Stefano Corno - Academia.edu (original) (raw)
Papers by Stefano Corno
LinguaDue, 2020
The aim of the article is to point out some contexts where conditional is used in French, whereas... more The aim of the article is to point out some contexts where conditional is used in French, whereas Italian prefers other solutions, mainly subjunctive. An historical approach tends to see how the two Latin languages chose different ways to express these ideas.
Beiträge zur Geschichte der Sprachwissenschaft, 2019
Die Beiträge zur Geschichte der Sprachwissenschaft sind zugleich Organ der Gesellschaften "Studie... more Die Beiträge zur Geschichte der Sprachwissenschaft sind zugleich Organ der Gesellschaften "Studienkreis 'Geschichte der Sprachwissenschaft'" und "Werkverband 'Geschiedenis van de Taalkunde'". Veröffentlicht werden nur Originalbeiträge. Für unverlangt eingesandte Manuskripte wird keine Haftung übernommen. Die Verfasser tragen für ihre Beiträge die Verantwortung. © 2019 Nodus Publikationen.-Die in dieser Zeitschrift veröffentlichten Artikel sind urheberrechtlich geschützt. Nachdruck oder Vervielfältigung, auch auszugsweise, verboten. Gedruckt auf chlor-und säurefreiem, alterungsbeständigem Papier.
Atti del Sodalizio Glottologico Milanese, 2017
http://www.ediorso.it L'abbonamento si sottoscrive presso la Casa editrice:-c/c bancario: IBAN IT... more http://www.ediorso.it L'abbonamento si sottoscrive presso la Casa editrice:-c/c bancario: IBAN IT22J0306910400100000015892 (specificando la causale);-c/c postale: IBAN IT64X0760110400000010096154 (specificando la causale). Realizzazione editoriale a cura di ARUN MALTESE (www.bibliobear.com) Realizzazione grafica a cura di PAOLO FERRERO
Commento di Èabara (È×barabh×óya 9.1.6-10) 1
Stefano Corno Langue originelle et langue vulgaire entre De vulgari eloquentia et Divine Comédie 1
Nell'Italia meridionale esistono ancora oggi due isole linguistiche in cui si parla un idioma gre... more Nell'Italia meridionale esistono ancora oggi due isole linguistiche in cui si parla un idioma greco: si tratta della penisola salentina sulla costa ionica, nel tratto compreso fra Lecce e Otranto, e di alcune zone della Calabria meridionale, non lontano da Reggio, sulla costa mediterranea. Si registrano sensibili differenze fra i dialetti delle due aree, ma anche fra paesi diversi all'interno della stessa area. Nel corso dei secoli, gli abitanti di questi centri hanno difeso con orgoglio la loro particolarità linguistica come un tratto distintivo che li differenziava dai loro confinanti, che essi definivano latini. Eppure gli abitanti di queste due isole linguistiche non definiscono se stessi Ellines, ovvero greci; si ritengono piuttosto un'entità a parte, ben definita e separata. Griki è il nome con cui si definiscono i greci del Salento e Grekani quelli di Calabria. E le lingue che essi parlano prendono il nome rispettivamente di griko e di grecanico 1 . Una delle domande più ricorrenti e che ha stimolato la curiosità di molti studiosi riguarda l'origine di queste comunità, il loro arrivo in Italia, il loro insediamento nelle suddette regioni e il distacco dalla lingua madre greca. Due sono le principali teorie riguardo al loro arrivo in Italia. Secondo la prima di esse, propugnata, fra gli altri, da G. Rohlfs, glottologo tedesco, autore di importanti studi sulla dialettologia italiana, essi sono i discendenti dell'ondata migratoria partita dalla Grecia intorno all'VIII secolo a.C., e che è all'origine della nascita delle colonie che formano la cosiddetta Magna Grecia. Questo spiegherebbe la presenza di residui derivanti dagli antichi dialetti dorico ed eolico, parlati in Grecia nelle zone da cui partirono appunto le migrazioni verso l'Italia. In una fase posteriore, nel primo periodo bizantino, altri greci, provenienti dall'Asia Minore, ma anche dal continente, avrebbero costituito una seconda ondata. La seconda teoria, sostenuta in particolare da G. Morosi e da A. Pellegrini, fa risalire l'ondata migratoria a un periodo ben posteriore, fra il VI e il IX secolo d.C., quando ondate di bizantini sfuggirono in massa verso l'Italia, dove fondarono monasteri ortodossi e tagliarono ogni contatto con la madrepatria greca. La prima tesi è stata accolta più favorevolmente dagli studiosi: essa fu sostenuta all'inizio del secolo, poi soppiantata dalla tesi di Morosi e Pellegrini e ripresa appunto da Rohlfs e da altri nel XX secolo in seguito a inchieste linguistiche condotte in quelle regioni. A sostegno della tesi dell'antichità del greco-salentino e del greco-calabro vengono spesso citati gli elementi eolici e dorici che compaiono ancora in certe parole. Il prof. Salvatore Sicuro di Martano, in Salento, fa notare che nella sua lingua le parole usate per affermare e per negare sono le stesse che si trovano in un greco molto antico, direi addirittura omerico: in griko la parola per sì è umme (in greco antico un men, lett. "certo"), mentre no si dice degghe (udèn ghe, "assolutamente no"). Pur subendo, come è ovvio, influenze dalle circostanti aree italofone, queste popolazioni mantennero per secoli la propria lingua e le proprie tradizioni. Si tratta di una trasmissione orale:
Les exercices de rédaction diffèrent en France et en Italie par leurs méthodes : la dissertation,... more Les exercices de rédaction diffèrent en France et en Italie par leurs méthodes : la dissertation, sur laquelle les élèves français travaillent, est codifiée selon des critères bien précis, qui diffèrent de ceux que les élèves italiens vont suivre lorsqu'ils s'apprêtent à composer un tema. Ceci comporte une double difficulté pour les élèves et les étudiants italiens qui étudient en France (et vice versa). Outre l'écueil linguistique, ils doivent faire face à une nouvelle méthode, qui reflète une idée différente de rédaction dans les deux pays et une hiérarchie différente des valeurs : d'un côté (Italie) l'importance de la donnée en elle-même, de l'autre (France) la force de la rhétorique et la capacité de débattre. Cette différence dans les méthodes et parfois dans les objectifs se montre également dans l'enseignement des Lettres classiques dans les deux pays. J'ai essayé d'imaginer un intitulé de rédaction littéraire et de me mettre alternativement dans la peau d'un élève italien et d'un élève français pour essayer de montrer leur différente démarche.
LinguaDue, 2020
The aim of the article is to point out some contexts where conditional is used in French, whereas... more The aim of the article is to point out some contexts where conditional is used in French, whereas Italian prefers other solutions, mainly subjunctive. An historical approach tends to see how the two Latin languages chose different ways to express these ideas.
Beiträge zur Geschichte der Sprachwissenschaft, 2019
Die Beiträge zur Geschichte der Sprachwissenschaft sind zugleich Organ der Gesellschaften "Studie... more Die Beiträge zur Geschichte der Sprachwissenschaft sind zugleich Organ der Gesellschaften "Studienkreis 'Geschichte der Sprachwissenschaft'" und "Werkverband 'Geschiedenis van de Taalkunde'". Veröffentlicht werden nur Originalbeiträge. Für unverlangt eingesandte Manuskripte wird keine Haftung übernommen. Die Verfasser tragen für ihre Beiträge die Verantwortung. © 2019 Nodus Publikationen.-Die in dieser Zeitschrift veröffentlichten Artikel sind urheberrechtlich geschützt. Nachdruck oder Vervielfältigung, auch auszugsweise, verboten. Gedruckt auf chlor-und säurefreiem, alterungsbeständigem Papier.
Atti del Sodalizio Glottologico Milanese, 2017
http://www.ediorso.it L'abbonamento si sottoscrive presso la Casa editrice:-c/c bancario: IBAN IT... more http://www.ediorso.it L'abbonamento si sottoscrive presso la Casa editrice:-c/c bancario: IBAN IT22J0306910400100000015892 (specificando la causale);-c/c postale: IBAN IT64X0760110400000010096154 (specificando la causale). Realizzazione editoriale a cura di ARUN MALTESE (www.bibliobear.com) Realizzazione grafica a cura di PAOLO FERRERO
Commento di Èabara (È×barabh×óya 9.1.6-10) 1
Stefano Corno Langue originelle et langue vulgaire entre De vulgari eloquentia et Divine Comédie 1
Nell'Italia meridionale esistono ancora oggi due isole linguistiche in cui si parla un idioma gre... more Nell'Italia meridionale esistono ancora oggi due isole linguistiche in cui si parla un idioma greco: si tratta della penisola salentina sulla costa ionica, nel tratto compreso fra Lecce e Otranto, e di alcune zone della Calabria meridionale, non lontano da Reggio, sulla costa mediterranea. Si registrano sensibili differenze fra i dialetti delle due aree, ma anche fra paesi diversi all'interno della stessa area. Nel corso dei secoli, gli abitanti di questi centri hanno difeso con orgoglio la loro particolarità linguistica come un tratto distintivo che li differenziava dai loro confinanti, che essi definivano latini. Eppure gli abitanti di queste due isole linguistiche non definiscono se stessi Ellines, ovvero greci; si ritengono piuttosto un'entità a parte, ben definita e separata. Griki è il nome con cui si definiscono i greci del Salento e Grekani quelli di Calabria. E le lingue che essi parlano prendono il nome rispettivamente di griko e di grecanico 1 . Una delle domande più ricorrenti e che ha stimolato la curiosità di molti studiosi riguarda l'origine di queste comunità, il loro arrivo in Italia, il loro insediamento nelle suddette regioni e il distacco dalla lingua madre greca. Due sono le principali teorie riguardo al loro arrivo in Italia. Secondo la prima di esse, propugnata, fra gli altri, da G. Rohlfs, glottologo tedesco, autore di importanti studi sulla dialettologia italiana, essi sono i discendenti dell'ondata migratoria partita dalla Grecia intorno all'VIII secolo a.C., e che è all'origine della nascita delle colonie che formano la cosiddetta Magna Grecia. Questo spiegherebbe la presenza di residui derivanti dagli antichi dialetti dorico ed eolico, parlati in Grecia nelle zone da cui partirono appunto le migrazioni verso l'Italia. In una fase posteriore, nel primo periodo bizantino, altri greci, provenienti dall'Asia Minore, ma anche dal continente, avrebbero costituito una seconda ondata. La seconda teoria, sostenuta in particolare da G. Morosi e da A. Pellegrini, fa risalire l'ondata migratoria a un periodo ben posteriore, fra il VI e il IX secolo d.C., quando ondate di bizantini sfuggirono in massa verso l'Italia, dove fondarono monasteri ortodossi e tagliarono ogni contatto con la madrepatria greca. La prima tesi è stata accolta più favorevolmente dagli studiosi: essa fu sostenuta all'inizio del secolo, poi soppiantata dalla tesi di Morosi e Pellegrini e ripresa appunto da Rohlfs e da altri nel XX secolo in seguito a inchieste linguistiche condotte in quelle regioni. A sostegno della tesi dell'antichità del greco-salentino e del greco-calabro vengono spesso citati gli elementi eolici e dorici che compaiono ancora in certe parole. Il prof. Salvatore Sicuro di Martano, in Salento, fa notare che nella sua lingua le parole usate per affermare e per negare sono le stesse che si trovano in un greco molto antico, direi addirittura omerico: in griko la parola per sì è umme (in greco antico un men, lett. "certo"), mentre no si dice degghe (udèn ghe, "assolutamente no"). Pur subendo, come è ovvio, influenze dalle circostanti aree italofone, queste popolazioni mantennero per secoli la propria lingua e le proprie tradizioni. Si tratta di una trasmissione orale:
Les exercices de rédaction diffèrent en France et en Italie par leurs méthodes : la dissertation,... more Les exercices de rédaction diffèrent en France et en Italie par leurs méthodes : la dissertation, sur laquelle les élèves français travaillent, est codifiée selon des critères bien précis, qui diffèrent de ceux que les élèves italiens vont suivre lorsqu'ils s'apprêtent à composer un tema. Ceci comporte une double difficulté pour les élèves et les étudiants italiens qui étudient en France (et vice versa). Outre l'écueil linguistique, ils doivent faire face à une nouvelle méthode, qui reflète une idée différente de rédaction dans les deux pays et une hiérarchie différente des valeurs : d'un côté (Italie) l'importance de la donnée en elle-même, de l'autre (France) la force de la rhétorique et la capacité de débattre. Cette différence dans les méthodes et parfois dans les objectifs se montre également dans l'enseignement des Lettres classiques dans les deux pays. J'ai essayé d'imaginer un intitulé de rédaction littéraire et de me mettre alternativement dans la peau d'un élève italien et d'un élève français pour essayer de montrer leur différente démarche.