Luca Giuliani | Università degli Studi della Tuscia (original) (raw)

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Papers by Luca Giuliani

Research paper thumbnail of L'Archivio di Sant'Andrea

Lettera Orvietana, 53-54, 2019

Research paper thumbnail of La diffusione delle confraternite nell’Alto Lazio e nella diocesi di Orvieto

Lettera Orvietana, 53-54, 2019

Un quadro (anche statistico) sulle Confraternite nell'Alto Lazio e nell'Orvietano

Research paper thumbnail of Le chiese di Castel Viscardo

La chiesa parrocchiale della Ss.ma Annunziata (titolo con cui è denominata solo dal Settecento av... more La chiesa parrocchiale della Ss.ma Annunziata (titolo con cui è denominata solo dal Settecento avanzato) fu edificata nella seconda metà del XVII secolo per volere del marchese Orazio Spada signore e padrone del Castello di Viscardo. La nuova costruzione fu collocata nella "Strada Del Giardino" che conduceva dal "Suddentro" (l'antico insediamento tardo duecentesco) fino alla chiesa dedicata a Maria (oggi la Sala Sant'Agostino). Faceva parte di un assetto urbanistico pensato e voluto dagli Spada fuori le mura della vecchia rocca, con l'edificazione di case per vassalli (su disegni di G.B. Arcucci e T. Mattei), terminato poi nel Settecento con la comparsa di edifici con ripetizione dello stesso linguaggio architettonico (botteghe e case, tra cui anche quella canonica). Edificata in stile tardo barocco, lungo l'asse viario-prospettico che conduceva al portale d'ingresso del Castello dei Principi Spada, doveva costituire uno dei punti nodali dell'intera linea stradale. Le prime notizie circa la costruzione sono del 1670, quando il marchese prendeva accordi con Brusati Arcucci che, in quel momento, fungeva da architetto di famiglia. Le fondamenta risalgono al 1673, con i lavori che durarono diversi anni; la facciata fu terminata solo nel 1689 anche se, nel frattempo, la chiesa veniva regolarmente officiata, tanto da ritenere convenzionalmente il 1682 l'anno della sua effettiva erezione. Nel 1683 il marchese Spada otteneva il permesso di abbattere l'antica parrocchiale all'interno delle mura e nella nuova era possibile seppellire e battezzare. I materiali impiegati (il mattone e la pietra di "Bagnorea", ossia la pietra vulca-nica estratta dalle vicine cave) rappresentano un forte indice di connotazione territoriale. L'edificio è costituito da un'unica navata, coperta da una volta a "botte lunettata" sulla quale si trovano quattro grandi finestre laterali. Le pare-ti sono suddivise in altrettante cappelle laterali, due per ogni lato con i loro altari secondari, e due nicchie semicircolari contenenti i confessionali, sopra i quali si trovano due pulpiti lignei per le prediche quaresimali. Il presbiterio, a pianta quadrata, coperto con volta a crociera e realizzato in posizione rialzata CHIESA DELLA SS. ANNUNZIATA Realizzato con il contributo otto per mille alla Chiesa Cattolica.

Research paper thumbnail of La chiesa Crocefisso del Tufo

Chiese della diocesi di Orvieto-Todi (11), 2017

Research paper thumbnail of La chiesa degli Scalzi di Orvieto

Chiese della diocesi di Orvieto-Todi (10), 2017

La chiesa di SS. Giuseppe e Giacomo detta Gli Scalzi di Orvieto

Research paper thumbnail of Un territorio vocato alla produzione dei laterizi il mondo è piccolo La Festa delle fornaci e il Museo del cotto

A Castel Viscardo torna il tradizionale appuntamento estivo dedicato all'attività che da sempre c... more A Castel Viscardo torna il tradizionale appuntamento estivo dedicato all'attività che da sempre caratterizza la vita di questo antico paese scenograficamente affacciato sulle colline dell'Orvietano: la Festa delle fornaci. Per l'occasione abbiamo chiesto all'assessore alla Cultura, Turismo e Sviluppo economico del Comune di Castel Viscardo, Luca Giuliani, che tra l'altro ha curato diverse pubblicazioni in merito, di introdurci alla storia del suo paese e al Museo multimediale del Cotto. Le prime notizie documentate sulle fornaci di Castel Viscardo risalgono alla prima metà del XVI secolo. Da sempre paese a forte cultura contadina, vanta ap-punto anche una particolare tradizione artigianale: la produzione manifatturiera dei laterizi. Questa si lega in primo luogo alla presenza di argille particolari. La gran parte del territorio, infatti, è ricca di un cospicuo affioramento di argille sabbiose di origine marina o salmastra, risalenti a oltre tre milioni di anni fa. La presenza nel territorio di conglomerati argillosi ha dunque reso possibile lo sviluppo dell'artigianato ba-sato sulla produzione del laterizio, un "materiale edi-le" ottenuto dall'argilla per formatura, ossia per mo-dellatura indiretta, tramite uno stampo nel quale la materia prima viene pressata manualmente secondo varie forme. Il laterizio o cotto viene prodotto all'interno delle for-naci, grandi forni usati per la cottura dei materiali da costruzione, come gesso, calce o mattoni. In partico-lare, quelle di Castel Viscardo si sono sviluppate in-torno ad un forno a forma circolare, della tipologia a pozzo. Sotto il forno, collegata con un sistema di ar-chi, è situata una camera, all'interno della quale è ac-ceso il fuoco. La realtà manifatturiera del cotto ha sempre rappresen-tato un valore per l'economia locale e numerosi sono stati negli anni gli artigiani impiegati nel settore. Il mercato a cui si rivolgono le fornaci di Castel Viscardo si definisce di "nicchia": il prodotto, infatti, è realizza-to interamente a mano, distinguendosi così da quello industriale. Vengono prodotti laterizi per la pavimen-tazione, coppi e tegole per coperture, forme tradiziona-li destinate soprattutto al restauro dei monumenti. Ancora oggi operano famiglie legate storicamente a questa produzione, chi da fine Seicento, chi da inizio Ottocento, altri dalla seconda metà dello stesso secolo e, quindi, dal Novecento. La produzione (oggi scomparsa) delle pignatte Oltre alla manifattura del laterizio, a Castel Viscar-do si ebbe lo sviluppo dell'artigianato di vasi da olio o agrumi, ziri, stoviglie, accessori per la cura della persona e immagini sacre come le "madonelle" che ancora oggi si possono vedere per le vie del paese, ora su un architrave ora sui muri delle abitazioni più antiche. Oggi la pratica di questo artigianato si è andata disperdendo, tanto che non si trovano, no-nostante la tradizione secolare, botteghe che lavori-no a tempo pieno in questo settore, la cui produzio-ne e utilità ebbe un momento di profonda crisi con l'introduzione della plastica e di altri materiali che hanno sostituito la terracotta, sia per le stoviglie sia per i recipienti di conservazione. Adibendo una sede recuperata da un antico fontanile, il Museo delle Terrecotte è stato costituito dal Comune di Castel Viscardo, con il fattivo supporto del GAL Trasi-meno-Orvietano e della Regione Umbria, e fa parte del circuito denominato: "Eco Museo del Paesaggio Orvie-tano" e del cosiddetto "Sentiero della Creta" che colle-ga i limitrofi borghi accomunati da una secolare tradi-zione nel campo della manifattura laterizia o delle pi-gnatte. Dedicato alla secolare produzione artigianale dei laterizi, pignatte e al-tro materiale da cucina, ricostruisce attraverso la documentazione i passi più importanti della sto-ria ininterrotta di questa attività manifatturiera. Il tutto arricchito da mate-riale multimediale e rico-struzione in diorama di alcuni ambienti di produ-zione: il banco da lavoro, la "colonna dei fornaciari", le modalità di essiccazione, il forno a legna. Uno spazio inteso a promuovere la lavorazione dei manufatti di argilla, da sempre considerata la primaria attività produttiva del territorio, anche attraverso lo svolgimento di incontri divulgativi e attività seminariali. La struttura può ospitare scolaresche e adulti curiosi di entrare nel mondo e nella storia del laterizio "castelle-se", attraverso un impianto museale che prevede tre sale e un laboratorio didattico. La fornace Ricostruzione dell'ambiente di lavoro dei fornaciai, così come si poteva ritrovare sino a pochi anni or sono: ta-volo da lavoro e altri attrezzi; fasi di essiccamento; "cappanna" di riparo del materiale; riproduzione di un piccolo forno a pozzo per la cottura. Storia di Castel Viscardo Ricostruzione in 3D della storia di Castel Viscardo, dalla fine del XIII secolo al 1928; pannelli con immagini del paese prima e dopo la distruzione e catasti con segna-lazione dell'insediamento degli impianti produttivi di laterizi e pignatte poco do-po l'Unità d'Italia. Il laboratorio Dotato di forno per la cottu-ra e la smaltatura, è un luo-go di incontro dove sovente si organizzano corsi di ma-nipolazione dell'argilla, di ceramica e decorazione medievale ed è possibile, su richiesta, predisporre atti-vità specifiche (circa 12 posti). La Festa delle fornaci 2016 dal 21 al 23 luglio Il programma è in via di definizione ma inizierà con la messa all'aperto, presso l'anfiteatro del Museo del Cotto, in onore dei fornaciai. Comprenderà una tavola rotonda sulla bio-edilizia con presentazione del numero 4 della rivista "Quaderni Monaldeschi" dedicato ai prodotti tipici: olio, vino e mattoni. Per tutte le altre iniziative che renderanno inte-ressante questa ricca edizione della Festa invitiamo i lettori ad aggiornarsi nel corso del mese.

Research paper thumbnail of Le origini «castellesi» di due grandi archivisti: Luigi Fumi e Leopoldo Sandri, in "Altastrana" 6 (2010)

Altastrana: rivista di studi orvietani, 6 (2011)

Esentandomi da una ricostruzione biografica, propongo quanto ritrovato sino a questo momento circ... more Esentandomi da una ricostruzione biografica, propongo quanto ritrovato
sino a questo momento circa la loro origine comune. Vediamo in pochi accenni quanto leghi Luigi Fumi e Leopoldo Sandri a Castel Viscardo, quanto si possa affermare “andando per archivi” su due delle più grandi figure dell’archivistica italiana.

Research paper thumbnail of «Animae dimidium meae»: pubblicazioni e segreti sui matrimoni orvietani, in "Altastrana" 3 (2010)

Altastrana: Rivista di Studi Orvietani Rivista di Studi Orvietani, 3 (2010), 2010

Analisi dei matrimoni segreti nell'antica diocesi di Orvieto tra poesie e prassi documentale

Research paper thumbnail of “Germoglia dove sei seminato”: Ippolito Scalza e la sua famiglia in “Bollettino dell’Istituto Storico Artistico Orvietano”, LXXIV (2018)

Bollettino dell’Istituto Storico Artistico Orvietano, 2019

Contributo alla genealogia del famoso architetto orvietano Ippolito Scalza: la sua famiglia e le ... more Contributo alla genealogia del famoso architetto orvietano Ippolito Scalza: la sua famiglia e le sue frequentazioni (su tutti Cesare Nebbia e Raffaele da Montelupo), i suoi innumerevoli e diversificati impegni lavorativi, la sua abitazione attraverso lo studio di diversi archivi religiosi e civili. La voglia di non abbandonare il suo luogo di nascita, anche a discapito di fama e maggiori e più importanti attività lavorative, anche a costo dello sfruttamento, sino a quella che può definirsi una rivincita finale con l'ingresso di uno dei figli nel Capitolo Cattedrale al fianco dei rampolli delle più importanti famiglie orvietane .

Research paper thumbnail of Segnali di Risorgimento Orvietano, in “Altastrana”, 1 (2009)

Altastrana: Rivista di Studi Orvietani Rivista di Studi Orvietani, 1 (2009), 2009

La notte di Natale 1859 erano ritrovati al'interno della Cattedrale di Orvieto cinque biglietti a... more La notte di Natale 1859 erano ritrovati al'interno della Cattedrale di Orvieto cinque biglietti anonimi in lingua latina inneggianti al re Vittorio Emanuele II quale salvatore della gente italiana. Si tratta di uno tanti segnali del risorgimento in Orvieto che si concretizzerà con la "liberazione" dell'11 settembre del 1860. Da subito era accusato del fatto tale Antonio Carelli, un ex seminarista già conosciuto nelle aule del Tribunale criminale vescovile

Research paper thumbnail of Il Comune di Orvieto e gli scavi postunitari nel suo territorio. Riferimenti archivistici nel ventennio tra l’Unità e gli anni ottanta del XIX secolo, in Studi in ricordo di Francesco Satolli (a cura di A. Satolli), Orvieto 2013

Venti anni di accesso quasi "indiscriminato" ai beni archeologici, autorizzazioni e scavi sulle n... more Venti anni di accesso quasi "indiscriminato" ai beni archeologici, autorizzazioni e scavi sulle nuove realtà comunali espropriate dopo l'Unità d'Italia e la soppressione degli Ordini religiosi a Orvieto. Una realtà affrontata, probabilmente, con una certa sufficienza che portò, almeno nel periodo postunitario di gestione dei beni ex ecclesiastici, a problematiche di un certo rilievo, soprattutto inerenti le escavazioni e al commercio dei reperti, a cui si cominciò a porre rimedio, o perlomeno a dare una regolamentazione, solo nel periodo successivo e dopo le continue insistenze degli organismi superiori.

Research paper thumbnail of …facendo voti che tutti possano ritornare: Il Comune di Castel Viscardo e la “Grande Guerra” , in “Quaderni Monaldeschi”, 3 (2015)

Quaderni Monaldeschi, 2015

La Grande Guerra vista attraverso i documenti del Comune di Castel Viscardo e le ripercussioni su... more La Grande Guerra vista attraverso i documenti del Comune di Castel Viscardo e le ripercussioni sui rimasti in paese

Research paper thumbnail of Santa Rufina: da chiesa rurale a podere di campagna, in “Bollettino dell’Istituto Storico Artistico Orvietano”, LXI-LXIV (2005-2008)

Bollettino dell'Istituto Storico Artistico Orvietano, 2011

Un romitorio dei terziari francescani nei pressi del fiume Paglia di cui si hanno notizie dal XV ... more Un romitorio dei terziari francescani nei pressi del fiume Paglia di cui si hanno notizie dal XV secolo; un mulino cinquecentesco ad acqua ancora presente; un padre e sacerdote milanese nominato cappellano della chiesa parrocchiale di San Bartolomeo dentro il castello di Castel Viscardo. L'abbandono della chiesa e piccolo ricovero già nel Seicento con l'acquisto di Orazio Spada e la trasformazione in podere colonico, status mantenuto sino agli anni settanta del Novecento

Research paper thumbnail of L’altro lato del Risorgimento: guerre moti, occupazioni e proteste dai carteggi dell’arcivescovo Vespignani e della sua curia, in Conferenze e studi per i 150 anni dell’Unità d’Italia (Quaderni del Bollettino dell’Istituto Storico Artistico Orvietano ; 3) Orvieto 2012

Quaderni del Bollettino dell’Istitutto Storico Artistico Orvietano, 2012

Il Risorgimento a Orvieto visto dai documenti della Curia Vescovile e delle carte inedite del ves... more Il Risorgimento a Orvieto visto dai documenti della Curia Vescovile e delle carte inedite del vescovo Giuseppe Maria Vespignani. La guerra del 1859 e sue ripercussioni sull'Italia Centrale, la liberazione di Orvieto dell'11 settembre 1860 e le conseguenze sul mondo religioso con la fine del potere temporale

Research paper thumbnail of Il SS.mo Crocifisso di Castel Viscardo: Una chiesa rurale di pia devozione, in “Quaderni Monaldeschi”, 1 (2014)

Quaderni Monaldeschi, 2014

Breve storia della chiesa del SS.mo Crocifisso di Castel Viscardo, costruita dal popolo tra il 17... more Breve storia della chiesa del SS.mo Crocifisso di Castel Viscardo, costruita dal popolo tra il 1708 e il 1712. Una chiesa rurale, allora in campagna e posta a protezione del paese in perfetto asse con la strada viaria, eretta per la conservazione di un prezioso e, si dice, miracoloso manufatto in legno. La prima processione e la sua consacrazione, il suo beneficio e i continui restauri con denaro, materiale e opere prestate dal popolo. Il SS.mo Crocifisso l'unica chiesa di Castel Viscardo costruita dal popolo.

Research paper thumbnail of Il delicato periodo postunitario a Orvieto e nei suoi confini: spunti e appunti dall’Archivio Vescovile intorno al 1867, in A Terni dove fu l’appuntamento: Gli avvenimenti politico-militari del 1867 a Terni e nell’Agro Romano (a cura di Cerquaglia, Zefferino), (ABHRA ; 3), Terni 2018

Research paper thumbnail of Nell’ora terribile…: Fonti dell’Archivio Vescovile di Orvieto sulla Grande Guerra, in "Ricerche Umbre", 4-5 (2014-2015)

Ricerche Umbre, 2014

La Grande Guerra ricostruita sul territorio di Orvieto con la documentazione ecclesiastica. Un ve... more La Grande Guerra ricostruita sul territorio di Orvieto con la documentazione ecclesiastica. Un vescovo, Salvatore Fratocchi, e la sua gestione del potere nei momenti più difficili.

Research paper thumbnail of …conservare il gesto: Fornaci e fornaciai di Castel Viscardo, in “Quaderni Monaldeschi”, 4 (2016)

Quaderni Monaldeschi, 2016

Le fornaci di Castel Viscardo rappresentano, almeno dal XVI secolo, un riferimento ininterrotto n... more Le fornaci di Castel Viscardo rappresentano, almeno dal XVI secolo, un riferimento ininterrotto nella memoria del paese. Ed è proprio questo aggettivo che sottolinea la grandezza della tradizione: un artigianato che ha combattuto e sconfitto le intemperie del tempo, atmosferico o cronologico, arrivando con caratteristiche molto simili sino ai nostri giorni, tanto che le “moderne” aziende si configurano, naturalmente, come discendenti di una tradizione che, travalicando i secoli, rimane una delle attività economiche più importanti nel piccolo borgo. In questo articolo, pubblicato in occasione della giornata sul tema organizzata dal Comune di Castel Viscardo nel 2015, si analizza la documentazione del Cinquecento e Seicento, la più antica ritrovata al momento.

Research paper thumbnail of Il ritratto di Maria Pasqualetti da Castel Viscardo di Romea Ravazzi, in “Canonica: Rivista di studi pientini”, 3 (2013)

Canonica, 2013

La storia della popolana Maria Pasqualetti e di come arrivò a sposare il conte Vincenzo Valentini... more La storia della popolana Maria Pasqualetti e di come arrivò a sposare il conte Vincenzo Valentini attraverso il quadro della pittrice pientina Romea Ravazzi.

Research paper thumbnail of Il ricordo della visita di Pio II a Grotte di Castro (Viterbo) tra epigrafi e non chiare attribuzioni, in “Canonica: Rivista di studi pientini”, 2 (2012)

Canonica, 2012

La visita di Pio II del 1462 nei paesi intorno al lago di Bolsena e, in particolare, a Grotte di ... more La visita di Pio II del 1462 nei paesi intorno al lago di Bolsena e, in particolare, a Grotte di Castro tra indulgenze e un prezioso calice poi esposto alla mostra del Congresso Eucaristico di Orvieto del 1896.

Research paper thumbnail of L'Archivio di Sant'Andrea

Lettera Orvietana, 53-54, 2019

Research paper thumbnail of La diffusione delle confraternite nell’Alto Lazio e nella diocesi di Orvieto

Lettera Orvietana, 53-54, 2019

Un quadro (anche statistico) sulle Confraternite nell'Alto Lazio e nell'Orvietano

Research paper thumbnail of Le chiese di Castel Viscardo

La chiesa parrocchiale della Ss.ma Annunziata (titolo con cui è denominata solo dal Settecento av... more La chiesa parrocchiale della Ss.ma Annunziata (titolo con cui è denominata solo dal Settecento avanzato) fu edificata nella seconda metà del XVII secolo per volere del marchese Orazio Spada signore e padrone del Castello di Viscardo. La nuova costruzione fu collocata nella "Strada Del Giardino" che conduceva dal "Suddentro" (l'antico insediamento tardo duecentesco) fino alla chiesa dedicata a Maria (oggi la Sala Sant'Agostino). Faceva parte di un assetto urbanistico pensato e voluto dagli Spada fuori le mura della vecchia rocca, con l'edificazione di case per vassalli (su disegni di G.B. Arcucci e T. Mattei), terminato poi nel Settecento con la comparsa di edifici con ripetizione dello stesso linguaggio architettonico (botteghe e case, tra cui anche quella canonica). Edificata in stile tardo barocco, lungo l'asse viario-prospettico che conduceva al portale d'ingresso del Castello dei Principi Spada, doveva costituire uno dei punti nodali dell'intera linea stradale. Le prime notizie circa la costruzione sono del 1670, quando il marchese prendeva accordi con Brusati Arcucci che, in quel momento, fungeva da architetto di famiglia. Le fondamenta risalgono al 1673, con i lavori che durarono diversi anni; la facciata fu terminata solo nel 1689 anche se, nel frattempo, la chiesa veniva regolarmente officiata, tanto da ritenere convenzionalmente il 1682 l'anno della sua effettiva erezione. Nel 1683 il marchese Spada otteneva il permesso di abbattere l'antica parrocchiale all'interno delle mura e nella nuova era possibile seppellire e battezzare. I materiali impiegati (il mattone e la pietra di "Bagnorea", ossia la pietra vulca-nica estratta dalle vicine cave) rappresentano un forte indice di connotazione territoriale. L'edificio è costituito da un'unica navata, coperta da una volta a "botte lunettata" sulla quale si trovano quattro grandi finestre laterali. Le pare-ti sono suddivise in altrettante cappelle laterali, due per ogni lato con i loro altari secondari, e due nicchie semicircolari contenenti i confessionali, sopra i quali si trovano due pulpiti lignei per le prediche quaresimali. Il presbiterio, a pianta quadrata, coperto con volta a crociera e realizzato in posizione rialzata CHIESA DELLA SS. ANNUNZIATA Realizzato con il contributo otto per mille alla Chiesa Cattolica.

Research paper thumbnail of La chiesa Crocefisso del Tufo

Chiese della diocesi di Orvieto-Todi (11), 2017

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Chiese della diocesi di Orvieto-Todi (10), 2017

La chiesa di SS. Giuseppe e Giacomo detta Gli Scalzi di Orvieto

Research paper thumbnail of Un territorio vocato alla produzione dei laterizi il mondo è piccolo La Festa delle fornaci e il Museo del cotto

A Castel Viscardo torna il tradizionale appuntamento estivo dedicato all'attività che da sempre c... more A Castel Viscardo torna il tradizionale appuntamento estivo dedicato all'attività che da sempre caratterizza la vita di questo antico paese scenograficamente affacciato sulle colline dell'Orvietano: la Festa delle fornaci. Per l'occasione abbiamo chiesto all'assessore alla Cultura, Turismo e Sviluppo economico del Comune di Castel Viscardo, Luca Giuliani, che tra l'altro ha curato diverse pubblicazioni in merito, di introdurci alla storia del suo paese e al Museo multimediale del Cotto. Le prime notizie documentate sulle fornaci di Castel Viscardo risalgono alla prima metà del XVI secolo. Da sempre paese a forte cultura contadina, vanta ap-punto anche una particolare tradizione artigianale: la produzione manifatturiera dei laterizi. Questa si lega in primo luogo alla presenza di argille particolari. La gran parte del territorio, infatti, è ricca di un cospicuo affioramento di argille sabbiose di origine marina o salmastra, risalenti a oltre tre milioni di anni fa. La presenza nel territorio di conglomerati argillosi ha dunque reso possibile lo sviluppo dell'artigianato ba-sato sulla produzione del laterizio, un "materiale edi-le" ottenuto dall'argilla per formatura, ossia per mo-dellatura indiretta, tramite uno stampo nel quale la materia prima viene pressata manualmente secondo varie forme. Il laterizio o cotto viene prodotto all'interno delle for-naci, grandi forni usati per la cottura dei materiali da costruzione, come gesso, calce o mattoni. In partico-lare, quelle di Castel Viscardo si sono sviluppate in-torno ad un forno a forma circolare, della tipologia a pozzo. Sotto il forno, collegata con un sistema di ar-chi, è situata una camera, all'interno della quale è ac-ceso il fuoco. La realtà manifatturiera del cotto ha sempre rappresen-tato un valore per l'economia locale e numerosi sono stati negli anni gli artigiani impiegati nel settore. Il mercato a cui si rivolgono le fornaci di Castel Viscardo si definisce di "nicchia": il prodotto, infatti, è realizza-to interamente a mano, distinguendosi così da quello industriale. Vengono prodotti laterizi per la pavimen-tazione, coppi e tegole per coperture, forme tradiziona-li destinate soprattutto al restauro dei monumenti. Ancora oggi operano famiglie legate storicamente a questa produzione, chi da fine Seicento, chi da inizio Ottocento, altri dalla seconda metà dello stesso secolo e, quindi, dal Novecento. La produzione (oggi scomparsa) delle pignatte Oltre alla manifattura del laterizio, a Castel Viscar-do si ebbe lo sviluppo dell'artigianato di vasi da olio o agrumi, ziri, stoviglie, accessori per la cura della persona e immagini sacre come le "madonelle" che ancora oggi si possono vedere per le vie del paese, ora su un architrave ora sui muri delle abitazioni più antiche. Oggi la pratica di questo artigianato si è andata disperdendo, tanto che non si trovano, no-nostante la tradizione secolare, botteghe che lavori-no a tempo pieno in questo settore, la cui produzio-ne e utilità ebbe un momento di profonda crisi con l'introduzione della plastica e di altri materiali che hanno sostituito la terracotta, sia per le stoviglie sia per i recipienti di conservazione. Adibendo una sede recuperata da un antico fontanile, il Museo delle Terrecotte è stato costituito dal Comune di Castel Viscardo, con il fattivo supporto del GAL Trasi-meno-Orvietano e della Regione Umbria, e fa parte del circuito denominato: "Eco Museo del Paesaggio Orvie-tano" e del cosiddetto "Sentiero della Creta" che colle-ga i limitrofi borghi accomunati da una secolare tradi-zione nel campo della manifattura laterizia o delle pi-gnatte. Dedicato alla secolare produzione artigianale dei laterizi, pignatte e al-tro materiale da cucina, ricostruisce attraverso la documentazione i passi più importanti della sto-ria ininterrotta di questa attività manifatturiera. Il tutto arricchito da mate-riale multimediale e rico-struzione in diorama di alcuni ambienti di produ-zione: il banco da lavoro, la "colonna dei fornaciari", le modalità di essiccazione, il forno a legna. Uno spazio inteso a promuovere la lavorazione dei manufatti di argilla, da sempre considerata la primaria attività produttiva del territorio, anche attraverso lo svolgimento di incontri divulgativi e attività seminariali. La struttura può ospitare scolaresche e adulti curiosi di entrare nel mondo e nella storia del laterizio "castelle-se", attraverso un impianto museale che prevede tre sale e un laboratorio didattico. La fornace Ricostruzione dell'ambiente di lavoro dei fornaciai, così come si poteva ritrovare sino a pochi anni or sono: ta-volo da lavoro e altri attrezzi; fasi di essiccamento; "cappanna" di riparo del materiale; riproduzione di un piccolo forno a pozzo per la cottura. Storia di Castel Viscardo Ricostruzione in 3D della storia di Castel Viscardo, dalla fine del XIII secolo al 1928; pannelli con immagini del paese prima e dopo la distruzione e catasti con segna-lazione dell'insediamento degli impianti produttivi di laterizi e pignatte poco do-po l'Unità d'Italia. Il laboratorio Dotato di forno per la cottu-ra e la smaltatura, è un luo-go di incontro dove sovente si organizzano corsi di ma-nipolazione dell'argilla, di ceramica e decorazione medievale ed è possibile, su richiesta, predisporre atti-vità specifiche (circa 12 posti). La Festa delle fornaci 2016 dal 21 al 23 luglio Il programma è in via di definizione ma inizierà con la messa all'aperto, presso l'anfiteatro del Museo del Cotto, in onore dei fornaciai. Comprenderà una tavola rotonda sulla bio-edilizia con presentazione del numero 4 della rivista "Quaderni Monaldeschi" dedicato ai prodotti tipici: olio, vino e mattoni. Per tutte le altre iniziative che renderanno inte-ressante questa ricca edizione della Festa invitiamo i lettori ad aggiornarsi nel corso del mese.

Research paper thumbnail of Le origini «castellesi» di due grandi archivisti: Luigi Fumi e Leopoldo Sandri, in "Altastrana" 6 (2010)

Altastrana: rivista di studi orvietani, 6 (2011)

Esentandomi da una ricostruzione biografica, propongo quanto ritrovato sino a questo momento circ... more Esentandomi da una ricostruzione biografica, propongo quanto ritrovato
sino a questo momento circa la loro origine comune. Vediamo in pochi accenni quanto leghi Luigi Fumi e Leopoldo Sandri a Castel Viscardo, quanto si possa affermare “andando per archivi” su due delle più grandi figure dell’archivistica italiana.

Research paper thumbnail of «Animae dimidium meae»: pubblicazioni e segreti sui matrimoni orvietani, in "Altastrana" 3 (2010)

Altastrana: Rivista di Studi Orvietani Rivista di Studi Orvietani, 3 (2010), 2010

Analisi dei matrimoni segreti nell'antica diocesi di Orvieto tra poesie e prassi documentale

Research paper thumbnail of “Germoglia dove sei seminato”: Ippolito Scalza e la sua famiglia in “Bollettino dell’Istituto Storico Artistico Orvietano”, LXXIV (2018)

Bollettino dell’Istituto Storico Artistico Orvietano, 2019

Contributo alla genealogia del famoso architetto orvietano Ippolito Scalza: la sua famiglia e le ... more Contributo alla genealogia del famoso architetto orvietano Ippolito Scalza: la sua famiglia e le sue frequentazioni (su tutti Cesare Nebbia e Raffaele da Montelupo), i suoi innumerevoli e diversificati impegni lavorativi, la sua abitazione attraverso lo studio di diversi archivi religiosi e civili. La voglia di non abbandonare il suo luogo di nascita, anche a discapito di fama e maggiori e più importanti attività lavorative, anche a costo dello sfruttamento, sino a quella che può definirsi una rivincita finale con l'ingresso di uno dei figli nel Capitolo Cattedrale al fianco dei rampolli delle più importanti famiglie orvietane .

Research paper thumbnail of Segnali di Risorgimento Orvietano, in “Altastrana”, 1 (2009)

Altastrana: Rivista di Studi Orvietani Rivista di Studi Orvietani, 1 (2009), 2009

La notte di Natale 1859 erano ritrovati al'interno della Cattedrale di Orvieto cinque biglietti a... more La notte di Natale 1859 erano ritrovati al'interno della Cattedrale di Orvieto cinque biglietti anonimi in lingua latina inneggianti al re Vittorio Emanuele II quale salvatore della gente italiana. Si tratta di uno tanti segnali del risorgimento in Orvieto che si concretizzerà con la "liberazione" dell'11 settembre del 1860. Da subito era accusato del fatto tale Antonio Carelli, un ex seminarista già conosciuto nelle aule del Tribunale criminale vescovile

Research paper thumbnail of Il Comune di Orvieto e gli scavi postunitari nel suo territorio. Riferimenti archivistici nel ventennio tra l’Unità e gli anni ottanta del XIX secolo, in Studi in ricordo di Francesco Satolli (a cura di A. Satolli), Orvieto 2013

Venti anni di accesso quasi "indiscriminato" ai beni archeologici, autorizzazioni e scavi sulle n... more Venti anni di accesso quasi "indiscriminato" ai beni archeologici, autorizzazioni e scavi sulle nuove realtà comunali espropriate dopo l'Unità d'Italia e la soppressione degli Ordini religiosi a Orvieto. Una realtà affrontata, probabilmente, con una certa sufficienza che portò, almeno nel periodo postunitario di gestione dei beni ex ecclesiastici, a problematiche di un certo rilievo, soprattutto inerenti le escavazioni e al commercio dei reperti, a cui si cominciò a porre rimedio, o perlomeno a dare una regolamentazione, solo nel periodo successivo e dopo le continue insistenze degli organismi superiori.

Research paper thumbnail of …facendo voti che tutti possano ritornare: Il Comune di Castel Viscardo e la “Grande Guerra” , in “Quaderni Monaldeschi”, 3 (2015)

Quaderni Monaldeschi, 2015

La Grande Guerra vista attraverso i documenti del Comune di Castel Viscardo e le ripercussioni su... more La Grande Guerra vista attraverso i documenti del Comune di Castel Viscardo e le ripercussioni sui rimasti in paese

Research paper thumbnail of Santa Rufina: da chiesa rurale a podere di campagna, in “Bollettino dell’Istituto Storico Artistico Orvietano”, LXI-LXIV (2005-2008)

Bollettino dell'Istituto Storico Artistico Orvietano, 2011

Un romitorio dei terziari francescani nei pressi del fiume Paglia di cui si hanno notizie dal XV ... more Un romitorio dei terziari francescani nei pressi del fiume Paglia di cui si hanno notizie dal XV secolo; un mulino cinquecentesco ad acqua ancora presente; un padre e sacerdote milanese nominato cappellano della chiesa parrocchiale di San Bartolomeo dentro il castello di Castel Viscardo. L'abbandono della chiesa e piccolo ricovero già nel Seicento con l'acquisto di Orazio Spada e la trasformazione in podere colonico, status mantenuto sino agli anni settanta del Novecento

Research paper thumbnail of L’altro lato del Risorgimento: guerre moti, occupazioni e proteste dai carteggi dell’arcivescovo Vespignani e della sua curia, in Conferenze e studi per i 150 anni dell’Unità d’Italia (Quaderni del Bollettino dell’Istituto Storico Artistico Orvietano ; 3) Orvieto 2012

Quaderni del Bollettino dell’Istitutto Storico Artistico Orvietano, 2012

Il Risorgimento a Orvieto visto dai documenti della Curia Vescovile e delle carte inedite del ves... more Il Risorgimento a Orvieto visto dai documenti della Curia Vescovile e delle carte inedite del vescovo Giuseppe Maria Vespignani. La guerra del 1859 e sue ripercussioni sull'Italia Centrale, la liberazione di Orvieto dell'11 settembre 1860 e le conseguenze sul mondo religioso con la fine del potere temporale

Research paper thumbnail of Il SS.mo Crocifisso di Castel Viscardo: Una chiesa rurale di pia devozione, in “Quaderni Monaldeschi”, 1 (2014)

Quaderni Monaldeschi, 2014

Breve storia della chiesa del SS.mo Crocifisso di Castel Viscardo, costruita dal popolo tra il 17... more Breve storia della chiesa del SS.mo Crocifisso di Castel Viscardo, costruita dal popolo tra il 1708 e il 1712. Una chiesa rurale, allora in campagna e posta a protezione del paese in perfetto asse con la strada viaria, eretta per la conservazione di un prezioso e, si dice, miracoloso manufatto in legno. La prima processione e la sua consacrazione, il suo beneficio e i continui restauri con denaro, materiale e opere prestate dal popolo. Il SS.mo Crocifisso l'unica chiesa di Castel Viscardo costruita dal popolo.

Research paper thumbnail of Il delicato periodo postunitario a Orvieto e nei suoi confini: spunti e appunti dall’Archivio Vescovile intorno al 1867, in A Terni dove fu l’appuntamento: Gli avvenimenti politico-militari del 1867 a Terni e nell’Agro Romano (a cura di Cerquaglia, Zefferino), (ABHRA ; 3), Terni 2018

Research paper thumbnail of Nell’ora terribile…: Fonti dell’Archivio Vescovile di Orvieto sulla Grande Guerra, in "Ricerche Umbre", 4-5 (2014-2015)

Ricerche Umbre, 2014

La Grande Guerra ricostruita sul territorio di Orvieto con la documentazione ecclesiastica. Un ve... more La Grande Guerra ricostruita sul territorio di Orvieto con la documentazione ecclesiastica. Un vescovo, Salvatore Fratocchi, e la sua gestione del potere nei momenti più difficili.

Research paper thumbnail of …conservare il gesto: Fornaci e fornaciai di Castel Viscardo, in “Quaderni Monaldeschi”, 4 (2016)

Quaderni Monaldeschi, 2016

Le fornaci di Castel Viscardo rappresentano, almeno dal XVI secolo, un riferimento ininterrotto n... more Le fornaci di Castel Viscardo rappresentano, almeno dal XVI secolo, un riferimento ininterrotto nella memoria del paese. Ed è proprio questo aggettivo che sottolinea la grandezza della tradizione: un artigianato che ha combattuto e sconfitto le intemperie del tempo, atmosferico o cronologico, arrivando con caratteristiche molto simili sino ai nostri giorni, tanto che le “moderne” aziende si configurano, naturalmente, come discendenti di una tradizione che, travalicando i secoli, rimane una delle attività economiche più importanti nel piccolo borgo. In questo articolo, pubblicato in occasione della giornata sul tema organizzata dal Comune di Castel Viscardo nel 2015, si analizza la documentazione del Cinquecento e Seicento, la più antica ritrovata al momento.

Research paper thumbnail of Il ritratto di Maria Pasqualetti da Castel Viscardo di Romea Ravazzi, in “Canonica: Rivista di studi pientini”, 3 (2013)

Canonica, 2013

La storia della popolana Maria Pasqualetti e di come arrivò a sposare il conte Vincenzo Valentini... more La storia della popolana Maria Pasqualetti e di come arrivò a sposare il conte Vincenzo Valentini attraverso il quadro della pittrice pientina Romea Ravazzi.

Research paper thumbnail of Il ricordo della visita di Pio II a Grotte di Castro (Viterbo) tra epigrafi e non chiare attribuzioni, in “Canonica: Rivista di studi pientini”, 2 (2012)

Canonica, 2012

La visita di Pio II del 1462 nei paesi intorno al lago di Bolsena e, in particolare, a Grotte di ... more La visita di Pio II del 1462 nei paesi intorno al lago di Bolsena e, in particolare, a Grotte di Castro tra indulgenze e un prezioso calice poi esposto alla mostra del Congresso Eucaristico di Orvieto del 1896.

Research paper thumbnail of I gioielli della diocesi di Orvieto-Todi

(Quaderni di Colligite Fragmenta ; 5) , 2021

Dal mese di marzo 2018 agli inizi di settembre 2020, il settimanale cattolico «La Voce» ha pubbli... more Dal mese di marzo 2018 agli inizi di settembre 2020, il settimanale cattolico «La Voce» ha pubblicato sulle pagine diocesane una rubrica dal titolo “I personaggi del territorio” dedicata, come era scritto nel numero di apertura «alla conoscenza di quelle figure della nostra diocesi che hanno vissuto la storia degli ultimi secoli da protagonisti. Vogliamo così ricordare quei personaggi che hanno maggiormente contribuito a trasformare ed evolvere la civiltà fino ai giorni nostri. Può trattarsi di vescovi, di preti, di religiosi di ambo i sessi, di educatori e di ricercatori che con le proprie opere hanno incarnato nel bene lo spirito della loro epoca e che hanno lasciato un’eredità anche alla comunità nazionale. E’giusto infatti farli conoscere a tutti, non perché abbiano fatto cose straordinarie ma straordinariamente bene le cose ordinarie nel segno della fede».
Si tratta di brevi cronache, con accenni agli esempi di virtù che autentici cristiani hanno lasciato alla nostra gente accanto alla quale sono vissuti nel corso dei secoli. Riguardano, per lo più, persone timorate di Dio, umili e caritatevoli che non si sono messe in mostra, ma alcuni dei quali la Chiesa ha scelto a modello per la nostra personale edificazione.
Con questa rubrica, abbiamo voluto accogliere, approfondire e riproporre la traccia presentata, sotto il titolo I gioielli della diocesi di Orvieto-Todi, dal compianto vescovo Decio Lucio Grandoni nell’incontro giubilare del clero, svoltosi a Todi il 24 febbraio 2000, e offerta alla nostra considerazione e al nostro amore come «sintesi relativa a personaggi che hanno dato prova di santità nella nostra Diocesi».
Non possiamo non citare qui anche il lavoro di ricognizione fatto oltre mezzo secolo fa dall’avvocato orvietano Aurelio Ficarelli e stampato nel 1962 dalla tipografia degli Orfanelli di Orvieto sotto il titolo di Sancta Urbevetana Legio. Abbiamo attinto anche alle biblioteche e archivi diocesani o alle più recenti biografie e libri di memorie arricchiti da commenti anche a scopo liturgico e pastorale.
Abbiamo scelto tanti di coloro che si sono sentiti coinvolti nella storia della salvezza nei diversi contesti storici e culturali in cui si sono trovati a vivere e che hanno scelto, per dirla con papa Francesco, «di seguire Gesù Cristo, il figlio di Dio, sulla via dell’umiltà, della povertà, della spogliazione e incontrarlo e servirlo con misericordia nei fratelli più bisognosi» (Admirabile signum, 3). «A differenza di tanta gente intenta a fare mille altre cose, - i nostri modelli - hanno saputo accogliere l’avvenimento dell’Incarnazione da cui si è generata la rivoluzione dell’uomo, la rivoluzione della tenerezza rappresentata dalla santità quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, abbandonandosi nella fede alla volontà di Dio e l’hanno messa in pratica» (Admirabile signum, 5-7).

Research paper thumbnail of Castel Viscardo: Storia Arte Tradizioni

La preistoria, la storia e i mestieri di Castel Viscardo in un libro curato per la Pro Loco di Ca... more La preistoria, la storia e i mestieri di Castel Viscardo in un libro curato per la Pro Loco di Castel Viscardo nel 2014. Nel 2018 ne è stata stampata una seconda edizioni rivista e corretta

Research paper thumbnail of Mani-fest-azioni di un territorio: La Mappa di Comunità di Castel Viscardo, (I Quaderni dell’ECOMUSEO ; 3.), GAL Trasimeno Orvietano – Associazione EPOok, Città delle Pieve 2015

La mappa di comunità è lo strumento con cui una comunità esprime e rappresenta il territorio, i s... more La mappa di comunità è lo strumento con cui una comunità esprime e rappresenta il territorio, i suoi valori, ciò che vorrebbe trasformare e ciò che oggi manca, in una visione che, partendo dal passato, rende maggiormente consapevole il presente, per aprire lo sguardo verso il futuro. Questa è quella realizzata in base alle risposte degli abitanti di Castel Viscardo

Research paper thumbnail of Carlo Alberto Calistri: il "primo archivista"

Carlo Alberto Calistri una figura che ha attraversato il XX secolo orvietano lasciando segni ineq... more Carlo Alberto Calistri una figura che ha attraversato il XX secolo orvietano lasciando segni inequivocabili del suo passaggio negli avvenimenti e in quanti lo hanno conosciuto. Presidente della Giunta diocesana di Azione Cattolica, fondatore dell'Istituto Storico Artistico Orvietano, presidente del Comitato Civico Zonale di Orvieto, consigliere dell'Opera del Duomo, Calistri fu il braccio destro del vescovo Francesco Pieri nel delicato periodo post seconda guerra mondiale nel tentativo di creare una coscienza religiosa con applicazione politica. Il suo fondo librario e documentale è stato donato dalla famiglia con l'ausilio del Lions Club Orvieto all'Archivio Vescovile di Orvieto

Research paper thumbnail of IL CASTELLO DI MEANA IN VAL DI PAGLIA, (QUADERNI ALLERONESI ; 9)

Storia del Castello di Meana, antico borgo contadino (se ne hanno notizie dall'800 d.C.) e bene d... more Storia del Castello di Meana, antico borgo contadino (se ne hanno notizie dall'800 d.C.) e bene della mensa vescovile dal 1273. La tenuta di Meana, sviluppatasi attorno all’omonimo castello, da quando divenne proprietà del vescovo di Orvieto fino allo spopolamento causato dall’esodo mezzadrile che ha interessato le campagne italiane nella prima metà del Novecento. In questa ricostruzione si intrecciano figure di signori in lotta tra loro per il possesso delle terre e storie di uomini, quelle che c’interessano di più, in lotta per la sussistenza su terreni sottratti al bosco e avari di ricchezze. Vi si parla di papi, condottieri, vescovi, ma anche di agricoltura, della vita contadina e delle sue dinamiche, di coltivazioni, di andamenti climatici, di mezzadria e di mercati. È la storia dello svolgersi della vita e della fatica quotidiana dei nostri avi, ed è anche lo specchio della nostra attualità. Il presente di molti di noi, la quotidianità, non è altro che l’evoluzione moderna delle scelte dei nostri nonni e trisavoli, in larga parte scesi da questa collina per chiedere alla vita maggiori conforti e mettere in campo gli strumenti della conoscenza che possono consentire oggi a noi di andare dentro e oltre la modernità.

Research paper thumbnail of Castel Viscardo e le sue fornaci: Storia, giurisdizione e commerci di una microsignoria nell'orvietano

Castel Viscardo e le fornaci di laterizi, calce, vasellame e ceramica, un connubio imprescindibil... more Castel Viscardo e le fornaci di laterizi, calce, vasellame e ceramica, un connubio imprescindibile e ininterrotto che perdura da secoli. Storia del sacrificio di tanti artigiani, di un lavoro massacrante solo in parte alleviato dalle moderne tecnologie.

Research paper thumbnail of Gli Scalzi di Orvieto: storia di una Confraternita

Storia della Confraternita detta "Gli Scalzi" o della Morte di Orvieto (d: dalla sua fondazione a... more Storia della Confraternita detta "Gli Scalzi" o della Morte di Orvieto (d: dalla sua fondazione alla decadenza del Novecento, passando per il primo insediamento nella piccola chiesa di Santa Mustiola, alla costruzione del proprio tempio dedicato ai Santi Giuseppe e Giacomo
Fu fondata in seguito alla predicazione quaresimale del 1615 in Cattedrale da parte di un francescano “esemplare” e conosciuto dal volgo, secondo Carlo Cartari, come «il Cappuccino dalle corde» (per
alcuni un certo padre Emanuele). Colpiti dalle sue omelie, un gruppo di orvietani richiese al vescovo la possibilità di istituire una Compagnia per seguirne i precetti di misericordia, di aiuto fraterno e di abbandono delle frivolezze terrene. Accordata la richiesta, venne concessa la fondazione nell’antica chiesa di Santa Mustiola (oggi civile abitazione in vicolo Pecorelli 3°), un piccolo tempio dove risiedeva già la Corporazione dei Sarti. Il vescovo Sannesio li pose sotto la protezione di San Giacomo
Maggiore. Nel 1625 questi si aggregarono all’Arciconfraternita della Morte di Roma, da cui dipendevano direttamente riguardo le disposizioni generali e le finalità, godendone i privilegi e le indulgenze. Di seguito,
con la costruzione della loro chiesa, la denominazione ufficiale divenne dei Santi Giuseppe e Giacomo o della Morte. Nel 1824, con l’erezione della Pia Opera dell’Agonia, fu definitivamente identificata in «Venerabile
Confraternita dei SS. Giuseppe, e Giacomo Maggiore detta della Morte e dell’Agonia dei Scalzi

Research paper thumbnail of QUEST'ANGOLO SARDO " ...QUEST'ANGOLO SARDO "

Storia della Sardegna e di uno dei suoi popoli: gli abitanti di Lei (Nuoro) nel Marghine. Dai cog... more Storia della Sardegna e di uno dei suoi popoli: gli abitanti di Lei (Nuoro) nel Marghine. Dai cognomi più diffusi alle analisi antropologiche, tra pastorizia e agricoltura, storia di un popolo attraverso la storia della sua Chiesa. Il primo insediamento, lo spostamento delle abitazioni sino alla risalita costruttiva verso le antiche zone. Dalla diocesi di Ottana a quella di Alghero; dai documenti più antichi nel quale il villaggio è citato nel XIII secolo sino al Novecento. Una lunga cavalcata nello scopo primario della sopravvivenza: tracce di storia di un grande popolo.

Research paper thumbnail of VITA SOCIALE E AMMINISTRAZIONE DI UNA COMUNITÀ (1739-1945) F AMIGLIE E M ESTIERI A L ATERA

Storia di un piccolo borgo, del suo popolo e della sue condizioni lavorative e sociali dal XVIII ... more Storia di un piccolo borgo, del suo popolo e della sue condizioni lavorative e sociali dal XVIII al XX secolo: cognomi più diffusi, mestieri, occupazioni, emigrazione, sindaci e lavori pubblici tra Stato Pontificio e Regno d'Italia. Latera (Viterbo) da quanto emerge nello studio dei suoi archivi

Research paper thumbnail of Nel_mio_piccolo_loco Il Castello di Viscardo e le sue fornaci.pdf

Storia del Castello di Viscardo e delle sue antiche fornaci di mattoni e calce: dalla sua fondazi... more Storia del Castello di Viscardo e delle sue antiche fornaci di mattoni e calce: dalla sua fondazione di fine XIII secolo intorno alla torre di Viscardo Ranieri, al dominio dei Monaldeschi della Cervara, fino alle famiglie Veralli e Spada. Analisi, censimento e studio delle fornaci attraverso i secoli sino alla realtà del 2009: 14 aziende ancora attive su 1.000 abitanti

Research paper thumbnail of Luca Giuliani I Sindaci di Castel Viscardo

Storia e cronotassi dei sindaci di Castel Viscardo (Terni) dal 1860 al 2009: incontri, scontri, a... more Storia e cronotassi dei sindaci di Castel Viscardo (Terni) dal 1860 al 2009: incontri, scontri, arringhe e discussioni sugli episodi che hanno segnato l'evoluzione di un piccolo Comune, dall'annessione del vicino Monterubiaglio al passaggio della ferrovia, dalla vertenza sugli usi civici alla Prima Guerra Mondiale, dall'abbattimento delle antiche abitazioni intorno al Castello e dell'arco in mattoni seicentesco alla costruzione del paese nella conformazione odierna. Storia e spaccato della gente contadina e produttrice di laterizi di Castel Viscardo

Research paper thumbnail of Fave dei morti

Power Point del contributo alla presentazione del libro della dott.ssa Alessandra Pelagalli: "Le ... more Power Point del contributo alla presentazione del libro della dott.ssa Alessandra Pelagalli: "Le fave dei morti tra storia e antichi riti" (Aquino, 2013), 9 novembre 2013