Valentina Purpura - Academia.edu (original) (raw)

Papers by Valentina Purpura

Research paper thumbnail of Il sacro, il mare ma non solo: àncore decorate e/o iscritte della Soprintendenza del Mare -Regione Siciliana

Ad aquam orantes, 2024

Il Mediterraneo era per gli antichi un mare dai molteplici pericoli. Per questo motivo i navigant... more Il Mediterraneo era per gli antichi un mare dai molteplici pericoli. Per questo motivo i naviganti ricorrevano all’aiuto della divinità, dedicando àncore litiche e ceppi plumbei, per contrastare i pericoli a cui andavano incontro. Gli studi degli anni ’70 hanno permesso di comprendere come l’usanza di dedicare a divinità le àncore risalga al II millennio a.C. e interessi nello specchio del Mediterraneo anche la Sicilia, dove numerose sono quelle dedicate a Zeus, Afrodite ed altre divinità.
Una prima riflessione consiste nel censimento e nello studio di una decina di “àncore sacre” in possesso o in affido temporaneo alla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana: tutte provengono da un tratto di mare prospicente la provincia di Palermo e di Trapani. Il contributo vuole inoltre proporre un’analisi delle iscrizioni e/o decorazioni presenti sulle àncore per arricchire la conoscenza delle divinità del Pantheon greco/romano e la loro relazione con il mare e la navigazione in antico.

Research paper thumbnail of L’ESPERIENZA DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO NELLO STUDIO DELLA COLLEZIONE ARCHEOLOGICA SUBACQUEA DEL MUSEO REGIONALE DI PALAZZO D’AUMALE

ATTI DEL VI CONVEGNO NAZIONALE DI ARCHEOLOGIA SUBACQUEA 10-12 OTTOBRE 2019 PALAZZO CIAMPOLI -TAORMINA , 2023

Il contributo intende presentare i risultati di un progetto didattico svolto tra il 2017 ed il 20... more Il contributo intende presentare i risultati di un progetto didattico svolto tra il 2017 ed il 2018 con gli studenti del Liceo Classico Tito Livio di Milano che
hanno lavorato nei magazzini del Museo Regionale di Palazzo D’Aumale. Gli studenti, seguiti dagli archeologi, hanno catalogato attraverso l’organizzazione di un database tutti i reperti ivi conservati ed hanno proceduto alla realizzazione di un catalogo fotografico di ogni oggetto,
pertinente sia all’ambito subacqueo sia al territorio limitrofo alla struttura museale.

Research paper thumbnail of RELITTI, ROTTE E MERCI TRA IL TARDOANTICO ED IL TARDO MEDIOEVO: QUALI LE CONNESSIONI?

ATTI DEL VI CONVEGNO NAZIONALE DI ARCHEOLOGIA SUBACQUEA 10-12 OTTOBRE 2019 PALAZZO CIAMPOLI -TAORMINA, 2023

Il lavoro qui presente intende tracciare un quadro aggiornato sui relitti tardoantichi e tardomed... more Il lavoro qui presente intende tracciare un quadro aggiornato sui relitti tardoantichi e tardomedievali presenti nei mari siciliani. Tali dati saranno incrociati con gli studi più recenti sulle rotte marittime mediterranee
in antico, cercando di comprendere quali connessioni esistessero tra le merci trasportate, le rotte seguite ed i luoghi del naufragio. Per completare tale ricerca ci si è avvalsi anche di un fondo notarile dell’Archivio di
Stato di Palermo e precisamente dei registri notarili del XIV e del XV secolo, dai quali si desume come la pratica di stipulare contratti di assicurazione nel Medioevo fosse importante e urgente per chi dovesse far arrivare
a destinazione in porti lontani grossi carichi di merci di ogni genere.

Research paper thumbnail of ANCLAS LÍTICAS Y PLÚMBEAS EN EL MUNDO ANTIGUO: UN ESTADO DE LA CUESTIÓN

Arqueología Iberoamericana, n.º 53 (ISSN: 1989-4104), 2024

RESUMEN. El presente estudio muestra el estado de la investigación sobre las anclas de piedra y p... more RESUMEN. El presente estudio muestra el estado de la investigación sobre las anclas de piedra y plomo en el Mediterráneo durante la Antigüedad, analizando sucintamente los principales trabajos.

Research paper thumbnail of I relitti con manufatti marmorei in Sicilia

The paper focuses on the central position, in the Mediterranean basin, of Sicily crossroads since... more The paper focuses on the central position, in the Mediterranean basin, of Sicily crossroads since antiquity of the most important commercial routes between East and West. This is proved by the significant data taken from the underwater archaeology in the study of marble commerce and of the wide use of marble in the Roman Empire and its provinces. These data are also strengthened by the study of the places where a wide number of wrecks with marble works inside have been discovered along the Sicilian coasts. These wrecks date back to the Imperial age except Marzamemi ii, a ship of Justinian age.

Research paper thumbnail of L’Italia centro adriatica in età imperiale romana (I sec. a.C. – III sec. d.C.) e il rapporto tra la terraferma ed il mare sulla base dei dati archeologici subacquei: una carta di distribuzione

Relitti: che fare? Archeologia subacquea del mare Adriatico e del mare Ionio, 2017

Research paper thumbnail of Cave di Marmo, Distribuzione delle cave di marmi bianchi e colorati di età imperiale; Rotte e scali portuali nel bacino del Mediterraneo in età imperiale

Machina. Tecnologia nell’antica Roma, 2009

Research paper thumbnail of Bronzespiegel

«2000 jahre/ Varusschlacht-Imperium», Catalogo di Mostra, LWL-Römermuseum in Haltern am See (Germania) , 2009

Research paper thumbnail of Porti, Approdi e scambi: merci e manufatti tra la Valle dello Jato e la Piana di Partinico (Pa).

IL PATRIMONIO CULTURALE SOMMERSO RICERCHE E PROPOSTE PER IL FUTURO DELL'ARCHEOLOGIA SUBACQUEA IN ITALIA , 2019

Il presente articolo, traccia un quadro aggiornato sulla conoscenze archeologiche di questa part... more Il presente articolo, traccia un quadro aggiornato sulla conoscenze archeologiche di questa parte di costa siciliana e sul rapporto che aveva con l'immediato entro-terra. I dati parzialmente editi delle ricognizioni sistematiche nella valle del fiume Jato mostrano, soprattutto per la tarda età romana, un rapporto diretto con i ma-nufatti di produzione tunisina che arrivavano nei porti di San Cataldo-Partinico, Calatubo e Punta Molinazzo-Terrasini. Purtroppo ad esclusione di Punta Moli-nazzo e Isola delle Femmine non si conservano i resti archeologici di alcuna struttura portuale o relativi ad altre attività. Gli studi degli anni'80 del prof. Gian-franco Purpura hanno evidenziato un'intensa presenza di attività marinare che devono comunque essere rivalutate sulla base dei recenti studi e soprattutto sullo "scavo in magazzino" presso alcuni musei locali che sarà obiettivo di questo studio. Il ruolo dell'archeologia subacquea si pone allora come punto di partenza nella comprensione delle rotte e delle dinamiche che queste implicavano. Nonostante gli studi generali, questa porzione della Sicilia Nord-occidentale non è inserita perfettamente nei traffici trans-marini mentre le ricerche di superficie e le fonti scritte evidenziano una situazione assolutamente differente. Il dato acquisito è implementato in una piattaforma GIS per la gestione integrata dei dati. Ciò permette un'analisi precisa e immediata del dato archeologico in continua evoluzione. Carta con le principali rotte nel Mediterraneo romano e tardoantico Nello Jato l'età imperiale e tardoantica si caratterizza per la presenza capillare di insediamenti volti allo sfruttamento agricolo ed in stretto rapporto con Roma grazie anche alla rinnovata importanza che assume la Sicilia quale testa di ponte per l'Africa. È il momento in cui le campagne rendono al massimo delle loro possibilità ed anche terreni "marginali", per usare le parole del Traina, subiscono un processo di rivalutazione. Tra I e III d.C. il numero degli insediamenti risulta comunque alto, ma il loro "livello archeologico" si riconosce meno che in età tardoantica. La presenza di almeno quattro ville (UT 83, 100, 138 e 149) tutte nel bacino del fiume Jato e sulla via pedemontana, è attestata da elementi di pregio sia architettonico, colonne e capitelli, che di rivestimento come mosaici, intonaci e sectilia in porfido rosso e serpentino. A queste strutture si affiancano piccoli nuclei abitativi e centri a vocazione agricola distribuiti senza una particolare connotazione geografica. Oltre ai prodotti di fabbrica africana si riconoscono anfore di produzione regionale (Dressel 21-22) o microasiatica (MAUXXVII-XXVIII/ Agora G 199). A partire dall'età costantiniana e fino alla fine del V secolo il villaggio, quale luogo di smistamento delle risorse del latifondo e sede di mercato, risulta essere la forma abitativa più presente. Il quadro generale che emerge dalla lettura dei frammenti individua un netto predominio di prodotti di fabbrica africana, con una varietà tipologica che riguarda tanto le produzioni fini quanto i contenitori da trasporto, e sottolinea lo stretto rapporto con la Tunisia e in particolare con gli atelier del golfo di Hammamet. La parte più considerevole di esemplari è riconducibile alla produzione D fino alla fine del VII secolo quando il numero dei villaggi sarà ridotto nonostante il continuo approvvigionamento di prodotti dal Nord-Africa (forme 59, 61, 67, 81 A, 91 A, B e D, 99 A e C, 104 A1 e A2, 105 B e 109). Scarsi i rapporti con l'oriente ad esclusione di alcuni frammenti di contenitori riferibili ai tipi LRA1 e LRA2. Frammenti in sigillata italica ed africana provenienti dal territorio dello Jato Carta che evidenzia l'area della ricerca e le aree con attività legate al mare Profili delle ceramiche rinvenute. Sigillata africana nelle produzioni A e D di area tunisina. Ceramica di Pantelleria Il continuo rapporto con l'Africa verificato dallo studio dei frammenti ceramici suggerisce che il tramite per l'arrivo di queste merci nel nostro territorio sia da ricercare nei porti che si affacciavano nel braccio di mare compreso tra Palermo e Castellammare del Golfo. Sebbene il dato archeologico sia da verificare ci sembra la pista giusta su cui indirizzare le nostre ricerche future.

Research paper thumbnail of I relitti con manufatti marmorei in Sicilia

ARCHAEOLOGIA MARITIMA MEDITERRANEA An International Journal on Underwater Archaeology, 5, 2008, pp. 23-44., 2008

The paper focuses on the central position, in the Mediterranean basin, of Sicily crossroads since... more The paper focuses on the central position, in the Mediterranean basin, of Sicily crossroads since antiquity of the most important commercial routes between East and West. This is proved by the significant data taken from the underwater archaeology in the study of marble commerce and of the wide use of marble in the Roman Empire and its provinces.
These data are also strengthened by the study of the places where a wide number of wrecks with marble works inside have been discovered along the Sicilian coasts. These wrecks date back to the Imperial age except Marzamemi ii, a ship of Justinian age.

Conference Presentations by Valentina Purpura

Research paper thumbnail of L’esperienza di alternanza scuola-lavoro nello studio della collezione archeologica subacquea del Museo Regionale di Palazzo D’Aumale

Atti del VI Convegno Nazionale di Archeologia Subacquea, Taormina 10-12 ottobre 2019 (in corso di pubblicazione), 2019

Il contributo intende presentare i risultati di un progetto didattico svolto tra il 2017 ed il 20... more Il contributo intende presentare i risultati di un progetto didattico svolto tra il 2017 ed il 2018 con gli studenti del Liceo Classico Tito Livio di Milano che hanno lavorato nei magazzini del Museo Regionale di Palazzo D’Aumale. Gli studenti, seguiti dagli archeologi hanno catalogato attraverso l’organizzazione di un database tutti i reperti ivi conservati ed hanno proceduto alla realizzazione di un catalogo fotografico di ogni oggetto, pertinente sia all’ambito subacqueo sia al territorio limitrofo alla struttura museale. Tale lavoro si è infine concretizzato nella selezione di alcuni oggetti di prossima esposizione e nella realizzazione di un catalogo informatico presto accessibile.

Research paper thumbnail of Relitti, rotte e merci tra il tardoantico ed il tardo medioevo: quali le connessioni?

Atti del VI Convegno Nazionale di Archeologia Subacquea, Taormina 10-12 ottobre 2019 (in corso di pubblicazione), 2019

Il poster qui presente intende tracciare un quadro aggiornato sui relitti tardoantichi e Tardo me... more Il poster qui presente intende tracciare un quadro aggiornato sui relitti tardoantichi e Tardo medievali presenti nei mari siciliani. Tali dati saranno incrociati con gli studi più recenti sulle rotte marittime mediterranee in antico, cercando di comprendere quali connessioni esistessero tra le merci trasportate, le rotte seguite ed i luoghi del naufragio, per completare tale ricerca ci si avvalsi anche di un fondo notarile dell’Archivio di Stato di Palermo, e precisamente sul registri notarili del XIV e del XV secolo, dal quale si desume come la pratica di stipulare contratti di assicurazione nel Medioevo fosse importante e urgente per chi dovesse far arrivare a destinazione in porti lontani grossi carichi di merci di ogni genere

Research paper thumbnail of Porti, Approdi e scambi: merci e manufatti tra la Valle dello Jato e  la Piana di Partinico (Pa).

Atti del convegno V Convegno Nazionale di Archeologia Subacquea Udine 8-10 settembrei 2016, ARCHEOLOGIA SUBACQUEA 2.0, 2016

Il presente poster, in attesa di essere pubblicato, traccia un quadro aggiornato sulla conoscen... more Il presente poster, in attesa di essere pubblicato, traccia un quadro aggiornato sulla conoscenze archeologiche di questa parte di costa siciliana e sul rapporto che aveva con l'immediato entro-terra. I dati parzialmente editi delle ricognizioni sistematiche nella valle del fiume Jato mostrano, soprattutto per la tarda età romana, un rapporto diretto con i ma-nufatti di produzione tunisina che arrivavano nei porti di San Cataldo-Partinico, Calatubo e Punta Molinazzo-Terrasini. Purtroppo ad esclusione di Punta Moli-nazzo e Isola delle Femmine non si conservano i resti archeologici di alcuna struttura portuale o relativi ad altre attività. Gli studi degli anni'80 del prof. Gian-franco Purpura hanno evidenziato un'intensa presenza di attività marinare che devono comunque essere rivalutate sulla base dei recenti studi e soprattutto sullo "scavo in magazzino" presso alcuni musei locali che sarà obiettivo di questo studio. Il ruolo dell'archeologia subacquea si pone allora come punto di partenza nella comprensione delle rotte e delle dinamiche che queste implicavano. Nonostante gli studi generali, questa porzione della Sicilia Nord-occidentale non è inserita perfettamente nei traffici trans-marini mentre le ricerche di superficie e le fonti scritte evidenziano una situazione assolutamente differente. Il dato acquisito è implementato in una piattaforma GIS per la gestione integrata dei dati. Ciò permette un'analisi precisa e immediata del dato archeologico in continua evoluzione. Carta con le principali rotte nel Mediterraneo romano e tardoantico Nello Jato l'età imperiale e tardoantica si caratterizza per la presenza capillare di insediamenti volti allo sfruttamento agricolo ed in stretto rapporto con Roma grazie anche alla rinnovata importanza che assume la Sicilia quale testa di ponte per l'Africa. È il momento in cui le campagne rendono al massimo delle loro possibilità ed anche terreni "marginali", per usare le parole del Traina, subiscono un processo di rivalutazione. Tra I e III d.C. il numero degli insediamenti risulta comunque alto, ma il loro "livello archeologico" si riconosce meno che in età tardoantica. La presenza di almeno quattro ville (UT 83, 100, 138 e 149) tutte nel bacino del fiume Jato e sulla via pedemontana, è attestata da elementi di pregio sia architettonico, colonne e capitelli, che di rivestimento come mosaici, intonaci e sectilia in porfido rosso e serpentino. A queste strutture si affiancano piccoli nuclei abitativi e centri a vocazione agricola distribuiti senza una particolare connotazione geografica. Oltre ai prodotti di fabbrica africana si riconoscono anfore di produzione regionale (Dressel 21-22) o microasiatica (MAUXXVII-XXVIII/ Agora G 199). A partire dall'età costantiniana e fino alla fine del V secolo il villaggio, quale luogo di smistamento delle risorse del latifondo e sede di mercato, risulta essere la forma abitativa più presente. Il quadro generale che emerge dalla lettura dei frammenti individua un netto predominio di prodotti di fabbrica africana, con una varietà tipologica che riguarda tanto le produzioni fini quanto i contenitori da trasporto, e sottolinea lo stretto rapporto con la Tunisia e in particolare con gli atelier del golfo di Hammamet. La parte più considerevole di esemplari è riconducibile alla produzione D fino alla fine del VII secolo quando il numero dei villaggi sarà ridotto nonostante il continuo approvvigionamento di prodotti dal Nord-Africa (forme 59, 61, 67, 81 A, 91 A, B e D, 99 A e C, 104 A1 e A2, 105 B e 109). Scarsi i rapporti con l'oriente ad esclusione di alcuni frammenti di contenitori riferibili ai tipi LRA1 e LRA2. Frammenti in sigillata italica ed africana provenienti dal territorio dello Jato Carta che evidenzia l'area della ricerca e le aree con attività legate al mare Profili delle ceramiche rinvenute. Sigillata africana nelle produzioni A e D di area tunisina. Ceramica di Pantelleria Il continuo rapporto con l'Africa verificato dallo studio dei frammenti ceramici suggerisce che il tramite per l'arrivo di queste merci nel nostro territorio sia da ricercare nei porti che si affacciavano nel braccio di mare compreso tra Palermo e Castellammare del Golfo. Sebbene il dato archeologico sia da verificare ci sembra la pista giusta su cui indirizzare le nostre ricerche future.

Research paper thumbnail of Il sacro, il mare ma non solo: àncore decorate e/o iscritte della Soprintendenza del Mare -Regione Siciliana

Ad aquam orantes, 2024

Il Mediterraneo era per gli antichi un mare dai molteplici pericoli. Per questo motivo i navigant... more Il Mediterraneo era per gli antichi un mare dai molteplici pericoli. Per questo motivo i naviganti ricorrevano all’aiuto della divinità, dedicando àncore litiche e ceppi plumbei, per contrastare i pericoli a cui andavano incontro. Gli studi degli anni ’70 hanno permesso di comprendere come l’usanza di dedicare a divinità le àncore risalga al II millennio a.C. e interessi nello specchio del Mediterraneo anche la Sicilia, dove numerose sono quelle dedicate a Zeus, Afrodite ed altre divinità.
Una prima riflessione consiste nel censimento e nello studio di una decina di “àncore sacre” in possesso o in affido temporaneo alla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana: tutte provengono da un tratto di mare prospicente la provincia di Palermo e di Trapani. Il contributo vuole inoltre proporre un’analisi delle iscrizioni e/o decorazioni presenti sulle àncore per arricchire la conoscenza delle divinità del Pantheon greco/romano e la loro relazione con il mare e la navigazione in antico.

Research paper thumbnail of L’ESPERIENZA DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO NELLO STUDIO DELLA COLLEZIONE ARCHEOLOGICA SUBACQUEA DEL MUSEO REGIONALE DI PALAZZO D’AUMALE

ATTI DEL VI CONVEGNO NAZIONALE DI ARCHEOLOGIA SUBACQUEA 10-12 OTTOBRE 2019 PALAZZO CIAMPOLI -TAORMINA , 2023

Il contributo intende presentare i risultati di un progetto didattico svolto tra il 2017 ed il 20... more Il contributo intende presentare i risultati di un progetto didattico svolto tra il 2017 ed il 2018 con gli studenti del Liceo Classico Tito Livio di Milano che
hanno lavorato nei magazzini del Museo Regionale di Palazzo D’Aumale. Gli studenti, seguiti dagli archeologi, hanno catalogato attraverso l’organizzazione di un database tutti i reperti ivi conservati ed hanno proceduto alla realizzazione di un catalogo fotografico di ogni oggetto,
pertinente sia all’ambito subacqueo sia al territorio limitrofo alla struttura museale.

Research paper thumbnail of RELITTI, ROTTE E MERCI TRA IL TARDOANTICO ED IL TARDO MEDIOEVO: QUALI LE CONNESSIONI?

ATTI DEL VI CONVEGNO NAZIONALE DI ARCHEOLOGIA SUBACQUEA 10-12 OTTOBRE 2019 PALAZZO CIAMPOLI -TAORMINA, 2023

Il lavoro qui presente intende tracciare un quadro aggiornato sui relitti tardoantichi e tardomed... more Il lavoro qui presente intende tracciare un quadro aggiornato sui relitti tardoantichi e tardomedievali presenti nei mari siciliani. Tali dati saranno incrociati con gli studi più recenti sulle rotte marittime mediterranee
in antico, cercando di comprendere quali connessioni esistessero tra le merci trasportate, le rotte seguite ed i luoghi del naufragio. Per completare tale ricerca ci si è avvalsi anche di un fondo notarile dell’Archivio di
Stato di Palermo e precisamente dei registri notarili del XIV e del XV secolo, dai quali si desume come la pratica di stipulare contratti di assicurazione nel Medioevo fosse importante e urgente per chi dovesse far arrivare
a destinazione in porti lontani grossi carichi di merci di ogni genere.

Research paper thumbnail of ANCLAS LÍTICAS Y PLÚMBEAS EN EL MUNDO ANTIGUO: UN ESTADO DE LA CUESTIÓN

Arqueología Iberoamericana, n.º 53 (ISSN: 1989-4104), 2024

RESUMEN. El presente estudio muestra el estado de la investigación sobre las anclas de piedra y p... more RESUMEN. El presente estudio muestra el estado de la investigación sobre las anclas de piedra y plomo en el Mediterráneo durante la Antigüedad, analizando sucintamente los principales trabajos.

Research paper thumbnail of I relitti con manufatti marmorei in Sicilia

The paper focuses on the central position, in the Mediterranean basin, of Sicily crossroads since... more The paper focuses on the central position, in the Mediterranean basin, of Sicily crossroads since antiquity of the most important commercial routes between East and West. This is proved by the significant data taken from the underwater archaeology in the study of marble commerce and of the wide use of marble in the Roman Empire and its provinces. These data are also strengthened by the study of the places where a wide number of wrecks with marble works inside have been discovered along the Sicilian coasts. These wrecks date back to the Imperial age except Marzamemi ii, a ship of Justinian age.

Research paper thumbnail of L’Italia centro adriatica in età imperiale romana (I sec. a.C. – III sec. d.C.) e il rapporto tra la terraferma ed il mare sulla base dei dati archeologici subacquei: una carta di distribuzione

Relitti: che fare? Archeologia subacquea del mare Adriatico e del mare Ionio, 2017

Research paper thumbnail of Cave di Marmo, Distribuzione delle cave di marmi bianchi e colorati di età imperiale; Rotte e scali portuali nel bacino del Mediterraneo in età imperiale

Machina. Tecnologia nell’antica Roma, 2009

Research paper thumbnail of Bronzespiegel

«2000 jahre/ Varusschlacht-Imperium», Catalogo di Mostra, LWL-Römermuseum in Haltern am See (Germania) , 2009

Research paper thumbnail of Porti, Approdi e scambi: merci e manufatti tra la Valle dello Jato e la Piana di Partinico (Pa).

IL PATRIMONIO CULTURALE SOMMERSO RICERCHE E PROPOSTE PER IL FUTURO DELL'ARCHEOLOGIA SUBACQUEA IN ITALIA , 2019

Il presente articolo, traccia un quadro aggiornato sulla conoscenze archeologiche di questa part... more Il presente articolo, traccia un quadro aggiornato sulla conoscenze archeologiche di questa parte di costa siciliana e sul rapporto che aveva con l'immediato entro-terra. I dati parzialmente editi delle ricognizioni sistematiche nella valle del fiume Jato mostrano, soprattutto per la tarda età romana, un rapporto diretto con i ma-nufatti di produzione tunisina che arrivavano nei porti di San Cataldo-Partinico, Calatubo e Punta Molinazzo-Terrasini. Purtroppo ad esclusione di Punta Moli-nazzo e Isola delle Femmine non si conservano i resti archeologici di alcuna struttura portuale o relativi ad altre attività. Gli studi degli anni'80 del prof. Gian-franco Purpura hanno evidenziato un'intensa presenza di attività marinare che devono comunque essere rivalutate sulla base dei recenti studi e soprattutto sullo "scavo in magazzino" presso alcuni musei locali che sarà obiettivo di questo studio. Il ruolo dell'archeologia subacquea si pone allora come punto di partenza nella comprensione delle rotte e delle dinamiche che queste implicavano. Nonostante gli studi generali, questa porzione della Sicilia Nord-occidentale non è inserita perfettamente nei traffici trans-marini mentre le ricerche di superficie e le fonti scritte evidenziano una situazione assolutamente differente. Il dato acquisito è implementato in una piattaforma GIS per la gestione integrata dei dati. Ciò permette un'analisi precisa e immediata del dato archeologico in continua evoluzione. Carta con le principali rotte nel Mediterraneo romano e tardoantico Nello Jato l'età imperiale e tardoantica si caratterizza per la presenza capillare di insediamenti volti allo sfruttamento agricolo ed in stretto rapporto con Roma grazie anche alla rinnovata importanza che assume la Sicilia quale testa di ponte per l'Africa. È il momento in cui le campagne rendono al massimo delle loro possibilità ed anche terreni "marginali", per usare le parole del Traina, subiscono un processo di rivalutazione. Tra I e III d.C. il numero degli insediamenti risulta comunque alto, ma il loro "livello archeologico" si riconosce meno che in età tardoantica. La presenza di almeno quattro ville (UT 83, 100, 138 e 149) tutte nel bacino del fiume Jato e sulla via pedemontana, è attestata da elementi di pregio sia architettonico, colonne e capitelli, che di rivestimento come mosaici, intonaci e sectilia in porfido rosso e serpentino. A queste strutture si affiancano piccoli nuclei abitativi e centri a vocazione agricola distribuiti senza una particolare connotazione geografica. Oltre ai prodotti di fabbrica africana si riconoscono anfore di produzione regionale (Dressel 21-22) o microasiatica (MAUXXVII-XXVIII/ Agora G 199). A partire dall'età costantiniana e fino alla fine del V secolo il villaggio, quale luogo di smistamento delle risorse del latifondo e sede di mercato, risulta essere la forma abitativa più presente. Il quadro generale che emerge dalla lettura dei frammenti individua un netto predominio di prodotti di fabbrica africana, con una varietà tipologica che riguarda tanto le produzioni fini quanto i contenitori da trasporto, e sottolinea lo stretto rapporto con la Tunisia e in particolare con gli atelier del golfo di Hammamet. La parte più considerevole di esemplari è riconducibile alla produzione D fino alla fine del VII secolo quando il numero dei villaggi sarà ridotto nonostante il continuo approvvigionamento di prodotti dal Nord-Africa (forme 59, 61, 67, 81 A, 91 A, B e D, 99 A e C, 104 A1 e A2, 105 B e 109). Scarsi i rapporti con l'oriente ad esclusione di alcuni frammenti di contenitori riferibili ai tipi LRA1 e LRA2. Frammenti in sigillata italica ed africana provenienti dal territorio dello Jato Carta che evidenzia l'area della ricerca e le aree con attività legate al mare Profili delle ceramiche rinvenute. Sigillata africana nelle produzioni A e D di area tunisina. Ceramica di Pantelleria Il continuo rapporto con l'Africa verificato dallo studio dei frammenti ceramici suggerisce che il tramite per l'arrivo di queste merci nel nostro territorio sia da ricercare nei porti che si affacciavano nel braccio di mare compreso tra Palermo e Castellammare del Golfo. Sebbene il dato archeologico sia da verificare ci sembra la pista giusta su cui indirizzare le nostre ricerche future.

Research paper thumbnail of I relitti con manufatti marmorei in Sicilia

ARCHAEOLOGIA MARITIMA MEDITERRANEA An International Journal on Underwater Archaeology, 5, 2008, pp. 23-44., 2008

The paper focuses on the central position, in the Mediterranean basin, of Sicily crossroads since... more The paper focuses on the central position, in the Mediterranean basin, of Sicily crossroads since antiquity of the most important commercial routes between East and West. This is proved by the significant data taken from the underwater archaeology in the study of marble commerce and of the wide use of marble in the Roman Empire and its provinces.
These data are also strengthened by the study of the places where a wide number of wrecks with marble works inside have been discovered along the Sicilian coasts. These wrecks date back to the Imperial age except Marzamemi ii, a ship of Justinian age.

Research paper thumbnail of L’esperienza di alternanza scuola-lavoro nello studio della collezione archeologica subacquea del Museo Regionale di Palazzo D’Aumale

Atti del VI Convegno Nazionale di Archeologia Subacquea, Taormina 10-12 ottobre 2019 (in corso di pubblicazione), 2019

Il contributo intende presentare i risultati di un progetto didattico svolto tra il 2017 ed il 20... more Il contributo intende presentare i risultati di un progetto didattico svolto tra il 2017 ed il 2018 con gli studenti del Liceo Classico Tito Livio di Milano che hanno lavorato nei magazzini del Museo Regionale di Palazzo D’Aumale. Gli studenti, seguiti dagli archeologi hanno catalogato attraverso l’organizzazione di un database tutti i reperti ivi conservati ed hanno proceduto alla realizzazione di un catalogo fotografico di ogni oggetto, pertinente sia all’ambito subacqueo sia al territorio limitrofo alla struttura museale. Tale lavoro si è infine concretizzato nella selezione di alcuni oggetti di prossima esposizione e nella realizzazione di un catalogo informatico presto accessibile.

Research paper thumbnail of Relitti, rotte e merci tra il tardoantico ed il tardo medioevo: quali le connessioni?

Atti del VI Convegno Nazionale di Archeologia Subacquea, Taormina 10-12 ottobre 2019 (in corso di pubblicazione), 2019

Il poster qui presente intende tracciare un quadro aggiornato sui relitti tardoantichi e Tardo me... more Il poster qui presente intende tracciare un quadro aggiornato sui relitti tardoantichi e Tardo medievali presenti nei mari siciliani. Tali dati saranno incrociati con gli studi più recenti sulle rotte marittime mediterranee in antico, cercando di comprendere quali connessioni esistessero tra le merci trasportate, le rotte seguite ed i luoghi del naufragio, per completare tale ricerca ci si avvalsi anche di un fondo notarile dell’Archivio di Stato di Palermo, e precisamente sul registri notarili del XIV e del XV secolo, dal quale si desume come la pratica di stipulare contratti di assicurazione nel Medioevo fosse importante e urgente per chi dovesse far arrivare a destinazione in porti lontani grossi carichi di merci di ogni genere

Research paper thumbnail of Porti, Approdi e scambi: merci e manufatti tra la Valle dello Jato e  la Piana di Partinico (Pa).

Atti del convegno V Convegno Nazionale di Archeologia Subacquea Udine 8-10 settembrei 2016, ARCHEOLOGIA SUBACQUEA 2.0, 2016

Il presente poster, in attesa di essere pubblicato, traccia un quadro aggiornato sulla conoscen... more Il presente poster, in attesa di essere pubblicato, traccia un quadro aggiornato sulla conoscenze archeologiche di questa parte di costa siciliana e sul rapporto che aveva con l'immediato entro-terra. I dati parzialmente editi delle ricognizioni sistematiche nella valle del fiume Jato mostrano, soprattutto per la tarda età romana, un rapporto diretto con i ma-nufatti di produzione tunisina che arrivavano nei porti di San Cataldo-Partinico, Calatubo e Punta Molinazzo-Terrasini. Purtroppo ad esclusione di Punta Moli-nazzo e Isola delle Femmine non si conservano i resti archeologici di alcuna struttura portuale o relativi ad altre attività. Gli studi degli anni'80 del prof. Gian-franco Purpura hanno evidenziato un'intensa presenza di attività marinare che devono comunque essere rivalutate sulla base dei recenti studi e soprattutto sullo "scavo in magazzino" presso alcuni musei locali che sarà obiettivo di questo studio. Il ruolo dell'archeologia subacquea si pone allora come punto di partenza nella comprensione delle rotte e delle dinamiche che queste implicavano. Nonostante gli studi generali, questa porzione della Sicilia Nord-occidentale non è inserita perfettamente nei traffici trans-marini mentre le ricerche di superficie e le fonti scritte evidenziano una situazione assolutamente differente. Il dato acquisito è implementato in una piattaforma GIS per la gestione integrata dei dati. Ciò permette un'analisi precisa e immediata del dato archeologico in continua evoluzione. Carta con le principali rotte nel Mediterraneo romano e tardoantico Nello Jato l'età imperiale e tardoantica si caratterizza per la presenza capillare di insediamenti volti allo sfruttamento agricolo ed in stretto rapporto con Roma grazie anche alla rinnovata importanza che assume la Sicilia quale testa di ponte per l'Africa. È il momento in cui le campagne rendono al massimo delle loro possibilità ed anche terreni "marginali", per usare le parole del Traina, subiscono un processo di rivalutazione. Tra I e III d.C. il numero degli insediamenti risulta comunque alto, ma il loro "livello archeologico" si riconosce meno che in età tardoantica. La presenza di almeno quattro ville (UT 83, 100, 138 e 149) tutte nel bacino del fiume Jato e sulla via pedemontana, è attestata da elementi di pregio sia architettonico, colonne e capitelli, che di rivestimento come mosaici, intonaci e sectilia in porfido rosso e serpentino. A queste strutture si affiancano piccoli nuclei abitativi e centri a vocazione agricola distribuiti senza una particolare connotazione geografica. Oltre ai prodotti di fabbrica africana si riconoscono anfore di produzione regionale (Dressel 21-22) o microasiatica (MAUXXVII-XXVIII/ Agora G 199). A partire dall'età costantiniana e fino alla fine del V secolo il villaggio, quale luogo di smistamento delle risorse del latifondo e sede di mercato, risulta essere la forma abitativa più presente. Il quadro generale che emerge dalla lettura dei frammenti individua un netto predominio di prodotti di fabbrica africana, con una varietà tipologica che riguarda tanto le produzioni fini quanto i contenitori da trasporto, e sottolinea lo stretto rapporto con la Tunisia e in particolare con gli atelier del golfo di Hammamet. La parte più considerevole di esemplari è riconducibile alla produzione D fino alla fine del VII secolo quando il numero dei villaggi sarà ridotto nonostante il continuo approvvigionamento di prodotti dal Nord-Africa (forme 59, 61, 67, 81 A, 91 A, B e D, 99 A e C, 104 A1 e A2, 105 B e 109). Scarsi i rapporti con l'oriente ad esclusione di alcuni frammenti di contenitori riferibili ai tipi LRA1 e LRA2. Frammenti in sigillata italica ed africana provenienti dal territorio dello Jato Carta che evidenzia l'area della ricerca e le aree con attività legate al mare Profili delle ceramiche rinvenute. Sigillata africana nelle produzioni A e D di area tunisina. Ceramica di Pantelleria Il continuo rapporto con l'Africa verificato dallo studio dei frammenti ceramici suggerisce che il tramite per l'arrivo di queste merci nel nostro territorio sia da ricercare nei porti che si affacciavano nel braccio di mare compreso tra Palermo e Castellammare del Golfo. Sebbene il dato archeologico sia da verificare ci sembra la pista giusta su cui indirizzare le nostre ricerche future.