Monteforte d'Alpone (original) (raw)

Monteforte d'Alponecomune
Monteforte d'Alpone – Stemma Monteforte d'Alpone – Bandiera
Monteforte d'Alpone – VedutaMonteforte d'Alpone – Veduta
Localizzazione
Stato Italia (bandiera) Italia
Regione Veneto
Provincia Verona
Amministrazione
Sindaco Roberto Costa (lista civica di centro-destra) dal 27-5-2019 (2º mandato dal 10-6-2024)
Territorio
Coordinate 45°25′N 11°17′E45°25′N, 11°17′E (Monteforte d'Alpone)
Altitudine 38 m s.l.m.
Superficie 20,47 km²
Abitanti 8 939[2] (31-8-2024)
Densità 436,69 ab./km²
Frazioni Brognoligo, Costalunga, Sarmazza[1]
Comuni confinanti Gambellara (VI), Montecchia di Crosara, San Bonifacio, Soave
Altre informazioni
Cod. postale 37032
Prefisso 045
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT 023050
Cod. catastale F508
Targa VR
Cl. sismica zona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climatica zona E, 2 359 GG[4]
Nome abitanti montefortiani
Patrono sant'Antonio abate
Giorno festivo 17 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: ItaliaMonteforte d'AlponeMonteforte d'Alpone
Monteforte d'Alpone – MappaMonteforte d'Alpone – MappaPosizione del comune di Monteforte d'Alpone all'interno della provincia di Verona
Sito istituzionale
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Monteforte d'Alpone (Monteforte d'Alpon in veneto[5]) è un comune italiano di 8 939 abitanti della provincia di Verona in Veneto. È famoso per la produzione del vino Soave Classico, la manifestazione podistica Montefortiana, il grande carnevale, la storica festa dell'uva e l'alto campanile, divenuto il simbolo del paese.

Esso dista circa 25 chilometri da Verona. Rispetto al capoluogo si trova ad est, ed è posto allo sbocco della Val d'Alpone. Dal punto di vista ecclesiastico il comune di Monteforte è suddiviso tra le diocesi di Verona (parrocchia di Monteforte) e di Vicenza (parrocchie di Brognoligo e Costalunga).

Abitato fin dall'epoca preistorica, Monteforte prende il nome da un castello costruito forse prima dell'anno mille sul colle dove oggi si trova la chiesetta di Sant'Antonio Abate. Dopo essere appartenuto ai conti San Bonifacio, Monteforte nel 1207 fu ceduto dal comune di Verona al vescovo Adelardo e ai suoi successori, in cambio della giurisdizione su Legnago, Tregnago e altre località. Iniziò così il periodo più importante, quello del governo dei vescovi di Verona, che si concretizzò in un vicariato laicale che aveva il compito di esercitare la giustizia civile e di sovrintendere al buon ordine e all'amministrazione della comunità. Questo periodo durò ininterrottamente fino alla caduta della Repubblica di Venezia, avvenuta verso la fine del XVIII secolo. Nel 1811 Monteforte divenne capoluogo del Cantone VIII, aggregando Brognoligo e Costalunga che dal Duecento erano un comune autonomo.

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto del 21 giugno 1942.[6]

«D'azzurro, al castello d'argento, torricellato di tre pezzi, il centrale più alto, aperto e finestrato del campo, sormontato da tre stelle d'oro, male ordinate, fondato su campagna di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di azzurro con la bordatura di rosso.

Fu eretta dai vescovi verso la fine del Duecento sulle rovine del castello (e con materiali dello stesso) e venne dedicata a Sant'Antonio Abate. La chiesa fu rimaneggiata all'esterno nel 1537; nel 1650 venne innalzato sia l'elegante altare barocco con statue e colonne di finto marmo a spirale, sia l'abside che per anni custodì un antico crocifisso ligneo del Cinquecento, il cosiddetto "Cristo Moro", attualmente conservato nella chiesa parrocchiale.

Di epoca trecentesca, è posta a sud del paese. Deve il nome al convento, oggi scomparso, di Cappuccini, che qui risiedettero dal 1568 al 1769. Nel suo interno si trovano bellissimi affreschi del Trecento, Quattrocento e Seicento; un tempo era custodita la statua lignea policroma della "Madonna del Drago" (XV secolo), ora conservata nell'oratorio di San Luigi. La porta gotica fu realizzata nella seconda metà del Quattrocento, mentre le due finestre laterali risalgono al Settecento.

Sorge lungo la strada tra il centro di Monteforte e la frazione di Sarmazza. Di antica costruzione, conserva alcuni affreschi d'inizio Trecento. L'abside con la volta a botte venne costruita nella prima metà del XVII secolo, mentre a sinistra si può ammirare un altare in marmo del Settecento. Sulla parete di fondo, a fianco dell'altar maggiore in marmo rosso di Verona, si trovano affreschi del Seicento raffiguranti i santi Agostino e Monica.

Eretto all'incrocio tra via San Carlo e viale Europa, era l'oratorio privato della famiglia Boniotti. Dopo anni di notevole abbandono, è stato radicalmente restaurato tra il 2020 e il 2021.

All'inizio del paese per chi arriva da Soave e da San Bonifacio, per un periodo al centro della trafficata rotonda[7][8], fu costruita dalla comunità di Monteforte in seguito alle grazie e ai miracoli elargiti dalla Vergine Maria. Al suo interno conserva una pala con Maria bambina e Sat'Anna dipinta da Luigi Marai verso la fine dell'Ottocento.

Luogo di culto lungo la strada, a ovest del muro di cinta della villa Buri - Portalupi - Spinola - Tessari a Costalunga.

Già attestato nel 1634, anticipando di quasi un secolo la canonizzazione del sacerdote ceco, fu costruito nei pressi del ponte sull'Alpone probabilmente per chiedere protezione dalle alluvioni del torrente.

È dedicata a San Brizio. Nel presbiterio sono custodite due tele: il Martirio di sant'Eurosia e l'Ultima Cena, tutte e due della metà del Settecento, di scuola vicentina.

Dedicata a S. Stefano, fu iniziata nel 1838 e ultimata nel 1841. Qui si trova un altare con ciborio e tempietto in stile barocco, mentre ai lati del presbiterio si notano due tele del Settecento: Adorazione dei pastori di Bartolomeo Cittadella (1636–1704) e Fuga in Egitto attribuita a Giovanni Antonio De Pieri (1671-1751).

Dedicata a Santa Maria Maggiore, fu eretta a partire dal 1805 su progetto dell'architetto veronese Bartolomeo Giuliari e terminata nel 1868. Una vasta scalinata conduce ad un largo pronao, composto da 14 colonne corinzie alte 12 metri. L'interno presenta un'importante decorazione pittorica realizzata da Giovanni Bevilacqua (1871-1968) tra il novembre 1903 e l'agosto 1904. Notevoli sono alcune tele, come Gesù e la Samaritana al pozzo attribuita a Girolamo dai Libri (1474-1555), La tentazione di Cristo attribuita a Francesco Caroto (1480-1555), la Visitazione di Giovanni Caliari (dipinta nel 1838) e la Madonna col Bambino (sagrestia) della scuola di Giambettino Cignaroli. Il campanile della chiesa, costruito tra il 1894 e il 1897, è alto 79 metri (compresi la croce e il parafulmine) ed è uno tra i più alti del Veneto; ospita 9 campane alla veronese in scala maggiore di si.

Sorge sul muro di cinta della corte dei Nardello, voluto da don Luigi Nardello per celebrarvi la Santa Messa nei giorni di maltempo o di malattia.

Dedicata all'Assunta, fu eretta tra il 1928 e il 1940, in sostituzione di un edificio sacro eretto sempre nel Novecento ma divenuto presto insufficiente a contenere i fedeli della frazione condivisa con Gambellara. La chiesa sorge a pochi metri dal confine comunale e provinciale.

Si trova a Brognoligo ed è un'imitazione dell'originale realizzata da fra Claudio Granzotto. È stata terminata nel 1948 per adempiere ad un voto fatto dalla cittadinanza l'11 febbraio 1944.

Venne innalzato dal vescovo di Verona Ermolao Barbaro, su progetto di Michele da Caravaggio, tra il 1454 e il 1471, sul luogo di un precedente edificio gotico, del quale rimase solo una torre, al cui interno fu ricavata la cappella. Nel XVI secolo fu rimaneggiato e notevolmente abbellito dal vescovo Giberti. Di aspetto imponente e massiccio, racchiude al suo interno un elegante cortile a duplice loggiato tutto a colonne in marmo rosso con capitelli a grosse foglie negli angoli, che incorniciano un chiostro rinascimentale con al centro il pozzo. Un po' ovunque è riportato l'anello gentilizio dei Barbaro. Nella cappella si può ammirare la Natività di Maria, affresco del 1534 di Francesco Torbido.

La corte occupa un ampio spazio contornato da antichi edifici tra i quali la Colombara del Quattrocento, affiancata al palazzo. La facciata presenta finestre timpanate frutto del rifacimento settecentesco. All'interno dell'edificio è visibile la "Stua grande", ottocentesca, fatta realizzare dai Durlo, subentrati ai conti Montanari nel 1810. La stufa, di fattura trentina e con un ingegnoso sistema di condotti in cotto, riscaldava tutte le stanze. Nel piazzale è visibile l'antico pozzo dove fino alla metà del Novecento si attingeva l'acqua.

Venne costruito durante la dominazione napoleonica tra il 1811-1813, su progetto di Bartolomeo Giuliari, quale sede del capoluogo del cantone VIII del dipartimento dell'Adige. Al suo interno si possono osservare alcune interessanti opere pittoriche: la Vergine Assunta e i santi Francesco e Domenico di Felice Brusasorzi (1539-1605) nella sala consiliare; Adorazione dei Magi di Giovanni Camozzoni (1591-1659) e la Madonna con Bambino attribuita a Pietro Rotari (1707-1762) nell'ufficio del sindaco.

Il percorso circolare dei Dieci Capitelli, che è segnalato da vari cartelli ed è lungo dieci chilometri, si snoda sulle colline del Soave Classico. Lungo il tragitto si trovano una decina di capitelli (edicole votive) che testimoniano la fatica del vivere, ma anche i sogni e le speranze della gente che abita in questo territorio. Il punto di partenza e di arrivo è piazza Silvio Venturi, accanto alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore.

Abitanti censiti[9]

La coltivazione della vite, che si estende su oltre 1600 dei 2000 ettari circa del territorio comunale, è l'attività economica più importante di Monteforte. Infatti è il paese a più alta densità viticola d'Italia (oltre il 95 per cento della superficie agricola è coltivata a vigneto). Il disciplinare di produzione identifica in Monteforte due zone: quella pianeggiante di circa 800 ettari di vigneto per la produzione di vino Soave e quella collinare, detta storica, di altri 800 ettari circa per l'ottenimento dei vini Soave Classico, Soave Superiore Classico, Recioto di Soave Classico. La vocazione vitivinicola di Monteforte ha origini antichissime, favorita in questo da un clima mite e temperato, dalla natura vulcanica del terreno e dall'esposizione delle colline che, come dita, si allungano su quasi tutta la superficie del territorio comunale. Il comune fa parte dell'associazione città del vino.

Inoltre, a Monteforte si produce anche del buon olio extra vergine di oliva e, quando è stagione, si possono trovare delle ottime ciliegie.

Fra il 1928 e il 1956 il paese ospitò una stazione della tranvia San Bonifacio-San Giovanni Ilarione, la quale faceva parte di un insieme di tranvie elettriche che caratterizzarono la provincia veronese e rappresentò un importante strumento di crescita per la Val d'Alpone.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
luglio 1985 giugno 1990 Franco Monaco Democrazia Cristiana Sindaco [10]
giugno 1990 aprile 1995 Giuseppe Posenato Democrazia Cristiana Sindaco [11]
febbraio 1992 aprile 1992 Gerardino Mattia Commissario prefettizio [12]
aprile 1995 giugno 1999 Antonio Bogoni Lista civica Sindaco [13]
giugno 1999 giugno 2004 Valerio Cremasco Lista civica Sindaco [14]
giugno 2004 giugno 2009 Antonio Carletto Lista civica Sindaco [15]
giugno 2009 maggio 2014 Carlo Tessari Il Popolo della Libertà - Lega Nord Sindaco [16]
maggio 2014 maggio 2019 Gabriele Marini Lista civica Sindaco [10]
maggio 2019 in carica Roberto Costa Lista civica di centro-destra Sindaco [10]
  1. ^ Comune di Monteforte d'Alpone - Statuto.
  2. ^ Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Provincia In - Storia e curiosità dei 97 Comuni de la Provincia Veronese, su larenadomila.it, La Rena Domila, l'informassion veronese. URL consultato il 26 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2012).
  6. ^ Monteforte d'Alpone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 23 marzo 2024.
  7. ^ Paola Dalli Cani, Rotonda della Madonnina Il progetto è finalmente pronto, in L'Arena, 22 giugno 2022.
  8. ^ Paola Dalli Cani, Si svela il nuovo rondò della Madonnina / VIDEO, in L’Arena, 22 dicembre 2023.
  9. ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  10. ^ a b c amministratori.interno.it - 1985, su amministratori.interno.it. URL consultato il 20 ottobre 2013.
  11. ^ amministratori.interno.it - 1990, su amministratori.interno.it. URL consultato il 20 ottobre 2013.
  12. ^ amministratori.interno.it - 1992 prefettizio, su amministratori.interno.it. URL consultato il 20 ottobre 2013.
  13. ^ amministratori.interno.it - 1995, su amministratori.interno.it. URL consultato il 20 ottobre 2013.
  14. ^ amministratori.interno.it - 1999, su amministratori.interno.it. URL consultato il 20 ottobre 2013.
  15. ^ amministratori.interno.it - 2004, su amministratori.interno.it. URL consultato il 20 ottobre 2013.
  16. ^ amministratori.interno.it - 2009, su amministratori.interno.it. URL consultato il 20 ottobre 2013.
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