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Papers by Paola Fardella
Giuseppe Capecelatro. Esperienza politica, attività pastorale e magistero culturale di un vescovo illuminato (a cura di F. Castelli e S. Vinci), 2018
PAOLA FARDELLA La quadreria Capece Latro da Taranto a New York «Quando si va a Napoli bisogna ved... more PAOLA FARDELLA La quadreria Capece Latro da Taranto a New York «Quando si va a Napoli bisogna vedere Pompei, il Vesuvio e l'Arcivescovo di Taranto». Questa frase, pronunciata dal principe Enrico di Prussia a proposito di Giuseppe Capece Latro, resa nota da Benedetto Croce in un suo ormai storico intervento 1 e più volte citata successivamente, è quella forse più efficace per inquadrare nel suo complesso questa interessante figura, poiché rende immediatamente evidente il ruolo centrale che il nostro Arcivescovo occupò nella vita culturale napoletana del primo trentennio dell'Ottocento. Questo contributo si propone di metterne a fuoco un aspetto molto specifico: l'attività di mecenate e collezionista di dipinti; la sua passione per altre classi di materiali-vasi, medaglie e naturalia-sarà invece oggetto di altri studi presentati in questo volume. Capece Latro raccolse nella sua lunga vita una quadreria visitata e citata da molti viaggiatori e, fatto altrettanto e forse più rilevante, svolse al contempo un significativo ruolo di promotore delle arti attraverso la sua straordinaria rete di relazioni. In un'epoca nella quale, a causa della mutata situazione politica ed economica, l'aristocrazia aveva ormai abdicato al suo tradizionale ruolo mecenatizio e si andava trasformando il rapporto tra artisti e committenti, il vero e proprio network , del quale Capece Latro rappresentava uno snodo molto importante, costituisce, a mio avviso, un elemento di grande interesse 2. 3 M. TOSCANO, Gli archivi del mondo. Antiquaria, storia naturale e collezionismo nel secondo Settecento, Edifir, Firenze 2009. 4 Cfr. C. MAZZARELLI, «Più vale una bella copia che un mediocre originale.» Teoria, prassi e mercato della copia a Roma fra Settecento e Ottocento, in «Ricerche di Storia dell'Arte», 90 (2006).
Confronto. Studi e ricerche di storia dell'arte europea, 2005
Giovan Andrea de Marinis: un mecenate napoletano nell'età delle rivoluzioni Pubblica Istruzione, ... more Giovan Andrea de Marinis: un mecenate napoletano nell'età delle rivoluzioni Pubblica Istruzione, Direzione Generale Antichità e Belle Arti, Div. Musei, Gallerie e Pinacoteche, I vers., B. 250, ff. 117-121. Esso trova preciso riscontro in un catalogo a stampa, ugualmente non datato, rinvenuto nell'archivio de Marinis-de Sangro nello stesso fascicolo contenente l'inventario manoscritto del 1824 che qui presentiamo. 6 Galleria Sangiorgi, Vente Fondi, catalogo d'asta (Roma, Palazzo Borghese, 22 aprile-1 maggio1895), Roma 1895. 7 Nel 1605 Ippolita Cattaneo de Marinis era principessa feudataria di Palazzo San Gervasio e nel 1616 la famiglia ac quistò il feudo marchionale di Genzano, in Basilicata. Cfr. C. Leone, Palazzo San Gervasio e il suo castello, Fasano 1985, p. 90. La diaspora della 'nazione genovese' condusse a Napoli anche altre famiglie che, inseritesi nel patriziato locale, raccol sero importanti collezioni: tra queste ricordiamo i Serra, i Saluzzo ed i Berlo. 8 Nel 1702 fu arricchito di una gradinata, mentre nel 1712 fu decorato il portale con due colonne. Tradizionalmente le fonti riferiscono a Luigi Vanvitelli l'attuale aspetto del palazzo, ma nell'inventario del 1824 risulta un disegno di tale edifi cio firmato da Pompeo Schiantarelli. Potrebbe trattarsi di un suggerimento per attribuire la paternità di questo intervento all'architetto romano (non ne risulta però traccia nei documenti presentati nella monografia a questi dedicata da France sco Divenuto), oppure anche soltanto uno studio condotto da Schiantarelli sull'opera vanvitelliana. 9 Nel 1742-45 Giovan Giacomo è citato da De Dominici come committente di Giacomo del Po per un rilevante ciclo di affreschi che decoravano la Galleria; a Paolo de Matteis furono invece commissionate le decorazioni di altri ambienti. (B. De Dominici, Vite dei pittori, scultori ed architetti napoletani, Napoli, Ricciardo, 1743-(1745], rist. anast. [Bologna 1979], m, p. 374). Un affresco di De Matteis raffigurante Mercurio ed Argo è venuto alla luce nel 1977 durante i lavori di ristrutturazione di alcuni ambienti ed in quell'occasione è stato fotografato (cfr. Archivio fotografico della Soprintendenza speciale al Polo Museale di Napoli, AFSG 448/M).
Books by Paola Fardella
La stagione francese. Canova mediatore tra artisti e mecenati 1815-1822 Le ultime commissioni: la... more La stagione francese. Canova mediatore tra artisti e mecenati 1815-1822 Le ultime commissioni: la celestiale Vesta/e Marulli ed i monumenti funebri incompiuti 139 Appendice 169 Bibliografia 183 Indice dei nomi Questo saggio non sarebbe mai stato scritto se non avessi incontrato Mariantonietta Picone Petrusa ed Arturo Fittipaldi che, oltre a dotarmi, nel tempo, degli strumenti critici e delle coordinate metodologiche necessarie per affrontare i problemi posti dall'attività di ricerca, ne hanno seguito con vigile ed affettuosa presenza ogni passo. Un ringraziamento devo anche ad Elena Fumagalli che mi ha incoraggiata a renderne pubblici i risultati; ad Orietta Rossi Pinelli, che gli ha dedicato un'attenta lettura gratificandolo di una sua presentazione; a Pompeo Paparo che ne ha promosso l'edizione. Prezioso è stato il contributo della direzione e del personale del Museo Biblioteca Arch ivio di Bassano del Grappa-in particolare di Mario Guderzo, Caterina Del Sal e Giovanna Peretto-attenti ma non gelosi custodi delle importanti carte canoviane che mi è stato permesso di consultare e pubblicare. Ringrazio anche l'Istituto di Ricerca per gli Studi su Canova e il Neoclassicismo che, nell'accogliermi alle Settimane di Studi Canoviane che annualmente organizza, mi ha offerto occasioni di aggiornamento e confronto durante le quali ho potuto raccogliere proficui spunti di ricerca. Ancora, devo molto a Rosanna Cioffi, Giuseppe Pavanello, Andrea Milanese, Marco Nocca e Paola D'Alconzo, che hanno letto una prima stesura del testo contribuendo a migliorarlo con utili suggerimenti, e a Catherine Hess, del]. P. Getty Museum di Los Angeles, Giancarlo Cunial della Gipsoteca di Possagno e a Lucio Terracciano, del laboratorio fotografico del Dipartimento di Studi Storici dell'Università Federico II di Napoli, che mi hanno aiutata ad approntare il corredo iconografico del volumetto. Desidero ring raziare anche tutti coloro che hanno discusso con me alcuni temi dei loro studi, proponendomi un arricchimento in direzione di diverse prospettive disciplinari o tematiche:
Thesis Chapters by Paola Fardella
Tesi di dottorato di ricerca in "Discipline storiche dell'Arte medioevale, moderna e contemporanea. Storia e critica delle arti figurative nell'Italia meridionale", Università degli Studi di Napoli "Federico II", X ciclo, 1999
Parte 3 Alcune considerazioni per una storia del collezionismo di dipinti a Napoli nella prima me... more Parte 3 Alcune considerazioni per una storia del collezionismo di dipinti a Napoli nella prima metà dell'Ottocento 3 .1 I luoghi e le forme 3 .2 Gusto, critica d'arte e mercato 3 .3 Oltre gli antichi. Collezionismo e committenza
Giuseppe Capecelatro. Esperienza politica, attività pastorale e magistero culturale di un vescovo illuminato (a cura di F. Castelli e S. Vinci), 2018
PAOLA FARDELLA La quadreria Capece Latro da Taranto a New York «Quando si va a Napoli bisogna ved... more PAOLA FARDELLA La quadreria Capece Latro da Taranto a New York «Quando si va a Napoli bisogna vedere Pompei, il Vesuvio e l'Arcivescovo di Taranto». Questa frase, pronunciata dal principe Enrico di Prussia a proposito di Giuseppe Capece Latro, resa nota da Benedetto Croce in un suo ormai storico intervento 1 e più volte citata successivamente, è quella forse più efficace per inquadrare nel suo complesso questa interessante figura, poiché rende immediatamente evidente il ruolo centrale che il nostro Arcivescovo occupò nella vita culturale napoletana del primo trentennio dell'Ottocento. Questo contributo si propone di metterne a fuoco un aspetto molto specifico: l'attività di mecenate e collezionista di dipinti; la sua passione per altre classi di materiali-vasi, medaglie e naturalia-sarà invece oggetto di altri studi presentati in questo volume. Capece Latro raccolse nella sua lunga vita una quadreria visitata e citata da molti viaggiatori e, fatto altrettanto e forse più rilevante, svolse al contempo un significativo ruolo di promotore delle arti attraverso la sua straordinaria rete di relazioni. In un'epoca nella quale, a causa della mutata situazione politica ed economica, l'aristocrazia aveva ormai abdicato al suo tradizionale ruolo mecenatizio e si andava trasformando il rapporto tra artisti e committenti, il vero e proprio network , del quale Capece Latro rappresentava uno snodo molto importante, costituisce, a mio avviso, un elemento di grande interesse 2. 3 M. TOSCANO, Gli archivi del mondo. Antiquaria, storia naturale e collezionismo nel secondo Settecento, Edifir, Firenze 2009. 4 Cfr. C. MAZZARELLI, «Più vale una bella copia che un mediocre originale.» Teoria, prassi e mercato della copia a Roma fra Settecento e Ottocento, in «Ricerche di Storia dell'Arte», 90 (2006).
Confronto. Studi e ricerche di storia dell'arte europea, 2005
Giovan Andrea de Marinis: un mecenate napoletano nell'età delle rivoluzioni Pubblica Istruzione, ... more Giovan Andrea de Marinis: un mecenate napoletano nell'età delle rivoluzioni Pubblica Istruzione, Direzione Generale Antichità e Belle Arti, Div. Musei, Gallerie e Pinacoteche, I vers., B. 250, ff. 117-121. Esso trova preciso riscontro in un catalogo a stampa, ugualmente non datato, rinvenuto nell'archivio de Marinis-de Sangro nello stesso fascicolo contenente l'inventario manoscritto del 1824 che qui presentiamo. 6 Galleria Sangiorgi, Vente Fondi, catalogo d'asta (Roma, Palazzo Borghese, 22 aprile-1 maggio1895), Roma 1895. 7 Nel 1605 Ippolita Cattaneo de Marinis era principessa feudataria di Palazzo San Gervasio e nel 1616 la famiglia ac quistò il feudo marchionale di Genzano, in Basilicata. Cfr. C. Leone, Palazzo San Gervasio e il suo castello, Fasano 1985, p. 90. La diaspora della 'nazione genovese' condusse a Napoli anche altre famiglie che, inseritesi nel patriziato locale, raccol sero importanti collezioni: tra queste ricordiamo i Serra, i Saluzzo ed i Berlo. 8 Nel 1702 fu arricchito di una gradinata, mentre nel 1712 fu decorato il portale con due colonne. Tradizionalmente le fonti riferiscono a Luigi Vanvitelli l'attuale aspetto del palazzo, ma nell'inventario del 1824 risulta un disegno di tale edifi cio firmato da Pompeo Schiantarelli. Potrebbe trattarsi di un suggerimento per attribuire la paternità di questo intervento all'architetto romano (non ne risulta però traccia nei documenti presentati nella monografia a questi dedicata da France sco Divenuto), oppure anche soltanto uno studio condotto da Schiantarelli sull'opera vanvitelliana. 9 Nel 1742-45 Giovan Giacomo è citato da De Dominici come committente di Giacomo del Po per un rilevante ciclo di affreschi che decoravano la Galleria; a Paolo de Matteis furono invece commissionate le decorazioni di altri ambienti. (B. De Dominici, Vite dei pittori, scultori ed architetti napoletani, Napoli, Ricciardo, 1743-(1745], rist. anast. [Bologna 1979], m, p. 374). Un affresco di De Matteis raffigurante Mercurio ed Argo è venuto alla luce nel 1977 durante i lavori di ristrutturazione di alcuni ambienti ed in quell'occasione è stato fotografato (cfr. Archivio fotografico della Soprintendenza speciale al Polo Museale di Napoli, AFSG 448/M).
La stagione francese. Canova mediatore tra artisti e mecenati 1815-1822 Le ultime commissioni: la... more La stagione francese. Canova mediatore tra artisti e mecenati 1815-1822 Le ultime commissioni: la celestiale Vesta/e Marulli ed i monumenti funebri incompiuti 139 Appendice 169 Bibliografia 183 Indice dei nomi Questo saggio non sarebbe mai stato scritto se non avessi incontrato Mariantonietta Picone Petrusa ed Arturo Fittipaldi che, oltre a dotarmi, nel tempo, degli strumenti critici e delle coordinate metodologiche necessarie per affrontare i problemi posti dall'attività di ricerca, ne hanno seguito con vigile ed affettuosa presenza ogni passo. Un ringraziamento devo anche ad Elena Fumagalli che mi ha incoraggiata a renderne pubblici i risultati; ad Orietta Rossi Pinelli, che gli ha dedicato un'attenta lettura gratificandolo di una sua presentazione; a Pompeo Paparo che ne ha promosso l'edizione. Prezioso è stato il contributo della direzione e del personale del Museo Biblioteca Arch ivio di Bassano del Grappa-in particolare di Mario Guderzo, Caterina Del Sal e Giovanna Peretto-attenti ma non gelosi custodi delle importanti carte canoviane che mi è stato permesso di consultare e pubblicare. Ringrazio anche l'Istituto di Ricerca per gli Studi su Canova e il Neoclassicismo che, nell'accogliermi alle Settimane di Studi Canoviane che annualmente organizza, mi ha offerto occasioni di aggiornamento e confronto durante le quali ho potuto raccogliere proficui spunti di ricerca. Ancora, devo molto a Rosanna Cioffi, Giuseppe Pavanello, Andrea Milanese, Marco Nocca e Paola D'Alconzo, che hanno letto una prima stesura del testo contribuendo a migliorarlo con utili suggerimenti, e a Catherine Hess, del]. P. Getty Museum di Los Angeles, Giancarlo Cunial della Gipsoteca di Possagno e a Lucio Terracciano, del laboratorio fotografico del Dipartimento di Studi Storici dell'Università Federico II di Napoli, che mi hanno aiutata ad approntare il corredo iconografico del volumetto. Desidero ring raziare anche tutti coloro che hanno discusso con me alcuni temi dei loro studi, proponendomi un arricchimento in direzione di diverse prospettive disciplinari o tematiche:
Tesi di dottorato di ricerca in "Discipline storiche dell'Arte medioevale, moderna e contemporanea. Storia e critica delle arti figurative nell'Italia meridionale", Università degli Studi di Napoli "Federico II", X ciclo, 1999
Parte 3 Alcune considerazioni per una storia del collezionismo di dipinti a Napoli nella prima me... more Parte 3 Alcune considerazioni per una storia del collezionismo di dipinti a Napoli nella prima metà dell'Ottocento 3 .1 I luoghi e le forme 3 .2 Gusto, critica d'arte e mercato 3 .3 Oltre gli antichi. Collezionismo e committenza