laura Simone - Academia.edu (original) (raw)

Papers by laura Simone

Research paper thumbnail of Nuove ricerche nella chiesa di San Pietro all'Olmo a Cornaredo (MI)

… FastiOnLine documents & …, 2008

Research paper thumbnail of Gli scavi nel battistero di S. Giovanni Battista a Mariano Comense (CO)

FOLD&R FastiOnLine documents …, 2005

Research paper thumbnail of L'Ecclesia Sancti Petri ad Ulmum

… FastiOnLine documents & …, 2006

Research paper thumbnail of Chiesa vecchia di San Pietro all'Olmo (Cornaredo-MI)-livelli del XVI secolo. Un singolare rito funerario con neonati entro coppi e analisi antropologica e …

FOLD&R …, 2011

Nel 2010 si sono conclusi gli scavi ar-cheologici1 all'interno della chiesa vecchia di San P... more Nel 2010 si sono conclusi gli scavi ar-cheologici1 all'interno della chiesa vecchia di San Pietro all'Olmo, situata nell'omonima frazione di Cornaredo (MI). Scavi che hanno permesso di conoscere la complessa e interessantissima sto-ria dell'edificio di culto attraverso l'individuazione di ...

Research paper thumbnail of Resti del III-IV secolo a Solaro (MI)

FOLD&R FastiOnLine documents & …, 2007

Research paper thumbnail of ALBAIRATE (MI): tomba di guerriero degli inizi del III secolo aC

FOLD&R FastiOnLine documents & research, 2008

Research paper thumbnail of MORIMONDO (MI). Abbazia cistercense. Ritrovamento di strutture murarie nel cortile occidentale

Research paper thumbnail of Desio (MI). Lavori di riqualificazione in piazza Conciliazione - piazzetta S. Maria

Risulta, dagli atti delle Visite Pastorali cinqueseicentesche, che nel VII secolo l'arcivescovo d... more Risulta, dagli atti delle Visite Pastorali cinqueseicentesche, che nel VII secolo l'arcivescovo di Milano San Giovanni Bono edificò, nell'area dell'attuale via Pio XI, una chiesa, articolata su tre navate ed orientata E-W, dedicandola ai Santi Siro e Materno, la cui costruzione doveva essere connessa con l'opera di conversione delle popolazioni longobarde. L'antica chiesa doveva sorgere, adiacente al lato meridionale dell'attuale basilica (eretta nei secoli XVII-XVIII ed allargata nella parte posteriore alla fine del XIX secolo) nell'area compresa tra la torre campanaria e il giardino prepositurale e fu demolita per la costruzione della nuova basilica. Nel settembre 2003 il Comune di Desio ha dato inizio a lavori di riqualificazione di piazza Conciliazione e delle zone contigue che sono stati seguiti in tutte le fasi che prevedevano interventi nel sottosuolo. Nell'area in cui si sarebbero potute individuare tracce della chiesa del VII secolo, sono stati asportati solo pochi centimetri sotto la pavimentazione stradale e non sono stati quindi raggiunti livelli antichi. L'unico intervento di scavo archeologico è stato un sondaggio di circa m 3 x 3, profondo m 2, in piazzetta S. Maria nel punto in cui il progetto prevedeva la messa in opera di una fontana. Si sono trovati tre consistenti livelli di ossa umane, in giacitura secondaria e disposte caoticamente, intercalati da sottili riporti di terreno e sovrastati da un livello superficiale già in parte manomesso da precedenti pose di tubazioni. La zona era stata, evidentemente, utilizzata a più riprese come ossario. L'epoca a cui far risalire questi eventi (posteriore alla fine 1500-inizi 1600) è indicata inequivocabilmente dal ritrovamento di una medaglietta di bronzo. Essa reca su una faccia l'effige della Vergine in trono con il Bambino e sull'altra, più corrosa e meno leggibile, verosimilmente una Resurrezione del Cristo con, ai lati, due soldati romani caduti all'indietro per lo sgomento (fig. 1). Su questa faccia si legge la data "1579": la medaglietta fu coniata probabilmente in occasione della visita pastorale di Carlo Borromeo a Desio avvenuta in quell'anno. Alla stessa cronologia ci riportano anche una trillina di Filippo II (ca. 1575-1595) e ad epoca precedente un denaro o bissolo visconteo. Altre due monete trovate sono illeggibili per corrosione. Gli altri rinvenimenti, effettuati in tutti i livelli tra le ossa, e che per la prima volta possono essere cronologicamente riferiti, sono costituiti da frammenti di rosari con catenelle di bronzo e grani di legno (fig. 2) e di osso (fig. 3); da alcuni bottoni di pasta vitrea nera probabilmente appartenenti ad abiti talari (fig. 4); da un ditale a punta aperta; da un modesto anello di bronzo avvolto a spirale (fig. 5) e da qualche grosso chiodo di ferro. Le monete potrebbero essere state deposte sul corpo degli inumati secondo un'usanza attestata, ad esempio, in alcune tombe coeve trovate, ancora in situ, nella parrocchiale di S. Agnese a Somma Lombardo (VA).

Research paper thumbnail of Capriano del Colle (BS). Tombe ad incinerazione dell'età del Bronzo

FOLD&R FastiOnLine documents & research, 2005

In un momento successivo alla scoperta di un piccolo nucleo di tombe ad incinerazione a Urago d'O... more In un momento successivo alla scoperta di un piccolo nucleo di tombe ad incinerazione a Urago d'Oglio 1 , è stato possibile esaminare alcune altre tombe coeve provenienti da Capriano del Colle (frazione Fenili Belasi, località Monte Netto), la cui esistenza era nota da molti anni ma che non erano mai state pubblicate. Il quadro delle necropoli del Bronzo Medio-Recente nella bassa pianura bresciana è, quindi, adesso articolato in maggior misura. Capriano del Colle (BS), frazione Fenili Belasi-Monte Netto: cava Carloni Capriano del Colle sorge sulla sponda sinistra del fiume Mella e il suo territorio è caratterizzato da un terrazzo quaternario, che si eleva fino a m 35 di altezza, ricco di documenti preistorici di diverse epoche, molti dei quali già noti nell'Ottocento. Tra questi una serie di probabili tumuli sepolcrali dell'età del Bronzo, nella frazione Fenili Belasi, denominati "Motta Grande " e "Motte Piccole". Un'intensa attività estrattiva ha ormai modificato notevolmente le caratteristiche del paesaggio e al momento è ancora in sito soltanto la cosiddetta "Motta Grande", una collinetta artificiale di circa m 40 di diametro, di forma circolare, che si eleva per alcuni metri dall'area circostante e sulle cui pendici, nonché nelle aree limitrofe, sono avvenuti ritrovamenti di ceramiche dell'età del Bronzo. Tra il 1952 e il 1965, in corrispondenza, pare, delle "Motte Piccole" era attiva una cava dei fratelli Carloni: vi furono recuperati alcuni cinerari, poi trasportati al Museo Civico di Riva del Garda (TN) ove rimasero finché fu possibile riportarli presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Milano nel 2002. Durante la loro permanenza al Museo di Riva, i vasi sembrano aver subito diversi spostamenti: lo stato di fatto nel quale sono stati consegnati non permette di comprendere come erano stati deposti nel terreno. R.C. de Marinis ha pubblicato 2 e ha confermato verbalmente di averli visti, anni addietro, esposti in una vetrina al Museo di Riva sotto forma di un blocco di terra che inglobava boccali fittamente ammassati, secondo il rito funerario riscontrato ad esempio a Monte Lonato di Cavriana. Non vi è motivo per dubitarne. Nel corso degli anni questi materiali sono stati evidentemente liberati della terra inglobante anche se di questa operazione non restava traccia nei documenti del museo o nella memoria degli attuali addetti. Infatti, al momento del ritiro, il materiale era contenuto in quattro scatole di cartone e suddiviso in sacchetti senza nessuna indicazione. Alcuni sacchetti racchiudevano urne quasi integre che in alcuni casi contenevano intatta e fortemente compattata la terra di riempimento con le ossa del cremato e in altri casi soltanto frammenti di ossa già separate dalla terra di riempimento. In altri sacchetti vi erano frammenti di vasi diversi suddivisi per orli, fondi, pareti con i quali è stato possibile ricomporre parzialmente diversi recipienti. Il sedimento terroso contenuto nei cinerari era sempre molto chiaro e sabbioso e assolutamente privo di tracce della cosiddetta terra di rogo. Lo svuotamento dei vasi e il lavaggio di tutti i frammenti è stato curato da chi scrive: ai vasi che contenevano ancora il loro riempimento è stata data una denominazione con lettere alfabetiche, mentre ai pezzi più significativi sono stati assegnati solamente numeri di inventario, come da elenco seguente. Il vaso A conteneva ossa sciolte e già separate dal terriccio che le inglobava. Due vasi (B e C), pur non essendo stati svuotati del loro contenuto, ancora saldamente compattato al loro interno, mostravano interventi di un rozzo incollaggio effettuato inserendo dall'esterno uno strato di colla tra le fessure. Nel riempimento del vaso D ho trovato frammenti di un largo fondo ombelicato e nessun frammento di parete e orlo. Anche tra i frammenti non ricomponibili vi sono due larghi e spessi fondi, con fratture antiche, che potrebbero essere stati usati come coperchi di cinerari, con un rituale attestato nella necropoli di Cavriana-Monte Lonato (figg. 1-2).

Research paper thumbnail of Vimercate (MI). Il sarcofago e le strutture murarie della chiesa di S. Stefano

FOLD&R FastiOnLine documents & research, 2005

Nel mese di aprile 2003, durante i lavori di rifacimento della pavimentazione della piazza è venu... more Nel mese di aprile 2003, durante i lavori di rifacimento della pavimentazione della piazza è venuto in luce, addossato al muro perimetrale nord della chiesa di S. Stefano, un sarcofago coperto da una lastra in pietra (fig. 1). Il sarcofago, in serizzo, (m 2,18 x 1,14 x 0,80 est./0,66 int.) è di ottima fattura e presenta nella parte superiore una scanalatura di circa cm 5, ribassata di cm 1-2, per la posa del coperchio; il fondo è piano ma il sarcofago è stato posto leggermente inclinato verso est (fig. 2). La superficie interna del sarcofago è interamente ricoperta da patine di ossidi di ferro lasciate dalle acque percolanti. Diversa la litologia e il tipo di lavorazione della lastra che fungeva da coperchio: è di forma rettangolare (m 2,42 x 1,2x 0,08/0,18), di fattura scadente, frammentata in quattro pezzi. All'interno del sarcofago sono stati distinti cinque inumati deposti in posizione supina con il cranio a ovest. Gli scheletri erano sovrapposti e solo quelli del livello inferiore erano disarticolati e scomposti in giacitura secondaria. Il sarcofago, di probabile età romana, è forse da mettere in relazione con la necropoli di epoca imperiale, ancora inedita, individuata in piazza Marconi: l'assenza di qualunque elemento di datazione non permette di risalire all'epoca del suo riutilizzo per una sepoltura multipla. Nell'area circostante il sarcofago sono state rinvenute, sciolte nel terreno, diverse ossa umane, segno di un uso dell'area come zone cimiteriale. Al di sotto del sarcofago si sono notati resti carboniosi e frammenti di laterizi che indicano una prosecuzione della stratigrafia, che non è stata indagata.

Research paper thumbnail of Una nuova necropoli romana a Pioltello (MI) e un raro esemplare di sigillata gallica excisa

… FastiOnLine documents & …, 2009

Lo scavo e i rinvenimenti Fino ad oggi, la tomba tardoromana trovata nel 1985 in via Pollaiolo ne... more Lo scavo e i rinvenimenti Fino ad oggi, la tomba tardoromana trovata nel 1985 in via Pollaiolo nella frazione Seggiano 1 costituiva l'unica testimonianza archeologica nel Comune di Pioltello. Si trattava di una sepoltura con cassa costituita da lastroni di serizzo sui lati lunghi e da muretti laterizi sui lati corti che racchiudeva i resti di quattro inumati, deposti in due momenti successivi, e vasi di corredo funebre inquadrabili cronologicamente nell'arco del IV secolo. Ma, alla fine del mese di gennaio 2009, durante lavori di sbancamento per la realizzazione di capannoni industriali, è stata messa in luce un'altra tomba romana ad inumazione, questa volta con cassa interamente a muretti laterizi. Grazie alla tempestiva segnalazione del ritrovamento fortuito, la Soprintendenza per i Beni Archeologici ha potuto realizzare un intervento, che non si è limitato al solo recupero della sepoltura ma si è esteso ad un'ampia area circostante, rilevando nuovi ed interessanti dati 2. Infatti, già in occasione del primo sopralluogo si sono notate, sulla superficie del terreno appena liberato dallo strato di humus, sia lunghe tracce limose rettilinee, sia varie chiazze nerastre che indiziavano che la tomba si trovava all'interno di un'area con differenti evidenze archeologiche. È stato quindi disposto un ampliamento dell'area d'indagine, che ha consentito di riconoscere i resti di tre fasi, cronologicamente distinte così sintetizzabili (fig. 1): fase 1-le trincee di asportazione di murature, già rasate e spoliate in antico, di un'ampia struttura/edificio; fase 2-una tomba ad inumazione in cassa di muretti laterizi (tomba 1); fase 3-una serie di tombe ad incinerazione indiretta. Per nessuna fase si sono potuti individuare i relativi piani di calpestio, poiché l'area ha subito, in epoca moderna, un notevole livellamento, documentato sull'intera superficie di scavo a quota m 120,23 s.l.m.

Research paper thumbnail of Gated communities in Nederland: de nabije toekomst?

Erfgoed & conflict

Steeds vaker verhuizen Nederlanders naar wijken die op een of andere manier deels van de buitenwe... more Steeds vaker verhuizen Nederlanders naar wijken die op een of andere manier deels van de buitenwereld zijn afgesloten. Wat verklaart de opkomst van gated communities in Nederland? Wat is de rol van beleidsvoering? En wat zijn de sociale gevolgen van dergelijke gemeenschappen?

Research paper thumbnail of Applicazioni di Structure from Motion (SFM) e realizzazioni di fotopiani georeferenziati nell'ambito dell'archeologia d'emergenza

Archeomatica, Oct 30, 2014

Research paper thumbnail of Saggi di scavo nella chiesa della Purificazione della Beata Vergine Maria di Mesero (MI)

Research paper thumbnail of Rivanazzano (PV) - Località La Cascinetta. Sondaggi nell’area dell’officina di asce di pietra verde

Dal 1989 sono state condotte svariate ricerche di superficie, che hanno fruttato oltre 900 manufa... more Dal 1989 sono state condotte svariate ricerche di superficie, che hanno fruttato oltre 900 manufatti di pietra verde (asce a vari stadi di lavorazione), nell'ormai noto sito di Rivanazzano che si caratterizza come il più importante centro di affioramento di eclogiti e di fabbricazione di accette in "pietra verde" della pianura padana. La datazione dell'officina al Neolitico Antico era stata finora soltanto presunta grazie al ritrovamento di asce degli stessi litotipi nei siti di Godiasco e Cecima (PV) e di Brignano Frascata (AL), ma nessun elemento datante era stato rinvenuto nel sito di Rivanazzano. Nel 2000 le arature hanno finalmente portato in superficie tracce di terreno antropizzato che permettevano di delimitare un'area di probabile abitato. Nel 2002 è stato possibile eseguire una serie sondaggi volti ad accertare la presenza di strutture abitative e di eventuali paleosuoli ancora rilevabili. I sondaggi sono stati eseguiti con un mezzo meccanico di modeste dimensioni che permetteva l'apertura di piccole trincee (circa m 1 x 2). La stratigrafia in tutta la zona indagata presentava, dopo il primo strato di arativo di circa cm 50/55, un livello, di spessore variabile, di limi grigiobruni estremamente compatti. Seguiva uno strato di ghiaie giallastre costituite soprattutto da ciottoli fluitati. Dall'esame delle profondità dei vari strati risulta evidente che in antico la zona doveva essere costituita da una serie di conoidi ghiaiosi, tipici dei greti fluviali, intervallati da zone più basse si cui si erano depositati limi sottili. Da tali conoidi provengono i ciottoli di pietra verde (fig. 1) che furono individuati e sfruttati in loco per produrre i manufatti che con tanta abbondanza sono stati ritrovati in superficie. La probabilità di individuare paleosuoli sui conoidi ghiaiosi è molto remota e la sola possibilità che rimane è quella di avere la fortuna di incontrarne tracce residue nelle zone colmate dai limi. Ma, come è stato dimostrato nei sondaggi 3, 27 e 31, è molto più probabile che si ritrovi, come sempre, soltanto quel che resta delle strutture infossate la cui sommità è già rimaneggiata dalle arature. Nel sondaggio 3, già nello strato arato si notava la presenza di terreno antropizzato. Nel livello limoso, si è individuata una piccola buca (diam. cm 80/90, prof. cm 12, fondo concavo) riempita di terreno antropizzato che terminava sulla sommità dello strato ghiaioso a cm 65 dal p.d.c. Nella buca: frammenti ceramici (fig. 2), attribuibili al Neolitico Antico, un frammento di concotto e sette frammenti di accette in corso di lavorazione. Nel sondaggio 27, alla profondità di cm 57 (quindi subito al di sotto dello strato arato) è stata ritrovata una piccola buca del diametro di cm 50/60 che si approfondiva fino a cm 99. Era scavata nello strato limoso e il fondo non raggiungeva lo strato di ghiaia. Verso il fondo e contro le pareti della buca vi erano pareti di vaso,

Research paper thumbnail of Area sepolcrale in uso dall’epoca celtica all’età tardoromana: cenni preliminari sui nuovi scavi presso Cascina Roma a Bernate Ticino (MI)

The creation of the high-velocity train line between Novara and Milan was the occasion for the di... more The creation of the high-velocity train line between Novara and Milan was the occasion for the discovery, in 2005, of 12 tombs of the Late Roman period and one of the early Imperial period. During work for the construction of the adjacent autostrada in 2011 another 33 tombs were discovered. The earliest tombs date to the Celtic period (between 250 and 120 B.C.), while it seems that there were no tombs that could be attributed to the so-called period of Romanization of the area. After an episode of intense flooding, in the course of the first century A. D. The area was again used as a cemetery, only to be abandoned again until the Late Roman Period, when another 24 tombs were created, in part adjacent to the area were tombs were found in 2005.

Research paper thumbnail of Resti di fornace d’età romana rinvenuti sotto l’autostrada A4 a Cambiago (MI)

Research paper thumbnail of Cisterna e necropoli romane a Cornate d’Adda (MI)

A Cornate d'Adda-l'antica Coronate indicata da Paolo Diacono 1 come la località in cui nel 688 fu... more A Cornate d'Adda-l'antica Coronate indicata da Paolo Diacono 1 come la località in cui nel 688 fu combattuta la battaglia tra re Cuniperto e l'usurpatore Alachis-nel 1997 si effettuarono, in località Villa Paradiso, svariati saggi su una vasta area (circa mq 20.000) che risultava interessata da tracce di occupazione antica 2. Nel 1999 vi si condusse una campagna di scavo che ne indagò mq 1.000. Furono così messi in luce i resti, molto superficiali e compromessi dai lavori agricoli, di nove ambienti di una villa romana che fu in uso dal I secolo d.C. alla tarda età imperiale. Inoltre, impostate sulle rasature delle strutture romane cadute in disuso, si trovarono tombe longobarde del VII secolo, nonché buche da palo e focolari della stessa epoca 3. Tutta l'area fu sottoposta a vincolo archeologico.

Research paper thumbnail of Giussano (MI) piazza San Giacomo: resti dell’antica parrocchiale

Research paper thumbnail of CAMBIAGO (MI): una necropoli romana ad incinerazione del III-IV secolo

(US) vengono riportati in neretto. 1 La necropoli era situata in corrispondenza della progressiva... more (US) vengono riportati in neretto. 1 La necropoli era situata in corrispondenza della progressiva chilometrica 25+650, nella piccola parte del territorio del Comune di Cambiago che si incunea in quello di Cavenago. Occasione del ritrovamento è stato il capillare controllo di ogni operazione di scavo nel sottosuolo durante i lavori per la costruzione della quarta corsia, effettuato, con direzione della Soprintendenza e finanziamento di Autostrade per l'Italia S.p.A. (responsabile ing. F. Domanico), dalla ditta ARAN Progetti s.r.l. con gli archeologi: A. Benatti (responsabile), A. Baschiera, S. Contardi, A. Loglio, D. Vanwingaart. I restauri e le fotografie dei reperti si devono alla ditta Docilia, i disegni al dr. R. Mella Pariani (S.L.A. Milano). La lettura delle monete si deve alla cortesia del dr. E.A. Arslan. A tutti il più sentito grazie per l'entusiasmo e la professionalità con cui si sono prodigati. 2 Era a sua volta ricoperto da un ulteriore strato limo-argilloso (120) disomogeneo e rimaneggiato dalle arature, che in molti punti avevano intaccato anche le tombe. Ancora sopra vi era uno strato (108), costituito da riporti di materiale recente, dovuto alla sistemazione di una strada campestre che conduce ad un vicino depuratore.

Research paper thumbnail of Nuove ricerche nella chiesa di San Pietro all'Olmo a Cornaredo (MI)

… FastiOnLine documents & …, 2008

Research paper thumbnail of Gli scavi nel battistero di S. Giovanni Battista a Mariano Comense (CO)

FOLD&R FastiOnLine documents …, 2005

Research paper thumbnail of L'Ecclesia Sancti Petri ad Ulmum

… FastiOnLine documents & …, 2006

Research paper thumbnail of Chiesa vecchia di San Pietro all'Olmo (Cornaredo-MI)-livelli del XVI secolo. Un singolare rito funerario con neonati entro coppi e analisi antropologica e …

FOLD&R …, 2011

Nel 2010 si sono conclusi gli scavi ar-cheologici1 all'interno della chiesa vecchia di San P... more Nel 2010 si sono conclusi gli scavi ar-cheologici1 all'interno della chiesa vecchia di San Pietro all'Olmo, situata nell'omonima frazione di Cornaredo (MI). Scavi che hanno permesso di conoscere la complessa e interessantissima sto-ria dell'edificio di culto attraverso l'individuazione di ...

Research paper thumbnail of Resti del III-IV secolo a Solaro (MI)

FOLD&R FastiOnLine documents & …, 2007

Research paper thumbnail of ALBAIRATE (MI): tomba di guerriero degli inizi del III secolo aC

FOLD&R FastiOnLine documents & research, 2008

Research paper thumbnail of MORIMONDO (MI). Abbazia cistercense. Ritrovamento di strutture murarie nel cortile occidentale

Research paper thumbnail of Desio (MI). Lavori di riqualificazione in piazza Conciliazione - piazzetta S. Maria

Risulta, dagli atti delle Visite Pastorali cinqueseicentesche, che nel VII secolo l'arcivescovo d... more Risulta, dagli atti delle Visite Pastorali cinqueseicentesche, che nel VII secolo l'arcivescovo di Milano San Giovanni Bono edificò, nell'area dell'attuale via Pio XI, una chiesa, articolata su tre navate ed orientata E-W, dedicandola ai Santi Siro e Materno, la cui costruzione doveva essere connessa con l'opera di conversione delle popolazioni longobarde. L'antica chiesa doveva sorgere, adiacente al lato meridionale dell'attuale basilica (eretta nei secoli XVII-XVIII ed allargata nella parte posteriore alla fine del XIX secolo) nell'area compresa tra la torre campanaria e il giardino prepositurale e fu demolita per la costruzione della nuova basilica. Nel settembre 2003 il Comune di Desio ha dato inizio a lavori di riqualificazione di piazza Conciliazione e delle zone contigue che sono stati seguiti in tutte le fasi che prevedevano interventi nel sottosuolo. Nell'area in cui si sarebbero potute individuare tracce della chiesa del VII secolo, sono stati asportati solo pochi centimetri sotto la pavimentazione stradale e non sono stati quindi raggiunti livelli antichi. L'unico intervento di scavo archeologico è stato un sondaggio di circa m 3 x 3, profondo m 2, in piazzetta S. Maria nel punto in cui il progetto prevedeva la messa in opera di una fontana. Si sono trovati tre consistenti livelli di ossa umane, in giacitura secondaria e disposte caoticamente, intercalati da sottili riporti di terreno e sovrastati da un livello superficiale già in parte manomesso da precedenti pose di tubazioni. La zona era stata, evidentemente, utilizzata a più riprese come ossario. L'epoca a cui far risalire questi eventi (posteriore alla fine 1500-inizi 1600) è indicata inequivocabilmente dal ritrovamento di una medaglietta di bronzo. Essa reca su una faccia l'effige della Vergine in trono con il Bambino e sull'altra, più corrosa e meno leggibile, verosimilmente una Resurrezione del Cristo con, ai lati, due soldati romani caduti all'indietro per lo sgomento (fig. 1). Su questa faccia si legge la data "1579": la medaglietta fu coniata probabilmente in occasione della visita pastorale di Carlo Borromeo a Desio avvenuta in quell'anno. Alla stessa cronologia ci riportano anche una trillina di Filippo II (ca. 1575-1595) e ad epoca precedente un denaro o bissolo visconteo. Altre due monete trovate sono illeggibili per corrosione. Gli altri rinvenimenti, effettuati in tutti i livelli tra le ossa, e che per la prima volta possono essere cronologicamente riferiti, sono costituiti da frammenti di rosari con catenelle di bronzo e grani di legno (fig. 2) e di osso (fig. 3); da alcuni bottoni di pasta vitrea nera probabilmente appartenenti ad abiti talari (fig. 4); da un ditale a punta aperta; da un modesto anello di bronzo avvolto a spirale (fig. 5) e da qualche grosso chiodo di ferro. Le monete potrebbero essere state deposte sul corpo degli inumati secondo un'usanza attestata, ad esempio, in alcune tombe coeve trovate, ancora in situ, nella parrocchiale di S. Agnese a Somma Lombardo (VA).

Research paper thumbnail of Capriano del Colle (BS). Tombe ad incinerazione dell'età del Bronzo

FOLD&R FastiOnLine documents & research, 2005

In un momento successivo alla scoperta di un piccolo nucleo di tombe ad incinerazione a Urago d'O... more In un momento successivo alla scoperta di un piccolo nucleo di tombe ad incinerazione a Urago d'Oglio 1 , è stato possibile esaminare alcune altre tombe coeve provenienti da Capriano del Colle (frazione Fenili Belasi, località Monte Netto), la cui esistenza era nota da molti anni ma che non erano mai state pubblicate. Il quadro delle necropoli del Bronzo Medio-Recente nella bassa pianura bresciana è, quindi, adesso articolato in maggior misura. Capriano del Colle (BS), frazione Fenili Belasi-Monte Netto: cava Carloni Capriano del Colle sorge sulla sponda sinistra del fiume Mella e il suo territorio è caratterizzato da un terrazzo quaternario, che si eleva fino a m 35 di altezza, ricco di documenti preistorici di diverse epoche, molti dei quali già noti nell'Ottocento. Tra questi una serie di probabili tumuli sepolcrali dell'età del Bronzo, nella frazione Fenili Belasi, denominati "Motta Grande " e "Motte Piccole". Un'intensa attività estrattiva ha ormai modificato notevolmente le caratteristiche del paesaggio e al momento è ancora in sito soltanto la cosiddetta "Motta Grande", una collinetta artificiale di circa m 40 di diametro, di forma circolare, che si eleva per alcuni metri dall'area circostante e sulle cui pendici, nonché nelle aree limitrofe, sono avvenuti ritrovamenti di ceramiche dell'età del Bronzo. Tra il 1952 e il 1965, in corrispondenza, pare, delle "Motte Piccole" era attiva una cava dei fratelli Carloni: vi furono recuperati alcuni cinerari, poi trasportati al Museo Civico di Riva del Garda (TN) ove rimasero finché fu possibile riportarli presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Milano nel 2002. Durante la loro permanenza al Museo di Riva, i vasi sembrano aver subito diversi spostamenti: lo stato di fatto nel quale sono stati consegnati non permette di comprendere come erano stati deposti nel terreno. R.C. de Marinis ha pubblicato 2 e ha confermato verbalmente di averli visti, anni addietro, esposti in una vetrina al Museo di Riva sotto forma di un blocco di terra che inglobava boccali fittamente ammassati, secondo il rito funerario riscontrato ad esempio a Monte Lonato di Cavriana. Non vi è motivo per dubitarne. Nel corso degli anni questi materiali sono stati evidentemente liberati della terra inglobante anche se di questa operazione non restava traccia nei documenti del museo o nella memoria degli attuali addetti. Infatti, al momento del ritiro, il materiale era contenuto in quattro scatole di cartone e suddiviso in sacchetti senza nessuna indicazione. Alcuni sacchetti racchiudevano urne quasi integre che in alcuni casi contenevano intatta e fortemente compattata la terra di riempimento con le ossa del cremato e in altri casi soltanto frammenti di ossa già separate dalla terra di riempimento. In altri sacchetti vi erano frammenti di vasi diversi suddivisi per orli, fondi, pareti con i quali è stato possibile ricomporre parzialmente diversi recipienti. Il sedimento terroso contenuto nei cinerari era sempre molto chiaro e sabbioso e assolutamente privo di tracce della cosiddetta terra di rogo. Lo svuotamento dei vasi e il lavaggio di tutti i frammenti è stato curato da chi scrive: ai vasi che contenevano ancora il loro riempimento è stata data una denominazione con lettere alfabetiche, mentre ai pezzi più significativi sono stati assegnati solamente numeri di inventario, come da elenco seguente. Il vaso A conteneva ossa sciolte e già separate dal terriccio che le inglobava. Due vasi (B e C), pur non essendo stati svuotati del loro contenuto, ancora saldamente compattato al loro interno, mostravano interventi di un rozzo incollaggio effettuato inserendo dall'esterno uno strato di colla tra le fessure. Nel riempimento del vaso D ho trovato frammenti di un largo fondo ombelicato e nessun frammento di parete e orlo. Anche tra i frammenti non ricomponibili vi sono due larghi e spessi fondi, con fratture antiche, che potrebbero essere stati usati come coperchi di cinerari, con un rituale attestato nella necropoli di Cavriana-Monte Lonato (figg. 1-2).

Research paper thumbnail of Vimercate (MI). Il sarcofago e le strutture murarie della chiesa di S. Stefano

FOLD&R FastiOnLine documents & research, 2005

Nel mese di aprile 2003, durante i lavori di rifacimento della pavimentazione della piazza è venu... more Nel mese di aprile 2003, durante i lavori di rifacimento della pavimentazione della piazza è venuto in luce, addossato al muro perimetrale nord della chiesa di S. Stefano, un sarcofago coperto da una lastra in pietra (fig. 1). Il sarcofago, in serizzo, (m 2,18 x 1,14 x 0,80 est./0,66 int.) è di ottima fattura e presenta nella parte superiore una scanalatura di circa cm 5, ribassata di cm 1-2, per la posa del coperchio; il fondo è piano ma il sarcofago è stato posto leggermente inclinato verso est (fig. 2). La superficie interna del sarcofago è interamente ricoperta da patine di ossidi di ferro lasciate dalle acque percolanti. Diversa la litologia e il tipo di lavorazione della lastra che fungeva da coperchio: è di forma rettangolare (m 2,42 x 1,2x 0,08/0,18), di fattura scadente, frammentata in quattro pezzi. All'interno del sarcofago sono stati distinti cinque inumati deposti in posizione supina con il cranio a ovest. Gli scheletri erano sovrapposti e solo quelli del livello inferiore erano disarticolati e scomposti in giacitura secondaria. Il sarcofago, di probabile età romana, è forse da mettere in relazione con la necropoli di epoca imperiale, ancora inedita, individuata in piazza Marconi: l'assenza di qualunque elemento di datazione non permette di risalire all'epoca del suo riutilizzo per una sepoltura multipla. Nell'area circostante il sarcofago sono state rinvenute, sciolte nel terreno, diverse ossa umane, segno di un uso dell'area come zone cimiteriale. Al di sotto del sarcofago si sono notati resti carboniosi e frammenti di laterizi che indicano una prosecuzione della stratigrafia, che non è stata indagata.

Research paper thumbnail of Una nuova necropoli romana a Pioltello (MI) e un raro esemplare di sigillata gallica excisa

… FastiOnLine documents & …, 2009

Lo scavo e i rinvenimenti Fino ad oggi, la tomba tardoromana trovata nel 1985 in via Pollaiolo ne... more Lo scavo e i rinvenimenti Fino ad oggi, la tomba tardoromana trovata nel 1985 in via Pollaiolo nella frazione Seggiano 1 costituiva l'unica testimonianza archeologica nel Comune di Pioltello. Si trattava di una sepoltura con cassa costituita da lastroni di serizzo sui lati lunghi e da muretti laterizi sui lati corti che racchiudeva i resti di quattro inumati, deposti in due momenti successivi, e vasi di corredo funebre inquadrabili cronologicamente nell'arco del IV secolo. Ma, alla fine del mese di gennaio 2009, durante lavori di sbancamento per la realizzazione di capannoni industriali, è stata messa in luce un'altra tomba romana ad inumazione, questa volta con cassa interamente a muretti laterizi. Grazie alla tempestiva segnalazione del ritrovamento fortuito, la Soprintendenza per i Beni Archeologici ha potuto realizzare un intervento, che non si è limitato al solo recupero della sepoltura ma si è esteso ad un'ampia area circostante, rilevando nuovi ed interessanti dati 2. Infatti, già in occasione del primo sopralluogo si sono notate, sulla superficie del terreno appena liberato dallo strato di humus, sia lunghe tracce limose rettilinee, sia varie chiazze nerastre che indiziavano che la tomba si trovava all'interno di un'area con differenti evidenze archeologiche. È stato quindi disposto un ampliamento dell'area d'indagine, che ha consentito di riconoscere i resti di tre fasi, cronologicamente distinte così sintetizzabili (fig. 1): fase 1-le trincee di asportazione di murature, già rasate e spoliate in antico, di un'ampia struttura/edificio; fase 2-una tomba ad inumazione in cassa di muretti laterizi (tomba 1); fase 3-una serie di tombe ad incinerazione indiretta. Per nessuna fase si sono potuti individuare i relativi piani di calpestio, poiché l'area ha subito, in epoca moderna, un notevole livellamento, documentato sull'intera superficie di scavo a quota m 120,23 s.l.m.

Research paper thumbnail of Gated communities in Nederland: de nabije toekomst?

Erfgoed & conflict

Steeds vaker verhuizen Nederlanders naar wijken die op een of andere manier deels van de buitenwe... more Steeds vaker verhuizen Nederlanders naar wijken die op een of andere manier deels van de buitenwereld zijn afgesloten. Wat verklaart de opkomst van gated communities in Nederland? Wat is de rol van beleidsvoering? En wat zijn de sociale gevolgen van dergelijke gemeenschappen?

Research paper thumbnail of Applicazioni di Structure from Motion (SFM) e realizzazioni di fotopiani georeferenziati nell'ambito dell'archeologia d'emergenza

Archeomatica, Oct 30, 2014

Research paper thumbnail of Saggi di scavo nella chiesa della Purificazione della Beata Vergine Maria di Mesero (MI)

Research paper thumbnail of Rivanazzano (PV) - Località La Cascinetta. Sondaggi nell’area dell’officina di asce di pietra verde

Dal 1989 sono state condotte svariate ricerche di superficie, che hanno fruttato oltre 900 manufa... more Dal 1989 sono state condotte svariate ricerche di superficie, che hanno fruttato oltre 900 manufatti di pietra verde (asce a vari stadi di lavorazione), nell'ormai noto sito di Rivanazzano che si caratterizza come il più importante centro di affioramento di eclogiti e di fabbricazione di accette in "pietra verde" della pianura padana. La datazione dell'officina al Neolitico Antico era stata finora soltanto presunta grazie al ritrovamento di asce degli stessi litotipi nei siti di Godiasco e Cecima (PV) e di Brignano Frascata (AL), ma nessun elemento datante era stato rinvenuto nel sito di Rivanazzano. Nel 2000 le arature hanno finalmente portato in superficie tracce di terreno antropizzato che permettevano di delimitare un'area di probabile abitato. Nel 2002 è stato possibile eseguire una serie sondaggi volti ad accertare la presenza di strutture abitative e di eventuali paleosuoli ancora rilevabili. I sondaggi sono stati eseguiti con un mezzo meccanico di modeste dimensioni che permetteva l'apertura di piccole trincee (circa m 1 x 2). La stratigrafia in tutta la zona indagata presentava, dopo il primo strato di arativo di circa cm 50/55, un livello, di spessore variabile, di limi grigiobruni estremamente compatti. Seguiva uno strato di ghiaie giallastre costituite soprattutto da ciottoli fluitati. Dall'esame delle profondità dei vari strati risulta evidente che in antico la zona doveva essere costituita da una serie di conoidi ghiaiosi, tipici dei greti fluviali, intervallati da zone più basse si cui si erano depositati limi sottili. Da tali conoidi provengono i ciottoli di pietra verde (fig. 1) che furono individuati e sfruttati in loco per produrre i manufatti che con tanta abbondanza sono stati ritrovati in superficie. La probabilità di individuare paleosuoli sui conoidi ghiaiosi è molto remota e la sola possibilità che rimane è quella di avere la fortuna di incontrarne tracce residue nelle zone colmate dai limi. Ma, come è stato dimostrato nei sondaggi 3, 27 e 31, è molto più probabile che si ritrovi, come sempre, soltanto quel che resta delle strutture infossate la cui sommità è già rimaneggiata dalle arature. Nel sondaggio 3, già nello strato arato si notava la presenza di terreno antropizzato. Nel livello limoso, si è individuata una piccola buca (diam. cm 80/90, prof. cm 12, fondo concavo) riempita di terreno antropizzato che terminava sulla sommità dello strato ghiaioso a cm 65 dal p.d.c. Nella buca: frammenti ceramici (fig. 2), attribuibili al Neolitico Antico, un frammento di concotto e sette frammenti di accette in corso di lavorazione. Nel sondaggio 27, alla profondità di cm 57 (quindi subito al di sotto dello strato arato) è stata ritrovata una piccola buca del diametro di cm 50/60 che si approfondiva fino a cm 99. Era scavata nello strato limoso e il fondo non raggiungeva lo strato di ghiaia. Verso il fondo e contro le pareti della buca vi erano pareti di vaso,

Research paper thumbnail of Area sepolcrale in uso dall’epoca celtica all’età tardoromana: cenni preliminari sui nuovi scavi presso Cascina Roma a Bernate Ticino (MI)

The creation of the high-velocity train line between Novara and Milan was the occasion for the di... more The creation of the high-velocity train line between Novara and Milan was the occasion for the discovery, in 2005, of 12 tombs of the Late Roman period and one of the early Imperial period. During work for the construction of the adjacent autostrada in 2011 another 33 tombs were discovered. The earliest tombs date to the Celtic period (between 250 and 120 B.C.), while it seems that there were no tombs that could be attributed to the so-called period of Romanization of the area. After an episode of intense flooding, in the course of the first century A. D. The area was again used as a cemetery, only to be abandoned again until the Late Roman Period, when another 24 tombs were created, in part adjacent to the area were tombs were found in 2005.

Research paper thumbnail of Resti di fornace d’età romana rinvenuti sotto l’autostrada A4 a Cambiago (MI)

Research paper thumbnail of Cisterna e necropoli romane a Cornate d’Adda (MI)

A Cornate d'Adda-l'antica Coronate indicata da Paolo Diacono 1 come la località in cui nel 688 fu... more A Cornate d'Adda-l'antica Coronate indicata da Paolo Diacono 1 come la località in cui nel 688 fu combattuta la battaglia tra re Cuniperto e l'usurpatore Alachis-nel 1997 si effettuarono, in località Villa Paradiso, svariati saggi su una vasta area (circa mq 20.000) che risultava interessata da tracce di occupazione antica 2. Nel 1999 vi si condusse una campagna di scavo che ne indagò mq 1.000. Furono così messi in luce i resti, molto superficiali e compromessi dai lavori agricoli, di nove ambienti di una villa romana che fu in uso dal I secolo d.C. alla tarda età imperiale. Inoltre, impostate sulle rasature delle strutture romane cadute in disuso, si trovarono tombe longobarde del VII secolo, nonché buche da palo e focolari della stessa epoca 3. Tutta l'area fu sottoposta a vincolo archeologico.

Research paper thumbnail of Giussano (MI) piazza San Giacomo: resti dell’antica parrocchiale

Research paper thumbnail of CAMBIAGO (MI): una necropoli romana ad incinerazione del III-IV secolo

(US) vengono riportati in neretto. 1 La necropoli era situata in corrispondenza della progressiva... more (US) vengono riportati in neretto. 1 La necropoli era situata in corrispondenza della progressiva chilometrica 25+650, nella piccola parte del territorio del Comune di Cambiago che si incunea in quello di Cavenago. Occasione del ritrovamento è stato il capillare controllo di ogni operazione di scavo nel sottosuolo durante i lavori per la costruzione della quarta corsia, effettuato, con direzione della Soprintendenza e finanziamento di Autostrade per l'Italia S.p.A. (responsabile ing. F. Domanico), dalla ditta ARAN Progetti s.r.l. con gli archeologi: A. Benatti (responsabile), A. Baschiera, S. Contardi, A. Loglio, D. Vanwingaart. I restauri e le fotografie dei reperti si devono alla ditta Docilia, i disegni al dr. R. Mella Pariani (S.L.A. Milano). La lettura delle monete si deve alla cortesia del dr. E.A. Arslan. A tutti il più sentito grazie per l'entusiasmo e la professionalità con cui si sono prodigati. 2 Era a sua volta ricoperto da un ulteriore strato limo-argilloso (120) disomogeneo e rimaneggiato dalle arature, che in molti punti avevano intaccato anche le tombe. Ancora sopra vi era uno strato (108), costituito da riporti di materiale recente, dovuto alla sistemazione di una strada campestre che conduce ad un vicino depuratore.