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Papers by Romeo Toccaceli

Research paper thumbnail of La frana di Sapri del 23 11 2010 lungo la SS 18

La frana di Sapri (23 novembre 2010) lungo la SS 18 Tirrenica inferiore: esempio di fenomeno ecce... more La frana di Sapri (23 novembre 2010) lungo la SS 18 Tirrenica inferiore: esempio di fenomeno eccezionale lungo versanti carbonatici RIASSUNTO T ra i fenomeni gravitativi di versante, rivestono notevole importanza le frane in roccia, caratteristiche dei versanti carbonatici, per la loro particolare pericolosità e rischio elevato per i beni esposti. E' quasi sempre il caso di zone caratterizzate da elevata energia del rilievo, da una disposizione sfavorevole della giacitura delle discontinuità e/o da un intenso grado di fatturazione dell'ammasso roccioso, ovvero dalla presenza di locali condizioni morfostratigrafiche che costituiscono caratteri predisponenti per l'evoluzione di fenomeni franosi. Diventano, in questi casi, particolarmente complesse le attività di analisi e gestione del rischio idrogeologico e la realizzazione di interventi mirati, siano essi "strutturali" che "non strutturali" Amanti et alii, 1996) . In ogni caso, una corretta ed adeguata attività di pianificazione su area vasta o realizzazione di interventi puntuali di messa in sicurezza, deve essere sostenuta da procedure legate alla puntuale conoscenza geologica dei luoghi, prioritariamente, ed alla individuazione, in seguito, degli elementi geomorfologici e dei processi morfodinamici, siano essi pregressi o potenziali. Tuttavia, valutazioni a carattere regionale, su area vasta, possono ovviamente registrare la pericolosità da frana di un territorio come di un'area, in termini probabilistici e qualitativi, ma non l'entità del fenomeno, in termini spazio-temporali, che rimane un parametro controllato da fattori cosiddetti "innescanti" esterni e variabili rispetto al contesto geologico-geomorfologico. In tale senso, in coincidenza di particolari condizioni definibili "di soglia" dei fattori innescanti, si assiste ad eventi franosi che possono definirsi di tipo "eccezionale" proprio per la entità delle masse messe in gioco e per le caratteristiche cinematiche del fenomeno stesso. E' il caso della frana di Sapri che il 23 novembre 2010 ha interessato il versante costiero al km 219 circa, sovrastante la Strada Statale N° 18 Tirrena Inferiore, che costituisce una importante arteria stradale di collegamento, al confine campano-lucano tra gli abitati di Sapri (SA) e Maratea (PZ), famosa per le caratteristiche paesaggistiche e per le condizioni di rischio connesso, appunto, alla elevata pericolosità da frana. L'evento studiato mette in evidenza come attività di pianificazione su area vasta vanno necessariamente seguite da attività di verifica di dettaglio riguardo alle puntuali condizioni geologiche, morfostratigrafiche e di stabilità e, soprattutto, di monitoraggio tenendo conto delle già citate condizioni di "soglia" dei fattori innescanti.

Research paper thumbnail of IL RUOLO DEI DEPOSITI PIROCLASTICI NELL'ANALISI CRONOSTRATIGRAFICA DEI TERRENI QUATERNARI DEL SOTTOSUOLO DELLA PIANA CAMPANA (ITALIA MERIDIONALE ) LA PIANA CAMPANA: ASSETTO SCHEMATICO GEOLOGICO-STRUTTURALE E VULCANOLOGICO

RIASSUNTO: Aprile F. et al., Il ruolo dei depositi piroclastici nell'analisi cronostratigrafica d... more RIASSUNTO: Aprile F. et al., Il ruolo dei depositi piroclastici nell'analisi cronostratigrafica dei terreni quaternari del sottosuolo della piana Campana (Italia meridionale). (IT ISSN 0394-3356, 2004). Attraverso il riesame critico delle sequenze stratigrafiche di sondaggi meccanici significativi, eseguiti nell'ambito della Piana Campana, correlate con i risultati di recenti studi vulcanologici, viene proposto un nuovo assetto dell'architettura del sottosuolo e ridefinita la posizione cronostratigrafica dei terreni pleistocenici ed olocenici di riempimento del bacino sedimentario e vulcanico campano. Le correlazioni cronostratigrafiche tra le unità sedimentarie sono state effettuate assumendo come livelli guida le due unità da flusso piro-clastico dell'Ignimbrite Campana (~39 ka B.P.) e dell'Ignimbrite di Taurano (~157 ka B.P.) datati radiometricamente, presenti sia in affioramento che nel sottosuolo della Piana. Ciò ha consentito di riposizionare cronologicamente i depositi marini rinvenuti in foro al disotto dell'Ignimbrite di Taurano al margine dei rilievi carbonatici dimostrando che la Pianura Campana è stata interessata da una marcata subsidenza quantomeno a partire dal tardo Pleistocene medio. È stata riconosciuta l'analogia dell'assetto strutturale e strati-grafico, nel sottosuolo, tra l'area pedemontana della Piana del Sarno con i corrispondenti settori di Nola, Cicciano e Cancello disposti secondo una direttrice NW-SE lungo la fascia di raccordo tra la zona pianeggiante della Piana Campana ed i rilievi carbonatici bordie-ri. L'analisi geometrica della disposizione delle unità individuate nel sottosuolo ha portato al riconoscimento di un complesso pirocla-stico, nella parte centrale della Piana, al momento non ben differenziato, di estensione e potenza significative, posizionato al tetto della Ignimbrite di Taurano. L'esame dei dati stratigrafici e la ricostruzione dei rapporti geometrici tra le unità, ha permesso l'allesti-mento di sezioni geologiche tracciate lungo direzioni significative, che forniscono un quadro inedito delle caratteristiche stratigrafiche del sottosuolo della Piana Campana ed un preliminare contributo alla conoscenza della evoluzione strutturale recente. ABSTRACT: Aprile F. et al., The role of pyroclastic deposits in the chronostratigraphic analysis of the Quaternary terrains in the subsoil of the Campanian Plain (Southern Italy). (IT ISSN 0394-3356, 2004). The critical reinterpretation of stratigraphic data of mechanical soudings concerning the subsurface of Campanian Plain (Southern Italy) provides a new picture of the geometry and chronostratigraphic position of the Quaternary deposits filling the sedimentary basin of this Plain. The radiometrically dated ignimbrite deposits, of Campanian Ignimbrite (~39 ka B.P) and Taurano Ignimbrite (~157 ka B.P), have been considered as levels guide in carrying out the correlations between the lithological units. This has allowed the singling out of marine sediments, previuously not well considered, underlaying the Taurano Ignimbrite indicating that the Campanian Plain underwent subsidence even prior to upper Pleistocene. The structural and stratigraphic analogy, in the subsurface, among the Sarno's area with the corresponding sectors of Nola, Cicciano and Cancello located along the carbonatic reliefs, bordering the Plain to NW-SE direction, has also been recognized. Finally a pyroclastic deposit at present not well differentiated, topographically localized in the central area of the Plain, to the top of Taurano Ignimbrite, has been recognized. The re-examination of the stratigraphical sequences, picked in more significant sections, provides a new frame of the subsurface characteristics of the Campanian Plain and a preliminary contribution for the knowledge of the recent structural evolution. Parole chiave: Piana Campana; tefra; ignimbriti;Pleistocene superiore e medio; depositi marini.

Research paper thumbnail of NUOVE CONOSCENZE SULLA STRATIGRAFIA E DISTRIBUZIONE DEI DEPOSITI IGNIMBRITICI QUATERNARI NEL SOTTOSUOLO DELLA PIANA DEL SARNO (SALERNO-CAMPANIA) – ITALIA MERIDIONALE

RIASSUNTO La reinterpretazione critica di dati stratigrafici interessanti il sottosuolo della pia... more RIASSUNTO La reinterpretazione critica di dati stratigrafici interessanti il sottosuolo della pianura del fiume Sarno, costituente la parte meridionale della Piana Campana, ha consentito di delineare un nuovo quadro delle caratteristiche stratigrafiche dei terreni vulcanici, Olocenici e Pleistocenici, di riempimento della Piana e in particolare dei depositi ignimbritici. In accordo con recenti studi vulcanologici è stata rile-vata la presenza nel sottosuolo della Piana di due livelli di tefra da flusso piroclastico; essi sono costituiti, dall'alto verso il basso, dalla Ignimbrite Campana (39.28±0.11 ka B.P.) presente prevalentemente nella facies del Tufo Grigio Campano e dalla Ignimbrite di Taurano (157.4±1.00 ka B.P.) in facies di tufo giallo. Nella zona pedemontana dei monti di Sarno sono stati rinvenuti in sondaggi mec-canici, al di sotto dell'Ignimbrite di Taurano, dei depositi marini alla quota di circa – 35 metri s.l.m. Ciò dimostra l'esistenza di una ingressione marina attribuibile ad una tarda fase del Pleistocene Medio e quindi più antica di quella eutirreniana come finora ipotizzato. Altri dati geognostici inoltre hanno portato a limitare l'estensione, nell'entroterra sarnese della suddetta trasgressione eutirreniana. E' stata inoltre rilevata l'esistenza di una fase tettonica post 39 ka B.P. di modesta entità, che ha dislocato il tetto del Tufo Grigio Campano senza dare luogo a manifestazioni vulcaniche come invece avvenuto nella Piana Campana a N del Somma-Vesuvio. ABSTRACT New knowledge about stratigraphy and the distribution of Quaternary ignimbrite deposits in the subsurface of the Sarno Plain. (Salerno-Campania)-southern Italy. The critical reinterpretation of stratigraphic data concerning the subsurface of the Sarno Plain, located in the south part of the Campania Plain, has produced a new picture of the stratigraphy characteristics of the Olocene and Pleistocene volcanic terrains that fill the Plain, in particular the ignimbrite deposits. In agreement with recent volcanological studies the presence of two pyroclastic flow deposits has been pointed out in the subsurface of the Sarno Plain. As a matter of fact below the Campanian Ignimbrite, (39.28±0.11 ky B.P.), mostly in the Campanian Gray Tuff facies, the Taurano Ignimbrite, (157.4±1.00 ky B.P.), in the yellow tuff facies, occurs. In addition a modest tectonic phase dislocating the Campanian Gray Tuff has also been pointed out. Moreover this tectonic phase, in the Sarno Plain was not characterized by volcanic activity contrary to what happened in the Campania Plain northward of Somma-Vesuvio. The recovery of marine deposits from the subsurface in the piedmont zone of Sarno Mountains, underlying the Taurano Ignimbrite at depth of 35 meters below sea level, indicates the existence of a marine trasgression older (Middle Pleistocene) than the eu-tyrrhenian period to which these deposits have been attribuited. This finding, in association with other geognostic and stratigraphic data, allows a reduction of the geographical extension of the eu-tyrrhenian trasgression in the Sarno Plain. Parole chiave: Piana del Sarno, tettonica quaternaria, stratigrafia del sottosuolo, depositi piroclastici, depositi marini, Ignimbrite Campana, Italia meridionale

Research paper thumbnail of Rischi naturali e restauro ambientale nelle aree antroipizzate

Research paper thumbnail of Principali elmenti morfostrutturali del tratto di costa sommerso tra Sapri e la foce del Fiume Noce (Golfo di Policastro)

Research paper thumbnail of Evidenze geoarcheologichedella variazione del livello del mare in epoca storica: l'insediamento romano di S. Croce (Sapri - Golfo di Policastro)

Research paper thumbnail of Proposta di restauro geoambientale della Piana del Sarno

Research paper thumbnail of Caratteristiche morfostrutturali dei fondali dell'Isola Dino (Calabria Nordoccidentale, Italia)

Research paper thumbnail of Evoluzione morfostrutturale pleistocenico-olocenica del Golfo di Policastro e movimenti di massa profondi

Research paper thumbnail of Evoluzione geomorfologica e antropizzazione della piana costiera di Sapri in epoca storica (Tirreno meridionale, Golfo di Policastro)

Research paper thumbnail of Modificazioni climatico-ambientali storiche nell'area mediterranea

Research paper thumbnail of Active Tectonics in the southern apennines: relationschips between cover geometries and basement structure. A hypothesis for a geodynamic model

Research paper thumbnail of Osservazioni sulla evoluzione geomorfologica olocenica della piana costiera di Velia (Cilento, Italy) sulla base di nuovi rinvenimenti archeologici

Research paper thumbnail of An integrated study of the hydrogeology of volcanic islands using helicopter borne transient electromagnetic: Application in the Galápagos Archipelago

The hydrology of volcanic islands is poorly characterized due to their complex internal structure... more The hydrology of volcanic islands is poorly characterized due to their complex internal structure and challenging access. The Galápagos Islands, an isolated basaltic environment with unique ecosystems and growing anthropogenic pressure, suffer from scarcity of freshwater resources and from the lack of fundamental knowledge on their hydrology. To overtake these constraints and provide fresh water to the population, a geophysical survey and a hydroclimatologic network at watershed scale have been performed over Santa Cruz. An innovative helicopter borne transient electromagnetic method permitted a quasi-3D (an inversion scheme allowing for a 3D model description but with a local 1D forward algorithm) resistivity mapping of the massif and the identification of its hydrogeological potential. The latter is composed of a perched aquifer on the windward mountainside and a basal aquifer. Our hydroclimatologic network provided useful data records and allowed us to characterize the hydrodynamic properties of the basal aquifer. The geophysical data allow us to precise its extension. The conceptual hydrogeological model

Research paper thumbnail of La frana di Sapri del 23 11 2010 lungo la SS 18

La frana di Sapri (23 novembre 2010) lungo la SS 18 Tirrenica inferiore: esempio di fenomeno ecce... more La frana di Sapri (23 novembre 2010) lungo la SS 18 Tirrenica inferiore: esempio di fenomeno eccezionale lungo versanti carbonatici RIASSUNTO T ra i fenomeni gravitativi di versante, rivestono notevole importanza le frane in roccia, caratteristiche dei versanti carbonatici, per la loro particolare pericolosità e rischio elevato per i beni esposti. E' quasi sempre il caso di zone caratterizzate da elevata energia del rilievo, da una disposizione sfavorevole della giacitura delle discontinuità e/o da un intenso grado di fatturazione dell'ammasso roccioso, ovvero dalla presenza di locali condizioni morfostratigrafiche che costituiscono caratteri predisponenti per l'evoluzione di fenomeni franosi. Diventano, in questi casi, particolarmente complesse le attività di analisi e gestione del rischio idrogeologico e la realizzazione di interventi mirati, siano essi "strutturali" che "non strutturali" Amanti et alii, 1996) . In ogni caso, una corretta ed adeguata attività di pianificazione su area vasta o realizzazione di interventi puntuali di messa in sicurezza, deve essere sostenuta da procedure legate alla puntuale conoscenza geologica dei luoghi, prioritariamente, ed alla individuazione, in seguito, degli elementi geomorfologici e dei processi morfodinamici, siano essi pregressi o potenziali. Tuttavia, valutazioni a carattere regionale, su area vasta, possono ovviamente registrare la pericolosità da frana di un territorio come di un'area, in termini probabilistici e qualitativi, ma non l'entità del fenomeno, in termini spazio-temporali, che rimane un parametro controllato da fattori cosiddetti "innescanti" esterni e variabili rispetto al contesto geologico-geomorfologico. In tale senso, in coincidenza di particolari condizioni definibili "di soglia" dei fattori innescanti, si assiste ad eventi franosi che possono definirsi di tipo "eccezionale" proprio per la entità delle masse messe in gioco e per le caratteristiche cinematiche del fenomeno stesso. E' il caso della frana di Sapri che il 23 novembre 2010 ha interessato il versante costiero al km 219 circa, sovrastante la Strada Statale N° 18 Tirrena Inferiore, che costituisce una importante arteria stradale di collegamento, al confine campano-lucano tra gli abitati di Sapri (SA) e Maratea (PZ), famosa per le caratteristiche paesaggistiche e per le condizioni di rischio connesso, appunto, alla elevata pericolosità da frana. L'evento studiato mette in evidenza come attività di pianificazione su area vasta vanno necessariamente seguite da attività di verifica di dettaglio riguardo alle puntuali condizioni geologiche, morfostratigrafiche e di stabilità e, soprattutto, di monitoraggio tenendo conto delle già citate condizioni di "soglia" dei fattori innescanti.

Research paper thumbnail of IL RUOLO DEI DEPOSITI PIROCLASTICI NELL'ANALISI CRONOSTRATIGRAFICA DEI TERRENI QUATERNARI DEL SOTTOSUOLO DELLA PIANA CAMPANA (ITALIA MERIDIONALE ) LA PIANA CAMPANA: ASSETTO SCHEMATICO GEOLOGICO-STRUTTURALE E VULCANOLOGICO

RIASSUNTO: Aprile F. et al., Il ruolo dei depositi piroclastici nell'analisi cronostratigrafica d... more RIASSUNTO: Aprile F. et al., Il ruolo dei depositi piroclastici nell'analisi cronostratigrafica dei terreni quaternari del sottosuolo della piana Campana (Italia meridionale). (IT ISSN 0394-3356, 2004). Attraverso il riesame critico delle sequenze stratigrafiche di sondaggi meccanici significativi, eseguiti nell'ambito della Piana Campana, correlate con i risultati di recenti studi vulcanologici, viene proposto un nuovo assetto dell'architettura del sottosuolo e ridefinita la posizione cronostratigrafica dei terreni pleistocenici ed olocenici di riempimento del bacino sedimentario e vulcanico campano. Le correlazioni cronostratigrafiche tra le unità sedimentarie sono state effettuate assumendo come livelli guida le due unità da flusso piro-clastico dell'Ignimbrite Campana (~39 ka B.P.) e dell'Ignimbrite di Taurano (~157 ka B.P.) datati radiometricamente, presenti sia in affioramento che nel sottosuolo della Piana. Ciò ha consentito di riposizionare cronologicamente i depositi marini rinvenuti in foro al disotto dell'Ignimbrite di Taurano al margine dei rilievi carbonatici dimostrando che la Pianura Campana è stata interessata da una marcata subsidenza quantomeno a partire dal tardo Pleistocene medio. È stata riconosciuta l'analogia dell'assetto strutturale e strati-grafico, nel sottosuolo, tra l'area pedemontana della Piana del Sarno con i corrispondenti settori di Nola, Cicciano e Cancello disposti secondo una direttrice NW-SE lungo la fascia di raccordo tra la zona pianeggiante della Piana Campana ed i rilievi carbonatici bordie-ri. L'analisi geometrica della disposizione delle unità individuate nel sottosuolo ha portato al riconoscimento di un complesso pirocla-stico, nella parte centrale della Piana, al momento non ben differenziato, di estensione e potenza significative, posizionato al tetto della Ignimbrite di Taurano. L'esame dei dati stratigrafici e la ricostruzione dei rapporti geometrici tra le unità, ha permesso l'allesti-mento di sezioni geologiche tracciate lungo direzioni significative, che forniscono un quadro inedito delle caratteristiche stratigrafiche del sottosuolo della Piana Campana ed un preliminare contributo alla conoscenza della evoluzione strutturale recente. ABSTRACT: Aprile F. et al., The role of pyroclastic deposits in the chronostratigraphic analysis of the Quaternary terrains in the subsoil of the Campanian Plain (Southern Italy). (IT ISSN 0394-3356, 2004). The critical reinterpretation of stratigraphic data of mechanical soudings concerning the subsurface of Campanian Plain (Southern Italy) provides a new picture of the geometry and chronostratigraphic position of the Quaternary deposits filling the sedimentary basin of this Plain. The radiometrically dated ignimbrite deposits, of Campanian Ignimbrite (~39 ka B.P) and Taurano Ignimbrite (~157 ka B.P), have been considered as levels guide in carrying out the correlations between the lithological units. This has allowed the singling out of marine sediments, previuously not well considered, underlaying the Taurano Ignimbrite indicating that the Campanian Plain underwent subsidence even prior to upper Pleistocene. The structural and stratigraphic analogy, in the subsurface, among the Sarno's area with the corresponding sectors of Nola, Cicciano and Cancello located along the carbonatic reliefs, bordering the Plain to NW-SE direction, has also been recognized. Finally a pyroclastic deposit at present not well differentiated, topographically localized in the central area of the Plain, to the top of Taurano Ignimbrite, has been recognized. The re-examination of the stratigraphical sequences, picked in more significant sections, provides a new frame of the subsurface characteristics of the Campanian Plain and a preliminary contribution for the knowledge of the recent structural evolution. Parole chiave: Piana Campana; tefra; ignimbriti;Pleistocene superiore e medio; depositi marini.

Research paper thumbnail of NUOVE CONOSCENZE SULLA STRATIGRAFIA E DISTRIBUZIONE DEI DEPOSITI IGNIMBRITICI QUATERNARI NEL SOTTOSUOLO DELLA PIANA DEL SARNO (SALERNO-CAMPANIA) – ITALIA MERIDIONALE

RIASSUNTO La reinterpretazione critica di dati stratigrafici interessanti il sottosuolo della pia... more RIASSUNTO La reinterpretazione critica di dati stratigrafici interessanti il sottosuolo della pianura del fiume Sarno, costituente la parte meridionale della Piana Campana, ha consentito di delineare un nuovo quadro delle caratteristiche stratigrafiche dei terreni vulcanici, Olocenici e Pleistocenici, di riempimento della Piana e in particolare dei depositi ignimbritici. In accordo con recenti studi vulcanologici è stata rile-vata la presenza nel sottosuolo della Piana di due livelli di tefra da flusso piroclastico; essi sono costituiti, dall'alto verso il basso, dalla Ignimbrite Campana (39.28±0.11 ka B.P.) presente prevalentemente nella facies del Tufo Grigio Campano e dalla Ignimbrite di Taurano (157.4±1.00 ka B.P.) in facies di tufo giallo. Nella zona pedemontana dei monti di Sarno sono stati rinvenuti in sondaggi mec-canici, al di sotto dell'Ignimbrite di Taurano, dei depositi marini alla quota di circa – 35 metri s.l.m. Ciò dimostra l'esistenza di una ingressione marina attribuibile ad una tarda fase del Pleistocene Medio e quindi più antica di quella eutirreniana come finora ipotizzato. Altri dati geognostici inoltre hanno portato a limitare l'estensione, nell'entroterra sarnese della suddetta trasgressione eutirreniana. E' stata inoltre rilevata l'esistenza di una fase tettonica post 39 ka B.P. di modesta entità, che ha dislocato il tetto del Tufo Grigio Campano senza dare luogo a manifestazioni vulcaniche come invece avvenuto nella Piana Campana a N del Somma-Vesuvio. ABSTRACT New knowledge about stratigraphy and the distribution of Quaternary ignimbrite deposits in the subsurface of the Sarno Plain. (Salerno-Campania)-southern Italy. The critical reinterpretation of stratigraphic data concerning the subsurface of the Sarno Plain, located in the south part of the Campania Plain, has produced a new picture of the stratigraphy characteristics of the Olocene and Pleistocene volcanic terrains that fill the Plain, in particular the ignimbrite deposits. In agreement with recent volcanological studies the presence of two pyroclastic flow deposits has been pointed out in the subsurface of the Sarno Plain. As a matter of fact below the Campanian Ignimbrite, (39.28±0.11 ky B.P.), mostly in the Campanian Gray Tuff facies, the Taurano Ignimbrite, (157.4±1.00 ky B.P.), in the yellow tuff facies, occurs. In addition a modest tectonic phase dislocating the Campanian Gray Tuff has also been pointed out. Moreover this tectonic phase, in the Sarno Plain was not characterized by volcanic activity contrary to what happened in the Campania Plain northward of Somma-Vesuvio. The recovery of marine deposits from the subsurface in the piedmont zone of Sarno Mountains, underlying the Taurano Ignimbrite at depth of 35 meters below sea level, indicates the existence of a marine trasgression older (Middle Pleistocene) than the eu-tyrrhenian period to which these deposits have been attribuited. This finding, in association with other geognostic and stratigraphic data, allows a reduction of the geographical extension of the eu-tyrrhenian trasgression in the Sarno Plain. Parole chiave: Piana del Sarno, tettonica quaternaria, stratigrafia del sottosuolo, depositi piroclastici, depositi marini, Ignimbrite Campana, Italia meridionale

Research paper thumbnail of Rischi naturali e restauro ambientale nelle aree antroipizzate

Research paper thumbnail of Principali elmenti morfostrutturali del tratto di costa sommerso tra Sapri e la foce del Fiume Noce (Golfo di Policastro)

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Research paper thumbnail of Proposta di restauro geoambientale della Piana del Sarno

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The hydrology of volcanic islands is poorly characterized due to their complex internal structure... more The hydrology of volcanic islands is poorly characterized due to their complex internal structure and challenging access. The Galápagos Islands, an isolated basaltic environment with unique ecosystems and growing anthropogenic pressure, suffer from scarcity of freshwater resources and from the lack of fundamental knowledge on their hydrology. To overtake these constraints and provide fresh water to the population, a geophysical survey and a hydroclimatologic network at watershed scale have been performed over Santa Cruz. An innovative helicopter borne transient electromagnetic method permitted a quasi-3D (an inversion scheme allowing for a 3D model description but with a local 1D forward algorithm) resistivity mapping of the massif and the identification of its hydrogeological potential. The latter is composed of a perched aquifer on the windward mountainside and a basal aquifer. Our hydroclimatologic network provided useful data records and allowed us to characterize the hydrodynamic properties of the basal aquifer. The geophysical data allow us to precise its extension. The conceptual hydrogeological model