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Papers by Vincenzo Binetti

Research paper thumbnail of Genova, il G8 e la “bunkerizzazione” dello spazio urbano

Research paper thumbnail of Undoing Time. The Cultural Memory of an Italian Prison

Journal of Modern Italian Studies, 2013

Research paper thumbnail of Elio Vittorini. The Writer and the Written

Research paper thumbnail of Between Romanticism and Realism: the Poetics of Engagement and the Romanzo Sociale During the Italian Risorgimento

Forum for Modern Language Studies, 2002

Research paper thumbnail of On Magic and Autonomy in Historias mínimas and La vita è bella

Research paper thumbnail of On Magic and Autonomy in\u3cem\u3eHistorias mínimas\u3c/em\u3e and \u3cem\u3eLa vita è bella\u3c/em\u3e

Research paper thumbnail of Il Giornalismo Politico di Cesare Pavese

Research paper thumbnail of Sud globale e autonomia: narrazioni transculturali, dislocazioni identitarie e sconfinamenti geopolitici nel Cristo si è fermato a Eboli di C

Research paper thumbnail of Re-mapping autonomous spaces and invisible communities in Nanni Balestrini's testimonial narrative

Research paper thumbnail of Right and/or Left? Overcoming Ideological Dualisms in Burlusconiâ•Žs Italy

Research paper thumbnail of Soggetto nomade e destabilizzazione urbana nel Fu Mattia Pascal

continuo che noi crediamo d'arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori ... more continuo che noi crediamo d'arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori di noi." Pirandello, L umorismo. La problematica del discorso poetico pirandelliano si inserisce all'interno di un più ampio dibattito politico-culturale e filosofico che riguarda in particolar modo non solo le contraddizioni implicite nella nuova funzione intellettuale alle soglie del Novecento, ma anche e soprattutto un più ampio ripensamento ontologico ed epistemologico del sapere ed una messa in discussione radicale del concetto stesso di realtà. Un'Italia, infatti, appena inseritasi nella compagine europea, sia pur con notevole ritardo e difficoltà rispetto agli altri stati-nazione, e con alle spalle l'esperienza dapprima esaltante e poi contraddittoria e conflittuale della lotta risorgimentale e dell'unificazione nazionale, si ritrova agli inizi del secolo a dover riconsiderare quelle certezze e quelle convinzioni che la scienza e la ragione avevano avvalorato in nome di una fede positiva nel valore del progresso e nella funzione "demiurgica" del ceto intellettuale borghese di stampo ottocentesco. Una crisi profonda di valori dunque che investe in maniera drammatica la cultura italiana ed europea in un momento in cui appunto "la nozione di verità cessa di essere oggettiva e diventa invece soggettiva... e quindi relativa"(Luperini 1993, 5) e dove il ruolo dello scrittore precedentemente ancorato alla sua immagine pubblica privilegiata ed autogratificante viene messo in discussione e per così dire "decentrato" rispetto ad una sua precedente centralità ed autorevolezza politico-ideologica e culturale. Mi sembra quindi importante sottolineare come il discorso pirandelliano quale si evolve all'interno della struttura narrativa specifica di questo romanzo così fortemente "moderno" ed allo stesso tempo precursore della crisi della modernità che è appunto II fu Mattia Pascal, offra, soprattutto se legato al filo rosso della concezione umoristisca del reale che avrebbe caratterizzato in seguito l'intera produzione artistica dell'autore, degli interessanti

Research paper thumbnail of The Origin of the Political

Research paper thumbnail of Autonomy of migration: (de)territorialità, resistenza e diritto di cittadinanza nella letteratura della migrazione

Études romanes de Brno, 2016

Riassunto L'elemento indubbiamente provocatorio che scaturisce dall'analisi delle storie narrate ... more Riassunto L'elemento indubbiamente provocatorio che scaturisce dall'analisi delle storie narrate da scrittori migranti oggi in Italia è, a mio avviso, l'intenzione autoriale di voler in qualche modo decentralizzare e quasi sfocare la visualizzazione della territorialità all'interno della quale operano e si muovono i personaggi e le loro storie. Anche se spesso ambientati in contesti urbani e metropolitani all'apparenza facilmente riconoscibili ed identificabili dal lettore, manca infatti in questi romanzi un riferimento direi quasi rassicurante a quei landmarks architettonici e urbanistici che dovrebbero invece contraddistinguere e avvalorare emblematicamente i paesaggi e la mappatura della tradizione storico-culturale dell'identità nazionale italiana. Mi chiedo allora che tipo di implicazioni politico-letterarie possano scaturire da questa deliberata invisibilità dei landscapes ufficiali e da una esclusione dell'altro dai paesaggi urbani all'interno dei quali si muovono incerti ed esitanti questi cittadini stranieri protagonisti della scrittura migrante. Quali potenziali fattori destabilizzanti della canonicità letteraria e quali forme di resistenza politica emergono allora da questi tentativi di (ri)leggere l'uniformità impermeabile del territorio nazionale proprio spostando il punto di vista interpretativo di quegli spazi pubblici e quindi spiazzando l'orizzonte d'attesa di chi legge e che in quegli spazi vorrebbe riconoscere e validare in un qualche modo il proprio senso di appartenenza identitaria?

Research paper thumbnail of On Magic and Autonomy in "Historias m�nimas" and "La vita � bella

Research paper thumbnail of Massimiliano Tortora. Svevo novelliere.(Book Review)

Research paper thumbnail of Soggetto nomade e destabilizzazione urbana nel Fu Mattia Pascal

Quaderni D Italianistica, Oct 1, 1999

continuo che noi crediamo d'arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori ... more continuo che noi crediamo d'arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori di noi." Pirandello, L umorismo. La problematica del discorso poetico pirandelliano si inserisce all'interno di un più ampio dibattito politico-culturale e filosofico che riguarda in particolar modo non solo le contraddizioni implicite nella nuova funzione intellettuale alle soglie del Novecento, ma anche e soprattutto un più ampio ripensamento ontologico ed epistemologico del sapere ed una messa in discussione radicale del concetto stesso di realtà. Un'Italia, infatti, appena inseritasi nella compagine europea, sia pur con notevole ritardo e difficoltà rispetto agli altri stati-nazione, e con alle spalle l'esperienza dapprima esaltante e poi contraddittoria e conflittuale della lotta risorgimentale e dell'unificazione nazionale, si ritrova agli inizi del secolo a dover riconsiderare quelle certezze e quelle convinzioni che la scienza e la ragione avevano avvalorato in nome di una fede positiva nel valore del progresso e nella funzione "demiurgica" del ceto intellettuale borghese di stampo ottocentesco. Una crisi profonda di valori dunque che investe in maniera drammatica la cultura italiana ed europea in un momento in cui appunto "la nozione di verità cessa di essere oggettiva e diventa invece soggettiva... e quindi relativa"(Luperini 1993, 5) e dove il ruolo dello scrittore precedentemente ancorato alla sua immagine pubblica privilegiata ed autogratificante viene messo in discussione e per così dire "decentrato" rispetto ad una sua precedente centralità ed autorevolezza politico-ideologica e culturale. Mi sembra quindi importante sottolineare come il discorso pirandelliano quale si evolve all'interno della struttura narrativa specifica di questo romanzo così fortemente "moderno" ed allo stesso tempo precursore della crisi della modernità che è appunto II fu Mattia Pascal, offra, soprattutto se legato al filo rosso della concezione umoristisca del reale che avrebbe caratterizzato in seguito l'intera produzione artistica dell'autore, degli interessanti

Research paper thumbnail of Mito e letteratura : il romanzo sociale e lo scrittore borghese nella prima metà dell'Ottocento italiano

Research paper thumbnail of Re-mapping autonomous spaces and invisible communities in Nanni Balestrini's testimonial narrative

Italianistica Ultraiectina, Dec 1, 2006

Research paper thumbnail of Book Review:Properties of Writing: Ideological Discourse in Modern Italian Fiction Robert S. Dombroski

Research paper thumbnail of Boccalone" : i luoghi del desiderio e la città del "possibile

Il Lettore Di Provincia Mag Dic 2005, 2005

Research paper thumbnail of Genova, il G8 e la “bunkerizzazione” dello spazio urbano

Research paper thumbnail of Undoing Time. The Cultural Memory of an Italian Prison

Journal of Modern Italian Studies, 2013

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Forum for Modern Language Studies, 2002

Research paper thumbnail of On Magic and Autonomy in Historias mínimas and La vita è bella

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Research paper thumbnail of Sud globale e autonomia: narrazioni transculturali, dislocazioni identitarie e sconfinamenti geopolitici nel Cristo si è fermato a Eboli di C

Research paper thumbnail of Re-mapping autonomous spaces and invisible communities in Nanni Balestrini's testimonial narrative

Research paper thumbnail of Right and/or Left? Overcoming Ideological Dualisms in Burlusconiâ•Žs Italy

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continuo che noi crediamo d'arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori ... more continuo che noi crediamo d'arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori di noi." Pirandello, L umorismo. La problematica del discorso poetico pirandelliano si inserisce all'interno di un più ampio dibattito politico-culturale e filosofico che riguarda in particolar modo non solo le contraddizioni implicite nella nuova funzione intellettuale alle soglie del Novecento, ma anche e soprattutto un più ampio ripensamento ontologico ed epistemologico del sapere ed una messa in discussione radicale del concetto stesso di realtà. Un'Italia, infatti, appena inseritasi nella compagine europea, sia pur con notevole ritardo e difficoltà rispetto agli altri stati-nazione, e con alle spalle l'esperienza dapprima esaltante e poi contraddittoria e conflittuale della lotta risorgimentale e dell'unificazione nazionale, si ritrova agli inizi del secolo a dover riconsiderare quelle certezze e quelle convinzioni che la scienza e la ragione avevano avvalorato in nome di una fede positiva nel valore del progresso e nella funzione "demiurgica" del ceto intellettuale borghese di stampo ottocentesco. Una crisi profonda di valori dunque che investe in maniera drammatica la cultura italiana ed europea in un momento in cui appunto "la nozione di verità cessa di essere oggettiva e diventa invece soggettiva... e quindi relativa"(Luperini 1993, 5) e dove il ruolo dello scrittore precedentemente ancorato alla sua immagine pubblica privilegiata ed autogratificante viene messo in discussione e per così dire "decentrato" rispetto ad una sua precedente centralità ed autorevolezza politico-ideologica e culturale. Mi sembra quindi importante sottolineare come il discorso pirandelliano quale si evolve all'interno della struttura narrativa specifica di questo romanzo così fortemente "moderno" ed allo stesso tempo precursore della crisi della modernità che è appunto II fu Mattia Pascal, offra, soprattutto se legato al filo rosso della concezione umoristisca del reale che avrebbe caratterizzato in seguito l'intera produzione artistica dell'autore, degli interessanti

Research paper thumbnail of The Origin of the Political

Research paper thumbnail of Autonomy of migration: (de)territorialità, resistenza e diritto di cittadinanza nella letteratura della migrazione

Études romanes de Brno, 2016

Riassunto L'elemento indubbiamente provocatorio che scaturisce dall'analisi delle storie narrate ... more Riassunto L'elemento indubbiamente provocatorio che scaturisce dall'analisi delle storie narrate da scrittori migranti oggi in Italia è, a mio avviso, l'intenzione autoriale di voler in qualche modo decentralizzare e quasi sfocare la visualizzazione della territorialità all'interno della quale operano e si muovono i personaggi e le loro storie. Anche se spesso ambientati in contesti urbani e metropolitani all'apparenza facilmente riconoscibili ed identificabili dal lettore, manca infatti in questi romanzi un riferimento direi quasi rassicurante a quei landmarks architettonici e urbanistici che dovrebbero invece contraddistinguere e avvalorare emblematicamente i paesaggi e la mappatura della tradizione storico-culturale dell'identità nazionale italiana. Mi chiedo allora che tipo di implicazioni politico-letterarie possano scaturire da questa deliberata invisibilità dei landscapes ufficiali e da una esclusione dell'altro dai paesaggi urbani all'interno dei quali si muovono incerti ed esitanti questi cittadini stranieri protagonisti della scrittura migrante. Quali potenziali fattori destabilizzanti della canonicità letteraria e quali forme di resistenza politica emergono allora da questi tentativi di (ri)leggere l'uniformità impermeabile del territorio nazionale proprio spostando il punto di vista interpretativo di quegli spazi pubblici e quindi spiazzando l'orizzonte d'attesa di chi legge e che in quegli spazi vorrebbe riconoscere e validare in un qualche modo il proprio senso di appartenenza identitaria?

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Quaderni D Italianistica, Oct 1, 1999

continuo che noi crediamo d'arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori ... more continuo che noi crediamo d'arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori di noi." Pirandello, L umorismo. La problematica del discorso poetico pirandelliano si inserisce all'interno di un più ampio dibattito politico-culturale e filosofico che riguarda in particolar modo non solo le contraddizioni implicite nella nuova funzione intellettuale alle soglie del Novecento, ma anche e soprattutto un più ampio ripensamento ontologico ed epistemologico del sapere ed una messa in discussione radicale del concetto stesso di realtà. Un'Italia, infatti, appena inseritasi nella compagine europea, sia pur con notevole ritardo e difficoltà rispetto agli altri stati-nazione, e con alle spalle l'esperienza dapprima esaltante e poi contraddittoria e conflittuale della lotta risorgimentale e dell'unificazione nazionale, si ritrova agli inizi del secolo a dover riconsiderare quelle certezze e quelle convinzioni che la scienza e la ragione avevano avvalorato in nome di una fede positiva nel valore del progresso e nella funzione "demiurgica" del ceto intellettuale borghese di stampo ottocentesco. Una crisi profonda di valori dunque che investe in maniera drammatica la cultura italiana ed europea in un momento in cui appunto "la nozione di verità cessa di essere oggettiva e diventa invece soggettiva... e quindi relativa"(Luperini 1993, 5) e dove il ruolo dello scrittore precedentemente ancorato alla sua immagine pubblica privilegiata ed autogratificante viene messo in discussione e per così dire "decentrato" rispetto ad una sua precedente centralità ed autorevolezza politico-ideologica e culturale. Mi sembra quindi importante sottolineare come il discorso pirandelliano quale si evolve all'interno della struttura narrativa specifica di questo romanzo così fortemente "moderno" ed allo stesso tempo precursore della crisi della modernità che è appunto II fu Mattia Pascal, offra, soprattutto se legato al filo rosso della concezione umoristisca del reale che avrebbe caratterizzato in seguito l'intera produzione artistica dell'autore, degli interessanti

Research paper thumbnail of Mito e letteratura : il romanzo sociale e lo scrittore borghese nella prima metà dell'Ottocento italiano

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Italianistica Ultraiectina, Dec 1, 2006

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Il Lettore Di Provincia Mag Dic 2005, 2005