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Drafts by vincenzo talerico
Gli usi civici, quale pratica di godimento dei beni demaniali esercitata dalle comunità -presente... more Gli usi civici, quale pratica di godimento dei beni demaniali esercitata dalle comunità -presente in modo parziale fin da epoca preromana e consolidatasi nel Medioevo -, vengono definitivamente aboliti col regio decreto-legge 22 maggio 1924, n. 751, trasformato in legge 16 giugno 1927, n. 1766. Il fascismo porta a compimento quanto già da prima dell'Unità d'Italia stava avvenendo con l'usurpazione ("l'affrancamento") dei terreni demaniali. Giuseppe Bonaparte, nuovo re di Napoli, nell'abolire "la feudalità con tutte le sue attribuzioni" e reintegrare alla "sovranità" le giurisdizioni baronali, elimina anche gli antichi diritti che le popolazioni locali avevano sui feudi e sui demani. Con le cosiddette "leggi eversive della feudalità" (1806-1808) iniziano i processi di eliminazione delle feudalità, i cui terreni, assieme ai beni ecclesiastici, vengono concessi in allodio di pochi nuovi padroni. Assieme ai terreni dei feudi e della Chiesa, anche i demani, che in molte situazioni si sovrapponevano o confondevano, esercitandosi su ambedue gli stessi diritti di usi civici 4 , subirono le stesse sorti, con "chiudenti" e "difese". Con la proclamazione di tutte una serie di nuove leggi di tutti gli Stati preunitari-esplicativo è Presentazione del disegno di legge quadro in materia di usi civici, in Gli usi civici. Realtà attuali e prospettive, Atti del Convegno di Roma, 1-2 giugno 1989, a cura di O. Fanelli, Milano, Giuffrè, 1991, rileva: «"Usi civici" è un'espressione globale e di comodo, che va riferita ad una vasta e complessa realtà giuridica, economica, sociale e politica, implicando l'esigenza concreta della salvaguardia, corretta gestione, e proficua utilizzazione, nell'interesse generale, di rilevantissimi beni pubblici, alla cui conservazione e tutela le collettività, effettive titolari di quei beni, sono particolarmente sensibili, nonostante le trasformazioni e le evoluzioni sociali sopravvenute che hanno, nella sostanza, e nella quasi generalità, sottratto i beni stessi ai primari ed originari fini, di soddisfacimento di insopprimibili esigenze di vita delle popolazioni, nella cui titolarità però i beni stessi sono rimasti e nel cui interesse debbono essere rimessi in circolo, in rispondenza alle moderne suscettività e pubbliche finalità, escludendo dispersioni e sottrazioni speculative»." 4 Cfr. Antonio Palermo, Enfiteusi -Superificie -Oneri reali -Usi civici, UTET, Torino 1965: "quando la popolazione aveva il possesso della terra perché ne aveva il dominio, e ne godeva e ne disponeva come di una cosa propria, la terra costituiva il suo demanio universale e comunale. Quando, invece, la popolazione partecipava al godimento della terra posseduta dal Feudatario a titolo feudale, la terra costituiva il dominio feudale". In ambedue i casi, bisogna però specificare, il feudatario esercitava la "signoria politica ed amministrativa". 7 Sono pochi gli studi che si distanziano da questa vulgata, fra questi Cfr. Eric J. Hobsbawn, I banditi. Il banditismo sociale nell'età moderna, Laterza, Roma-Bari 1975; Franco Molfese, Storia del brigantaggio dopo l'Unità, Feltrinelli, Milano 1966; Alfredo Maria Bonanno, Dal banditismo sociale alla guerriglia, Edizioni Anarchismo, Catania 2013.
Papers by vincenzo talerico
Premesse. Smog, Stato e scienza “Designer” o meteorologia Catastrofismo e complessità Pianifica... more Premesse.
Smog, Stato e scienza
“Designer” o meteorologia
Catastrofismo e complessità
Pianificazione e comunità
Dolly, l’ammazzafame e la “resilienza”
Resistenza, mētis, la scienza e la questione vitale della rivoluzione Processi stocastici e ecologia sociale
Ecologia e anarchia
Books by vincenzo talerico
Una classica contrapposizione tipicamente politica, che crea identità, è quella fascismo/antifasc... more Una classica contrapposizione tipicamente politica, che crea identità, è quella fascismo/antifascismo. Identità, appartenenze, in alcuni casi fortemente determinate dalla pratica politica o dalla fedeltà alla “setta” (appartenenza), in altri casi, basate su aspetti puramente ideologici, che molto spesso falsano la realtà, sia storica che politica. In quest’ultimo caso, che è quello predominante, le stesse categorie perdono di senso tanto che
possono venire usate in diversi contesti politici facendo riferimento a significati e “valori” molto differenti. Qui metto assieme alcune considerazioni che sono emerse nel corso di vari e differenti contesti e discussioni soprattutto fra anarchici, ma che sono rimaste sempre senza
il necessario approfondimento. Per evitare che anche queste considerazioni si disperdano e nell’augurarmi il necessario approfondimento le scrivo (facendone un possibile racconto che si sviluppa negli avvenimenti storici) e condivido.
Il periodo che stiamo vivendo, inoltre, sembra necessitare una chiarificazione di queste categorie non solo fra gli anarchici. Il modello occidentale di democrazia, che si presenta come sistema unico del capitalismo, con le politiche imperanti di neo-liberismo, si sta delineando sempre più solo come un sistema “cleptocratico”; le politiche che garantiscono le massimizzazioni delle ricchezze per i governanti e per tutte le strutture lobbistiche che li
reggono o li determinano, sono diffuse non solo nei paesi “in via di sviluppo” o nei cosiddetti regimi oligarchici, ma in ogni sistema capitalistico. Modello che sempre più si avvicina a quel “regime di una criminalità ben organizzata”, che è la definizione che Malatesta dava del fascismo, e che per i proletari determina sempre di più quel cumulo di macerie del progresso della storia.
Gli usi civici, quale pratica di godimento dei beni demaniali esercitata dalle comunità -presente... more Gli usi civici, quale pratica di godimento dei beni demaniali esercitata dalle comunità -presente in modo parziale fin da epoca preromana e consolidatasi nel Medioevo -, vengono definitivamente aboliti col regio decreto-legge 22 maggio 1924, n. 751, trasformato in legge 16 giugno 1927, n. 1766. Il fascismo porta a compimento quanto già da prima dell'Unità d'Italia stava avvenendo con l'usurpazione ("l'affrancamento") dei terreni demaniali. Giuseppe Bonaparte, nuovo re di Napoli, nell'abolire "la feudalità con tutte le sue attribuzioni" e reintegrare alla "sovranità" le giurisdizioni baronali, elimina anche gli antichi diritti che le popolazioni locali avevano sui feudi e sui demani. Con le cosiddette "leggi eversive della feudalità" (1806-1808) iniziano i processi di eliminazione delle feudalità, i cui terreni, assieme ai beni ecclesiastici, vengono concessi in allodio di pochi nuovi padroni. Assieme ai terreni dei feudi e della Chiesa, anche i demani, che in molte situazioni si sovrapponevano o confondevano, esercitandosi su ambedue gli stessi diritti di usi civici 4 , subirono le stesse sorti, con "chiudenti" e "difese". Con la proclamazione di tutte una serie di nuove leggi di tutti gli Stati preunitari-esplicativo è Presentazione del disegno di legge quadro in materia di usi civici, in Gli usi civici. Realtà attuali e prospettive, Atti del Convegno di Roma, 1-2 giugno 1989, a cura di O. Fanelli, Milano, Giuffrè, 1991, rileva: «"Usi civici" è un'espressione globale e di comodo, che va riferita ad una vasta e complessa realtà giuridica, economica, sociale e politica, implicando l'esigenza concreta della salvaguardia, corretta gestione, e proficua utilizzazione, nell'interesse generale, di rilevantissimi beni pubblici, alla cui conservazione e tutela le collettività, effettive titolari di quei beni, sono particolarmente sensibili, nonostante le trasformazioni e le evoluzioni sociali sopravvenute che hanno, nella sostanza, e nella quasi generalità, sottratto i beni stessi ai primari ed originari fini, di soddisfacimento di insopprimibili esigenze di vita delle popolazioni, nella cui titolarità però i beni stessi sono rimasti e nel cui interesse debbono essere rimessi in circolo, in rispondenza alle moderne suscettività e pubbliche finalità, escludendo dispersioni e sottrazioni speculative»." 4 Cfr. Antonio Palermo, Enfiteusi -Superificie -Oneri reali -Usi civici, UTET, Torino 1965: "quando la popolazione aveva il possesso della terra perché ne aveva il dominio, e ne godeva e ne disponeva come di una cosa propria, la terra costituiva il suo demanio universale e comunale. Quando, invece, la popolazione partecipava al godimento della terra posseduta dal Feudatario a titolo feudale, la terra costituiva il dominio feudale". In ambedue i casi, bisogna però specificare, il feudatario esercitava la "signoria politica ed amministrativa". 7 Sono pochi gli studi che si distanziano da questa vulgata, fra questi Cfr. Eric J. Hobsbawn, I banditi. Il banditismo sociale nell'età moderna, Laterza, Roma-Bari 1975; Franco Molfese, Storia del brigantaggio dopo l'Unità, Feltrinelli, Milano 1966; Alfredo Maria Bonanno, Dal banditismo sociale alla guerriglia, Edizioni Anarchismo, Catania 2013.
Premesse. Smog, Stato e scienza “Designer” o meteorologia Catastrofismo e complessità Pianifica... more Premesse.
Smog, Stato e scienza
“Designer” o meteorologia
Catastrofismo e complessità
Pianificazione e comunità
Dolly, l’ammazzafame e la “resilienza”
Resistenza, mētis, la scienza e la questione vitale della rivoluzione Processi stocastici e ecologia sociale
Ecologia e anarchia
Una classica contrapposizione tipicamente politica, che crea identità, è quella fascismo/antifasc... more Una classica contrapposizione tipicamente politica, che crea identità, è quella fascismo/antifascismo. Identità, appartenenze, in alcuni casi fortemente determinate dalla pratica politica o dalla fedeltà alla “setta” (appartenenza), in altri casi, basate su aspetti puramente ideologici, che molto spesso falsano la realtà, sia storica che politica. In quest’ultimo caso, che è quello predominante, le stesse categorie perdono di senso tanto che
possono venire usate in diversi contesti politici facendo riferimento a significati e “valori” molto differenti. Qui metto assieme alcune considerazioni che sono emerse nel corso di vari e differenti contesti e discussioni soprattutto fra anarchici, ma che sono rimaste sempre senza
il necessario approfondimento. Per evitare che anche queste considerazioni si disperdano e nell’augurarmi il necessario approfondimento le scrivo (facendone un possibile racconto che si sviluppa negli avvenimenti storici) e condivido.
Il periodo che stiamo vivendo, inoltre, sembra necessitare una chiarificazione di queste categorie non solo fra gli anarchici. Il modello occidentale di democrazia, che si presenta come sistema unico del capitalismo, con le politiche imperanti di neo-liberismo, si sta delineando sempre più solo come un sistema “cleptocratico”; le politiche che garantiscono le massimizzazioni delle ricchezze per i governanti e per tutte le strutture lobbistiche che li
reggono o li determinano, sono diffuse non solo nei paesi “in via di sviluppo” o nei cosiddetti regimi oligarchici, ma in ogni sistema capitalistico. Modello che sempre più si avvicina a quel “regime di una criminalità ben organizzata”, che è la definizione che Malatesta dava del fascismo, e che per i proletari determina sempre di più quel cumulo di macerie del progresso della storia.