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Conference Presentations by Massimo Resce

Research paper thumbnail of CRISI ECONOMICA E SQUILIBRI TERRITORIALI. UNA LETTURA MULTIDIMENSIONALE DEI CONTESTI REGIONALI

La pubblicazione raccoglie i risultati dell’attività “Analisi del contesto territoriale dei merca... more La pubblicazione raccoglie i risultati dell’attività “Analisi del contesto territoriale dei mercati del lavoro e profilazione dell’utenza potenziale degli Spi in merito a criticità specifiche” prevista all’interno del Progetto “Monitoraggio dei servizi dell’impiego” finanziato dal Fondo sociale europeo nell’ambito del Programma operativo nazionale “Sistemi di politiche attive per l’occupazione” (PON SPAO), a titolarità del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Asse Occupazione, Priorità di investimento 8vii, in attuazione del Piano di attività Isfol 2015 di competenza della Direzione generale per le politiche attive, i Servizi per il Lavoro e la formazione.

Research paper thumbnail of Il ruolo delle città nella governance multilivello delle politiche occupazionali.

I SFOL, conformemente a quanto previsto dall'Art. 2 comma 3 del proprio Statuto, ha attiva-to una... more I SFOL, conformemente a quanto previsto dall'Art. 2 comma 3 del proprio Statuto, ha attiva-to una sede decentrata in Benevento al fine di fornire supporto alle Regioni ed agli Enti lo-cali, nelle aree del Mezzogiorno (ex Obiettivo 1 programmazione fondi strutturali 2000-2006). Si tratta di una scelta funzionale-organizzativa volta a seguire i territori, tramite una prossimità an-che fisica, nelle loro evoluzioni e quindi a calibrare le attività tipiche dell'ISFOL, in modo dinamico e contestualizzato, sui temi del capitale umano e dello sviluppo locale. La mission, i compiti e le funzioni dell'Istituto assumono nella sede di Benevento una connotazione puntuale e sistemi-ca sulle problematiche e sulle prospettive del Sud. La sede opera anche quale sensore sui territori e tra le attività finanziate con D. Dir. N. 285 Bis/I/04 della DGPOF del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, rientra la presente ricerca sul ruolo delle Città nella governance multilivello delle politiche occupazionali, con approfondimenti nei contesti meridionali. La Città, infatti, non è più solo un polo geografico di attrazione nel quale si stabilisce gran parte della popolazione, ma rappresenta anche uno dei livelli istituzionali più adatti a predisporre soluzioni e misure di livello locale volte a favorire lo sviluppo economico e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. L'interesse per questi temi nasce dall'importanza assunta dalla dimensione urbana nella geometria istituzionale nazionale, che nell'ottica federalista stabilisce sinergie e processi di collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, e, in più, nel rapporto con le autorità europee, instaura un dia-logo sempre più profondo, alla luce dei nuovi assetti di governance. Si va delineando, dunque, una struttura modulare integrata tra istituzioni e poteri che operano in sinergia funzionale e coordinata per realizzare crescita economica e rilancio del capitale umano e sociale. Gli stessi regola-menti dei fondi strutturali per il periodo di programmazione 2007-2013 individuano nelle Città un perno del complessivo sviluppo regionale. Inoltre, diversi studi, documenti e atti, elaborati più o meno di recente dalle autorità comunitarie evidenziano il ruolo promotore e trasversale delle Città nei processi di crescita e di sviluppo, ed in particolare, nelle strategie per l'occupazione. Lo sviluppo delle politiche occupazionali a livello urbano, il ruolo centrale della Città nella promozione dello sviluppo locale, la costituzione di asset reticolari tra Città, quali modelli virtuosi di scambio delle migliori esperienze per la soluzione a problemi comuni nazionali e transnazionali, costituiscono gli elementi chiave intorno ai quali ruota l'intera ricerca che ha sviluppato un focus su alcune esperienze, in particolare quelle dell'importante rete europea del progetto URBACT-Re-generando.

ISFOL - Temi&Strumenti - Ricerche e studi n. 31
ISBN 978-88-543-0032-3

Research paper thumbnail of FIRST EVIDENCES FROM THE MONITORING ON TAX REBATES ON PERFORMANCE-RELATED PAY INCREASES

THE COLLECTIVE DIMENSION(S) OF EMPLOYMENT RELATIONS ORGANISATIONAL AND REGULATORY CHALLENGES IN A... more THE COLLECTIVE DIMENSION(S) OF EMPLOYMENT RELATIONS ORGANISATIONAL AND REGULATORY CHALLENGES IN A WORLD OF WORK IN TRANSFORMATION

SEVENTEENTH INTERNATIONAL CONFERENCE IN COMMEMORATION OF PROF MARCO BIAGI
Modena, 18-20 March 2019

In Italy the trilateral Social Pact signed 23 July 1993 promoted new forms of decentralized bargaining. One of the aims was to stimulate the productivity growth in the second level of bargaining, by linking wages dynamics to productivity. Recently, the Italian government has encouraged the second-level bargaining through the provision of tax incentives related to performance bonuses and corporate welfare programmes set forth in the company/local collective bargaining agreement. Monitoring measures were also envisaged through a special instrument for collecting summary data and the Italian Ministry of Labour and Social Policy activated a Repository for this purpose. The paper proposes some analyses of the Italian second level bargaining, using data collected by this the Repository in the two-years period 2016-2017. In particular, it focuses on the choices made by companies to improve labor productivity, proposing an analysis by sector and by territory.

Research paper thumbnail of TENDENZE EVOLUTIVE DEI MERCATI DEL LAVORO ED ECOSISTEMI 4.0

Le competenze abilitanti per Industry 4.0, 2018

"Trends of the labour market and Ecosystems 4.0" Summary - The paper presents the findings of ... more "Trends of the labour market and Ecosystems 4.0"
Summary - The paper presents the findings of a qualitative research carried out along 2016/2017 and named "Produc-tive systems, districts, local development and active labour policies", aimed at analyz-ing the main transformations within the local productive systems due to the so called fourth industrial revolution “Industry 4.0”. The results stress that a new competitiveness among territories is emerging, based on the ability of companies to produce "cognitive capital". Hence the need for new and adequate policies supporting the development of the business models required by such Industry 4.0 and promoting “Ecosystems 4.0” whereas the labor and human capital policies have a central role.

Research paper thumbnail of LE INCURSIONI DELLA BCE SUL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO

ECONOMIA & POLITICA, Dec 13, 2016

In the last years, the ECB has tried to encourage reforms of the Italy's labour market including ... more In the last years, the ECB has tried to encourage reforms of the Italy's labour market including the increasing use of bargaining at the enterprise level. The aim is to contain the growth of wages and to permit higher productivity growth. However, the ECB did not take into consideration the changes in the real variables. In fact after the euro's adoption, the growth of real wages was lower than the productivity growth. Furthermore, the current incentives system for the decentralized bargaining, that provides a tax benefit on productivity bonuses, seems to increase the territorial dualism North-South.

Research paper thumbnail of LE AREE PROTETTE: VINCOLO O OPPORTUNITA'? Indagine empirica nelle Regioni dell'Obiettivo Convergenza sul ruolo del capitale umano nello sviluppo territoriale

La pubblicazione illustra i risultati di una indagine empirica volta ad analizzare il ruolo del ... more La pubblicazione illustra i risultati di una indagine empirica volta ad analizzare il ruolo del capitale umano e sociale per lo sviluppo territoriale nelle aree protette nelle Regioni dell’Obiettivo Convergenza.
L’indagine è stata sviluppata con tecniche quali-quantitative desk e field, le attività da campo hanno coinvolto più di 100 stakeholder.
Il volume si sofferma sul ruolo ambivalente delle aree protette tra tutela e sviluppo endogeno, analizzando il ruolo dei Parchi (nazionali e regionali) nell’arricchimento del mix dell’offerta turistica regionale e nell’innescare processi di sviluppo autopropulsivo utili a contrastare i fenomeni di desertificazione demografica delle aree interne.
ISBN 978-88-543-0212-9ISSN 1590-0002

Research paper thumbnail of STRUMENTI PER LA FORMAZIONE ESPERENZIALE DEI MANAGER

Research paper thumbnail of XII RAPPORTO SULLA FORMAZIONE CONTINUA Annualità 2010-2011

Research paper thumbnail of 2010_Slide_MED_visitadistudio_10mar2010.pdf

Research paper thumbnail of 2010_Resce_09.06.2010_Def_Fr.pdf

Research paper thumbnail of 2010_Programma incontro MDL Tunisia.pdf

Research paper thumbnail of 2010_Programma Incontro Istraele_ingdef.pdf

Research paper thumbnail of 2010_Programma incontro 09.06.10.pdf

Research paper thumbnail of DECENTRALIZED BARGAINING AND MEASURES FOR PRODUCTIVITY AND CORPORATE WELFARE GROWTH IN ITALY

INDUSTRIAL RELATIONS IN EUROPE CONFERENCE (IREC) 2018, 2018

INDUSTRIAL RELATIONS IN EUROPE CONFERENCE (IREC) 2018 Sustainable labor markets: social welfare a... more INDUSTRIAL RELATIONS IN EUROPE CONFERENCE (IREC) 2018
Sustainable labor markets: social welfare and protection, working conditions, job quality and work-life balance
KU LEUVEN – CENTRE FOR SOCIOLOGICAL RESEARCH & INSTITUTE FOR LABOUR LAW
10-12 SEPTEMBER 2018, KU Leuven – College De Valk, Tiensestraat 41 - 3000 LEUVEN, BELGIUM

Talks by Massimo Resce

Research paper thumbnail of LA CITTA' OLTRE LE MURA

La città oltre le mura, 2009

E’ possibile oggi immaginare una città completamente introversa che riesce a guardare solo all’in... more E’ possibile oggi immaginare una città completamente introversa che riesce a guardare solo all’interno delle proprie mura negandosi ogni ruolo di relazione e collegamento con il territorio? In che misura e a quale scala è ipotizzabile un’azione incisiva di una città media come Benevento? Quali possono essere gli strumenti più adatti a ciò e quali le strategie di riferimento alla luce della crisi globale?
La Provincia di Benevento mostra una composizione territoriale particolarmente frammentata. Dei 78 Comuni di cui è costituita, solo il capoluogo supera la soglia dei 50.000 abitanti, degli altri, pochi hanno un numero di abitanti superiore ai 10.000 e tutti gli altri sono compresi nella
fascia sino a 5.000. L’oggettiva distribuzione della popolazione sannita, unita agli ulteriori fattori di debolezza strutturale quali l’inarrestato fenomeno dello spopolamento e il continuo invecchiamento della popolazione, impongono misure ed azioni capaci di innescare una forte
discontinuità e che, in un quadro di tutela e valorizzazione della propria identità, sappiano rendere il territorio più attrattivo e al contempo capace di accedere alle risorse di conoscenza, tecnologiche e finanziarie.
Il contesto provinciale descritto si inquadra in una crisi economica mondiale ancora in atto che ha vanificato i progressi compiuti dall’Unione Europea negli ultimi 10 anni. La disoccupazione è aumentata, i conti pubblici hanno subito pesantissime ripercussioni e la
concorrenza, ormai da inquadrare a scala mondiale, si è inasprita. Per fronteggiare tutto ciò, l’UE ha elaborato “Europa 2020”, una strategia rivolta al contempo a porre le basi per una rapida uscita dalla crisi economica per poi affrontare le sfide a lungo termine quali la globalizzazione, la pressione sulle risorse, l’invecchiamento della popolazione. “Europa 2020” individua tre priorità per trasformare il vecchio continente in un’economia intelligente, sostenibile ed inclusiva caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale.
In primo luogo bisogna sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e l’innovazione incardinata sull’innovazione continua, sull’istruzione e sulla società digitale. E’ necessario, al contempo, promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più
competitiva che muova da azioni legate alla competitività, alla lotta al cambiamento climatico e all’energia pulita ed efficiente. Bisogna promuovere, infine, un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale promuovendo più occupazione, più competenze e lotta alla povertà.
In questa ottica le città rivestono un’importanza capitale al fine di raggiungere gli obiettivi di crescita e di occupazione. “…in esse si trovano la maggior parte dei posti di lavoro, delle imprese e degli istituti di insegnamento superiore; la loro azione è inoltre determinante nella realizzazione della coesione sociale. Le città sono i centri della trasformazione basata sull’innovazione, sullo spirito imprenditoriale e sulla crescita economica”. D’altro canto è nelle città che si concentrano le disparità maggiori e dove l’esclusione sociale e il degrado ambientale assumono forme ai limiti della sostenibilità. E’ qui che le disuguaglianze assumono carattere spaziale (tra i quartieri) e sociali (tra i vari gruppi) e non di rado sommano entrambe le dimensioni.
I temi da affrontare, e naturalmente da declinare di volta in volta sulla base delle peculiarità della singola città possono essere identificati in: aumentare l’attrattività delle città, sostenere l’innovazione, lo spirito imprenditoriale e l’economia della conoscenza, sostenere la creazione
di posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità, migliorare la governance.
Benevento è l’unica città media del Sannio. E’ capoluogo di provincia ed è quindi sede di tutti i servizi territoriali che sono legati a questa funzione amministrativa. In passato, un’attenta ed articolata rappresentanza territoriale, è riuscita ad attrarre funzioni urbane superiori (FUS) quali la Scuola Allievi Carabinieri, l’Università degli Studi del Sannio, l’Ufficio delle Dogane e a localizzare in città centri di studi e ricerca come l’ISFOL. La città ha accolto le nuove funzioni, e nel corso degli anni si è adattata ai cambiamenti iniziando a conoscere il fenomeno tipicamente urbano dei cosiddetti “city users”, ovvero fasce di persone non residenti che vivono la città per lavoro o per studio e che alla città chiedono servizi legati all’accessibilità, alla cultura e al tempo libero. Ciò ha prodotto, nuove opportunità di lavoro legate all’erogazione
dei servizi richiesti. Il fenomeno per certi versi è ancora in atto e la sua vera, reale portata è ancora tutta da misurare.
L’attuale contesto di crisi internazionale, che in Campania e nel meridione d’Italia sta assumendo caratteri e ed accenti ancora più negativi, impone al territorio sannita una condivisione e un coordinamento delle azioni di sviluppo in quanto identificabile come uno
dei pochi mezzi per renderle visibili e spendibili. L’azione scoordinata e disarticolata rischia di essere scarsamente incisiva di fronte alla vastità e alle proporzioni delle questioni poste dal particolare momento storico.
La città di Benevento, da questo punto di vista, può rappresentare per il territorio sannita un’opportunità: è l’unica città sannita classificabile come media, ha al suo interno un patrimonio di arte, ambiente e cultura ancora in massima parte inespresso e non presenta i fenomeni tipici delle aree urbane quali criminalità e degrado urbano e sociale, possiede un ricco e consolidato patrimonio di conoscenze e know how in merito agli strumenti di sviluppo.
D’altro canto il territorio sannita, nelle sue diverse articolazioni istituzionali, territoriali e tematiche può rafforzare le potenzialità cittadine e permette all’intero sistema di raggiungere la massa critica necessaria per porre in essere concrete azioni di sviluppo.
In questa ottica le azioni possono essere articolate secondo scale di riferimento diversificate e correlate. In prima istanza è auspicabile una riappropriazione del ruolo di leader territoriale della città di Benevento rispetto al Sannio. Una città, quindi, che sappia mettere a disposizione
le proprie energie, guidare i processi in un’ottica condivisa e fare in modo che tutti beneficino dei risultati raggiunti.
A scala regionale e di mezzogiorno d’Italia, il ruolo di Benevento e del Sannio non è immaginabile in maniera separata da quello che assumerà nei prossimi anni l’area metropolitana di Napoli. Il Sud nel suo insieme migliora se migliorano le condizioni della sua città più rappresentativa e che in questa dialettica è al contempo troppo e troppo poco: troppo
perché fagocita risorse senza restituire servizi adeguati, troppo poco perché non riesce ancora a porsi come capitale del mezzogiorno d’Italia e interfaccia dell’Europa verso il contesto euro mediterraneo pur possedendo eccellenze riconosciute a livello internazionale. In una
chiara e inevitabile condivisione di destini, più che improbabili riassetti amministrativi e prese di distanze, bisogna immaginare azioni in grado di connettersi con le eccellenze al fine di estenderne i benefici anche al Sannio.
Il Mezzogiorno d’Italia può ripensare sé stesso alla luce delle sue specificità culturali e geopolitiche. Essere nello stesso momento Europa e porta aperta sul mediterraneo. Ponte tra territori diversi e laboratorio di dialogo interculturale in cui i confini non sono dei luoghi dove finisce qualche cosa, ma punti di contatto tra culture dove la modernità può percorrere strade diverse ed inattese. Le città del meridione d’Italia, quindi, hanno un compito in più: preparare il terreno ad una società multiculturale che sappia coniugare i cardini della cultura occidentale
con le istanze del Sud e dell’Est.
Per discutere su questi temi i giorni 25/26 giugno 2010 Mezzogiorno Nazionale ha organizzato, in collaborazione con la Camera di Commercio di Benevento, un forum programmatico per riattivare il dibattito sullo sviluppo locale come momento di qualificazione delle politiche di intervento a supporto delle scelte dei policy maker.

Papers by Massimo Resce

Research paper thumbnail of L’obiettivo innovazione nella contrattazione di secondo livello

Il report presenta i risultati di un’indagine, condotta tramite l’elaborazione di casi studio, pe... more Il report presenta i risultati di un’indagine, condotta tramite l’elaborazione di casi studio, per approfondire le caratteristiche delle aziende che hanno fatto richiesta di accesso al beneficio fiscale della detassazione del salario variabile riformato dalla Legge di Stabilità 2016 (L. n. 208/2015). La finalità generale dello studio è stata quella di verificare l’esito della policy nella doppia direzione del radicamento della contrattazione decentrata e della reale utilità dei premi sul salario accessorio nello stimolare incrementi di performances. Partendo dall’’importanza attribuita all’innovazione nella competitività aziendale, sono stati indagati anche aspetti specifici volti a identificare le scelte operate dalle imprese sui meccanismi di aggancio della contrattazione di secondo livello ai premi di risultato, in particolare sotto la lente dell’organizzazione del lavoro e della valorizzazione del capitale cognitivo in azienda. Anche se il numero dei casi studio è limitato, nella varietà delle tipologie di imprese selezionate è tuttavia possibile trovare conferme, rispetto ad alcune ipotesi già sviluppate nelle analisi quantitative e riscontrabili in letteratura, ma anche qualche novità. In primo luogo, si è riscontrata l’estrema flessibilità con cui la contrattazione decentrata riesce ad adattarsi a situazioni molto diverse tra di loro (per settore, natura e dimensione di impresa), nonché a regolamentare differenti obiettivi di performances e condizioni di welfare aziendale. Il suo utilizzo presenta un approccio più maturo nelle imprese di grandi dimensioni, grazie alla presenza di relazioni sindacali consolidate, dove la negoziazione collettiva si esprime nella sua pienezza, toccando istituti disparati. In quelle di piccole dimensioni, invece, sembra essere considerata più come una opportunità occasionale e il premio di risultato potrebbe risultare l’unico fine della contrattazione. La contrattazione decentrata poi raramente viene utilizzata come leva per introdurre e accelerare processi di innovazione, ma per quelle aziende che puntano sull’organizzazione del personale e sul capitale cognitivo, quale primo elemento di competitività, essa assume un ruolo strategico imprescindibile. Il ricorso alla misura governativa in alcuni casi è stata occasione per definire nuovi modelli di accordi decentrati ed è stata utile ad accompagnare processi di riorganizzazione interna con il rafforzamento degli istituti di welfare aziendale. Tuttavia il sistema di incentivi fiscali risulta a volte limitante in quei modelli organizzativi calibrati più sulle performances individuali che su quelle collettive.

Research paper thumbnail of L Obiettivo Innovazione Nella Contrattazione DI Secondo Livello

Il report presenta i risultati di un’indagine, condotta tramite l’elaborazione di casi studio, pe... more Il report presenta i risultati di un’indagine, condotta tramite l’elaborazione di casi studio, per approfondire le caratteristiche delle aziende che hanno fatto richiesta di accesso al beneficio fiscale della detassazione del salario variabile riformato dalla Legge di Stabilità 2016 (L. n. 208/2015). La finalità generale dello studio è stata quella di verificare l’esito della policy nella doppia direzione del radicamento della contrattazione decentrata e della reale utilità dei premi sul salario accessorio nello stimolare incrementi di performances. Partendo dall’’importanza attribuita all’innovazione nella competitività aziendale, sono stati indagati anche aspetti specifici volti a identificare le scelte operate dalle imprese sui meccanismi di aggancio della contrattazione di secondo livello ai premi di risultato, in particolare sotto la lente dell’organizzazione del lavoro e della valorizzazione del capitale cognitivo in azienda. Anche se il numero dei casi studio è limitato, nella varietà delle tipologie di imprese selezionate è tuttavia possibile trovare conferme, rispetto ad alcune ipotesi già sviluppate nelle analisi quantitative e riscontrabili in letteratura, ma anche qualche novità. In primo luogo, si è riscontrata l’estrema flessibilità con cui la contrattazione decentrata riesce ad adattarsi a situazioni molto diverse tra di loro (per settore, natura e dimensione di impresa), nonché a regolamentare differenti obiettivi di performances e condizioni di welfare aziendale. Il suo utilizzo presenta un approccio più maturo nelle imprese di grandi dimensioni, grazie alla presenza di relazioni sindacali consolidate, dove la negoziazione collettiva si esprime nella sua pienezza, toccando istituti disparati. In quelle di piccole dimensioni, invece, sembra essere considerata più come una opportunità occasionale e il premio di risultato potrebbe risultare l’unico fine della contrattazione. La contrattazione decentrata poi raramente viene utilizzata come leva per introdurre e accelerare processi di innovazione, ma per quelle aziende che puntano sull’organizzazione del personale e sul capitale cognitivo, quale primo elemento di competitività, essa assume un ruolo strategico imprescindibile. Il ricorso alla misura governativa in alcuni casi è stata occasione per definire nuovi modelli di accordi decentrati ed è stata utile ad accompagnare processi di riorganizzazione interna con il rafforzamento degli istituti di welfare aziendale. Tuttavia il sistema di incentivi fiscali risulta a volte limitante in quei modelli organizzativi calibrati più sulle performances individuali che su quelle collettive.

Research paper thumbnail of Evidences from the monitoring on tax bonus on the performance-related pay increases

Research paper thumbnail of Crisi economica e squilibri territoriali : una lettura multidimensionale dei contesti regionali

Isfol, Bergamante F. (a cura di), Crisi economica e squilibri territoriali : una lettura multidim... more Isfol, Bergamante F. (a cura di), Crisi economica e squilibri territoriali : una lettura multidimensionale dei contesti regionali, Roma, ISFOL, 2016. Isfol OA:

Research paper thumbnail of Produttività del lavoro in Italia e misure di sostegno nella contrattazione aziendale

Massimo Resce, Produttività del lavoro in Italia e misure di sostegno nella contrattazione azien... more Massimo Resce, Produttività del lavoro in Italia e misure di sostegno nella contrattazione aziendale, in "Economia & lavoro, Rivista di politica sindacale, sociologia e relazioni industriali" 3/2018, pp. 153-178, doi: 10.7384/92367 In the last twenty years, labour productivity has experienced an almost flat growth trend. Different European authorities have tried to promote reforms of the Italian labour market, including an increase in the use of bargaining at firm level. The aim is to curb wage growth and to promote higher productivity growth. However, they did not take into consideration the changes in real variables. Indeed, after the adoption of the euro, real wage growth was lower than productivity growth. Furthermore, the current Italian two-level bargaining system allows for linking wage components to productivity only in decentralised bargaining. Therefore, the Italian government has launched tax relief measures in relation to productivity bonuses. This policy, however, seems to increase the North-South territorial divide and generate other forms of polarisation. The current incentive system needs to be integrated with not only labour policies but also economic development policies. Furthermore, new approaches in bargaining and in industrial relations are needed.

Research paper thumbnail of CRISI ECONOMICA E SQUILIBRI TERRITORIALI. UNA LETTURA MULTIDIMENSIONALE DEI CONTESTI REGIONALI

La pubblicazione raccoglie i risultati dell’attività “Analisi del contesto territoriale dei merca... more La pubblicazione raccoglie i risultati dell’attività “Analisi del contesto territoriale dei mercati del lavoro e profilazione dell’utenza potenziale degli Spi in merito a criticità specifiche” prevista all’interno del Progetto “Monitoraggio dei servizi dell’impiego” finanziato dal Fondo sociale europeo nell’ambito del Programma operativo nazionale “Sistemi di politiche attive per l’occupazione” (PON SPAO), a titolarità del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Asse Occupazione, Priorità di investimento 8vii, in attuazione del Piano di attività Isfol 2015 di competenza della Direzione generale per le politiche attive, i Servizi per il Lavoro e la formazione.

Research paper thumbnail of Il ruolo delle città nella governance multilivello delle politiche occupazionali.

I SFOL, conformemente a quanto previsto dall'Art. 2 comma 3 del proprio Statuto, ha attiva-to una... more I SFOL, conformemente a quanto previsto dall'Art. 2 comma 3 del proprio Statuto, ha attiva-to una sede decentrata in Benevento al fine di fornire supporto alle Regioni ed agli Enti lo-cali, nelle aree del Mezzogiorno (ex Obiettivo 1 programmazione fondi strutturali 2000-2006). Si tratta di una scelta funzionale-organizzativa volta a seguire i territori, tramite una prossimità an-che fisica, nelle loro evoluzioni e quindi a calibrare le attività tipiche dell'ISFOL, in modo dinamico e contestualizzato, sui temi del capitale umano e dello sviluppo locale. La mission, i compiti e le funzioni dell'Istituto assumono nella sede di Benevento una connotazione puntuale e sistemi-ca sulle problematiche e sulle prospettive del Sud. La sede opera anche quale sensore sui territori e tra le attività finanziate con D. Dir. N. 285 Bis/I/04 della DGPOF del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, rientra la presente ricerca sul ruolo delle Città nella governance multilivello delle politiche occupazionali, con approfondimenti nei contesti meridionali. La Città, infatti, non è più solo un polo geografico di attrazione nel quale si stabilisce gran parte della popolazione, ma rappresenta anche uno dei livelli istituzionali più adatti a predisporre soluzioni e misure di livello locale volte a favorire lo sviluppo economico e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. L'interesse per questi temi nasce dall'importanza assunta dalla dimensione urbana nella geometria istituzionale nazionale, che nell'ottica federalista stabilisce sinergie e processi di collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, e, in più, nel rapporto con le autorità europee, instaura un dia-logo sempre più profondo, alla luce dei nuovi assetti di governance. Si va delineando, dunque, una struttura modulare integrata tra istituzioni e poteri che operano in sinergia funzionale e coordinata per realizzare crescita economica e rilancio del capitale umano e sociale. Gli stessi regola-menti dei fondi strutturali per il periodo di programmazione 2007-2013 individuano nelle Città un perno del complessivo sviluppo regionale. Inoltre, diversi studi, documenti e atti, elaborati più o meno di recente dalle autorità comunitarie evidenziano il ruolo promotore e trasversale delle Città nei processi di crescita e di sviluppo, ed in particolare, nelle strategie per l'occupazione. Lo sviluppo delle politiche occupazionali a livello urbano, il ruolo centrale della Città nella promozione dello sviluppo locale, la costituzione di asset reticolari tra Città, quali modelli virtuosi di scambio delle migliori esperienze per la soluzione a problemi comuni nazionali e transnazionali, costituiscono gli elementi chiave intorno ai quali ruota l'intera ricerca che ha sviluppato un focus su alcune esperienze, in particolare quelle dell'importante rete europea del progetto URBACT-Re-generando.

ISFOL - Temi&Strumenti - Ricerche e studi n. 31
ISBN 978-88-543-0032-3

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THE COLLECTIVE DIMENSION(S) OF EMPLOYMENT RELATIONS ORGANISATIONAL AND REGULATORY CHALLENGES IN A... more THE COLLECTIVE DIMENSION(S) OF EMPLOYMENT RELATIONS ORGANISATIONAL AND REGULATORY CHALLENGES IN A WORLD OF WORK IN TRANSFORMATION

SEVENTEENTH INTERNATIONAL CONFERENCE IN COMMEMORATION OF PROF MARCO BIAGI
Modena, 18-20 March 2019

In Italy the trilateral Social Pact signed 23 July 1993 promoted new forms of decentralized bargaining. One of the aims was to stimulate the productivity growth in the second level of bargaining, by linking wages dynamics to productivity. Recently, the Italian government has encouraged the second-level bargaining through the provision of tax incentives related to performance bonuses and corporate welfare programmes set forth in the company/local collective bargaining agreement. Monitoring measures were also envisaged through a special instrument for collecting summary data and the Italian Ministry of Labour and Social Policy activated a Repository for this purpose. The paper proposes some analyses of the Italian second level bargaining, using data collected by this the Repository in the two-years period 2016-2017. In particular, it focuses on the choices made by companies to improve labor productivity, proposing an analysis by sector and by territory.

Research paper thumbnail of TENDENZE EVOLUTIVE DEI MERCATI DEL LAVORO ED ECOSISTEMI 4.0

Le competenze abilitanti per Industry 4.0, 2018

"Trends of the labour market and Ecosystems 4.0" Summary - The paper presents the findings of ... more "Trends of the labour market and Ecosystems 4.0"
Summary - The paper presents the findings of a qualitative research carried out along 2016/2017 and named "Produc-tive systems, districts, local development and active labour policies", aimed at analyz-ing the main transformations within the local productive systems due to the so called fourth industrial revolution “Industry 4.0”. The results stress that a new competitiveness among territories is emerging, based on the ability of companies to produce "cognitive capital". Hence the need for new and adequate policies supporting the development of the business models required by such Industry 4.0 and promoting “Ecosystems 4.0” whereas the labor and human capital policies have a central role.

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ECONOMIA & POLITICA, Dec 13, 2016

In the last years, the ECB has tried to encourage reforms of the Italy's labour market including ... more In the last years, the ECB has tried to encourage reforms of the Italy's labour market including the increasing use of bargaining at the enterprise level. The aim is to contain the growth of wages and to permit higher productivity growth. However, the ECB did not take into consideration the changes in the real variables. In fact after the euro's adoption, the growth of real wages was lower than the productivity growth. Furthermore, the current incentives system for the decentralized bargaining, that provides a tax benefit on productivity bonuses, seems to increase the territorial dualism North-South.

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La pubblicazione illustra i risultati di una indagine empirica volta ad analizzare il ruolo del ... more La pubblicazione illustra i risultati di una indagine empirica volta ad analizzare il ruolo del capitale umano e sociale per lo sviluppo territoriale nelle aree protette nelle Regioni dell’Obiettivo Convergenza.
L’indagine è stata sviluppata con tecniche quali-quantitative desk e field, le attività da campo hanno coinvolto più di 100 stakeholder.
Il volume si sofferma sul ruolo ambivalente delle aree protette tra tutela e sviluppo endogeno, analizzando il ruolo dei Parchi (nazionali e regionali) nell’arricchimento del mix dell’offerta turistica regionale e nell’innescare processi di sviluppo autopropulsivo utili a contrastare i fenomeni di desertificazione demografica delle aree interne.
ISBN 978-88-543-0212-9ISSN 1590-0002

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INDUSTRIAL RELATIONS IN EUROPE CONFERENCE (IREC) 2018, 2018

INDUSTRIAL RELATIONS IN EUROPE CONFERENCE (IREC) 2018 Sustainable labor markets: social welfare a... more INDUSTRIAL RELATIONS IN EUROPE CONFERENCE (IREC) 2018
Sustainable labor markets: social welfare and protection, working conditions, job quality and work-life balance
KU LEUVEN – CENTRE FOR SOCIOLOGICAL RESEARCH & INSTITUTE FOR LABOUR LAW
10-12 SEPTEMBER 2018, KU Leuven – College De Valk, Tiensestraat 41 - 3000 LEUVEN, BELGIUM

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La città oltre le mura, 2009

E’ possibile oggi immaginare una città completamente introversa che riesce a guardare solo all’in... more E’ possibile oggi immaginare una città completamente introversa che riesce a guardare solo all’interno delle proprie mura negandosi ogni ruolo di relazione e collegamento con il territorio? In che misura e a quale scala è ipotizzabile un’azione incisiva di una città media come Benevento? Quali possono essere gli strumenti più adatti a ciò e quali le strategie di riferimento alla luce della crisi globale?
La Provincia di Benevento mostra una composizione territoriale particolarmente frammentata. Dei 78 Comuni di cui è costituita, solo il capoluogo supera la soglia dei 50.000 abitanti, degli altri, pochi hanno un numero di abitanti superiore ai 10.000 e tutti gli altri sono compresi nella
fascia sino a 5.000. L’oggettiva distribuzione della popolazione sannita, unita agli ulteriori fattori di debolezza strutturale quali l’inarrestato fenomeno dello spopolamento e il continuo invecchiamento della popolazione, impongono misure ed azioni capaci di innescare una forte
discontinuità e che, in un quadro di tutela e valorizzazione della propria identità, sappiano rendere il territorio più attrattivo e al contempo capace di accedere alle risorse di conoscenza, tecnologiche e finanziarie.
Il contesto provinciale descritto si inquadra in una crisi economica mondiale ancora in atto che ha vanificato i progressi compiuti dall’Unione Europea negli ultimi 10 anni. La disoccupazione è aumentata, i conti pubblici hanno subito pesantissime ripercussioni e la
concorrenza, ormai da inquadrare a scala mondiale, si è inasprita. Per fronteggiare tutto ciò, l’UE ha elaborato “Europa 2020”, una strategia rivolta al contempo a porre le basi per una rapida uscita dalla crisi economica per poi affrontare le sfide a lungo termine quali la globalizzazione, la pressione sulle risorse, l’invecchiamento della popolazione. “Europa 2020” individua tre priorità per trasformare il vecchio continente in un’economia intelligente, sostenibile ed inclusiva caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale.
In primo luogo bisogna sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e l’innovazione incardinata sull’innovazione continua, sull’istruzione e sulla società digitale. E’ necessario, al contempo, promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più
competitiva che muova da azioni legate alla competitività, alla lotta al cambiamento climatico e all’energia pulita ed efficiente. Bisogna promuovere, infine, un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale promuovendo più occupazione, più competenze e lotta alla povertà.
In questa ottica le città rivestono un’importanza capitale al fine di raggiungere gli obiettivi di crescita e di occupazione. “…in esse si trovano la maggior parte dei posti di lavoro, delle imprese e degli istituti di insegnamento superiore; la loro azione è inoltre determinante nella realizzazione della coesione sociale. Le città sono i centri della trasformazione basata sull’innovazione, sullo spirito imprenditoriale e sulla crescita economica”. D’altro canto è nelle città che si concentrano le disparità maggiori e dove l’esclusione sociale e il degrado ambientale assumono forme ai limiti della sostenibilità. E’ qui che le disuguaglianze assumono carattere spaziale (tra i quartieri) e sociali (tra i vari gruppi) e non di rado sommano entrambe le dimensioni.
I temi da affrontare, e naturalmente da declinare di volta in volta sulla base delle peculiarità della singola città possono essere identificati in: aumentare l’attrattività delle città, sostenere l’innovazione, lo spirito imprenditoriale e l’economia della conoscenza, sostenere la creazione
di posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità, migliorare la governance.
Benevento è l’unica città media del Sannio. E’ capoluogo di provincia ed è quindi sede di tutti i servizi territoriali che sono legati a questa funzione amministrativa. In passato, un’attenta ed articolata rappresentanza territoriale, è riuscita ad attrarre funzioni urbane superiori (FUS) quali la Scuola Allievi Carabinieri, l’Università degli Studi del Sannio, l’Ufficio delle Dogane e a localizzare in città centri di studi e ricerca come l’ISFOL. La città ha accolto le nuove funzioni, e nel corso degli anni si è adattata ai cambiamenti iniziando a conoscere il fenomeno tipicamente urbano dei cosiddetti “city users”, ovvero fasce di persone non residenti che vivono la città per lavoro o per studio e che alla città chiedono servizi legati all’accessibilità, alla cultura e al tempo libero. Ciò ha prodotto, nuove opportunità di lavoro legate all’erogazione
dei servizi richiesti. Il fenomeno per certi versi è ancora in atto e la sua vera, reale portata è ancora tutta da misurare.
L’attuale contesto di crisi internazionale, che in Campania e nel meridione d’Italia sta assumendo caratteri e ed accenti ancora più negativi, impone al territorio sannita una condivisione e un coordinamento delle azioni di sviluppo in quanto identificabile come uno
dei pochi mezzi per renderle visibili e spendibili. L’azione scoordinata e disarticolata rischia di essere scarsamente incisiva di fronte alla vastità e alle proporzioni delle questioni poste dal particolare momento storico.
La città di Benevento, da questo punto di vista, può rappresentare per il territorio sannita un’opportunità: è l’unica città sannita classificabile come media, ha al suo interno un patrimonio di arte, ambiente e cultura ancora in massima parte inespresso e non presenta i fenomeni tipici delle aree urbane quali criminalità e degrado urbano e sociale, possiede un ricco e consolidato patrimonio di conoscenze e know how in merito agli strumenti di sviluppo.
D’altro canto il territorio sannita, nelle sue diverse articolazioni istituzionali, territoriali e tematiche può rafforzare le potenzialità cittadine e permette all’intero sistema di raggiungere la massa critica necessaria per porre in essere concrete azioni di sviluppo.
In questa ottica le azioni possono essere articolate secondo scale di riferimento diversificate e correlate. In prima istanza è auspicabile una riappropriazione del ruolo di leader territoriale della città di Benevento rispetto al Sannio. Una città, quindi, che sappia mettere a disposizione
le proprie energie, guidare i processi in un’ottica condivisa e fare in modo che tutti beneficino dei risultati raggiunti.
A scala regionale e di mezzogiorno d’Italia, il ruolo di Benevento e del Sannio non è immaginabile in maniera separata da quello che assumerà nei prossimi anni l’area metropolitana di Napoli. Il Sud nel suo insieme migliora se migliorano le condizioni della sua città più rappresentativa e che in questa dialettica è al contempo troppo e troppo poco: troppo
perché fagocita risorse senza restituire servizi adeguati, troppo poco perché non riesce ancora a porsi come capitale del mezzogiorno d’Italia e interfaccia dell’Europa verso il contesto euro mediterraneo pur possedendo eccellenze riconosciute a livello internazionale. In una
chiara e inevitabile condivisione di destini, più che improbabili riassetti amministrativi e prese di distanze, bisogna immaginare azioni in grado di connettersi con le eccellenze al fine di estenderne i benefici anche al Sannio.
Il Mezzogiorno d’Italia può ripensare sé stesso alla luce delle sue specificità culturali e geopolitiche. Essere nello stesso momento Europa e porta aperta sul mediterraneo. Ponte tra territori diversi e laboratorio di dialogo interculturale in cui i confini non sono dei luoghi dove finisce qualche cosa, ma punti di contatto tra culture dove la modernità può percorrere strade diverse ed inattese. Le città del meridione d’Italia, quindi, hanno un compito in più: preparare il terreno ad una società multiculturale che sappia coniugare i cardini della cultura occidentale
con le istanze del Sud e dell’Est.
Per discutere su questi temi i giorni 25/26 giugno 2010 Mezzogiorno Nazionale ha organizzato, in collaborazione con la Camera di Commercio di Benevento, un forum programmatico per riattivare il dibattito sullo sviluppo locale come momento di qualificazione delle politiche di intervento a supporto delle scelte dei policy maker.

Research paper thumbnail of L’obiettivo innovazione nella contrattazione di secondo livello

Il report presenta i risultati di un’indagine, condotta tramite l’elaborazione di casi studio, pe... more Il report presenta i risultati di un’indagine, condotta tramite l’elaborazione di casi studio, per approfondire le caratteristiche delle aziende che hanno fatto richiesta di accesso al beneficio fiscale della detassazione del salario variabile riformato dalla Legge di Stabilità 2016 (L. n. 208/2015). La finalità generale dello studio è stata quella di verificare l’esito della policy nella doppia direzione del radicamento della contrattazione decentrata e della reale utilità dei premi sul salario accessorio nello stimolare incrementi di performances. Partendo dall’’importanza attribuita all’innovazione nella competitività aziendale, sono stati indagati anche aspetti specifici volti a identificare le scelte operate dalle imprese sui meccanismi di aggancio della contrattazione di secondo livello ai premi di risultato, in particolare sotto la lente dell’organizzazione del lavoro e della valorizzazione del capitale cognitivo in azienda. Anche se il numero dei casi studio è limitato, nella varietà delle tipologie di imprese selezionate è tuttavia possibile trovare conferme, rispetto ad alcune ipotesi già sviluppate nelle analisi quantitative e riscontrabili in letteratura, ma anche qualche novità. In primo luogo, si è riscontrata l’estrema flessibilità con cui la contrattazione decentrata riesce ad adattarsi a situazioni molto diverse tra di loro (per settore, natura e dimensione di impresa), nonché a regolamentare differenti obiettivi di performances e condizioni di welfare aziendale. Il suo utilizzo presenta un approccio più maturo nelle imprese di grandi dimensioni, grazie alla presenza di relazioni sindacali consolidate, dove la negoziazione collettiva si esprime nella sua pienezza, toccando istituti disparati. In quelle di piccole dimensioni, invece, sembra essere considerata più come una opportunità occasionale e il premio di risultato potrebbe risultare l’unico fine della contrattazione. La contrattazione decentrata poi raramente viene utilizzata come leva per introdurre e accelerare processi di innovazione, ma per quelle aziende che puntano sull’organizzazione del personale e sul capitale cognitivo, quale primo elemento di competitività, essa assume un ruolo strategico imprescindibile. Il ricorso alla misura governativa in alcuni casi è stata occasione per definire nuovi modelli di accordi decentrati ed è stata utile ad accompagnare processi di riorganizzazione interna con il rafforzamento degli istituti di welfare aziendale. Tuttavia il sistema di incentivi fiscali risulta a volte limitante in quei modelli organizzativi calibrati più sulle performances individuali che su quelle collettive.

Research paper thumbnail of L Obiettivo Innovazione Nella Contrattazione DI Secondo Livello

Il report presenta i risultati di un’indagine, condotta tramite l’elaborazione di casi studio, pe... more Il report presenta i risultati di un’indagine, condotta tramite l’elaborazione di casi studio, per approfondire le caratteristiche delle aziende che hanno fatto richiesta di accesso al beneficio fiscale della detassazione del salario variabile riformato dalla Legge di Stabilità 2016 (L. n. 208/2015). La finalità generale dello studio è stata quella di verificare l’esito della policy nella doppia direzione del radicamento della contrattazione decentrata e della reale utilità dei premi sul salario accessorio nello stimolare incrementi di performances. Partendo dall’’importanza attribuita all’innovazione nella competitività aziendale, sono stati indagati anche aspetti specifici volti a identificare le scelte operate dalle imprese sui meccanismi di aggancio della contrattazione di secondo livello ai premi di risultato, in particolare sotto la lente dell’organizzazione del lavoro e della valorizzazione del capitale cognitivo in azienda. Anche se il numero dei casi studio è limitato, nella varietà delle tipologie di imprese selezionate è tuttavia possibile trovare conferme, rispetto ad alcune ipotesi già sviluppate nelle analisi quantitative e riscontrabili in letteratura, ma anche qualche novità. In primo luogo, si è riscontrata l’estrema flessibilità con cui la contrattazione decentrata riesce ad adattarsi a situazioni molto diverse tra di loro (per settore, natura e dimensione di impresa), nonché a regolamentare differenti obiettivi di performances e condizioni di welfare aziendale. Il suo utilizzo presenta un approccio più maturo nelle imprese di grandi dimensioni, grazie alla presenza di relazioni sindacali consolidate, dove la negoziazione collettiva si esprime nella sua pienezza, toccando istituti disparati. In quelle di piccole dimensioni, invece, sembra essere considerata più come una opportunità occasionale e il premio di risultato potrebbe risultare l’unico fine della contrattazione. La contrattazione decentrata poi raramente viene utilizzata come leva per introdurre e accelerare processi di innovazione, ma per quelle aziende che puntano sull’organizzazione del personale e sul capitale cognitivo, quale primo elemento di competitività, essa assume un ruolo strategico imprescindibile. Il ricorso alla misura governativa in alcuni casi è stata occasione per definire nuovi modelli di accordi decentrati ed è stata utile ad accompagnare processi di riorganizzazione interna con il rafforzamento degli istituti di welfare aziendale. Tuttavia il sistema di incentivi fiscali risulta a volte limitante in quei modelli organizzativi calibrati più sulle performances individuali che su quelle collettive.

Research paper thumbnail of Evidences from the monitoring on tax bonus on the performance-related pay increases

Research paper thumbnail of Crisi economica e squilibri territoriali : una lettura multidimensionale dei contesti regionali

Isfol, Bergamante F. (a cura di), Crisi economica e squilibri territoriali : una lettura multidim... more Isfol, Bergamante F. (a cura di), Crisi economica e squilibri territoriali : una lettura multidimensionale dei contesti regionali, Roma, ISFOL, 2016. Isfol OA:

Research paper thumbnail of Produttività del lavoro in Italia e misure di sostegno nella contrattazione aziendale

Massimo Resce, Produttività del lavoro in Italia e misure di sostegno nella contrattazione azien... more Massimo Resce, Produttività del lavoro in Italia e misure di sostegno nella contrattazione aziendale, in "Economia & lavoro, Rivista di politica sindacale, sociologia e relazioni industriali" 3/2018, pp. 153-178, doi: 10.7384/92367 In the last twenty years, labour productivity has experienced an almost flat growth trend. Different European authorities have tried to promote reforms of the Italian labour market, including an increase in the use of bargaining at firm level. The aim is to curb wage growth and to promote higher productivity growth. However, they did not take into consideration the changes in real variables. Indeed, after the adoption of the euro, real wage growth was lower than productivity growth. Furthermore, the current Italian two-level bargaining system allows for linking wage components to productivity only in decentralised bargaining. Therefore, the Italian government has launched tax relief measures in relation to productivity bonuses. This policy, however, seems to increase the North-South territorial divide and generate other forms of polarisation. The current incentive system needs to be integrated with not only labour policies but also economic development policies. Furthermore, new approaches in bargaining and in industrial relations are needed.

Research paper thumbnail of XII rapporto sulla formazione continua: annualità 2010-2011

ISFOL, XII rapporto sulla formazione continua: annualita 2010-2011, gennaio 2012. Isfol OA:

Research paper thumbnail of Strumenti per la formazione esperenziale dei manager

ISFOL, Barbaro R., Di Lieto G., Francischelli E., Premutico D., Richini P., Strumenti per la form... more ISFOL, Barbaro R., Di Lieto G., Francischelli E., Premutico D., Richini P., Strumenti per la formazione esperienzale dei manager, 2011. Isfol OA:

Research paper thumbnail of Policies for supporting rent-sharing solutions in second level bargaining and the risk of sectoral polarization and territorial divergences

Research paper thumbnail of Collective bargaining, wages and productivity. Productivity and wages, dynamics in the euro-system and the role of two-tier bargaining

Research paper thumbnail of Industria 4.0 e digital innovation hub: ruolo e modelli di governance per la promozione di ecosistemi di innovazione territoriale e tendenze evolutive verso la creazione degli European Digital Hub

Research paper thumbnail of Decentralized bargaining and measures for productivity and corporate welfare growth in Italy. Empirical evidence from administrative data

E-Journal of international and comparative labour studies, 2018

Purpose – The article aims to analyze measures to support labour productivity and occupational we... more Purpose – The article aims to analyze measures to support labour productivity and occupational welfare in second-level bargaining in Italy Design/methodology/approach – Both a quantitative and qualitative approach has been employed. Findings – After illustrating the incentive system activated by the Italian Government, the limits of the policy and some risks of polarization are highlighted. Research limitations/implications – The current incentive system needs to be integrated with the other labour policies and with the economic development policies. Furthermore, new approaches in bargaining and in industrial relations are needed. Originality/value –The paper is original in its policy dimension, as it builds on unique data on collective bargaining. Paper type – Qualitative and analytical paper. Keywords – Decentralized bargaining; Collective bargaining; Performance-related pay; Occupational welfare; Labour productivity; Tax incentives; Administrative data analysis; Italy.

Research paper thumbnail of Ecosistemi 4.0, Digital innovation hub, competence center e circolazione delle competenze. Paper

Research paper thumbnail of Territori marginali: periferie o forntiere di sviluppo? Programmazione 2020. I nuovi approcci di intervento territoriale in Campania

ISFOL, Resce M., Territori marginali: periferie o forntiere di sviluppo? Programmazione 2020. I n... more ISFOL, Resce M., Territori marginali: periferie o forntiere di sviluppo? Programmazione 2020. I nuovi approcci di intervento territoriale in Campania, Inetrvento a "Aree interne. Alleanza per lo sviluppo. Oltre la marginalita", Benevento, Villa dei Papi, 24 novembre 2014. Isfol OA:

Research paper thumbnail of Modelli e approcci territoriali per lo sviluppo delle competenze e del valore del lavoro nella quarta rivoluzione industriale

Research paper thumbnail of Ecosistemi territoriali 4.0: modelli e approcci per lo sviluppo del valore del lavoro e la circolazione delle competenze

AISRe-Associazione Italiana di Scienze Regionali XL Conferenza scientifica annuale Oltre la crisi... more AISRe-Associazione Italiana di Scienze Regionali XL Conferenza scientifica annuale Oltre la crisi, rinnovamento, ricostruzione e sviluppo dei territori Ecosistemi territoriali 4.0: modelli e approcci per lo sviluppo del valore del lavoro e la circolazione delle competenze Valeria Idevaia (*) e Massimo Resce (**) Sommario: Introduzione: digitalizzazione, persone e circolazione delle competenze. 1. La Strategia europea per la digitalizzazione e la rete europea dei Digital Innovation Hub. 2. La strategia italiana e il network per le competenze 4.0. 3. Una prima analisi dei DIH regionali e focus su alcune esperienze territoriali. 4. Considerazioni finali: primi risultati dell'analisi qualitativa. Il paper è un aggiornamento dell'articolo Ecosistemi 4.0, digital innovation hub, competence center pubblicato sulla rivista Professionalità Studi N. 3/II gennaio-febbraio 2019. del mercato del lavoro ed ecosistemi 4.0, in Professionalità Studi, 2018, 5/I, 5-38.

Research paper thumbnail of The southern Regions of Italy and the Mediterranean Countries

ISFOL, Resce, M., The southern Regions of Italy and the Mediterranean Countries, Intervento a &qu... more ISFOL, Resce, M., The southern Regions of Italy and the Mediterranean Countries, Intervento a "Meeting with Israeli delegation", Roma, 24 e 25 maggio 2010. Isol OA:

Research paper thumbnail of Trends of labour market and ecosystem 4.0

Research paper thumbnail of Les régions du sud de l'Italie et les pays méditerranéens

ISFOL, Resce M., Les regions du sud de l'Italie et les pays mediterraneens, Intervento a &quo... more ISFOL, Resce M., Les regions du sud de l'Italie et les pays mediterraneens, Intervento a "Visita di studio delegazione della Tunisia", Roma, ISFOL, 9 giugno 2010. Isfol OA:

Research paper thumbnail of First qualitative evidence from the monitoring on tax rebates on productivity-related pay increases

Research paper thumbnail of Politiche integrate per la transnazionalità e il Mediterraneo

ISFOL, Resce M., Politiche integrate per la transnazionalita e il Mediterraneo, Intervento a &quo... more ISFOL, Resce M., Politiche integrate per la transnazionalita e il Mediterraneo, Intervento a "FSE e FESR: integrazione tra fondi e cooperazione interregionale", Roma, 10 marzo 2010. Isfol OA:

Research paper thumbnail of L'OBIETTIVO INNOVAZIONE NELLA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO

INAPP Report, 2020

Il report presenta i risultati di un’indagine, condotta tramite l’elaborazione di casi studio, pe... more Il report presenta i risultati di un’indagine, condotta tramite l’elaborazione di casi studio, per approfondire le caratteristiche delle aziende che hanno fatto richiesta di accesso al beneficio fiscale della detassazione del salario variabile riformato dalla Legge di Stabilità 2016 (L. n. 208/2015).
La finalità generale dello studio è stata quella di verificare l’esito della policy nella doppia direzione del radicamento della contrattazione decentrata e della reale utilità dei premi sul salario accessorio nello stimolare incrementi di performances. Partendo dall’’importanza attribuita all’innovazione nella competitività aziendale, sono stati indagati anche aspetti specifici volti a identificare le scelte operate dalle imprese sui meccanismi di aggancio della contrattazione di secondo livello ai premi di risultato, in particolare sotto la lente dell’organizzazione del lavoro e della valorizzazione del capitale cognitivo in azienda.
Anche se il numero dei casi studio è limitato, nella varietà delle tipologie di imprese selezionate è tuttavia possibile trovare conferme, rispetto ad alcune ipotesi già sviluppate nelle analisi quantitative e riscontrabili in letteratura, ma anche qualche novità. In primo luogo, si è riscontrata l’estrema flessibilità con cui la contrattazione decentrata riesce ad adattarsi a situazioni molto diverse tra di loro (per settore, natura e dimensione di impresa), nonché a regolamentare differenti obiettivi di performances e condizioni di welfare aziendale. Il suo utilizzo presenta un approccio più maturo nelle imprese di grandi dimensioni, grazie alla presenza di relazioni sindacali consolidate, dove la negoziazione collettiva si esprime nella sua pienezza, toccando istituti disparati. In quelle di piccole dimensioni, invece, sembra essere considerata più come una opportunità occasionale e il premio di risultato potrebbe risultare l’unico fine della contrattazione. La contrattazione decentrata poi raramente viene utilizzata come leva per introdurre e accelerare processi di innovazione, ma per quelle aziende che puntano sull’organizzazione del personale e sul capitale cognitivo, quale primo elemento di competitività, essa assume un ruolo strategico imprescindibile. Il ricorso alla misura governativa in alcuni casi è stata occasione per definire nuovi modelli di accordi decentrati ed è stata utile ad accompagnare processi di riorganizzazione interna con il rafforzamento degli istituti di welfare aziendale. Tuttavia il sistema di incentivi fiscali risulta a volte limitante in quei modelli organizzativi calibrati più sulle performances individuali che su quelle collettive.

Research paper thumbnail of La mobilità costretta. La mobilità geografica dei giovani italiani: caratteristiche e prospettive delle Regioni del Mezzogiorno.

Temi e strumenti, 2006

L 'ISFOL, conformemente a quanto previsto dall'Art. 2 comma 3 del proprio Statuto, ha attivato un... more L 'ISFOL, conformemente a quanto previsto dall'Art. 2 comma 3 del proprio Statuto, ha attivato una sede decentrata in Benevento al fine di fornire supporto alle Regio-ni ed agli Enti locali, nelle aree del Mezzogiorno (ex Obiettivo 1 programmazione fondi strutturali 2000-2006). Si tratta di una scelta funzionale-organizzativa volta a seguire i territori, tramite una prossimità anche fisica, nelle loro evoluzioni e quindi a calibrare le attività tipiche del-l'ISFOL, in modo dinamico e contestualizzato, sui temi del capitale umano e dello svi-luppo locale. La mission, i compiti e le funzioni dell'Istituto assumono nella sede di Benevento una connotazione puntuale e sistemica sulle problematiche e sulle prospettive del Sud. Nella sede decentrata opera il Centro per lo Sviluppo Locale quale sensore sui territori, luogo di divulgazione scientifica e di ricerca per ambiti territoriali e sportello agenziale per lo sviluppo. Tra le attività del Centro, finanziate con D. Dir. N. 285 Bis/I/04 della DGPOF del Ministe-ro del Lavoro e delle Politiche Sociali, rientra la presente ricerca sulla mobilità geografi-ca dei giovani italiani. Sia a livello comunitario che nazionale la mobilità viene considerata quale fattore stra-tegico di sviluppo e il "2006" è stato proclamato dalla Commissione europea "Anno eu-ropeo della mobilità professionale". Il fenomeno sicuramente ha dei risvolti positivi a livello europeo e nazionale poiché ap-piana quei differenziali territoriali tra domanda e offerta di competenze, soddisfa le esi-genze individuali e arricchisce lo stesso capitale umano in mobilità, ma se si osserva la mobilità sotto la "lente territoriale" può nascondere degli impatti negativi soprattutto nel lungo termine. E' il caso di aree deboli come quelle del Mezzogiorno d'Italia. Con la presente ricerca si è voluto, dunque, approfondire la mobilità dei giovani italiani individuando le caratteristiche e le prospettive delle Regioni Obiettivo 1 e cercando di comprendere il fenomeno anche nella sua componente non sana, che si potrebbe defi-nire "costretta". Di certo oggi non si assiste ad esodi migratori come quelli registrati negli anni 50' e 60' ma i flussi riguardano soprattutto giovani a medio-alta scolarizzazione per cui ci trovia-mo di fronte ad un fenomeno di drenaggio geografico delle competenze: il brain drain.

Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori ISBN 88-543-0029-2 9 7 8 8 8 5 4 3 0 0 2 9 3
Temi&Strumenti Studi e ricerche 30

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AISRE, 2019

AISRe-Associazione Italiana di Scienze Regionali XL Conferenza scientifica annuale Oltre la crisi... more AISRe-Associazione Italiana di Scienze Regionali XL Conferenza scientifica annuale Oltre la crisi, rinnovamento, ricostruzione e sviluppo dei territori Ecosistemi territoriali 4.0: modelli e approcci per lo sviluppo del valore del lavoro e la circolazione delle competenze Valeria Idevaia (*) e Massimo Resce (**)
Sommario: Introduzione: digitalizzazione, persone e circolazione delle competenze. 1. La Strategia europea per la digitalizzazione e la rete europea dei Digital Innovation Hub. 2. La strategia italiana e il network per le competenze 4.0. 3. Una prima analisi dei DIH regionali e focus su alcune esperienze territoriali. 4. Considerazioni finali: primi risultati dell'analisi qualitativa.

Il paper è un aggiornamento dell'articolo Ecosistemi 4.0, digital innovation hub, competence center pubblicato sulla rivista Professionalità Studi N. 3/II gennaio-febbraio 2019. del mercato del lavoro ed ecosistemi 4.0, in Professionalità Studi, 2018, 5/I, 5-38.