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Papers by Ruggero Soffiato
Premessa Venezia, come è noto, si è sempre distinta, fin dal XVI secolo, rispetto ad altri contes... more Premessa Venezia, come è noto, si è sempre distinta, fin dal XVI secolo, rispetto ad altri contesti italiani ed europei, per aver concesso alle donne una maggiore partecipazione alla vita sociale. Ciò è dovuto alla particolare natura dello Stato veneziano: il commercio d'oltremare costringe gli uomini a lunghe assenze, e quindi gli affari della casa (intesa anche come ditta) sono spesso affidati alle donne. Inoltre, il diritto veneziano, seppur con le sue peculiarità, era derivato direttamente da quello romano. In quest'ultimo le donne godevano di maggiore considerazione rispetto a quello germanico, allora utilizzato anche in Italia a seguito della dominazione longobarda e franca 1 : le donne possono ereditare al pari dei fratelli (anche se con notevoli limitazioni per i beni immobili), possono fare esse stesse testamento, hanno diritto ad una dote congrua, possono testimoniare in giudizio, ma, soprattutto, possono esercitare un'attività economica anche a livello imprenditoriale 2 , stipulando contratti commerciali e di locazione, oltre che dare ed ottenere prestiti e rilasciare quietanze. Venezia è anche l'unica città nella quale alle donne fosse concesso di praticare attività sportiva ed anche gareggiare. Sin dal 1493, infatti, esse possono competere in una regata a loro riservata, e lo faranno fino alla fine della Repubblica 3. Anche a Venezia, tuttavia, le donne non possano ricoprire nessun tipo di carica politica; esse, inoltre, devono essere sempre, o quasi, rappresentate dal marito o dai fratelli maschi, ed hanno come destino il matrimonio o il convento. Dobbiamo aspettare il 1773 perché una donna, Caterina Dolfin, moglie del Procuratore di San Marco Andrea Tron, abbia un ruolo, seppur semi ufficiale, nella vita politica della Repubblica di Venezia 4. 1 Si veda: Plebani, Storia di Venezia città delle donne, p. 59. 2 Ampia trattazione sull'argomento si può leggere nel numero monografico della rivista "Archivio Veneto" (Sesta serie, n. 3-2012), Donne, lavoro, economia a Venezia e in Terraferma tra medioevo ed età moderna. In particolare si vedano i saggi di Paula Clarke e di Edoardo Demo. 3 Miani M.P., Le regate delle donne, in Plebani, Storia di Venezia città delle donne, p. 109.
Premessa Il giorno 6 Pratile (25 maggio) 1797, alle 15 e 30, fecero il loro ingresso nella sala d... more Premessa Il giorno 6 Pratile (25 maggio) 1797, alle 15 e 30, fecero il loro ingresso nella sala dell'ex Maggior Consiglio, dove era riunita la Municipalità provvisoria in seduta pubblica, " il Cittadino Giovanelli Patriarca di Venezia, con Croce e Capa Magna, unitamente alli cittadini Canonici della Cattedrale ed alli Parrochi e Cappellani-Curati di Venezia" 1. È questo il primo atto ufficiale del rappresentante della Chiesa nei confronti del nuovo governo ins ediatosi da una decina di giorni sopra le ceneri di quello dei Patrizi e del Doge, autoproclamatosi estinto il 12 maggio, ma è anche l'inizio di una relazione tra le due istituzioni, Municipalità e Patriarcato non prive di sospetti reciproci, difficoltà ed anche di momenti di vera tensione. Scopo della presente ricerca non è, tuttavia, di analizzare le complesse relazioni tra il nuovo governo ed il Patriarcato, bensì quello di far emergere i complicati rapporti tra Patriarcato, i parroci veneziani e la Società di pubblica Istruzione per meglio comprendere se e in che modo quest'ultima abbia contribuito, con il suo operare, alla formazione del consenso nei cittadini di Venezia. Crediamo però utile, prima, esporre alcune brevi note sullo stato delle relazioni tra la Chiesa veneziana e il governo del Doge, nell'immediata vigilia della sua abdicazione, sulla figura del Patriarca e sugli atteggiamenti e comportamenti nei primissimi giorni successivi al cambiamento di regime. Come è noto, i rapporti tra il governo della Serenissima e la Chiesa veneziana erano sempre stati caratterizzati da un giurisdizionalismo più o meno accentuato, a seconda dei tempi, delle controversie specifiche e delle personalità coinvolte. Il momento di maggior tensione fu forse quello del papato di Pio VI, a causa dell'Interdetto del 1606, tensione che si andò lentamente allentando, per poi accentuarsi nuovamente nel decennio 1766-1775, periodo in cui il governo veneziano sviluppò alcune riforme relative alle strutture ecclesiastiche. Ispiratore di questa politica era stato 1 Alberti, Verbali delle sedute della Municipalità Provvisoria di Venezia 1797, p. 43-45.
Ai fini della presente ricerca si sono consultati i verbali delle sessioni pubbliche della Societ... more Ai fini della presente ricerca si sono consultati i verbali delle sessioni pubbliche della Società; quelli delle sessioni private non si sono potuti reperire in quanto, anche secondo quanto risulta dalle ricerche di uno studioso 1 che vi si è dedicato, esse sono andate perdute. I verbali dalla prima sessione sino all'undicesima sono ricavabili dai resoconti del giornale "Il libero Veneto" 2 , mentre quelli dalla dodicesima alla centoduesima si trovano nella raccolta Prospetto delle sessioni della Società d'Istruzione Pubblica di Venezia 3. I verbali raccolti nel volume presso la biblioteca del museo Correr vanno dalla sessione del 27 Pratile (15 giugno) a quella del 19 Vendemmiatore (10 ottobre). Dalle annotazioni a matita eseguiti da altri studiosi è rilevata la mancanza di parecchi verbali e precisamente: 18, 19, 20, 21, 22 Fruttidoro (4,5,6,7,8 settembre). A differenza dei verbali raccolti nel volume al Correr, che sono stampati a cura della Società stessa, approvati dall'assemblea e che riportano in successione quanto avviene nella sala, quelli stampati da "Il libero Veneto" sono in realtà delle cronache giornalistiche, non seguono un criterio preciso, ma riportano quanto accade secondo il punto di vista soggettivo del redattore. Non sempre, quindi, è possibile rilevare il nome del Presidente e del Segretario, e l'ordine del giorno trattato. La prima seduta della Società Patriottica di pubblica Istruzione si tenne nella sala dei fu Filarmonici 4 nella serata del 10 Pratile (29 maggio 1797) 5 .
Premessa Il malcontento nei confronti del Governo della Repubblica di Venezia, nell'ultimo scorci... more Premessa Il malcontento nei confronti del Governo della Repubblica di Venezia, nell'ultimo scorcio del secolo XVIII, era notevolmente diffuso nella Terraferma, coinvolgendo soprattutto il Patriziato. Questi era infatti desideroso di recuperare il peso politico inesorabilmente perduto al momento della dedizione dei territori dell'entroterra a Venezia, e, quindi, pronto a seguire con simpatia gli avvenimenti rivoluzionari di Francia, vedeva anche in modo positivo l'entrata delle armate napoleoniche in Italia. È nota la simpatia di molti nobili, durante gli anni del Regno d'Italia, verso il bonapartismo, sfociata poi nell'adesione ad esso "dettata non solo da ragioni d'opportunismo e di convenienza politica" 1. Nella terraferma, inoltre, per la classe borghese, il fascino delle idee rivoluzionarie è certamente maggiore: [il borghese] escluso da qualunque partecipazione politica ancor più rigidamente del nobile, e da questi continuamente avvilito nello stesso ambito della sua città, […] nella Rivoluzione non può vedere che un immenso progresso […] e più che in ogni altro nell'avvocato di terraferma affiora la stanchezza per il peso incontrollato e continuo dell'arbitrio del principe, il fastidio ormai invincibile per il completo soffocamento di ogni sovranità popolare 2. Questa la situazione dei patrizi e dei borghesi, ma quale invece la situazione presso le classi popolari e il proletariato? Una totale e profonda apatia, che impedisce, dapprima, di dare ascolto alle idee di riscatto provenienti dalla Francia, e poi di reagire al passaggio delle truppe francesi 3 , 1 Berengo , La società veneta alla fine del Settecento, p. 255. 2 Ivi, p. 256. 3 Nella terraferma veneta infatti sono pochi e poco importanti i tumulti contro i Francesi, con l'eccezione delle Pasque veronesi, e comunque non più gravi di quelli che periodicamente avvenivano contro il governo della Dominante. Si veda: Berengo, La società veneta alla fine del Settecento, p. 257.
INTRODUZIONE L'educazione del popolo è certamente uno dei più importanti problemi che un governo,... more INTRODUZIONE L'educazione del popolo è certamente uno dei più importanti problemi che un governo, ed in particolare un governo nato da una rivoluzione (più o meno cruenta), deve necessariamente affrontare. "Insegnare al popolo la libertà, l'eguaglianza e la fraternità, significa immaginare un'istruzione liberatrice che gli insegnerà il suo stesso avvenire. Ma inventare tale istruzione è, allo stesso tempo, legittimare il potere, detentore del sogno e formatore di uomini, che si prende a carico questo apprendistato" 1. Questa, in estrema sintesi, è l'interpretazione che il filosofo polacco Baczko 2 ci fornisce nella sua esegesi di alcuni progetti pedagogici proposti all'indomani della Rivoluzione francese da autorevoli esponenti della cultura e della politica del tempo, in particolare quello, dell'aprile 1792, di Condorcet 3. In questi progetti l'educazione viene per la prima volta definita "pubblica" e rivolta ad entrambi i sessi, anche se il percorso educativo non viene previsto uguale per tutti. In Francia questi progetti educativi ebbero vasta eco e furono oggetto di animate discussioni e, pur non trovando pratica applicazione, furono certamente conosciuti anche dagli intellettuali italiani studiosi dei maggiori esponenti dell'Illuminismo. Citiamo , quale esempio, Vincenzo Russo, scrittore e uomo politico napoletano 4 , le cui parole, che di seguito riportiamo, ci sembra possano ben rappresentare l'importanza e la necessità , da parte 1 Si veda: Baczko, Un'educazione per la Democrazia, Testi e Progetti dell'epoca rivoluzionaria, p. 35. Il corsivo è nel testo. 2 "Baczko, Bronislaw.-Storico della filosofia polacco (n. Varsavia 1924). Ha dedicato la sua opera allo studio del pensiero di Jean J. Rousseau, dell'Illuminismo e del pensiero utopistico del Settecento francese. Ha lungamente insegnato storia nella facoltà di lettere di Ginevra, indirizzando i suoi studi anche agli avvenimenti della Rivoluzione francese. Nel 2011 è stato insignito del premio Balzan per il suo importante contributo alla riflessione sul pensiero politico e filosofico del Settecento". Si veda il sito: www.treccani.it , (ultima consultazione 25/08/14), ad vocem. 3 Condorcet, Rapport et projet de décret sur l'organisation générale de l'instruction publique : présentés à l'Assemblée nationale, les 20 et 21 avril 1792. "Condorcet Marie-Jean-Antoine-Nicolas Caritat marchese di.-Filosofo, scienziato, uomo politico (Ribemont 1743-Bourg-la-Reine 1794); studioso di matematica e di scienza (Essais d'analyse), dal 1769 nell'Accademia di scienze, di cui poi (1776) divenne segretario perpetuo. Dal 1774 (Lettres d'un théologien), la sua attività scientifica cedette il passo a quella più propriamente rivoluzionaria e rinnovatrice, per la quale egli è considerato come uno degli spiriti più rappresentativi dell'enciclopedismo illuministico. Dal 1782 fu nell'Accademia di Francia, di cui divenne segretario perpetuo. Deputato alla Legislativa e presidente dell'Assemblea, vi presentò la sua famosa Relazione sull'istruzione pubblica, testo base della pedagogia rivoluzionaria. Animatore del Comitato di Costituzione, dopo la vittoria dei giacobini fu arrestato e si avvelenò in carcere". Si veda il sito: www.treccani.it , (ultima consultazione 25/08/14), ad vocem. 4 "Vincenzo Russo è stato scrittore e uomo politico (Palma Campania 1770-Napoli 1799); rivoluzionario giacobino-socialista, membro della Società patriottica, poi del Club rivoluzionario (1794), fu coinvolto nei processi repressivi ordinati da Ferdinando IV per stroncare l'attività dei primi giacobini napoletani; rimesso in libertà, visse a Milano e in
(OPUSCOLI DEL PERIODO DELLA MUNICIPALITÀ) BARZONI Vittorio, Rapporto sullo stato dei paesi liberi... more (OPUSCOLI DEL PERIODO DELLA MUNICIPALITÀ) BARZONI Vittorio, Rapporto sullo stato dei paesi liberi d'Italia e sulla necessità ch'essi sieno fusi in una sola repubblica, presentato al generale in capo dell'armata francese, Venezia, dalle stampe del cittadino Francesco Andreola, s.a., testo datato 27 settembre 1797. BOZZATO Giovanni Maria, Orazione ne' funerali di s. e. reverendissima Federico Maria del s. r. i. co: De' Giovanelli consigl. intimo att. di stato di s.m.i.r.a. patriarca di Venezia e primate della Dalmazia ec. Celebrati nella chiesa parrocchiale e collegiata di Santa Fosca il di 24 gennaio 1800, Venezia : Per Pietro Zerletti. 1800. Discorso della cittadina Annetta Vadori pronunciato nella Società di Pubblica Istruzione in occasione che fu invitata a pronunciare il giuramento solenne: vivere libera o morire, Venezia, G. Zatta, 1797. Discorsi pronunciati dal Cittadino Zorzi Ricchi li 16, 17 e 19 Pratile nella Società Patriotica, A spese della Società di Pubblica Istruzione, Anno primo della libertà italiana. GRATAROL Pierantonio, Memorie ultime coi documenti della di lui morte e dell'ingiustizia del Fisco veneto verso la di lui famiglia, per servire di supplemento alla Narrazione apologetica, Venezia, per Giovanni Zatta, 1797. GRATAROL Pierantonio, Narrazione apologetica con l'aggiunta de le Riflessioni d'un imparziale, preceduta da una lettera del medesimo sig. Gratarol, Venezia, presso il cittadino Giovanni Zatta, 1797. LAUBERT Carlo, Rapporto del Comitato d'Istruzione della Società patriottica di Venezia sulla lettera di Vittorio Barzoni, intitolata Rapporto sullo stato attuale dei paesi liberi d'Italia presentato al generale in capo dell'Armata francese, Venezia, dalle stampe del cittadino Giovanni Zatta, 1797. LAZZARINI Sebastiano, Dettaglio Storico di quanto precedé, accompagnò, seguì la prigionia in Brescia del Signor Cardinale Alessandro Mattei, Vescovo di Ferrara, Venezia, presso Francesco Andreola, 1799.
CONCLUSIONI All'inizio di questa ricerca, dedicata a conoscere il ruolo della Società di pubblica... more CONCLUSIONI All'inizio di questa ricerca, dedicata a conoscere il ruolo della Società di pubblica Istruzione nella formazione del consenso nella società veneziana durante il periodo della Municipalità Provvisoria (maggio-dicembre 1797), si sono poste alcune domande sul ruolo della Società stessa. A conclusione del percorso di ricerca, nel considerare sinteticamente le attività della Società, si possono fare alcune considerazioni volte valutare la loro efficacia in relazione agli obiettivi predeterminati. Ciò che si può innanzitutto affermare è che le azioni congiunte del Comitato di Istruzione e del Comitato di Salute Pubblica della Municipalità ottennero risultati positivi nella creazione e promozione della Società. L'esame che si è condotto sui verbali delle sessioni della Società, sia su quelli a stampa conservati presso la Biblioteca del Museo Correr di Venezia, sia sui numeri del giornale "Il Libero Veneto" consultati presso la Biblioteca Civica di Treviso, ci ha restituito l'immagine di un organismo vivace, attento, impegnato, costante nelle giornaliere riunioni, ma anche ci ha dato la sensazione di come le riunioni si svolgessero in una atmosfera vibrante, piena di entusiasmo e di aspettative. Da subito ci furono un elevato numero di soci, di aspiranti soci e grande partecipazione di pubblico. La sede assegnata alla Società fu inizialmente sala dei Filarmonici nelle Procuratie vecchie, capace di seicento posti, ma poi la grande affluenza costrinse la Società a richiedere una sede più ampia, ottenendo così la Sala del Ridotto, con milletrecento posti, ed infine venne spostata nella ancora più capiente Scuola grande di San Teodoro a San Salvatore. Numerosissimi furono i discorsi pronunciati, di molti dei quali si sono riportati i passaggi salienti. Gli ordini del giorno contemplavano gli argomenti più diversi, tutti però con lo scopo di provocare una discussione che potesse essere utile ai presenti, specialmente ai popolani, per comprendere il senso di quanto stava accadendo alla loro città. Ecco alcuni degli argomenti: la libertà e l'uguaglianza; l'unione delle città libere d'Italia e l'auspicio per l'indipendenza; la democratizzazione del linguaggio; i rapporti con gli ex aristocratici; la sovranità del popolo; le varie forme del dispotismo; l'istruzione pubblica come consolidamento della libertà; gli insegnamenti da trarre dalla storia.
1 Il presidente viene eletto ogni quindici giorni per appello nominale.
Appendice 2 Il Catechismo democratico Catechismo repubblicano Per l' istruzione del popolo, e la ... more Appendice 2 Il Catechismo democratico Catechismo repubblicano Per l' istruzione del popolo, e la rovina dei tiranni D. Che cosa è il popolo? R. È l' unione di tutti i Cittadini che compongono la società. D. Quanti popoli ci sono? R. Il popolo è uno , che abbraccia tutti gli uomini della terra : ma per la troppo grande estensione dei luoghi si trova separato in varie sezioni , che si limitano o dai gran monti , o dai mari, o dai fiumi , e che si chiamano nazioni. D. Queste nazioni hanno lo stesso governo? R. Dovrebbero averlo , perché tutti avendo gli stessi bisogni , e gli stessi diritti , dovrebbero essere governati egualmente. D. E perché i governi sono diversi? R. Perché i governanti invece di servire i bisogni del Popolo , hanno servito ai proprj interessi , hanno oppressi i popoli in diverse maniere , ed a queste diverse oppressioni hanno dato differenti nomi di Governo. D. Perché un popolo ha bisogno di un Governo? R. Perché un uomo solo non può difendere se stesso e la suo proprietà .Ė dunque necessario il Governo, affinchè mentre i Cittadini tranquilli travagliano per i loro vicendevoli bisogni , il Governo si occupi nella comune salvezza. D. Quale dunque esser dee l' oggetto del Governo? R. Di provvedere alla pubblica sicurezza , e di far rispettare le proprietà di ciascuno individuo D. Chi deve stabilire il Governo? R. Nessuno ha il diritto di governare; perché tutti gli uomini hanno gli stessi bisogni. Il Popolo dunque ha solo il diritto di scegliere quel governo , che giudica necessario al suo ben' essere.
Premessa Venezia, come è noto, si è sempre distinta, fin dal XVI secolo, rispetto ad altri contes... more Premessa Venezia, come è noto, si è sempre distinta, fin dal XVI secolo, rispetto ad altri contesti italiani ed europei, per aver concesso alle donne una maggiore partecipazione alla vita sociale. Ciò è dovuto alla particolare natura dello Stato veneziano: il commercio d'oltremare costringe gli uomini a lunghe assenze, e quindi gli affari della casa (intesa anche come ditta) sono spesso affidati alle donne. Inoltre, il diritto veneziano, seppur con le sue peculiarità, era derivato direttamente da quello romano. In quest'ultimo le donne godevano di maggiore considerazione rispetto a quello germanico, allora utilizzato anche in Italia a seguito della dominazione longobarda e franca 1 : le donne possono ereditare al pari dei fratelli (anche se con notevoli limitazioni per i beni immobili), possono fare esse stesse testamento, hanno diritto ad una dote congrua, possono testimoniare in giudizio, ma, soprattutto, possono esercitare un'attività economica anche a livello imprenditoriale 2 , stipulando contratti commerciali e di locazione, oltre che dare ed ottenere prestiti e rilasciare quietanze. Venezia è anche l'unica città nella quale alle donne fosse concesso di praticare attività sportiva ed anche gareggiare. Sin dal 1493, infatti, esse possono competere in una regata a loro riservata, e lo faranno fino alla fine della Repubblica 3. Anche a Venezia, tuttavia, le donne non possano ricoprire nessun tipo di carica politica; esse, inoltre, devono essere sempre, o quasi, rappresentate dal marito o dai fratelli maschi, ed hanno come destino il matrimonio o il convento. Dobbiamo aspettare il 1773 perché una donna, Caterina Dolfin, moglie del Procuratore di San Marco Andrea Tron, abbia un ruolo, seppur semi ufficiale, nella vita politica della Repubblica di Venezia 4. 1 Si veda: Plebani, Storia di Venezia città delle donne, p. 59. 2 Ampia trattazione sull'argomento si può leggere nel numero monografico della rivista "Archivio Veneto" (Sesta serie, n. 3-2012), Donne, lavoro, economia a Venezia e in Terraferma tra medioevo ed età moderna. In particolare si vedano i saggi di Paula Clarke e di Edoardo Demo. 3 Miani M.P., Le regate delle donne, in Plebani, Storia di Venezia città delle donne, p. 109.
Premessa Il giorno 6 Pratile (25 maggio) 1797, alle 15 e 30, fecero il loro ingresso nella sala d... more Premessa Il giorno 6 Pratile (25 maggio) 1797, alle 15 e 30, fecero il loro ingresso nella sala dell'ex Maggior Consiglio, dove era riunita la Municipalità provvisoria in seduta pubblica, " il Cittadino Giovanelli Patriarca di Venezia, con Croce e Capa Magna, unitamente alli cittadini Canonici della Cattedrale ed alli Parrochi e Cappellani-Curati di Venezia" 1. È questo il primo atto ufficiale del rappresentante della Chiesa nei confronti del nuovo governo ins ediatosi da una decina di giorni sopra le ceneri di quello dei Patrizi e del Doge, autoproclamatosi estinto il 12 maggio, ma è anche l'inizio di una relazione tra le due istituzioni, Municipalità e Patriarcato non prive di sospetti reciproci, difficoltà ed anche di momenti di vera tensione. Scopo della presente ricerca non è, tuttavia, di analizzare le complesse relazioni tra il nuovo governo ed il Patriarcato, bensì quello di far emergere i complicati rapporti tra Patriarcato, i parroci veneziani e la Società di pubblica Istruzione per meglio comprendere se e in che modo quest'ultima abbia contribuito, con il suo operare, alla formazione del consenso nei cittadini di Venezia. Crediamo però utile, prima, esporre alcune brevi note sullo stato delle relazioni tra la Chiesa veneziana e il governo del Doge, nell'immediata vigilia della sua abdicazione, sulla figura del Patriarca e sugli atteggiamenti e comportamenti nei primissimi giorni successivi al cambiamento di regime. Come è noto, i rapporti tra il governo della Serenissima e la Chiesa veneziana erano sempre stati caratterizzati da un giurisdizionalismo più o meno accentuato, a seconda dei tempi, delle controversie specifiche e delle personalità coinvolte. Il momento di maggior tensione fu forse quello del papato di Pio VI, a causa dell'Interdetto del 1606, tensione che si andò lentamente allentando, per poi accentuarsi nuovamente nel decennio 1766-1775, periodo in cui il governo veneziano sviluppò alcune riforme relative alle strutture ecclesiastiche. Ispiratore di questa politica era stato 1 Alberti, Verbali delle sedute della Municipalità Provvisoria di Venezia 1797, p. 43-45.
Ai fini della presente ricerca si sono consultati i verbali delle sessioni pubbliche della Societ... more Ai fini della presente ricerca si sono consultati i verbali delle sessioni pubbliche della Società; quelli delle sessioni private non si sono potuti reperire in quanto, anche secondo quanto risulta dalle ricerche di uno studioso 1 che vi si è dedicato, esse sono andate perdute. I verbali dalla prima sessione sino all'undicesima sono ricavabili dai resoconti del giornale "Il libero Veneto" 2 , mentre quelli dalla dodicesima alla centoduesima si trovano nella raccolta Prospetto delle sessioni della Società d'Istruzione Pubblica di Venezia 3. I verbali raccolti nel volume presso la biblioteca del museo Correr vanno dalla sessione del 27 Pratile (15 giugno) a quella del 19 Vendemmiatore (10 ottobre). Dalle annotazioni a matita eseguiti da altri studiosi è rilevata la mancanza di parecchi verbali e precisamente: 18, 19, 20, 21, 22 Fruttidoro (4,5,6,7,8 settembre). A differenza dei verbali raccolti nel volume al Correr, che sono stampati a cura della Società stessa, approvati dall'assemblea e che riportano in successione quanto avviene nella sala, quelli stampati da "Il libero Veneto" sono in realtà delle cronache giornalistiche, non seguono un criterio preciso, ma riportano quanto accade secondo il punto di vista soggettivo del redattore. Non sempre, quindi, è possibile rilevare il nome del Presidente e del Segretario, e l'ordine del giorno trattato. La prima seduta della Società Patriottica di pubblica Istruzione si tenne nella sala dei fu Filarmonici 4 nella serata del 10 Pratile (29 maggio 1797) 5 .
Premessa Il malcontento nei confronti del Governo della Repubblica di Venezia, nell'ultimo scorci... more Premessa Il malcontento nei confronti del Governo della Repubblica di Venezia, nell'ultimo scorcio del secolo XVIII, era notevolmente diffuso nella Terraferma, coinvolgendo soprattutto il Patriziato. Questi era infatti desideroso di recuperare il peso politico inesorabilmente perduto al momento della dedizione dei territori dell'entroterra a Venezia, e, quindi, pronto a seguire con simpatia gli avvenimenti rivoluzionari di Francia, vedeva anche in modo positivo l'entrata delle armate napoleoniche in Italia. È nota la simpatia di molti nobili, durante gli anni del Regno d'Italia, verso il bonapartismo, sfociata poi nell'adesione ad esso "dettata non solo da ragioni d'opportunismo e di convenienza politica" 1. Nella terraferma, inoltre, per la classe borghese, il fascino delle idee rivoluzionarie è certamente maggiore: [il borghese] escluso da qualunque partecipazione politica ancor più rigidamente del nobile, e da questi continuamente avvilito nello stesso ambito della sua città, […] nella Rivoluzione non può vedere che un immenso progresso […] e più che in ogni altro nell'avvocato di terraferma affiora la stanchezza per il peso incontrollato e continuo dell'arbitrio del principe, il fastidio ormai invincibile per il completo soffocamento di ogni sovranità popolare 2. Questa la situazione dei patrizi e dei borghesi, ma quale invece la situazione presso le classi popolari e il proletariato? Una totale e profonda apatia, che impedisce, dapprima, di dare ascolto alle idee di riscatto provenienti dalla Francia, e poi di reagire al passaggio delle truppe francesi 3 , 1 Berengo , La società veneta alla fine del Settecento, p. 255. 2 Ivi, p. 256. 3 Nella terraferma veneta infatti sono pochi e poco importanti i tumulti contro i Francesi, con l'eccezione delle Pasque veronesi, e comunque non più gravi di quelli che periodicamente avvenivano contro il governo della Dominante. Si veda: Berengo, La società veneta alla fine del Settecento, p. 257.
INTRODUZIONE L'educazione del popolo è certamente uno dei più importanti problemi che un governo,... more INTRODUZIONE L'educazione del popolo è certamente uno dei più importanti problemi che un governo, ed in particolare un governo nato da una rivoluzione (più o meno cruenta), deve necessariamente affrontare. "Insegnare al popolo la libertà, l'eguaglianza e la fraternità, significa immaginare un'istruzione liberatrice che gli insegnerà il suo stesso avvenire. Ma inventare tale istruzione è, allo stesso tempo, legittimare il potere, detentore del sogno e formatore di uomini, che si prende a carico questo apprendistato" 1. Questa, in estrema sintesi, è l'interpretazione che il filosofo polacco Baczko 2 ci fornisce nella sua esegesi di alcuni progetti pedagogici proposti all'indomani della Rivoluzione francese da autorevoli esponenti della cultura e della politica del tempo, in particolare quello, dell'aprile 1792, di Condorcet 3. In questi progetti l'educazione viene per la prima volta definita "pubblica" e rivolta ad entrambi i sessi, anche se il percorso educativo non viene previsto uguale per tutti. In Francia questi progetti educativi ebbero vasta eco e furono oggetto di animate discussioni e, pur non trovando pratica applicazione, furono certamente conosciuti anche dagli intellettuali italiani studiosi dei maggiori esponenti dell'Illuminismo. Citiamo , quale esempio, Vincenzo Russo, scrittore e uomo politico napoletano 4 , le cui parole, che di seguito riportiamo, ci sembra possano ben rappresentare l'importanza e la necessità , da parte 1 Si veda: Baczko, Un'educazione per la Democrazia, Testi e Progetti dell'epoca rivoluzionaria, p. 35. Il corsivo è nel testo. 2 "Baczko, Bronislaw.-Storico della filosofia polacco (n. Varsavia 1924). Ha dedicato la sua opera allo studio del pensiero di Jean J. Rousseau, dell'Illuminismo e del pensiero utopistico del Settecento francese. Ha lungamente insegnato storia nella facoltà di lettere di Ginevra, indirizzando i suoi studi anche agli avvenimenti della Rivoluzione francese. Nel 2011 è stato insignito del premio Balzan per il suo importante contributo alla riflessione sul pensiero politico e filosofico del Settecento". Si veda il sito: www.treccani.it , (ultima consultazione 25/08/14), ad vocem. 3 Condorcet, Rapport et projet de décret sur l'organisation générale de l'instruction publique : présentés à l'Assemblée nationale, les 20 et 21 avril 1792. "Condorcet Marie-Jean-Antoine-Nicolas Caritat marchese di.-Filosofo, scienziato, uomo politico (Ribemont 1743-Bourg-la-Reine 1794); studioso di matematica e di scienza (Essais d'analyse), dal 1769 nell'Accademia di scienze, di cui poi (1776) divenne segretario perpetuo. Dal 1774 (Lettres d'un théologien), la sua attività scientifica cedette il passo a quella più propriamente rivoluzionaria e rinnovatrice, per la quale egli è considerato come uno degli spiriti più rappresentativi dell'enciclopedismo illuministico. Dal 1782 fu nell'Accademia di Francia, di cui divenne segretario perpetuo. Deputato alla Legislativa e presidente dell'Assemblea, vi presentò la sua famosa Relazione sull'istruzione pubblica, testo base della pedagogia rivoluzionaria. Animatore del Comitato di Costituzione, dopo la vittoria dei giacobini fu arrestato e si avvelenò in carcere". Si veda il sito: www.treccani.it , (ultima consultazione 25/08/14), ad vocem. 4 "Vincenzo Russo è stato scrittore e uomo politico (Palma Campania 1770-Napoli 1799); rivoluzionario giacobino-socialista, membro della Società patriottica, poi del Club rivoluzionario (1794), fu coinvolto nei processi repressivi ordinati da Ferdinando IV per stroncare l'attività dei primi giacobini napoletani; rimesso in libertà, visse a Milano e in
(OPUSCOLI DEL PERIODO DELLA MUNICIPALITÀ) BARZONI Vittorio, Rapporto sullo stato dei paesi liberi... more (OPUSCOLI DEL PERIODO DELLA MUNICIPALITÀ) BARZONI Vittorio, Rapporto sullo stato dei paesi liberi d'Italia e sulla necessità ch'essi sieno fusi in una sola repubblica, presentato al generale in capo dell'armata francese, Venezia, dalle stampe del cittadino Francesco Andreola, s.a., testo datato 27 settembre 1797. BOZZATO Giovanni Maria, Orazione ne' funerali di s. e. reverendissima Federico Maria del s. r. i. co: De' Giovanelli consigl. intimo att. di stato di s.m.i.r.a. patriarca di Venezia e primate della Dalmazia ec. Celebrati nella chiesa parrocchiale e collegiata di Santa Fosca il di 24 gennaio 1800, Venezia : Per Pietro Zerletti. 1800. Discorso della cittadina Annetta Vadori pronunciato nella Società di Pubblica Istruzione in occasione che fu invitata a pronunciare il giuramento solenne: vivere libera o morire, Venezia, G. Zatta, 1797. Discorsi pronunciati dal Cittadino Zorzi Ricchi li 16, 17 e 19 Pratile nella Società Patriotica, A spese della Società di Pubblica Istruzione, Anno primo della libertà italiana. GRATAROL Pierantonio, Memorie ultime coi documenti della di lui morte e dell'ingiustizia del Fisco veneto verso la di lui famiglia, per servire di supplemento alla Narrazione apologetica, Venezia, per Giovanni Zatta, 1797. GRATAROL Pierantonio, Narrazione apologetica con l'aggiunta de le Riflessioni d'un imparziale, preceduta da una lettera del medesimo sig. Gratarol, Venezia, presso il cittadino Giovanni Zatta, 1797. LAUBERT Carlo, Rapporto del Comitato d'Istruzione della Società patriottica di Venezia sulla lettera di Vittorio Barzoni, intitolata Rapporto sullo stato attuale dei paesi liberi d'Italia presentato al generale in capo dell'Armata francese, Venezia, dalle stampe del cittadino Giovanni Zatta, 1797. LAZZARINI Sebastiano, Dettaglio Storico di quanto precedé, accompagnò, seguì la prigionia in Brescia del Signor Cardinale Alessandro Mattei, Vescovo di Ferrara, Venezia, presso Francesco Andreola, 1799.
CONCLUSIONI All'inizio di questa ricerca, dedicata a conoscere il ruolo della Società di pubblica... more CONCLUSIONI All'inizio di questa ricerca, dedicata a conoscere il ruolo della Società di pubblica Istruzione nella formazione del consenso nella società veneziana durante il periodo della Municipalità Provvisoria (maggio-dicembre 1797), si sono poste alcune domande sul ruolo della Società stessa. A conclusione del percorso di ricerca, nel considerare sinteticamente le attività della Società, si possono fare alcune considerazioni volte valutare la loro efficacia in relazione agli obiettivi predeterminati. Ciò che si può innanzitutto affermare è che le azioni congiunte del Comitato di Istruzione e del Comitato di Salute Pubblica della Municipalità ottennero risultati positivi nella creazione e promozione della Società. L'esame che si è condotto sui verbali delle sessioni della Società, sia su quelli a stampa conservati presso la Biblioteca del Museo Correr di Venezia, sia sui numeri del giornale "Il Libero Veneto" consultati presso la Biblioteca Civica di Treviso, ci ha restituito l'immagine di un organismo vivace, attento, impegnato, costante nelle giornaliere riunioni, ma anche ci ha dato la sensazione di come le riunioni si svolgessero in una atmosfera vibrante, piena di entusiasmo e di aspettative. Da subito ci furono un elevato numero di soci, di aspiranti soci e grande partecipazione di pubblico. La sede assegnata alla Società fu inizialmente sala dei Filarmonici nelle Procuratie vecchie, capace di seicento posti, ma poi la grande affluenza costrinse la Società a richiedere una sede più ampia, ottenendo così la Sala del Ridotto, con milletrecento posti, ed infine venne spostata nella ancora più capiente Scuola grande di San Teodoro a San Salvatore. Numerosissimi furono i discorsi pronunciati, di molti dei quali si sono riportati i passaggi salienti. Gli ordini del giorno contemplavano gli argomenti più diversi, tutti però con lo scopo di provocare una discussione che potesse essere utile ai presenti, specialmente ai popolani, per comprendere il senso di quanto stava accadendo alla loro città. Ecco alcuni degli argomenti: la libertà e l'uguaglianza; l'unione delle città libere d'Italia e l'auspicio per l'indipendenza; la democratizzazione del linguaggio; i rapporti con gli ex aristocratici; la sovranità del popolo; le varie forme del dispotismo; l'istruzione pubblica come consolidamento della libertà; gli insegnamenti da trarre dalla storia.
1 Il presidente viene eletto ogni quindici giorni per appello nominale.
Appendice 2 Il Catechismo democratico Catechismo repubblicano Per l' istruzione del popolo, e la ... more Appendice 2 Il Catechismo democratico Catechismo repubblicano Per l' istruzione del popolo, e la rovina dei tiranni D. Che cosa è il popolo? R. È l' unione di tutti i Cittadini che compongono la società. D. Quanti popoli ci sono? R. Il popolo è uno , che abbraccia tutti gli uomini della terra : ma per la troppo grande estensione dei luoghi si trova separato in varie sezioni , che si limitano o dai gran monti , o dai mari, o dai fiumi , e che si chiamano nazioni. D. Queste nazioni hanno lo stesso governo? R. Dovrebbero averlo , perché tutti avendo gli stessi bisogni , e gli stessi diritti , dovrebbero essere governati egualmente. D. E perché i governi sono diversi? R. Perché i governanti invece di servire i bisogni del Popolo , hanno servito ai proprj interessi , hanno oppressi i popoli in diverse maniere , ed a queste diverse oppressioni hanno dato differenti nomi di Governo. D. Perché un popolo ha bisogno di un Governo? R. Perché un uomo solo non può difendere se stesso e la suo proprietà .Ė dunque necessario il Governo, affinchè mentre i Cittadini tranquilli travagliano per i loro vicendevoli bisogni , il Governo si occupi nella comune salvezza. D. Quale dunque esser dee l' oggetto del Governo? R. Di provvedere alla pubblica sicurezza , e di far rispettare le proprietà di ciascuno individuo D. Chi deve stabilire il Governo? R. Nessuno ha il diritto di governare; perché tutti gli uomini hanno gli stessi bisogni. Il Popolo dunque ha solo il diritto di scegliere quel governo , che giudica necessario al suo ben' essere.