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Books by antonino filippi
Trapani ed Erice. Storia e Archeologia del territorio, 2023
L'arte rupestre preistorica in Sicilia, di G. Mannino e a cura di A. Filippi, 2017
L'arte rupestre preistorica è un linguaggio senza tempo fatto di immagini e segni, talvolta incis... more L'arte rupestre preistorica è un linguaggio senza tempo fatto di immagini e segni, talvolta incise altre volte dipinte sulla roccia, che ritroviamo in ogni parte del mondo. In Sicilia l'uomo preistorico, sin dal lontano Paleolitico Superiore già a partire da circa dodici mila anni or sono, realizzò sulle pareti delle grotte alcuni capolavori d'arte, come la celebre scena nella Grotta dell'Addaura, presso Palermo, dove uomini e donne sono intenti a compiere un acrobatico rituale, del quale forse mai si comprenderà la reale essenza; o le figure di animali nella Grotta del Genovese dell'isola di Levanzo, che costituiscono una sorta di enciclopedia illustrata della fauna siciliana sul finire del Pleistocene. Più enigmatici sono invece i segni dipinti sulle pareti della Grotta dei Cavalli, presso San Vito lo Capo, quasi un preludio dell'arte astratta dei nostri tempi, o le migliaia di incisioni lineari presenti in decine di grotte e anfratti, per le quali l'estrema essenzialità del segno scolpito nella roccia nasconde ancora gelosamente il messaggio in esse contenuto. Sarà proprio dalla scoperta, per la prima volta in Italia, di alcuni segni lineari incisi in una grotta non lontana da Palermo che ha avrà inizio, nel 1960, la lunga avventura scientifica di Giovanni Mannino, già pioniere della speleologia siciliana. L'Autore, attraverso le pagine di questo libro, che rappresentano un catalogo pressoché completo dell'arte rupestre preistorica siciliana, ci racconta così oltre mezzo secolo di studi, non limitandosi però alla sola descrizione dei dati, ma esplorando anche il lato umano della ricerca, i fatti, le circostanze ei protagonisti di ogni scoperta, attraverso un racconto che travalica il mero dato scientifico, divenendo la narrazione di una storia, ancora poco conosciuta, che ha come protagonista la Sicilia e la sua millenaria cultura. Giovanni Mannino, studioso di archeologia e speleologo. Fondatore dell'Associazione Catasto Speleologico Siciliano, ha esplorato oltre 700 grotte in Sicilia e in Italia. Dal 1952 al 1966 è stato fotografo presso la Soprintendenza alle Gallerie per la Sicilia e fra il 1966 e il 1991, per conto della Soprintendenza Archeologica di Palermo, si è occupato di ricerche e scavi, soprattutto in grotte e necropoli preistoriche nelle province di Palermo e Trapani. Ha pubblicato decine di articoli di speleologia e di archeologia siciliana, con particolare attenzione all'arte rupestre dell'Isola, oltre a numerose monografie quali Le grotte di Monte Pellegrino (1985), Guida alla preistoria del palermitano (2007), La carta archeologica di Favignana (2017). Inoltre, è coautore insieme a C.A. Di Stefano della Carta Archeologica della Sicilia. Carta d'Italia F° 249 (1983), con F. Spatafora del volume Mokarta. La necropoli di Cresta di Gallo (1995) e con V. Ailara della Carta Archeologica di Ustica (2016), isola dove è stato insignito della nomina di Cittadino Onorario. Antonino Filippi, laureato in Archeologia presso l'Università di Palermo, ha condotto studi e ricerche archeologiche sulla topografia antica e la preistoria del territorio trapanese, collaborando con la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Trapani, con il Museo Regionale «A. Pepoli» di Trapani e con il Museo Regionale Archeologico di Marsala. È stato fondatore del Gruppo Archeologico Drepanon, associazione con la quale ha ideato e realizzato progetti di ricerca archeologica e di divulgazione scientifica. È autore di numerosi articoli e studi di storia e archeologia siciliana e di alcune monografie fra le quali, Un antico porto nel Mediterraneo. Archeologia e storia di Trapani dall'età arcaica a quella bizantina (2005), Preistoria e protostoria trapanese (2014) e I danzatori dell'Addaura. Le radici preistoriche della religiosità in Sicilia (2015). Edizioni distoriaestudi sociali
Ringrazio vivamente il dott. Stefano Vassallo, Dirigente della Sezione per i beni archeologici de... more Ringrazio vivamente il dott. Stefano Vassallo, Dirigente della Sezione per i beni archeologici della Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo, per avermi autorizzato ad accedere alla grotta, generalmente interdetta al pubblico, e al Funzionario, dott.ssa Giuseppina Battaglia, che mi ha accompagnato nel corso della visita. Non finirò mai di essere grato al prof. Sebastiano Tusa, il quale ha pazientemente letto la bozza del testo, fornendomi, come sempre, utili suggerimenti, ma soprattutto incoraggiandomi alla pubblicazione di questo lavoro. Un ringraziamento affettuoso va a Giovanni Montanti con il quale, grazie a questo nuovo lavoro, continua un sodalizio editoriale e soprattutto di amicizia iniziato ormai quasi un ventennio addietro. Infine, sono particolarmente riconoscente a mia moglie, Mimma, per la fattiva collaborazione nella rilettura del testo, ma soprattutto per la passione e la pazienza con la quale ha sostenuto questa mia iniziativa.
Uno speciale ringraziamento va al Gruppo Archeologico "Drepanon" per aver dato un contributo per ... more Uno speciale ringraziamento va al Gruppo Archeologico "Drepanon" per aver dato un contributo per la pubblicazione dell'opera, al fine di favorire una maggiore conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale di questo territorio.
Papers by antonino filippi
L’arte rupestre nella penisola e nelle isole italiane: rapporti tra rocce incise e dipinte, simboli, aree montane e viabilità, 2021
Archeologia Medievale, 2002
Sicilia archeologica, 1998
... Le fortificazioni militari sul monte Erice durante la prima guerra punica. Autores: Antonino ... more ... Le fortificazioni militari sul monte Erice durante la prima guerra punica. Autores: Antonino Filippi; Localización: Sicilia archeologica, ISSN 0037-4571, Vol. 31, Nº 96, 1998 , págs. 165-184. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. ...
Il Museo Regionale A. Pepoli di Trapani. Le collezioni archeologiche, 2009
Trapani in un disegno a penna del Museo Pepoli, 2009
Trapani, la città e il territorio dalla preistoria alla tarda antichità - Atti della Giornata di Studi, Trapani 4 maggio 2019 (a cura di L. Biondo e A. Filippi), 2020
Since the 1870s, a group of engraved ceramic fragments, found by Count Agostino Pepoli in Erice, ... more Since the 1870s, a group of engraved ceramic fragments, found by Count Agostino Pepoli in Erice, intrigued the scholars who dealt with the prehistoric antiquities of Northwestern Sicily, but no further investigations followed. Almost a century and a half after that discovery, an attempt will be made to give a more precise chronological and cultural framework to these artifacts, in light of recent archaeological discoveries, considering that such finds, although found outside a safe stratigraphic context, constitute an important archaeological testimony of the Iron Age of this territory. * Ispettore Onorario per i Beni Archeologici, Regione Siciliana -Parco Archeologico di Segesta.
Rivista di Scienze Preistoriche, 2020
The study takes into account two vases found in 1935 in contrada San Silvestro, near Marsala (TP)... more The study takes into account two vases found in 1935 in contrada San Silvestro, near Marsala (TP), and now held in the archaeological collection of the “A. Pepoli” museum in Trapani. The peculiarity of the finding lies mainly in the morphology of one of the two artefacts, a closed, elongated, “plastic” vase resting on four small concave legs, which presents a mouth consisting of a short cylindrical neck in the upper part of the body, while the surface is partly decorated by parallel linear incisions. The vase is certainly from the same burial site as an ashlar engraved beaker, clearly referable to the facies of San Cono – Piano Notaro, of the first Copper age. The possible comparison between the plastic vase from Marsala and the vessel-barrel coming from Gela, previously suggested by the author, has been shelved in favour of the hypothesis that this object finds more clear comparisons with a series of plastic or zoomorphic objects, considered to be lamps or containers used to burn substances, in domestic or burial settings cultural contexts in the Aegean-Balkan area.
Paceco 24, 2020
Un paletnologo francese a Trapani Il francese Raymond Vaufrey, uno dei maggiori paletnologi europ... more Un paletnologo francese a Trapani Il francese Raymond Vaufrey, uno dei maggiori paletnologi europei del XX secolo, all'inizio della sua lunga carriera di ricercatore condusse, fra il 1924 e il 1926, alcune indagini scientifiche in Italia, concentrando la sua attenzione principalmente su alcune grotte della Sicilia nord-occidentale. Lo studioso era giunto nell'Isola, su incarico del Ministero della Pubblica Istruzione francese e dell'Institut de Paléontologie Humaine di Parigi, come borsista per un dottorato. L'intera missione, che durò dal 1923 al 1927, lo porterà in Italia, a Malta e in alcune regioni del Nord Africa, con l'obiettivo di raccogliere testimonianze di carattere geologico, paleontologico e archeologico, al fine di valutare la veridicità della tesi che teoriz-zava la presenza del cosiddetto "ponte siculo-tunisino", un passaggio terrestre che avrebbe unito nel corso della preistoria l'Africa settentrionale all'Europa, attraverso la Sicilia. I risultati di tale ricerca conseguiti in Italia furono pubblicati nel 1928 a Parigi, sull'Archivio dell'Istituto di Paleontologia Umana, con il titolo Le Paléo-lithique italien, un'opera che costituisce ancora oggi, a distanza di quasi un secolo, la base di partenza per ogni studio sul Paleolitico italiano. La presenza del paletnologo francese nel territorio di Trapani è testimoniata da un cospicuo numero di notizie che possiamo trovare proprio in quella pubblica-zione, tuttavia taluni aspetti meno noti della sua venuta e della sua permanenza e, soprattutto, dei rapporti con le istituzioni locali, ci vengono forniti da alcune lettere inedite conservate nell'archivio del Museo "A. Pepoli" di Trapani. Inoltre, in aggiunta alle notizie d'archivio, si è avuto modo di raccogliere alcune annotazioni sul soggiorno dello studioso francese in questo territorio, grazie al racconto della si-gnora Gabriella Ruggirello, figlia di Vito e nipote di Alfio Ruggirello, i quali parteciparono, in qualità di operai, agli scavi condotti da Vaufrey nella Grotta Mangiapane di Custonaci.
Nell'ambito degli studi sul movimento espansionistico coloniale fenicio-greco che, da oriente ver... more Nell'ambito degli studi sul movimento espansionistico coloniale fenicio-greco che, da oriente verso occidente, investì il bacino centrale del Mediterraneo nei secoli immediatamente successivi all'inizio del primo millennio a.C., i miti, e fra questi la celebre saga di Eracle, hanno avuto un ruolo di primo piano. In particolare, un episodio che ha riscosso un indubbio interesse fra gli storici moderni è certamente quello dello scontro tra l'eroe eponimo Erice e il semidio greco Eracle. In questa sede, data anche la complessità dell'argomento, per i suoi molteplici risvolti, ci si limiterà a focalizzare l'attenzione esclusivamente sui luoghi nei quali questo importante mito potrebbe essere stato ambientato, tentando, attraverso la lettura della documentazione disponibile, una sua possibile localizzazione nel territorio intorno al monte Erice, un'area a lungo contesa fra Greci, Fenici e popolazioni locali elime.
Atti del Convegno - La devozione dei naviganti. Il culto di Afrodite Ericina nel Mediterraneo, 2010
Trapani ed Erice. Storia e Archeologia del territorio, 2023
L'arte rupestre preistorica in Sicilia, di G. Mannino e a cura di A. Filippi, 2017
L'arte rupestre preistorica è un linguaggio senza tempo fatto di immagini e segni, talvolta incis... more L'arte rupestre preistorica è un linguaggio senza tempo fatto di immagini e segni, talvolta incise altre volte dipinte sulla roccia, che ritroviamo in ogni parte del mondo. In Sicilia l'uomo preistorico, sin dal lontano Paleolitico Superiore già a partire da circa dodici mila anni or sono, realizzò sulle pareti delle grotte alcuni capolavori d'arte, come la celebre scena nella Grotta dell'Addaura, presso Palermo, dove uomini e donne sono intenti a compiere un acrobatico rituale, del quale forse mai si comprenderà la reale essenza; o le figure di animali nella Grotta del Genovese dell'isola di Levanzo, che costituiscono una sorta di enciclopedia illustrata della fauna siciliana sul finire del Pleistocene. Più enigmatici sono invece i segni dipinti sulle pareti della Grotta dei Cavalli, presso San Vito lo Capo, quasi un preludio dell'arte astratta dei nostri tempi, o le migliaia di incisioni lineari presenti in decine di grotte e anfratti, per le quali l'estrema essenzialità del segno scolpito nella roccia nasconde ancora gelosamente il messaggio in esse contenuto. Sarà proprio dalla scoperta, per la prima volta in Italia, di alcuni segni lineari incisi in una grotta non lontana da Palermo che ha avrà inizio, nel 1960, la lunga avventura scientifica di Giovanni Mannino, già pioniere della speleologia siciliana. L'Autore, attraverso le pagine di questo libro, che rappresentano un catalogo pressoché completo dell'arte rupestre preistorica siciliana, ci racconta così oltre mezzo secolo di studi, non limitandosi però alla sola descrizione dei dati, ma esplorando anche il lato umano della ricerca, i fatti, le circostanze ei protagonisti di ogni scoperta, attraverso un racconto che travalica il mero dato scientifico, divenendo la narrazione di una storia, ancora poco conosciuta, che ha come protagonista la Sicilia e la sua millenaria cultura. Giovanni Mannino, studioso di archeologia e speleologo. Fondatore dell'Associazione Catasto Speleologico Siciliano, ha esplorato oltre 700 grotte in Sicilia e in Italia. Dal 1952 al 1966 è stato fotografo presso la Soprintendenza alle Gallerie per la Sicilia e fra il 1966 e il 1991, per conto della Soprintendenza Archeologica di Palermo, si è occupato di ricerche e scavi, soprattutto in grotte e necropoli preistoriche nelle province di Palermo e Trapani. Ha pubblicato decine di articoli di speleologia e di archeologia siciliana, con particolare attenzione all'arte rupestre dell'Isola, oltre a numerose monografie quali Le grotte di Monte Pellegrino (1985), Guida alla preistoria del palermitano (2007), La carta archeologica di Favignana (2017). Inoltre, è coautore insieme a C.A. Di Stefano della Carta Archeologica della Sicilia. Carta d'Italia F° 249 (1983), con F. Spatafora del volume Mokarta. La necropoli di Cresta di Gallo (1995) e con V. Ailara della Carta Archeologica di Ustica (2016), isola dove è stato insignito della nomina di Cittadino Onorario. Antonino Filippi, laureato in Archeologia presso l'Università di Palermo, ha condotto studi e ricerche archeologiche sulla topografia antica e la preistoria del territorio trapanese, collaborando con la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Trapani, con il Museo Regionale «A. Pepoli» di Trapani e con il Museo Regionale Archeologico di Marsala. È stato fondatore del Gruppo Archeologico Drepanon, associazione con la quale ha ideato e realizzato progetti di ricerca archeologica e di divulgazione scientifica. È autore di numerosi articoli e studi di storia e archeologia siciliana e di alcune monografie fra le quali, Un antico porto nel Mediterraneo. Archeologia e storia di Trapani dall'età arcaica a quella bizantina (2005), Preistoria e protostoria trapanese (2014) e I danzatori dell'Addaura. Le radici preistoriche della religiosità in Sicilia (2015). Edizioni distoriaestudi sociali
Ringrazio vivamente il dott. Stefano Vassallo, Dirigente della Sezione per i beni archeologici de... more Ringrazio vivamente il dott. Stefano Vassallo, Dirigente della Sezione per i beni archeologici della Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo, per avermi autorizzato ad accedere alla grotta, generalmente interdetta al pubblico, e al Funzionario, dott.ssa Giuseppina Battaglia, che mi ha accompagnato nel corso della visita. Non finirò mai di essere grato al prof. Sebastiano Tusa, il quale ha pazientemente letto la bozza del testo, fornendomi, come sempre, utili suggerimenti, ma soprattutto incoraggiandomi alla pubblicazione di questo lavoro. Un ringraziamento affettuoso va a Giovanni Montanti con il quale, grazie a questo nuovo lavoro, continua un sodalizio editoriale e soprattutto di amicizia iniziato ormai quasi un ventennio addietro. Infine, sono particolarmente riconoscente a mia moglie, Mimma, per la fattiva collaborazione nella rilettura del testo, ma soprattutto per la passione e la pazienza con la quale ha sostenuto questa mia iniziativa.
Uno speciale ringraziamento va al Gruppo Archeologico "Drepanon" per aver dato un contributo per ... more Uno speciale ringraziamento va al Gruppo Archeologico "Drepanon" per aver dato un contributo per la pubblicazione dell'opera, al fine di favorire una maggiore conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale di questo territorio.
L’arte rupestre nella penisola e nelle isole italiane: rapporti tra rocce incise e dipinte, simboli, aree montane e viabilità, 2021
Archeologia Medievale, 2002
Sicilia archeologica, 1998
... Le fortificazioni militari sul monte Erice durante la prima guerra punica. Autores: Antonino ... more ... Le fortificazioni militari sul monte Erice durante la prima guerra punica. Autores: Antonino Filippi; Localización: Sicilia archeologica, ISSN 0037-4571, Vol. 31, Nº 96, 1998 , págs. 165-184. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. ...
Il Museo Regionale A. Pepoli di Trapani. Le collezioni archeologiche, 2009
Trapani in un disegno a penna del Museo Pepoli, 2009
Trapani, la città e il territorio dalla preistoria alla tarda antichità - Atti della Giornata di Studi, Trapani 4 maggio 2019 (a cura di L. Biondo e A. Filippi), 2020
Since the 1870s, a group of engraved ceramic fragments, found by Count Agostino Pepoli in Erice, ... more Since the 1870s, a group of engraved ceramic fragments, found by Count Agostino Pepoli in Erice, intrigued the scholars who dealt with the prehistoric antiquities of Northwestern Sicily, but no further investigations followed. Almost a century and a half after that discovery, an attempt will be made to give a more precise chronological and cultural framework to these artifacts, in light of recent archaeological discoveries, considering that such finds, although found outside a safe stratigraphic context, constitute an important archaeological testimony of the Iron Age of this territory. * Ispettore Onorario per i Beni Archeologici, Regione Siciliana -Parco Archeologico di Segesta.
Rivista di Scienze Preistoriche, 2020
The study takes into account two vases found in 1935 in contrada San Silvestro, near Marsala (TP)... more The study takes into account two vases found in 1935 in contrada San Silvestro, near Marsala (TP), and now held in the archaeological collection of the “A. Pepoli” museum in Trapani. The peculiarity of the finding lies mainly in the morphology of one of the two artefacts, a closed, elongated, “plastic” vase resting on four small concave legs, which presents a mouth consisting of a short cylindrical neck in the upper part of the body, while the surface is partly decorated by parallel linear incisions. The vase is certainly from the same burial site as an ashlar engraved beaker, clearly referable to the facies of San Cono – Piano Notaro, of the first Copper age. The possible comparison between the plastic vase from Marsala and the vessel-barrel coming from Gela, previously suggested by the author, has been shelved in favour of the hypothesis that this object finds more clear comparisons with a series of plastic or zoomorphic objects, considered to be lamps or containers used to burn substances, in domestic or burial settings cultural contexts in the Aegean-Balkan area.
Paceco 24, 2020
Un paletnologo francese a Trapani Il francese Raymond Vaufrey, uno dei maggiori paletnologi europ... more Un paletnologo francese a Trapani Il francese Raymond Vaufrey, uno dei maggiori paletnologi europei del XX secolo, all'inizio della sua lunga carriera di ricercatore condusse, fra il 1924 e il 1926, alcune indagini scientifiche in Italia, concentrando la sua attenzione principalmente su alcune grotte della Sicilia nord-occidentale. Lo studioso era giunto nell'Isola, su incarico del Ministero della Pubblica Istruzione francese e dell'Institut de Paléontologie Humaine di Parigi, come borsista per un dottorato. L'intera missione, che durò dal 1923 al 1927, lo porterà in Italia, a Malta e in alcune regioni del Nord Africa, con l'obiettivo di raccogliere testimonianze di carattere geologico, paleontologico e archeologico, al fine di valutare la veridicità della tesi che teoriz-zava la presenza del cosiddetto "ponte siculo-tunisino", un passaggio terrestre che avrebbe unito nel corso della preistoria l'Africa settentrionale all'Europa, attraverso la Sicilia. I risultati di tale ricerca conseguiti in Italia furono pubblicati nel 1928 a Parigi, sull'Archivio dell'Istituto di Paleontologia Umana, con il titolo Le Paléo-lithique italien, un'opera che costituisce ancora oggi, a distanza di quasi un secolo, la base di partenza per ogni studio sul Paleolitico italiano. La presenza del paletnologo francese nel territorio di Trapani è testimoniata da un cospicuo numero di notizie che possiamo trovare proprio in quella pubblica-zione, tuttavia taluni aspetti meno noti della sua venuta e della sua permanenza e, soprattutto, dei rapporti con le istituzioni locali, ci vengono forniti da alcune lettere inedite conservate nell'archivio del Museo "A. Pepoli" di Trapani. Inoltre, in aggiunta alle notizie d'archivio, si è avuto modo di raccogliere alcune annotazioni sul soggiorno dello studioso francese in questo territorio, grazie al racconto della si-gnora Gabriella Ruggirello, figlia di Vito e nipote di Alfio Ruggirello, i quali parteciparono, in qualità di operai, agli scavi condotti da Vaufrey nella Grotta Mangiapane di Custonaci.
Nell'ambito degli studi sul movimento espansionistico coloniale fenicio-greco che, da oriente ver... more Nell'ambito degli studi sul movimento espansionistico coloniale fenicio-greco che, da oriente verso occidente, investì il bacino centrale del Mediterraneo nei secoli immediatamente successivi all'inizio del primo millennio a.C., i miti, e fra questi la celebre saga di Eracle, hanno avuto un ruolo di primo piano. In particolare, un episodio che ha riscosso un indubbio interesse fra gli storici moderni è certamente quello dello scontro tra l'eroe eponimo Erice e il semidio greco Eracle. In questa sede, data anche la complessità dell'argomento, per i suoi molteplici risvolti, ci si limiterà a focalizzare l'attenzione esclusivamente sui luoghi nei quali questo importante mito potrebbe essere stato ambientato, tentando, attraverso la lettura della documentazione disponibile, una sua possibile localizzazione nel territorio intorno al monte Erice, un'area a lungo contesa fra Greci, Fenici e popolazioni locali elime.
Atti del Convegno - La devozione dei naviganti. Il culto di Afrodite Ericina nel Mediterraneo, 2010
Sicilia Archeologica 96, 1998
Atti del Convegno - Guerra e pace in Sicilia e nel Mediterraneo antico (VIII-III a.C.), 2006
Atti I Congresso Internazionale di Preistoria e Protostoria Siciliane, 2004
Cart-ruts in western Sicily, 2019
25th EAA Annual Meeting in Bern (2019). Session: "Rock-cut architecture: communities, landscapes ... more 25th EAA Annual Meeting in Bern (2019).
Session: "Rock-cut architecture: communities, landscapes and economy".