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Research paper thumbnail of Primo Levi e le scritture della salvazione e del trauma. A cura di Mario Marino. DEP Deportati, esuli, profughe. Rivista telematica di studi sulla memoria femminile. Nr. 29, Gennaio 2016. Numero speciale

L’opera e l’attualità di Primo Levi vengono indagate in questo numero speciale di DEP con una var... more L’opera e l’attualità di Primo Levi vengono indagate in questo numero speciale di DEP con una varietà di metodologie e competenze (dalla comparatistica all’italianistica, dalla filosofia all’analisi e critica del cinema, dalla teoria della letteratura a quella della testimonianza) da due generazioni di studiosi (con una prevalenza di giovani leve e una significativa presenza della ricerca elaborata negli Stati Uniti). Stefania Lucamante (che apre il numero con un saggio ad ampio raggio sull’eredità leviana), Katharina Kraske e Rossella Palmieri mettono a confronto l’opera di Levi con scritture e riscritture letterarie, soprattutto femminili, della guerra, della persecuzione e dello sterminio (Liana Millu, Rosetta Loy, Irène Némirovsky).

Jonathan Druker approfondisce l’intreccio di narrazione storica e letteraria nel romanzo resistenziale di Levi, rileggendolo originalmente alla luce della nozione di trauma. Gianfranco Ferraro e Antonio R. Daniele si soffermano criticamente sull’elaborazione, trasmissione ed evocazione filmiche del vissuto della guerrLiana Millua e dello sterminio in opere legate per ragioni diverse al nome di Levi (Il portiere di notte della Cavani, La strada di Levi di Ferrario-Belpoliti). Massimo Giuliani chiude il numero con un profilo di Levi volto a sottolineare le peculiarità del suo umanesimo e la potenza etica della sua scrittura.

Comune ai contributi nel loro insieme è la constatazione che l’opera di Levi e delle autrici e degli autori a essa idealmente o storicamente collegati attesta come la drammaticità della guerra, della deportazione e dello sterminio esponga gli esseri umani alla (duplice) sfida di salvare la (propria) vita e la (propria) umanità. Tale problematica della sopravvivenza, durante e dopo il Lager, e quella a essa connessa della salvazione, della resistenza e della stessa memoria vengono conseguentemente riconosciute e indagate come uno dei pungoli più acuti della scrittura di Levi e dell’interrogazione da essa suscitata.

Research paper thumbnail of Primo Levi e le scritture della salvazione e del trauma. A cura di Mario Marino. DEP Deportati, esuli, profughe. Rivista telematica di studi sulla memoria femminile. Nr. 29, Gennaio 2016. Numero speciale

L’opera e l’attualità di Primo Levi vengono indagate in questo numero speciale di DEP con una var... more L’opera e l’attualità di Primo Levi vengono indagate in questo numero speciale di DEP con una varietà di metodologie e competenze (dalla comparatistica all’italianistica, dalla filosofia all’analisi e critica del cinema, dalla teoria della letteratura a quella della testimonianza) da due generazioni di studiosi (con una prevalenza di giovani leve e una significativa presenza della ricerca elaborata negli Stati Uniti). Stefania Lucamante (che apre il numero con un saggio ad ampio raggio sull’eredità leviana), Katharina Kraske e Rossella Palmieri mettono a confronto l’opera di Levi con scritture e riscritture letterarie, soprattutto femminili, della guerra, della persecuzione e dello sterminio (Liana Millu, Rosetta Loy, Irène Némirovsky).

Jonathan Druker approfondisce l’intreccio di narrazione storica e letteraria nel romanzo resistenziale di Levi, rileggendolo originalmente alla luce della nozione di trauma. Gianfranco Ferraro e Antonio R. Daniele si soffermano criticamente sull’elaborazione, trasmissione ed evocazione filmiche del vissuto della guerrLiana Millua e dello sterminio in opere legate per ragioni diverse al nome di Levi (Il portiere di notte della Cavani, La strada di Levi di Ferrario-Belpoliti). Massimo Giuliani chiude il numero con un profilo di Levi volto a sottolineare le peculiarità del suo umanesimo e la potenza etica della sua scrittura.

Comune ai contributi nel loro insieme è la constatazione che l’opera di Levi e delle autrici e degli autori a essa idealmente o storicamente collegati attesta come la drammaticità della guerra, della deportazione e dello sterminio esponga gli esseri umani alla (duplice) sfida di salvare la (propria) vita e la (propria) umanità. Tale problematica della sopravvivenza, durante e dopo il Lager, e quella a essa connessa della salvazione, della resistenza e della stessa memoria vengono conseguentemente riconosciute e indagate come uno dei pungoli più acuti della scrittura di Levi e dell’interrogazione da essa suscitata.