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Papers by Romano Colizzi

Research paper thumbnail of Evoluzione fonetica del longobardo

Tra Germania e Italia, 2022

Evoluzione fonetica del longobardo Nell'aprile dell'anno 568 i longobardi decisero di partire con... more Evoluzione fonetica del longobardo Nell'aprile dell'anno 568 i longobardi decisero di partire con donne bambini vecchi e masserizie dalla Pannonia dove si erano fermati per 42 anni 1 , per l'Italia e vi giunsero nel maggio del 569. Non erano numerosi,forse da 100000 a 300000, e con essi gruppi di Svevi, Gepidi, Sarmati, Sassoni (circa 20000), Bulgari e altri gruppi minori 2 Quindi sin dal primo apparire sulla scena italiana, i Longobardi non si presentano come gruppo chiuso e omogeneo, ma misto e polietnico. , non tutti-secondo la tradizionale suddivisione dei popoli-di origine 'germanica'. Circa la provenienza dei Longobardi ci danno informazioni la Origo gentis Langobardorum 3 fissata per iscritto nel VII secolo, la Historia Langobardorum di Paolo Diacono, scritta verso la fine del VII secolo e la Historia Langobardorum Codicis Gothani 4 Secondo la Origo I Longobardi provenivano dalla regione di Schonen, Svezia meridionale, ma su questo punto non vi sono certezze archeologiche. Da lì un gruppo di giovani, i Vinnili (combattenti ?), che conducevano una vita di agricoltori, guidati dai fratelli Ibor e Aione, su consiglio della sacerdotessa Gambara, loro madre, in seguito a carestia che risale al secolo IX. 5 , si spinsero, forse intorno al 100 a.C 6 , fino a un luogo chiamato Scoringa ('terra degli spuntoni rocciosi'), identificata con l'isola di Rügen.A Scoringa i Vinnili dovettero difendersi dall'attacco dei Vandali (I sec. A.C.), che pretendevano il pagamento di un tributo per farli transitare. Vi riuscirono con uno stratagemma escogitato dalla dea Frea e dalla sacerdotessa Gambara, per cui Odino al sorgere del sole vide per primi i Vinnili e le loro donne con i capelli sciolti e diede loro la vittoria,chiedendo chi fossero quei Longibarbi 7

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Tra Germania e Italia, 2022

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Vocaboli dialettali di origine germanica Paleogermanismi gotismi longobardismi nel Tarantino e ne... more Vocaboli dialettali di origine germanica Paleogermanismi gotismi longobardismi nel Tarantino e nel Salento La Longobardia Minor ,dopo il crollo del Regno longobardo nel 774 per opera dei Franchi, sopravvisse per circa trecento anni, fino al 1076,quando subentrarono i Normanni. Per mancanza di una esauriente documentazione scritta non è possibile sapere quale dialetto germanico i Longobardi parlassero. Non ci è pervenuto neppure una frase, ma singole parole presenti nell'Editto di Rotari e nelle altre leggi dei principi longobardi, negli atti notarili, nella toponomastica e nei dialetti. Dall'esame di tutti questi 'relitti' emerge un fattore abbastanza chiaro: La lingua longobarda si evolve in relazione ai movimenti e agli spostamenti di questa gens nel corso della sua storia millenaria. Certamente parlavano un dialetto 'germanico', ma quale? Gli studiosi distinguono il germanico (non documentato, ma ricostruito) in tre gruppi:germanico settentrionale, che raggruppa oggi svedese, norvegese, danese, islandese…e i loro dialetti; germanico orientale , i cui dialetti oggi estinti erano parlati da Goti, Vandali , Burgundi, Gepidi…; germanico occidentale che oggi raggruppa inglese, tedesco, nederlandese…e i loro dialetti. Lo Scardigli 1 , dopo attenti studi sui 'relitti', così sintetizza la storia del longobardo:"Il longobardo è da definire come un pianeta che si è staccato dal magma germanico, ha avuto un periodo di avvicinamento all'orbita gotica e poi è stato attratto definitivamente nell'orbita del tedesco." Infatti i Longobardi appaiono storicamente attorno all'era cristiana a oriente dell'Elba, dove forse dimoravano da epoche remote (come traspare dai loro miti),si spostarono verso est e poi verso sud, ripercorrendo un tragitto gia compito dai Goti, anzi subentrandovi come nel Norico in Pannonia e in Italia, subendo inevitabilmente l'influsso della più evoluta 'cultura' gotica. Quindi, secondo Scardigli 2

Research paper thumbnail of Toponimi nel Tarantino e nel Salento

Toponimi nel Tarantino e nel Salento Molto interessante è ricercare tracce linguistiche longobard... more Toponimi nel Tarantino e nel Salento Molto interessante è ricercare tracce linguistiche longobarde nel Tarantino e nel Salento attraverso i toponimi.Trovare un toponimo 'formalmente' longobardo non significa che esso risalga a epoca longobarda, potrebbe essere posteriore. Però, se è attestato in un documento di epoca longobarda, se vi è evidenza archeologica, se rientra nei tipi 'linguisticamente' accettati come longobardi, si può avere la quasi certezza che il toponimo sia longobardo e di epoca longobarda; c'è un altro elemento che può confermarne l'origine, insieme o in mancanza di altri elementi: considerare se il toponimo è inserito in un contesto storico-geografico, dove sia evidente la presenza longobarda, cioè se nel contesto ci siano altri toponimi di origine longobarda 1 F.Sabatini 1 Sono i criteri che ha proposto C.A.MASTRELLI in La toponomastica lombarda di origine longobarda , in I

Research paper thumbnail of Il territorio di Taranto tra Goti e Longobardi, Massafra

Dalla caduta dell' Impero romano d' Occidente (476) fino agli Angioini la Puglia è stata ,come se... more Dalla caduta dell' Impero romano d' Occidente (476) fino agli Angioini la Puglia è stata ,come sempre, un crocevia di gente. Si sono incontrati e scontrati Latini, Goti e Longobardi , Bizantini e Arabi, Cristiani cattolici e ortodossi, Ebrei e Musulmani. I primi invasori, come gli Eruli di Odoacre (476-493) e gli Ostrogoti di Teodorico (493-526) non sconvolsero le condizioni sociali ed economiche della regione. Fu dopo la morte di Teodorico che l'equilibrio si ruppe. Giustiniano decise di riconquistare la parte occidentale dell'Impero e inviò in Italia il generale Belisario che attaccò in Sicilia il re goto Teodato (534-536) dando così inizio alla guerra 'greco-gotica' (535-553). Le operazioni militari dei Bizantini condotte da Belisario e Narsete contro le truppe dei Goti di Totila devastarono più volte la Puglia. Dopo la sconfitta e la morte di Teia (553), successore di Totila, la regione ridotta alla fame, tornò sotto il governo bizantino 1 Anche Taranto-e dintorni-fu coinvolta nello scontro bellico. Durante una della fasi della guerra Totila espugnò Taranto. 2. E diede rifugio al Goti fuggiti da Crotone assediata dai Bizantini 3. Il presidio di Taranto era sotto il comando di Ragnaris,che sarebbe stato disposto a cedere la città ai Bizantini in cambio della sua personale salvezza e e di quella dei suoi uomini 4

Research paper thumbnail of Hildebrandslied

Nella letteratura alto-tedesca antica (aat.) il "Canto di Ildebrando" (Hildebrandslied) è il più ... more Nella letteratura alto-tedesca antica (aat.) il "Canto di Ildebrando" (Hildebrandslied) è il più antico testo letterario e l'unico esempio di canto epico germanico. Fu stampato per la prima volta nel 1729 dal filologo Johann Georg Eckhart, amico e collaboratore di Leibnitz. I fratelli Grimm ne pubblicarono nel 1812 la prima edizione critica. Il testo di solo 68 versi, e incompleto, fu scritto sulla prima e ultima pagina di un manoscritto, contenente riflessioni e argomenti teologici,della Biblioteca di Kassel e proveniva da Fulda. Alla fine della seconda guerra mondiale il codice scomparve. Fu ritrovato nel 1947 da C.Selmer a New York in un mercatino librario antiquario e nel 1955, dopo varie peripezie, fu restituito alla Biblioteca di Kassel privo del foglio contenente la prima parte 2 .Dopo dodici anni di ricerche il foglio mancante,grazie agli sforzi dell'ambasciata tedesca e della National Gallery of Art di Washington, fu ritrovato tra le raccolte della Fondazione Rosenbach a Philadelphia.Con un volo speciale il 28 settembre 1972, il foglio 3 ,consegnato al ministro delle finanze tedesco,Helmut Schmidt, futuro cancelliere, e al dr. Dieter Hennig, direttore della Biblioteca di Kassel, fu riportato nella sua sede di provenienza 4 Il canto ha sollevato sin dall'inizio una serie di problemi filologici di ordine testuale, paleografico, linguistico, metrico e storico, che sono così concatenati che l'uno condiziona l'altro. Fu trascritto nel secolo IX a Fulda verso l'830. L' esame paleografico ha rivelato che le due pagine sono state scritte da due diverse persone, certamente monaci, di cui uno più esperto dell'altro in quel tipo di scrittura, forse un maestro e un apprendista. Non c'è divisione in versi, solo l'allitterazione fa capire che si tratta di versi. Lo stabilire la scansione dei versi e l'attribuzione di essi ai due personaggi nonché la struttura stessa del canto, hanno portato a traduzioni non uniformi. Ci si è chiesto, tra l'altro, perché un testo di poesia eroica germanica sia stato inserito in un manoscritto di testi teologici. Allora era in atto lo scontro politico fra Ludovico il Pio e i suoi figli e si è perciò pensato a un intento "educativo", perché il duello del padre Ildebrando col figlio Adubrando,che costituisce il nucleo centrale del canto, potesse meglio evidenziare le sciagure a cui può portare la lotta tra membri della stessa famiglia. 5 , o alla celebrazione, tutta cristiana, della santità del matrimonio:Adubrando era stato abbandonato dal genitore o era figlio illegittimo. Questo spiegherebbe, secondo C.Morini 6 , perché Hildebrandslied si trovi in un codice insieme al Liber Sapientiae, che tratta la problematica dei figli illegittimi. Non è da escludere che la stesura del canto sia dovuto all'interesse di Carlo Magno al recupero di antichi carmi e poesie germaniche 7 .Convalida questa ipotesi il fatto che il canto fu scritto a Fulda in una minuscola carolina e quindi ci riporta all'ambiente carolingio e alla figura dominante dell'anglosassone Alcuino 8 La lingua non corrisponde a nessun preciso dialetto dell'aat. (antico alto tedesco) .

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Tracce dell'incontro di Etruschi e Germani. Risvolti linguistici dei loro contatti.

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Incontriamo sulla scorta di Rohlfs (VDS, I , p.65) nei nostri dialetti le seguenti forme: attánə.... more Incontriamo sulla scorta di Rohlfs (VDS, I , p.65) nei nostri dialetti le seguenti forme: attánə.Il termine è diffuso in gran parte dell'Italia meridionale, ma è possibile incontrarlo anche in altre lingue. E' un termine familiare infantile, documentato da noi per la prima volta nell'opera di Sesto Pompeo Festo (grammatico latino del II secolo d.C..) De verborum significazione, XX libri. Questa opera è pervenuta solo in parte, le parti mancanti sono state ricostruite dalle citazioni di altri autori. Paolo Diacono (fine VIII sec.-inizio IX sec) compose per Carlo Magno l'epitome Excerpta ex libris Pompei Festi de significazione verborum, forse sulla base di un manoscritto conservato nell'Abbazia di Montecassino. Nel primo libro troviamo questa spiegazione di atta : "Atta(m), pro reverentia seni cuilibet dicimus, quasi cum avi nomine appellemus". Secondo il LEI (Vol. III, Sp. 2044-2045) il termine è presente "esclusivamente nel Ticino e nel lomb.alp.or." e poi aggiunge "cfr. la forma parallela nel got. atta". Ma non dice in che rapporto sono il lat. atta, presente nell'epitome di Paolo, e il got. atta. Non prende posizione, ma riconosce che il termine è "largamente diffuso in area meridionale". Come spiegare la presenza dei due termini, lat. atta e got. atta, di uguale forma e significato, in due aree ben lontane l'una dall'altra? Anche l'atta presente nel Ticino e nel lomb. alp. or. è una voce gotica? Forse le vicende storiche possono chiarire. Attorno al I secolo i Goti, provenienti dalla Scandinavia, si erano stanziati nel bacino della Vistola (Polonia settentrionale) lungo le rive del Baltico,dalla metà del II sec. migrarono verso sud-est, nel III sec. si distinsero in Goti dell'est (Ostrogoti) e in Goti dell'ovest (Visigoti).Tacito , allorché scrisse la Germania nel 98 d.C., li cita nel cap. XLIII "Trans Lugios Gutones regnantur" ('Al di là dei Lugi, i Gutoni (=Goti) sono sotto il governo di un re'). Tacito ne parla perché evidentemente c'erano stati già dei contatti coi Romani e il termine atta divenne certamente noto ai Romani (e a Sesto Pompeo Festo) tramite i commercianti che trafficavano anche in zone pericolose-ne parlano Cesare (B.G., IV,2) e lo stesso Tacito (A. 62, 4; Germ. ,V, 4)-o tramite i prigionieri di guerra.. Successivamente, nel 489, i Goti giunsero in Italia e soprattutto l'Italia meridionale fu teatro di scontri tra Goti e Bizantini. La guerra durò venti anni. Ci furono massacri, espropriazioni, distruzioni. Solo nel 555 furono spenti gli ultimi focolai di guerra. I goti ci lasciarono oltre che ad alcuni toponimi, p.es del tipo *sculka ce ne sono ben tre nel Tarantino, anche alcuni termini nei nostri dialetti , tra cui atta. Il vescovo Vulfila che tradusse la Bibbia in gotico (IV sec.) usò tante volte il termine atta-anche il 'Padre Nostro' inizia con Atta unsar-e solo una volta Fadar (Galati, IV, 6).Fra i due termini c'è, però, una grande differenza. Fadar < ie.PƏTER è la qualifica del dio onnipotente degli Indoeuropei (cfr. Iuppiter < dyeu pəter 'padre del cielo' e gr. Zeū patēr), atta indica invece una paternità fisica e prevalse in seguito a cambiamento sia nella concezione religiosa che nella struttura sociale. Atta è, da noi, certamente un relitto gotico, anche se è attestato per la prima volta in un testo latino, al nord penetrò nel I o II sec. o prima, e nel sud successivamente. Poco chiara è l'origine della desinenza inane (attane). La troviamo nei nomi francesi di genere femminile. In italiano solo alcuni nomi maschili in-a hanno sviluppato un accusativo inane (atta/attane, barba/barbane, tata/tatane), forse per influsso della lingua greca. Cadendo la-m dell'accusativo, l'accusativo ha assunto la funzione di nominativo: attane e la-e finale si è trasformata in tutte la parole in-ə. Attanem > attane < attanə (GLI, II, pp. 20-21).

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Il mito di Arminio Dalla Clades Variana al Nazionalsocialismo Nella Germania e in alcuni capitoli... more Il mito di Arminio Dalla Clades Variana al Nazionalsocialismo Nella Germania e in alcuni capitoli degli Annales e delle Historiae Tacito mette in relazione e in contrasto l'immoralità e la decadenza dei costumi romani rispetto a quelli dei Germani. Egli ammirava il valore militare (Germ. 6, 1-4), il senso d'ospitalità (Germ. 2), la sobrietà nell'abbigliamento (Germ. 17, 1-2), la monogamia (Germ. 18,1)-solo ai capi era concesso di avere più di una moglie (Germ. 18, 2-3)-le donne germaniche compagne di vita anche in situazioni di pericolo, come in guerra, la loro pudicizia, il non porre limite alle nascite (Germ. 19), l'assenza di matrimonio precoce (Germ. 20), nonché la loro fedeltà. L'adultera veniva punita severamente (Germ. 19). Tacito parla anche di alcuni aspetti negativi di queste gentes, come l'intemperanza nel bere che portava spesso a risse anche con morti e feriti (Germ. 24.4), la sfrenatezza nel gioco d'azzardo tanto da mettere a rischio la loro libertà personale (Germ. 24,4). Riconosce, inoltre, una certa omogeneità fisica, usando termini che saranno poi utilizzati-ai giorni nostri-fraintendendoli ideologicamente: " Io però mi accosto all'opinione di coloro che ritengono la razza germanica non contaminata da mescolanze con altre popolazioni, ma pura e schietta e simile solo a se stessa. Di qui il medesimo aspetto fisico degli abitanti, benché così numerosi: occhi fieri e di colore azzurro, capelli rossicci, corporatura grande ma adatta soltanto all'assalto […]" (Germ. IV) 1 Nel cap. XXXVII della Germania Tacito traccia un bilancio degli scontri tra Romani e Germani a partire dalla discesa dei Cimbri dalla penisola dello Jütland. Furono sconfitti da Mario nel 101 presso Vercelli. Da allora fino al secondo consolato di Traiano (98 d.C.) passarono 210 anni. 2 e aggiunge un amaro commento: "per così lungo tempo si continua a vincere la Germania", ma mai definitivamente. "E in così lungo intervallo quanti danni da entrambe la parti. Né i Sanniti né i Cartaginesi, né la Spagna e le Gallie e neppure i Parti [dice] ci dettero tanto da pensare. La libertà dei Germani è più tenace della tirannia di Arsace […]. Ma i Germani, sconfitti o catturati Carbone e Cassio, Aurelio Scauro, Servilio Copione e Massimo Mallio, tolsero al popolo romano cinque eserciti consolari; e all'imperatore Augusto tolsero Varo con tre legioni […], negli ultimi tempi abbiamo riportato trionfi, ma non li abbiamo vinti." E con tristezza profetica riconosce che i Germani rappresentano un pericolo, il pericolo più grave per Roma " incalzando ormai minacciosi gli eventi dell'Impero" (' […] urgentibus iam imperii fatis […]'). 3 Nel cap. XXXVII Tacito-.come abbiamo visto-accenna senza nominare Arminio alla sconfitta di Varo nel settembre (9-10-11 sett.) del 9 d.C.. Fu una delle più gravi sconfitte subite da Roma. Tre legioni, la XVII, XVIII, XIX e le truppe ausiliare furono annientate. 20.000 uomini perirono e i

Research paper thumbnail of Tracce longobarde nella Martina Franca di ieri e di oggi

Mi atterrò in questo breve excursus a dati certi. A Taranto e Brindisi i Longobardi dimorarono pe... more Mi atterrò in questo breve excursus a dati certi. A Taranto e Brindisi i Longobardi dimorarono per quasi due secoli, anche se non con continuità, dal 670-680 . E' dell'anno 809 un documento che ci dice che a Taranto c'era uno sculdascio (< *skuldi -hait(j)a-z 'debito-colui che esige'),un ufficiale longobardo che esercitava alle dipendenze di un gastaldo regio funzioni civili e militari,e che in quell' anno Taranto era occupata dai Longobardi e che Grimoaldo era il summus princeps Langobardorum.Successivamente Taranto fu esposta agli attacchi di Bizantini e Arabi, fu occupata da questi ultimi (840-847), ripresa dai Bizantini e distrutta nel 928. I Longobardi e i Bizantini che sfuggirono alle stragi e alla deportazione, si rifugiarono verso l'interno. A Massafra furono trasferite le funzioni del gastaldo. Lo attesta un documento del 970 da cui si evince che gastaldo è il greco Trifilo, che firma in greco e si rifà al rito longobardo e fa scrivere l'atto in latino. Anche a Martina i profughi si rifugiarono nell'entroterra, aggiungendosi agli abitanti già in loco, si sistemarono o furono sistemati in una zona periferia e di confine, portando con sé usi e tradizioni, forse lungo la strada che chiamarono ringhə. Oggi è la via principale del centro storico, ma all'origine segnava il confine tra il territorio di e quello di Monopoli. Isidoro Chirulli nella sua Istoria cronologica della Franca Martina, scritta circa trecento anni fa, sostiene che a Martina si viveva Jure Longobardorum (sic!) e che vi era "nella Platea […] una strada all'intorno della Casa del q. Giannantonio Piccoli che si chiama[va] la strada Lombardese . il che dinota avervi abitati Longobardi […]" e aggiunge " che alcune famiglie lombarde […] rimaste in Taranto […] siano assieme coi Greci venute a far domicilio in Martina, in quella strada, a cui diedero il nome di Lombardese" (pp . Non sono riuscito a sapere dove fosse questa via. Uno studioso locale ha parlato di via Lombardi dal nome di una famiglia che abitava lì nel Cinquecento, ma non ho trovato riscontri. Ovviamente Lombardi sta per Longobardi. La forma Lombardi si è sovrapposta nel sud alla forma originaria Longobardi (Sabatini, pp.159-164).Il Chirulli nella stesse pagine citate usa i due termini. Se esistevano una o più famiglie col cognome Lombardi (per Longobardi), Lombardi certamente era un soprannome. Come si sa, i soprannomi quasi sempre sono diventati cognomi. Con tale soprannome venivano indicati quei nuovi venuti, in fuga da Taranto, perché avevano caratteri fisici che li distinguevano sia dai greci che dai locali: erano -come in genere le popolazioni germanichepiù alti, avevano carnagione e occhi chiari e cultura e tradizioni differenti. Il Chirulli sostiene che "nella Platea" vi era una strada che si chiamava " la strada lombardese". Se la Platea, cui allude il Chirulli, è quella della Collegiata di S. Martino, "la strada lombardese" potrebbe essere -uso il condizionale -lo stesso ringh ǝ che all'epoca segnava il confine tra il territorio di Taranto e quello di Monopoli. Ringhə è un termine longobardo (< germ.*hrenga 'anello, cerchio,circonvallazioe' lo ritroviamo in tutte le lingue germaniche, ingl. ring, ted. ring). E' presente come microtoponimo in tante città tedesche e austriache: a Vienna c'è Universitätsring, Parkring, Schubertring, e la Ringstrasse circonvallazione che segue il percorso della cinta muraria costruita nel 1857. Poi ci sono L'Adenuaerring a Karlsruhe, a Francoforte l'Alleenring, a Erfurt lo Yuri Gagarin-Ring… Non c' è alcun contatto di ringhə col termine ruga < lat. ruga(m), che col significato di 'strada' è attestato per la prima volta in un documento del 764 proveniente da Saint-Denis.; "affermatosi in Francia ha raggiunto l'Italia per la via non insolita del Levante" (DELI, 4, p. 1110).

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Tra Germania e Italia, 2022

Evoluzione fonetica del longobardo Nell'aprile dell'anno 568 i longobardi decisero di partire con... more Evoluzione fonetica del longobardo Nell'aprile dell'anno 568 i longobardi decisero di partire con donne bambini vecchi e masserizie dalla Pannonia dove si erano fermati per 42 anni 1 , per l'Italia e vi giunsero nel maggio del 569. Non erano numerosi,forse da 100000 a 300000, e con essi gruppi di Svevi, Gepidi, Sarmati, Sassoni (circa 20000), Bulgari e altri gruppi minori 2 Quindi sin dal primo apparire sulla scena italiana, i Longobardi non si presentano come gruppo chiuso e omogeneo, ma misto e polietnico. , non tutti-secondo la tradizionale suddivisione dei popoli-di origine 'germanica'. Circa la provenienza dei Longobardi ci danno informazioni la Origo gentis Langobardorum 3 fissata per iscritto nel VII secolo, la Historia Langobardorum di Paolo Diacono, scritta verso la fine del VII secolo e la Historia Langobardorum Codicis Gothani 4 Secondo la Origo I Longobardi provenivano dalla regione di Schonen, Svezia meridionale, ma su questo punto non vi sono certezze archeologiche. Da lì un gruppo di giovani, i Vinnili (combattenti ?), che conducevano una vita di agricoltori, guidati dai fratelli Ibor e Aione, su consiglio della sacerdotessa Gambara, loro madre, in seguito a carestia che risale al secolo IX. 5 , si spinsero, forse intorno al 100 a.C 6 , fino a un luogo chiamato Scoringa ('terra degli spuntoni rocciosi'), identificata con l'isola di Rügen.A Scoringa i Vinnili dovettero difendersi dall'attacco dei Vandali (I sec. A.C.), che pretendevano il pagamento di un tributo per farli transitare. Vi riuscirono con uno stratagemma escogitato dalla dea Frea e dalla sacerdotessa Gambara, per cui Odino al sorgere del sole vide per primi i Vinnili e le loro donne con i capelli sciolti e diede loro la vittoria,chiedendo chi fossero quei Longibarbi 7

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Tra Germania e Italia, 2022

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Vocaboli dialettali di origine germanica Paleogermanismi gotismi longobardismi nel Tarantino e ne... more Vocaboli dialettali di origine germanica Paleogermanismi gotismi longobardismi nel Tarantino e nel Salento La Longobardia Minor ,dopo il crollo del Regno longobardo nel 774 per opera dei Franchi, sopravvisse per circa trecento anni, fino al 1076,quando subentrarono i Normanni. Per mancanza di una esauriente documentazione scritta non è possibile sapere quale dialetto germanico i Longobardi parlassero. Non ci è pervenuto neppure una frase, ma singole parole presenti nell'Editto di Rotari e nelle altre leggi dei principi longobardi, negli atti notarili, nella toponomastica e nei dialetti. Dall'esame di tutti questi 'relitti' emerge un fattore abbastanza chiaro: La lingua longobarda si evolve in relazione ai movimenti e agli spostamenti di questa gens nel corso della sua storia millenaria. Certamente parlavano un dialetto 'germanico', ma quale? Gli studiosi distinguono il germanico (non documentato, ma ricostruito) in tre gruppi:germanico settentrionale, che raggruppa oggi svedese, norvegese, danese, islandese…e i loro dialetti; germanico orientale , i cui dialetti oggi estinti erano parlati da Goti, Vandali , Burgundi, Gepidi…; germanico occidentale che oggi raggruppa inglese, tedesco, nederlandese…e i loro dialetti. Lo Scardigli 1 , dopo attenti studi sui 'relitti', così sintetizza la storia del longobardo:"Il longobardo è da definire come un pianeta che si è staccato dal magma germanico, ha avuto un periodo di avvicinamento all'orbita gotica e poi è stato attratto definitivamente nell'orbita del tedesco." Infatti i Longobardi appaiono storicamente attorno all'era cristiana a oriente dell'Elba, dove forse dimoravano da epoche remote (come traspare dai loro miti),si spostarono verso est e poi verso sud, ripercorrendo un tragitto gia compito dai Goti, anzi subentrandovi come nel Norico in Pannonia e in Italia, subendo inevitabilmente l'influsso della più evoluta 'cultura' gotica. Quindi, secondo Scardigli 2

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Toponimi nel Tarantino e nel Salento Molto interessante è ricercare tracce linguistiche longobard... more Toponimi nel Tarantino e nel Salento Molto interessante è ricercare tracce linguistiche longobarde nel Tarantino e nel Salento attraverso i toponimi.Trovare un toponimo 'formalmente' longobardo non significa che esso risalga a epoca longobarda, potrebbe essere posteriore. Però, se è attestato in un documento di epoca longobarda, se vi è evidenza archeologica, se rientra nei tipi 'linguisticamente' accettati come longobardi, si può avere la quasi certezza che il toponimo sia longobardo e di epoca longobarda; c'è un altro elemento che può confermarne l'origine, insieme o in mancanza di altri elementi: considerare se il toponimo è inserito in un contesto storico-geografico, dove sia evidente la presenza longobarda, cioè se nel contesto ci siano altri toponimi di origine longobarda 1 F.Sabatini 1 Sono i criteri che ha proposto C.A.MASTRELLI in La toponomastica lombarda di origine longobarda , in I

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Dalla caduta dell' Impero romano d' Occidente (476) fino agli Angioini la Puglia è stata ,come se... more Dalla caduta dell' Impero romano d' Occidente (476) fino agli Angioini la Puglia è stata ,come sempre, un crocevia di gente. Si sono incontrati e scontrati Latini, Goti e Longobardi , Bizantini e Arabi, Cristiani cattolici e ortodossi, Ebrei e Musulmani. I primi invasori, come gli Eruli di Odoacre (476-493) e gli Ostrogoti di Teodorico (493-526) non sconvolsero le condizioni sociali ed economiche della regione. Fu dopo la morte di Teodorico che l'equilibrio si ruppe. Giustiniano decise di riconquistare la parte occidentale dell'Impero e inviò in Italia il generale Belisario che attaccò in Sicilia il re goto Teodato (534-536) dando così inizio alla guerra 'greco-gotica' (535-553). Le operazioni militari dei Bizantini condotte da Belisario e Narsete contro le truppe dei Goti di Totila devastarono più volte la Puglia. Dopo la sconfitta e la morte di Teia (553), successore di Totila, la regione ridotta alla fame, tornò sotto il governo bizantino 1 Anche Taranto-e dintorni-fu coinvolta nello scontro bellico. Durante una della fasi della guerra Totila espugnò Taranto. 2. E diede rifugio al Goti fuggiti da Crotone assediata dai Bizantini 3. Il presidio di Taranto era sotto il comando di Ragnaris,che sarebbe stato disposto a cedere la città ai Bizantini in cambio della sua personale salvezza e e di quella dei suoi uomini 4

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Nella letteratura alto-tedesca antica (aat.) il "Canto di Ildebrando" (Hildebrandslied) è il più ... more Nella letteratura alto-tedesca antica (aat.) il "Canto di Ildebrando" (Hildebrandslied) è il più antico testo letterario e l'unico esempio di canto epico germanico. Fu stampato per la prima volta nel 1729 dal filologo Johann Georg Eckhart, amico e collaboratore di Leibnitz. I fratelli Grimm ne pubblicarono nel 1812 la prima edizione critica. Il testo di solo 68 versi, e incompleto, fu scritto sulla prima e ultima pagina di un manoscritto, contenente riflessioni e argomenti teologici,della Biblioteca di Kassel e proveniva da Fulda. Alla fine della seconda guerra mondiale il codice scomparve. Fu ritrovato nel 1947 da C.Selmer a New York in un mercatino librario antiquario e nel 1955, dopo varie peripezie, fu restituito alla Biblioteca di Kassel privo del foglio contenente la prima parte 2 .Dopo dodici anni di ricerche il foglio mancante,grazie agli sforzi dell'ambasciata tedesca e della National Gallery of Art di Washington, fu ritrovato tra le raccolte della Fondazione Rosenbach a Philadelphia.Con un volo speciale il 28 settembre 1972, il foglio 3 ,consegnato al ministro delle finanze tedesco,Helmut Schmidt, futuro cancelliere, e al dr. Dieter Hennig, direttore della Biblioteca di Kassel, fu riportato nella sua sede di provenienza 4 Il canto ha sollevato sin dall'inizio una serie di problemi filologici di ordine testuale, paleografico, linguistico, metrico e storico, che sono così concatenati che l'uno condiziona l'altro. Fu trascritto nel secolo IX a Fulda verso l'830. L' esame paleografico ha rivelato che le due pagine sono state scritte da due diverse persone, certamente monaci, di cui uno più esperto dell'altro in quel tipo di scrittura, forse un maestro e un apprendista. Non c'è divisione in versi, solo l'allitterazione fa capire che si tratta di versi. Lo stabilire la scansione dei versi e l'attribuzione di essi ai due personaggi nonché la struttura stessa del canto, hanno portato a traduzioni non uniformi. Ci si è chiesto, tra l'altro, perché un testo di poesia eroica germanica sia stato inserito in un manoscritto di testi teologici. Allora era in atto lo scontro politico fra Ludovico il Pio e i suoi figli e si è perciò pensato a un intento "educativo", perché il duello del padre Ildebrando col figlio Adubrando,che costituisce il nucleo centrale del canto, potesse meglio evidenziare le sciagure a cui può portare la lotta tra membri della stessa famiglia. 5 , o alla celebrazione, tutta cristiana, della santità del matrimonio:Adubrando era stato abbandonato dal genitore o era figlio illegittimo. Questo spiegherebbe, secondo C.Morini 6 , perché Hildebrandslied si trovi in un codice insieme al Liber Sapientiae, che tratta la problematica dei figli illegittimi. Non è da escludere che la stesura del canto sia dovuto all'interesse di Carlo Magno al recupero di antichi carmi e poesie germaniche 7 .Convalida questa ipotesi il fatto che il canto fu scritto a Fulda in una minuscola carolina e quindi ci riporta all'ambiente carolingio e alla figura dominante dell'anglosassone Alcuino 8 La lingua non corrisponde a nessun preciso dialetto dell'aat. (antico alto tedesco) .

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Tracce dell'incontro di Etruschi e Germani. Risvolti linguistici dei loro contatti.

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Incontriamo sulla scorta di Rohlfs (VDS, I , p.65) nei nostri dialetti le seguenti forme: attánə.... more Incontriamo sulla scorta di Rohlfs (VDS, I , p.65) nei nostri dialetti le seguenti forme: attánə.Il termine è diffuso in gran parte dell'Italia meridionale, ma è possibile incontrarlo anche in altre lingue. E' un termine familiare infantile, documentato da noi per la prima volta nell'opera di Sesto Pompeo Festo (grammatico latino del II secolo d.C..) De verborum significazione, XX libri. Questa opera è pervenuta solo in parte, le parti mancanti sono state ricostruite dalle citazioni di altri autori. Paolo Diacono (fine VIII sec.-inizio IX sec) compose per Carlo Magno l'epitome Excerpta ex libris Pompei Festi de significazione verborum, forse sulla base di un manoscritto conservato nell'Abbazia di Montecassino. Nel primo libro troviamo questa spiegazione di atta : "Atta(m), pro reverentia seni cuilibet dicimus, quasi cum avi nomine appellemus". Secondo il LEI (Vol. III, Sp. 2044-2045) il termine è presente "esclusivamente nel Ticino e nel lomb.alp.or." e poi aggiunge "cfr. la forma parallela nel got. atta". Ma non dice in che rapporto sono il lat. atta, presente nell'epitome di Paolo, e il got. atta. Non prende posizione, ma riconosce che il termine è "largamente diffuso in area meridionale". Come spiegare la presenza dei due termini, lat. atta e got. atta, di uguale forma e significato, in due aree ben lontane l'una dall'altra? Anche l'atta presente nel Ticino e nel lomb. alp. or. è una voce gotica? Forse le vicende storiche possono chiarire. Attorno al I secolo i Goti, provenienti dalla Scandinavia, si erano stanziati nel bacino della Vistola (Polonia settentrionale) lungo le rive del Baltico,dalla metà del II sec. migrarono verso sud-est, nel III sec. si distinsero in Goti dell'est (Ostrogoti) e in Goti dell'ovest (Visigoti).Tacito , allorché scrisse la Germania nel 98 d.C., li cita nel cap. XLIII "Trans Lugios Gutones regnantur" ('Al di là dei Lugi, i Gutoni (=Goti) sono sotto il governo di un re'). Tacito ne parla perché evidentemente c'erano stati già dei contatti coi Romani e il termine atta divenne certamente noto ai Romani (e a Sesto Pompeo Festo) tramite i commercianti che trafficavano anche in zone pericolose-ne parlano Cesare (B.G., IV,2) e lo stesso Tacito (A. 62, 4; Germ. ,V, 4)-o tramite i prigionieri di guerra.. Successivamente, nel 489, i Goti giunsero in Italia e soprattutto l'Italia meridionale fu teatro di scontri tra Goti e Bizantini. La guerra durò venti anni. Ci furono massacri, espropriazioni, distruzioni. Solo nel 555 furono spenti gli ultimi focolai di guerra. I goti ci lasciarono oltre che ad alcuni toponimi, p.es del tipo *sculka ce ne sono ben tre nel Tarantino, anche alcuni termini nei nostri dialetti , tra cui atta. Il vescovo Vulfila che tradusse la Bibbia in gotico (IV sec.) usò tante volte il termine atta-anche il 'Padre Nostro' inizia con Atta unsar-e solo una volta Fadar (Galati, IV, 6).Fra i due termini c'è, però, una grande differenza. Fadar < ie.PƏTER è la qualifica del dio onnipotente degli Indoeuropei (cfr. Iuppiter < dyeu pəter 'padre del cielo' e gr. Zeū patēr), atta indica invece una paternità fisica e prevalse in seguito a cambiamento sia nella concezione religiosa che nella struttura sociale. Atta è, da noi, certamente un relitto gotico, anche se è attestato per la prima volta in un testo latino, al nord penetrò nel I o II sec. o prima, e nel sud successivamente. Poco chiara è l'origine della desinenza inane (attane). La troviamo nei nomi francesi di genere femminile. In italiano solo alcuni nomi maschili in-a hanno sviluppato un accusativo inane (atta/attane, barba/barbane, tata/tatane), forse per influsso della lingua greca. Cadendo la-m dell'accusativo, l'accusativo ha assunto la funzione di nominativo: attane e la-e finale si è trasformata in tutte la parole in-ə. Attanem > attane < attanə (GLI, II, pp. 20-21).

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Il mito di Arminio Dalla Clades Variana al Nazionalsocialismo Nella Germania e in alcuni capitoli... more Il mito di Arminio Dalla Clades Variana al Nazionalsocialismo Nella Germania e in alcuni capitoli degli Annales e delle Historiae Tacito mette in relazione e in contrasto l'immoralità e la decadenza dei costumi romani rispetto a quelli dei Germani. Egli ammirava il valore militare (Germ. 6, 1-4), il senso d'ospitalità (Germ. 2), la sobrietà nell'abbigliamento (Germ. 17, 1-2), la monogamia (Germ. 18,1)-solo ai capi era concesso di avere più di una moglie (Germ. 18, 2-3)-le donne germaniche compagne di vita anche in situazioni di pericolo, come in guerra, la loro pudicizia, il non porre limite alle nascite (Germ. 19), l'assenza di matrimonio precoce (Germ. 20), nonché la loro fedeltà. L'adultera veniva punita severamente (Germ. 19). Tacito parla anche di alcuni aspetti negativi di queste gentes, come l'intemperanza nel bere che portava spesso a risse anche con morti e feriti (Germ. 24.4), la sfrenatezza nel gioco d'azzardo tanto da mettere a rischio la loro libertà personale (Germ. 24,4). Riconosce, inoltre, una certa omogeneità fisica, usando termini che saranno poi utilizzati-ai giorni nostri-fraintendendoli ideologicamente: " Io però mi accosto all'opinione di coloro che ritengono la razza germanica non contaminata da mescolanze con altre popolazioni, ma pura e schietta e simile solo a se stessa. Di qui il medesimo aspetto fisico degli abitanti, benché così numerosi: occhi fieri e di colore azzurro, capelli rossicci, corporatura grande ma adatta soltanto all'assalto […]" (Germ. IV) 1 Nel cap. XXXVII della Germania Tacito traccia un bilancio degli scontri tra Romani e Germani a partire dalla discesa dei Cimbri dalla penisola dello Jütland. Furono sconfitti da Mario nel 101 presso Vercelli. Da allora fino al secondo consolato di Traiano (98 d.C.) passarono 210 anni. 2 e aggiunge un amaro commento: "per così lungo tempo si continua a vincere la Germania", ma mai definitivamente. "E in così lungo intervallo quanti danni da entrambe la parti. Né i Sanniti né i Cartaginesi, né la Spagna e le Gallie e neppure i Parti [dice] ci dettero tanto da pensare. La libertà dei Germani è più tenace della tirannia di Arsace […]. Ma i Germani, sconfitti o catturati Carbone e Cassio, Aurelio Scauro, Servilio Copione e Massimo Mallio, tolsero al popolo romano cinque eserciti consolari; e all'imperatore Augusto tolsero Varo con tre legioni […], negli ultimi tempi abbiamo riportato trionfi, ma non li abbiamo vinti." E con tristezza profetica riconosce che i Germani rappresentano un pericolo, il pericolo più grave per Roma " incalzando ormai minacciosi gli eventi dell'Impero" (' […] urgentibus iam imperii fatis […]'). 3 Nel cap. XXXVII Tacito-.come abbiamo visto-accenna senza nominare Arminio alla sconfitta di Varo nel settembre (9-10-11 sett.) del 9 d.C.. Fu una delle più gravi sconfitte subite da Roma. Tre legioni, la XVII, XVIII, XIX e le truppe ausiliare furono annientate. 20.000 uomini perirono e i

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Mi atterrò in questo breve excursus a dati certi. A Taranto e Brindisi i Longobardi dimorarono pe... more Mi atterrò in questo breve excursus a dati certi. A Taranto e Brindisi i Longobardi dimorarono per quasi due secoli, anche se non con continuità, dal 670-680 . E' dell'anno 809 un documento che ci dice che a Taranto c'era uno sculdascio (< *skuldi -hait(j)a-z 'debito-colui che esige'),un ufficiale longobardo che esercitava alle dipendenze di un gastaldo regio funzioni civili e militari,e che in quell' anno Taranto era occupata dai Longobardi e che Grimoaldo era il summus princeps Langobardorum.Successivamente Taranto fu esposta agli attacchi di Bizantini e Arabi, fu occupata da questi ultimi (840-847), ripresa dai Bizantini e distrutta nel 928. I Longobardi e i Bizantini che sfuggirono alle stragi e alla deportazione, si rifugiarono verso l'interno. A Massafra furono trasferite le funzioni del gastaldo. Lo attesta un documento del 970 da cui si evince che gastaldo è il greco Trifilo, che firma in greco e si rifà al rito longobardo e fa scrivere l'atto in latino. Anche a Martina i profughi si rifugiarono nell'entroterra, aggiungendosi agli abitanti già in loco, si sistemarono o furono sistemati in una zona periferia e di confine, portando con sé usi e tradizioni, forse lungo la strada che chiamarono ringhə. Oggi è la via principale del centro storico, ma all'origine segnava il confine tra il territorio di e quello di Monopoli. Isidoro Chirulli nella sua Istoria cronologica della Franca Martina, scritta circa trecento anni fa, sostiene che a Martina si viveva Jure Longobardorum (sic!) e che vi era "nella Platea […] una strada all'intorno della Casa del q. Giannantonio Piccoli che si chiama[va] la strada Lombardese . il che dinota avervi abitati Longobardi […]" e aggiunge " che alcune famiglie lombarde […] rimaste in Taranto […] siano assieme coi Greci venute a far domicilio in Martina, in quella strada, a cui diedero il nome di Lombardese" (pp . Non sono riuscito a sapere dove fosse questa via. Uno studioso locale ha parlato di via Lombardi dal nome di una famiglia che abitava lì nel Cinquecento, ma non ho trovato riscontri. Ovviamente Lombardi sta per Longobardi. La forma Lombardi si è sovrapposta nel sud alla forma originaria Longobardi (Sabatini, pp.159-164).Il Chirulli nella stesse pagine citate usa i due termini. Se esistevano una o più famiglie col cognome Lombardi (per Longobardi), Lombardi certamente era un soprannome. Come si sa, i soprannomi quasi sempre sono diventati cognomi. Con tale soprannome venivano indicati quei nuovi venuti, in fuga da Taranto, perché avevano caratteri fisici che li distinguevano sia dai greci che dai locali: erano -come in genere le popolazioni germanichepiù alti, avevano carnagione e occhi chiari e cultura e tradizioni differenti. Il Chirulli sostiene che "nella Platea" vi era una strada che si chiamava " la strada lombardese". Se la Platea, cui allude il Chirulli, è quella della Collegiata di S. Martino, "la strada lombardese" potrebbe essere -uso il condizionale -lo stesso ringh ǝ che all'epoca segnava il confine tra il territorio di Taranto e quello di Monopoli. Ringhə è un termine longobardo (< germ.*hrenga 'anello, cerchio,circonvallazioe' lo ritroviamo in tutte le lingue germaniche, ingl. ring, ted. ring). E' presente come microtoponimo in tante città tedesche e austriache: a Vienna c'è Universitätsring, Parkring, Schubertring, e la Ringstrasse circonvallazione che segue il percorso della cinta muraria costruita nel 1857. Poi ci sono L'Adenuaerring a Karlsruhe, a Francoforte l'Alleenring, a Erfurt lo Yuri Gagarin-Ring… Non c' è alcun contatto di ringhə col termine ruga < lat. ruga(m), che col significato di 'strada' è attestato per la prima volta in un documento del 764 proveniente da Saint-Denis.; "affermatosi in Francia ha raggiunto l'Italia per la via non insolita del Levante" (DELI, 4, p. 1110).