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Books by Roberto Maestri
Questo studio racconta la storia di una “emigrazione dimenticata”; un esodo “al contrario” rispet... more Questo studio racconta la storia di una “emigrazione dimenticata”; un esodo “al contrario” rispetto a quelli che hanno caratterizzato la storia, non solo italiana: un’emigrazione dal Nord al Sud.
Ricostruire vicende accadute oltre 900 anni fa non è un compito agevole: la documentazione in area piemontese e ligure è quasi inesistente; mentre quella in ambito siciliano non è sempre attendibile.
Risulta inoltre particolarmente difficoltosa la ricostruzione della genealogia di alcune delle famiglie Aleramiche trasferitesi in Sicilia; in particolare quella dei Lancia che ebbe in Bianca (figura approfondita in passato attraverso gli studi promossi dal compianto Renato Bordone) e in Galvano, i personaggi più influenti di un casato ancora ben radicato nell’isola.
La migrazione degli Aleramici e dei Lombardi in Sicilia proseguì – in modo consistente – almeno fino al Trecento, in un’epoca che vide la Sicilia interessata dalla dominazione di diverse dinastie: Arabi, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi. Si trattò di una migrazione “pacifica” che interessò, principalmente: nobili in cerca di affermazione, commercianti, allevatori, contadini (di particolare interesse la presenza di vignaioli) e, ovviamente, avventurieri.
La consistente presenza Aleramica nell’isola ha prodotto una contaminazione anche in ambito linguistico, ancora presente ai nostri giorni: la lingua Gallo-italica.
Riscoprire la Storia non vuol dire limitarsi all’analisi dei documenti, ma significa creare le premesse per nuove ed importanti opportunità: in ambito turistico attraverso la creazione di percorsi utili alla valorizzazione dei luoghi siciliani, liguri e piemontesi in cui vissero gli Aleramici; ed in ambito enogastronomico tramite i prodotti che si affermarono in epoca medievale e che ancora oggi rappresentano delle eccellenze per i rispettivi territori.
Questo libro intende anche promuovere il progetto Aleramici in Sicilia, avviato nel 2017 dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” – sostenuto dalle regioni Piemonte, Sicilia e Liguria – fortemente voluto da Fabrizio Di Salvo e dall’Autore. Il progetto intende creare un contenitore che permetta a territori, che oggi si presentano profondamente diversi, di ritrovarsi in un programma di respiro internazionale, nel rispetto delle tradizioni di una Sicilia che, in epoca medievale, rappresentò un vero “laboratorio” di accoglienza.
Desideriamo dedicare questo libro alla persona che per prima ha colto le potenzialità di una riscoperta dei rapporti tra l’area piemontese e ligure con la Sicilia: l’indimenticato Raoul Molinari – fondatore dell’Accademia Aleramica – che, dal 2006, promosse una serie d’iniziative in ambito convegnistico, turistico e che, per primo, tornò nell’isola per ripercorrere un “viaggio nella memoria”; il progetto Aleramici in Sicilia rappresenta il frutto dell’impegno di Raoul, interrotto nel dicembre 2009 a seguito della sua dolorosa scomparsa.
Numerosi sono gli studiosi che collaborano al progetto ed hanno contribuito anche alla stesura di questo lavoro; desidero citarle in ordine rigorosamente alfabetico: Francesco Barone, Ezio Barbieri, Henri Bresc, Alessandro Carassale, Diego Ciccarelli, Marco Devecchi, Nadia Ghizzi, Maurizio Alberto Carlo Gorra, Walter Haberstumpf, Salvatore Mangione, Vincenzo Moretti, Antonio Mursia, Riccardo Musso, Francesco Scalfari, Francesco Paolo Tocco.
Nella terza di copertina sono ricordate le numerose Istituzioni – in particolare l’Associazione per i Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato – che, sempre più numerose, collaborano al progetto; ricordo, inoltre, Vercelli Web che ci aiuta nella promozione e il Castello di Brolo che ha messo a disposizione, dell’Associazione che presiedo, l’indispensabile struttura logistica per operare in Sicilia.
Un fondamentale ringraziamento spetta al Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria che, anche in questa circostanza, ha assicurato l’indispensabile sostegno economico al progetto.
Collana “Studi sul Monferrato”
Febbraio 2018
100 pagine con illustrazioni
Formato: 16 x 24 cm.
Prezzo: Euro 12,00 (i.i.)
ISBN 978–88–97103–10–3
Il Volume è disponibile esclusivamente richiedendolo all’Editore:
Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” e-mail: info@marchesimonferrato.com
Sarà dedicato alla presentazione dell’Archivio digitalizzato per i documenti riguardanti la Stori... more Sarà dedicato alla presentazione dell’Archivio digitalizzato per i documenti riguardanti la Storia del Marchesato di Monferrato, l’Incontro che si terrà presso la Sala Consiliare del Comune, via Goffredo Mameli n. 10 Casale Monferrato - giovedì 23 febbraio 2017 con inizio alle ore 17,30.
L’incontro dedicato all’Archivio storico del Monferrato è organizzato dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” con il Patrocinio del Comune di Casale Monferrato.
L’incontro sarà aperto dal saluto dell’Assessore Daria Carmi, seguirà l’intervento di Roberto Maestri.
A conclusione di un intenso lavoro, avviato nel 2011, è stato attivato il Centro di documentazione storico digitale Archivio Monferrato raggiungibile all’indirizzo www.archiviomonferrato.com – sottolinea Roberto Maestri, presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” - Associazione che ha ideato il progetto realizzato dalla Linelab di Alessandria con il sostegno della Regione Piemonte, della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e della Fondazione CRT.
Oltre duemilacinquecento schede sono già disponibili per la consultazione. Un lavoro che permette, già oggi, di ottenere un quadro completo delle oltre cinquecento località storicamente appartenute al Monferrato e delle biografie dei suoi Marchesi e Duchi, mentre procede la schedatura degli edifici (fortificati e religiosi), delle monete, delle opere d’arte e, soprattutto, delle innumerevoli pubblicazioni (libri e saggi) che trattano tematiche legate al Monferrato. Prossimamente il Comitato Scientifico si occuperà della gestione dei regesti, degli statuti e dell’inserimento dei link dei principali documenti che rinvieranno ai siti degli Istituti depositari (in primo luogo gli Archivi di Stato competenti). Si tratta di un immenso lavoro che, nei prossimi anni, permetterà al portale di contenere decine di migliaia di schede.
Il Comitato Scientifico è composto dal responsabile Pierluigi Piano e dai collaboratori: Paolo Balbarani, Giorgio Dell’Oro, Walter Haberstumpf, Roberto Maestri, Manuela Meni, Giancarlo Patrucco, Blythe Alice Raviola, Dionigi Roggero, Sergio Schiavi. La segreteria è curata da Nadia Ghizzi, mentre Cinzia Montagna cura l’ufficio stampa e comunicazione.
L’accesso al portale consente, previa la registrazione gratuita, la possibilità di consultare tutti i materiali, in alcuni casi, liberamente scaricabili. Gli Utenti potranno interagire con il Comitato Scientifico anche utilizzando la messaggistica disponibile in ogni singola scheda; si ritiene, infatti, fondamentale fornire osservazioni e integrazioni.
Grazie al suo innovativo portale il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” rende disponibile uno strumento fondamentale, non solo per ricercatori e studenti, ma anche per promuovere turisticamente il Monferrato, accedendo a contenuti scientificamente corretti.
“La finalità dell’Archivio è di contribuire alla crescita del territorio Monferrato in una prospettiva integrata fra ricerca scientifica e promozione territoriale – spiega Maestri -. I contenuti inseriti possono essere fruiti non soltanto in ambito strettamente scientifico, ma anche per la realizzazione di itinerari ed eventi di valorizzazione”.
L’Archivio mette a disposizione del pubblico un patrimonio di informazioni che riguardano oltre sette secoli di una prestigiosa storia, oggi più che mai attuale, considerando le opportunità che l’Europa e l’UNESCO offrono al nostro territorio.
a cura di Roberto Maestri Scritti di: Angelo Arata, Eugenio Garoglio, Roberto Maestri, Giancarlo... more a cura di Roberto Maestri
Scritti di: Angelo Arata, Eugenio Garoglio, Roberto Maestri, Giancarlo Malacarne, Francesco Melli, Cinzia Montagna, Raffaele Tamalio, Paola Venturelli.
n° pagine: 260 con illustrazioni Formato: 16 x 24 cm.
Prezzo: Euro 15,00 - ISBN 978–88–97103–09–7
Per la prima volta il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” ha scelto di dedicare un volume a un personaggio “non monferrino”: Ferdinando Gonzaga. Ovviamente non si tratta di una scelta fuori luogo, considerato che Ferdinando fu duca, non solo di Mantova, ma anche di Monferrato nonché protagonista di una vicenda sentimentale – a dir poco tormentata – con la contessa casalese Camilla Faà.
Come esposto nel saggio di Roberto Maestri, dedicato alla biografia del Duca, appare quanto meno sorprendente che non sia stata precedentemente stilata una biografia di un personaggio di grandissimo interesse più per le sue capacità di studioso che per le sue attitudini al comando. Invece gli studi a lui dedicati si sono limitati ad approfondire gli aspetti – per altro vasti e di grande interesse – del collezionismo e del patrocinio di artisti che, anche grazie a lui, permisero a Mantova di assumere il ruolo di una capitale europea della cultura: ruolo che può autorevolmente aspirare a rivestire anche ai nostri giorni.
La figura di Ferdinando Gonzaga assume grande rilievo anche per il Monferrato; certo un rilievo legato a un triste periodo della nostra storia: gli anni della peste di manzoniana memoria ma, soprattutto, del conflitto che coinvolse Francia e Spagna – con i Savoia interessati a occupare il territorio monferrino – e che Angelo Arata ha perfettamente tratteggiato nel suo saggio. Fu dunque esclusivamente negativo il periodo di governo ferdinandeo per il nostro Monferrato? Non ci sentiamo di affermarlo in termini assoluti e crediamo che alcuni spunti positivi emergano dalla lettura dei contributi che troverete nel libro.
Il volume ha cercato di privilegiare alcuni degli aspetti meno noti della vita di Ferdinando, volutamente trascurando l’interesse per l’ambito artistico che caratterizzò l’intera esistenza del Duca, anche se – grazie ai saggi di Giancarlo Malacarne e Paola Venturelli – sono stati posti in rilievo alcuni aspetti particolari della sua passione per il collezionismo.
Il saggio di Raffaele Tamalio ci illustra una curiosa vicenda che si dipana tra le corti di Mantova e di Parma, provocando inattese ripercussioni anche per il nostro Monferrato: una vicenda riguardo alla quale sono, recentemente, emersi nuovi documenti che ci dimostrano - qualora ciò fosse necessario - come la storia sia viva, sempre “in movimento”.
È importante ricordare come, rispettando la consuetudine dell’Associazione, il volume raccolga i frutti di un percorso celebrativo avviato nel 2013 – ricordando il IV Centenario dell’investitura di Ferdinando Gonzaga a duca di Mantova e di Monferrato – che ha visto impegnati in un percorso di ricerca e divulgazione, un vasto numero di studiosi di area non solo monferrina e mantovana di cui, alcuni, hanno offerto la loro collaborazione per la realizzazione di questo libro. Il volume riprende anche un percorso, avviato nel 2008 e mai interrotto, di riscoperta e valorizzazione della storia del Monferrato Gonzaghesco - che Blythe Alice Raviola, per prima, ha avuto il merito di “far uscire dalle nebbie” - anche nell’auspicio di promuovere una sempre maggiore collaborazione tra i territori, non solo in ambito culturale, ma anche turistico ed enogastronomico.
Questo libro rappresenta - sempre nel segno della promozione del territorio e della continuità del nostro impegno - un ponte ideale tra le celebrazioni del 2013 e quelle del 2016, anno dedicato al ricordo del quarto centenario del “matrimonio segreto” tra Ferdinando Gonzaga e Camilla Faà; tema particolarmente caro a Cinzia Montagna, autrice - in questo volume - di un interessante approfondimento.
Termino ricordando come la realizzazione di questo volume sia stata resa possibile grazie alla disponibilità degli Autori - di cui si pubblicano gli studi - delle diverse Istituzioni ricordate nel volume e soprattutto grazie al sostegno economico della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Fondazione CRT e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, le quali hanno, perfettamente compreso la valenza di un progetto di valorizzazione del territorio che oggi, grazie alla recente iscrizione dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato alla lista del Patrimonio Mondiale Unesco, ci unisce ancora di più a Mantova ed a Sabbioneta che questo riconoscimento lo hanno ottenuto nel 2008: ancora una volta la Storia ci offre straordinarie opportunità, a noi il compito di saperle cogliere.
Per acquisti rivolgersi direttamente all'Editore:
Circolo Culturale "I Marchesi del Monferrato" e-mail: info@marchesimonferrato.com
Quando nel 2012, con l’amico Pierluigi Piano, cominciammo a ragionare sull’opportunità di pubblic... more Quando nel 2012, con l’amico Pierluigi Piano, cominciammo a ragionare sull’opportunità di pubblicare un volume che raccogliesse il materiale di studio sulla figura di Facino Cane non ci eravamo minimamente resi conto della vastità del compito che stavamo per intraprendere.
Il silenzio sceso da decenni sulla figura del condottiero ci aveva, erroneamente, convinti che il materiale da esaminare fosse sostanzialmente limitato a quanto già noto e studiato da chi ci aveva preceduti; una constatazione in parte corretta, ma che non teneva conto di un aspetto fondamentale: si trattava perlopiù di studi “ostili” a Facino, caratterizzati spesso dalla volontà – manifestatasi già dopo la sua morte – di rimuoverne la memoria o, quanto meno, di avvolgerla in un manto di quasi totale negatività. Sotto questo punto di vista nemmeno Nino Valeri, il suo biografo più autorevole, era sfuggito alla regola.
Con il trascorrere dei mesi, e grazie ai contributi di autorevoli studiosi, di cui alcuni coinvolti in questo progetto editoriale, è emerso un quadro sostanzialmente diverso del condottiero: ovvero quello di un uomo con un progetto ben preciso, quello di costruire un proprio Stato a discapito dei potentati confinanti (Ducato di Milano, Contea di Savoia, Repubblica di Genova e Marchesato di Monferrato). Come sapientemente dimostrato da Pierluigi Piano, il disegno di Facino prevedeva il controllo delle acque – fiumi e laghi – che gli garantiva automaticamente il controllo delle vie di comunicazione e di conseguenza una più agevole conservazione del potere. La quasi totale distruzione degli archivi trecenteschi, e la conseguente mancanza di quella che noi riteniamo essere stata la cancelleria del Cane, non ci aiuta a comprendere se il disegno del condottiero prevedesse anche una capitale per il suo Stato, probabilmente sì, forse Alessandria? Più probabilmente Pavia o addirittura Milano? Domande cui non siamo, oggi, in grado di rispondere e non lo saremo nemmeno in futuro salvo il riemergere di documenti a noi sconosciuti.
Le pagine di questo volume aiuteranno il lettore a meglio comprendere il disegno del condottiero le cui gesta, proseguite senza soluzione di continuità per un trentennio – aspetto di per sé straordinario – interessarono circa 240 località italiane, e gli valsero non solo il rispetto dovuto al timore ma anche, e soprattutto, la considerazione dei contemporanei che lo giudicarono come “uomo del suo tempo” ovvero protagonista di atti sì crudeli ma comuni all’epoca in cui visse; la differenza sostanziale fu che il Cane, diversamente da altri condottieri, seguì un progetto – magari disordinato – finalizzato alla costruzione di un suo Stato.
I colleghi che hanno collaborato a questo volume hanno cercato – forti delle loro competenze – di presentarci la figura di Facino Cane nel suo complesso universo, fatto di vicende militari (e qui trova particolare rilievo il saggio dedicato alle armi), alle località in cui operò, ma anche ai sentimenti attraverso la sfortunata vicenda della sua consorte Beatrice.
Come noto poco c’è giunto a livello di testimonianze materiali coeve di Facino Cane: la memoria della bandiera, il sigillo, un busto e un ritratto ottocenteschi… nulla di più; siamo certi che molto altro esisteva ma tutto è stato cancellato attraverso un preciso disegno perpetrato da molti, primo tra tutti Filippo Maria Visconti il quale, come noto, consolidò il suo potere proprio grazie al patrimonio di Facino.
Il repertorio delle fonti archivistiche e l’ampio elenco bibliografico contribuiranno a rendere più agevole il compito di chi, ci auguriamo, vorrà proseguire negli studi e nelle ricerche riguardanti il condottiero.
Non posso esimermi dal ricordare il lungo e articolato percorso celebrativo dedicato a Facino Cane - avviato nel 2012 e non ancora concluso - con le celebrazioni per il VI centenario della morte, e che come potete leggere nella III di copertina ha coinvolto un numero considerevole di Istituzioni pubbliche e private, che hanno consentito, nel 2012, lo svolgimento di molte iniziative in diverse località in ambito nazionale, consentitemi di ricordarne alcune: innanzitutto i Convegni Facino Cane e Filippo Maria Visconti: l’Oltregiogo Genovese tra Trecento e Quattrocento tenutosi il 19 maggio presso la Fortezza di Gavi - Riflessioni sul piccolo Stato. Dall'esperienza di un condottiero all’articolazione territoriale dell'Italia settentrionale (secc. XIV-XVI) tenutosi il 7 luglio presso il Museo del Vetro di Altare - Un protagonista del Quattrocento: Facino Cane tenutosi il 2 settembre presso il Comune di Frassineto Po - Facino Cane signore di Valenza tenutosi il 6 ottobre presso il Comune di Valenza.
Altri momenti significativi sono stati: il 14 aprile presso il Palazzo Paleologo di Trino ed il 21 aprile presso l’Archivio di Stato di Varese in cui è stato presentato il progetto del VI centenario della morte di Facino Cane (1412-2012) – l’1 settembre presso il Complesso di San Francesco di Cassine con la conferenza Facino Cane e le fortificazioni: un difficile rapporto – il 27 settembre presso l’Archivio di Stato di Bergamo con l’incontro Un protagonista del Quattrocento nel centenario della sua morte: Facino Cane e Bergamo – il 28 settembre presso l’Archivio di Stato di Varese con il convegno Facino Cane, Signore di Varese, 1409 – il 4 ottobre presso la Biblioteca civica di Mortara con il convegno Facino Cane, 1409, Signore di Mortara – il 5 ottobre presso il Parco Storico del Basso Monferrato (Story Park) di Gabiano con la conferenza Il paesaggio violato. “L’arte” del saccheggio: Facino Cane e le compagnie di ventura – il 31 ottobre presso la Cappella Ghisilardi della Basilica di San Domenico a Bologna con la conferenza Facino Cane a Bologna. Il percorso celebrativo è stato accompagnato dalla pubblicazione “Facino Cane condottiero italiano”, a cura di Pierluigi Piano.
È doveroso evidenziare come la realizzazione di questo volume sia stata resa possibile grazie alla disponibilità degli Autori, di cui si pubblicano i saggi, di diverse Istituzioni ricordate nel volume e soprattutto grazie al sostegno economico della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Fondazione CRT e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, le quali hanno, ancora una volta, compreso come la promozione del nostro Monferrato debba, obbligatoriamente, passare attraverso la conoscenza della sua storia secolare; una storia fatta anche di personaggi quali Facino, condannati dalla storia ma protagonisti di un’epoca in cui il Marchesato di Monferrato – grazie anche all’azione politica e militare del marchese Teodoro II Paleologo – raggiunse la sua massima estensione.
ROBERTO MAESTRI
Presidente Circolo Culturale "I Marchesi del Monferrato"
Ci sono gure che hanno attirato l'attenzione d'illustri studiosi ma che nella loro terra restano ... more Ci sono gure che hanno attirato l'attenzione d'illustri studiosi ma che nella loro terra restano semi sconosciute, spesso avvolte di un'aurea leggendaria che prevale su gesta che hanno invece sollecitarono l'interesse dei contemporanei. Uno di questi casi, sicuramente tra i più eclatanti, è quello del marchese Guglielmo VII -tra i più illustri principi del Duecento -che meritò l'immortalità grazie ai versi che gli dedicò Dante Alighieri nel VII canto del Purgatorio. Malgrado ciò la fama del "Gran Marchese" resta con nata all'episodio più inglorioso della sua esistenza: la cattura, con l'inganno, e la prigionia "in una gabbia" che segnò la ne della sua esistenza. Davvero poca cosa se confrontata a un arco temporale di una trentina di anni in cui Guglielmo recitò un ruolo da protagonista nell'Italia nord occidentale, divenendo signore o capitano d'importanti Comuni quali Alba, svolgendo un'incessante attività politica anche in ambito francese e spagnolo e ponendo le basi, attraverso il matrimonio della glia, per la venuta in Monferrato dei Paleologo, imperatori di Bisanzio.
un ruolo di protagonista del Rinascimento: con lei il Monferrato si apre al respiro della politic... more un ruolo di protagonista del Rinascimento: con lei il Monferrato si apre al respiro della politica internazionale ed alla grande cultura mantovana. Per comprendere l'importanza della gura di Margherita è su ciente leggere, nelle prossime pagine, la presentazione che ci o re Ra aele Tamalio, studioso mantovano, autore di diverse biogra e della famiglia Gonzaga per conto del Dizionario Biogra co degli Italiani; sono certo che gli aspetti salienti della vita della Paleologa stimoleranno sicuramente il lettore nell'approfondimento di questo pro lo di grande interesse per le vicende europee. Con il governo di Margherita Paleologo si apre una nuova fase per il Monferrato: già geogra camente diviso in due tronconi dal cuneo del Ducato di Milano, si trova ora ad essere amministrato dal potere esercitato da un luogo posto al di fuori dei suoi con ni tradizionali storici: la Mantova dei Gonzaga. L'unica via di comunicazione a dabile è il Po, vera autostrada del Rinascimento, in quanto navigabile per il suo intero percorso da Torino a Venezia. Il ume assume particolare importanza consentendo il collegamento, non solo commerciale, tra Mantova e Casale: le merci provenienti dalla capitale dei Gonzaga sbarcano a Frassineto Po per essere poi trasportate nelle località monferrine, da cui partono per Mantova altri prodotti, in particolare i vini. Contrariamente a quanto ritenuto dalla passata storiogra a, il lungo possesso mantovano del Monferrato -dal 1536 al 1708 -è caratterizzato da aspetti di grande interesse: basti pensare al recupero delle terme di Acqui (grazie all'intervento di Guglielmo Gonzaga, glio di Margherita), alla protezione delle comunità ebraiche, alla conservazione della zecca di Casale, al culto della Madonna di Crea, il cui santuario sarà valorizzato ed ampliato proprio a cominciare dal periodo di governo di Margherita Paleologo. L'inserimento di una proposta di itinerario turistico che valorizza un percorso tra il Monferrato e Mantova, oltre all'inserimento delle iniziative celebrative all'interno dei percorsi enogastronomici promossi da Il Club di Papillon, rende questo progetto adatto ad un ampio pubblico. Il progetto celebrativo dedicato alla Duchessa si ra orza anche grazie alla sua collocazione nella rassegna Paesaggi e Castelli, promossa dalla Provincia di Alessandria, a testimoniare l'attenzione ed il sostegno riservato all'iniziativa sia da Enti sia da Associazioni, non solo culturali. Questa pubblicazione rappresenta quindi un'esortazione ed uno stimolo, in occasione delle celebrazioni per il V Centenario della nascita di Margherita Paleologo, a conoscere un Monferrato gonzaghesco per troppo tempo trascurato dalla storiogra a e non solo. Nell'augurarvi una piacevole lettura, vi invito a visitare il nostro sito internet www.marchesimonferrato.com all'interno del quale troverete molti approfondimenti di carattere storico e il costante aggiornamento delle iniziative celebrative alle quali siete calorosamente invitati a partecipare. Il presidente del Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato Roberto Maestri Margherita Paleologo, duchessa di Mantova e Monferrato II -Il matrimonio 4 5 Lo stemma dei Gonzaga Lo stemma di Margherita Paleologo Tiziano: Federico II Gonzaga, Museo del Prado, Madrid Uno dei piatti realizzati da Nicola da Urbino come regalo di nozze di Isabella d'Este Macrino d'Alba: ritratto di Anne d'Alençon Crea, Santuario dell'Assunta I -Le origini. Margherita Paleologo nacque in una casata che poteva vantare origini e parentele principesche tra le più titolate: il padre discendeva dai Paleologo, imperatori romani d'oriente dal 1261 al 1453, la madre, da parte sua, era certamente fiera di avere un fratello, Carlo d'Alençon, andato in sposo a Margherita di Valois, sorella del re di Francia Francesco I. Nonostante ciò, Margherita non venne al mondo per regnare.
2 La storiografia ha fermamente condannato Ferdinando Gonzaga, duca di Mantova e di Monferrato, p... more 2 La storiografia ha fermamente condannato Ferdinando Gonzaga, duca di Mantova e di Monferrato, personaggio discusso e discutibile (1613)(1614)(1615)(1616)(1617)(1618)(1619)(1620)(1621)(1622)(1623)(1624)(1625)(1626), giudicandolo inetto all'esercizio del potere. Personalmente non mi sento di condividere, in senso assoluto, un così drastico giudizio. Ritengo che il Duca sia stato semplicemente "l'uomo sbagliato nel posto sbagliato".
Una scelta certamente coraggiosa quella della nostra Associazione di celebrare la gura di Facino ... more Una scelta certamente coraggiosa quella della nostra Associazione di celebrare la gura di Facino Cane, un uomo che la storia ha giudicato in modo totalmente negativo, come spesso accade quando il protagonista non ha lasciato alcun ricordo positivo nella sua esistenza. Certo trovare episodi che non siano sanguinari nella vita di Facino è un'impresa praticamente impossibile; egli trascorse l'intera vita a combattere senza sosta i suoi molti nemici e, forse, solo negli ultimi anni maturò in lui il desiderio di realizzare un suo Stato -della cui cancelleria il sigillo, che qui riproduciamo, rappresenta una preziosa testimonianza -e di conseguenza un'esistenza meno instabile. Lo scritto che presentiamo, frutto dell'attento lavoro di Pierluigi Piano, approfondisce i contenuti della scheda, dedicata al condottiero, pubblicata sul Dizionario Biogra co degli Italiani. La lettura del testo non è certo semplice, ma troppi sono gli eventi di cui Facino è stato protagonista ed abbiamo ritenuto indispensabile, per non smarrire il lo del discorso, seguire il tto ordine cronologico delle vicende. Estremamente impegnativa è stata la ricerca delle immagini che accompagnano la pubblicazione, ad iniziare dalla ricostruzione del sigillo del condottiero (ripreso dalla pubblicazione ottocentesca dello storico milanese Galli), opera resa possibile grazie all'attento lavoro del nostro visual designer Carlo Ponzano. Questo testo accompagnerà l'intero percorso celebrativo dedicato al VI Centenario della morte di Facino Cane (1412-2012), evento di grande rilievo -come testimoniato dagli autorevoli patrocini -in quanto la scomparsa di Facino causò un ulteriore stravolgimento all'interno dei di cili rapporti politici dell'Italia nord-occidentale, in quel Quattrocento di cui il condottiero casalese fu uno dei principali protagonisti. La celebrazione della data della morte di Facino rappresenta quindi un'importante occasione di studio e di analisi delle complesse vicende che caratterizzarono l'intera sua esistenza: a partire dagli episodi di carattere militare -basti pensare alle ben oltre duecento località predate nel corso delle sue imprese -e approfondendo anche quelli politici che contraddistinsero non solo l'esistenza del capitano di ventura, ma anche la storia del Monferrato in ambito nazionale e internazionale. È doveroso evidenziare come la realizzazione di questa pubblicazione sia stata resa possibile grazie al sostegno economico della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Provincia di Alessandria, della Fondazione CRT e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, le quali hanno, ancora una volta, compreso come la promozione del nostro Monferrato debba, obbligatoriamente, passare attraverso la conoscenza della sua storia secolare; una storia fatta anche di personaggi quali Facino, condannati dalla storia ma protagonisti di un'epoca in cui il Marchesato di Monferrato -grazie anche all'azione politica e diplomatica di Teodoro II Paleologo -raggiunse la sua massima estensione. Nell'augurarvi una piacevole lettura, vi invito a visitare il nostro sito internet www.marchesimonferrato.com all'interno del quale troverete molti approfondimenti di carattere storico e il costante aggiornamento delle iniziative celebrative alle quali siete calorosamente invitati a partecipare.
Papers by Roberto Maestri
EDITORIALE ....................................................................... 2 CALENDARIO A... more EDITORIALE ....................................................................... 2
CALENDARIO ATTIVITÀ ..................................................... 2
NOTA SU NINO BERRINI .................................................. 3
GIOVANNI II PALEOLOGO, MARCHESE DI MONFERRATO............................................................ 10
PAESAGGIO UNESCO E INFERNOT .................................................................. 10
FACINO CANE A VARESE ........................................................................ 11
CITTADELLE VISCONTEE ............................................ 11
VALIANT & NOBLE MARQUIS ..................................................................... 12
GUGLIELMO VII SIGNORE DI MILANO ...................... 13
IL MONFERRATO E LA SUA STORIA ............................ 14
FACINO CANE SIGNORE DI BREME ............................ 15
LA STORIA DEL TERRITORIO SULLE CARTE STORICHE ................................................................ 15
QUANDO MONASTERO ERA AL CENTRO DELL’EUROPA............................................................... 16
LA MEMORIA DEL MONFERRATO ............................................................. 17
IL MONFERRATO NELLA LETTERATURA ................... 18
SCOPRI IL MONFERRATO ........................................... 18
MONFERRATO PAESAGGI........................................... 19
IL MONFERRATO NELL’ISOLA DI PASQUA ................ 19
SOCIETÀ SAVONESE DI STORIA PATRIA .......................................................................... 20
ADESIONI...................................................................... 21
Pubblicato dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” il nuovo numero del suo organo di in... more Pubblicato dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” il nuovo numero del suo organo di informazione "Il Bollettino del Marchesato" in formato digitale (Adobe Acrobat) che viene inviato, gratuitamente, a tutti coloro che ne facciano richiesta. Il Bollettino, oltre ad informare riguardo alle iniziative del Circolo, propone saggi storici difficilmente reperibili in commercio.
In particolare nell’ultimo numero si segnala il contributo di Cinzia Montagna Il pane nero della penitenza. Taverne, pellegrini, banchetti e cibo quotidiano nel Medioevo. Riteniamo che il contenuto del saggio consenta, anche a un lettore privo di conoscenze specifiche in materia, di comprendere il mondo dell’alimentazione in un periodo storico fondamentale per la storia del “nostro” Monferrato, ma percorso da luoghi comuni, pregiudizi e molta approssimazione. Il lavoro di Cinzia Montagna rappresenta un nuovo importante passo per affrontare, a 360°, il mondo dell’enogastronomia collegato alla storia del Monferrato di unire storia, turismo ed enogastronomia.
Scrivo questo editoriale quando non si è ancora spento l'eco di un'iniziativa che, peccando d'imm... more Scrivo questo editoriale quando non si è ancora spento l'eco di un'iniziativa che, peccando d'immodestia, non esito a definire "evento" ovvero Fruscianti Vestimenti e Scintillanti Gioie svoltosi il 15 marzo presso Palazzo Monferrato in Alessandria. Le foto dell'iniziativa stanno riempiendo i social network e le pagine dei giornali non solo locali… un "evento" che sarà presentato, con il dovuto spazio nel prossimo numero del Bollettino ma, in questa sede, permettetemi di anticipare i ringraziamenti a chi mi ha affiancato "passo passo" ovvero: Cristina Antoni, Nadia Ghizzi, Giancarlo Malacarne e Luciano Tirelli a cui do un abbraccio sincero! Grazie alla collaborazione di Gianfranco Cuttica di Revigliasco la nostra Associazione è stata inserita tra i partner del progetto europeo Thetris: una nuova occasione per promuovere il nostro territorio e le sue potenzialità, forse ancora una volta più apprezzate all'estero che "a casa nostra"; il progetto ruoterà attorno alla valorizzazione e, in parte, alla riscoperta della figura del pontefice Pio V, papa Ghislieri. Ancora una volta la Fondazione CRAL ha individuato I Marchesi del Monferrato quali partner per un nuovo progetto: un ciclo di conferenze -nel mese di maggio -dedicate al tema Monferrato in Terrasanta: la conquista di un regno al tempo delle Crociate che prevede tre incontri che si propongono di ricostruire -con taglio divulgativo -le vicende dei Marchesi di Monferrato, dei loro alleati e dei loro nemici, all'interno di un complesso scacchiere politico che coinvolge il Sacro Romano Impero, l'Impero Bizantino, la Francia, l'Inghilterra e gli Ordini Cavallereschi.
Questo studio racconta la storia di una “emigrazione dimenticata”; un esodo “al contrario” rispet... more Questo studio racconta la storia di una “emigrazione dimenticata”; un esodo “al contrario” rispetto a quelli che hanno caratterizzato la storia, non solo italiana: un’emigrazione dal Nord al Sud.
Ricostruire vicende accadute oltre 900 anni fa non è un compito agevole: la documentazione in area piemontese e ligure è quasi inesistente; mentre quella in ambito siciliano non è sempre attendibile.
Risulta inoltre particolarmente difficoltosa la ricostruzione della genealogia di alcune delle famiglie Aleramiche trasferitesi in Sicilia; in particolare quella dei Lancia che ebbe in Bianca (figura approfondita in passato attraverso gli studi promossi dal compianto Renato Bordone) e in Galvano, i personaggi più influenti di un casato ancora ben radicato nell’isola.
La migrazione degli Aleramici e dei Lombardi in Sicilia proseguì – in modo consistente – almeno fino al Trecento, in un’epoca che vide la Sicilia interessata dalla dominazione di diverse dinastie: Arabi, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi. Si trattò di una migrazione “pacifica” che interessò, principalmente: nobili in cerca di affermazione, commercianti, allevatori, contadini (di particolare interesse la presenza di vignaioli) e, ovviamente, avventurieri.
La consistente presenza Aleramica nell’isola ha prodotto una contaminazione anche in ambito linguistico, ancora presente ai nostri giorni: la lingua Gallo-italica.
Riscoprire la Storia non vuol dire limitarsi all’analisi dei documenti, ma significa creare le premesse per nuove ed importanti opportunità: in ambito turistico attraverso la creazione di percorsi utili alla valorizzazione dei luoghi siciliani, liguri e piemontesi in cui vissero gli Aleramici; ed in ambito enogastronomico tramite i prodotti che si affermarono in epoca medievale e che ancora oggi rappresentano delle eccellenze per i rispettivi territori.
Questo libro intende anche promuovere il progetto Aleramici in Sicilia, avviato nel 2017 dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” – sostenuto dalle regioni Piemonte, Sicilia e Liguria – fortemente voluto da Fabrizio Di Salvo e dall’Autore. Il progetto intende creare un contenitore che permetta a territori, che oggi si presentano profondamente diversi, di ritrovarsi in un programma di respiro internazionale, nel rispetto delle tradizioni di una Sicilia che, in epoca medievale, rappresentò un vero “laboratorio” di accoglienza.
Desideriamo dedicare questo libro alla persona che per prima ha colto le potenzialità di una riscoperta dei rapporti tra l’area piemontese e ligure con la Sicilia: l’indimenticato Raoul Molinari – fondatore dell’Accademia Aleramica – che, dal 2006, promosse una serie d’iniziative in ambito convegnistico, turistico e che, per primo, tornò nell’isola per ripercorrere un “viaggio nella memoria”; il progetto Aleramici in Sicilia rappresenta il frutto dell’impegno di Raoul, interrotto nel dicembre 2009 a seguito della sua dolorosa scomparsa.
Numerosi sono gli studiosi che collaborano al progetto ed hanno contribuito anche alla stesura di questo lavoro; desidero citarle in ordine rigorosamente alfabetico: Francesco Barone, Ezio Barbieri, Henri Bresc, Alessandro Carassale, Diego Ciccarelli, Marco Devecchi, Nadia Ghizzi, Maurizio Alberto Carlo Gorra, Walter Haberstumpf, Salvatore Mangione, Vincenzo Moretti, Antonio Mursia, Riccardo Musso, Francesco Scalfari, Francesco Paolo Tocco.
Nella terza di copertina sono ricordate le numerose Istituzioni – in particolare l’Associazione per i Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato – che, sempre più numerose, collaborano al progetto; ricordo, inoltre, Vercelli Web che ci aiuta nella promozione e il Castello di Brolo che ha messo a disposizione, dell’Associazione che presiedo, l’indispensabile struttura logistica per operare in Sicilia.
Un fondamentale ringraziamento spetta al Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria che, anche in questa circostanza, ha assicurato l’indispensabile sostegno economico al progetto.
Collana “Studi sul Monferrato”
Febbraio 2018
100 pagine con illustrazioni
Formato: 16 x 24 cm.
Prezzo: Euro 12,00 (i.i.)
ISBN 978–88–97103–10–3
Il Volume è disponibile esclusivamente richiedendolo all’Editore:
Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” e-mail: info@marchesimonferrato.com
Sarà dedicato alla presentazione dell’Archivio digitalizzato per i documenti riguardanti la Stori... more Sarà dedicato alla presentazione dell’Archivio digitalizzato per i documenti riguardanti la Storia del Marchesato di Monferrato, l’Incontro che si terrà presso la Sala Consiliare del Comune, via Goffredo Mameli n. 10 Casale Monferrato - giovedì 23 febbraio 2017 con inizio alle ore 17,30.
L’incontro dedicato all’Archivio storico del Monferrato è organizzato dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” con il Patrocinio del Comune di Casale Monferrato.
L’incontro sarà aperto dal saluto dell’Assessore Daria Carmi, seguirà l’intervento di Roberto Maestri.
A conclusione di un intenso lavoro, avviato nel 2011, è stato attivato il Centro di documentazione storico digitale Archivio Monferrato raggiungibile all’indirizzo www.archiviomonferrato.com – sottolinea Roberto Maestri, presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” - Associazione che ha ideato il progetto realizzato dalla Linelab di Alessandria con il sostegno della Regione Piemonte, della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e della Fondazione CRT.
Oltre duemilacinquecento schede sono già disponibili per la consultazione. Un lavoro che permette, già oggi, di ottenere un quadro completo delle oltre cinquecento località storicamente appartenute al Monferrato e delle biografie dei suoi Marchesi e Duchi, mentre procede la schedatura degli edifici (fortificati e religiosi), delle monete, delle opere d’arte e, soprattutto, delle innumerevoli pubblicazioni (libri e saggi) che trattano tematiche legate al Monferrato. Prossimamente il Comitato Scientifico si occuperà della gestione dei regesti, degli statuti e dell’inserimento dei link dei principali documenti che rinvieranno ai siti degli Istituti depositari (in primo luogo gli Archivi di Stato competenti). Si tratta di un immenso lavoro che, nei prossimi anni, permetterà al portale di contenere decine di migliaia di schede.
Il Comitato Scientifico è composto dal responsabile Pierluigi Piano e dai collaboratori: Paolo Balbarani, Giorgio Dell’Oro, Walter Haberstumpf, Roberto Maestri, Manuela Meni, Giancarlo Patrucco, Blythe Alice Raviola, Dionigi Roggero, Sergio Schiavi. La segreteria è curata da Nadia Ghizzi, mentre Cinzia Montagna cura l’ufficio stampa e comunicazione.
L’accesso al portale consente, previa la registrazione gratuita, la possibilità di consultare tutti i materiali, in alcuni casi, liberamente scaricabili. Gli Utenti potranno interagire con il Comitato Scientifico anche utilizzando la messaggistica disponibile in ogni singola scheda; si ritiene, infatti, fondamentale fornire osservazioni e integrazioni.
Grazie al suo innovativo portale il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” rende disponibile uno strumento fondamentale, non solo per ricercatori e studenti, ma anche per promuovere turisticamente il Monferrato, accedendo a contenuti scientificamente corretti.
“La finalità dell’Archivio è di contribuire alla crescita del territorio Monferrato in una prospettiva integrata fra ricerca scientifica e promozione territoriale – spiega Maestri -. I contenuti inseriti possono essere fruiti non soltanto in ambito strettamente scientifico, ma anche per la realizzazione di itinerari ed eventi di valorizzazione”.
L’Archivio mette a disposizione del pubblico un patrimonio di informazioni che riguardano oltre sette secoli di una prestigiosa storia, oggi più che mai attuale, considerando le opportunità che l’Europa e l’UNESCO offrono al nostro territorio.
a cura di Roberto Maestri Scritti di: Angelo Arata, Eugenio Garoglio, Roberto Maestri, Giancarlo... more a cura di Roberto Maestri
Scritti di: Angelo Arata, Eugenio Garoglio, Roberto Maestri, Giancarlo Malacarne, Francesco Melli, Cinzia Montagna, Raffaele Tamalio, Paola Venturelli.
n° pagine: 260 con illustrazioni Formato: 16 x 24 cm.
Prezzo: Euro 15,00 - ISBN 978–88–97103–09–7
Per la prima volta il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” ha scelto di dedicare un volume a un personaggio “non monferrino”: Ferdinando Gonzaga. Ovviamente non si tratta di una scelta fuori luogo, considerato che Ferdinando fu duca, non solo di Mantova, ma anche di Monferrato nonché protagonista di una vicenda sentimentale – a dir poco tormentata – con la contessa casalese Camilla Faà.
Come esposto nel saggio di Roberto Maestri, dedicato alla biografia del Duca, appare quanto meno sorprendente che non sia stata precedentemente stilata una biografia di un personaggio di grandissimo interesse più per le sue capacità di studioso che per le sue attitudini al comando. Invece gli studi a lui dedicati si sono limitati ad approfondire gli aspetti – per altro vasti e di grande interesse – del collezionismo e del patrocinio di artisti che, anche grazie a lui, permisero a Mantova di assumere il ruolo di una capitale europea della cultura: ruolo che può autorevolmente aspirare a rivestire anche ai nostri giorni.
La figura di Ferdinando Gonzaga assume grande rilievo anche per il Monferrato; certo un rilievo legato a un triste periodo della nostra storia: gli anni della peste di manzoniana memoria ma, soprattutto, del conflitto che coinvolse Francia e Spagna – con i Savoia interessati a occupare il territorio monferrino – e che Angelo Arata ha perfettamente tratteggiato nel suo saggio. Fu dunque esclusivamente negativo il periodo di governo ferdinandeo per il nostro Monferrato? Non ci sentiamo di affermarlo in termini assoluti e crediamo che alcuni spunti positivi emergano dalla lettura dei contributi che troverete nel libro.
Il volume ha cercato di privilegiare alcuni degli aspetti meno noti della vita di Ferdinando, volutamente trascurando l’interesse per l’ambito artistico che caratterizzò l’intera esistenza del Duca, anche se – grazie ai saggi di Giancarlo Malacarne e Paola Venturelli – sono stati posti in rilievo alcuni aspetti particolari della sua passione per il collezionismo.
Il saggio di Raffaele Tamalio ci illustra una curiosa vicenda che si dipana tra le corti di Mantova e di Parma, provocando inattese ripercussioni anche per il nostro Monferrato: una vicenda riguardo alla quale sono, recentemente, emersi nuovi documenti che ci dimostrano - qualora ciò fosse necessario - come la storia sia viva, sempre “in movimento”.
È importante ricordare come, rispettando la consuetudine dell’Associazione, il volume raccolga i frutti di un percorso celebrativo avviato nel 2013 – ricordando il IV Centenario dell’investitura di Ferdinando Gonzaga a duca di Mantova e di Monferrato – che ha visto impegnati in un percorso di ricerca e divulgazione, un vasto numero di studiosi di area non solo monferrina e mantovana di cui, alcuni, hanno offerto la loro collaborazione per la realizzazione di questo libro. Il volume riprende anche un percorso, avviato nel 2008 e mai interrotto, di riscoperta e valorizzazione della storia del Monferrato Gonzaghesco - che Blythe Alice Raviola, per prima, ha avuto il merito di “far uscire dalle nebbie” - anche nell’auspicio di promuovere una sempre maggiore collaborazione tra i territori, non solo in ambito culturale, ma anche turistico ed enogastronomico.
Questo libro rappresenta - sempre nel segno della promozione del territorio e della continuità del nostro impegno - un ponte ideale tra le celebrazioni del 2013 e quelle del 2016, anno dedicato al ricordo del quarto centenario del “matrimonio segreto” tra Ferdinando Gonzaga e Camilla Faà; tema particolarmente caro a Cinzia Montagna, autrice - in questo volume - di un interessante approfondimento.
Termino ricordando come la realizzazione di questo volume sia stata resa possibile grazie alla disponibilità degli Autori - di cui si pubblicano gli studi - delle diverse Istituzioni ricordate nel volume e soprattutto grazie al sostegno economico della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Fondazione CRT e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, le quali hanno, perfettamente compreso la valenza di un progetto di valorizzazione del territorio che oggi, grazie alla recente iscrizione dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato alla lista del Patrimonio Mondiale Unesco, ci unisce ancora di più a Mantova ed a Sabbioneta che questo riconoscimento lo hanno ottenuto nel 2008: ancora una volta la Storia ci offre straordinarie opportunità, a noi il compito di saperle cogliere.
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Circolo Culturale "I Marchesi del Monferrato" e-mail: info@marchesimonferrato.com
Quando nel 2012, con l’amico Pierluigi Piano, cominciammo a ragionare sull’opportunità di pubblic... more Quando nel 2012, con l’amico Pierluigi Piano, cominciammo a ragionare sull’opportunità di pubblicare un volume che raccogliesse il materiale di studio sulla figura di Facino Cane non ci eravamo minimamente resi conto della vastità del compito che stavamo per intraprendere.
Il silenzio sceso da decenni sulla figura del condottiero ci aveva, erroneamente, convinti che il materiale da esaminare fosse sostanzialmente limitato a quanto già noto e studiato da chi ci aveva preceduti; una constatazione in parte corretta, ma che non teneva conto di un aspetto fondamentale: si trattava perlopiù di studi “ostili” a Facino, caratterizzati spesso dalla volontà – manifestatasi già dopo la sua morte – di rimuoverne la memoria o, quanto meno, di avvolgerla in un manto di quasi totale negatività. Sotto questo punto di vista nemmeno Nino Valeri, il suo biografo più autorevole, era sfuggito alla regola.
Con il trascorrere dei mesi, e grazie ai contributi di autorevoli studiosi, di cui alcuni coinvolti in questo progetto editoriale, è emerso un quadro sostanzialmente diverso del condottiero: ovvero quello di un uomo con un progetto ben preciso, quello di costruire un proprio Stato a discapito dei potentati confinanti (Ducato di Milano, Contea di Savoia, Repubblica di Genova e Marchesato di Monferrato). Come sapientemente dimostrato da Pierluigi Piano, il disegno di Facino prevedeva il controllo delle acque – fiumi e laghi – che gli garantiva automaticamente il controllo delle vie di comunicazione e di conseguenza una più agevole conservazione del potere. La quasi totale distruzione degli archivi trecenteschi, e la conseguente mancanza di quella che noi riteniamo essere stata la cancelleria del Cane, non ci aiuta a comprendere se il disegno del condottiero prevedesse anche una capitale per il suo Stato, probabilmente sì, forse Alessandria? Più probabilmente Pavia o addirittura Milano? Domande cui non siamo, oggi, in grado di rispondere e non lo saremo nemmeno in futuro salvo il riemergere di documenti a noi sconosciuti.
Le pagine di questo volume aiuteranno il lettore a meglio comprendere il disegno del condottiero le cui gesta, proseguite senza soluzione di continuità per un trentennio – aspetto di per sé straordinario – interessarono circa 240 località italiane, e gli valsero non solo il rispetto dovuto al timore ma anche, e soprattutto, la considerazione dei contemporanei che lo giudicarono come “uomo del suo tempo” ovvero protagonista di atti sì crudeli ma comuni all’epoca in cui visse; la differenza sostanziale fu che il Cane, diversamente da altri condottieri, seguì un progetto – magari disordinato – finalizzato alla costruzione di un suo Stato.
I colleghi che hanno collaborato a questo volume hanno cercato – forti delle loro competenze – di presentarci la figura di Facino Cane nel suo complesso universo, fatto di vicende militari (e qui trova particolare rilievo il saggio dedicato alle armi), alle località in cui operò, ma anche ai sentimenti attraverso la sfortunata vicenda della sua consorte Beatrice.
Come noto poco c’è giunto a livello di testimonianze materiali coeve di Facino Cane: la memoria della bandiera, il sigillo, un busto e un ritratto ottocenteschi… nulla di più; siamo certi che molto altro esisteva ma tutto è stato cancellato attraverso un preciso disegno perpetrato da molti, primo tra tutti Filippo Maria Visconti il quale, come noto, consolidò il suo potere proprio grazie al patrimonio di Facino.
Il repertorio delle fonti archivistiche e l’ampio elenco bibliografico contribuiranno a rendere più agevole il compito di chi, ci auguriamo, vorrà proseguire negli studi e nelle ricerche riguardanti il condottiero.
Non posso esimermi dal ricordare il lungo e articolato percorso celebrativo dedicato a Facino Cane - avviato nel 2012 e non ancora concluso - con le celebrazioni per il VI centenario della morte, e che come potete leggere nella III di copertina ha coinvolto un numero considerevole di Istituzioni pubbliche e private, che hanno consentito, nel 2012, lo svolgimento di molte iniziative in diverse località in ambito nazionale, consentitemi di ricordarne alcune: innanzitutto i Convegni Facino Cane e Filippo Maria Visconti: l’Oltregiogo Genovese tra Trecento e Quattrocento tenutosi il 19 maggio presso la Fortezza di Gavi - Riflessioni sul piccolo Stato. Dall'esperienza di un condottiero all’articolazione territoriale dell'Italia settentrionale (secc. XIV-XVI) tenutosi il 7 luglio presso il Museo del Vetro di Altare - Un protagonista del Quattrocento: Facino Cane tenutosi il 2 settembre presso il Comune di Frassineto Po - Facino Cane signore di Valenza tenutosi il 6 ottobre presso il Comune di Valenza.
Altri momenti significativi sono stati: il 14 aprile presso il Palazzo Paleologo di Trino ed il 21 aprile presso l’Archivio di Stato di Varese in cui è stato presentato il progetto del VI centenario della morte di Facino Cane (1412-2012) – l’1 settembre presso il Complesso di San Francesco di Cassine con la conferenza Facino Cane e le fortificazioni: un difficile rapporto – il 27 settembre presso l’Archivio di Stato di Bergamo con l’incontro Un protagonista del Quattrocento nel centenario della sua morte: Facino Cane e Bergamo – il 28 settembre presso l’Archivio di Stato di Varese con il convegno Facino Cane, Signore di Varese, 1409 – il 4 ottobre presso la Biblioteca civica di Mortara con il convegno Facino Cane, 1409, Signore di Mortara – il 5 ottobre presso il Parco Storico del Basso Monferrato (Story Park) di Gabiano con la conferenza Il paesaggio violato. “L’arte” del saccheggio: Facino Cane e le compagnie di ventura – il 31 ottobre presso la Cappella Ghisilardi della Basilica di San Domenico a Bologna con la conferenza Facino Cane a Bologna. Il percorso celebrativo è stato accompagnato dalla pubblicazione “Facino Cane condottiero italiano”, a cura di Pierluigi Piano.
È doveroso evidenziare come la realizzazione di questo volume sia stata resa possibile grazie alla disponibilità degli Autori, di cui si pubblicano i saggi, di diverse Istituzioni ricordate nel volume e soprattutto grazie al sostegno economico della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Fondazione CRT e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, le quali hanno, ancora una volta, compreso come la promozione del nostro Monferrato debba, obbligatoriamente, passare attraverso la conoscenza della sua storia secolare; una storia fatta anche di personaggi quali Facino, condannati dalla storia ma protagonisti di un’epoca in cui il Marchesato di Monferrato – grazie anche all’azione politica e militare del marchese Teodoro II Paleologo – raggiunse la sua massima estensione.
ROBERTO MAESTRI
Presidente Circolo Culturale "I Marchesi del Monferrato"
Ci sono gure che hanno attirato l'attenzione d'illustri studiosi ma che nella loro terra restano ... more Ci sono gure che hanno attirato l'attenzione d'illustri studiosi ma che nella loro terra restano semi sconosciute, spesso avvolte di un'aurea leggendaria che prevale su gesta che hanno invece sollecitarono l'interesse dei contemporanei. Uno di questi casi, sicuramente tra i più eclatanti, è quello del marchese Guglielmo VII -tra i più illustri principi del Duecento -che meritò l'immortalità grazie ai versi che gli dedicò Dante Alighieri nel VII canto del Purgatorio. Malgrado ciò la fama del "Gran Marchese" resta con nata all'episodio più inglorioso della sua esistenza: la cattura, con l'inganno, e la prigionia "in una gabbia" che segnò la ne della sua esistenza. Davvero poca cosa se confrontata a un arco temporale di una trentina di anni in cui Guglielmo recitò un ruolo da protagonista nell'Italia nord occidentale, divenendo signore o capitano d'importanti Comuni quali Alba, svolgendo un'incessante attività politica anche in ambito francese e spagnolo e ponendo le basi, attraverso il matrimonio della glia, per la venuta in Monferrato dei Paleologo, imperatori di Bisanzio.
un ruolo di protagonista del Rinascimento: con lei il Monferrato si apre al respiro della politic... more un ruolo di protagonista del Rinascimento: con lei il Monferrato si apre al respiro della politica internazionale ed alla grande cultura mantovana. Per comprendere l'importanza della gura di Margherita è su ciente leggere, nelle prossime pagine, la presentazione che ci o re Ra aele Tamalio, studioso mantovano, autore di diverse biogra e della famiglia Gonzaga per conto del Dizionario Biogra co degli Italiani; sono certo che gli aspetti salienti della vita della Paleologa stimoleranno sicuramente il lettore nell'approfondimento di questo pro lo di grande interesse per le vicende europee. Con il governo di Margherita Paleologo si apre una nuova fase per il Monferrato: già geogra camente diviso in due tronconi dal cuneo del Ducato di Milano, si trova ora ad essere amministrato dal potere esercitato da un luogo posto al di fuori dei suoi con ni tradizionali storici: la Mantova dei Gonzaga. L'unica via di comunicazione a dabile è il Po, vera autostrada del Rinascimento, in quanto navigabile per il suo intero percorso da Torino a Venezia. Il ume assume particolare importanza consentendo il collegamento, non solo commerciale, tra Mantova e Casale: le merci provenienti dalla capitale dei Gonzaga sbarcano a Frassineto Po per essere poi trasportate nelle località monferrine, da cui partono per Mantova altri prodotti, in particolare i vini. Contrariamente a quanto ritenuto dalla passata storiogra a, il lungo possesso mantovano del Monferrato -dal 1536 al 1708 -è caratterizzato da aspetti di grande interesse: basti pensare al recupero delle terme di Acqui (grazie all'intervento di Guglielmo Gonzaga, glio di Margherita), alla protezione delle comunità ebraiche, alla conservazione della zecca di Casale, al culto della Madonna di Crea, il cui santuario sarà valorizzato ed ampliato proprio a cominciare dal periodo di governo di Margherita Paleologo. L'inserimento di una proposta di itinerario turistico che valorizza un percorso tra il Monferrato e Mantova, oltre all'inserimento delle iniziative celebrative all'interno dei percorsi enogastronomici promossi da Il Club di Papillon, rende questo progetto adatto ad un ampio pubblico. Il progetto celebrativo dedicato alla Duchessa si ra orza anche grazie alla sua collocazione nella rassegna Paesaggi e Castelli, promossa dalla Provincia di Alessandria, a testimoniare l'attenzione ed il sostegno riservato all'iniziativa sia da Enti sia da Associazioni, non solo culturali. Questa pubblicazione rappresenta quindi un'esortazione ed uno stimolo, in occasione delle celebrazioni per il V Centenario della nascita di Margherita Paleologo, a conoscere un Monferrato gonzaghesco per troppo tempo trascurato dalla storiogra a e non solo. Nell'augurarvi una piacevole lettura, vi invito a visitare il nostro sito internet www.marchesimonferrato.com all'interno del quale troverete molti approfondimenti di carattere storico e il costante aggiornamento delle iniziative celebrative alle quali siete calorosamente invitati a partecipare. Il presidente del Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato Roberto Maestri Margherita Paleologo, duchessa di Mantova e Monferrato II -Il matrimonio 4 5 Lo stemma dei Gonzaga Lo stemma di Margherita Paleologo Tiziano: Federico II Gonzaga, Museo del Prado, Madrid Uno dei piatti realizzati da Nicola da Urbino come regalo di nozze di Isabella d'Este Macrino d'Alba: ritratto di Anne d'Alençon Crea, Santuario dell'Assunta I -Le origini. Margherita Paleologo nacque in una casata che poteva vantare origini e parentele principesche tra le più titolate: il padre discendeva dai Paleologo, imperatori romani d'oriente dal 1261 al 1453, la madre, da parte sua, era certamente fiera di avere un fratello, Carlo d'Alençon, andato in sposo a Margherita di Valois, sorella del re di Francia Francesco I. Nonostante ciò, Margherita non venne al mondo per regnare.
2 La storiografia ha fermamente condannato Ferdinando Gonzaga, duca di Mantova e di Monferrato, p... more 2 La storiografia ha fermamente condannato Ferdinando Gonzaga, duca di Mantova e di Monferrato, personaggio discusso e discutibile (1613)(1614)(1615)(1616)(1617)(1618)(1619)(1620)(1621)(1622)(1623)(1624)(1625)(1626), giudicandolo inetto all'esercizio del potere. Personalmente non mi sento di condividere, in senso assoluto, un così drastico giudizio. Ritengo che il Duca sia stato semplicemente "l'uomo sbagliato nel posto sbagliato".
Una scelta certamente coraggiosa quella della nostra Associazione di celebrare la gura di Facino ... more Una scelta certamente coraggiosa quella della nostra Associazione di celebrare la gura di Facino Cane, un uomo che la storia ha giudicato in modo totalmente negativo, come spesso accade quando il protagonista non ha lasciato alcun ricordo positivo nella sua esistenza. Certo trovare episodi che non siano sanguinari nella vita di Facino è un'impresa praticamente impossibile; egli trascorse l'intera vita a combattere senza sosta i suoi molti nemici e, forse, solo negli ultimi anni maturò in lui il desiderio di realizzare un suo Stato -della cui cancelleria il sigillo, che qui riproduciamo, rappresenta una preziosa testimonianza -e di conseguenza un'esistenza meno instabile. Lo scritto che presentiamo, frutto dell'attento lavoro di Pierluigi Piano, approfondisce i contenuti della scheda, dedicata al condottiero, pubblicata sul Dizionario Biogra co degli Italiani. La lettura del testo non è certo semplice, ma troppi sono gli eventi di cui Facino è stato protagonista ed abbiamo ritenuto indispensabile, per non smarrire il lo del discorso, seguire il tto ordine cronologico delle vicende. Estremamente impegnativa è stata la ricerca delle immagini che accompagnano la pubblicazione, ad iniziare dalla ricostruzione del sigillo del condottiero (ripreso dalla pubblicazione ottocentesca dello storico milanese Galli), opera resa possibile grazie all'attento lavoro del nostro visual designer Carlo Ponzano. Questo testo accompagnerà l'intero percorso celebrativo dedicato al VI Centenario della morte di Facino Cane (1412-2012), evento di grande rilievo -come testimoniato dagli autorevoli patrocini -in quanto la scomparsa di Facino causò un ulteriore stravolgimento all'interno dei di cili rapporti politici dell'Italia nord-occidentale, in quel Quattrocento di cui il condottiero casalese fu uno dei principali protagonisti. La celebrazione della data della morte di Facino rappresenta quindi un'importante occasione di studio e di analisi delle complesse vicende che caratterizzarono l'intera sua esistenza: a partire dagli episodi di carattere militare -basti pensare alle ben oltre duecento località predate nel corso delle sue imprese -e approfondendo anche quelli politici che contraddistinsero non solo l'esistenza del capitano di ventura, ma anche la storia del Monferrato in ambito nazionale e internazionale. È doveroso evidenziare come la realizzazione di questa pubblicazione sia stata resa possibile grazie al sostegno economico della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Provincia di Alessandria, della Fondazione CRT e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, le quali hanno, ancora una volta, compreso come la promozione del nostro Monferrato debba, obbligatoriamente, passare attraverso la conoscenza della sua storia secolare; una storia fatta anche di personaggi quali Facino, condannati dalla storia ma protagonisti di un'epoca in cui il Marchesato di Monferrato -grazie anche all'azione politica e diplomatica di Teodoro II Paleologo -raggiunse la sua massima estensione. Nell'augurarvi una piacevole lettura, vi invito a visitare il nostro sito internet www.marchesimonferrato.com all'interno del quale troverete molti approfondimenti di carattere storico e il costante aggiornamento delle iniziative celebrative alle quali siete calorosamente invitati a partecipare.
EDITORIALE ....................................................................... 2 CALENDARIO A... more EDITORIALE ....................................................................... 2
CALENDARIO ATTIVITÀ ..................................................... 2
NOTA SU NINO BERRINI .................................................. 3
GIOVANNI II PALEOLOGO, MARCHESE DI MONFERRATO............................................................ 10
PAESAGGIO UNESCO E INFERNOT .................................................................. 10
FACINO CANE A VARESE ........................................................................ 11
CITTADELLE VISCONTEE ............................................ 11
VALIANT & NOBLE MARQUIS ..................................................................... 12
GUGLIELMO VII SIGNORE DI MILANO ...................... 13
IL MONFERRATO E LA SUA STORIA ............................ 14
FACINO CANE SIGNORE DI BREME ............................ 15
LA STORIA DEL TERRITORIO SULLE CARTE STORICHE ................................................................ 15
QUANDO MONASTERO ERA AL CENTRO DELL’EUROPA............................................................... 16
LA MEMORIA DEL MONFERRATO ............................................................. 17
IL MONFERRATO NELLA LETTERATURA ................... 18
SCOPRI IL MONFERRATO ........................................... 18
MONFERRATO PAESAGGI........................................... 19
IL MONFERRATO NELL’ISOLA DI PASQUA ................ 19
SOCIETÀ SAVONESE DI STORIA PATRIA .......................................................................... 20
ADESIONI...................................................................... 21
Pubblicato dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” il nuovo numero del suo organo di in... more Pubblicato dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” il nuovo numero del suo organo di informazione "Il Bollettino del Marchesato" in formato digitale (Adobe Acrobat) che viene inviato, gratuitamente, a tutti coloro che ne facciano richiesta. Il Bollettino, oltre ad informare riguardo alle iniziative del Circolo, propone saggi storici difficilmente reperibili in commercio.
In particolare nell’ultimo numero si segnala il contributo di Cinzia Montagna Il pane nero della penitenza. Taverne, pellegrini, banchetti e cibo quotidiano nel Medioevo. Riteniamo che il contenuto del saggio consenta, anche a un lettore privo di conoscenze specifiche in materia, di comprendere il mondo dell’alimentazione in un periodo storico fondamentale per la storia del “nostro” Monferrato, ma percorso da luoghi comuni, pregiudizi e molta approssimazione. Il lavoro di Cinzia Montagna rappresenta un nuovo importante passo per affrontare, a 360°, il mondo dell’enogastronomia collegato alla storia del Monferrato di unire storia, turismo ed enogastronomia.
Scrivo questo editoriale quando non si è ancora spento l'eco di un'iniziativa che, peccando d'imm... more Scrivo questo editoriale quando non si è ancora spento l'eco di un'iniziativa che, peccando d'immodestia, non esito a definire "evento" ovvero Fruscianti Vestimenti e Scintillanti Gioie svoltosi il 15 marzo presso Palazzo Monferrato in Alessandria. Le foto dell'iniziativa stanno riempiendo i social network e le pagine dei giornali non solo locali… un "evento" che sarà presentato, con il dovuto spazio nel prossimo numero del Bollettino ma, in questa sede, permettetemi di anticipare i ringraziamenti a chi mi ha affiancato "passo passo" ovvero: Cristina Antoni, Nadia Ghizzi, Giancarlo Malacarne e Luciano Tirelli a cui do un abbraccio sincero! Grazie alla collaborazione di Gianfranco Cuttica di Revigliasco la nostra Associazione è stata inserita tra i partner del progetto europeo Thetris: una nuova occasione per promuovere il nostro territorio e le sue potenzialità, forse ancora una volta più apprezzate all'estero che "a casa nostra"; il progetto ruoterà attorno alla valorizzazione e, in parte, alla riscoperta della figura del pontefice Pio V, papa Ghislieri. Ancora una volta la Fondazione CRAL ha individuato I Marchesi del Monferrato quali partner per un nuovo progetto: un ciclo di conferenze -nel mese di maggio -dedicate al tema Monferrato in Terrasanta: la conquista di un regno al tempo delle Crociate che prevede tre incontri che si propongono di ricostruire -con taglio divulgativo -le vicende dei Marchesi di Monferrato, dei loro alleati e dei loro nemici, all'interno di un complesso scacchiere politico che coinvolge il Sacro Romano Impero, l'Impero Bizantino, la Francia, l'Inghilterra e gli Ordini Cavallereschi.
Asti, mercoledì 12 settembre 2018 – ore 15,00 Palazzo Borello – piazza Medici n. 8 In occasione ... more Asti, mercoledì 12 settembre 2018 – ore 15,00
Palazzo Borello – piazza Medici n. 8
In occasione del Concorso Enologico Nazionale Douja d’Or la Camera di Commercio di Asti ed il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” organizzano l’incontro:
Aleramici in Sicilia
Personaggi Astigiani e “Lombardi” protagonisti di una emigrazione medievale
Intervengono:
Roberto Maestri (Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”)
Gli Aleramici nella Sicilia Arabo-Normanna
Ezio Barbieri (Università di Pavia)
I lombardi di Corleone
Una migrazione dugentesca di un gruppo ben determinato
Una memoria volutamente sradicata nei luoghi di partenza
Riccardo Musso (Istituto Internazionale di Studi Liguri)
Gli Aleramici Del Carretto, dalla Liguria alla Sicilia
Ezio Claudio Pia (Centro di Ricerca sulle Istituzioni e le Società Medievali)
Aleramici “dal Piemonte al Regno di Sicilia”.
Il contributo di Renato Bordone
Proiezione del promo del documentario:
Aleramici in Sicilia
Viaggio nel cuore della Sicilia Aleramica Normanna
Seguirà Buffet
Il Convegno prende spunto dal racconto di una emigrazione medievale dal Piemonte verso la Sicilia governata dai Normanni che coinvolse migliaia di persone impegnate a ripopolare una terra fertile ed accogliente: cominciò così una storia, durata oltre tre secoli, che vide protagonisti: nobili, commercianti, artigiani, contadini, avventurieri.
Il fenomeno migratorio inizia nell’XI secolo, quando gli abitanti provenienti dalla Marca Aleramica (comprendente il Monferrato, l’Astigiano, le Langhe e il Savonese), e da limitate aree occidentali della Lombardia e dell’Emilia, raggiungono la Sicilia. Il processo migratorio assume particolare rilievo per la presenza degli esponenti di alcune importanti famiglie feudali Aleramiche: i del Vasto, i Marchesi di Monferrato gli Agliano, i Del Carretto, gli Incisa. Nel corso della seconda metà del XIII secolo si verifica un ulteriore flusso migratorio che coinvolge l’Alessandrino, il Tortonese e l’Oltrepò.
Gli Aleramici si confrontarono con Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi conservando la loro identità ma dimostrandosi sempre aperti al confronto con altre culture. Sono oltre settanta le località Siciliane in cui risultano attestati abitanti provenienti dalla Marca Aleramica, tra cui Piazza Armerina che fu costruita nel 1163 e popolata da abitanti provenienti dai nostri territori: l’unica città fondata dagli Aleramici si trova in Sicilia!
Venne a formarsi un’isola linguistica Gallo-italica all’interno della Sicilia: la parlata degli abitanti provenienti dal nord Italia si è mantenuta a lungo in Sicilia ed esistono ancora quattordici Comuni dove la parlata gallo-italica si è conservata nella sua forma originaria.
Aleramici in Sicilia non intende comunque limitarsi alla riscoperta, e valorizzazione, dei legami storici tra i territori, ma intende offrire un’opportunità per lo sviluppo di progetti in ambito turistico ed enogastronomico sotto l’egida dei siti UNESCO de I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e della Fondazione UNESCO Sicilia.
Il progetto prevede l’organizzazione anche di eventi dedicati alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari che furono commercializzati all’epoca: con particolare attenzione alla vite, la cui coltivazione fu rivitalizzata in Sicilia proprio a seguito dell’arrivo degli Aleramici; particolarmente importante la riscoperta del commercio dei vini in epoca medievale ed in età moderna.
In occasione del Convegno sarà anche presentata l’iniziativa – sostenuta dalla Camera di Commercio di Asti – Dalle terre degli Aleramici alla Sicilia. La migrazione “Lombarda” nella Sicilia arabo-normanna che si svolgerà in Sicilia dal 5 al 7 ottobre e che prevede appuntamenti a Palermo (dove si terrà un Convegno, una Rievocazione Storica ed una Esposizione dei Prodotti Tipici piemontesi e siciliani) a Corleone e a Piazza Armerina.
Aleramici in Sicilia è un progetto pluriennale – avviato nel giugno 2017 – ideato da Fabrizio Di Salvo e Roberto Maestri con il patrocinio della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Regione Siciliana e della Regione Liguria; il progetto rientra nell’ambito delle iniziative sostenute dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e dalla Fondazione CRT.
Torino, 12 maggio 2018 – ore 15,00 Lingotto Fiere, via Nizza n. 280 – Sala Arancio Aleramici in ... more Torino, 12 maggio 2018 – ore 15,00
Lingotto Fiere, via Nizza n. 280 – Sala Arancio
Aleramici in Sicilia: storia di una emigrazione dimenticata
Modera: Efrem Bovo
Intervengono: Nadia Ghizzi – Walter Haberstumpf – Roberto Maestri – Riccardo Musso – Blythe Alice Raviola
Aleramici in Sicilia è un progetto pluriennale – avviato nel giugno 2017 – ideato da Fabrizio Di Salvo e Roberto Maestri con il patrocinio della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Regione Siciliana e della Regione Liguria; il progetto rientra nell’ambito delle iniziative sostenute dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e dalla Fondazione CRT.
Aleramici in Sicilia prende spunto dal racconto di una emigrazione medievale dal Piemonte verso la Sicilia governata dai Normanni – sottolinea Roberto Maestri, presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” – che coinvolse migliaia di persone impegnate a ripopolare una terra fertile ed accogliente: cominciò così una storia, durata oltre tre secoli, che vide protagonisti: nobili, commercianti, artigiani, contadini, avventurieri.
Il fenomeno migratorio inizia nell’XI secolo, quando gli abitanti provenienti dalla Marca Aleramica (comprendente il Monferrato, le Langhe e il Savonese), e da limitate aree occidentali della Lombardia e dell’Emilia, raggiungono la Sicilia. Il processo migratorio assume particolare rilievo per la presenza degli esponenti di alcune importanti famiglie feudali Aleramiche: i del Vasto, i Marchesi di Monferrato gli Agliano, i Del Carretto, gli Incisa. Nel corso della seconda metà del XIII secolo si verifica un ulteriore flusso migratorio che coinvolge l’Alessandrino, il Tortonese e l’Oltrepò. Viene così a formarsi un’isola linguistica Gallo-italica all’interno della Sicilia: la parlata degli abitanti provenienti dal nord Italia si è mantenuta a lungo in Sicilia ed esistono ancora quattordici Comuni dove la parlata gallo-italica si è conservata nella sua forma originaria.
Aleramici in Sicilia non intende comunque limitarsi alla riscoperta, e valorizzazione, dei legami storici tra i territori, ma intende offrire un’opportunità per lo sviluppo di progetti in ambito turistico ed enogastronomico sotto l’egida dei siti UNESCO de I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e della Fondazione UNESCO Sicilia.
È prevista la realizzazione di un itinerario, che si svilupperà attraverso i territori patrocinanti il progetto: lungo il percorso saranno evidenziate le tappe più significative e i luoghi fondamentali collegati alla presenza degli Aleramici sia in Sicilia sia nelle aree originarie di Piemonte e Liguria.
Si prevede l’organizzazione nei territori del Monferrato, delle Langhe, del Roero, della Sicilia, e del Savonese di eventi dedicati alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari che furono commercializzati all’epoca: con particolare attenzione alla vite, la cui coltivazione fu rivitalizzata in Sicilia proprio a seguito dell’arrivo degli Aleramici; particolarmente importante la riscoperta del commercio dei vini in epoca medievale ed in età moderna.
Tra le iniziative particolarmente attese, le sfilate in costume dei principali personaggi storici dell’epoca a cura di Cristina Antoni – dell’Associazione Cultura Viva di Alessandria – vestiti con i costumi dell’Associazione Principessa Valentina di Samantha Panza.
In occasione dell’incontro sarà presentato il volume Aleramici in Sicilia. Storia di una emigrazione dimenticata edito dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”.
Seguirà una riflessione sull’evoluzione del progetto Archivio Monferrato.
Novi Ligure (AL), sabato 5 maggio 2018 – ore 16.00 Sala conferenze della Casa del Giovane via Gag... more Novi Ligure (AL), sabato 5 maggio 2018 – ore 16.00
Sala conferenze della Casa del Giovane
via Gagliuffi
Conferenza
Novi monferrina?
Politica e guerra ai tempi del marchese Teodoro II Paleologo
Intervengono
Andrea Scotto (Associazione FormaCivicaNovi di Novi Ligure)
Roberto Maestri (Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato)
Giorgio Marenco (Studioso di tecniche di combattimento medievali)
L’Incontro è organizzato dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” e rientra tra le iniziative previste dal progetto VI centenario della morte di Teodoro II Paleologo, marchese di Monferrato che può contare su autorevoli patrocini tra cui quello della Regione Piemonte. L’incontro è inserito nella Rassegna Armi & Marchesi tra Medioevo e Rinascimento e si avvale del patrocinio della CISL Zona di Novi Ligure.
L’appuntamento rientra nell’ambito delle proposte curate da “I Marchesi del Monferrato” e sostenute dalla Regione Piemonte, dal Consiglio Regionale del Piemonte, dalla Fondazione CRT e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
L’incontro intende presentare la figura di colui che fu Marchese di Monferrato e Capitano di Genova.
Teodoro nasce nel 1364, terzogenito del marchese di Monferrato Giovanni II Paleologo e di Elisabetta di Maiorca e durante l’età giovanile è affidato alla tutela di Gian Galeazzo Visconti. Teodoro diventa Marchese di Monferrato il 27 settembre 1381.
I primi anni della politica di Teodoro mostrano fin da subito la forte personalità del marchese, protesa alla riconquista dei territori che per diverse cause erano stati sottratti al Marchesato; una sua peculiarità è quella di saper usare gli intrighi per sollevare le popolazioni soggette ai Savoia e agli Acaia contro i loro signori, come pure il suo atteggiamento nei confronti dei Visconti di volta in volta ostile o amico.
Fedele amico ed alleato di Teodoro è Facino Cane, capitano di ventura casalese, che per tutta la vita combatterà al fianco del Paleologo: Teodoro e Facino sono i protagonisti, non solo della storia del Monferrato, ma anche di quella dell’Italia nord-occidentale.
Teodoro è chiamato da Genova in qualità di Capitano del Popolo, il governo del Paleologo inizia il 6 settembre 1409 e non si limita all’amministrazione della Superba ma si estende all’intero territorio ligure.
Grazie all’abile azione politica e militare di Teodoro il Marchesato raggiunge la massima estensione territoriale della sua storia, incorporando importanti località.
Teodoro muore il 26 aprile 1418 a Moncalvo e viene sepolto nella chiesa di San Francesco.
La partecipazione è libera.
Seguirà Aperitivo.
Moncalvo, sabato 21 aprile 2018 – ore 15,00 Biblioteca Civica Montanari – piazzetta Buronzo n. 2 ... more Moncalvo, sabato 21 aprile 2018 – ore 15,00
Biblioteca Civica Montanari – piazzetta Buronzo n. 2
Convegno
Il Marchese di Monferrato Teodoro II Paleologo
Dalla residenza di Moncalvo alle imprese in Piemonte, Lombardia e Liguria
Introduce
Maria Rita Mottola (Associazione A.L.E.R.A.M.O. onlus)
Intervengono
Roberto Maestri (Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”)
Walter Haberstumpf (Centro di Ricerca sulle Istituzioni e le Società Medievali)
Eugenio Garoglio (Associazione di Ricostruzione storica Archibugieri di Monferrato)
Chiara Terrone (Filologa)
L’incontro intende presentare la figura di colui che fu Marchese di Monferrato e Capitano di Genova.
Teodoro nasce nel 1364, terzogenito del marchese di Monferrato Giovanni II Paleologo e di Elisabetta di Maiorca e durante l’età giovanile è affidato alla tutela di Gian Galeazzo Visconti. Teodoro diventa Marchese di Monferrato il 27 settembre 1381.
I primi anni della politica di Teodoro mostrano fin da subito la forte personalità del marchese, protesa alla riconquista dei territori che per diverse cause erano stati sottratti al Marchesato; una sua peculiarità è quella di saper usare gli intrighi per sollevare le popolazioni soggette ai Savoia e agli Acaia contro i loro signori, come pure il suo atteggiamento nei confronti dei Visconti di volta in volta ostile o amico.
Fedele amico ed alleato di Teodoro è Facino Cane, capitano di ventura casalese, che per tutta la vita combatterà al fianco del Paleologo: Teodoro e Facino sono i protagonisti, non solo della storia del Monferrato, ma anche di quella dell’Italia nord-occidentale.
Teodoro è chiamato da Genova in qualità di Capitano del Popolo: il governo del Paleologo inizia il 6 settembre 1409 e non si limita all’amministrazione della Superba ma si estende all’intero territorio ligure.
Grazie all’abile azione politica e militare di Teodoro il Marchesato raggiunge la massima estensione territoriale della sua storia.
Teodoro muore il 26 aprile 1418 a Moncalvo, sua residenza preferita, dove aveva indetto alcune adunate del Parlamento del Monferrato.
Seguirà la visita al complesso di San Francesco luogo di sepoltura di Teodoro II Paleologo.
Iniziativa per il
VI centenario della morte di
Teodoro II Paleologo, marchese di Monferrato
a cura del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”, Associazione A.L.E.R.A.M.O. onlus
con la collaborazione del Museo Leone di Vercelli, Italia Nostra, Progetto Città e Cattedrali
con il patrocinio della Regione Piemonte e del Consiglio Regionale del Piemonte
ed il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria
Vercelli, sabato 7 aprile – ore 16,00 Museo Leone – Casa Alciati, Sala d’Ercole via G. Verdi, 30 ... more Vercelli, sabato 7 aprile – ore 16,00
Museo Leone – Casa Alciati, Sala d’Ercole
via G. Verdi, 30
Conferenza
Teodoro II Paleologo,
un Marchese protagonista del Medioevo
Introduce
Maria Rita Mottola (Associazione A.L.E.R.A.M.O. onlus)
Interviene
Roberto Maestri (Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”)
Teodoro nasce nel 1364, terzogenito del marchese di Monferrato Giovanni II Paleologo e di Elisabetta di Maiorca e durante l’età giovanile è affidato alla tutela di Gian Galeazzo Visconti. Teodoro diventa Marchese di Monferrato il 27 settembre 1381.
I primi anni della politica di Teodoro mostrano fin da subito la forte personalità del marchese, protesa alla riconquista dei territori che per diverse cause erano stati sottratti al Marchesato; una sua peculiarità è quella di saper usare gli intrighi per sollevare le popolazioni soggette ai Savoia e agli Acaia contro i loro signori, come pure il suo atteggiamento nei confronti dei Visconti di volta in volta ostile o amico.
Fedele amico ed alleato di Teodoro è Facino Cane, capitano di ventura casalese, che per tutta la vita combatterà al fianco del Paleologo: Teodoro e Facino sono i protagonisti, non solo della storia del Monferrato, ma anche di quella dell’Italia nord-occidentale.
Teodoro è chiamato da Genova in qualità di Capitano del Popolo, il governo del Paleologo inizia il 6 settembre 1409 e non si limita all’amministrazione della Superba ma si estende all’intero territorio ligure.
Grazie all’abile azione politica e militare di Teodoro il Marchesato raggiunge la massima estensione territoriale della sua storia, incorporando importanti località tra cui Vercelli.
Teodoro muore il 26 aprile 1418 a Moncalvo e viene sepolto nella chiesa di San Francesco.
Iniziativa per il
VI centenario della morte di
Teodoro II Paleologo, marchese di Monferrato
a cura del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”, Associazione A.L.E.R.A.M.O. onlus
con la collaborazione del Museo Leone di Vercelli, Italia Nostra, Progetto Città e Cattedrali
con il patrocinio della Regione Piemonte e del Consiglio Regionale del Piemonte
ed il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria
Sarà dedicato alla riscoperta della presenza degli Aleramici, partiti dalle Langhe e giunti in Si... more Sarà dedicato alla riscoperta della presenza degli Aleramici, partiti dalle Langhe e giunti in Sicilia in epoca medievale, il Convegno che si terrà presso la Chiesa di San Sebastiano, via Umberto I n. 20-22, La Morra (CN) - giovedì 22 marzo 2018 con inizio alle ore 15,00.
Il Convegno, dedicato al tema Gli Aleramici, dalle Langhe alla Sicilia, un’emigrazione nel segno dell’UNESCO, è organizzato dall’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato con la collaborazione del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”, del Comune e del Club UNESCO di La Morra e rientra tra le iniziative previste dal progetto Aleramici in Sicilia che può contare su autorevoli patrocini tra cui quelli della Regione Piemonte, della Regione Siciliana, della Regione Liguria, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Fondazione UNESCO Sicilia, dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano, di Aleramo Onlus, del Centro Studi sul Paesaggio Culturale del Monferrato.
L’appuntamento rientra nell’ambito delle proposte curate da “I Marchesi del Monferrato” e sostenute dalla Regione Piemonte, dal Consiglio Regionale del Piemonte, dalla Fondazione Cassa CRT e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Maria Luisa Ascheri e della presidente del Club UNESCO Rosanna Boglietti, l’incontro sarà aperto da Roberto Cerrato (Site manager Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato) cui seguiranno le relazioni di Roberto Maestri (Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”); Paolo Francesco Tocco (Università di Messina); Riccardo Musso (Istituto Internazionale di Studi Liguri); Ezio Barbieri (Università di Pavia); Vincenzo Moretti (scrittore e docente).
L’incontro – sottolinea Roberto Maestri – prende spunto dai legami tra gli Aleramici e la Sicilia, che risultano assai più complessi ed articolati rispetto a quanto potrebbe apparire ad una prima analisi superficiale.
I collegamenti risalgono all’XI secolo, quando nobili, coloni, viticoltori e soldati provenienti dalla Marca Aleramica (comprendente le Langhe, il Monferrato e il Savonese), e piccole aree occidentali della Lombardia e dell’Emilia, raggiungono la Sicilia. Il processo migratorio assume particolare rilievo per la presenza degli esponenti di alcune importanti famiglie feudali Aleramiche: i del Vasto, gli Agliano, i Del Carretto, gli Incisa; oltre alla presenza, per esigenze militari e diplomatiche, dei Marchesi di Monferrato. Nel corso della seconda metà del XIV secolo si verificò un ulteriore flusso migratorio che coinvolse l’Alessandrino, il Tortonese e l’Oltrepò.
Viene così a formarsi un’isola linguistica Gallo-italica all’interno della Sicilia che è definita come Sicilia lombarda o Lombardia siciliana, da cui derivano le espressioni, in uso ancora oggi, di “colonie lombarde di Sicilia”, “comuni lombardi di Sicilia” e “dialetti lombardi di Sicilia”.
L’incontro di La Morra rappresenta quindi un’importante occasione per promuovere un percorso di rilievo europeo: nel corso dei secoli gli Aleramici provenienti dalle Langhe si confrontarono con Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi… conservando una loro identità ma dimostrandosi sempre aperti al confronto con altre culture. L’appuntamento costituisce una tappa importante di un percorso, avviato nel 2017, e che si sta sviluppando in Piemonte in Sicilia ed in Liguria offrendo spunti di approfondimento tra terre, lontane geograficamente ma, con importanti punti di contatto non solo storici.
Il progetto non intende limitarsi alla riscoperta e alla valorizzazione dei legami storici tra i territori, ma auspica di diventare anche un’opportunità per lo sviluppo di progetti in ambito turistico ed enogastronomico (in particolare riguardanti il vino) sotto l’egida dei siti UNESCO de I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e della Fondazione UNESCO Sicilia; è inoltre importante ricordare che Palermo è stata proclamata Capitale Italiana della Cultura 2018.
A conclusione del Convegno si terrà un rinfresco presso la Cantina Comunale di La Morra, Via Carlo Alberto n. 2.
Sarà dedicato alla riscoperta della presenza degli Aleramici giunti in Sicilia in epoca medievale... more Sarà dedicato alla riscoperta della presenza degli Aleramici giunti in Sicilia in epoca medievale, l’Incontro che si terrà presso Palazzo Peloso Cepolla (Museo Navale Romano)
Piazza San Michele n. 12, Albenga (SV) - sabato 18 novembre 2017 con inizio alle ore 16,30.
L’Incontro, dedicato al tema “Aleramici” (e Albenganesi) in Sicilia tra Medioevo ed Età Moderna, è organizzato dall’istituto Internazionale di Studi Liguri – sezione Ingauna - con la collaborazione del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” e rientra tra le iniziative previste dal progetto Aleramici in Sicilia che può contare su autorevoli patrocini tra cui quelli della Regione Liguria, della Regione Siciliana, della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe – Roero e Monferrato, della Fondazione UNESCO Sicilia.
La Conferenza sarà tenuta da Roberto Maestri, presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”, coordinatore del progetto Aleramici in Sicilia, e da Riccardo Musso dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri.
La conferenza intende ricostruire i legami tra gli Aleramici e la Sicilia: legami che risultano assai più complessi ed articolati rispetto a quanto potrebbe apparire da una prima analisi superficiale. I collegamenti risalgono all’XI secolo, quando nobili, coloni e soldati provenienti dalla Marca Aleramica (comprendente il Monferrato, le Langhe e il Savonese), e piccole aree occidentali della Lombardia e dell’Emilia, raggiungono la Sicilia.
Il processo migratorio assume particolare rilievo per la presenza degli esponenti di alcune importanti famiglie feudali Aleramiche: i del Vasto, gli Agliano, i Del Carretto, gli Incisa; oltre alla partecipazione dei Marchesi di Monferrato. Particolare importanza ebbero i Del Carretto che, grazie ad una serie di matrimoni con prestigiose casate siciliane, si stabilirono nell’isola dove ebbero la signoria di Racalmuto e di altre terre.
Viene così a formarsi un’isola linguistica Gallo-italica all’interno della Sicilia che è definita come Sicilia lombarda o Lombardia siciliana, da cui derivano le espressioni, in uso ancora oggi, di “colonie lombarde di Sicilia”, “comuni lombardi di Sicilia” e “dialetti lombardi di Sicilia”.
Di diverso tipo fu l’emigrazione verso la Sicilia (in particolare verso i centri costieri) che si ebbe a partire dalla fine del XV secolo, quando l’intensificarsi dei rapporti commerciali tra l’isola e Genova portò numerosi mercanti a stabilirsi in Sicilia, raggiungendo in molti casi posizioni di primo piano all’interno della società isolana, imparentandosi con famiglie del patriziato locale e ottenendo terre e feudi dai re di Spagna. Anche Albenga e la Riviera di Ponente parteciparono a questo fenomeno, come testimoniato dalle vicende di famiglie come i Peloso e i Cepolla di Albenga, i Benenato e i Massa di Finale, i Conte e i Ferrero di Savona.
Il progetto Aleramici in Sicilia rappresenta anche un’opportunità per lo sviluppo di progetti in ambito turistico ed enogastronomico sotto l’egida dei siti UNESCO de I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e della Palermo Arabo-Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale.
L’incontro di Albenga rappresenta quindi un’importante occasione per promuovere un percorso di rilievo europeo: nel corso dei secoli gli Aleramici si confrontarono con Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi… conservando una loro identità ma dimostrandosi sempre aperti al confronto con altre culture. L’appuntamento costituisce una tappa di un percorso che si svilupperà, nei prossimi mesi, in Piemonte in Sicilia ed in Liguria offrendo quindi spunti di approfondimento tra terre, lontane geograficamente ma, con importanti punti di contatto non solo storici.
Sarà dedicato alla riscoperta della presenza degli Aleramici, partiti dalle Langhe e giunti in Si... more Sarà dedicato alla riscoperta della presenza degli Aleramici, partiti dalle Langhe e giunti in Sicilia in epoca medievale, l’Incontro che si terrà presso la Chiesa di San Giuseppe, piazzetta Vernazza, Alba (CN) - giovedì 23 novembre 2017 con inizio alle ore 17,00.
L’Incontro, dedicato al tema Gli Aleramici, dalle Langhe alla Sicilia, ricostruzione di un’emigrazione medievale dimenticata, è organizzato dall’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato con la collaborazione del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” e rientra tra le iniziative previste dal progetto Aleramici in Sicilia che può contare su autorevoli patrocini tra cui quelli della Regione Piemonte, della Regione Siciliana, della Regione Liguria, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Fondazione UNESCO Sicilia, dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano, di Aleramo Onlus, del Centro Studi sul Paesaggio Culturale del Monferrato.
L’appuntamento rientra nell’ambito delle proposte curate da “I Marchesi del Monferrato” e sostenute dalla Regione Piemonte, dal Consiglio Regionale del Piemonte, dalla Fondazione Cassa CRT e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
L’incontro sarà aperto da Roberto Cerrato (Site manager Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato) cui seguirà la relazione di Roberto Maestri (Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”).
L’incontro – sottolinea Roberto Maestri – prende spunto dai legami tra gli Aleramici e la Sicilia, che risultano assai più complessi ed articolati rispetto a quanto potrebbe apparire ad una prima analisi superficiale.
I collegamenti risalgono all’XI secolo, quando nobili, coloni, viticoltori e soldati provenienti dalla Marca Aleramica (comprendente le Langhe, il Monferrato e il Savonese), e piccole aree occidentali della Lombardia e dell’Emilia, raggiungono la Sicilia. Il processo migratorio assume particolare rilievo per la presenza degli esponenti di alcune importanti famiglie feudali Aleramiche: i del Vasto, gli Agliano, i Del Carretto, gli Incisa; oltre alla presenza, per esigenze militari e diplomatiche, dei Marchesi di Monferrato. Nel corso della seconda metà del XIV secolo si verificò un ulteriore flusso migratorio che coinvolse l’Alessandrino, il Tortonese e l’Oltrepò.
Viene così a formarsi un’isola linguistica Gallo-italica all’interno della Sicilia che è definita come Sicilia lombarda o Lombardia siciliana, da cui derivano le espressioni, in uso ancora oggi, di “colonie lombarde di Sicilia”, “comuni lombardi di Sicilia” e “dialetti lombardi di Sicilia”.
L’incontro di Alba rappresenta quindi un’importante occasione per promuovere un percorso di rilievo europeo: nel corso dei secoli gli Aleramici provenienti dalle Langhe si confrontarono con Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi… conservando una loro identità ma dimostrandosi sempre aperti al confronto con altre culture. L’appuntamento costituisce una tappa di un percorso che si svilupperà, nei prossimi mesi, in Piemonte in Sicilia ed in Liguria offrendo quindi spunti di approfondimento tra terre, lontane geograficamente ma, con importanti punti di contatto non solo storici.
Il progetto non intende limitarsi alla riscoperta e alla valorizzazione dei legami storici tra i territori, ma auspica di diventare anche un’opportunità per lo sviluppo di progetti in ambito turistico ed enogastronomico (in particolare riguardanti il vino) sotto l’egida dei siti UNESCO de I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e della Fondazione UNESCO Sicilia; è inoltre importante ricordare che Palermo è stata proclamata Capitale Italiana della Cultura 2018.
Alessandria, domenica 12 novembre 2017 – ore 17,30 Chiesa di San Giacomo della Vittoria via San G... more Alessandria, domenica 12 novembre 2017 – ore 17,30
Chiesa di San Giacomo della Vittoria
via San Giacomo della Vittoria, n. 56
Conferenza
Alessandrini ed Aleramici in Sicilia
sulle tracce di un’emigrazione medievale dimenticata
interviene
Roberto Maestri
Iniziativa organizzata dall’Associazione SpazioIdea e dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”
La conferenza intende ricostruire i legami tra gli Aleramici e la Sicilia: legami che risultano assai più complessi ed articolati rispetto a quanto potrebbe apparire da una prima analisi superficiale.
I collegamenti risalgono all’XI secolo, quando nobili, coloni e soldati provenienti dalla Marca Aleramica (comprendente il Monferrato, le Langhe e il Savonese), e piccole aree occidentali della Lombardia e dell’Emilia, raggiungono la Sicilia.
Il processo migratorio assume particolare rilievo per la presenza degli esponenti di alcune importanti famiglie feudali Aleramiche: i del Vasto, gli Agliano, i Del Carretto, gli Incisa; oltre alla partecipazione dei Marchesi di Monferrato, all’epoca impegnati anche in Terrasanta per la difesa del Regno di Gerusalemme.
Nel corso della seconda metà del XIV secolo si verifica un ulteriore flusso migratorio che coinvolge l’Alessandrino, il Tortonese e l’Oltrepò.
Viene così a formarsi un’isola linguistica Gallo-italica all’interno della Sicilia che è definita come Sicilia lombarda o Lombardia siciliana.
Particolarmente curiosa appare la vicenda degli Alessandrini che si stanziarono a Corleone, città antichissima ma quasi spopolatasi durante la dominazione dei Normanni. Attraverso le pergamene conservate presso l’Archivio di Stato di Palermo – provenienti principalmente dal del monastero di Santa Maria del Bosco di Calatamauro – è stata avviata una prima indagine per ricostruire la presenza degli alessandrini nel cuore della Sicilia.
Asti, venerdì 10 novembre 2017 – ore 16.30 Università di Asti, piazza Fabrizio De Andrè – corso A... more Asti, venerdì 10 novembre 2017 – ore 16.30
Università di Asti, piazza Fabrizio De Andrè – corso Alfieri n. 105
Conferenza
Astigiani ed Aleramici in Sicilia
un’isola Gallo-Italica nel Mediterraneo
L’appuntamento con la Sicilia costituisce parte di quella “Cavalcata Aleramica” che sta percorrendo sentieri e rotte dei Marchesi del Monferrato in occasione del suo 1050° anniversario dal suo riconoscimento con diploma imperiale del 967.
La Sicilia è quindi la tappa di un itinerario oltre i confini astigiani e alessandrini che continuerà, nei prossimi mesi, anche in Piemonte ed in Liguria offrendo spunti di approfondimento tra terre lontane geograficamente ma con importanti punti di contatto non solo storici.
Il pomeriggio di approfondimento, alla vigilia della “estate di San Martino”, avrà il seguente programma:
16,30 – 17,15 Prolusione di Roberto Maestri (Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”)
17,15 – 18,15 Dibattito, condotto dal giornalista Efrem Bovo,
con la partecipazione di:
Loretta Bologna – Assessore Turismo – Comune di Asti
Erminio Renato Goria – Presidente Camera Commercio Asti
Luca Rossi – Consigliere delegato al turismo Prov.di Alessandria
Sasha Bartolo – Campione italiano nuoto-salvamento, monferrino a Lampedusa
Conclusioni di Francesco Scalfari, Presidente di Monferrato 1050
San Fratello (ME), sabato 21 ottobre 2017 – ore 9.30 Museo Etno Storico Antropologico “Ermenegild... more San Fratello (ME), sabato 21 ottobre 2017 – ore 9.30
Museo Etno Storico Antropologico “Ermenegildo Latteri”
Convegno
Alla riscoperta degli Aleramici di Sicilia
un’isola Gallo-Italica nel Mediterraneo
Ore 12,30 Pranzo a base di prodotti tipici del territorio
Ore 15,00 Proiezioni multimediali e redazione di un documento a sostegno della lingua Gallo Italica
Il Convegno prende spunto dai legami tra gli Aleramici e la Sicilia, che risultano assai più complessi ed articolati rispetto a quanto potrebbe apparire ad una prima analisi superficiale.
I collegamenti risalgono all’XI secolo, quando nobili, coloni e i soldati provenienti dalla Marca Aleramica (comprendente il Monferrato, le Langhe e il Savonese), e piccole aree occidentali della Lombardia e dell’Emilia, raggiungono la Sicilia. Il processo migratorio assume particolare rilievo per la presenza degli esponenti di alcune importanti famiglie feudali Aleramiche: i del Vasto, gli Agliano, i Del Carretto, gli Incisa; oltre alla presenza, per esigenze militari e diplomatiche, dei Marchesi di Monferrato. Nel corso della seconda metà del XIV secolo si verificò un ulteriore flusso migratorio che coinvolse l’Alessandrino, il Tortonese e l’Oltrepò.
Viene così a formarsi un’isola linguistica Gallo-italica all’interno della Sicilia che è definita come Sicilia lombarda o Lombardia siciliana, da cui derivano le espressioni, in uso ancora oggi, di “colonie lombarde di Sicilia”, “comuni lombardi di Sicilia” e “dialetti lombardi di Sicilia”.
La parlata degli abitanti provenienti dal nord Italia si è mantenuta a lungo in Sicilia e i principali Comuni dove la parlata gallo-italica si è conservata sono: Nicosia, Sperlinga, Piazza Armerina e Aidone in provincia di Enna; San Fratello, Acquedolci, Montalbano Elicona, Fondachelli Fantina e Novara di Sicilia in provincia di Messina; Ferla in provincia di Siracusa.
Il Convegno di San Fratello rappresenta quindi un’importante occasione per promuovere un percorso di rilievo europeo: nel corso dei secoli gli Aleramici si confrontarono con Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi… conservando una loro identità ima dimostrandosi sempre aperti al confronto con altre culture. L’appuntamento in Sicilia costituisce la prima tappa di un percorso che si svilupperà, nei prossimi mesi, anche in Piemonte ed in Liguria offrendo quindi spunti di approfondimento tra terre lontane geograficamente ma con importanti punti di contatto non solo storici.
Il progetto non intende limitarsi alla riscoperta, e valorizzazione, dei legami storici tra i territori, ma auspica di diventare anche un’opportunità per lo sviluppo di progetti in ambito turistico ed enogastronomico sotto l’egida dei siti UNESCO de I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e della Palermo Arabo-Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale; è inoltre importante ricordare che Palermo è stata proclamata Capitale Italiana della Cultura 2018.
Una relazione sull'importanza storica del vino prodotto i Monferrato ed esportato presso le corti... more Una relazione sull'importanza storica del vino prodotto i Monferrato ed esportato presso le corti in ambito nazionale ed europeo.
L'intervento sarà supportato dalla presentazione di documenti in parte inediti.
Sabato 7 ottobre 2017 - ore 16.00 Trino (VC) - Teatro Civico Introduce ROBERTO ROSSO Interviene ... more Sabato 7 ottobre 2017 - ore 16.00
Trino (VC) - Teatro Civico
Introduce ROBERTO ROSSO
Interviene ROBERTO MAESTRI
Il territorio delle Grange di cui Trino rappresenta l’indiscusso centro di riferimento, costituisce l’ambito in cui, nel 933, ebbe origine il potere di Aleramo, fondatore dell’omonima dinastia che per secoli governò il Monferrato; mentre l’abbazia di Lucedio rappresentò il punto di riferimento religioso, ed il sepolcreto, dei Marchesi monferrini. Gli abitanti delle Grange furono protagonisti delle gloriose vicende nel Mediterraneo Orientale (Terrasanta e Impero Bizantino) al fianco dei Marchesi di Monferrato; nel 1305 il parlamento di Monferrato, riunito in Trino, stabilì l’arrivo della nuova dinastia marchionale, quella imperiale dei Paleologi che, da Costantinopoli, giunse a governare il Monferrato per 230 anni.
Le Grange grazie alla coltivazione del riso rappresentarono, fin dal Rinascimento, una preziosa risorsa anche per l’ultima dinastia che governò il Monferrato: i Gonzaga.
Tenendo conto delle considerazioni espresse, appare evidente il ruolo cruciale di Trino e dei Comuni del territorio delle Grange nella storia – durata oltre sette secoli – del Marchesato di Monferrato; un “Monferrato di pianura” quello della parte meridionale del Vercellese, un territorio che oggi, più che mai, deve guardare con rinnovato interesse alla sua Storia, fatta di grandi personaggi, di edifici di straordinaria valenza architettonica: l’Abbazia di Lucedio, il Palazzo Paleologo di Trino…
Una rivisitazione della storia che deve partire dalla ricostruzione della biografia di Aleramo, giunto dalla Borgogna quale rappresentante di una famiglia già protagonista all’epoca dei Carolingi e che, partendo dalla “Corte Auriola”, costruì un potere secolare ricordato anche dal primo premio Nobel italiano: Giosue Carducci.
Casale Monferrato (AL), sabato 23 settembre 2017 – ore 15,00 Castello Paleologo – Sala al secondo... more Casale Monferrato (AL), sabato 23 settembre 2017 – ore 15,00
Castello Paleologo – Sala al secondo piano
Convegno
Stefano Guazzo e la Civil Conversazione
a vent’anni dal Convegno di “Europa delle Corti” e
nel 450° anniversario della venuta a Casale di Vespasiano Gonzaga
Il convegno – organizzato dal Comune di Casale Monferrato con la collaborazione scientifica del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” – intende approfondire il ruolo di Casale in un periodo storico di straordinario interesse: quello della fine del Cinquecento, caratterizzato dal potere dei Gonzaga (divenuti Signori del Monferrato nel 1536) e dall’ostilità dell’oligarchia Casalese nei confronti dei nuovi dinasti.
Un panorama politico difficile e contrastato che, nel 1567, culmina con la rivolta guidata da Oliviero Capello duramente repressa dal duca Guglielmo Gonzaga, tramite il suo fidato cugino Vespasiano Gonzaga duca di Sabbioneta, principe del Sacro Romano Impero.
La figura di Vespasiano Gonzaga si collega strettamente a quella dell’umanista casalese Stefano Guazzo che dedicherà al principe mantovano la sua più nota opera: il trattato de La Civil conversazione.
Lo spunto del Convegno è quindi offerto dalla concomitanza di due importanti avvenimenti: il ricordo del convegno di studi Stefano Guazzo e Casale tra Cinque e Seicento (tenutosi il 22-23 ottobre 1993) cui seguì, nel 1997, la pubblicazione dell’omonimo volume curato da Daniela Ferrari; l’anniversario dei 450 anni dalla venuta a Casale di Vespasiano Gonzaga, giunto in città il 27 settembre 1567.
Il convegno non intende comunque limitarsi alla rievocazione storica, ma intende offrire un’ulteriore opportunità per rafforzare il collegamento tra Casale, Mantova e Sabbioneta la “città ideale” costruita proprio da Vespasiano Gonzaga, esempio architettonico straordinario che, nel 1590, sarà in parte imitato con l’avvio del cantiere della Cittadella di Casale voluta dal nuovo duca Vincenzo Gonzaga; legami di grande rilievo anche in ambito turistico ed enogastronomico per le tre città inserite nei luoghi patrimonio UNESCO dell’Umanità.
Il convegno sarà aperto dai saluti del Sindaco Titti Palazzetti e dell’Assessore Cultura e Turismo Daria Carmi: ad introdurre e moderare i lavori sarà Roberto Maestri (presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”) che illustrerà le prospettive culturali offerte dal Convegno all’interno dell’ampio progetto di valorizzazione di un Monferrato sempre più a vocazione internazionale.
Al termine degli interventi il pubblico sarà coinvolto in una riflessione sull’opportunità della ristampa della Civil Conversazione integrata dalle riflessioni emerse in occasione dell’Incontro.
Il Convegno sarà preceduto da un Itinerario – ideato e guidato da Dionigi Roggero con la collaborazione della Delegazione del FAI di Casale Monferrato – che intende rievocare la figura di Stefano Guazzo e i luoghi della congiura di Oliviero Capello repressa da Vespasiano Gonzaga. L’itinerario si svilupperà – con partenza alle ore 10,30 – dal Castello dei Paleologi per proseguire con il Palazzo Marchionale (oggi Palazzo Trevisio), Palazzo Fassati di Balzola (residenza della marchesa Anne d’Alençon), Palazzo Ottavi (residenza del governatore Ferrante Gonzaga), Palazzo Braccio-Cortesina (all’epoca abitazione di Stefano Guazzo), il Duomo di Sant’ Evasio, piazza Mazzini (dove furono decapitati i responsabili della congiura), la Torre Civica di Santo Stefano, per concludersi con il riorno in piazza Castello.
Nobili, avventurieri, commercianti: sulle tracce di una emigrazione Medievale dimenticata Sabato ... more Nobili, avventurieri, commercianti:
sulle tracce di una emigrazione Medievale dimenticata
Sabato 3 settembre 2017 - ore 17.30
Chiesa di San Francesco
Interviene ROBERTO MAESTRI
Bruno (AT), domenica 27 agosto – ore 17,30 presso l’ex Asilo, piazza Roma n. 1 Conferenza: Il Vi... more Bruno (AT), domenica 27 agosto – ore 17,30
presso l’ex Asilo, piazza Roma n. 1
Conferenza:
Il Vino nella Storia
Un viaggio dal Medioevo al Rinascimento tra Castelli e Vitigni
a cura di Roberto Maestri
introduce Angelo Soave
La conferenza prende spunto da una ricerca sulla presenza del vino nei castelli monferrini, affidata nel 2016 a “I Marchesi del Monferrato” dall’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato allo scopo di effettuare un censimento delle strutture fortificate adibite alla produzione del vino all’interno delle sei core zone del sito UNESCO.
La cultura della vite, presso i castelli, comincia ad essere documentata a partire dal nono-decimo secolo; in alcune occasioni, l’intero processo di vinificazione era concentrato nel castello signorile. Nei primi anni del Cinquecento – grazie ai protocolli notarili conservati presso l’Archivio di Stato di Torino – siamo venuti a conoscenza che i vini erano raccolti soprattutto nel Monferrato meridionale: principalmente nell’Acquese. Curioso che nel seicento e nel settecento – nelle cantine dei Castelli monferrini – si tentasse di elaborare vini assolutamente nuovi.
I documenti archivistici, collegati alla storia dei Gonzaga, duchi di Mantova e di Monferrato, raccontano di feste di corte in cui, dalle fontane posticce, zampillava vino; parlano del trasporto di vini invecchiati fino a Ferrara; dell’invio di vini alla corte polacca (nel 1574, per il re Enrico III di Valois); della richiesta di vino di Monferrato da parte degli arciduchi d’Austria (nel 1599).
Una storia del Vino del Monferrato è ancora da scrivere: questa conferenza intende promuovere un percorso di ricerca e conoscenza di un’eccellenza oggi patrimonio dell’UNESCO.
ore 19,00 Apericena offerto dal Comitato Organizzatore con degustazione dei vini locali.
Comitato organizzatore: Cristian Barbarino, Danilo Gaveglio, Maria Giovanna Calvi, Manuela Bo, Luciano Ivaldi, Clara e Franco Reggio, Ubaldo Marcato, Silvia Cocino, Silvia Secco, Anna Ricciardi, Maddalena Ricci, Luigi Marenco, Ingrid e Carlino Scofone, Lucia Barbarino, Gian Attilio Bosio, Angelo Soave.
Sarà dedicato alla presentazione dell’Archivio digitalizzato per i documenti riguardanti la Stor... more Sarà dedicato alla presentazione dell’Archivio digitalizzato per i documenti riguardanti la Storia del Marchesato di Monferrato, l’Incontro che si terrà presso la Sala Arancio del Salone Internazionale del Libro, Lingotto Fiere, via Nizza n. 280, Torino - sabato 20 maggio 2017 con inizio alle ore 17,00.
L’incontro dedicato all’Archivio storico del Monferrato è organizzato dalla Regione Piemonte in collaborazione con il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”.
L’incontro sarà moderato da Massimo Carcione (Regione Piemonte) seguiranno gli interventi di Nadia Ghizzi, Walter Haberstumpf, Roberto Maestri, Giancarlo Patrucco, Dionigi Roggero.
A conclusione di un intenso lavoro, avviato nel 2011, è stato attivato il Centro di documentazione storico digitale Archivio Monferrato raggiungibile all’indirizzo www.archiviomonferrato.com – sottolinea Roberto Maestri, presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” - Associazione che ha ideato il progetto realizzato dalla Linelab di Alessandria con il sostegno della Regione Piemonte, della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e della Fondazione CRT.
Circa tremila schede sono già disponibili per la consultazione. Un lavoro che permette, già oggi, di ottenere un quadro completo delle oltre cinquecento località storicamente appartenute al Monferrato e delle biografie dei suoi Marchesi e Duchi, mentre procede la schedatura degli edifici (fortificati e religiosi), delle monete, delle opere d’arte e, soprattutto, delle innumerevoli pubblicazioni (libri e saggi) che trattano tematiche legate al Monferrato. Attualmente il Comitato Scientifico si sta occupando della catalogazione dei regesti, degli statuti e dell’inserimento dei link dei principali documenti che rinvieranno ai siti degli Istituti depositari (in primo luogo gli Archivi di Stato competenti). Si tratta di un immenso lavoro che, nei prossimi anni, permetterà al portale di contenere decine di migliaia di schede.
Il Comitato Scientifico è composto dal responsabile Pierluigi Piano e dai collaboratori: Paolo Balbarani, Giorgio Dell’Oro, Walter Haberstumpf, Roberto Maestri, Manuela Meni, Giancarlo Patrucco, Blythe Alice Raviola, Dionigi Roggero, Sergio Schiavi. La segreteria è curata da Nadia Ghizzi, mentre Cinzia Montagna cura l’ufficio stampa e comunicazione.
L’accesso al portale consente, previa la registrazione gratuita, la possibilità di consultare tutti i materiali, in alcuni casi, liberamente scaricabili. Gli Utenti possono interagire con il Comitato Scientifico anche utilizzando la messaggistica disponibile in ogni singola scheda; si ritiene, infatti, fondamentale fornire osservazioni e integrazioni.
Grazie al suo innovativo portale il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” rende disponibile uno strumento fondamentale, non solo per ricercatori e studenti, ma anche per promuovere turisticamente il Monferrato, accedendo a contenuti scientificamente corretti.
“La finalità dell’Archivio è di contribuire alla crescita del territorio Monferrato in una prospettiva integrata fra ricerca scientifica e promozione territoriale – spiega Maestri -. I contenuti inseriti possono essere fruiti non soltanto in ambito strettamente scientifico, ma anche per la realizzazione di itinerari ed eventi di valorizzazione”.
L’Archivio mette a disposizione del pubblico un patrimonio di informazioni che riguardano oltre sette secoli di una prestigiosa storia, oggi più che mai attuale, considerando le opportunità che l’Europa e l’UNESCO offrono al nostro territorio.
Sarà dedicato alla figura di Aleramo, fondatore dell’omonima Marca da cui nacque il Monferrato, l... more Sarà dedicato alla figura di Aleramo, fondatore dell’omonima Marca da cui nacque il Monferrato, la Conferenza che si terrà presso la Sala Conferenze di Palazzo Robellini, piazza Levi n. 51, Acqui Terme - sabato 6 maggio 2017 con inizio alle ore 17,00.
L’Incontro dedicato al tema Aleramo tra Storia e Leggenda è organizzato dal Comune di Acqui Terme, dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” e dall’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. L’appuntamento rientra nell’ambito delle iniziative promosse per Acqui Città Unesco per la Cultura e la Storia.
La Conferenza sarà tenuta da Roberto Maestri, presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”.
La conferenza – sottolinea Roberto Maestri – intende ricostruire le reali vicende storiche di colui ritenuto, erroneamente, il fondatore del marchesato di Monferrato; una storia più affascinante della nota leggenda che ebbe origine tre secoli dopo la venuta, dalla Borgogna e non dalla Sassonia, di Aleramo in Piemonte.
Grazie agli attenti studi del professor Giancarlo Patrucco è stato possibile ricostruire l’albero genealogico di Aleramo; individuando personaggi che difesero Parigi dall’assedio dei Normanni e Barcellona da quello dei Mori: un’altra pagina straordinaria che pone il Monferrato – ed in particolare Acqui – al centro di vicende di rilievo internazionale che ben si inseriscono nel grande respiro dei territori patrimonio dell’UNESCO.
Aleramo fu una figura di grandissimo rilievo nel sistema politico dell’Italia Settentrionale del decimo secolo: sposò la figlia del re d’Italia Berengario II e arrestò le incursioni Saracene, che devastavano l’intero Piemonte, e che erano giunti anche alle porte di Acqui!
La figura di Aleramo suscitò l’attenzione di colui che fu il primo premio Nobel italiano: Giosuè Carducci, il vate della nuova Italia.
Luoghi ed avvenimenti del capostipite di una dinastia che governò il Piemonte meridionale e il Savonese per secoli, nel segno dell’Impero.
Sabato 1° aprile, nel contesto di “Golosaria tra i castelli del Monferrato” 2017, presso la Sala... more Sabato 1° aprile, nel contesto di “Golosaria tra i castelli del Monferrato” 2017, presso la Sala Conferenze di Palazzo Mazzetti in Asti alle ore 17 si terrà l’incontro “Archivio digitale del Monferrato, la banca dati del passato per il futuro” (www.archiviomonferrato.com ). Il progetto, curato dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” sarà illustrato dal Presidente del Circolo, Roberto Maestri, e dalla giornalista Cinzia Montagna, che si occupa della comunicazione relativa al progetto e alle attività svolte dal Circolo.
L’evento è inserito fra le iniziative che Golosaria Monferrato, rassegna di cultura e gusto ideata da Paolo Massobrio e curata da Club di Papillon di cui Massobrio è Presidente, propone in una “due giorni” finalizzata ormai da più di 10 anni alla valorizzazione del Monferrato, dei suoi luoghi e delle sue tradizioni culturali, enogastronomiche e monumentali (www.golosaria.it).
L’incontro in programma ad Asti sarà dedicato allo strumento più innovativo di raccolta e diffusione dati sul Monferrato, la sua storia, le località di rilevanza storiografica, i personaggi e i documenti significativi di uno dei più antichi e ampi sistemi di potere nell’Italia del Medioevo, del Rinascimento e dell’Età Moderna. Oltre a Roberto Maestri, l’attività di ricerca è condotta da un Comitato Scientifico, del quale è responsabile Pierluigi Piano, composto da Paolo Balbarani, Giorgio Dell’Oro, Walter Haberstumpf, Manuela Meni, Giancarlo Patrucco, Blythe Alice Raviola, Dionigi Roggero, Sergio Schiavi. La segreteria è curata da Nadia Ghizzi, mentre la progettazione del portale è di Line Lab – Alessandria. L’Archivio Digitale del Monferrato, facilmente fruibile tramite registrazione gratuita, è suddiviso nelle seguenti sezioni: schede biografiche dei principali personaggi - eventi - località - edifici fortificati e religiosi - opere d’arte - pubblicazioni - cartografia - numismatica. Dati i rapporti intercorsi fra Monferrato e altri Stati, il progetto si configura in una dimensione europea. Attualmente il sito comprende 2500 schede, ma il numero di schede a disposizione è implementato di giorno in giorno grazie a nuovi contributi, con l’obiettivo stimato di raggiungere le 50mila referenze archivistiche.
Il progetto è realizzato con il contributo di Regione Piemonte, Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e Fondazione CRT.
Sarà dedicato alla storia di Acqui, all’epoca della signoria dei Gonzaga di Mantova, il Convegno ... more Sarà dedicato alla storia di Acqui, all’epoca della signoria dei Gonzaga di Mantova, il Convegno che si terrà presso la Sala Belle Epoque del Grand Hotel Nuove Terme, piazza Levi n. 12, Acqui Terme - sabato 25 marzo 2017 con inizio alle ore 16,30.
L’Incontro dedicato al tema Acqui Terme e i Gonzaga. Storia, Paesaggio e Cultura nel Monferrato patrimonio dell’UNESCO è organizzato dal Comune di Acqui Terme, dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” e dall’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. L’appuntamento rientra nell’ambito delle iniziative promosse per Acqui Città Unesco per la Cultura e la Storia.
Il Convegno sarà introdotto dai saluti del Sindaco Enrico Silvio Bertero e moderato da Roberto Maestri, presidente del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”; seguiranno gli interventi di Lionello Archetti Maestri La relazione di Samuel David Ottolenghi «sull’improvviso diroccamento dell’antica Fabbrica de’ Bagni d’Acqui»; Blythe Alice Raviola Dai Gonzaga al Papa. Appunti sulla biografia di Giovanni Francesco Biandrate di San Giorgio, vescovo di Acqui; Angelo Arata Acqui e i Gonzaga nell’Archivio comunale acquese.
Il convegno – sottolinea Roberto Maestri – intende approfondire il ruolo di Acqui Terme in un periodo storico di straordinario interesse: quello della signoria dei Gonzaga - prima di Mantova, poi di Nevers, che caratterizzò 172 anni di storia del Monferrato (1536-1708). L’incontro intende ricordare alcuni aspetti che segnarono profondamente la storia Acquese: primo tra tutti la ricostruzione delle Terme avvenuta grazie all’intervento del duca Guglielmo Gonzaga.
Ma se il Convegno intende ricordare e risvegliare l’identità del territorio, allo stesso tempo intende fornire nuove opportunità al territorio stesso, soprattutto nel segno di un’area oggi patrimonio dell’UNESCO; occorre, infatti, sviluppare i collegamenti con gli altri Siti che, con Acqui e il Monferrato, ebbero intensi rapporti in epoca Medievale e Rinascimentale: una grande storia da riscrivere, cogliendo importanti opportunità in ambito turistico ed enogastronomico.