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Papers by Marco Bernardi

Research paper thumbnail of Caproni: della felice disperazione

Secondo fantasia. Studi per Corrado Bologna dalle allieve e dagli allievi della Scuola Normale Superiore, a cura di S. Barsotti, I. Ottria, M. Zanobi, 2020

Nel presentare la sua antologia poetica dedicata all'opera di Giorgio Caproni 1 e passandone in r... more Nel presentare la sua antologia poetica dedicata all'opera di Giorgio Caproni 1 e passandone in rassegna i temi fondamentali-quelli «della città, della madre, del viaggio»-, Giovanni Raboni sottolineava come essi condividessero «un comune denominatore, che è quello dell'esilio: esilio dallo spazio (la città), dal tempo passato (la madre), dalla vita (il viaggio)». 2 Vale la pena tenere presente questa lettura critica perché essa viene di fatto approvata dal poeta livornese in un'intervista rilasciata a ridosso della pubblicazione di quell'antologia. Qui egli aggiunge altri elementi rispetto ai quali la sua poesia tematizza un esilio e dunque una ricerca: la propria identità, il proprio "esserci", Dio, la verità. 3 Quando Caproni forniva queste indicazioni, le sue ultime opere-Il franco cacciatore (1982), Il Conte di Kevenhüller (1986) e ovviamente la postuma e, per così dire, incompiuta, Res amissa (1991)-erano ancora di là da venire, ma il suo discorso può ben essere allargato anche ad esse, visto che i temi affrontati nelle raccolte più tarde costituiranno di fatto un approfondimento e 1

Research paper thumbnail of Una lettura cinquecentesca del Decameron testimonianza indiretta di un affine dell'autografo hamiltoniano

Dentro l'officina di Giovanni Boccaccio. Studi sugli autografi in volgare e su Boccaccio dantista, a cura di S. BERTELLI e D. CAPPI, 2014

Il contributo propone la ricostruzione della fisionomia di una copia perduta del Decameron, a par... more Il contributo propone la ricostruzione della fisionomia di una copia perduta del Decameron, a partire da uno spoglio lessicale di mano di Angelo Colocci contenuto nel ms. Vat. lat. 4817. Una rigorosa collazione di questi appunti con i principali testimoni manoscritti (Mn=Laur. plut. 42.1; P=Par. I. 482; B = l'autografo Hamilton 90) dell'opera di Boccaccio (e un più sintetico raffronto con le prime edizioni cinquecentesche) permette di stabilire che l'umanista ebbe a disposizione un codice affine all'autografo hamiltoniano, nello stato che lo caratterizzava al principio del XV secolo. La parte iniziale del testo, infatti, appare contaminata da lezioni discendenti dalla famiglia di P. Il contributo inoltre confuta precedenti convinzioni di altri studiosi riguardo al possesso da parte di Colocci dell'autografo boccacciano Hamilton 90 e della dipendenza da quest'ultimo degli spogli di Vat. lat. 4817.

Research paper thumbnail of i n e d i t a 8 7 s a g g i

Research paper thumbnail of BERNARDI Gli studi e i canzonieri romanzi di Angelo Colocci RR 87 2020

Poesia in volgare nella Roma dei papati medicei (1513-1534), a cura di F. Pignatti, 2020

L'articolo fa il punto sui possessi librari e sugli studi di Angelo Colocci intorno alle diverse ... more L'articolo fa il punto sui possessi librari e sugli studi di Angelo Colocci intorno alle diverse tradizioni liriche romanze (iberica, occitanica e italiana) dando conto non solo di studi recenti, ma anche di alcune inedite novità, come il possesso di un autografo dei Documenti d'Amore di Francesco da Barberino e di un canzoniere perduto di lirica italiana del XV secolo. Vengono inoltre sistematicamente confrontati per la prima volta i contenuti dei due codici Vat. lat. 4823 e 3217.

Research paper thumbnail of M. BERNARDI, Una lettera inedita dal Sacco di Roma: qualche novità su Colocci, il «libro di portughesi» e il Libro reale

L'articolo offre l'edizione e il commento di una lettera – qui segnalata per la prima volta – inv... more L'articolo offre l'edizione e il commento di una lettera – qui segnalata per la prima volta – inviata da Pier Andrea Ripanti ad Angelo Colocci (1474-1549), al tempo del Sacco di Roma. Essa può essere connessa con un'altra missiva già nota di poco precedente che l'umanista ricevette da Antonio Tebaldeo, e con due elenchi librari contenuti nello zibaldone colocciano Vat. lat. 4817. Lo studio di questi documenti (e specialmente della lettera del Ripanti, che contiene una lista di libri sfuggiti al Sacco) consente di arricchire di nuovi dettagli la ricostruzione della biblioteca di Angelo Colocci. Il presente lavoro propone infatti alcune nuove identificazioni e si sofferma con particolare attenzione sulla sorte di due importanti volumi colocciani perduti: il cosiddetto Libro reale (canzoniere quattrocentesco di lirica italiana delle origini) e un non meglio identificabile Libro di portughesi (un'analoga raccolta di lirica galego-portoghese medievale).

This paper offers a commented edition of a previously unknown letter, sent by Pier Andrea Ripanti to the Italian humanist Angelo Colocci (1474-1549) at the time of the Sack of Rome. This text can be connected to three other documents: a letter that Antonio Tebaldeo sent to Colocci some months before, and two lists of books included in a miscellaneous manuscripts of the latter (Vat. lat. 4817). The study of these documents (and particularly of the letter by Ripanti, which contains a list of books that escaped the destruction during the Sack) allows us to enrich with new details the ideal reconstitution of Angelo Colocci's library. This paper provides the identification of new volumes that belonged to Colocci and dwells primarily upon the fortune of two lost manuscripts of his: the Libro reale (a 15th century collection of poems dating from the origins of Italian litterature) and the Libro di portughesi (a similar collection of Galician-portuguese medieval poetry).

Research paper thumbnail of La lista C o Inventario Secondo (1558) dei libri di Angelo Colocci (Vat. lat. 3958, ff. 184r-196r)

La lista C o Inventario Secondo dei libri di Angelo Colocci (1474-1549) venne redatto nel 1558 al... more La lista C o Inventario Secondo dei libri di Angelo Colocci (1474-1549) venne redatto nel 1558 al momento dell'ingresso della più cospicua parte della sua collezione libraria nei fondi della Biblioteca Vaticana: il documento è spesso citato e ad esso hanno attinto tutti gli studiosi che si sono occupati della Biblioteca dell'umanista di Jesi. Qui se ne fornisce per la prima volta l'edizione completa corredata da una puntuale identificazione di tutti i pezzi noti, da ipotesi relative ad altri item, nonché dall'identificazione di un buon numero di nuovi elementi. Il contributo, inoltre, offre una ricostruzione il più dettagliata possibile intorno alle circostanze in cui fu compilato questo inventario, agli spazi della Vaticana e al personale, coinvolti in tali operazioni.

Research paper thumbnail of Colocci e Tebaldeo di fronte al Sacco di Roma (1527): le liste f e g e un nuovo documento epistolare

L'articolo fornisce l'edizione commentata di due lettere indirizzate ad Angelo Colocci (1474-1549... more L'articolo fornisce l'edizione commentata di due lettere indirizzate ad Angelo Colocci (1474-1549), di notevole importanza per la ricostruzione della sua biblioteca: la prima inviata dal poeta Antonio Tebaldeo il 10 novembre 1527 (Vat. lat. 4104, ff. 79r-80v) e la seconda di mano di tale Pier Andrea Ripanti, del 13 marzo 1528 (Vat. lat. 4105, ff. 278r-279v). Entrambe contribuiscono alla definizione delle vicende biografiche del destinatario e alle sorti della sua biblioteca durante il Sacco di Roma. La seconda, in particolare, segnalata per la prima volta e finora inedita, contiene un'interessante lista di 32 libri, dei quali più della metà possono essere identificati con volumi tuttora custoditi in Vaticana. Alcune informazioni contenute in queste due missive, poi, permettono di ricollegare alle medesime circostanze (le devastazioni del Sacco e il tentativo di Colocci di fare il punto su ciò che della sua collezione libraria se ne era salvato) altre due liste librarie contenute nel codice Vat. lat. 4817 (sono le liste f e g, rispettivamente nei ff. 196r-v e 210r-211v), consentendo di anticipare la datazione della compilazione dei fogli che le contengono, appunto, agli anni 1527-1528. Il contributo inoltre dà conto dettagliatamente dei rapporti di Colocci con i due corrispondenti e fornisce una ricostruzione delle vicende biografiche dell'umanista nel periodo in questione (egli dovette probabilmente soggiornare per lo più lontano da Roma: a Jesi prima, quindi ad Orvieto) basandosi su documenti d'archivio in gran parte inediti.

Research paper thumbnail of Gli elenchi bibliografici di Angelo Colocci: la lista a e l'Inventario primo (Arch. Bibl. 15)

Questo contributo fornisce l'edizione di uno dei cinque inventari maggiori (l'inventario A: Bibli... more Questo contributo fornisce l'edizione di uno dei cinque inventari maggiori (l'inventario A: Biblioteca Apostolica Vaticana, Arch. Bibl. 15/A, ff. 44r-63r) della biblioteca di Angelo Colocci (1474-1549), costituendo così una prima tappa nella pubblicazione dei documenti utili alla ricomposizione di questa fondamentale collezione umanistica. Dell'inventario si fornisce l'identificazione degli esemplari noti, alcune proposte identificative nuove e ipotesi relative alla ricostruzione delle circostanze della sua redazione. Si chiarisce inoltre la natura della lista libraria minore a (Vat.lat. 2874, f. 112r) che si rivela essere tavola dei contenuti del codice che la ospita.

Research paper thumbnail of Primi appunti sulle rassettature del Salviati

I saggi pubblicati da «Filologia Italiana» sono stati precedentemente sottoposti a un processo di... more I saggi pubblicati da «Filologia Italiana» sono stati precedentemente sottoposti a un processo di peer-review e dunque la loro pubblicazione presuppone: a) il parere favorevole di tutti i direttori; b) l'esito positivo di una valutazione anonima commissionata dalla direzione a due esperti, scelti anche al di fuori del comitato di lettura. * «Filologia Italiana» is an International Peer-Reviewed Journal. The eContent is Archived with Clockss and Portico. * Per la migliore riuscita delle pubblicazioni si invitano gli autori ad attenersi, nel predisporre i materiali da consegnare alla Redazione ed alla Casa editrice, alle norme specificate nel volume Fabrizio Serra, Regole editoriali, tipografiche & redazionali, Pisa-Roma, Serra, 20092 (ordini a: fse@libraweb.net). Il capitolo Norme redazionali, estratto dalle Regole, cit., è consultabile online alla pagina «Pubblicare con noi» di www.libraweb.net.

Research paper thumbnail of L'Orazio Par. lat. 7979 e la formazione dei trovatori.

Research paper thumbnail of Fortuna e tradizione della poesia oraziana in area trobadorica

Le acquisizioni di cui si darà conto in questa comunicazione sono costituite da alcuni dei risult... more Le acquisizioni di cui si darà conto in questa comunicazione sono costituite da alcuni dei risultati di una ricerca rivolta allo studio della diffusione e della conoscenza dell'opera latina di Orazio nel Midi francese tra X e XII secolo, quale premessa all'indagine sulla sua possibile conoscenza da parte dei trovatori, almeno delle prime generazioni 1 . L'indagine del rapporto tra Orazio e i trovatori, però, ha mostrato da subito di non potersi condurre agevolmente attraverso la ricerca, nel corpus lirico occitanico, di più o meno esplicite citazioni oraziane: esse ben di rado si mostravano prive di incertezze e ambiguità, non consentendo di condurre il lavoro con metodica sistematicità 2 . Si è perciò ritenuto più opportuno intraprendere la quête per altra 1 Data l'ampiezza del tema, mi limiterò qui a tratteggiare solo le linee guida di questa ricerca e a sintetizzarne alcune delle conclusioni, rimandando complessivamente -per i dati a sostegno e le argomentazioni più minute -ad alcuni miei lavori precedenti o di prossima pubblicazione: M. BERNARDI, Orazio e i trovatori: le glosse provenzali del ms. Par. lat. 7979, in «Critica del testo», 10 (2007), pp. 201-234, ID., L'Orazio Par. Lat. 7979 e la formazione dei trovatori, in «Critica del testo», 13 (2010), pp. 25-65 e ID., Elementi di discontinuità nella tradizione manoscritta e nella fortuna medievale d'area francese (X-XII secolo) dell'opera di Orazio, in «Giornale italiano di filologia», 60 (2008), pp. 105-169; la trattazione completa del tema è l'oggetto della mia tesi di dottorato in Filologia Romanza, dal titolo Orazio e i trovatori. La tradizione manoscritta francese di Orazio tra X-XII secolo e le postille occitaniche del codice Par. lat. 7979, discussa il 23 febbraio 2010 presso l'Università degli Studi di Perugia, relatore prof. Carlo Pulsoni.

Research paper thumbnail of Angelo Colocci

per le evoluzioni e i contatti relativi all'area romanza; la raccolta e la disamina di testi poet... more per le evoluzioni e i contatti relativi all'area romanza; la raccolta e la disamina di testi poetici di vario genere, con un interesse specifico per l'indagine intorno al tema del riso e della facezia e il correlato oggetto poetico dell'epigramma (si vedano complessivamente Convegno su una sintesi in Bernardi 2010). a questo si aggiunge una non esigua produzione poetica in proprio (latina e volgare) che costituisce l'unica parte, per cosí dire, "emersa" -per quanto decisamente postuma -dell'opera colocciana: nel 1772, l'abate marchigiano giovan francesco lancellotti pubblicò infatti a Jesi, con un interessante commento, molte delle Poesie italiane e latine di mons. Angelo Colocci, che egli aveva tratto dai suoi sparsi autografi conservati presso la Biblioteca Vaticana.

Research paper thumbnail of Gli interessi culturali e il lavoro filologico di Angelo Colocci

Research paper thumbnail of Orazio e i trovatori: le glosse provenzali del ms. Par. lat. 7979.

Orazio e i trovatori: le glosse provenzah del ms. Par. Lat.7979 Il tema della fortuna medievale v... more Orazio e i trovatori: le glosse provenzah del ms. Par. Lat.7979 Il tema della fortuna medievale volgare degli autori classici latini è ampio, interessante evantauna tradizione di studi ormai vasta, riguardando specialmente Virgilio e Ovidiol. Se però ci si sposta a considerare Orazioaltro grande modello variamente presente nei canoni di scuola2stupisce immediatamente I'esiguità della bibliografia: il breve studio di Angelo Monteverdi3 tiene il campo dagli 1. Sul tema e per la bibliografia in merito si vedano i capitoli di M.-R. Jung, Virgilio e gli storici troiani e di L. Rossi, Ovidio, in Lo spazio letterario del Medioevo. Il Medioevo volgare, diretto da P. Boitani, M. Mancini, A. Varvaro, IlI, Lq ricezione del testo, Roma 2003, rispettivamente pp. 179-198 e 259-30I; si noterà immediatamente che nel volume manca un capitolo dedicato adOruzio. 2. Si prenda ad esempio il canone di autori sul quale si fondava l'insegnamento di Gerberto di Aurillac presso la scuola episcopale di Reims tra 972 e 982 (cfr. P. Riche, Ecole et enseignement dans le Haut Moyen Age,Pais 7979,pp. 180-181): <(. . .) cum ad rhethoricam suos provehere vellet, id sibi suspectum erat, quod sine locutionum modis, qui in poetis discendi sunt, ad oratoriam artem ante perveniri non queat. Poetas igitur adhibuit, quibus assuescendos arbitrabatur. Legit itaque ac docuit Maronem et Statium Terentiumque poetas, Iuuenalem quoque ac Persium Horatiumque satiricos, Lucanum etiam historiographum. Quibus assuefactos, locutionumque modis compositos, ad rhethoricam transduxib (Richer di Saint-Rémi, Historiae, a c. di H. Hoffrnann, in MGH Scriptores, vol. XXXVIII, l. ilI, c. 47, p. 19\ o quello implicito nel discorso di Otlone di Sant'Emmeram (ca. 10i0-dopo 1070), De doctrina spiritualis c. 11 (in PL CXLVI, col. 270): <Quo ergo Deus iussit credentes cemere quid sit, / sub qualique schola valet esse vacatio tanta? / Forsitan ex aliquo quaerenda haec norma profano, / Ut sunt: Horatius, Terentius et Juvenalis, / Ac plures alii quos sectatur schola mundi, / Pro studio carnis camalia dicta ferentes, / Ut per eos nobis pandatur lex pietatis, / Instinctu Satanae qui promunt pessima quaeque?>. 3. A. Monteverdi, Orazio nel Medio Evo,rn >, n.s., 9 (1936), pp.162-180. Critica del testo,X 13,2007

Research paper thumbnail of Angelo Colocci, la biblioteca e il milieu napoletano: nuovi interventi, qualche precisazione e un frammento inedito.

Research paper thumbnail of Per la biblioteca e la biografia di Angelo Colocci: il ms. Vat. lat. 4787 della biblioteca Vaticana

marco bernardi corrado bologna carlo pulsoni 1. il ms. vat. lat. 4787 (da qui in avanti V 1 ) è u... more marco bernardi corrado bologna carlo pulsoni 1. il ms. vat. lat. 4787 (da qui in avanti V 1 ) è un codice miscellaneo, cartaceo, del Xv secolo, che contiene la produzione volgare del petrarca (Canzoniere e Trionfi), oltre ad alcuni testi, in larga parte adespoti, sparsi lungo le 194 carte 2 . V 1 è stato scritto di suo pugno da niccolò colocci, padre del famoso umanista iesino angelo (jesi, 1474 -roma,1549) vescovo di nocera dal 1537 e benemerito studioso e collezionista di libri antichi, specie di lirica romanza delle origini, alcuni dei quali, preziosissimi, sono giunti fino a noi, superando le traversie del tempo, proprio in grazia della sua cura bibliografica 3 . nella sua biblioteca angelo conservò con affettuosa premura il petrarca paterno, e su di esso studiò, forse in fasi successive della vita, anche tenendo sott'occhio altri esemplari rilevanti: anzi, come risulta da appunti di lavoro inequivocabili (sui quali si tornerà), a un certo momento della sua maturazione filologica, difficilmente determinabile, ma verosimilmente successivo all'autunno 1 il presente lavoro nasce dalla stretta collaborazione dei tre autori. nell'ambito di tale concezione unitaria, tuttavia, il paragrafo 1 va attribuito a corrado bologna, il paragrafo 2 a carlo pulsoni, i paragrafi 3-5 a marco bernardi. Questo contributo rappresenta la prima tappa di una più ampia ricerca -i cui risultati saranno più estesamente esposti in altra sede -sul materiale della biblioteca di colocci variamente correlato con gli interessi petrarcheschi dell'umanista. 2 la tavola del codice in m. vattasso, I codici petrarcheschi della Biblioteca Vaticana, città del vaticano 1908 [rist. 1960] (studi e testi 20), pp. 50-53, pp. 50-52. 3 su angelo colocci sono fondamentali i lavori di vittorio fanelli, Ricerche su Angelo Colocci e sulla Roma cinquecentesca, città del vaticano 1979 (studi e testi 283); f. ubaldini, Vita di Mons. Angelo Colocci. Edizione del testo originale italiano, barb. lat. 4882, a cura di v. fanelli, città del vaticano 1969 (studi e testi 256), e gli Atti del Convegno di studi su Angelo Colocci (Jesi 13 -14 settembre 1969. Palazzo della Signoria), jesi 1972, ai quali andrà aggiunto il volume Angelo Colocci e gli studi romanzi, a cura di c. bologna e m. bernardi, in corso di stampa nella collana Studi e Testi della biblioteca vaticana.

Research paper thumbnail of La (s)fortuna del De amore nel primo Cinquecento italiano e un inedito documento colocciano

Research paper thumbnail of Elementi di discontinuità nella tradizione manoscritta e nella fortuna medievale d'area francese (X-XII secolo) dell'opera di Orazio

Giornale Italiano di Filologia, 2008

Moissac?):CIaCsAES Par. lat. 82L2 (W XI sec.): C Ia Cs A S E Par. lat. 8216 tql (XII2 sec.), Anne... more Moissac?):CIaCsAES Par. lat. 82L2 (W XI sec.): C Ia Cs A S E Par. lat. 8216 tql (XII2 sec.), Annezay (Poitou): C Ia Cs A E S Par. lat. 10401-III (XII2 sec.): C Ia Cs A E S Par. lat. 8215 (XII sec. ex.): C Ia Cs A S E Par. lat. 8217 (XII sec. ex.): C Ia E S7

Research paper thumbnail of Il volgarizzamento toscano del Livre du gentil chevalier Philippe de Madien di Perrinet du Pin (ms. Marc. It. Z. 48; 4806, XV. sec.)

Il volgarizzamento toscano del Livre du gentil chevalier Philippe de Madien di Perrinet du Pin (m... more Il volgarizzamento toscano del Livre du gentil chevalier Philippe de Madien di Perrinet du Pin (ms. Marc. It. Z. 48 [4806]) Di Perrinet du Pin, cronista della corte sabauda (attivo: 1447-1482), ci è giunto un romanzo francese in prosa: il Livre du gentil chevalier Philippe de Madien, di cui rimangono quattro manoscritti e due edizioni a stampa. Ne è inoltre conservato un volgarizzamento toscano ad opera del fiorentino Giovanni Cherichi (XV sec.): ms. Marc. It. Z. 48. Di questo codice si studia il rapporto con la tradizione del modello francese, dimostrando la sua dipendenza da un esemplare probabilmente più corretto rispetto a quelli finora noti. Si avanzano infine ipotesi sulle circostanze in cui il Cherichi -autore di un altro volgarizzamento contenuto nel ms. Ricc. 1390 -poté venire in contatto con il libro di Perrinet: lo studio delle filigrane dei due mss. italiani permette di ipotizzare che ciò sia avvenuto nel contesto ginevrino, dove il Cherichi svolse compiti finanziari e amministrativi a contatto col vescovo Jean-Louis di Savoia.

Research paper thumbnail of Il postillato colocciano delle Prose della Volgar Lingua: L'Ambrosiano S.R. 226 e il pensiero linguistico di Angelo Colocci

Il postIllato coloccIano delle Prose della volgar lingua: l'ambrosIano s. r. 226 e Il pensIero lI... more Il postIllato coloccIano delle Prose della volgar lingua: l'ambrosIano s. r. 226 e Il pensIero lInguIstIco dI angelo coloccI si deve ad una serie di coincidenze fortuite il ritrovamento presso la biblioteca ambrosiana della copia appartenuta all'umanista angelo colocci (Jesi, 1474 -roma, 1549) 1 delle Prose della volgar lingua di pietro bembo 2 . sono debitore della segnalazione dell'esemplare s. r. 226 (di qui in poi P) a matteo motolese -imbattutosi in esso durante ricerche affatto eterogenee -, al quale si deve anche l'intuizione della possibile riconducibilità alla mano di colocci delle postille che ne screziano i margini. a me dunque la semplice responsabilità della conferma dell'identità di mano e della verifica degli elementi probanti per l'attribuzione quali emergono dallo studio di questi marginalia. nel presente contributo non si intende tuttavia fornirne un'edizione completa, dal momento che essi -al di là dell'indubbio merito ai nostri occhi di costituire indizio certo per ricondurre un nuovo item alla bibliote-le egloghe di dante in una BiBlioteca del trecento 31

Research paper thumbnail of Caproni: della felice disperazione

Secondo fantasia. Studi per Corrado Bologna dalle allieve e dagli allievi della Scuola Normale Superiore, a cura di S. Barsotti, I. Ottria, M. Zanobi, 2020

Nel presentare la sua antologia poetica dedicata all'opera di Giorgio Caproni 1 e passandone in r... more Nel presentare la sua antologia poetica dedicata all'opera di Giorgio Caproni 1 e passandone in rassegna i temi fondamentali-quelli «della città, della madre, del viaggio»-, Giovanni Raboni sottolineava come essi condividessero «un comune denominatore, che è quello dell'esilio: esilio dallo spazio (la città), dal tempo passato (la madre), dalla vita (il viaggio)». 2 Vale la pena tenere presente questa lettura critica perché essa viene di fatto approvata dal poeta livornese in un'intervista rilasciata a ridosso della pubblicazione di quell'antologia. Qui egli aggiunge altri elementi rispetto ai quali la sua poesia tematizza un esilio e dunque una ricerca: la propria identità, il proprio "esserci", Dio, la verità. 3 Quando Caproni forniva queste indicazioni, le sue ultime opere-Il franco cacciatore (1982), Il Conte di Kevenhüller (1986) e ovviamente la postuma e, per così dire, incompiuta, Res amissa (1991)-erano ancora di là da venire, ma il suo discorso può ben essere allargato anche ad esse, visto che i temi affrontati nelle raccolte più tarde costituiranno di fatto un approfondimento e 1

Research paper thumbnail of Una lettura cinquecentesca del Decameron testimonianza indiretta di un affine dell'autografo hamiltoniano

Dentro l'officina di Giovanni Boccaccio. Studi sugli autografi in volgare e su Boccaccio dantista, a cura di S. BERTELLI e D. CAPPI, 2014

Il contributo propone la ricostruzione della fisionomia di una copia perduta del Decameron, a par... more Il contributo propone la ricostruzione della fisionomia di una copia perduta del Decameron, a partire da uno spoglio lessicale di mano di Angelo Colocci contenuto nel ms. Vat. lat. 4817. Una rigorosa collazione di questi appunti con i principali testimoni manoscritti (Mn=Laur. plut. 42.1; P=Par. I. 482; B = l'autografo Hamilton 90) dell'opera di Boccaccio (e un più sintetico raffronto con le prime edizioni cinquecentesche) permette di stabilire che l'umanista ebbe a disposizione un codice affine all'autografo hamiltoniano, nello stato che lo caratterizzava al principio del XV secolo. La parte iniziale del testo, infatti, appare contaminata da lezioni discendenti dalla famiglia di P. Il contributo inoltre confuta precedenti convinzioni di altri studiosi riguardo al possesso da parte di Colocci dell'autografo boccacciano Hamilton 90 e della dipendenza da quest'ultimo degli spogli di Vat. lat. 4817.

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Research paper thumbnail of BERNARDI Gli studi e i canzonieri romanzi di Angelo Colocci RR 87 2020

Poesia in volgare nella Roma dei papati medicei (1513-1534), a cura di F. Pignatti, 2020

L'articolo fa il punto sui possessi librari e sugli studi di Angelo Colocci intorno alle diverse ... more L'articolo fa il punto sui possessi librari e sugli studi di Angelo Colocci intorno alle diverse tradizioni liriche romanze (iberica, occitanica e italiana) dando conto non solo di studi recenti, ma anche di alcune inedite novità, come il possesso di un autografo dei Documenti d'Amore di Francesco da Barberino e di un canzoniere perduto di lirica italiana del XV secolo. Vengono inoltre sistematicamente confrontati per la prima volta i contenuti dei due codici Vat. lat. 4823 e 3217.

Research paper thumbnail of M. BERNARDI, Una lettera inedita dal Sacco di Roma: qualche novità su Colocci, il «libro di portughesi» e il Libro reale

L'articolo offre l'edizione e il commento di una lettera – qui segnalata per la prima volta – inv... more L'articolo offre l'edizione e il commento di una lettera – qui segnalata per la prima volta – inviata da Pier Andrea Ripanti ad Angelo Colocci (1474-1549), al tempo del Sacco di Roma. Essa può essere connessa con un'altra missiva già nota di poco precedente che l'umanista ricevette da Antonio Tebaldeo, e con due elenchi librari contenuti nello zibaldone colocciano Vat. lat. 4817. Lo studio di questi documenti (e specialmente della lettera del Ripanti, che contiene una lista di libri sfuggiti al Sacco) consente di arricchire di nuovi dettagli la ricostruzione della biblioteca di Angelo Colocci. Il presente lavoro propone infatti alcune nuove identificazioni e si sofferma con particolare attenzione sulla sorte di due importanti volumi colocciani perduti: il cosiddetto Libro reale (canzoniere quattrocentesco di lirica italiana delle origini) e un non meglio identificabile Libro di portughesi (un'analoga raccolta di lirica galego-portoghese medievale).

This paper offers a commented edition of a previously unknown letter, sent by Pier Andrea Ripanti to the Italian humanist Angelo Colocci (1474-1549) at the time of the Sack of Rome. This text can be connected to three other documents: a letter that Antonio Tebaldeo sent to Colocci some months before, and two lists of books included in a miscellaneous manuscripts of the latter (Vat. lat. 4817). The study of these documents (and particularly of the letter by Ripanti, which contains a list of books that escaped the destruction during the Sack) allows us to enrich with new details the ideal reconstitution of Angelo Colocci's library. This paper provides the identification of new volumes that belonged to Colocci and dwells primarily upon the fortune of two lost manuscripts of his: the Libro reale (a 15th century collection of poems dating from the origins of Italian litterature) and the Libro di portughesi (a similar collection of Galician-portuguese medieval poetry).

Research paper thumbnail of La lista C o Inventario Secondo (1558) dei libri di Angelo Colocci (Vat. lat. 3958, ff. 184r-196r)

La lista C o Inventario Secondo dei libri di Angelo Colocci (1474-1549) venne redatto nel 1558 al... more La lista C o Inventario Secondo dei libri di Angelo Colocci (1474-1549) venne redatto nel 1558 al momento dell'ingresso della più cospicua parte della sua collezione libraria nei fondi della Biblioteca Vaticana: il documento è spesso citato e ad esso hanno attinto tutti gli studiosi che si sono occupati della Biblioteca dell'umanista di Jesi. Qui se ne fornisce per la prima volta l'edizione completa corredata da una puntuale identificazione di tutti i pezzi noti, da ipotesi relative ad altri item, nonché dall'identificazione di un buon numero di nuovi elementi. Il contributo, inoltre, offre una ricostruzione il più dettagliata possibile intorno alle circostanze in cui fu compilato questo inventario, agli spazi della Vaticana e al personale, coinvolti in tali operazioni.

Research paper thumbnail of Colocci e Tebaldeo di fronte al Sacco di Roma (1527): le liste f e g e un nuovo documento epistolare

L'articolo fornisce l'edizione commentata di due lettere indirizzate ad Angelo Colocci (1474-1549... more L'articolo fornisce l'edizione commentata di due lettere indirizzate ad Angelo Colocci (1474-1549), di notevole importanza per la ricostruzione della sua biblioteca: la prima inviata dal poeta Antonio Tebaldeo il 10 novembre 1527 (Vat. lat. 4104, ff. 79r-80v) e la seconda di mano di tale Pier Andrea Ripanti, del 13 marzo 1528 (Vat. lat. 4105, ff. 278r-279v). Entrambe contribuiscono alla definizione delle vicende biografiche del destinatario e alle sorti della sua biblioteca durante il Sacco di Roma. La seconda, in particolare, segnalata per la prima volta e finora inedita, contiene un'interessante lista di 32 libri, dei quali più della metà possono essere identificati con volumi tuttora custoditi in Vaticana. Alcune informazioni contenute in queste due missive, poi, permettono di ricollegare alle medesime circostanze (le devastazioni del Sacco e il tentativo di Colocci di fare il punto su ciò che della sua collezione libraria se ne era salvato) altre due liste librarie contenute nel codice Vat. lat. 4817 (sono le liste f e g, rispettivamente nei ff. 196r-v e 210r-211v), consentendo di anticipare la datazione della compilazione dei fogli che le contengono, appunto, agli anni 1527-1528. Il contributo inoltre dà conto dettagliatamente dei rapporti di Colocci con i due corrispondenti e fornisce una ricostruzione delle vicende biografiche dell'umanista nel periodo in questione (egli dovette probabilmente soggiornare per lo più lontano da Roma: a Jesi prima, quindi ad Orvieto) basandosi su documenti d'archivio in gran parte inediti.

Research paper thumbnail of Gli elenchi bibliografici di Angelo Colocci: la lista a e l'Inventario primo (Arch. Bibl. 15)

Questo contributo fornisce l'edizione di uno dei cinque inventari maggiori (l'inventario A: Bibli... more Questo contributo fornisce l'edizione di uno dei cinque inventari maggiori (l'inventario A: Biblioteca Apostolica Vaticana, Arch. Bibl. 15/A, ff. 44r-63r) della biblioteca di Angelo Colocci (1474-1549), costituendo così una prima tappa nella pubblicazione dei documenti utili alla ricomposizione di questa fondamentale collezione umanistica. Dell'inventario si fornisce l'identificazione degli esemplari noti, alcune proposte identificative nuove e ipotesi relative alla ricostruzione delle circostanze della sua redazione. Si chiarisce inoltre la natura della lista libraria minore a (Vat.lat. 2874, f. 112r) che si rivela essere tavola dei contenuti del codice che la ospita.

Research paper thumbnail of Primi appunti sulle rassettature del Salviati

I saggi pubblicati da «Filologia Italiana» sono stati precedentemente sottoposti a un processo di... more I saggi pubblicati da «Filologia Italiana» sono stati precedentemente sottoposti a un processo di peer-review e dunque la loro pubblicazione presuppone: a) il parere favorevole di tutti i direttori; b) l'esito positivo di una valutazione anonima commissionata dalla direzione a due esperti, scelti anche al di fuori del comitato di lettura. * «Filologia Italiana» is an International Peer-Reviewed Journal. The eContent is Archived with Clockss and Portico. * Per la migliore riuscita delle pubblicazioni si invitano gli autori ad attenersi, nel predisporre i materiali da consegnare alla Redazione ed alla Casa editrice, alle norme specificate nel volume Fabrizio Serra, Regole editoriali, tipografiche & redazionali, Pisa-Roma, Serra, 20092 (ordini a: fse@libraweb.net). Il capitolo Norme redazionali, estratto dalle Regole, cit., è consultabile online alla pagina «Pubblicare con noi» di www.libraweb.net.

Research paper thumbnail of L'Orazio Par. lat. 7979 e la formazione dei trovatori.

Research paper thumbnail of Fortuna e tradizione della poesia oraziana in area trobadorica

Le acquisizioni di cui si darà conto in questa comunicazione sono costituite da alcuni dei risult... more Le acquisizioni di cui si darà conto in questa comunicazione sono costituite da alcuni dei risultati di una ricerca rivolta allo studio della diffusione e della conoscenza dell'opera latina di Orazio nel Midi francese tra X e XII secolo, quale premessa all'indagine sulla sua possibile conoscenza da parte dei trovatori, almeno delle prime generazioni 1 . L'indagine del rapporto tra Orazio e i trovatori, però, ha mostrato da subito di non potersi condurre agevolmente attraverso la ricerca, nel corpus lirico occitanico, di più o meno esplicite citazioni oraziane: esse ben di rado si mostravano prive di incertezze e ambiguità, non consentendo di condurre il lavoro con metodica sistematicità 2 . Si è perciò ritenuto più opportuno intraprendere la quête per altra 1 Data l'ampiezza del tema, mi limiterò qui a tratteggiare solo le linee guida di questa ricerca e a sintetizzarne alcune delle conclusioni, rimandando complessivamente -per i dati a sostegno e le argomentazioni più minute -ad alcuni miei lavori precedenti o di prossima pubblicazione: M. BERNARDI, Orazio e i trovatori: le glosse provenzali del ms. Par. lat. 7979, in «Critica del testo», 10 (2007), pp. 201-234, ID., L'Orazio Par. Lat. 7979 e la formazione dei trovatori, in «Critica del testo», 13 (2010), pp. 25-65 e ID., Elementi di discontinuità nella tradizione manoscritta e nella fortuna medievale d'area francese (X-XII secolo) dell'opera di Orazio, in «Giornale italiano di filologia», 60 (2008), pp. 105-169; la trattazione completa del tema è l'oggetto della mia tesi di dottorato in Filologia Romanza, dal titolo Orazio e i trovatori. La tradizione manoscritta francese di Orazio tra X-XII secolo e le postille occitaniche del codice Par. lat. 7979, discussa il 23 febbraio 2010 presso l'Università degli Studi di Perugia, relatore prof. Carlo Pulsoni.

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per le evoluzioni e i contatti relativi all'area romanza; la raccolta e la disamina di testi poet... more per le evoluzioni e i contatti relativi all'area romanza; la raccolta e la disamina di testi poetici di vario genere, con un interesse specifico per l'indagine intorno al tema del riso e della facezia e il correlato oggetto poetico dell'epigramma (si vedano complessivamente Convegno su una sintesi in Bernardi 2010). a questo si aggiunge una non esigua produzione poetica in proprio (latina e volgare) che costituisce l'unica parte, per cosí dire, "emersa" -per quanto decisamente postuma -dell'opera colocciana: nel 1772, l'abate marchigiano giovan francesco lancellotti pubblicò infatti a Jesi, con un interessante commento, molte delle Poesie italiane e latine di mons. Angelo Colocci, che egli aveva tratto dai suoi sparsi autografi conservati presso la Biblioteca Vaticana.

Research paper thumbnail of Gli interessi culturali e il lavoro filologico di Angelo Colocci

Research paper thumbnail of Orazio e i trovatori: le glosse provenzali del ms. Par. lat. 7979.

Orazio e i trovatori: le glosse provenzah del ms. Par. Lat.7979 Il tema della fortuna medievale v... more Orazio e i trovatori: le glosse provenzah del ms. Par. Lat.7979 Il tema della fortuna medievale volgare degli autori classici latini è ampio, interessante evantauna tradizione di studi ormai vasta, riguardando specialmente Virgilio e Ovidiol. Se però ci si sposta a considerare Orazioaltro grande modello variamente presente nei canoni di scuola2stupisce immediatamente I'esiguità della bibliografia: il breve studio di Angelo Monteverdi3 tiene il campo dagli 1. Sul tema e per la bibliografia in merito si vedano i capitoli di M.-R. Jung, Virgilio e gli storici troiani e di L. Rossi, Ovidio, in Lo spazio letterario del Medioevo. Il Medioevo volgare, diretto da P. Boitani, M. Mancini, A. Varvaro, IlI, Lq ricezione del testo, Roma 2003, rispettivamente pp. 179-198 e 259-30I; si noterà immediatamente che nel volume manca un capitolo dedicato adOruzio. 2. Si prenda ad esempio il canone di autori sul quale si fondava l'insegnamento di Gerberto di Aurillac presso la scuola episcopale di Reims tra 972 e 982 (cfr. P. Riche, Ecole et enseignement dans le Haut Moyen Age,Pais 7979,pp. 180-181): <(. . .) cum ad rhethoricam suos provehere vellet, id sibi suspectum erat, quod sine locutionum modis, qui in poetis discendi sunt, ad oratoriam artem ante perveniri non queat. Poetas igitur adhibuit, quibus assuescendos arbitrabatur. Legit itaque ac docuit Maronem et Statium Terentiumque poetas, Iuuenalem quoque ac Persium Horatiumque satiricos, Lucanum etiam historiographum. Quibus assuefactos, locutionumque modis compositos, ad rhethoricam transduxib (Richer di Saint-Rémi, Historiae, a c. di H. Hoffrnann, in MGH Scriptores, vol. XXXVIII, l. ilI, c. 47, p. 19\ o quello implicito nel discorso di Otlone di Sant'Emmeram (ca. 10i0-dopo 1070), De doctrina spiritualis c. 11 (in PL CXLVI, col. 270): <Quo ergo Deus iussit credentes cemere quid sit, / sub qualique schola valet esse vacatio tanta? / Forsitan ex aliquo quaerenda haec norma profano, / Ut sunt: Horatius, Terentius et Juvenalis, / Ac plures alii quos sectatur schola mundi, / Pro studio carnis camalia dicta ferentes, / Ut per eos nobis pandatur lex pietatis, / Instinctu Satanae qui promunt pessima quaeque?>. 3. A. Monteverdi, Orazio nel Medio Evo,rn >, n.s., 9 (1936), pp.162-180. Critica del testo,X 13,2007

Research paper thumbnail of Angelo Colocci, la biblioteca e il milieu napoletano: nuovi interventi, qualche precisazione e un frammento inedito.

Research paper thumbnail of Per la biblioteca e la biografia di Angelo Colocci: il ms. Vat. lat. 4787 della biblioteca Vaticana

marco bernardi corrado bologna carlo pulsoni 1. il ms. vat. lat. 4787 (da qui in avanti V 1 ) è u... more marco bernardi corrado bologna carlo pulsoni 1. il ms. vat. lat. 4787 (da qui in avanti V 1 ) è un codice miscellaneo, cartaceo, del Xv secolo, che contiene la produzione volgare del petrarca (Canzoniere e Trionfi), oltre ad alcuni testi, in larga parte adespoti, sparsi lungo le 194 carte 2 . V 1 è stato scritto di suo pugno da niccolò colocci, padre del famoso umanista iesino angelo (jesi, 1474 -roma,1549) vescovo di nocera dal 1537 e benemerito studioso e collezionista di libri antichi, specie di lirica romanza delle origini, alcuni dei quali, preziosissimi, sono giunti fino a noi, superando le traversie del tempo, proprio in grazia della sua cura bibliografica 3 . nella sua biblioteca angelo conservò con affettuosa premura il petrarca paterno, e su di esso studiò, forse in fasi successive della vita, anche tenendo sott'occhio altri esemplari rilevanti: anzi, come risulta da appunti di lavoro inequivocabili (sui quali si tornerà), a un certo momento della sua maturazione filologica, difficilmente determinabile, ma verosimilmente successivo all'autunno 1 il presente lavoro nasce dalla stretta collaborazione dei tre autori. nell'ambito di tale concezione unitaria, tuttavia, il paragrafo 1 va attribuito a corrado bologna, il paragrafo 2 a carlo pulsoni, i paragrafi 3-5 a marco bernardi. Questo contributo rappresenta la prima tappa di una più ampia ricerca -i cui risultati saranno più estesamente esposti in altra sede -sul materiale della biblioteca di colocci variamente correlato con gli interessi petrarcheschi dell'umanista. 2 la tavola del codice in m. vattasso, I codici petrarcheschi della Biblioteca Vaticana, città del vaticano 1908 [rist. 1960] (studi e testi 20), pp. 50-53, pp. 50-52. 3 su angelo colocci sono fondamentali i lavori di vittorio fanelli, Ricerche su Angelo Colocci e sulla Roma cinquecentesca, città del vaticano 1979 (studi e testi 283); f. ubaldini, Vita di Mons. Angelo Colocci. Edizione del testo originale italiano, barb. lat. 4882, a cura di v. fanelli, città del vaticano 1969 (studi e testi 256), e gli Atti del Convegno di studi su Angelo Colocci (Jesi 13 -14 settembre 1969. Palazzo della Signoria), jesi 1972, ai quali andrà aggiunto il volume Angelo Colocci e gli studi romanzi, a cura di c. bologna e m. bernardi, in corso di stampa nella collana Studi e Testi della biblioteca vaticana.

Research paper thumbnail of La (s)fortuna del De amore nel primo Cinquecento italiano e un inedito documento colocciano

Research paper thumbnail of Elementi di discontinuità nella tradizione manoscritta e nella fortuna medievale d'area francese (X-XII secolo) dell'opera di Orazio

Giornale Italiano di Filologia, 2008

Moissac?):CIaCsAES Par. lat. 82L2 (W XI sec.): C Ia Cs A S E Par. lat. 8216 tql (XII2 sec.), Anne... more Moissac?):CIaCsAES Par. lat. 82L2 (W XI sec.): C Ia Cs A S E Par. lat. 8216 tql (XII2 sec.), Annezay (Poitou): C Ia Cs A E S Par. lat. 10401-III (XII2 sec.): C Ia Cs A E S Par. lat. 8215 (XII sec. ex.): C Ia Cs A S E Par. lat. 8217 (XII sec. ex.): C Ia E S7

Research paper thumbnail of Il volgarizzamento toscano del Livre du gentil chevalier Philippe de Madien di Perrinet du Pin (ms. Marc. It. Z. 48; 4806, XV. sec.)

Il volgarizzamento toscano del Livre du gentil chevalier Philippe de Madien di Perrinet du Pin (m... more Il volgarizzamento toscano del Livre du gentil chevalier Philippe de Madien di Perrinet du Pin (ms. Marc. It. Z. 48 [4806]) Di Perrinet du Pin, cronista della corte sabauda (attivo: 1447-1482), ci è giunto un romanzo francese in prosa: il Livre du gentil chevalier Philippe de Madien, di cui rimangono quattro manoscritti e due edizioni a stampa. Ne è inoltre conservato un volgarizzamento toscano ad opera del fiorentino Giovanni Cherichi (XV sec.): ms. Marc. It. Z. 48. Di questo codice si studia il rapporto con la tradizione del modello francese, dimostrando la sua dipendenza da un esemplare probabilmente più corretto rispetto a quelli finora noti. Si avanzano infine ipotesi sulle circostanze in cui il Cherichi -autore di un altro volgarizzamento contenuto nel ms. Ricc. 1390 -poté venire in contatto con il libro di Perrinet: lo studio delle filigrane dei due mss. italiani permette di ipotizzare che ciò sia avvenuto nel contesto ginevrino, dove il Cherichi svolse compiti finanziari e amministrativi a contatto col vescovo Jean-Louis di Savoia.

Research paper thumbnail of Il postillato colocciano delle Prose della Volgar Lingua: L'Ambrosiano S.R. 226 e il pensiero linguistico di Angelo Colocci

Il postIllato coloccIano delle Prose della volgar lingua: l'ambrosIano s. r. 226 e Il pensIero lI... more Il postIllato coloccIano delle Prose della volgar lingua: l'ambrosIano s. r. 226 e Il pensIero lInguIstIco dI angelo coloccI si deve ad una serie di coincidenze fortuite il ritrovamento presso la biblioteca ambrosiana della copia appartenuta all'umanista angelo colocci (Jesi, 1474 -roma, 1549) 1 delle Prose della volgar lingua di pietro bembo 2 . sono debitore della segnalazione dell'esemplare s. r. 226 (di qui in poi P) a matteo motolese -imbattutosi in esso durante ricerche affatto eterogenee -, al quale si deve anche l'intuizione della possibile riconducibilità alla mano di colocci delle postille che ne screziano i margini. a me dunque la semplice responsabilità della conferma dell'identità di mano e della verifica degli elementi probanti per l'attribuzione quali emergono dallo studio di questi marginalia. nel presente contributo non si intende tuttavia fornirne un'edizione completa, dal momento che essi -al di là dell'indubbio merito ai nostri occhi di costituire indizio certo per ricondurre un nuovo item alla bibliote-le egloghe di dante in una BiBlioteca del trecento 31

Research paper thumbnail of Orazio. Tradizione e fortuna in area trobadorica, Roma, Viella, 2018

Marco Bernardi Orazio: tradizione e fortuna in area trobadorica I rapporti tra la poesia trobador... more Marco Bernardi Orazio: tradizione e fortuna in area trobadorica I rapporti tra la poesia trobadorica e quella d'età classica vantano un'antica tradizione di studi che riguardò in primo luogo Ovidio e Virgilio. Con questo volume si intendono porre le basi per un nuovo capitolo dedicato a Orazio. Della sua poesia viene studiata la circolazione in area francese attraverso l'esame diretto di un significativo campione di codici del X-XII secolo e in particolare di quelli d'area aquitana: tra questi spicca il Par. lat. 7979 con il suo ricco apparato di glosse galloromanze. L'indagine si sofferma poi sulla presenza dell'opera oraziana nei canoni scolastici coevi, sulle funzioni che le erano riconosciute, sui cambiamenti che le riguardarono, con un'attenzione particolare per la rete di centri che nel Midi avrebbero potuto offrire istruzione a futuri trovatori. Così si definiscono meglio certi connotati storico-culturali meno evidenti di quell'ultima fase dell'aetas horatiana, che vide anche i primi passi della nascente letteratura in lingua d'oc. Marco Bernardi è ricercatore in Filologia romanza presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Si è occupato degli studi dell'umanista Angelo Colocci, di volgarizzamenti italiani di romanzi mediofrancesi e dei rapporti tra letteratura in latino e in volgare nel Medioevo romanzo.

Research paper thumbnail of Lo zibaldone colocciano Vat lat 4831. Edizione e Commento.

Il volume costituisce la prima edizione completa di uno degli zibaldoni autografi di Angelo Coloc... more Il volume costituisce la prima edizione completa di uno degli zibaldoni autografi di Angelo Colocci. Il ms. in questione è composto da 5 fascicoli di contenuto vario: composizioni poetiche in endecasillabi sdruccioli, appunti di lettura dal De amore di Andrea Cappellano, la tavola alfabetica di una raccolta di poesie di Antonio Tebaldeo (di mano di copista con interventi autografi), una serie di schede biografiche di poeti e intellettuali dalle origini romanze al primo cinquecento con la relazione di aneddoti faceti, osservazioni linguistiche di tipo diverso. L'edizione è corredata di un ampio studio che tenta di individuare le fonti delle notizie raccolte dall'umanista, e di indagare gli intenti che hanno presieduto a tali operazioni, nonché di collocare cronologicamente la compilazione delle varie parti, mettendole in relazione con altri documenti superstiti dell'attività intellettuale di Angelo Colocci.

Research paper thumbnail of Angelo Colocci e gli Studi Romanzi.

Il volume, uscito per la curatela congiunta di Marco Bernardi e di Corrado Bologna, raccoglie una... more Il volume, uscito per la curatela congiunta di Marco Bernardi e di Corrado Bologna, raccoglie una serie di studi (tra cui quelli dei curatori) che fanno il punto sulla figura dell'umanista Angelo Colocci (1474-1549) a più di trent'anni dall'ultimo contributo organico sulla sua figura (negli "Atti del Convegno di Studi su Angelo Colocci", Jesi 1972). Il volume affronta svariate sfaccettature degli interessi culturali dell'umanista: dallo studio delle letterature romanze (italiana, provenzale e galega) alle indagini antiquarie. Se ne fornisce di seguito l'indice.
C. BOLOGNA, M. BERNARDI, Il “punto” su Angelo Colocci
C. BOLOGNA, La biblioteca di Angelo Colocci
M. BERNARDI, Per la ricostruzione della biblioteca colocciana: lo stato dei lavori
M. DANZI, La parte ispano-portoghese della biblioteca del Bembo (con una «postilla» colocciana)
M. MOTOLESE, Per lo scaffale di Castelvetro: un nuovo documento e una vecchia lista.
M. BERNARDI, Intorno allo zibaldone colocciano Vat. lat. 4831
N. CANNATA, Il primo trattato cinquecentesco di storia poetica e linguistica: le Annotationi sul vulgare ydioma di Angelo Colocci (ms. Vat. lat. 4831)
C. F. BLANCO VALDÉS, A. M. DOMÍNGUEZ FERRO, Il cod. Vat. lat. 4823: il laboratorio colocciano
M. SPAMPINATO BERETTA, Il “caso” Cielo
S. BIANCHINI, Colocci legge «Rosa fresca aulentissima»
M. BREA, De los lemosini a los siculi, Dante y Petrarca
G. TAVANI, Le postille di collazione nel canzoniere portoghese della Vaticana, (Vat. lat. 4803)
G. PÉREZ BARCALA, Angelo Colocci y la rima románica: aspectos estructurales (análisis de algunas apostillas coloccianas)
E. FIDALGO FRANCISCO, Apuntes para una vida de Alfonso X en un códice de Colocci (Vat. lat. 4817)
E. CORRAL DIAZ, Las notas coloccianas en el cancionero profano de Alfonso X
P. LORENZO GRADIN, Colocci, los lais de Bretanha y las rúbricas explicativas en B y V
F. FERNANDEZ CAMPO, Apostillas petrarquescas de Colocci: nuevas posibilidades de lectura .
C. PULSONI, Il De vulgari eloquentia tra Colocci e Bembo
A. ROSSI, Il Serafino di Angelo Colocci
C. VECCE, Sannazaro e Colocci
U. SCHLEGELMILCH, Carmina de ruinis – Pomponio Leto, Angelo Colocci e la poesia antiquaria di Roma tra Quattro e Cinquecento

Research paper thumbnail of Convegno "La cultura di Santa Croce nell'età di Dante: teologia, predicazione, immagini" (18-20 dicembre 2023)

Miglioriamo le vite con la scienza.

Research paper thumbnail of "Tocco di". Chansonniers aux mains des humanistes italiens et français. Autour du catalogue des manuscrits français et occitans de la Biblioteca Apostoloica Vaticana. 23-24 novembre 2017

Research paper thumbnail of La Cultura dei Vittorini e la Letteratura Medievale. Convegno internazionale, Pisa 23-25 gennaio 2019

Research paper thumbnail of Convegno di studi "Poesia in volgare nella Roma dei pontificati medicei (1513-1534)", Roma 26-27 febbraio 2019

Research paper thumbnail of Oltre le righe. Usi e infrazioni dello spazio testuale. Seminario internazionale dottorale e postdottorale