Roma (original) (raw)

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Roma

RomaLiber Liber2019-09-11T13:46:13+02:00

Roma è il secondo volume del ciclo Les trois villes, pubblicato nel 1896, tra Lourdes (1894) e Parigi (1897), che lo scrittore francese Émile Zola dedicò all’analisi del ruolo della religione nella società moderna.
Il libro racconta l’arrivo nella capitale del giovane Regno d’Italia di un abate francese, Pierre Froment, venuto a difendere davanti al Tribunale del Sant’Uffizio il suo libro “La Roma novella”, in cui auspica un rinnovamento radicale nella Chiesa, alla luce di un sincero sentimento umanitario e di solidarietà universale. Ma accanto alla difficile difesa del suo libro, che rischia di venir messo all’Indice a meno che il suo autore non lo ritratti, si dipanano le vicende drammatiche di una Roma divisa, che cerca di conciliare le posizioni della società “bianca” e di quella “nera”, ma ancora sostanzialmente sorda alle istanze di giustizia sociale e di difesa degli strati più deboli, mentre tenta di modernizzarsi e di competere con le grandi capitali europee.

Sinossi a cura di Roberto Del Grosso

Dall’incipit del libro:

Durante la notte il treno aveva avuto molti ritardi tra Pisa e Civitavecchia, e stavano per suonare le nove antimeridiane quando l’abate Pietro Froment, dopo un arduo viaggio di venticinque ore, scendeva a Roma. Aveva portato seco una sola valigia; balzò rapidamente dal vagone, in mezzo alla ressa dell’arrivo, scostando i fattorini che si avvicinavano premurosi, portando da sè il leggero bagaglio, nella fretta che provava di essere arrivato, di sentirsi solo e di vedere. E, subito, davanti alla stazione, essendo salito in una delle piccole carrozzelle scoperte, disposte lungo il marciapiede, si pose accanto la valigia, dopo aver dato l’indirizzo al cocchiere: — Via Giulia, palazzo Boccanera. Era un lunedì, il tre di settembre; una mattina dal cielo limpido, d’una purezza, d’una dolcezza mirabile. Il cocchiere, un ometto tondo, dagli occhi lustri, dai denti bianchi, ebbe un sorriso nel riconoscere, dall’accento, un prete francese. Sferzò il magro ronzino, e la carrozza partì colla velocità delle carrozzelle romane, così linde, così allegre. Ma quasi subito, giunto sulla piazza delle Terme dopo aver fiancheggiato gli alberi del piccolo giardino verdeggiante, l’uomo si volse, sempre sorridente, ad indicare, colla frusta, le rovine.

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