto enigmatico e con spiccate caratteristiche stilistiche e iconologiche che rimandano alla produzione artistica di questo maestro) che tale composizione fu distrutta durante il secondo conflitto mondiale nel 1945. Una vicenda frammentata: la pala per la cappella maggiore di Santa Corona a Vicenza, da Francesco Giolfino a Jacopo Tintoretto / Michele Guida Conte / Il presbiterio della chiesa domenicana di Santa Corona ospita il tabernacolo (1669-1686 ca.) eseguito da Francesco e Domenico Corberelli, un mirabile esempio del ritorno in auge della tecnica del commesso marmoreo "iuxta artificium quod vocant florentinum". L'opera è la tappa finale di un processo di rinnovamento avviato nel 1479, quando grazie alla munificenza della corporazione notarile si decise di rimuovere il coro dalla navata centrale, una soluzione in anticipo rispetto al medesimo tipo di operazione fatto a Santa Anastasia a Verona, e poi ai Santi Giovanni e Paolo a Venezia. La valenza e la portata storica di siffatte riforme spaziali furono fissate da Giorgio Vasari, che in un passo autobiografico delle Vite ricorda l'incarico affidatogli da Cosimo I de' Medici. «Petrus venetus 1547». La Crocifissione della parrocchiale di Bodzentyn e alcune note sul manierismo veneziano in Polonia e Lituania nel Cinquecento / Federico Maria Giani / La chiesa parrocchiale di Bodzentyn, piccolo villaggio di campagna a circa 150 km da Cracovia, conserva una monumentale ancona manierista, di circa 600×1.200 cm, proveniente dall'altare maggiore della cattedrale del Wawel. Segnalata per la prima volta all'attenzione della comunità accademica polacca da Marian Sokołowski nel 1913, all'inizio degli anni 2000 l'ancona è stata oggetto di uno studio approfondito da parte di Paweł Pencakowski, che ne ha ricostruito le tappe essenziali della vicenda storica. Nonostante ciò, ma certo anche a causa dell'assenza di un inquadramento critico appropriato, la sua esistenza è rimasta finora ignota al di fuori dei confini polacchi. Novità su Jacopo Apollonio, nipote dei Bassano / Claudia Caramanna / Dopo quasi cinquant'anni dal pioneristico articolo di Marisa Pivato De Paoli del 1964, che giustamente lo definiva un "epigono dei Bassano", una decina d'anni fa si è registrata una ripresa di interesse per la figura di Jacopo Apollonio, nipote di Jacopo Bassano per parte materna e ultimo pittore della prolifica famiglia Dal Ponte. Intorno a Nicolò Roccatagliata e Sebastiano Nicolini e un caso di trasmissione di modelli a Venezia nel XVII secolo / Francesca Stopper / Negli ultimi decenni la scultura bronzea veneziana è salita alla ribalta: le sono stati dedicati numerosi studi, sia di carattere generale-come Vulcan's forge in Venus' city: the story of bronze in Venice di Victoria Avery-, sia volti ad approfondire singole personalità dall'età rinascimentale a quella barocca. Tra gli artisti riscoperti si annoverano Nicolò Roccatagliata e suo figlio Sebastiano Nicolini, nei cui profili perdurano tuttora delle lacune. Questo contributo, attingendo ai contratti legali di apprendistato e ad altri documenti d'archivio, vuole precisare alcuni aspetti della loro vita e attività professionale. Altre scritture riguardano un episodio di eredità culturale e trasmissione di modelli, che li vede protagonisti, insieme al bronzista Cesare Groppo e agli orefici Andrea e Giovanni Balbi. "… le merende sono andate in cielo". Johann Liss (e Nicolas Regnier) a Venezia / Vincenzo Mancini / La clamorosa acquisizione della Tentazione di santa Maria Maddalena di Johann Liss qualche tempo fa messa a segno dal Metropolitan Museum of Art di New York ha avuto l'effetto di riaccendere i riflettori su un pittore geniale quanto defilato-o come si dice oggi di nicchia-del Seicento, un artista ignoto o quasi alla platea dei turisti culturali unidirezionati dei nostri tempi. Il tedesco Johann Liss era stato oggetto di una meditata monografia apparsa nel 1999 a firma dello storico specialista Rudolph Klessman: il che ci esime dal richiamare con sistematicità i radi dati biografici finora raccolti. Iconografia e propaganda a Venezia nel Settecento: Jacopo Guarana a Palazzo Ducale / Sara Grinzato / Gli studi specialistici hanno ricorrentemente manifestato interesse iconologico riguardo ai cicli pittorici cinquecenteschi del Palazzo Ducale di Venezia, interpretandoli come forma di esaltazione degli ideali politici e quali pubblica imago configurata a giustificazione dello splendore della città. Scopo del presente scritto è offrire una descrizione delle composizioni allegoriche dipinte nella sede del governo veneziano nel secolo XVIII, e in fattispecie degli ambienti decorati nel settimo e ottavo decennio da Jacopo Guarana.

Research paper thumbnail of Un contributo per il disegno veronese del secondo Settecento

Musica e Figura, 2020

The article takes into consideration several drawings, mainly from the Eighteenth Century, preser... more The article takes into consideration several drawings, mainly from the Eighteenth Century, preserved for the most part as anonymous or with wrong attributions in some of the major Italian and international museums, and which are here attributed to Eighteenth Century Veronese masters. For some of these sheets, as in the case of Giandomenico Cignaroli, these are now the first graphic attestations, but also where the unpublished works reinforce already large corpora (as in the case of Giambettino Cignaroli, Francesco Lorenzi, Marco Marcola), these acquisitions allow new reflections on the drawing activity of the authors, and on its relationship with the works executed on canvas.
L’articolo prende in considerazione diversi disegni, prevalentemente di XVIII secolo, conservati per la maggior parte come anonimi o con attribuzioni non pertinenti presso alcuni dei maggiori musei italiani e internazionali, e che vengono qui attribuiti a maestri del Settecento veronese. Per alcuni di questi, come nel caso di Giandomenico Cignaroli, si tratta delle prime attestazioni di grafica note, ma anche dove gli inediti rafforzano corpora già ampi (come nel caso di Giambettino Cignaroli, di Francesco Lorenzi, di Marco Marcola), queste acquisizioni consentono nuove riflessioni sull’attività disegnativa di questi autori, e sulla relazione tra questa e le opere eseguite su tela.

Research paper thumbnail of Un tabernacolo di Antonio da Mestre al Museo di Belle Arti di Budapest

Bulletin du Musée hongrois des beaux-arts

Research paper thumbnail of Sculture veronesi del Trecento: la Madonna con Bambino e donatori di Casterna di Fumane

VERONA ILLUSTRATA, 2020

Edizione veduta e corretta da Gianni Peretti Progetto grafico di Alessandro Corubolo e Gino Casti... more Edizione veduta e corretta da Gianni Peretti Progetto grafico di Alessandro Corubolo e Gino Castiglioni Carattere Custodia (Fred Smeijers) Composizione e stampa di Trifolio In copertina: Ystoria de vita et transitu beate Theuterie virginis (particolare) Questo numero è stato interamente finanziato da

Research paper thumbnail of Costanzo Antegnati e Felice Brusasorci per Agostino Valier

L'organo di Domenico Farinati nel duomo di Verona, 2021

Research paper thumbnail of Verona: la Madonna della Ghiara di Dario Pozzo nella chiesa di San Tommaso Apostolo

“Quem genuit adoravit” La Madonna della Ghiara: immagini, devozione, pellegrinaggi tra Cinque e Seicento Casi esemplari, 2019

Iconografia della Madonna della Ghiara in area veronese e vicentina, inediti del Seicento

Research paper thumbnail of L'archivio fotografico della Soprintendenza

Documenti e immagini negli archivi della Soprintendenza, 2019

Research paper thumbnail of Cripte a Verona e nel territorio veronese: problemi aperti

Annuario storico zenoniano, 2019

Cripte a Verona e nel territorio veronese: problemi aperti LUCA FABBRI Cripte a Verona e nel terr... more Cripte a Verona e nel territorio veronese: problemi aperti LUCA FABBRI Cripte a Verona e nel territorio veronese:

Research paper thumbnail of Sulla sfortuna attribuzionistica della pittura del Settecento veronese

Research paper thumbnail of Addenda ai maestri dell'Accademia

Research paper thumbnail of La pittura veronese "fuori di patria"

La pittura veronese in età barocca, 2017

"Verso il terminar del secolo tornò a rivivere il buon gusto, e tornarono a destarsi l'antiche id... more "Verso il terminar del secolo tornò a rivivere il buon gusto, e tornarono a destarsi l'antiche idee. Continua però al giorno d'oggi talmente il orir dell'arte, che non ha la città nostra per questo conto da invidiar nessun'altro qualunque sia, e ben ne fanno fede le commissioni che da varie parti tutto dì vi giungono" 1 . Con queste parole Scipione Maffei salutava la rinascita della scuola pittorica veronese operata da Antonio Calza, Santo Prunato e Antonio Balestra nell'ultimo scorcio del Seicento; se dovessimo tuttavia mantenere il metro di giudizio suggerito dall'insigne erudito, ovvero valutassimo l'incidenza e l'importanza della pittura barocca locale in base alle commissioni che era in grado di attirare, dovremmo forse riconsiderarne la portata storica, compresa quella della generazione perduta trascurata da Maffei e dagli storiogra successivi, e solo in parte recuperata dalla critica moderna, di Lorenzetti, Amigazzi, Fra Semplice da Verona, Ceschini, Giarola, Fra Massimo, Barbieri, Falcieri, che tuttavia operò con fortuna tutt'altro che locale. Una rapida carrellata della diffusione della pittura veronese oltre i con ni cittadini permette infatti di registrarne, nel periodo preso in considerazione da quest'analisi, la tta presenza in un territorio geogra camente vasto, indice di una fortuna che si misura forse soprattutto sull'operato dei cosiddetti 'minori', che tali per il tempo evidentemente non erano.

Research paper thumbnail of Dipinti e disegni di Fabrizio Cartolari

Research paper thumbnail of Da Verona al Museo universale, e ritorno

Il Museo universale. Dal sogno di Napoleone a Canova, 2016

Forse non fu un caso che con l'ordine delle requisizioni francesi delle opere d'arte di Verona, n... more Forse non fu un caso che con l'ordine delle requisizioni francesi delle opere d'arte di Verona, nel maggio del 1797, uscì il racconto della città di Giuseppe Marini, Indicazione delle fabbriche, chiese, e pitture di Verona, una guida "per li forestieri" alla quale seguì una successiva edizione ben aggiornata su quanto era stato sottratto dai luoghi pubblici e privati: in cattedrale, dove l'Assunta di Tiziano era stata sostituita da una copia, in casa Bevilacqua, con il suo celebre antiquario, "tutto massacrato e venduto", o a San Zeno, da cui era partita la celebre pala di Andrea Mantegna ( , maestro per il quale non c'erano parole e, difatti, il veronese non ebbe nemmeno il coraggio di nominarlo tanto si sentiva a lutto. Chi avrebbe potuto immaginare che sarebbe stato strappato dalle sue terre quel pittore intorno al quale, in quegli stessi anni, si andava riunendo un'erudizione che si sarebbe trasformata in critica filologica moderna, con le affettuose e partecipi attenzioni di amici mossi da aspirazioni e passioni civili, tanto da divenire uno straordinario episodio di cultura a tutto campo. Com'era capitato da poco nella vicina Mantova, quando su iniziativa del padovano Giovanni de Lazara, si decise di ricavare una stampa dalla Madonna della Vittoria di Mantegna, commovente ricordo del capolavoro che nel gennaio del 1797 venne intercettato dai commissari per essere inviato a Parigi.

Research paper thumbnail of Primo Seicento veronese

Research paper thumbnail of San Rocco, scrigno del Cinquecento

San Rocco di Villafranca. Dal restauro alla consocenza, 2015

San Rocco, uno scrigno del Cinquecento ı 69

Research paper thumbnail of Il palazzo vescovile di Verona tra XII e XIV secolo: vicende costruttive e resti pittorici della domus sancti Zenonis

Arte Veneta, 2015

11 / Il palazzo del vescovo di Verona tra XII e XIV secolo: vicende costruttive e resti pittorici... more 11 / Il palazzo del vescovo di Verona tra XII e XIV secolo: vicende costruttive e resti pittorici il palazzo del veSCovo di verona tra Xii e Xiv SeColo: viCende CoStrUttive e reSti pittoriCi Luca Fabbri Nella definizione del panorama urbano medievale il ruolo giocato dall'edilizia di committenza ecclesiastica è sempre stato cardinale, e riconosciuto come tale; l'indagine degli studiosi si è però principalmente concentrata, soprattutto in ambito italiano, sulle strutture funzionali al culto, solitamente trascurando gli edifici di carattere residenziale, comprese alcune tra le costruzioni più rilevanti dello scenario architettonico cittadino, come i palazzi vescovili 1 . Eppure, se i vescovi furono tra i principali attori della trasformazione urbana dal punto di vista politico e sociale 2 , lo furono senz'altro anche da quello artistico, contribuendo a ridisegnare il volto delle città medievali in una dialettica di relazione e confronto con gli altri edifici di potere civili 3 . Il caso di Verona non fa eccezione: se l'edilizia religiosa di età medievale è stata largamente indagata, quella a carattere residenziale ha ricevuto sicuramente minore attenzione 4 , e il complesso della residenza vescovile è stato lasciato addirittura ai margini del dibattito critico 5 , complice anche l'ampia dispersione documentaria che ha coinvolto l'archivio vescovile, dalla quale si sono salvate solo pochissime pergamene anteriori al XIII secolo. La campagna restaurativa che ha coinvolto tutte le facciate del complesso episcopale tra 2004 e 2006, realizzando tra l'altro i rilievi del palazzo, ha tuttavia fornito una messe di dati inediti sui quali conviene fare il punto (figg. 2-3) 6 .

Research paper thumbnail of Giovanni Ceschini, pittore veronese del Seicento

Atti e memorie dell'Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, 2015

Research paper thumbnail of Per il Maestro di San Floriano di Valpolicella (alias Leonardo da Verona): un nuovo protagonista della scultura lignea veronese tra XV e XVI secolo

BOLLETTINO D'ARTE, 2024

The paper sheds light on a few sculptures which were, for the most part, created in the Scaligero... more The paper sheds light on a few sculptures which were, for the most part, created in the Scaligero area during the 15th and 16th centuries. Still relatively side lined in any study of Renaissance wooden sculpture in the Veronese region, the period has so far seen a very limited number of master craftsmen of any
note emerge from the shadows. A chance find of some archival documents has led to the author of these
pieces being precisely identified. A small handwritten note, concealed within the throne on which the
statue of the Madonna is seated in the Church of the Disciplina of Tregnago (VR), names Leonardo degli
Attavanti as the creator of these sculptures. Leonardo was previously primarily known as a painter, who
had occasionally collaborated with the renowned carver Giovanni Zebellana. The discovery implies that
Verona was the scene of a dynamic artistic melting pot at the end of the 15th century, with a certain fluidity across the traditional barriers between the various artistic guilds. It also identifies a new and significant figure in Veronese wooden sculpture of the period.

Research paper thumbnail of Inediti per il Settecento veronese

VERONA ILLUSTRATA, 2023

«Verona Illustrata» accoglie contributi di storia dell'arte e della cultura, con particolare rife... more «Verona Illustrata» accoglie contributi di storia dell'arte e della cultura, con particolare riferimento alle collezioni del Museo di Castelvecchio e dei Musei Civici, a Verona e al suo territorio. I contributi, dopo essere stati preliminarmente valutati dalla Direzione e dal Comitato Editoriale, sono sottoposti a single blind peer-review a cura di due revisori, scelti di volta in volta tra esperti dei rispettivi settori disciplinari, di cui almeno uno esterno al Comitato Scientifico. La pubblicazione della rivista e il procedimento della peer-review si ispirano al Codice etico delle pubblicazioni elaborato da COPE, Best Practice Guidelines for Journal Editors.

Research paper thumbnail of Gli affreschi del vescovo: la decorazione della loggia del palazzo di Monteforte d’Alpone

ARTE MEDIEVALE, 2023

I testi proposti per la pubblicazione dovranno essere redatti secondo le norme adottate nella riv... more I testi proposti per la pubblicazione dovranno essere redatti secondo le norme adottate nella rivista e consultabili nel suo sito. Essi dovranno essere inviati, per essere sottoposti all'approvazione del Comitato Scientifico all'indirizzo artemedievale@uniroma1.it. Gli articoli dovranno essere provvisti di corredo illustrativo (immagini in .tif o .jpg ad alta risoluzione di minimo 300 dpi), didascalie, due riassunti (uno in inglese, uno nella lingua dell'articolo), quattro o cinque parole chiave (in inglese e nella lingua dell'articolo). La rivista, impegnandosi a garantire in ogni fase il principio di terzietà della valutazione, adotta le vigenti procedure internazionali di peer review, con l'invio di ciascun contributo pervenuto, in forma anonima, a due revisori anch'essi anonimi.

Research paper thumbnail of Considerazioni sull’attività e nuove proposte per Bartolomeo Giolfino

ARTE VENETA, 2022

Un nuovo foglio miniato da una perduta mariegola per la Scuola di San Giovanni Evangelista a Vene... more Un nuovo foglio miniato da una perduta mariegola per la Scuola di San Giovanni Evangelista a Venezia / Chiara Ponchia / I grandi progetti di digitalizzazione del patrimonio librario che ormai da decenni vengono sviluppati e tenacemente portati avanti dal lavoro congiunto di esperti di diversi settori-dal bibliotecario, all'ingegnere informatico, allo storico della miniatura e a tutte le altre figure che a vario titolo sono coinvolte nello studio del libro manoscritto e a stampa-costituiscono una risorsa di valore incommensurabile per la comunità scientifica, che vede incrementare di giorno in giorno la mole dei dati accessibili online. Considerazioni sull'attività e nuove proposte per Bartolomeo Giolfino / Luca Fabbri / La fisionomia di una delle più note dinastie di scultori veronesi tra Quattro e Cinquecento, ovvero quella dei Giolfino, è stata sinora indagata con più soddisfazioni dal punto di vista documentario, nel tentativo di ricostruirne la complessa genealogia familiare, che da quello artistico. "Un detto con Astrologo di mano del Palma il Vecchio". Nei depositi della Gemäldegalerie di Dresda l'Oroscopo giorgionesco creduto distrutto / Sergio Alcamo / In diverse monografie, cataloghi ragionati, saggi e articoli pubblicati tra la seconda metà del XX secolo fino al primo decennio del successivo e dedicati a Giorgio (Zorzi) da Castelfranco, detto "Giorgione" capita spesso di leggere a proposito di un dipinto della Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda (un'opera dal soggetto alquanto enigmatico e con spiccate caratteristiche stilistiche e iconologiche che rimandano alla produzione artistica di questo maestro) che tale composizione fu distrutta durante il secondo conflitto mondiale nel 1945. Una vicenda frammentata: la pala per la cappella maggiore di Santa Corona a Vicenza, da Francesco Giolfino a Jacopo Tintoretto / Michele Guida Conte / Il presbiterio della chiesa domenicana di Santa Corona ospita il tabernacolo (1669-1686 ca.) eseguito da Francesco e Domenico Corberelli, un mirabile esempio del ritorno in auge della tecnica del commesso marmoreo "iuxta artificium quod vocant florentinum". L'opera è la tappa finale di un processo di rinnovamento avviato nel 1479, quando grazie alla munificenza della corporazione notarile si decise di rimuovere il coro dalla navata centrale, una soluzione in anticipo rispetto al medesimo tipo di operazione fatto a Santa Anastasia a Verona, e poi ai Santi Giovanni e Paolo a Venezia. La valenza e la portata storica di siffatte riforme spaziali furono fissate da Giorgio Vasari, che in un passo autobiografico delle Vite ricorda l'incarico affidatogli da Cosimo I de' Medici. «Petrus venetus 1547». La Crocifissione della parrocchiale di Bodzentyn e alcune note sul manierismo veneziano in Polonia e Lituania nel Cinquecento / Federico Maria Giani / La chiesa parrocchiale di Bodzentyn, piccolo villaggio di campagna a circa 150 km da Cracovia, conserva una monumentale ancona manierista, di circa 600×1.200 cm, proveniente dall'altare maggiore della cattedrale del Wawel. Segnalata per la prima volta all'attenzione della comunità accademica polacca da Marian Sokołowski nel 1913, all'inizio degli anni 2000 l'ancona è stata oggetto di uno studio approfondito da parte di Paweł Pencakowski, che ne ha ricostruito le tappe essenziali della vicenda storica. Nonostante ciò, ma certo anche a causa dell'assenza di un inquadramento critico appropriato, la sua esistenza è rimasta finora ignota al di fuori dei confini polacchi. Novità su Jacopo Apollonio, nipote dei Bassano / Claudia Caramanna / Dopo quasi cinquant'anni dal pioneristico articolo di Marisa Pivato De Paoli del 1964, che giustamente lo definiva un "epigono dei Bassano", una decina d'anni fa si è registrata una ripresa di interesse per la figura di Jacopo Apollonio, nipote di Jacopo Bassano per parte materna e ultimo pittore della prolifica famiglia Dal Ponte. Intorno a Nicolò Roccatagliata e Sebastiano Nicolini e un caso di trasmissione di modelli a Venezia nel XVII secolo / Francesca Stopper / Negli ultimi decenni la scultura bronzea veneziana è salita alla ribalta: le sono stati dedicati numerosi studi, sia di carattere generale-come Vulcan's forge in Venus' city: the story of bronze in Venice di Victoria Avery-, sia volti ad approfondire singole personalità dall'età rinascimentale a quella barocca. Tra gli artisti riscoperti si annoverano Nicolò Roccatagliata e suo figlio Sebastiano Nicolini, nei cui profili perdurano tuttora delle lacune. Questo contributo, attingendo ai contratti legali di apprendistato e ad altri documenti d'archivio, vuole precisare alcuni aspetti della loro vita e attività professionale. Altre scritture riguardano un episodio di eredità culturale e trasmissione di modelli, che li vede protagonisti, insieme al bronzista Cesare Groppo e agli orefici Andrea e Giovanni Balbi. "… le merende sono andate in cielo". Johann Liss (e Nicolas Regnier) a Venezia / Vincenzo Mancini / La clamorosa acquisizione della Tentazione di santa Maria Maddalena di Johann Liss qualche tempo fa messa a segno dal Metropolitan Museum of Art di New York ha avuto l'effetto di riaccendere i riflettori su un pittore geniale quanto defilato-o come si dice oggi di nicchia-del Seicento, un artista ignoto o quasi alla platea dei turisti culturali unidirezionati dei nostri tempi. Il tedesco Johann Liss era stato oggetto di una meditata monografia apparsa nel 1999 a firma dello storico specialista Rudolph Klessman: il che ci esime dal richiamare con sistematicità i radi dati biografici finora raccolti. Iconografia e propaganda a Venezia nel Settecento: Jacopo Guarana a Palazzo Ducale / Sara Grinzato / Gli studi specialistici hanno ricorrentemente manifestato interesse iconologico riguardo ai cicli pittorici cinquecenteschi del Palazzo Ducale di Venezia, interpretandoli come forma di esaltazione degli ideali politici e quali pubblica imago configurata a giustificazione dello splendore della città. Scopo del presente scritto è offrire una descrizione delle composizioni allegoriche dipinte nella sede del governo veneziano nel secolo XVIII, e in fattispecie degli ambienti decorati nel settimo e ottavo decennio da Jacopo Guarana.

Research paper thumbnail of Un contributo per il disegno veronese del secondo Settecento

Musica e Figura, 2020

The article takes into consideration several drawings, mainly from the Eighteenth Century, preser... more The article takes into consideration several drawings, mainly from the Eighteenth Century, preserved for the most part as anonymous or with wrong attributions in some of the major Italian and international museums, and which are here attributed to Eighteenth Century Veronese masters. For some of these sheets, as in the case of Giandomenico Cignaroli, these are now the first graphic attestations, but also where the unpublished works reinforce already large corpora (as in the case of Giambettino Cignaroli, Francesco Lorenzi, Marco Marcola), these acquisitions allow new reflections on the drawing activity of the authors, and on its relationship with the works executed on canvas.
L’articolo prende in considerazione diversi disegni, prevalentemente di XVIII secolo, conservati per la maggior parte come anonimi o con attribuzioni non pertinenti presso alcuni dei maggiori musei italiani e internazionali, e che vengono qui attribuiti a maestri del Settecento veronese. Per alcuni di questi, come nel caso di Giandomenico Cignaroli, si tratta delle prime attestazioni di grafica note, ma anche dove gli inediti rafforzano corpora già ampi (come nel caso di Giambettino Cignaroli, di Francesco Lorenzi, di Marco Marcola), queste acquisizioni consentono nuove riflessioni sull’attività disegnativa di questi autori, e sulla relazione tra questa e le opere eseguite su tela.

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Bulletin du Musée hongrois des beaux-arts

Research paper thumbnail of Sculture veronesi del Trecento: la Madonna con Bambino e donatori di Casterna di Fumane

VERONA ILLUSTRATA, 2020

Edizione veduta e corretta da Gianni Peretti Progetto grafico di Alessandro Corubolo e Gino Casti... more Edizione veduta e corretta da Gianni Peretti Progetto grafico di Alessandro Corubolo e Gino Castiglioni Carattere Custodia (Fred Smeijers) Composizione e stampa di Trifolio In copertina: Ystoria de vita et transitu beate Theuterie virginis (particolare) Questo numero è stato interamente finanziato da

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L'organo di Domenico Farinati nel duomo di Verona, 2021

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“Quem genuit adoravit” La Madonna della Ghiara: immagini, devozione, pellegrinaggi tra Cinque e Seicento Casi esemplari, 2019

Iconografia della Madonna della Ghiara in area veronese e vicentina, inediti del Seicento

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Documenti e immagini negli archivi della Soprintendenza, 2019

Research paper thumbnail of Cripte a Verona e nel territorio veronese: problemi aperti

Annuario storico zenoniano, 2019

Cripte a Verona e nel territorio veronese: problemi aperti LUCA FABBRI Cripte a Verona e nel terr... more Cripte a Verona e nel territorio veronese: problemi aperti LUCA FABBRI Cripte a Verona e nel territorio veronese:

Research paper thumbnail of Sulla sfortuna attribuzionistica della pittura del Settecento veronese

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La pittura veronese in età barocca, 2017

"Verso il terminar del secolo tornò a rivivere il buon gusto, e tornarono a destarsi l'antiche id... more "Verso il terminar del secolo tornò a rivivere il buon gusto, e tornarono a destarsi l'antiche idee. Continua però al giorno d'oggi talmente il orir dell'arte, che non ha la città nostra per questo conto da invidiar nessun'altro qualunque sia, e ben ne fanno fede le commissioni che da varie parti tutto dì vi giungono" 1 . Con queste parole Scipione Maffei salutava la rinascita della scuola pittorica veronese operata da Antonio Calza, Santo Prunato e Antonio Balestra nell'ultimo scorcio del Seicento; se dovessimo tuttavia mantenere il metro di giudizio suggerito dall'insigne erudito, ovvero valutassimo l'incidenza e l'importanza della pittura barocca locale in base alle commissioni che era in grado di attirare, dovremmo forse riconsiderarne la portata storica, compresa quella della generazione perduta trascurata da Maffei e dagli storiogra successivi, e solo in parte recuperata dalla critica moderna, di Lorenzetti, Amigazzi, Fra Semplice da Verona, Ceschini, Giarola, Fra Massimo, Barbieri, Falcieri, che tuttavia operò con fortuna tutt'altro che locale. Una rapida carrellata della diffusione della pittura veronese oltre i con ni cittadini permette infatti di registrarne, nel periodo preso in considerazione da quest'analisi, la tta presenza in un territorio geogra camente vasto, indice di una fortuna che si misura forse soprattutto sull'operato dei cosiddetti 'minori', che tali per il tempo evidentemente non erano.

Research paper thumbnail of Dipinti e disegni di Fabrizio Cartolari

Research paper thumbnail of Da Verona al Museo universale, e ritorno

Il Museo universale. Dal sogno di Napoleone a Canova, 2016

Forse non fu un caso che con l'ordine delle requisizioni francesi delle opere d'arte di Verona, n... more Forse non fu un caso che con l'ordine delle requisizioni francesi delle opere d'arte di Verona, nel maggio del 1797, uscì il racconto della città di Giuseppe Marini, Indicazione delle fabbriche, chiese, e pitture di Verona, una guida "per li forestieri" alla quale seguì una successiva edizione ben aggiornata su quanto era stato sottratto dai luoghi pubblici e privati: in cattedrale, dove l'Assunta di Tiziano era stata sostituita da una copia, in casa Bevilacqua, con il suo celebre antiquario, "tutto massacrato e venduto", o a San Zeno, da cui era partita la celebre pala di Andrea Mantegna ( , maestro per il quale non c'erano parole e, difatti, il veronese non ebbe nemmeno il coraggio di nominarlo tanto si sentiva a lutto. Chi avrebbe potuto immaginare che sarebbe stato strappato dalle sue terre quel pittore intorno al quale, in quegli stessi anni, si andava riunendo un'erudizione che si sarebbe trasformata in critica filologica moderna, con le affettuose e partecipi attenzioni di amici mossi da aspirazioni e passioni civili, tanto da divenire uno straordinario episodio di cultura a tutto campo. Com'era capitato da poco nella vicina Mantova, quando su iniziativa del padovano Giovanni de Lazara, si decise di ricavare una stampa dalla Madonna della Vittoria di Mantegna, commovente ricordo del capolavoro che nel gennaio del 1797 venne intercettato dai commissari per essere inviato a Parigi.

Research paper thumbnail of Primo Seicento veronese

Research paper thumbnail of San Rocco, scrigno del Cinquecento

San Rocco di Villafranca. Dal restauro alla consocenza, 2015

San Rocco, uno scrigno del Cinquecento ı 69

Research paper thumbnail of Il palazzo vescovile di Verona tra XII e XIV secolo: vicende costruttive e resti pittorici della domus sancti Zenonis

Arte Veneta, 2015

11 / Il palazzo del vescovo di Verona tra XII e XIV secolo: vicende costruttive e resti pittorici... more 11 / Il palazzo del vescovo di Verona tra XII e XIV secolo: vicende costruttive e resti pittorici il palazzo del veSCovo di verona tra Xii e Xiv SeColo: viCende CoStrUttive e reSti pittoriCi Luca Fabbri Nella definizione del panorama urbano medievale il ruolo giocato dall'edilizia di committenza ecclesiastica è sempre stato cardinale, e riconosciuto come tale; l'indagine degli studiosi si è però principalmente concentrata, soprattutto in ambito italiano, sulle strutture funzionali al culto, solitamente trascurando gli edifici di carattere residenziale, comprese alcune tra le costruzioni più rilevanti dello scenario architettonico cittadino, come i palazzi vescovili 1 . Eppure, se i vescovi furono tra i principali attori della trasformazione urbana dal punto di vista politico e sociale 2 , lo furono senz'altro anche da quello artistico, contribuendo a ridisegnare il volto delle città medievali in una dialettica di relazione e confronto con gli altri edifici di potere civili 3 . Il caso di Verona non fa eccezione: se l'edilizia religiosa di età medievale è stata largamente indagata, quella a carattere residenziale ha ricevuto sicuramente minore attenzione 4 , e il complesso della residenza vescovile è stato lasciato addirittura ai margini del dibattito critico 5 , complice anche l'ampia dispersione documentaria che ha coinvolto l'archivio vescovile, dalla quale si sono salvate solo pochissime pergamene anteriori al XIII secolo. La campagna restaurativa che ha coinvolto tutte le facciate del complesso episcopale tra 2004 e 2006, realizzando tra l'altro i rilievi del palazzo, ha tuttavia fornito una messe di dati inediti sui quali conviene fare il punto (figg. 2-3) 6 .

Research paper thumbnail of Giovanni Ceschini, pittore veronese del Seicento

Atti e memorie dell'Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, 2015

Research paper thumbnail of La Madonna di San Floriano di Valpolicella nel contesto della scultura veronese del Cinquecento

nel contesto della scultura veronese del Cinquecento -Luca Fabbri-Il restauro eseguito nel corso ... more nel contesto della scultura veronese del Cinquecento -Luca Fabbri-Il restauro eseguito nel corso del 2011 sulla scultura lignea della Vergine in trono, finanziato dal Rotary Club Verona Nord, ha restituito alla comunità di San Floriano un'inedita opera d'arte ma anche, e soprattutto, un oggetto di culto di antica devozione, verosimilmente attestato già nel 1530. In quell'anno il vescovo Giberti, in occasione di una delle frequenti visite pastorali nel territorio della diocesi, annotava la presenza in chiesa di