Vieri Favini - Academia.edu (original) (raw)
Papers by Vieri Favini
Nebulae, 2022
The founding of a carved stone in an old building of a historic castle in Valleriana district in ... more The founding of a carved stone in an old building of a historic castle in Valleriana district in Tuscany gives the chance to discuss local devotion of a rural village in 16th and 17th century and its repercussions on simbology.
Nebulae, 28, 2021
The founding of a drawing in a manuscript of the end of 17th century showing a number of coat of ... more The founding of a drawing in a manuscript of the end of 17th century showing a number of coat of arms belonging to the communes part of the old jurisdictional district of Pescia in Tuscany, gave the chance to explain the figures that are shown in them. Pills of political history, old habits local geography collected in this short paper
Prato Storia e Arte, 2019
Prato, a well structured medieval commune, was strongly addicted to welfare and founded at priva... more Prato, a well structured medieval commune, was strongly addicted to welfare and founded at private and public level many istitutions that took care of poor, sick and orphan people since very early time. After examinating briefly the characteristics of the heraldry of these institutions we focus on a very special case: the commune displayed its symbols together with those of local welfare institutions in a couple of cases: a painted disc of mid 16th century and the renovation of the public hall where arms of welfare institutions were preferred to noble families or town districts coats of arms following the political orientment of the illuminated rulers at that time
Atti del II convegno internazionale sull'araldica, "Araldica in periferia, stemmi di frontiera: luoghi, situazioni, contenuti Buggiano (Pistoia), Palazzo Pretorio – 5 ottobre 2019 a cura di Filippo Gianchecchi e Maurizio Carlo Alberto Gorra", 2023
Chronicles from 15th century state that it was used to reverse the colours of a coat of arms to d... more Chronicles from 15th century state that it was used to reverse the colours of a coat of arms to declare own position against the bearer of original arms. The most famous example is what Dante told in his Divina Commedia about the inversion of the colours of the florentine lily, originally white in red field, after 1250 when the so called Popolo achieved the rule of government . We list a number of cases where this is also evident, one of them is confirmed by an important original source, recently displayed by the historian Duccio Balestracci dated 1261.
Vexilla italica, 2011
The middle age city of Pisa displayed an army consisting of different arrays. Among them civic mi... more The middle age city of Pisa displayed an army consisting of different arrays. Among them civic militia that was organized in several companies selected on neighbours criteria, the so-called societates armorum. After Pisa was conquered by Florence this arrangment was forgotten but the "societates" lived a second youth consisting the base of the teams of local games.
Rivista di archeologia storia costume, n. 3/4 (a. XXX), 2002
It's a brief description of the coat of arms of the old municipalities that once formed the nowad... more It's a brief description of the coat of arms of the old municipalities that once formed the nowadays commune of Coreglia Antelminelli. An overlook about the still undisclosed ancient civic heraldry of the republic of Lucca.
Pubblicazioni degli archivi di Stato, 2000
Il primo lavoro di repertorio delle fonti dell'araldica pubblica della Toscana: raccolte document... more Il primo lavoro di repertorio delle fonti dell'araldica pubblica della Toscana: raccolte documentali, spogli bibliografici, sigilli, esemplari monumentali, ecc. Ciascuna tipologia descritta nelle sue caratteristiche peculiari, rilevandone l'attendibilità, l'epoca, il rapporto con il gusto erudito o estetico, la frequenza rispetto alle varie aree geografiche. Un lavoro perfettibile, ma che costituisce il primo tentativo di catalogazione sistematica della notevole mole di informazione reperibile in Toscana. Questi dati sono messi a disposizione in appendice, dove ciascuna località è corredata dall'elenco delle fonti che ne illustrano, descrivono o analizzano lo stemma. Uno strumento incompleto, da allora il materiale a disposizione è certamente più che triplicato, ma che può costituire una base di partenza per chi si interessa allo stemma di un centro di quella regione. Per ogni necessità o integrazione, basta chiedere.
Nobiltà, 2016
1. Seguendo la letteratura corrente, partecipando a convegni e forum internazionali, chi si occup... more 1. Seguendo la letteratura corrente, partecipando a convegni e forum internazionali, chi si occupa di araldica comunale ha da tempo la netta sensazione che il settore venga sempre più considerato un aspetto secondario-se non proprio spurio e per certi aspetti a mala pena 'tollerato' dagli addetti ai lavori, come avveniva tra Sei e Settecento-, un ambito di ricerca relativamente marginale e a tratti come una curiosità e non una parte integrante e importante del fenomeno araldico. O che, magari, abbia più rilevanza sotto l'aspetto tecnico-pratico e applicativo contemporaneo che non sotto il profilo storico in senso stretto. Del resto, come poi vedremo, la separatezza e talora lo scollamento cui si assiste tra questi due facce del problema sono essi stessi il sintomo di una mancata correlazione tra esigenze della comunicazione e delle amministrazioni e sapere storico-araldico. Indubbiamente, chi considerasse solo i dati quantitativi del fenomeno araldico comunale nel suo sviluppo storico, si troverebbe di fronte a una situazione poco incoraggiante. Non solo perché l'araldica comunale è in media un po' più recente rispetto alle origini dell'araldica gentilizia, situandosi, nella sua fase di crescita tra il XIII e il XIV s. (anche se un segmento più antico di essa risale certamente alla fine del XII s.); ma soprattutto perché, se diamo per valida la cifra di circa un milione di stemmi noti nel medioevo, quelli usati dalle città e dai comuni tra il XII e il XV s. ne rappresentano una percentuale molto modesta 1. Per l'intero corpus dell'araldica comunale medievale, anche aggiungendovi gli stemmi delle istituzioni del mondo urbano (officia, corporazioni, societates, etc.), si può azzardare una cifra complessiva di circa 5000 stemmi o sigilli cittadini e comunali, noti prima del 1500. Solo in aree dove le città ebbero grande sviluppo, si registrano valori medi significativi. In Toscana l'insieme delle insegne pubbliche è attorno al 5-10% degli stemmi di famiglia; in Fiandra, all'epoca di Carlo V, superano il 10% 2 e nella Fiandra Gallicana e nell'Hainaut gli stemmi cittadini sono il 5% e il 17% del totale 3 ; nell'inventario dei sigilli fiamminghi di Demay, le città rappresentano il 4% del totale e sono in rapporto di 1 a 5 rispetto a quelli dei signori 4. C'è infine da considerare che gli stemmi cittadini e comunali noti nel medioevo sono nella 1 1 Cfr. A. Savorelli, Araldica e araldica comunale. Una sintesi storica, in Estudos de Heráldica Medieval, coordenação de M. de Lurdes Rosa e M. Metelo de Seixas, Lisboa, 2012, pp. 254-273 2 Cfr. Corneille Gaillard, Le blason des armes suivi de l'armorial des villes etc., a cura di J. van Malderghem, Bruxelles 1866. 3 Cfr. T. Leuridan, Armorial des communes du Département du Nord, Lille 1909. 4 G. Demay, Inventaire des sceaux de la Flandre, Paris 1873.
Vexilla Italica, 2017
EMBRA quasi ozioso riferirsi alla pluralità della regione Marche per giustificare ogni circostanz... more EMBRA quasi ozioso riferirsi alla pluralità della regione Marche per giustificare ogni circostanza che distingue questo territorio dalle altre regioni dell'Italia centrale, ma per quanto riguarda il numero e la qualità delle attestazioni delle bandiere dei comuni medievali troviamo in realtà una situazione abnorme rispetto al resto del paese che, pur disponendo di una documen-tazione araldica storica abbondante, è scarsamente provvisto di testimonianze di vessillologia antica. Siamo orientati a ritenere che la particolarità delle Marche rispecchi la frantumazione del potere locale dove piccole comunità, in seno a un blando eserci-zio dell'autorità svolto dallo stato pontificio, disponevano di am-pie autonomie, di magistrature complesse e di un piccolo con-tado, conformandosi, anche nel loro apparato rappresentativo, alle più grandi città poste al di là dell'Appennino. Determinarne le ragioni ci porterebbe troppo in là (e troppo al di là delle nostre competenze 1) tuttavia possiamo limitarci ad affermare che la mancanza di città comunali di particolare rilievo 2 potrebbe es-sere dovuta all'isolamento dell'area rispetto alle grandi vie di comunicazione medievali e quindi alla sua minore vocazione commerciale proiettata, quando possibile, sull'Adriatico e sui 1 Per chi desiderasse approfondire questo tema rimandiamo a M. GI-NATEMPO, Vivere 'a modo di città': i centri minori nel basso Medioevo: autono-mie, privilegio, fiscalità, pp. 1-30 e F. PIRANI, Le origini dei comuni rurali nelle Marche: un tema storiografico nella medievistica del Primo Novecento, pp. 31-54 entrambi in Città e campagne del basso Medioevo. Studi sulla società ita-liana offerti dagli allievi a Giuliano Pinto, Firenze 2014 (Biblioteca dell'Archi-vio Storico Italiano, XXXVII). 2 A parte Ancona e Fermo che disponevano sedi rispettivamente del porto più efficiente dell'Adriatico e della diocesi più grande della regione. S
Archivum Heraldicum, 2003
This short paper shows middle ages seal from 15th century of ancient communities of the state of ... more This short paper shows middle ages seal from 15th century of ancient communities of the state of Siena as taken from a single archive unit (Concistoro) from the state archive of Siena.
The mighty portrait of the Virgin Mary surrounded by a crowd of saints in the main hall of the pu... more The mighty portrait of the Virgin Mary surrounded by a crowd of saints in the main hall of the public palace of the well known medieval town of San Gimignano is charged of several meanings. Among them a kind of legitimation of the communal authority by the divinity to whom the main public authorities ask for protection. This may be confirmed by the presence of rare public coats of arms painted in the frame of the fresco work. We try to explain each of them giving an unedited display of a complex symbolic heritage of a relatively small free-commune in central Italy.
Lo stretto rapporto tra devozione, società e potere è al centro di questa indagine inquadrata in ... more Lo stretto rapporto tra devozione, società e potere è al centro di questa indagine inquadrata in una terra variegata e complessa come la regione che si affaccia sull'Adriatico. Consuetudini, creazioni culturali e testimonianze artistiche sono a corollario di questa forma tutta originale di culto.
Il volume è il frutto di una ricerca storica promossa dall’Amministrazione Regionale, Introduce l... more Il volume è il frutto di una ricerca storica promossa dall’Amministrazione Regionale, Introduce l’opera un saggio sull'araldica civica generale e su quella marchigiana in particolare redatto da Alessandro Savorelli e da Vieri Favini. L'atlante vero e proprio è stato composto dalle schede dei singoli Comuni redatte da Antonio Conti, Vieri Favini e Alessandro Savorelli, sulla base dei territori storici e non in base alla ripartizione amministrativa provinciale attuale, con un chiaro riferimento all'epoca nella quale si sono formati gli stemmi delle comunità.
Talvolta la trattazione supera la formula della "scheda" e assume i connotati di un piccolo saggio. Per ogni stemma si offrono dati bibliografici e indicazioni archivistiche.
L'atlante è stato aggiornato fino ai più recenti mutamenti amministrativi, ma comprende anche gli stemmi dei comuni che lasciarono le Marche per l'Emilia-Romagna nel 2009, quando la ricerca che oggi viene pubblicata era di fatto conclusa.
Il volume è il frutto di una accurata ricerca storica promossa dall’Amministrazione Regionale, si presenta riccamente illustrato, anche dagli stemmi ridisegnati appositamente all’acquarello da Massimo Ghirardi, fedelmente alle fonti storiche .
Intruduce l’opera un saggio sull'araldica civica generale e su quella marchigiana in particolare. L'atlante vero e proprio è stato composto dalle schede dei singoli Comuni redatte come l’introduzione, da Antonio Conti, Vieri Favinie Alessandro Savorelli, sulla base dei territori storici e non in base alla ripartizione amministrativa provinciale attuale, con un chiaro riferimento all'epoca nella quale si sono formati gli stemmi delle comunità.
Talvolta la trattazione supera la formula della "scheda" e assume i connotati di un piccolo saggio. Per ogni stemma si offrono dati bibliografici e indicazioni archivistiche.
L'atlante è stato aggiornato fino ai più recenti mutamenti amministrativi, ma comprende anche gli stemmi dei comuni che lasciarono le Marche per l'Emilia-Romagna nel 2009, quando la ricerca che oggi viene pubblicata era di fatto conclusa.
Chiude l'atlante una rassegna degli stemmi dei comuni soppressi (e aggregati ad altri) appositamente disegnati sulla base delle fonti rinvenute, alcuni dei quali mai pubblicati fino ad ora.
La realizzazione di un’unica opera ha permesso anche la redazione di un testo che si differenzia sostanzialmente da altri lavori collocati nell’universo degli stemmari comunali; l’impostazione generale del volume ricostruisce il percorso araldico della simbologia marchigiana andando alla ricerca dei suoi caratteri originali.
L'atlante si presenta riccamente illustrato, anche dagli stemmi ridisegnati appositamente all’acquarello da Massimo Ghirardi, fedelmente alle fonti storiche.
Chiude l'opera una rassegna degli stemmi dei comuni soppressi (e aggregati ad altri) appositamente disegnati sulla base delle fonti rinvenute, alcuni dei quali mai pubblicati fino ad ora.
La realizzazione di un’unica opera ha permesso anche la redazione di un testo che si differenzia sostanzialmente da altri lavori collocati nell’universo degli stemmari comunali; l’impostazione generale del volume ricostruisce il percorso araldico della simbologia marchigiana andando alla ricerca dei suoi caratteri originali.
Books by Vieri Favini
Frittelli, 2009
The story of a magnificient building in the florentine countryside and of the family who erected ... more The story of a magnificient building in the florentine countryside and of the family who erected it. A happy end story after decades of abandon and ruins.
Nebulae, 2022
The founding of a carved stone in an old building of a historic castle in Valleriana district in ... more The founding of a carved stone in an old building of a historic castle in Valleriana district in Tuscany gives the chance to discuss local devotion of a rural village in 16th and 17th century and its repercussions on simbology.
Nebulae, 28, 2021
The founding of a drawing in a manuscript of the end of 17th century showing a number of coat of ... more The founding of a drawing in a manuscript of the end of 17th century showing a number of coat of arms belonging to the communes part of the old jurisdictional district of Pescia in Tuscany, gave the chance to explain the figures that are shown in them. Pills of political history, old habits local geography collected in this short paper
Prato Storia e Arte, 2019
Prato, a well structured medieval commune, was strongly addicted to welfare and founded at priva... more Prato, a well structured medieval commune, was strongly addicted to welfare and founded at private and public level many istitutions that took care of poor, sick and orphan people since very early time. After examinating briefly the characteristics of the heraldry of these institutions we focus on a very special case: the commune displayed its symbols together with those of local welfare institutions in a couple of cases: a painted disc of mid 16th century and the renovation of the public hall where arms of welfare institutions were preferred to noble families or town districts coats of arms following the political orientment of the illuminated rulers at that time
Atti del II convegno internazionale sull'araldica, "Araldica in periferia, stemmi di frontiera: luoghi, situazioni, contenuti Buggiano (Pistoia), Palazzo Pretorio – 5 ottobre 2019 a cura di Filippo Gianchecchi e Maurizio Carlo Alberto Gorra", 2023
Chronicles from 15th century state that it was used to reverse the colours of a coat of arms to d... more Chronicles from 15th century state that it was used to reverse the colours of a coat of arms to declare own position against the bearer of original arms. The most famous example is what Dante told in his Divina Commedia about the inversion of the colours of the florentine lily, originally white in red field, after 1250 when the so called Popolo achieved the rule of government . We list a number of cases where this is also evident, one of them is confirmed by an important original source, recently displayed by the historian Duccio Balestracci dated 1261.
Vexilla italica, 2011
The middle age city of Pisa displayed an army consisting of different arrays. Among them civic mi... more The middle age city of Pisa displayed an army consisting of different arrays. Among them civic militia that was organized in several companies selected on neighbours criteria, the so-called societates armorum. After Pisa was conquered by Florence this arrangment was forgotten but the "societates" lived a second youth consisting the base of the teams of local games.
Rivista di archeologia storia costume, n. 3/4 (a. XXX), 2002
It's a brief description of the coat of arms of the old municipalities that once formed the nowad... more It's a brief description of the coat of arms of the old municipalities that once formed the nowadays commune of Coreglia Antelminelli. An overlook about the still undisclosed ancient civic heraldry of the republic of Lucca.
Pubblicazioni degli archivi di Stato, 2000
Il primo lavoro di repertorio delle fonti dell'araldica pubblica della Toscana: raccolte document... more Il primo lavoro di repertorio delle fonti dell'araldica pubblica della Toscana: raccolte documentali, spogli bibliografici, sigilli, esemplari monumentali, ecc. Ciascuna tipologia descritta nelle sue caratteristiche peculiari, rilevandone l'attendibilità, l'epoca, il rapporto con il gusto erudito o estetico, la frequenza rispetto alle varie aree geografiche. Un lavoro perfettibile, ma che costituisce il primo tentativo di catalogazione sistematica della notevole mole di informazione reperibile in Toscana. Questi dati sono messi a disposizione in appendice, dove ciascuna località è corredata dall'elenco delle fonti che ne illustrano, descrivono o analizzano lo stemma. Uno strumento incompleto, da allora il materiale a disposizione è certamente più che triplicato, ma che può costituire una base di partenza per chi si interessa allo stemma di un centro di quella regione. Per ogni necessità o integrazione, basta chiedere.
Nobiltà, 2016
1. Seguendo la letteratura corrente, partecipando a convegni e forum internazionali, chi si occup... more 1. Seguendo la letteratura corrente, partecipando a convegni e forum internazionali, chi si occupa di araldica comunale ha da tempo la netta sensazione che il settore venga sempre più considerato un aspetto secondario-se non proprio spurio e per certi aspetti a mala pena 'tollerato' dagli addetti ai lavori, come avveniva tra Sei e Settecento-, un ambito di ricerca relativamente marginale e a tratti come una curiosità e non una parte integrante e importante del fenomeno araldico. O che, magari, abbia più rilevanza sotto l'aspetto tecnico-pratico e applicativo contemporaneo che non sotto il profilo storico in senso stretto. Del resto, come poi vedremo, la separatezza e talora lo scollamento cui si assiste tra questi due facce del problema sono essi stessi il sintomo di una mancata correlazione tra esigenze della comunicazione e delle amministrazioni e sapere storico-araldico. Indubbiamente, chi considerasse solo i dati quantitativi del fenomeno araldico comunale nel suo sviluppo storico, si troverebbe di fronte a una situazione poco incoraggiante. Non solo perché l'araldica comunale è in media un po' più recente rispetto alle origini dell'araldica gentilizia, situandosi, nella sua fase di crescita tra il XIII e il XIV s. (anche se un segmento più antico di essa risale certamente alla fine del XII s.); ma soprattutto perché, se diamo per valida la cifra di circa un milione di stemmi noti nel medioevo, quelli usati dalle città e dai comuni tra il XII e il XV s. ne rappresentano una percentuale molto modesta 1. Per l'intero corpus dell'araldica comunale medievale, anche aggiungendovi gli stemmi delle istituzioni del mondo urbano (officia, corporazioni, societates, etc.), si può azzardare una cifra complessiva di circa 5000 stemmi o sigilli cittadini e comunali, noti prima del 1500. Solo in aree dove le città ebbero grande sviluppo, si registrano valori medi significativi. In Toscana l'insieme delle insegne pubbliche è attorno al 5-10% degli stemmi di famiglia; in Fiandra, all'epoca di Carlo V, superano il 10% 2 e nella Fiandra Gallicana e nell'Hainaut gli stemmi cittadini sono il 5% e il 17% del totale 3 ; nell'inventario dei sigilli fiamminghi di Demay, le città rappresentano il 4% del totale e sono in rapporto di 1 a 5 rispetto a quelli dei signori 4. C'è infine da considerare che gli stemmi cittadini e comunali noti nel medioevo sono nella 1 1 Cfr. A. Savorelli, Araldica e araldica comunale. Una sintesi storica, in Estudos de Heráldica Medieval, coordenação de M. de Lurdes Rosa e M. Metelo de Seixas, Lisboa, 2012, pp. 254-273 2 Cfr. Corneille Gaillard, Le blason des armes suivi de l'armorial des villes etc., a cura di J. van Malderghem, Bruxelles 1866. 3 Cfr. T. Leuridan, Armorial des communes du Département du Nord, Lille 1909. 4 G. Demay, Inventaire des sceaux de la Flandre, Paris 1873.
Vexilla Italica, 2017
EMBRA quasi ozioso riferirsi alla pluralità della regione Marche per giustificare ogni circostanz... more EMBRA quasi ozioso riferirsi alla pluralità della regione Marche per giustificare ogni circostanza che distingue questo territorio dalle altre regioni dell'Italia centrale, ma per quanto riguarda il numero e la qualità delle attestazioni delle bandiere dei comuni medievali troviamo in realtà una situazione abnorme rispetto al resto del paese che, pur disponendo di una documen-tazione araldica storica abbondante, è scarsamente provvisto di testimonianze di vessillologia antica. Siamo orientati a ritenere che la particolarità delle Marche rispecchi la frantumazione del potere locale dove piccole comunità, in seno a un blando eserci-zio dell'autorità svolto dallo stato pontificio, disponevano di am-pie autonomie, di magistrature complesse e di un piccolo con-tado, conformandosi, anche nel loro apparato rappresentativo, alle più grandi città poste al di là dell'Appennino. Determinarne le ragioni ci porterebbe troppo in là (e troppo al di là delle nostre competenze 1) tuttavia possiamo limitarci ad affermare che la mancanza di città comunali di particolare rilievo 2 potrebbe es-sere dovuta all'isolamento dell'area rispetto alle grandi vie di comunicazione medievali e quindi alla sua minore vocazione commerciale proiettata, quando possibile, sull'Adriatico e sui 1 Per chi desiderasse approfondire questo tema rimandiamo a M. GI-NATEMPO, Vivere 'a modo di città': i centri minori nel basso Medioevo: autono-mie, privilegio, fiscalità, pp. 1-30 e F. PIRANI, Le origini dei comuni rurali nelle Marche: un tema storiografico nella medievistica del Primo Novecento, pp. 31-54 entrambi in Città e campagne del basso Medioevo. Studi sulla società ita-liana offerti dagli allievi a Giuliano Pinto, Firenze 2014 (Biblioteca dell'Archi-vio Storico Italiano, XXXVII). 2 A parte Ancona e Fermo che disponevano sedi rispettivamente del porto più efficiente dell'Adriatico e della diocesi più grande della regione. S
Archivum Heraldicum, 2003
This short paper shows middle ages seal from 15th century of ancient communities of the state of ... more This short paper shows middle ages seal from 15th century of ancient communities of the state of Siena as taken from a single archive unit (Concistoro) from the state archive of Siena.
The mighty portrait of the Virgin Mary surrounded by a crowd of saints in the main hall of the pu... more The mighty portrait of the Virgin Mary surrounded by a crowd of saints in the main hall of the public palace of the well known medieval town of San Gimignano is charged of several meanings. Among them a kind of legitimation of the communal authority by the divinity to whom the main public authorities ask for protection. This may be confirmed by the presence of rare public coats of arms painted in the frame of the fresco work. We try to explain each of them giving an unedited display of a complex symbolic heritage of a relatively small free-commune in central Italy.
Lo stretto rapporto tra devozione, società e potere è al centro di questa indagine inquadrata in ... more Lo stretto rapporto tra devozione, società e potere è al centro di questa indagine inquadrata in una terra variegata e complessa come la regione che si affaccia sull'Adriatico. Consuetudini, creazioni culturali e testimonianze artistiche sono a corollario di questa forma tutta originale di culto.
Il volume è il frutto di una ricerca storica promossa dall’Amministrazione Regionale, Introduce l... more Il volume è il frutto di una ricerca storica promossa dall’Amministrazione Regionale, Introduce l’opera un saggio sull'araldica civica generale e su quella marchigiana in particolare redatto da Alessandro Savorelli e da Vieri Favini. L'atlante vero e proprio è stato composto dalle schede dei singoli Comuni redatte da Antonio Conti, Vieri Favini e Alessandro Savorelli, sulla base dei territori storici e non in base alla ripartizione amministrativa provinciale attuale, con un chiaro riferimento all'epoca nella quale si sono formati gli stemmi delle comunità.
Talvolta la trattazione supera la formula della "scheda" e assume i connotati di un piccolo saggio. Per ogni stemma si offrono dati bibliografici e indicazioni archivistiche.
L'atlante è stato aggiornato fino ai più recenti mutamenti amministrativi, ma comprende anche gli stemmi dei comuni che lasciarono le Marche per l'Emilia-Romagna nel 2009, quando la ricerca che oggi viene pubblicata era di fatto conclusa.
Il volume è il frutto di una accurata ricerca storica promossa dall’Amministrazione Regionale, si presenta riccamente illustrato, anche dagli stemmi ridisegnati appositamente all’acquarello da Massimo Ghirardi, fedelmente alle fonti storiche .
Intruduce l’opera un saggio sull'araldica civica generale e su quella marchigiana in particolare. L'atlante vero e proprio è stato composto dalle schede dei singoli Comuni redatte come l’introduzione, da Antonio Conti, Vieri Favinie Alessandro Savorelli, sulla base dei territori storici e non in base alla ripartizione amministrativa provinciale attuale, con un chiaro riferimento all'epoca nella quale si sono formati gli stemmi delle comunità.
Talvolta la trattazione supera la formula della "scheda" e assume i connotati di un piccolo saggio. Per ogni stemma si offrono dati bibliografici e indicazioni archivistiche.
L'atlante è stato aggiornato fino ai più recenti mutamenti amministrativi, ma comprende anche gli stemmi dei comuni che lasciarono le Marche per l'Emilia-Romagna nel 2009, quando la ricerca che oggi viene pubblicata era di fatto conclusa.
Chiude l'atlante una rassegna degli stemmi dei comuni soppressi (e aggregati ad altri) appositamente disegnati sulla base delle fonti rinvenute, alcuni dei quali mai pubblicati fino ad ora.
La realizzazione di un’unica opera ha permesso anche la redazione di un testo che si differenzia sostanzialmente da altri lavori collocati nell’universo degli stemmari comunali; l’impostazione generale del volume ricostruisce il percorso araldico della simbologia marchigiana andando alla ricerca dei suoi caratteri originali.
L'atlante si presenta riccamente illustrato, anche dagli stemmi ridisegnati appositamente all’acquarello da Massimo Ghirardi, fedelmente alle fonti storiche.
Chiude l'opera una rassegna degli stemmi dei comuni soppressi (e aggregati ad altri) appositamente disegnati sulla base delle fonti rinvenute, alcuni dei quali mai pubblicati fino ad ora.
La realizzazione di un’unica opera ha permesso anche la redazione di un testo che si differenzia sostanzialmente da altri lavori collocati nell’universo degli stemmari comunali; l’impostazione generale del volume ricostruisce il percorso araldico della simbologia marchigiana andando alla ricerca dei suoi caratteri originali.
Frittelli, 2009
The story of a magnificient building in the florentine countryside and of the family who erected ... more The story of a magnificient building in the florentine countryside and of the family who erected it. A happy end story after decades of abandon and ruins.