Michele Sbacchi - Academia.edu (original) (raw)
Papers by Michele Sbacchi
e la complessità culturale del progetto Architecture AAUnitdiDaliborVeselyM.YoungStudiometaforico... more e la complessità culturale del progetto Architecture AAUnitdiDaliborVeselyM.YoungStudiometaforico Nell'affascinante mostra Radical Pedagogies (1) curata da Beatriz Colomina, tra i vari casi esemplari di esperienze didattiche "radicali," si annovera il leggendario, seppur poco conosciuto, Master in Theories and Philosophy of Architecture tenuto da Joseph Rykwert e Dalibor Vesely per circa un ventennio, prima a Colchester, alla University of Essex e successivamente a Cambridge.(2) Si trattava di un Master di durata annuale ma poteva essere ulteriormente espanso come PhD. Quel corso fu, specialmente all'epoca della sua istituzione, decisamente inusuale-radicale appunto-in quanto prevedeva una riflessione su temi teorici dell'architettura, senza un taglio storico o cronologico. Anche la modalità era inusitata: seminari settimanali tenuti separatamente da Rykwert e da Vesely. In quel momento, il 196667, ovviamente non esisteva nulla di simile: lo studio dell'architettura a livello dottorale era o storicoartistico, secondo la tradizione Warburg Courtauld, o tecnologico. Con questo corso veniva invece offerto un approccio molto critico e teorico. All'interno di questo Master, in periodi diversi si sono formati numerosi studiosi, oggi sparsi per il mondo, tutti fortemente segnati da quella esperienza.
Il volume d\ue0 conto dei risultati di un complesso lavoro di studio e di ricerca derivante dall&... more Il volume d\ue0 conto dei risultati di un complesso lavoro di studio e di ricerca derivante dall'incarico attribuito dal Comune di Palermo al Dipartimento di Storia e Progetto nell'Architettura e svolto dal gruppo di lavoro composto dai curatori. Il lavoro prende le mosse dall'elaborazione di uno "Studio di inquadramento territoriale per interventi di riqualificazione a Mondello" che costituisce il cardine tra la pianificazione sulla borgata di Mondello, vigente e di futura attuazione, e tutto l'insieme di ipotesi e aspettative che si \ue8 inteso promulgare attraverso la definizione di un bando per un Concorso Internazionale di idee e le riflessioni successive sugli esiti che da questo sono derivati. Il volume intende porsi come sintesi critica e fonte di suggerimenti per le future decisioni che l'amministrazione comunale di Palermo dovr\ue0 mettere in atto nel prossimo futuro. Il contributo, "Le condizioni attuali", in particolare costituisce lo studio di inquadramento territoriale per gli interventi di riqualificazione a Mondello
Journal of Architectural Education (1984-), 1991
Book review of H. A. Meek, Guarino Guarini and His Architecture
L\u2019antropologia ha avuto un notevole impatto sulla cultura moderna specialmente nel rimarcare... more L\u2019antropologia ha avuto un notevole impatto sulla cultura moderna specialmente nel rimarcare come le diversit\ue0 culturali esistenti siano poco adeguate alla universalizzazione proposta dalla tecnologia. Lo spazio e la citt\ue0, naturalmente, non fanno eccezione. La revisione dell\u2019approccio ortodosso del Movimento Moderno operata dal Team X era basata su questo cambiamento culturale, epitomizzato dalle scoperte di Levi Strauss, un riferimento primario per quegli architetti. Naturalmente il contesto culturale era molto pi\uf9 ampio, in quanto comprendeva, fra l\u2019altro, la sociologia, l\u2019arte e l\u2019esistenzialismo. Citiamo semplicemente le fondamentali teorie di Paul Ricoeur sui rischi della universalizzazione. Sin da allora le \u201cculture altre\u201d non furono pi\uf9 del tutto oscurate dall\u2019idea tecnocratica di progresso. Le citt\ue0 e gli spazi non Occidentali divennero cos\uec un riferimento non marginale. L\u2019idea di mat-building degli Smithson, gi...
Alinea, 2005
Il testo fa parte della collana Momenti di Architettura Moderna, diretta da Giovanni Denti, per c... more Il testo fa parte della collana Momenti di Architettura Moderna, diretta da Giovanni Denti, per conto dell’editore Alinea di Firenze, nella quale sono stati finora dettagliatamente studiati quasi quaranta esempi di architetture moderne realizzate. In questo volume, il n. 34 della collana, viene analizzata la Facoltà di Storia a Cambridge, costruita nel 1967-68 su progetto di James Stirling. Si tratta di uno dei più noti ed interessanti edifici di architettura moderna. Peraltro costituisce uno dei capolavori dello scomparso architetto inglese, vincitore del Pritziker Prize e della medaglia d’oro del Royal Institute of British Architects. L’edificio, dal forte impianto geometrico, interamente in mattoni rossi e vetro, richiama l’immagine di una serra vittoriana, ma numerose sono le allusioni all’ingegneria industriale. La committenza, guidata da Leslie Martin, scelse il progetto di Stirling per via di uno spregiudicato impianto distributivo che prevede la grande sala di lettura al centro della vita di tutta la Facoltà. Nel testo, a partire dai numerosi commenti che sono stati prodotti, l’edificio viene analizzato criticamente, tenendo conto in particolare della influenza delle situazioni contestuali. A questo proposito si tiene conto dei rapporti che Stirling intrattenne con gli architetti della Cambridge School. Si propone inoltre una interpretazione dell’edificio come risultato della sua particolare ubicazione in un area semirurale della cittadina universitaria. Vengono inoltre individuate alcune scelte di Stirling come parti di una ricerca continua che aveva avuto altre tappe fondamentali nei progetti per il Churchill e per il Selwyn College sempre a Cambridge. Si fa inoltre riferimento al contesto della Londra degli anni ’60 e del ruolo di personaggi come lo scultore Eduardo Paolozzi, il critico Reyner Banham, il fotografo Nigel Henderson. In questo modo la influenza della Pop Art e dell’estetica del “as found” propugnata dagli Smithson viene considerarta nel spiegare alcune delle ragioni che portarono alla genesi di questo singolare edificio. Si analizza l’impianto distributivo considerandolo come un quadrante del Panopticon di Bentham, con tutte le implicazioni che ciò determina. Infine l’atteggiamento spregiudicato con il quale l’architetto mette insieme materiali eterogenei viene analizzato anche in relazione a fatti intimamente biografici come la personale attività di collezionista.
FAMagazine. Ricerche e progetti sull'architettura e la città, Aug 30, 2021
Review of the book Edited by: Antonietta Iolanda LimaTitle: Giancarlo De Carlo. Visione e valoriS... more Review of the book Edited by: Antonietta Iolanda LimaTitle: Giancarlo De Carlo. Visione e valoriSubtitle: Atti del convegno Giancarlo De Carlo scomodo e necessario, Palermo-Catania 2018 Language: italiano Publisher: Quodlibet Studio. Città e paesaggio. Saggi Architettura, UrbanisticaCharacteristic: Format 21.5x14 cm, 336 pages, paperback, black and white ISBN: 9788822904003Year: 2020Recensione del volume:A cura di: Antonietta Iolanda LimaTitolo: Giancarlo De Carlo. Visione e valoriSottotitolo: Atti del convegno Giancarlo De Carlo scomodo e necessario, Palermo-Catania 2018 Lingua: italiano Editore: Quodlibet Studio. Città e paesaggio. Saggi Architettura, UrbanisticaCaratteristiche: Formato cm 21,5x14, pagine 336, brossura, bianco e neroISBN: 9788822904003Anno: 202
La proposta progettuale si colloca in un\u2019area di circa 120.000 mq in prossimit\ue0 della sta... more La proposta progettuale si colloca in un\u2019area di circa 120.000 mq in prossimit\ue0 della stazione ferroviaria di Castelvetrano, tra l\u2019attuale linea ferrata e l\u2019ex sede ferroviaria; una zona che presenta un indebolimento della forma urbana conseguente all\u2019espansione della citt\ue0 dentro il territorio agricolo. Il progetto mira alla riqualificazione di tale area e dove possibile anche alla rifunzionalizzazione di alcuni edifici dismessi appartenenti alla ferrovia. Nell\u2019ambito di un\u2019 eventuale pi\uf9 ampia proposta progettuale di collocare lungo la linea ferrata gli edifici di un centro intermodale volto alla valorizzazione delle vocazioni produttive del comune di Castelvetrano, nonch\ue9 dei comuni limitrofi, un ruolo chiave \ue8 assunto dalla testata di tale centro intermodale, che si collocher\ue0 proprio in quella parte dell\u2019area di progetto particolarmente ibrida, che si pone a cerniera tra il tessuto consolidato e la campagna. Qui trover\ue0 posto il centro direzionale di tale sistema, un edificio che oltre ad avere una funzione pi\uf9 espressamente amministrativa, conterr\ue0 alcuni servizi volti al pubblico, quali una sala conferenze, un ristorante, un cinema, un bar, alcuni negozi; servizi, dunque, volti a un\u2019utenza non necessariamente legata al centro intermodale, ma piuttosto punto di partenza per una progressiva urbanizzazione di tale area. La collocazione planimetrica del centro direzionale si lega inoltre ad un forte elemento strutturante del tessuto urbano di Castelvetrano, costituito dal sistema Villa Comunale - Convento di S. Francesco - Viale Vittorio Veneto e che si spinge in basso fino alla Piazza antistante la Stazione ferroviaria, ponendosi in questo modo come ideale proseguimento del Viale e collegamento tra due parti di citt\ue0 in realt\ue0 divisi dal forte segno della linea ferrata. Proprio l\u2019orientamento di tale asse viario diventa, assieme a quello costituito dalla linea ferrata, elemento generatore della forma dell\u2019edificio che ospiter\ue0 il centro direzionale e della piazza antistante; quest\u2019ultima, in posizione sopraelevata rispetto alla vallata, diventa una sorta di terrazza urbana sulla valle del Belice. Il centro direzionale si presenta come un edificio ibrido, in quanto sistema di elementi funzionali relativamente autonomi e identificabili; esso \ue8 costituito in particolare da tre elementi. Un primo elemento parallelo alla linea ferrata, presenta un corpo basso adibito in parte a magazzino intermodale e in parte a snodo tra i diversi sistemi di circolazione interni all\u2019edificio ed una torre. Questa, in continuit\ue0 rispetto al magazzino, ma con il lato Sud inclinato secondo l\u2019asse del Viale Vittorio Veneto, ospiter\ue0 gli uffici amministrativi, nonch\ue9 una sala conferenze ed un ristorante che occuper\ue0 gli ultimi due livelli. La parte basamentale di questo sistema non presenta soluzioni di continuit\ue0, cosicch\ue8 un ipotetico utente, accedendo dalla zona d\u2019ingresso posta nell\u2019angolo Sud-Est dell\u2019edificio, attraverser\ue0 tutto il primo livello trovando in sequenza l\u2019ampia scalinata di accesso al secondo livello, il centro informazioni, il magazzino intermodale e un\u2019ampia zona di snodo a doppia altezza dalla quale \ue8 possibile accedere al Bar e al cinema, i quali, assieme ad alcuni uffici, occupano il secondo elemento di cui si compone l\u2019edificio. Questo, si pone perpendicolarmente rispetto al sistema torre-magazzino e si sviluppa su tre livelli, delimitando l\u2019ampia piazza antistante, che in parte verr\ue0 coperta dal profondo aggetto della sala cinematografica. Un terzo elemento ospiter\ue0 una serie di negozi ai quali si accede dalla quota della strada che occupa il tracciato dell\u2019ex sede ferroviaria; quest\u2019ultimo elemento si pone in parte parallelamente al primo, ma piega, seguendo l\u2019inclinazione della strada, in corrispondenza della piazza, alla quale si accede mediante un\u2019ampia scalinata, posta lungo il marciapiede alberato antistante i negozi. Completano il progetto la sistemazione a verde delle zone adiacenti all\u2019edificio e la creazione di un parcheggio nell\u2019area antistante l\u2019accesso alla torre
"The world has been Googled. We don't search for information, we Google it" Cos\uec... more "The world has been Googled. We don't search for information, we Google it" Cos\uec Ken Auletta, columnist del New York Times, definisce l\u2019accesso all\u2019informazione contemporaneo. Per\uf2 nel "mondo di Google" paradossalmente la costruzione di nuove biblioteche si \ue8 incrementata in modo esponenziale. Ma anche sul piano qualitativo la biblioteca ha subito una radicale trasformazione: da mero deposito a luogo di lettura e di studio oggi la biblioteca \ue8 imperativamente luogo di socializzazione e quindi anche anche \u201cluogo di transito\u201d ed elemento urbano. Il testo, scritto da un architetto, analizza il fenomeno nello specifico della progettazione architettonica analizzando l\u2019evoluzione che questa tipologia architettonica ha subito. Nel testo, inoltre, viene delineata la innovativa biblioteca generalista di media dimensione, una biblioteca moderna, flessibile che non \ue8 n\ue9 biblioteca di quartiere n\ue9 biblioteca centrale."The world has been Googled. We don't search for information, we Google it" Auletta's statement might imply once again the death of libraries. Yet in the digital age, paradoxically, the construction of new libraries is booming. Library buildings have also undergone a radical change: from deposit to workplaces, but also urban elements. This book focuses on this topic as far as architectural design is concerned. 11 case studies are described and projects for a medium-size innovative library are also proposed. In the first part the role of reading, the randomness of discovery and other issues are focused as guidelines for the design of modern libraries
L'Amministrazione Comunale di Palermo ha avviato, nel caso di Mondello, un iter progettuale innov... more L'Amministrazione Comunale di Palermo ha avviato, nel caso di Mondello, un iter progettuale innovativo. Alla procedura usuale, che vede lo strumento del concorso come episodio isolato, ha sostituito un percorso più complesso che ha visto il concorso come articolazione di uno studio preliminare. È avvenuto quindi che l'Università di Palermo ha preliminarmente redatto uno Studio di Inquadramento Territoriale su Mondello che ha costituito la base per il Bando di Concorso. Al di là della procedura adottata, i motivi che hanno spinto il Comune di Palermo a promuovere uno Studio ed un conseguente Concorso Internazionale di Idee sono plurimi. Vi è stato innanzi tutto un motivo urgente di ordine perentoriamente burocratico.
Mostra dell'edificio della Cantina Settesoli realizzato da Michele Sbacch
Il saggio affronta il tema del'"estetica realizzata" focalizzandosi sulla maniera p... more Il saggio affronta il tema del'"estetica realizzata" focalizzandosi sulla maniera peculiare del "fare estetica" nel caso specifico dell'architettura. "Frammenti" della disciplina dell'estetica ricorrono randomicamente nel "discorso" sull'architettura: sia che si tratti di una organica trattazione teorica, sia che si tratti della didattica della progettazione architettonica sia che si tratti dell'interlocuzione tra architetto e cliente. Il progetto infatti si costruisce spesso attraverso un dialogo tra architetto "madre" e cliente "padre" (Filarete, Wright). A tal riguardo l'autore propone originalmente la definizione di progetto di architettura come "atto estetologico diffuso". Successivamente viene stigmatizzata la differenza tra arte e architettura, evidenziandone la rilevanza rispetto al tema dell'estetica realizzata. L'architettura \ue8 infatti legata indissolubilmente al "fare" essendo avverabile solo nella circostanzialit\ue0 della realt\ue0. La definizione di Loos di architetto come "muratore che sa il latino" \ue8, nel saggio, riletta in questa ottica. Viene inoltre preso in considerazione il ruolo della funzione come elemento del fare estetico. A partire dalle critiche di Rossi e di Rykwert si propone la funzione come perscorso tortuoso verso l'essere dell'opera architettonica; in opposizione quindi al "form follows function". A questo proposito vengono citate le teorie dei protorazionalisti (Lodoli). A tal fine viene fatto riferimento a Gadamer. Infine il saggio delinea le attuali condizioni dello status dell'architettura alla luce della lettura di Husserl, che notoriamente ha delineato "la crisi delle scienze europee". A questo riguardo viene fatto riferimento alle elaborazioni di Dalibor Vesely che ha densamente descritto lo status estetico dell'architettura all'interno del passaggio da un universo metaforico a una condizione strumentale.This essay deals with the theme of "realized aesthetics", focusing on the peculiar way by which it takes place in the case of architecture. Actual "fragments" of the discipline of Aesthetics randomly crop up in the "discourse" on architecture: either as proper theory or as teaching or as client/architect relationship. Architectural design indeed quite often is born by means of a dialogue between "mother" architect and "father" client (Filarete, Wright). To this respect the author propose the definition of architectural design as "aesthetological diffuse act". In the following part of the essay the difference between art and architecture is stressed in order to better define the architecture as realized aesthetics theme. Architecture is in fact strictly tied to "making" being it possible only under the circumstantiality of reality. Loos's definition of architect as "mason who knows Latin" is reassessed under this light. The notion of function is also treated discussing its role as an element in the making of aesthetics, using Rossi's and Rykwert's critique of a simple idea of "form follows function". Lodoli's ideas as well as Dalibor Vesely's husserlian reading of architecture are discussed il the last part
e la complessità culturale del progetto Architecture AAUnitdiDaliborVeselyM.YoungStudiometaforico... more e la complessità culturale del progetto Architecture AAUnitdiDaliborVeselyM.YoungStudiometaforico Nell'affascinante mostra Radical Pedagogies (1) curata da Beatriz Colomina, tra i vari casi esemplari di esperienze didattiche "radicali," si annovera il leggendario, seppur poco conosciuto, Master in Theories and Philosophy of Architecture tenuto da Joseph Rykwert e Dalibor Vesely per circa un ventennio, prima a Colchester, alla University of Essex e successivamente a Cambridge.(2) Si trattava di un Master di durata annuale ma poteva essere ulteriormente espanso come PhD. Quel corso fu, specialmente all'epoca della sua istituzione, decisamente inusuale-radicale appunto-in quanto prevedeva una riflessione su temi teorici dell'architettura, senza un taglio storico o cronologico. Anche la modalità era inusitata: seminari settimanali tenuti separatamente da Rykwert e da Vesely. In quel momento, il 196667, ovviamente non esisteva nulla di simile: lo studio dell'architettura a livello dottorale era o storicoartistico, secondo la tradizione Warburg Courtauld, o tecnologico. Con questo corso veniva invece offerto un approccio molto critico e teorico. All'interno di questo Master, in periodi diversi si sono formati numerosi studiosi, oggi sparsi per il mondo, tutti fortemente segnati da quella esperienza.
Il volume d\ue0 conto dei risultati di un complesso lavoro di studio e di ricerca derivante dall&... more Il volume d\ue0 conto dei risultati di un complesso lavoro di studio e di ricerca derivante dall'incarico attribuito dal Comune di Palermo al Dipartimento di Storia e Progetto nell'Architettura e svolto dal gruppo di lavoro composto dai curatori. Il lavoro prende le mosse dall'elaborazione di uno "Studio di inquadramento territoriale per interventi di riqualificazione a Mondello" che costituisce il cardine tra la pianificazione sulla borgata di Mondello, vigente e di futura attuazione, e tutto l'insieme di ipotesi e aspettative che si \ue8 inteso promulgare attraverso la definizione di un bando per un Concorso Internazionale di idee e le riflessioni successive sugli esiti che da questo sono derivati. Il volume intende porsi come sintesi critica e fonte di suggerimenti per le future decisioni che l'amministrazione comunale di Palermo dovr\ue0 mettere in atto nel prossimo futuro. Il contributo, "Le condizioni attuali", in particolare costituisce lo studio di inquadramento territoriale per gli interventi di riqualificazione a Mondello
Journal of Architectural Education (1984-), 1991
Book review of H. A. Meek, Guarino Guarini and His Architecture
L\u2019antropologia ha avuto un notevole impatto sulla cultura moderna specialmente nel rimarcare... more L\u2019antropologia ha avuto un notevole impatto sulla cultura moderna specialmente nel rimarcare come le diversit\ue0 culturali esistenti siano poco adeguate alla universalizzazione proposta dalla tecnologia. Lo spazio e la citt\ue0, naturalmente, non fanno eccezione. La revisione dell\u2019approccio ortodosso del Movimento Moderno operata dal Team X era basata su questo cambiamento culturale, epitomizzato dalle scoperte di Levi Strauss, un riferimento primario per quegli architetti. Naturalmente il contesto culturale era molto pi\uf9 ampio, in quanto comprendeva, fra l\u2019altro, la sociologia, l\u2019arte e l\u2019esistenzialismo. Citiamo semplicemente le fondamentali teorie di Paul Ricoeur sui rischi della universalizzazione. Sin da allora le \u201cculture altre\u201d non furono pi\uf9 del tutto oscurate dall\u2019idea tecnocratica di progresso. Le citt\ue0 e gli spazi non Occidentali divennero cos\uec un riferimento non marginale. L\u2019idea di mat-building degli Smithson, gi...
Alinea, 2005
Il testo fa parte della collana Momenti di Architettura Moderna, diretta da Giovanni Denti, per c... more Il testo fa parte della collana Momenti di Architettura Moderna, diretta da Giovanni Denti, per conto dell’editore Alinea di Firenze, nella quale sono stati finora dettagliatamente studiati quasi quaranta esempi di architetture moderne realizzate. In questo volume, il n. 34 della collana, viene analizzata la Facoltà di Storia a Cambridge, costruita nel 1967-68 su progetto di James Stirling. Si tratta di uno dei più noti ed interessanti edifici di architettura moderna. Peraltro costituisce uno dei capolavori dello scomparso architetto inglese, vincitore del Pritziker Prize e della medaglia d’oro del Royal Institute of British Architects. L’edificio, dal forte impianto geometrico, interamente in mattoni rossi e vetro, richiama l’immagine di una serra vittoriana, ma numerose sono le allusioni all’ingegneria industriale. La committenza, guidata da Leslie Martin, scelse il progetto di Stirling per via di uno spregiudicato impianto distributivo che prevede la grande sala di lettura al centro della vita di tutta la Facoltà. Nel testo, a partire dai numerosi commenti che sono stati prodotti, l’edificio viene analizzato criticamente, tenendo conto in particolare della influenza delle situazioni contestuali. A questo proposito si tiene conto dei rapporti che Stirling intrattenne con gli architetti della Cambridge School. Si propone inoltre una interpretazione dell’edificio come risultato della sua particolare ubicazione in un area semirurale della cittadina universitaria. Vengono inoltre individuate alcune scelte di Stirling come parti di una ricerca continua che aveva avuto altre tappe fondamentali nei progetti per il Churchill e per il Selwyn College sempre a Cambridge. Si fa inoltre riferimento al contesto della Londra degli anni ’60 e del ruolo di personaggi come lo scultore Eduardo Paolozzi, il critico Reyner Banham, il fotografo Nigel Henderson. In questo modo la influenza della Pop Art e dell’estetica del “as found” propugnata dagli Smithson viene considerarta nel spiegare alcune delle ragioni che portarono alla genesi di questo singolare edificio. Si analizza l’impianto distributivo considerandolo come un quadrante del Panopticon di Bentham, con tutte le implicazioni che ciò determina. Infine l’atteggiamento spregiudicato con il quale l’architetto mette insieme materiali eterogenei viene analizzato anche in relazione a fatti intimamente biografici come la personale attività di collezionista.
FAMagazine. Ricerche e progetti sull'architettura e la città, Aug 30, 2021
Review of the book Edited by: Antonietta Iolanda LimaTitle: Giancarlo De Carlo. Visione e valoriS... more Review of the book Edited by: Antonietta Iolanda LimaTitle: Giancarlo De Carlo. Visione e valoriSubtitle: Atti del convegno Giancarlo De Carlo scomodo e necessario, Palermo-Catania 2018 Language: italiano Publisher: Quodlibet Studio. Città e paesaggio. Saggi Architettura, UrbanisticaCharacteristic: Format 21.5x14 cm, 336 pages, paperback, black and white ISBN: 9788822904003Year: 2020Recensione del volume:A cura di: Antonietta Iolanda LimaTitolo: Giancarlo De Carlo. Visione e valoriSottotitolo: Atti del convegno Giancarlo De Carlo scomodo e necessario, Palermo-Catania 2018 Lingua: italiano Editore: Quodlibet Studio. Città e paesaggio. Saggi Architettura, UrbanisticaCaratteristiche: Formato cm 21,5x14, pagine 336, brossura, bianco e neroISBN: 9788822904003Anno: 202
La proposta progettuale si colloca in un\u2019area di circa 120.000 mq in prossimit\ue0 della sta... more La proposta progettuale si colloca in un\u2019area di circa 120.000 mq in prossimit\ue0 della stazione ferroviaria di Castelvetrano, tra l\u2019attuale linea ferrata e l\u2019ex sede ferroviaria; una zona che presenta un indebolimento della forma urbana conseguente all\u2019espansione della citt\ue0 dentro il territorio agricolo. Il progetto mira alla riqualificazione di tale area e dove possibile anche alla rifunzionalizzazione di alcuni edifici dismessi appartenenti alla ferrovia. Nell\u2019ambito di un\u2019 eventuale pi\uf9 ampia proposta progettuale di collocare lungo la linea ferrata gli edifici di un centro intermodale volto alla valorizzazione delle vocazioni produttive del comune di Castelvetrano, nonch\ue9 dei comuni limitrofi, un ruolo chiave \ue8 assunto dalla testata di tale centro intermodale, che si collocher\ue0 proprio in quella parte dell\u2019area di progetto particolarmente ibrida, che si pone a cerniera tra il tessuto consolidato e la campagna. Qui trover\ue0 posto il centro direzionale di tale sistema, un edificio che oltre ad avere una funzione pi\uf9 espressamente amministrativa, conterr\ue0 alcuni servizi volti al pubblico, quali una sala conferenze, un ristorante, un cinema, un bar, alcuni negozi; servizi, dunque, volti a un\u2019utenza non necessariamente legata al centro intermodale, ma piuttosto punto di partenza per una progressiva urbanizzazione di tale area. La collocazione planimetrica del centro direzionale si lega inoltre ad un forte elemento strutturante del tessuto urbano di Castelvetrano, costituito dal sistema Villa Comunale - Convento di S. Francesco - Viale Vittorio Veneto e che si spinge in basso fino alla Piazza antistante la Stazione ferroviaria, ponendosi in questo modo come ideale proseguimento del Viale e collegamento tra due parti di citt\ue0 in realt\ue0 divisi dal forte segno della linea ferrata. Proprio l\u2019orientamento di tale asse viario diventa, assieme a quello costituito dalla linea ferrata, elemento generatore della forma dell\u2019edificio che ospiter\ue0 il centro direzionale e della piazza antistante; quest\u2019ultima, in posizione sopraelevata rispetto alla vallata, diventa una sorta di terrazza urbana sulla valle del Belice. Il centro direzionale si presenta come un edificio ibrido, in quanto sistema di elementi funzionali relativamente autonomi e identificabili; esso \ue8 costituito in particolare da tre elementi. Un primo elemento parallelo alla linea ferrata, presenta un corpo basso adibito in parte a magazzino intermodale e in parte a snodo tra i diversi sistemi di circolazione interni all\u2019edificio ed una torre. Questa, in continuit\ue0 rispetto al magazzino, ma con il lato Sud inclinato secondo l\u2019asse del Viale Vittorio Veneto, ospiter\ue0 gli uffici amministrativi, nonch\ue9 una sala conferenze ed un ristorante che occuper\ue0 gli ultimi due livelli. La parte basamentale di questo sistema non presenta soluzioni di continuit\ue0, cosicch\ue8 un ipotetico utente, accedendo dalla zona d\u2019ingresso posta nell\u2019angolo Sud-Est dell\u2019edificio, attraverser\ue0 tutto il primo livello trovando in sequenza l\u2019ampia scalinata di accesso al secondo livello, il centro informazioni, il magazzino intermodale e un\u2019ampia zona di snodo a doppia altezza dalla quale \ue8 possibile accedere al Bar e al cinema, i quali, assieme ad alcuni uffici, occupano il secondo elemento di cui si compone l\u2019edificio. Questo, si pone perpendicolarmente rispetto al sistema torre-magazzino e si sviluppa su tre livelli, delimitando l\u2019ampia piazza antistante, che in parte verr\ue0 coperta dal profondo aggetto della sala cinematografica. Un terzo elemento ospiter\ue0 una serie di negozi ai quali si accede dalla quota della strada che occupa il tracciato dell\u2019ex sede ferroviaria; quest\u2019ultimo elemento si pone in parte parallelamente al primo, ma piega, seguendo l\u2019inclinazione della strada, in corrispondenza della piazza, alla quale si accede mediante un\u2019ampia scalinata, posta lungo il marciapiede alberato antistante i negozi. Completano il progetto la sistemazione a verde delle zone adiacenti all\u2019edificio e la creazione di un parcheggio nell\u2019area antistante l\u2019accesso alla torre
"The world has been Googled. We don't search for information, we Google it" Cos\uec... more "The world has been Googled. We don't search for information, we Google it" Cos\uec Ken Auletta, columnist del New York Times, definisce l\u2019accesso all\u2019informazione contemporaneo. Per\uf2 nel "mondo di Google" paradossalmente la costruzione di nuove biblioteche si \ue8 incrementata in modo esponenziale. Ma anche sul piano qualitativo la biblioteca ha subito una radicale trasformazione: da mero deposito a luogo di lettura e di studio oggi la biblioteca \ue8 imperativamente luogo di socializzazione e quindi anche anche \u201cluogo di transito\u201d ed elemento urbano. Il testo, scritto da un architetto, analizza il fenomeno nello specifico della progettazione architettonica analizzando l\u2019evoluzione che questa tipologia architettonica ha subito. Nel testo, inoltre, viene delineata la innovativa biblioteca generalista di media dimensione, una biblioteca moderna, flessibile che non \ue8 n\ue9 biblioteca di quartiere n\ue9 biblioteca centrale."The world has been Googled. We don't search for information, we Google it" Auletta's statement might imply once again the death of libraries. Yet in the digital age, paradoxically, the construction of new libraries is booming. Library buildings have also undergone a radical change: from deposit to workplaces, but also urban elements. This book focuses on this topic as far as architectural design is concerned. 11 case studies are described and projects for a medium-size innovative library are also proposed. In the first part the role of reading, the randomness of discovery and other issues are focused as guidelines for the design of modern libraries
L'Amministrazione Comunale di Palermo ha avviato, nel caso di Mondello, un iter progettuale innov... more L'Amministrazione Comunale di Palermo ha avviato, nel caso di Mondello, un iter progettuale innovativo. Alla procedura usuale, che vede lo strumento del concorso come episodio isolato, ha sostituito un percorso più complesso che ha visto il concorso come articolazione di uno studio preliminare. È avvenuto quindi che l'Università di Palermo ha preliminarmente redatto uno Studio di Inquadramento Territoriale su Mondello che ha costituito la base per il Bando di Concorso. Al di là della procedura adottata, i motivi che hanno spinto il Comune di Palermo a promuovere uno Studio ed un conseguente Concorso Internazionale di Idee sono plurimi. Vi è stato innanzi tutto un motivo urgente di ordine perentoriamente burocratico.
Mostra dell'edificio della Cantina Settesoli realizzato da Michele Sbacch
Il saggio affronta il tema del'"estetica realizzata" focalizzandosi sulla maniera p... more Il saggio affronta il tema del'"estetica realizzata" focalizzandosi sulla maniera peculiare del "fare estetica" nel caso specifico dell'architettura. "Frammenti" della disciplina dell'estetica ricorrono randomicamente nel "discorso" sull'architettura: sia che si tratti di una organica trattazione teorica, sia che si tratti della didattica della progettazione architettonica sia che si tratti dell'interlocuzione tra architetto e cliente. Il progetto infatti si costruisce spesso attraverso un dialogo tra architetto "madre" e cliente "padre" (Filarete, Wright). A tal riguardo l'autore propone originalmente la definizione di progetto di architettura come "atto estetologico diffuso". Successivamente viene stigmatizzata la differenza tra arte e architettura, evidenziandone la rilevanza rispetto al tema dell'estetica realizzata. L'architettura \ue8 infatti legata indissolubilmente al "fare" essendo avverabile solo nella circostanzialit\ue0 della realt\ue0. La definizione di Loos di architetto come "muratore che sa il latino" \ue8, nel saggio, riletta in questa ottica. Viene inoltre preso in considerazione il ruolo della funzione come elemento del fare estetico. A partire dalle critiche di Rossi e di Rykwert si propone la funzione come perscorso tortuoso verso l'essere dell'opera architettonica; in opposizione quindi al "form follows function". A questo proposito vengono citate le teorie dei protorazionalisti (Lodoli). A tal fine viene fatto riferimento a Gadamer. Infine il saggio delinea le attuali condizioni dello status dell'architettura alla luce della lettura di Husserl, che notoriamente ha delineato "la crisi delle scienze europee". A questo riguardo viene fatto riferimento alle elaborazioni di Dalibor Vesely che ha densamente descritto lo status estetico dell'architettura all'interno del passaggio da un universo metaforico a una condizione strumentale.This essay deals with the theme of "realized aesthetics", focusing on the peculiar way by which it takes place in the case of architecture. Actual "fragments" of the discipline of Aesthetics randomly crop up in the "discourse" on architecture: either as proper theory or as teaching or as client/architect relationship. Architectural design indeed quite often is born by means of a dialogue between "mother" architect and "father" client (Filarete, Wright). To this respect the author propose the definition of architectural design as "aesthetological diffuse act". In the following part of the essay the difference between art and architecture is stressed in order to better define the architecture as realized aesthetics theme. Architecture is in fact strictly tied to "making" being it possible only under the circumstantiality of reality. Loos's definition of architect as "mason who knows Latin" is reassessed under this light. The notion of function is also treated discussing its role as an element in the making of aesthetics, using Rossi's and Rykwert's critique of a simple idea of "form follows function". Lodoli's ideas as well as Dalibor Vesely's husserlian reading of architecture are discussed il the last part